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Autore: cin75    16/05/2020    4 recensioni
I giorni di Jensen , per volere della Giustizia, stanno per finire in una fredda stanza del braccio della morte.
Jared è convinto che quello sia un enorme errore giudiziario e lotta per fermarlo.
E come in ogni storia, ci sarà chi li affiancherà e chi si muoverà contro di loro.
Dovranno combattere insieme, dovranno essere coraggiosi, dovranno trovare anche la forza per confessare quello che hanno iniziato a provare l'uno per l'altro, che paradossalmente, sembra far loro più paura.
BUONA LETTURA!
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Jared Padalecki, Jeffrey Dean Morgan, Jensen Ackles, Misha Collins
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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La convalescenza di Jensen procedette senza intoppi e una volta che i valori ematici furono ristabiliti, Misha , in accordo con gli altri medici , decise, di dimettere Jensen.
“Ad una sola condizione!” ci tenne a precisare il medico. Ora, anche amico. “Almeno per questa settimana, non voglio che tu stia da solo, Jensen. Sei ancora sotto antibiotici e di tanto in tanto la tua pressione fa un po’ di capricci.”
“Ma allora...” provò ad intervenire Jared.
“Non sono motivi per farti stare qui in ospedale. Riposo e tranquillità è l’unica cosa che serve per sistemare queste cose, e penso onestamente, che stare a casa, sia la medicina migliore. Ma ripeto, non voglio che tu stia da solo.”
Jensen colto alla sprovvista da quell’avvertimento, istintivamente, portò lo sguardo su Jared. Un tacito “Ti andrebbe di...” fu detto solo con lo sguardo e Jared intuì al volo.
“Se a te va bene, per me non ci sono problemi. Passo per casa, prendo qualcosa e ce ne andiamo dritti dritti a casa tua!”
“Lo faresti sul serio?!” azzardò Jensen.
“Non lo farei per nessun altro!” fu risposta più che sincera.
“Bene!! a quanto pare abbiamo un accordo!” si intromise Misha, pienamente soddisfatto.

E così fecero. Jared si sistemò a casa di Jensen per il tempo che serviva. Si prese cura di lui. Si premurava di cambiargli le bende sterili alle braccia ferite e quando notava nel compagno una sorta di apprensione nel vedere quei segni ancora ben visibili sui due avambracci, cercava di tirarlo su di morale.
“Tranquillo, non appena sarà possibile e starai definitivamente bene, Misha ha detto che farà fissare un intervento di chirurgia plastica e il suo collega farà sparire tutto!”
“Credi sia giusto far sparire tutto?!” gli domandò Jensen, una sera che era più pensieroso del solito.
“Jensen, quello che hai passato, dall’accusa alla condanna, al carcere, alla follia di Milligan, purtroppo, non ha bisogno di queste...” disse indicando le cicatrici. “...per essere ricordato. Resterà tutto qui.” disse ancora , puntandogli dolcemente l’indice alla tempia e poi facendo diventare quel gesto una docile carezza scivolata sulla guancia del biondo. “E’ terribile da dire, ma non credo che sia qualcosa che si possa dimenticare!”
“No, non potrò mai dimenticarlo!” convenne Jensen, cullandosi in quella carezza. “E questo mi fa paura!”
“Perchè?!”
“Perchè non voglio che questa storia mi ossessioni.”
“Le ossessioni diventano tali quando quei pensieri che le nutrono non possono essere condivise. Ma tu hai me e a me puoi dire tutto e io , ti giuro, impedirò a quei pensieri di farti del male. Dovrai solo parlare con me, quando e quanto vuoi o ne avrai bisogno.” promise con sincerità.
Jensen non riuscì a fare altro che sporgersi verso il compagno e abbracciarlo. “Dove sarei senza di te, Jared?, come ho fatto a vivere senza di te, fino ad ora?!”

Poi, una sera, finalmente , tutto accadde!

