Anime & Manga > TSUBASA RESERVoir CHRoNiCLE / xxxHOLiC
Segui la storia  |       
Autore: steffirah    15/05/2020    1 recensioni
Raccolta di one-shot, scritte utilizzando i prompt del "Tsubasa Month" (maggio 2020) indetto su Tumblr. Temi:
1) Natural Wonders
2) Favorite Worlds
3) Angst + Goodbyes
4) Fluff
5) Hitsuzen
Genere: Fluff, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fay D. Flourite, Kurogane, Mokona, Sakura, Syaoran
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Un mondo di ricordi








今はどんなに離れても
廻る奇跡の途中に
また向かい合うのだろう


- “Loop” -








Dopo essere andati ancora una volta nel Paese di Oto tramite le Dream Capsule – stavolta consapevolmente –, decidemmo di approfittare della pace e della vivacità di Edonis, godendoci tutte le giostre che il parco divertimenti aveva da offrire. Fortuna volle che incontrammo nuovamente i nostri amici lì, per cui anche dopo aver giocato nella realtà virtuale ed essere usciti dalle capsule restammo tutti insieme, gironzolando per il Fairy Park.
Dato che Yuzuriha-chan voleva assolutamente provare qualcosa che facesse venire i brividi propose di salire prima di tutto sulle montagne russe. Il nome non mi suonava del tutto nuovo, e ricordai che Moko-chan ne avesse parlato quando visitammo Piffle – anche se la sua spiegazione sul cosa fossero non fu del tutto esauriente.
Approvammo quindi incuriositi, sebbene non avessimo la minima idea di cosa si trattasse. Forse era una tipologia di catena montuosa? Bisognava arrampicarsi?
Kurogane-san in realtà non si fidava troppo, e sembrava comunque quello meno entusiasta all’idea di salire sulle attrazioni; per questa ragione Fay-san e Moko-chan lo stuzzicarono e tartassarono talmente a lungo che alla fine dovette cedere, tanto che fu addirittura il primo ad avviarsi nella direzione indicata da Kusanagi-san.
Egli aveva deciso di restare a guardare, affiancato da Soma-san, dichiarando che non riusciva a reggere bene quel tipo di giostre veloci. Inuki, il cane di Yuzuriha-chan, rimase con loro, mentre noi ci accingevamo a salire su una sorta di trenino separato in piccoli vagoni aperti, con delle ali tridimensionali sulla fiancata delle finte portiere.
«Io e Sakura-chan ci mettiamo avanti!» decretò Yuzuriha-chan per entrambe, facendomi accomodare in prima fila, sembrando su di giri.
Ryūō-san sembrò prendersela, perché si imbronciò, lamentandosi: «Non è giusto, volevo andare io avanti con Syaoran!»
«Non fa niente, vanno bene anche i secondi posti», cercò di mitigarlo, sedendosi alle mie spalle.
Mi voltai indietro, incontrando i suoi occhi, e gli sorrisi trepidante. Non vedevo l’ora di provare quante più esperienze possibili!
Lui rispose con un sorriso indulgente e si allungò in avanti, per farmi notare: «Principessa, sul cartello del regolamento c’era scritto che bisogna abbassare queste sbarre fino all’addome e tenersi alle maniglie ai lati».
Me la abbassò lui stesso e io lo ringraziai.
Tornò al suo posto dopo essersi assicurato che fosse scattata, facendo altrettanto con se stesso. Voltai solo di poco la testa per vedere gli altri passeggeri salire, con Fay-san che trascinava un riluttante Kurogane-san in terza fila, mentre Moko-chan si infilava nella giacca di pelle di quest’ultimo. Ci eravamo cambiati mentre stavamo qui, adeguandoci alla moda locale, non molto dissimile da quella di Piffle.
Spostai poi lo sguardo verso Yuzuriha-chan, che sembrava felicissima.
«Sono certa che ti piacerà!» esclamò convinta, battendo le mani.
