Capitolo
XX
Faccia
a faccia
(dal
punto di vista di Nick)
Quando
io e Carotina siamo arrivati qui e abbiamo avanzato fino ad arrivare
dall’altra
parte del piano, stavamo… correndo un po’ troppo speditamente, a mio
parere.
Forse è solo una mia impressione, ma mi considero un po’ più cauto
rispetto a
Judy, perciò mi sono preso la briga di liberare la zona nella quale mi
trovavo
il più rapidamente possibile. Cerco di non perderla di vista neanche
per un
secondo. Judy arriva per prima dall’altra parte del piano, mentre io le
copro
le spalle.
Una
volta arrivati, la prima cosa di cui mi accorgo è che Nicholas e Robin
sono
legati insieme per le zampe. Riesco a vedere un piccolo segmento di
corda
dietro Nicholas…
Quel
furbacchione… è riuscito a liberarsi. È rimasto seduto in maniera tale
che
soltanto io potessi vedere da dietro che non era legato, il che è
piuttosto
astuto. In fin dei conti, è pur sempre mio figlio.
Ma
che cos’è quel gigantesco affare? Sono appoggiati contro un grande…
macchinario. Sembra un’enorme vasca di metallo, alla quale sono
collegati
pannelli, pulsanti e indicatori di vario genere.
Posso
solo immaginare che sia l’ordigno preparato con il Risveglio dei Morti
con il
quale Michael intende far precipitare l’intera città nel caos.
******
Nick
arrivò dall’altra parte del piano in cui si trovavano non soltanto
Nicholas e
Robin, ma anche il famigerato dispositivo. Judy lo stava già aspettando
ed era
uscita dalla sua copertura, lanciando un’ultima occhiata alle sue
spalle mentre
Nick le si avvicinava.
Prima
che la volpe potesse aprire bocca, la coniglia si voltò alla sua
sinistra. Nick
seguì lo sguardo di Judy e vide la sagoma di un mammifero, seduta su un
piano
da lavoro. Ciò che Nick poteva definire… insolito… era il fatto che il
sopraccitato mammifero – sembrava una specie di lupo in miniatura, ma
dalle
orecchie molto più lunghe rispetto a quelle di qualsiasi altro canide –
non li
degnava di uno sguardo. Al contrario, era intento a osservare i pezzi
disposti
su una scacchiera.
“Sapete
qual è la cosa che più mi affascina degli scacchi?” domandò la figura,
“È il
fatto che si tratta di un gioco complesso. Devi usare una certa dose di
strategia. Devi ingannare il tuo avversario per fargli fare una mossa
avventata, in modo da poter prendere le sue pedine. Nessuna di esse ha
più valore
delle altre. Tutte hanno uno scopo ben preciso.”
******
Non
posso che dare ragione a colui che non può essere altri che Michael.
Gli
scacchi sono davvero qualcosa di più complesso di una semplice
battaglia in
campo aperto. Esistono molti modi coi quali puoi spingere il tuo
avversario a
compiere una mossa sbagliata.
Eppure,
mentre afferma che la nostra situazione è giunta in una fase di stallo,
mi
accorgo che non ha dichiarato lo scacco matto. Dev’essere convinto di
avere
l’intera situazione sotto controllo, di averci in pugno e che non ci
sia niente
che possiamo fare.
A
meno che tu non abbia altre pedine a disposizione e non sia rimasto
chiuso in
un angolo, c’è quasi sempre una via d’uscita.
Michael
non ha ancora vinto.
******
Nick
e Judy tirarono fuori le armi.
“Michael
Clawford, ti dichiaro in arresto per rapimento, terrorismo, atti
intimidatori,
tentato omicidio e innumerevoli altri reati, dannato criminale.” disse
la
volpe.
Michael
rispose con una risata.
“Pensavate
davvero che, una volta arrivati fin qui, mi avreste trovato da solo?”
continuò
l’ibrido, “Questo è tutto ciò che potete ottenere quando agite come
genitori anziché
come agenti di polizia.”
