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Autore: Brume    13/05/2020    4 recensioni
Laurent Reve Grandier Jarjayes arriva in Normandia una sera di giugno.Dovrebbe fermarsi un paio di mesi, ma finirà per viverci.Devastato dal dolore, inizia a scrivere un diario, testimone di un viaggio fatto di ricordi, pensieri, sogni; vi riporterà i suoi pensieri, i suoi sogni, i ricordi e piccoli segreti -che non conosceva e man mano scopre- che lo aiuteranno a ricostruire la storia della sua famiglia ed a crescere, arrivando oltre a ciò che aveva immaginato.
NB I disegni sono realizzati da me con tecnica mista, acquarello , matita, china
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Nuovo Personaggio, Oscar François de Jarjayes, Victor Clemente Girodelle
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Oscar e Andrè'
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Bernard e Rosalie erano usciti per alcune commissioni quando Reve si svegliò, grazie anche al russare di François:.. aveva dormito malissimo, rigirandosi nel poco spazio a disposizione, quindi si alzò facendo attenzione a non svegliarlo, recuperò i vestiti dalla sedia, e si guardò allo specchio: le occhiaie scure, frutto di quel periodo non certo felice, contornavano i suoi begli occhi.

Come tutti i giorni da 3 settimane, il risveglio era la parte peggiore della giornata: si rendeva conto che i suoi genitori non c'erano più, e che era rimasto solo al mondo e ora si trovava in un paese che conosceva poco.

Prese alcuni minuti per riprendersi e poi si vestì. Non voleva resentarsi in sala da pranzo mezzo nudo, non era a casa sua, da solo.

“Buon giorno Reve, o Laurent. Come devo chiamarti? “ chiese Marie da sotto il tavolo, quando vide arrivare un paio di stivali neri dal corridoio.

“ Buongiorno, Marie. Chiamami come desideri, per me non ci sono problemi; preferisco essere chiamato Reve , comunque. Posso chiederti cosa stai facendo sotto al tavolo?” disse guardandosi in giro e ridacchiando.

“ ho perso una cosa , e la sto cercando....”rispose Marie, alzandosi e sistemandosi le vesti. “ ti chiedo scusa, non è stato decisamente un saluto educato. Hai dormito bene? “

Reve avrebbe voluto dire che il suo era stato un sonno d' inferno, ma l' educazione non lo permetteva quindi declinò su un generico “bene, grazie”; poi chiese dove fossero Bernard e Rosalie, ma non fece in tempo a finire la frase che li vide rientrare. La ragazza, salutata la madre, andò nella sua stanza.

“ Buongiorno, Reve. François dove è, sta dormendo ancora?”.

“Si, zia Rosalie; mi sono appena alzato anche io” rispose, stirando con le mani i pantaloni un pò sgualciti.

Rosalie fermò per un istante il suo sguardo negli occhi di Reve e quindi chiese se aveva fatto colazione; Reve rispose che non aveva fame.

“Devi mangiare, figlio mio. Già sei magro come un chiodo...ricorda che puoi restare qui quanto vuoi, Reve, se non te la senti di tornare alla casa” disse, sedendosi, Rosalie.

“Grazie, ma se per te non fosse un disturbo,andrei anche adesso” rispose “ non perchè voglia fuggire, ma perchè ho davvero tante cose da fare”.

“Va bene, come desideri...sappi comunque che qui sei sempre il benvetnuto...ah, oggi fa molto caldo, ragazzo mio: fai prendere aria a quella casa, altrimenti soffocherai. Sei fortunato, sei proprio di fronte al mare...svagati un pò, e se hai bisogno di aiuto ricorda che noi siamo qui. In ogni caso, Bernard dovrebbe essere ancora sul calessino, stava controllando una cosa... stammi bene” si raccomandò la donna.

“ Certo, zia, non preoccupatevi” rispose. “Grazie ancora di tutto. Arrivederci” disse infine uscendo.

 

Un po' dispiaceva lasciarli così, di fretta, ma avvertiva il bisogno di stare solo; ci sarebbero stati altri due mesi a disposizione per vedersi, sicuramente.

“buongiorno,zio” disse salutando Bernard che stava trafficando con i finimenti del cavallo.

“buongiorno Reve...come stai? Vuoi che ti riaccompagni? “

“S, grazie. Non offendetevi, ho apprezzato molto la vostra ospitalità, ma vorrei sistemare un po' di cose...” disse.

“Nessun problema: noi siamo qui, passeremo ancora a trovarti. Dimmi piuttosto , sai calvalcare? Debbo procurarti un cavallo, per tua comodità? Credo ti servirà.... “disse Bernard, mettendosi in cammino.