«Neh, Yuzuriha!» Ryūō-san si pose tra di noi, sogghignando. «Facciamo una gara per vedere chi si spaventa.»
«D’accordo, chi grida prima dalla paura perde!» accettò, guardandomi ammiccante. «Noi due vinceremo di sicuro.»
«Non ne sarei così sicuro», asserì lui con certezza, scambiandosi un pugno con Syaoran-kun.
«Anche noi partecipiamo!» si intromise Moko-chan, esultante.
«E non abbiamo intenzione di perdere. Vero, Cagnolone?» ammiccò Fay-san.
«Vedi di piantarla con questo nomignolo o stavolta sul serio ti butto giù non appena arriviamo in cima!» abbaiò minaccioso, ricevendosi una risata ilare in risposta dall’interessato.
Sorrisi tra me per quelle scenette ormai abitudinarie, per poi spostare l’attenzione sull’addetta che abbassò anche un’altra asta orizzontale posta davanti a noi, sulle nostre gambe, prima di augurarci buon divertimento.
La giostra così partì e io mi tenni dove aveva detto Syaoran-kun, mantenendo gli occhi ben aperti per non perdermi nulla.
Il treno salì lungo la ferrovia seguendo una diagonale, arrestandosi sulla cima di essa per qualche secondo. Ne approfittai per osservare la conformazione della giostra dall’alto, con le sue bizzarre salite e discese, le curve sinuose e vertiginose e i cerchi che descriveva nell’aria, un tantino perplessa.
Non ebbi neppure il tempo di chiedermi come funzionasse che ecco che precipitammo, venendo spinti all’indietro. Il vento era potentissimo, quasi quanto quello del paese dei conigli, e per la velocità venimmo sballottati da una parte all’altra. Tutti gridavano, chi di eccitazione, chi di paura, e io e Yuzuriha-chan eravamo tra i primi. La vidi staccare le mani, alzandole al cielo, e la imitai, ridendo deliziata. Non era molto diverso dalla sensazione provata a volare a Piffle durante la Dragonfly Race, tutt’altro. E anche quando finivamo a testa in giù, percepivo l’adrenalina scorrermi nelle vene, incendiandomi.
Purtroppo il giro attorno alla montagna e nella miniera finì prima del previsto, ma anche quando scesi ero eccitatissima.
Mi guardai intorno per poter condividere il mio fervore con qualcuno. Ryūō-san, Fay-san e Moko-chan ne erano altrettanto esaltati; Syaoran-kun, invece, sembrava avere qualche difficoltà a scendere, dichiarando che gli girava la testa.
Corsi immediatamente a sostenerlo, insieme a Ryūō-san, mentre Fay-san e Moko-chan sventolavano una mano di fronte a Kurogane-san, che sembrava essersi letteralmente pietrificato, artigliando la sbarra di sicurezza.
«E chi se l’aspettava! Hai avuto paura?» domandò Ryūō-san a Syaoran-kun, notando come me che quando lo lasciavamo le sue gambe sembravano instabili e traballanti.
«No, non paura. Non avevo previsto tutte quelle curve e rotazioni. Non a quella velocità, almeno.»
Si portò una mano alla fronte, chiudendo per poco gli occhi, prima di riprendersi di botto e guardarmi apprensivo. «Sakura-hime, voi come state? Vi sentite male?»
Scossi vigorosamente la testa, sorridendo da una parte all’altra del viso.
«È stato divertentissimo!» esultai, pronta a passare alla prossima scoperta.
Lui tirò un sospiro di sollievo e Moko-chan gli balzò in testa, tirandogli un colpetto per attirare la sua attenzione.
«Syaoran, Kurogane è svenuto!» esclamò drammatica.
