Ecco
l'ultima parte!
Spero
vi farà piacere! Fatemi sapere
E
questo è anche il mio ultimo regalino per Lavi!
Anche
perchè ormai il giorno del suo compleanno si è esaurito.
Anche
le cose più belle hanno una fine. Sigh. Sigh. Sob.
Ringrazio
come al solito Kuroi (o Bulma90) per
aver letto in anteprima e avermi dato il "fiat" al postaggio.
Chi
vuole contattarmi lo può fare o tramite commenti, o per email, o nel forum di
cui sono amministratrice.
La
prossima fic in aggiornamento sarà Nella
Terra di Nod, il nuovo capitolo dovrebbe arrivare per la settimana
prossima.
Un
bacione
Rebychan
3° parte
“Ehi,
perché adesso mi insulti?”, chiese Lavi mettendo il broncio.
“Non
t’insulto. E’ la verità.”, esclamò secco Kanda.
“Non
è vero. Non sono uno stupido coniglio, sei tu che sei…”
Lavi
si fermò. Aveva sempre delle difficoltà a definire il giapponese, per lui
l’altro era un arrogante, sempre pieno di sé asociale idiota ma, nel contempo,
era anche conturbante e adorabile.
Non
riusciva resistergli.
“Cosa
sono?”, chiese curioso Kanda mettendo alla prova Lavi, intuendo quello che gli
passava per la testa.
“Un
idiota.”, fu la risposta sincera di Lavi. “Ma talmente adorabile, che è
riuscito a farsi amare da me alla follia.”
A
quelle parole, Yu sorridendo un’altra volta impercettibilmente soddisfatto, chiuse
gli occhi e si risedette sul letto. Il ragazzo dai capelli rossi gli si affiancò,
aspettando che l’altro dicesse qualcosa, che potesse cancellare i dubbi che
l’avevano assalito. Yu l’amava davvero o no? E se sì, quanto?
Poi
il giapponese disse: “Tu rimani comunque uno stupido coniglio.”
“Ma
perché? E’ stupido volerti chiamare per nome? Amandoti, trovo che il cognome
sia molto informale. Mi accontenterei anche di Yu-san o Yu-sama pur di farlo.”
“No,
grazie. Quei due nomi li usavano per chiamarmi i discepoli della palestra di
mio padre.”
“Allora
Yu-kun?”
“No,
mi chiamano così sia Zhu, sia Tiedoll. E Yu-chan mi chiamavano i miei nonni. Yu
senza vezzeggiativi i miei genitori.”
“Eh?”,
strabuzzò gli occhi incredulo Lavi. “Non capisco cosa vuoi dirmi con questa
lista di persone che ti chiamavano per nome. Cosa intendi? Solo io non posso
chiamarti per nome e gli altri sì? E’ questo che vuoi dirmi? ”
Yu
riaprì le palpebre e incontrò gli occhi di Lavi, che ora era furioso, voleva proprio
sapere perché se pure i discepoli del padre avevano potuto chiamare per nome il
giapponese, oltre ai suoi parenti e conoscenti più stretti, a lui veniva negato
quel diritto.
Kanda
sospirò e si decise a spiegarsi meglio.
Le
parole per lui, però, erano difficili da trovare.
Si
prese il labbro tra i denti e distolse lo sguardo imbarazzato mentre diceva:
“Sei proprio uno stupido. Non capisci che il mio nome non è importante. Già
altre persone mi chiamavano e mi chiamano come vorresti tu, e, invece, c’è solo
una persona a cui permetterei mai di storpiare il mio cognome, senza ammazzarla
di botte, e quella persona sei tu.”
Lavi
strabuzzò l’occhio verde sorpreso da quella confessione.
Se
le parole del giapponese erano vere, quello significava che…
“Vuoi
dire che tieni così tanto a me, da volermi regalare un modo di chiamarti
personalizzato?”
Nessuna
risposta, seguì quella domanda.
“Un
nome cui solo io posso ricorrere per chiamarti?” , continuò allora Lavi
desideroso di avere la conferma effettiva di quello che aveva inteso.
“Hn.”,
esclamò Yu per conferma e Lavi allora sorrise di cuore.
Finalmente
si era reso conto della verità.
Yu
non gli faceva un torto quando gli impediva di chiamarlo per nome, anzi gli
aveva fatto un bellissimo regalo quando gli aveva permesso di storpiare il suo
cognome dandogli così la possibilità di essere l’unico a chiamarlo in quel
dolcissimo modo.
Ora
capiva perché la prima volta che aveva usato quel nomignolo, l’altro non
l’aveva ammazzato come aveva pensato avrebbe fatto.
Aveva
accettato quel nome come il proprio quando erano insieme, perché lo amava.
Non
aveva tenuto le distanze in tutto quel tempo, anzi proprio in quel
vezzeggiativo c’era la loro intimità.