Michael
schioccò le dita. Dalla tromba delle scale di fronte a quella da cui
Nick e Judy
erano saliti all’ottavo piano, emerse un montone con indosso un paio di
pantaloni e una polo rossa. Teneva fra gli zoccoli un fucile, puntato
in
direzione di Nick.
******
Non
appena vedo Doug, nella mia mente iniziano a delinearsi i contorni di
un piano.
Ho notato che quel montone indossa uno di quei collari elettrificati…
il modo
di agire di Michael è a dir poco crudele, ma sufficiente a farmi
intendere il
disprezzo che quest’ultimo nutre nei confronti di Doug, perciò…
So
che Michael disprezza Carotina per essere stata la ‘portavoce’ degli
incidenti
che hanno causato la morte dei suoi genitori, ma… Doug era stato il
braccio e
Dawn la mente. Credo… anzi, sono certo che Michael sia altrettanto
interessato
a vedere morti anche loro.
Per
quanto io desideri che Doug e Bellwether paghino per quello che hanno
fatto
anni fa, non voglio vederli morti. Inoltre… sfruttare l’astio che
Michael nutre
nei loro confronti potrebbe davvero… funzionare. Se riuscissimo a
metterli
l’uno contro l’altro, potremmo riuscire a fuggire con i nostri figli e
avere
così salva la vita. Certo… rimane ancora la questione della bomba da
disinnescare. Ma che cosa posso fare, a parte giocarmi il tutto per
tutto?
Forse è un azzardo, e per giunta uno di quelli colossali, ma se riesco
a mettere
Michael e Doug l’uno contro l’altro, l’ordigno non verrà attivato.
Non
ho modo di discutere di questo piano con Carotina, almeno non
direttamente. Lei
mi ha detto più volte che ho una lingua tagliente. È giunto il momento
di
scoprire se è davvero così.
******
“Credo
che… dovremmo sapere per quale motivo stiamo per morire.” esclamò Nick.
“Morirete
comunque, indipendentemente dal fatto che ti spari o no.” affermò
Michael,
“Doug potrebbe anche renderti più facile il tuo passaggio nell’aldilà.
Per
quanto riguarda la coniglia, invece… intendo farla soffrire il più a
lungo possibile…”
“Proprio
come lui?” domandò Nick, volgendo lo sguardo in direzione di Doug.
“Ho
bisogno di Doug, ma non voglio nulla dalla coniglia, a parte vederla
soffrire
prima che muoia.”
“…
ma che cosa accadrà a Doug quando avrai ottenuto ciò che vuoi?” ribadì
Nick,
“Non penso proprio che lo lascerai andare in piena libertà.”
Michael
rimase interdetto per un istante.
“Voglio
dire, sono certo che vuoi farla pagare cara a tutti i responsabili
della morte
dei tuoi genitori.” continuò Nick, “Il sangue e la sofferenza di una
sola
coniglia non potranno mai soddisfare il tuo desiderio di vendetta.”
“Nick,
che stai facendo?” sibilò Judy incredula alle sue orecchie. Nick agitò
una
zampa sotto i suoi occhi, facendole intendere che doveva tenere la
bocca
chiusa.
“So
esattamente come ti senti.” proseguì la volpe, “Avere tutto ciò che ti
rende
felice e vedertelo portare via sotto i tuoi occhi. Senti l’impulso
irrefrenabile di sfogare la tua rabbia, di vendicarti del responsabile…
ma nel
tuo caso, sono stati più mammiferi ad aver causato la morte dei tuoi
genitori,
non è così?”
Michael
sogghignò.
“Li
schiaccerò tutti…” ribadì con un ringhio, “Tutti quanti. Bruceranno tra
le
fiamme dell’inferno. Ucciderò tutti i responsabili.”
Nick
tornò a osservare Doug.