Ci voltammo verso di lui e notammo che Yuzuriha-chan era andata a chiamare Kusanagi-san, in modo tale che potesse sollevarlo dal posto. Si passò un suo braccio su una spalla, allontanandosi rassicurando le persone che gli si erano accalcate attorno, e noi lo raggiungemmo fino ad una panchina. Qui lo adagiò per permettergli di calmarsi e Soma-san gli porse dell’acqua. Dopo buoni minuti per riprendersi e averla ingurgitata tutta Kurogane-san puntò rabbioso il dito contro la giostra, fulminando Fay-san.
«Te lo puoi scordare che io salga di nuovo su quel mostro di ferro!»
«Quante storie», fischiettò Fay-san per niente scalfito. «Parli proprio tu che sei un mostro di acciaio – Waah!»
Si riparò dietro me e Syaoran-kun, fingendo di piangere dopo che Kurogane-san gli aveva lanciato dietro la bottiglia.
«Bwaaah Kuro-wan vuole ammazzarmi!»
«Che cane rabbioso che cane rabbioso!» fece il coro Moko-chan, saltando sulla sua spalla.
Necessariamente dovettero scappare, perché Kurogane-san aveva appena estratto minacciosamente la sua spada dal fodero.
«Cerco di recuperarli», sospirò Soma-san, massaggiandosi le tempie.
«Vengo con te, non ce la faresti mai da sola», si propose Kusanagi-san, voltandosi un attimo verso Yuzuriha-chan e scompigliandole i corti capelli. «Voi continuate a divertirvi, ci rincontriamo qui più tardi.»
«Va bene! Baderò io a Ryūō!» promise a Soma-san che ridacchiò, mentre questi si offese.
«Hey, non ho mica bisogno di una balia!»
Ridemmo tutti e Yuzuriha-chan lasciò delle ultime carezze al suo cane – che intanto si stava facendo fare le coccole da Syaoran-kun. A malincuore si separò da noi, seguendo l’altro suo padrone.
«Ora dove si va?»
«Dovete provare gli aerei volanti!» decise stavolta Ryūō-san, facendoci strada verso una giostra circolare cui erano appesi tanti aeroplanini tondi colorati.
«Oh, questi assomigliano davvero ai Dragonfly di Piffle!» osservai ad alta voce, scambiandomi uno sguardo con Syaoran-kun che confermò.
«Lo stavo pensando anch’io.»
I due locali ci guardarono alquanto perplessi, non avendo idea di cosa stessimo parlando, ma non vi diedero troppo peso.
Salimmo così su questa giostra e, in seguito, io e Yuzuriha-chan occupammo prima due cavalli e poi una carrozza su un carosello, chiacchierando animatamente, ridendo spensieratamente. Ogni volta che completavamo un giro verso dove ci aspettavano gli altri salutavo allegramente Syaoran-kun, venendo ricambiata con un ampio sorriso che mi stringeva le budella; ma ecco che dopo il terzo giro notai Ryūō-san dare un colpetto col gomito a un suo braccio, dicendogli qualcosa che lo fece arrossire. E quando mi voltai verso Yuzuriha-chan trovai anche lei a ridere sotto i baffi, guardandomi con consapevolezza – sebbene non sapessi di cosa.
Forse fu a causa di quegli scambi visivi che, successivamente, Yuzuriha-chan parlottò in segreto col suo amico, prima di annunciare: «Bene, la prossima sarà la ruota panoramica!»
Dato che noi non sapevamo cosa fosse non rifiutammo, e solo quando ci mettemmo in fila la individuai. Si trattava realmente di una ruota, piena di luminose lucine sui raggi, con piccole cabine variopinte a due posti frontali. Era gigantesca, più alta di qualsiasi altra attrazione!
Quando toccò quasi a noi Yuzuriha-chan mi sorrise beffarda, sussurrandomi in un orecchio: «Qui ci possono entrare solo coppiette, perché si dice che le persone che vi fanno un giro completo staranno insieme per sempre».
Mi chiesi automaticamente se lei facesse coppia con Ryūō-san, visto che ero convinta che stesse con Kusanagi-san, e per questo non capii subito dove voleva andare a parare con quella sua allusione… perlomeno, finché non mi ritrovai sola con Syaoran-kun nell’abitacolo, con i due che ci salutavano restando fuori.