Reve ci pensò un attimo: i fondi necessari li aveva, a cavallo ci sapeva andare....

“Si, mamma e papà mi hanno messo su un cavallo fin da piccolo...effettivamente, potrebbe tornarmi utile, Zio. Mi aiutereste ?” disse all' uomo, aggiungendo: “ senza fretta: quando avrete individuato il cavallo, mandatemi François, verrò io da voi”.

“ va bene, ragazzo” rispose Bernard. E partirono per quel breve tragitto.

Reve era grato di tutta questa accoglienza: come avrebbe fatto, da solo? Girodelle stesso, a dire la verità si era offerto di accompagnarlo, ma poi fu preso da alcuni dolori alla schiena, che lo costrinsero a letto... del resto, aveva oramai 70 anni e per quanto fosse in buona forma , gli acciacchi si facevano sentire così come il sole, caldo, si faceva sentire sulla pelle del ragazzo.

“ecco, siamo arrivati” disse Bernard “ in casa, come sai, hai già ciò che ti serve...”

“grazie, grazie davvero. A presto, zio” disse scendendo al volo. Attese che lo zio fosse ripartito,

quindi entrò in giardino e la prima cosa che fece fu recarsi sulla tomba, per verificare che tutto fosse a posto e che qualche animale, nella notte, non avesse fatto danni nella terra fresca e smossa.

Osservò quella croce, pensando che doveva provvedere con qualcosa di più consono, ed entrò in casa.

La sua borsa, i diari, erano sul tavolino; pensò che doveva ancora sistemare tutto, e senza indugiare, si mise al lavoro: voleva farlo prima di sera, voleva preparasi qualcosa da mangiare e magari farsi una nuotata. Poi doveva scrivere a Victoria, riferire a Girodelle del viaggio... quante cose!!!

Iniziò togliendo i teli bianchi dai mobili, che svelarono pian piano i loro colori e la loro età; aprì le finestre della sala e della cucina, e poi si occupò delle stanze. Prese il mazzo di chiavi da un chiodo appeso dietro la porta d' ingresso, e iniziò il giro. Vi erano 5 stanze in quella casa, in una vi era nato...questo pensiero lo smosse, ma cercò di restare razionale.

Partì dal fondo, dove vi era lo sgabuzzino; aprì le porte, piano, svelando i segreti di quella casa. In una delle stanze vi erano accatastate alcune cose, vecchi vestiti, alcuni libri, un paio di sedie mentre nell' altra tutto sembrava a posto, quasi non fosse mai stata usata. I letti non erano fatti, vi era solo lo scheletro, e vi erano alcune cassapanche, vuote.

Passò poi a quella successiva; appena entrato capì subito che, probabilmente, era la stanza dei nonni. Un breve ricordo passò davanti ai suoi occhi: lui, piccolo, che saltava sul letto mentre una signora con i capelli quasi grigi, ma ancora bella, rideva e cercava di prenderlo mentre un uomo dall' aspetto burbero ma dagli occhi buoni osservava la scena. Tolse il telo dal grande letto, aprì la finestra, aprì l' armadio. La sua ipotesi fu confermata; ormai ridotti a brandelli dalle tarme e dal tempo, vi erano lembi di tessuto forse appartenuti ad una divisa militare.

Chiuse le ante dell' armadio facendo attenzione, lasciando ogni cosa al suo posto, e proseguì.

“Forza e coraggio” disse ad alta voce,affrontando le ultime due porte, nemmeno al suo interno vi fosse un mostro; sapeva che una delle stanze vi era parecchio del suo passato, perchè vi era nato....

 

 

Nyon, 1800 , Oscar e Andrè, appartamenti di palazzo Girodelle

 

Quando sei nato, piccolo mio, fu una festa. La casa in Normandia è bellissima, magari qusta estate ci torneremo...Sai, Tuo padre stava diventando pazzo, mentre io attendevo che tu nascessi, stesa a letto. Non vedevamo l' ora di stringerti tra le braccia “ disse Oscar ad un piccolo Reve di 7 anni. “ Sei il nostro dono più prezioso, sai?”. Una carezza tocco le guanche tonde di Reve. Sua madre era seduta in poltrona a leggere un libro al padre, era un pomeriggio di primavera e ricordò benissimo il profumo dei fiori e ti erba appena tagliata che arrivava dal grande giardino. “ Quando sarai grande, se vorrai ascoltarmi, ti leggerò una storia...anzi no, te la racconterò. La tua storia, la nostra storia”.