******
Ci
siamo.
L’espressione
gelida stampata sul volto di Doug conferma tutti i miei sospetti.
Probabilmente
sospettava da sempre che Michael lo avrebbe ucciso una volta finita
tutta
questa faccenda. Vedo la sua pistola girarsi leggermente, ma non verso
di me o
Carotina, bensì contro lo stesso Michael.
È
in questo preciso istante che avverto il rumore e il sibilo di una
pistola che
ha appena fatto fuoco, mentre Carotina mi sbatte contro il pavimento
senza
andare troppo per il sottile.
******
“Vi
ammazzo…” tuonò Michael con un ringhio, “Vi ammazzo tutti…”
Puntò
la sua pistola contro Nick. Judy sollevò la sua e fece partire un dardo
soporifero, facendo sì che Michael cercasse una copertura.
“Tutto
bene, Nick?” domandò la coniglia.
“Sì,
sto bene.” rispose la volpe, mentre impugnava la sua pistola e la
puntava in
direzione di Michael, “Porta i nostri figli via da qui.”
“Non
ti lascio da solo. Ce ne andremo da qui insieme.” esclamò Judy.
“Lo
sai che sono un tiratore migliore di te.” ribatté Nick.
“Sì,
quando eri più giovane.” Judy represse un ghigno, “Lo sai che
hai
bisogno di me, furbacchione.”
“Anche
i nostri figli.”
“Penso
che se la caveranno benissimo da soli.” disse la coniglia, indicando un
punto
alle spalle del partner. Nick si voltò e vide che Nicholas era riuscito
a
liberarsi e stava raggiungendo la rampa di scale più vicina insieme a
Robin.
Fu
in quell’istante che Michael uscì da dietro un cumulo di assi di legno.
Puntò
la pistola contro Nicholas, ma prima che potesse aprire il fuoco contro
i due
giovani mammiferi in fuga, Nick sollevò la propria arma e sparò una
raffica di
dardi tale da costringere Michael a cercare un riparo per la seconda
volta.
Mentre
l’ibrido era costretto sulla difensiva, Nick notò che qualcosa di
indefinito si
stava avvicinando a Nicholas e Robin. Dando retta unicamente al proprio
istinto, la volpe cambiò obiettivo e fece fuoco.
La
figura crollò sul pavimento a metà percorso. Nick si accorse che si
trattava di
Doug.
******
Adesso
è Michael a trovarsi in inferiorità numerica. Per colpa sua. Tira fuori
la
testa per un attimo, ma un dardo sparato dalla pistola di Carotina lo
riporta
sulla difensiva. Dopo averle rivolto un cenno d’intesa, avanziamo con
le armi
sollevate per prendere d’assalto la posizione in cui si trova Michael.
Ora che
ci siamo liberati della sua influenza, è tempo di porre fine alla
partita.
******
Procedendo
con la dovuta cautela, Nick e Judy stavano stringendo Michael in una
morsa.
Mentre si rivolgevano cenni d’intesa, raggiunsero rapidamente la
catasta di
assi di legno dietro la quale avevano visto Michael trovare riparo.
Eppure,
lui non c’era.
“Dov’è?”
chiese Judy, tenendo la propria arma ben salda fra le zampe.
La
sua domanda trovò risposta non appena le sue orecchie colsero lo
scalpiccio di
zampe che si allontanavano dalla loro posizione. Mentre puntavano le
armi verso
la fonte di quel rumore, entrambi videro Michael dirigersi verso la
macchina.
“Fermo
dove sei!” esclamò Nick. Eppure, la volpe sapeva bene che se avesse
sparato e
mancato il bersaglio, il dardo avrebbe potuto colpire il macchinario e
fatto
partire il conto alla rovescia. Sapeva altrettanto bene che non poteva
correre
un rischio di quella portata. Sembrava che Michael lo avesse capito,
perché
ignorò deliberatamente l’ordine e raggiunse il dispositivo, attivando
freneticamente i comandi che collegavano la macchina alla bomba.