Mi feci tesa, stringendomi la gonna di quel vestitino smanicato tra le mani, col batticuore. Era vera quella diceria?
Guardai di sottecchi Syaoran-kun, notandolo del tutto a suo agio. Faceva scorrere lo sguardo sul parco fuori dai vetri, accogliendo tutto con meraviglia.
«A volte è strano pensare che l’uomo possa essere capace di inventare tanto», commentò meditabondo, rivolgendomi poi uno sguardo di scuse.
Gli sorrisi malgrado l’agitazione, spostando i miei occhi su quel vasto parco divertimenti.
«Sarebbe bello se ce ne fosse uno anche nel regno di Clow», osservai malinconica, spostando gli occhi sul tendone, tanto simile a quelli da circo. Ora proiettava un tramonto molto verosimile.
«Ne sentite la mancanza, non è così?» notò accorto Syaoran-kun, usando un tono di voce estremamente gentile. Forse anche nel suo vi era una nota di malinconia.
«Non saprei spiegarlo, è… una sorta di nostalgia di casa, sì.» Mi portai una mano sul cuore, cercando di capire cos’era che provassi.
«È del tutto naturale.»
Annuii e tornai a guardare l’esterno, sospirando.
«Credo sia per tutte le piume che stiamo recuperando. Ho così tanti ricordi adesso da sentirmi quasi completa. La mia mente è ricca di momenti e dettagli, eppure… eppure mi sento insoddisfatta.»
Mi morsi un labbro, chiedendomi come potessi spiegarmi per farglielo capire, senza necessariamente farlo preoccupare per me. Giocherellai col laccetto che mi arricciava la scollatura, facendo qualche tentativo.
«Credo di ricordare tutto ciò che riguarda mio padre, sebbene io abbia un vuoto totale su chi sia mia madre. Non ricordo né la sua voce, né il suo aspetto, né il suo nome. Non so nemmeno se c’è mai stata effettivamente una regina, e ho la sensazione che se ci pensassi troppo a lungo finirei soltanto col farmi venire un mal di testa inutile.»
Sollevai lo sguardo e lo vidi aggrottare le sopracciglia, sembrando pensieroso.
«Per cui mi sono detta che non fa niente. Nelle mie memorie mio padre ha funto anche da madre, quindi non mi pesa. C’erano poi mio fratello, il sacerdote, tutti gli abitanti del regno… Tutti mi hanno sempre dimostrato un affetto impareggiabile. Ricordo benissimo i loro sorrisi, i loro volti, quei giorni in cui mi venivano regalate le mele e le portavo a castello, quelle volte in cui andavo a rompere le scatole a Touya-niisama in biblioteca mentre studiava, appoggiandomi apposta a lui per dargli noia, e tutta la pazienza che lui ha sempre dimostrato nei miei confronti. Altre volte trascorrevo intere giornate con Yukito-san all’aperto, apprendendo la sua arte, e poi finivo puntualmente per addormentarmi sulle sue gambe dopo averci provato anch’io… Desideravo così tanto sfruttare al massimo il mio potere… E ricordo tutte le cose che mi ha detto mio padre quando era in vita. Tutta la sua gentilezza, tutto il conforto e la sicurezza che riusciva a trasmettermi. Ma mi rendo conto che basarmi soltanto su immagini impresse nella mia mente e sensazioni lasciate nel cuore non basta. Vorrei tanto incontrare mio fratello, il sacerdote, gli abitanti del regno e…» Mi interruppi, insicura. Non era detto che quell’altra persona fosse ancora lì. Eppure, era quasi sempre al castello, o nella città. Per molti anni c’era stata, quindi, a meno che non fosse svanita insieme a me, doveva ancora esserci.
Rivolsi un’occhiata a Syaoran-kun, trovandolo con lo sguardo basso, fisso nel vuoto.
«Sarebbe bello se Mokona qualche volta ci trasferisse lì», sussurrò appena.