“Ehi!!”
“Ehi a te!!” rispose Jared. “Tutto ok?!” volle accertarsi il più giovane.
“Sì, perché ?”
“Mi sei sembrato piuttosto taciturno per uno che ha appena visto la sua squadra vincere i play-off.” scherzò.
“Pensavo ad altro, in effetti!” confessò.
“Posso sapere cosa?!”
“A te!” fece senza esitare, ma imbarazzandosi subito dopo.
“Ohw!!...e questo mi deve preoccupare?”
“Dipende!” ammise un tantino in ansia, Jensen.
“Ok! Basta. Sputa il rospo, Ackles.”
Jensen fece un respiro profondo. Era il momento di mettere le carte in tavola, che fosse stata una mano vincente o meno.
Stava pensando a quella cosa, da giorni. Dall’ospedale, da tutta la convalescenza in quel letto, da quando Misha lo aveva dimesso e ora e soprattutto, da quando Jared era a casa sua. Ma oramai  non resisteva più.
Ci pensava di giorno, se lo sognava di notte.
Non sapeva più se era un sogno o un incubo. Doveva sapere se si era immaginato tutto oppure Jared lo aveva detto e lui lo aveva sentito.
Quindi….
“Ok! Ora o mai più. “ sospirò. “Quella sera ...nel vicolo...io..io mi ricordo che tu….sì, insomma….tu mi hai detto che ….sì, che mi amavi!” fece finalmente.
“Sì, l’ho detto!” ammise senza esitare Jared, avvicinandosi a Jensen che deglutì.
“Ok!...e lo hai detto perché mi ami davvero o solo perché credevi che sarei morto e volevi...”
“Cosa? Che te ne andassi felice??!” azzardò Jared.
Jensen percepì quel non poco velato sarcasmo. “Senti...non prenderla male. Io ho solo bisogno di capire. Ho bisogno di sapere se quello che hai detto quella sera è la verità.” fece mettendosi sulla difensiva, anche se la vicinanza di Jared, era decisamente….calda.
“Se vuoi sapere se l’ho detto perché credevo stessi per morire, beh!! la risposta è... sì!” rispose pacato. Sincero.
“Ah!...ok!” convenne Jensen a quella sincerità che fece comunque male. Ma poi Jared riprese a parlare e qualcosa, al centro del petto di Jensen, fece meno male.
“Se vuoi sapere se ti amo davvero, la risposta è ...sì! Ancora!” e questa volta la smorfia di delusione non apparve sul volto di Jensen, mentre , oramai, la distanza tra loro era minima e le mani già iniziavano a sfiorarsi. “Jensen, ti amo. Ti amo da tanto….e non sai quante volte ho provato a dirtelo cercando il momento adatto, ma ogni volta che stavo per farlo, accadeva sempre qualcosa, arrivava qualcuno, squillava un cellulare. In quel vicolo….in quel vicolo non so che cosa mi è preso. Forse il terrore di perderti, il panico per quello che vedevo…”
“Jared!” sussurrò emozionato, Jensen.
“..E il mio cuore non ha ascoltato la mia mente che continuava a ripetere “Non è il momento adatto!”, ma io ti vedevo lì, a terra, in quelle condizioni assurde e “Dio! Lo sto perdendo e non gli ho detto che lo amo, non gli ho detto quanto io lo ami da impazzire!!” continuavo a ripetermi e così l’ho fatto. Ti ho detto: Ti amo!” e oramai era a meno di un passo da Jensen, che lo fissava senza parole a causa dell’emozione che stava provando in quel momento.
“Tu mi ami….davvero?!” sussurrò Jensen e Jared annuì piano. Sul suo viso l’espressione più dolce che Jensen avesse mai visto.
“Sai quando l’ho capito e ho deciso che dovevo dirtelo?”
“No!” fece l’altro, negando anche con il capo.
“Ricordi quella mattina a casa tua? Quando sono andato a correre e poi ti ho portato la colazione?” gli fece ricordare.
“Certo….sì, sì….ricordo!” certo che ricordava anche perché dopo qualche ora era in ospedale per cercare di capire cosa gli fosse successo.