In
quello stesso istante, il dispositivo emise uno stridio lieve e acuto.
Michael
sembrava incredulo e provò ad azionare il macchinario una seconda
volta, ma
tutto ciò che ottenne fu il medesimo suono.
******
La
bomba… non sta per esplodere? È impossibile che Michael abbia
dimenticato la
password di avviamento. A meno che…
Se
mi fossi trovato al posto di Doug, avrei sospettato che il mio
cosiddetto
alleato non avrebbe esitato a eliminarmi, non appena tutto il lavoro
che avevo
svolto per lui fosse stato dichiarato concluso. Non avrei forse
escogitato una
via d’uscita, in modo tale da rimanere vivo il più a lungo possibile?
Probabilmente avrei pensato a un modo di garantirmi che il dispositivo
non
potesse funzionare senza che me ne accorgessi.
Ritorno
da Doug. Mi ero accorto che aveva addosso un paio di dispositivi
elettronici,
fin da quando si era mostrato per la prima volta. Uno era un collare
elettrificato, l’altro una specie di orologio. E se… se fosse uno
smartwatch
collegato direttamente alla macchina? Mentre controllo il polso, noto
che lo
schermo, sebbene si sia rotto, riporta un messaggio.
C’è
scritto ‘Frequenza cardiaca al di sotto della soglia indicata. Codice
di
ripristino inviato.’
Beh,
che io sia dannato… Doug è riuscito a cambiare i termini di avviamento
della
detonazione quando era ancora sveglio, o quantomeno cosciente. Quando
l’ho
colpito con uno dei dardi, il suo battito cardiaco dev’essersi
abbassato al
punto da causare l’invio del codice che ha scongiurato la deflagrazione.
******
“No…”
ringhiò Michael, “No… NO!”
Nick
e Judy si voltarono ad affrontare il loro avversario furente di rabbia.
“Hai
rovinato tutto!” gridò l’ibrido, “TUTTO! TUTTO QUANTO!”
Michael
impugnò la pistola e iniziò a sparare. La sua mira era ottenebrata
dalla
collera e i colpi finirono col rimbalzare su una pila di tubi nelle sue
vicinanze.
“Quelli
sono proiettili veri!” esclamò Judy, mentre si nascondeva dietro il
riparo più
vicino. Nick la imitò, andando a rifugiarsi dietro un piccolo
serbatoio. La sua
partner cercò di tirar fuori la testa, ma i proiettili sparati da
Michael la
convinsero a cambiare tattica.
Nick
attirò l’attenzione di Judy e iniziò a muovere freneticamente la zampa
nel
tentativo di comunicarle una strategia d’azione. Indicò la coniglia
prima di
fare un ampio movimento con le altre dita e spostare la sua attenzione
sulla
rampa di scale verso la quale si erano diretti Nicholas e Robin.
Nick
voleva che Judy scendesse le scale. Da sola. La coniglia scosse la
testa,
rifiutandosi di accettare tale richiesta.
Altri
colpi di arma da fuoco costrinsero entrambi gli agenti a non lasciare
le
rispettive posizioni. Nick chiuse gli occhi e fece un respiro profondo.
******
Questa
sarà sicuramente la cosa più stupida che io abbia mai pensato di dover
fare… ma
qui non sta succedendo nulla di buono, perciò… mentre Michael si
avvicina,
balzo fuori dal mio rifugio improvvisato e faccio fuoco. Michael, che
si sta
dirigendo in direzione di Judy, risponde allo stesso modo. Mi sposto
dalla mia
copertura tenendomi ben lontano dall’obiettivo e gli sparo da dietro
una pila
di tubi. Manco l’obiettivo e Michael punta la sua arma contro di me.