«Oh!» Mi illuminai dinanzi a quella possibilità. Non era detto che non ci saremmo andati! «E magari, ripercorrendo fisicamente alcuni luoghi, riuscirò anche a capire chi era la persona con cui parlavo sempre…» ragionai, fissando di sottecchi Syaoran-kun, che non si mosse di un centimetro da quella posizione.
Presi una sua mano tra le mie e gliela strinsi, per attirare la sua attenzione.
Lui sollevò appena lo sguardo, fissando gli occhi nei miei, e io gli sorrisi, credendoci davvero.
«E magari capirò anche qual è il nostro rapporto.»
L’espressione che assunse in quel momento mi colse di sorpresa. Era agonizzante, disperata e allarmata. Niente di ciò che mi aspettavo.
Sviò lo sguardo, mormorando: «Principessa, non dovete sforzarvi tanto».
Gli strinsi nuovamente la mano, risoluta, costringendolo a guardarmi.
«Sappi che non ho mai approvato quello che fai per me.»
Sgranò gli occhi, ferito, e io mi affrettai a spiegare: «N-nel senso, sono felice che ti dedichi tanto alla mia causa, ma… ma sono le mie piume, dovrei pensarci io stessa».
«Io ho deciso di aiutarvi», mi rammentò.
«Lo so», replicai contrariata. «E per questo non hai alcuna cura di te. Ti getti nella mischia, affronti qualsiasi pericolo pur di recuperarle, senza preoccuparti di restarne ferito. E ciò mi rattrista. Dovresti… dovresti pensare di più a te stesso.»
La sua espressione mutò in stupore, prima di mostrarmi un minuscolo sorriso, garantendo: «Le prometto che d’ora in avanti farò più attenzione. Anche se sono disposto a tutto per recuperarle», aggiunse determinato.
«E ti ringrazio per questo. Ma vedi, è proprio perché ci tieni così tanto che sono convinta che tu… che noi non possiamo esserci conosciuti solo durante il viaggio. Non è possibile che tu abbia deciso di fare tanto per una principessa sconosciuta. Sicuramente devi avermi incontrata prima e… tu stesso mi hai detto che per un certo periodo hai vissuto a Clow, no? Quindi sono quasi sicura… No, sono sicura che ci siamo già incontrati. Non so perché non vuoi parlarmene, ma io e te eravamo già amici? O forse, eravamo persino in-»
Trattenni il fiato, la voce mi morì in gola. Tutto divenne buio, compresi i miei pensieri. Cosa stavo per dirgli? Di cosa stavamo parlando? Mi sentii precipitare, cascare sempre più giù nel nulla, nel vuoto più assoluto, finché non percepii delle mani afferrarmi. Delle braccia mi avvolsero, e dal loro calore, dalla loro familiarità, capii fossero quelle di Syaoran-kun.
«Sakura…» sussurrò in tono ferito, serrando le dita attorno alla mia schiena. «Ti ringrazio, per tutta la volontà che ci metti nel provare a ricordare. Ma non importa. L’unica cosa che mi interessa è che tu stia bene, quindi per favore… non farti più del male.»
Avrei voluto rispondergli, per chiedergli di cosa stesse parlando, ma la voce non mi usciva. Non riuscivo neppure a riaprire le palpebre. La mia volontà sembrava lontana, eppure la mia coscienza era lì.
D’altronde, non sembrava neppure che stesse realmente parlando con me.
Allentò la presa, e con la riduzione della sua percezione il mio conscio fluttuò sempre più lontano.






Quando mi ritrovai mi sentivo avvolta in morbidi coperte. Mugugnai contro esse rasserenata, con la sensazione che qualcuno mi avesse carezzato i capelli per tutto il tempo.
Per tutto il tempo…
Scattai seduta, sconvolta: «Oh no, mi sono addormentata di nuovo all’improvviso!»
«Buongiorno Sakura!» mi salutò Moko-chan, saltandomi tra le mani.
Ricambiai il saluto, e lei mi guardò preoccupata.