Perchè non adesso, mamma? Sono grande, io” rispose mettendosi tutto impettito, ritto.

Oscar sorrise: “Quando sarai grande, ho detto. Adesso vai a giocare, piccolo mio” rispose lei, posando il libro e dandogli un bacio. Vai, vai a giocare: ma ricordati, cerca di non farti male come l' ultima volta”.

Reve uscì dalla stanza, mentre Oscar e Andrè restarono in silenzio ad osservarlo.

Andrè, abbiamo proprio fatto un piccolo capolavoro”disse lei, alzandosi e andando verso il marito.
“Già: ricordo quei giorni come se fosse ieri” rispose, poi cambiò espressione. “Davvero gli racconterai della Rivoluzione?Di ciò che è successo? ”

Andrè, prima o poi vorrà conoscere la storia della sua stramba famiglia, dove siamo in due a portare i pantaloni...è una cosa naturale, ovvia; inoltre ci terrei a fargli conoscere come sono andate le cose, rivoluzione compresa. ” rispose lei, sorridendo.

Hai ragione...come al solito” rispose Andrè, baciando la mano della sua amata. Lei gli accarezzò i capelli venati di grigio, ma sempre belli, come quando erano giovani.

Andrè, sei sempre gentile, con me. Quante te ne ho fatte passare....” disse riferendosi ai primi anni insieme, a Palazzo Jarjayes e ad Arras.

Oscar, amore mio, ora siamo qui, siamo una famiglia, siamo sereni” rispose alzandosi “vieni, andiamo a fare due passi: Reve è al sicuro, e poi staremo via pochi minuti” . Presero così a passegiare, come due ragazzini, tra le viette vicino a palazzo, godendo di quella pace finalmente ritrovata,mano nella mano.

 

 

Reve aprì anche quella porta, e fu un tuffo al cuore ; era proprio la stanza dove nacque, vent'anni prima. Tutto era rimasto intatto dalle ultime loro visite, quando lui aveva circa 10 , 11 anni: la culla in un angolo, le cassapanche, il grande letto a baldacchino, le tende linde alle finestre che davano sulla strada. Un vecchio gioco di legno sul tappeto del pavimento.

Iniziò a risistemare anche lì, ma la stanza era abbastanza in ordine e, dopo essersi seduto sul letto un attimo, si recò verso una delle cassapanchè e l'aprì, curioso. Non vi era molto, se non alcune lettere firmate da un certo Fersen, indirizzate ai genitori. Nell' altra invece trovò un suo vecchio vestitino, conciato un pò male, e gli dispiacque vederlo così. Sotto al vestito vi erano altri panni, ed una spada. La divisa di sua madre, o meglio ciò che ne restava. Il tempo aveva fatto il suo corso.

Con un tuffo al cuore chiuse quella cassapanca e pensò che per quel giorno le pulizie potevano bastare: quindi si avviò verso la cucina, e nella dispensa cercò qualcosa da mangiare. Rosalie ed Amelie avevano pensato a tutto; vi era carne sotto sale, cipolle, spezie, vino e conserve di varia natura; prese quindi alcune strisce di carne, ed andò a sedersi sugli scalini che conducevano fuori, osservando il mare apparentemente calmo; per oggi ne aveva abbastanza e sarebbe stato tranquillo, avrebbe preso una delle stanze per dormirci e sistemate le sue cose. Prima di rientrare, prese della legna e accese il fuoco; almeno, per pranzo o per cena, avrebbe preparato qualcosa di caldo.

 

 

7 giugno

Oggi ho fatto poco di quello che mi ero prefissato, e già sono stanco: non fisicamente, ma per le emozioni che sto vivendo. Sono stato dagli zii, mi sono trovato bene, ma ho voluto tornare prima per fare alcune cose; ho accolto il consiglio di zia Rosalie e ho iniziato a sistemare questa casa, ma le emozioni sono troppe.

Ho visto la stanza in cui sono nato. Ho curiosato un pò e trovato alcune cose che appartenevano alla mamma e al nonno e quello è stato un pò il colpo di grazia ai miei nervi (mio dio, parlo come una ragazzina, avevi ragione, papà....)

Mi avevi avvisato, prima di andartene, mamma, che non sarebbe stato facile tornare quì; sapevi che di li a poco avresti lasciato questo mondo, e ti preoccupavi per me, come hai sempre fatto...

 

Papà, Mamma....