“Mentre correvo, non facevo altro che ripetermi quanto ti amassi, e quanto ero stupido a non trovare il modo o il coraggio di dirtelo.” disse , carezzandogli il viso sorridente.
“Perchè non me lo hai detto quando noi….”
“Cosa? mentre facevamo l’amore nel tuo letto? Sarebbe stato scontato….o mentre lo facevamo nella tua doccia?? Banale!!” fece con tono scherzoso.
“Oddio!!” fece poggiando la testa sulla spalla del più giovane che era comunque più alto di lui. “Non ci posso credere!”
“A cosa? Che ...io possa essermi innamorato di te? E’….e’ così brutto?!” azzardò Jared, posandogli le mani sulle spalle perché il biondo lo guardasse.
“No...no...è che….insomma….Dio!!” fece decisamente confuso.
“Cosa...Jensen, cosa??!” lo spronò , l’altro.
“Quella mattina , quando mi sono svegliato e tu non c’eri...io...io non facevo che chiedermi perché non trovavo il coraggio di dirti che mi ero innamorato di te. Che quello che provavo non era riconoscenza per quello che avevi fatto per me, che quello che sentivo era….era...”
“Amore? Puro e semplice?”
“Amore. Puro e semplice.” convenne Jensen perdendosi in quella luce meravigliosa che ora brillava anche negli occhi di Jared.
“E perché non me lo hai mai detto?” chiese mentre le sue mani si andarono a poggiare decise sui fianchi di Jensen. “Jensen, perché non me lo hai mai detto?”
Jensen, in risposta, gli passò le braccia intorno al collo, così da poterselo tenere vicino e gli sorrise malizioso. Poi: “Il mio letto….la mia doccia. Scontato. Banale!!” lo parafrasò.
Non servì altro.
Jared si fiondò su quelle invitanti labbra che già aspettavano l’assalto delle loro compagne.
Il bacio che si scambiarono, fu, quasi disperato. Come qualcosa che finalmente aveva il giusto posto, il giusto sapore, il giusto significato.
Ogni cosa sembrava andare al proprio posto man mano che i due continuavano a baciarsi, a toccarsi, ad accarezzarsi sapendo che quelle gesta ora erano dettate solo dall’amore e non da un semplice desiderio o attrazione.
“Jared...Jared….” lo richiamò Jensen, cercando di respirare e di sfuggire all’ennesimo attacco del compagno. “Jared...” fece mettendogli una mano sul petto per tenerlo ad un soffio dalle sue labbra.
“Che...che c’è?” chiese quasi ansimando Jared.
Jensen , gli sorrise.
Gli fissò le labbra, poi il cuore, poi gli occhi lucidi, poi , quasi ne avesse timore, di nuovo la bocca tremante.
Vi si sporse piano, con cautela. La raggiunse.
La baciò piano. Con venerazione. Con una dolcezza che mai aveva provato verso altro e fu immensamente lieto che Jared lo avesse , in quel momento, corrisposto nella stessa dolcissima maniera.
“Jensen...” sussurrò Jared , quando quella carezza così speciale ebbe fine.
“Ti amo!” disse finalmente Jensen. Ed ogni peso che potesse avere sul cuore, crollò, definitivamente. “Io. ti. amo!!” disse ancora e con più decisione.
Jared, a quel punto, se lo strinse forte a sé. In un abbraccio quasi disperato.
In un abbraccio simile a quello che si dona a chi non si vede da anni e che non si vuole più perdere.
“Ti amo, anch’io, Jensen. Dio solo sa quanto io ti ami!!” e
quando si rese conto che anche Jensen stava ricambiando quell’abbraccio con la stessa intensità, si scostò appena e sorrise al sorrise incerto di Jensen.

“Fa’ l’amore con me, Jensen. Ora!”
“Ma...”
“Voglio dirti “ti amo” ad ogni bacio, ad ogni carezza, ad ogni respiro spezzato dal piacere.” azzardò con enfasi.
“Non hai bisogno di scuse per portarmi a letto!!” scherzò il biondo.
“Ok! Allora dimmi di si e basta !”
“Sì!” rispose deciso Jensen.

   
 
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