«Ti senti bene?»
Annuii, notando dalle pareti rosa salmone che mi trovavo nella stanza dell’albergo fuori il parco, in cui avevamo deciso di alloggiare. Mi accorsi che il sole sembrava alto nel cielo, ma io stavo indossando ancora lo stesso abito di ieri.
Impallidii, informandomi: «Quanto tempo ho dormito?»
«Da ieri pomeriggio ad adesso, e sono quasi le undici e mezza.»
Mi misi immediatamente in piedi, correndo a sciacquarmi.
«Faccio sempre così!» mi disperai, trafelata. «Che figuraccia ho fatto con i nostri amici.»
«Tranquilla, oggi abbiamo deciso di mangiare tutti insieme», mi rassicurò, spazzolandomi i capelli mentre finivo di rivestirmi.
Mugugnai parole incomprensibili, tristemente. Eppure pensavo di essere migliorata, da questo punto di vista. Non avevamo neppure recuperato alcuna piuma, quindi cos’era stato a farmi addormentare?
«Vado ad informarli che sei sveglia!» annunciò Moko-chan penetrando i miei pensieri, non appena ebbe finito di pettinarmi.
La ringraziai, continuando a correre tra il bagno e l’armadio, cercando di prepararmi nel più breve tempo possibile. Inciampai tuttavia nel mettere in fretta le calze, cercando di farlo in piedi, e capitombolai fino a terra, sbattendo con il naso sul pavimento.
«Ahi», mi lamentai di riflesso, massaggiandomelo.
Udii dei passi veloci sulle scale e la porta si spalancò bruscamente, rivelando un apprensivo Syaoran-kun.
«Principessa, che cos’è successo?»
Mi aiutò a rialzarmi e io ridacchiai imbarazzata, spiegando: «Sono inciampata».
«Vi siete ferita da qualche parte?»
Dato che il dolore al naso era scomparso scossi il capo, e lui tirò un sospiro di sollievo.
Mi accompagnò a sedermi sul letto, prima di chinarsi a prendere il collant che mi era sfuggito e porgermelo.
«Potete prendervela con calma, non è ancora ora di pranzo.»
«Ma Yuzuriha-chan e gli altri -»
«Non sono ancora arrivati», mi assicurò.
Risollevata mi affrettai ad indossare la calza che mi mancava, lisciandomele entrambe sulle gambe prima di indossare gli stivaletti e rialzarmi. Solo allora mi resi conto che Syaoran-kun s’era voltato verso la finestra, e aveva le orecchie in fiamme. Stavolta arrossii anche io, sebbene non fosse la prima volta che mi vestivo davanti a lui. Capitò già a Koryo, quando dovetti cambiarmi d’abito: essendo io ancora sonnecchiante, e correndo pertanto il rischio di addormentarmi da un momento all’altro, qualcuno doveva restare con me. Qualcuno che, eventualmente, avrebbe avuto la forza necessaria per sorreggermi, se avessi rischiato di cadere. E di certo non poteva trattarsi di Chun’yan – anche perché in quel momento non era neppure con noi. Così io mi spogliai, lasciando cadere i miei abiti a terra, con Moko-chan che li recuperava per portarli via e intanto informava Syaoran-kun sul mio stato, visto che era voltato di spalle. Quando gli chiesi di aiutarmi a mettermi la fusciacca perché non avevo alcuna idea di come si legasse lui esitò nel girarsi, finché non si alzò di scatto dal pavimento su cui si era seduto nell’attesa e mi mostrò un viso paonazzo che andava al di là della mia comprensione, mentre mi aiutava con pochi gesti.
Sorrisi tra me al ricordo, annunciando: «Sono pronta!»
Lui si voltò di poco per assicurarsene, prima di affiancarmi del tutto.
«Allora scendiamo?»
Assentii e mi avviai con lui, facendo scivolare la mia mano nella sua. Mi portai la mano libera al cuore, un po’ vergognandomi, ma lui mi tolse la mano, quasi ferendomi… solo per porgermi un braccio, come spesso faceva Fay-san.