 

Cominciano a riaffiorare ricordi, in me, di quando ero bambino; ricordi che sto pian piano mettendo insieme, unendoli a ciò che voi mi avere raccontato della famiglia. Mi sono ricordato del nonno e di quando lui e la nonna mi facevano giocare; poi mi è tornato in mente Fleur, la cagnolina che mi ha tenuto compagnia fino a qualche anno fa, e che mi dicevate arrivasse da qui... Poi ho visto la tua spada, mamma. Chissà come eri bella in divisa, ti immagino su un cavallo, fiera e combattiva come sei sempre stata...peccato non avere un tuo ritratto di quei tempi... non ne parlavi volentieri...e io non ti ho mai chiesto niente di più di ciò che volevi dirmi, come la mattina in cui mi parlasti di lei,della Regina.

Era bella la regina? Era bella Versailles? A quanti balli hai partecipato? Ora le cose sono leggermente diverse, lo dicevi tu stessa, chissà il mondo come si evolverà, andando avanti con gli anni....

Farò due passi, anzi, mi farò una nuotata. Poi finalmente scriverò a Victoria e magari mangerò qualcosa....

 

Reve si alzò, si tolse camicia e stivali restando con i soli pantaloni e andò verso la spiaggia; il mare, leggermente mosso da piccole onde, lo chiamava. Si spogliò e si tuffò, fece qualche bracciata e quando fu al largo osservò quella casa, il grande terrazzo, la porta della cucina, l' albero. Gli piaceva quel posto anche se gli mancavano le amicizie di Nyon e soprattutto lei, Victoria Girodelle.

Nuotò ancora un pò, poi tornò a riva e corse su per le scale verso la casa per cercare un telo; quindi lo stese, lì in giardino, e lasciò che i suoi capelli, gli stessi di Andrè persino nella forma, asciugassero al sole.

Aveva davanti a sè una intera giornata. Forse dopo avrebbe ricominciato con le pulizie, pensò, ma presto fu colto dal sonno, e si addormentò.

Non dormì molto, ma abbastanza per riprendersi e cominciare a scrivere a Victoria.

Le mancava molto, le voleva molto bene. Erano cresciuti insieme, praticamente, ed aveva un rapporto di amicizia e confidenza che entrambi i genitori avevano accettato e caldeggiato, senza interporsi in alcun modo. Le piaceva quella ragazza dai capelli rossi, ma al momento non la considerava come una fidanzata o futura moglie.

 

 

Normandia,7 giugno 1816

Buongiorno Victoria,

sono arrivato, sano e salvo, accolto dagli zii Rosalie e Bernard; forse ti ricordi di loro, qualche volta sono venuti in visita a palazzo, su invito di tuo padre che voleva far assaggiare loro i vini delle sue tenute. Ho subito fatto ciò che dovevo; per il resto, ho passato il tempo tra il villaggio e la casa, che sto cercando di sistemare al meglio. Per fortuna mia madre mi ha sempre insegnato ad essere indipendente in tutto e per tutto, altrimenti non so come farei; di questo la ringrazierò sempre.

Sono, come credo immaginerai, malinconico, stanco e confuso di questa novità, permettimi il termine. Ho qui con me il diario di papà, ed inoltre in una panca ho trovato delle lettere di un certo Fersen, credo un nobile straniero amico dei miei genitori.

Scusa se mi fermo qui, ti scriverò con più calma, tra qualche giorno.

Salutami tuo padre, spero che le sue condizioni siano migliorate.

 

A presto, Reve.

 

 

“ecco fatto “ esclamò ad alta voce “ domani, quando andrò al villaggio, chiederò agli zii di un ufficio postale, spero che ne abbiano uno” . Si rese conto che stava parlando da solo e rise, di gusto, per la prima volta dopo un pò di tempo.

“se non impazzirò, sarà un miracolo” aggiunse tra sè e sè, e poi pensò che aveva fame, e tornò in cucina. Il fuoco era a posto, le pentole c'erano...si improvvisò cuoco, come tante volte aveva provato a fare con sua madre, sperando però di non far bruciare nulla. Non era un cuoco provetto ma grazie al cielo sapeva arrangiarsi.

... “devi essere sempre indipendete,Reve, da tutto e tutti” rimbombò una voce, nella sua testa e lui, d' istinto, si girò a cerca il padre.

 

Fuori iniziò a soffiare il vento, quindi corse a chiudere le varie finestre, perchè stava divenatndo forte; chiuse anche la porta.

Il diario di Andrè finì in terra, quando Reve ci sbattè contrò, e si aprì lasciando le parole alla sua vista. Lo raccolse e istintvamente iniziò a leggere: la curiosità prese spazio alla riservatezza ed al dubbio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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