Kanda
comportandosi così era stato davvero…
Lavi
sospirò, e, allora, nel rendersi conto di quello, per la prima volta quel
giorno si decise a chiamarlo con quel nome.
“Kacchan,
sei dolce.”, disse abbracciando il compagno che ancora si rifiutava di
guardarlo in volto, imbarazzato dalla confessione che l’altro gli aveva estorto
sul nome. Odiava apparire troppo sentimentale, gli sembrava di diventare
debole. Ma con Lavi si ritrovava a essere romantico, quasi senza accorgersene. Era
più forte di lui.
Yu
non disse nulla ma si lasciò trascinare in quell’abbraccio.
“Kacchan,
sei adorabile.”, disse ancora Lavi stringendo sempre più forte Kanda e
obbligandolo a guardarlo in volto.
Il
giapponese era sempre più imbarazzato, tanto che non riusciva a dire niente che
impedisse al ragazzo dai capelli rossi di definirlo con degli aggettivi così
poco virili, e allora Lavi lo baciò per qualche istante.
Yu
lo ricambiò.
Quando
si staccarono, Lavi ridacchiò dicendo: “Adesso è il mio turno di regalarti un
nome personalizzato, se tu sei Kacchan..” Si soffermò per qualche istante su
quel nome per assaporarne la dolcezza ora che sapeva che significato d’amore
aveva. “…io non potrò che essere Lacch…”
“Non
serve.”, esclamò Kanda, che dopo il bacio era riuscito a recuperare un po’ del
suo controllo.
L’imbarazzo
se n’era andato, dopotutto si era detto, era giusto che Lavi sapesse la verità
sui motivi che l’avevano spinto a farsi chiamare ‘Kacchan'.
Non
gli aveva mai detto di amarlo, e se in
quel modo l’altro aveva capito quanto teneva a lui, allora era meglio così.
L’amava
davvero ed in un modo forte e totale.
“Come
non serve?”, chiese Lavi sorpreso. “Voglio anch’io regalarti un nome bello
coccoloso, per quando saremo soli.”
“Ma
il tuo nome c’è già.”, disse furbo Kanda.
“Come?”
“Stupido
coniglio, è il nome che più ti si addice.”, rispose Yu sfidando l’altro a
negarlo.
Lavi
a quelle parole ridacchiò di nuovo, tutto sommato per come si era comportato
quel giorno, se lo meritava quel nomignolo. Tuttavia non poté non dire: “Sei un
idiota, Kacchan. Non è un nome carino.”
“A
me piace, così come mi piace…”, Kanda si fermò dopo aver detto quelle parole.
Fino a quel momento aveva tenuto un tono sarcastico, ma ora lo corresse.
Finalmente era giunto il momento di dire quello che provava, sì sentiva che ce
l’avrebbe fatta. Sospirò e riprese a dire più dolcemente: “… così come amo la
persona che lo porta.”
Lavi
nell’udire quella dichiarazione d’amore rimase per qualche istante inebetito,
poi però sorrise radioso.
Yu,
finalmente, gli aveva detto di amarlo direttamente.
I
dubbi di quel pomeriggio sui reali sentimenti che il suo compagno provava per
lui vennero spazzati via come neve al sole.
Lui
amava Yu. Yu amava lui. Loro si amavano veramente.
Quella
era l’unica vera verità.
Tornò
a baciare il compagno e quella notte, visto che il giorno dopo i due a causa
della missione di Kanda avrebbero dovuto separarsi di nuovo decisero che
potevano andare oltre.
Quella
notte Kacchan e lo stupido coniglio, consapevoli di amarsi, appropriandosi dei
loro veri nomi, si persero l’uno nel corpo dell’altro, felici e appagati di
poter esprimere anche con il corpo l’amore, senza più ombre, che provavano.
Fine
Allora
come l'avete trovata? Troppo zuccherosa? Può darsi, ma ne avevo bisogno. ^///^
E
ora un ringraziamento speciale va a:
Ladydeathxx: Anch'io adoro questa coppia, ma
penso ormai si sia capito. ^///^ Mi fa piacere sapere che hai trovato la storia
di tuo gradimento! Spero che anche il terzo capitolo sia all'altezza. Grazie
per il commento.
BloodyKamelot: Grazie! Mi fa piacere sapere che
ti piace come scrivo! Addirittura trovi la storia geniale? Troppo buona! ^///^
Spero che anche questo terzo e ultimo capitolo ti sia piaciuto. Grazie per il
commento.
Ermellino: Il continuo è arrivato
velocemente, vero? Il tuo entusiasmo mi contagia sempre. Mi fa piacere sapere
che ti piace come scrivo. Grazie per il commento sia a questa fic, che
all'ultima one shot di Cosa ne pensate di... Sono stata contenta di sapere che
ti è piaciuta, e che l'hai considerata addirittura un capolavoro. Grazie. Troppo
buona! ^////^
Un
bacione
Rebychan