Lo guardai a bocca aperta, e lui mi mostrò un sorriso impacciato.
«No?»
«Sì!» ribattei gioiosa, aggrappandomi immediatamente a lui, standogli più vicina possibile.
Quando scendemmo giù trovammo i nostri due compagni di viaggio immersi in un’accesa partita a quello che avevamo scoperto si chiamasse air hockey. Moko-chan si era schierata dalla parte di Fay-san, ma dato che la competitività di Kurogane-san era imbattibile finì con l’arrendersi. Notandoci, il primo ci si avvicinò chiedendomi se avessi riposato bene, e io lasciai automaticamente Syaoran-kun, rispondendogli affermativamente.
Intanto Syaoran-kun fu chiamato a giocare da Kurogane-san, visto che secondo lui sarebbe stato un buon allenamento per i suoi riflessi.
Trascorremmo così il resto della mattinata, osservandoli e facendo il tifo, finché non vennero i nostri amici e mangiammo tutti insieme. Mi scusai con loro per il giorno precedente, ma non sembravano essersela presa a male.
Il pomeriggio provammo altre giostre finché, quella stessa sera, Moko-chan non ci avvisò che era ora di partire.
Seppure non ci fosse alcuna piuma in quel mondo, avevamo deciso di restarci unicamente per divertirci, stavolta godendocelo davvero. Ecco perché, quando giunse il momento di salutarci, non fu doloroso come la volta precedente. Perché stavolta era più certo che c’era la possibilità che un giorno avremmo potuto rivederci. E mentre viaggiavamo nella dimensione successiva, mi accorsi che anche Syaoran-kun sembrava più sereno rispetto all’ultima volta in cui si era congedato da Ryūō-san. Sembrava felice, felice per davvero, e tanto mi bastava per sentirmi leggera come una delle mie piume.














 
Angolino autrice:
Buonasera! Speravo di riuscire ad aggiornare prima, ma come previsto il peso della sessione estiva comincia a farsi pressante e il tempo inizia a sfuggirmi di mano.
Dunque, per questo tema ero indecisa sul mondo da trattare, visto che ce ne sono tantissimi che rientrano tra i miei preferiti, ma considerando il tema successivo non volevo essere troppo angst (non che per questo manchi) e quindi ho optato per qualcosa di divertente, che mi sarebbe piaciuto vedere. Idealmente, è una sorta di "what if" se le cose non sarebbero andate come sono andate dopo Lecolt, anche perché immagino sia evidente che la Sakura qui trattata sia prettamente la "fanciulla forte e indipendente" del manga. Ho inoltre ripreso varie scene appena accennate, sia nella storia di per sé che dalle immagini di capitolo; una delle parti che più mi ha stupita quando l'ho scritta è quella riguardante la madre di Sakura, anche perché mi ha portato a chiedermi "In effetti, chi dovrebbe essere la consorte di re Clow?". Ma poi mi sono detta che è meglio non pensarci, o altro che emicrania.
Poi vediamo... non mi sembra ci sia molto altro da spiegare, solo la battuta che fa Fay sul fatto che Kurogane sia un "uomo di acciaio" è dovuta al suo nome stesso, che significa "acciaio nero"; per quanto concerne le parole giapponesi, dovrei aver utilizzato solo hime = principessa e onii-chan = fratellone (se ce ne sono altre fatemele notare, io ormai le dò per scontate). La canzone scelta qui è la prima ending dell'anime, cantata da Maaya Sakamoto, e traducendola (sempre per traduzione mia) dice: "Non importa ora quanto siamo lontani, ci ritroveremo sicuramente faccia a faccia a metà strada di un miracolo che gira".
Detto ciò, spero vi sia piaciuta :3
Alla prossima!

 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > TSUBASA RESERVoir CHRoNiCLE / xxxHOLiC / Vai alla pagina dell'autore: steffirah