Non
appena lo fa, mi chino in avanti e percorro di volata un breve tratto
in
direzione della prossima copertura…
Un
dolore acuto e pungente alla gamba destra mi costringe a rotolare sul
pavimento, mentre la pistola mi scivola dalla mano. Mi accovaccio con
la
schiena rivolta contro la catasta di assi di legno che avevo
individuato come
rifugio improvvisato. Guardo la gamba destra.
Sto
perdendo sangue. Sono stato colpito.
Mi
strappo un lembo della manica della mia camicia e ne faccio un laccio
emostatico. Lo lego attorno alla gamba sanguinante e lo stringo più
forte che
posso. Mentre lo faccio, un sibilo sfugge dalle mie labbra.
Sento
il lieve rumore di artigli che toccano il pavimento. Michael si sta
avvicinando.
Provo
a trascinarmi per prendere la pistola. È solo a pochi metri da me, ma
per colpa
di questa ferita… sembra che si trovi a chilometri di distanza.
Prima
che riesca a raggiungerla, una zampa munita di artigli mi blocca il
braccio,
inchiodandomi a terra. Alzo lo sguardo e scorgo Michael, i cui
lineamenti sono
deformati da una furia omicida, puntarmi la sua pistola alla testa.
******
“Addio,
Wilde.” ringhiò Michael. Tolse la sicura alla pistola e fu sul punto di
premere
il grilletto.
All’improvviso,
barcollò in avanti e inciampò su Nick, finendo lui stesso a terra. In
preda
allo sconcerto, Nick voltò lo sguardo nel punto in cui si trovava il
suo
nemico.
Vide
Nicholas che teneva fra le zampe un’asta di legno, mentre respirava
affannosamente.
Michael
si riprese rapidamente e puntò l’arma contro il giovane ibrido.
Nicholas
rimase immobile, mentre i suoi occhi erano spalancati per via dello
shock.
“Muori,
piccolo…” sibilò Michael furibondo. Prima che potesse premere il
grilletto,
però, alcuni colpi fendettero l’aria e Michael cadde all’indietro. Nick
e
Nicholas voltarono la testa in direzione del punto da cui erano partiti
i
dardi. Judy era lì, con la sua pistola ben salda fra le zampe e
un’espressione
di ferrea determinazione stampata sul viso.
“Era
davvero questo il tuo piano, Nick? Darsela a zampe levate?” domandò la
coniglia
mentre rinfoderava la pistola e si avvicinava ai due mammiferi.
Nick
si sedette presso la scatola d’imballaggio più vicina.
“Come
stai?” domandò Nicholas.
“Starò
bene.” rispose Nick, “Grazie, figliolo.”
“Non
c’è di che… papà.” esclamò il giovane ibrido.
Nick
strabuzzò gli occhi per lo stupore. Guardò Judy, anch’essa spiazzata da
quell’ultima affermazione.
“Mi
hai appena chiamato…?” esclamò Nick.
“Lascia
perdere.” affermò Nicholas facendo finta di niente.
“Dov’è
tuo fratello?” gli chiese sua madre.
“È
ancora sulla tromba delle scale. Gli ho detto di aspettare lì.”
“E
pensare che sei uscito allo scoperto per affrontare da solo un sospetto
armato…” Judy allungò una zampa e strinse l’orecchio sinistro di
Nicholas,
trascinandolo leggermente verso il basso.
“Ahi!
Mi fai male, mamma!” si lamentò Nicholas.
“Hai
una vaga idea del pericolo che hai corso, giovanotto?” lo rimproverò
Judy, “E
se ti avesse sparato?”
“Mi
ha salvato la vita e io ho salvato la sua.” s’intromise Nick, “Dacci un
taglio,
per piacere!”
Judy
si voltò verso di lui. “Risparmiami i tuoi deliri, Nick.” gli disse.
“E
chi sta delirando?!” esclamò la volpe, “Potrei sentirmi un po’
stordito, ma…”
Judy
sospirò, lasciò andare l’orecchio di suo figlio e dopo aver raccolto la
pistola
di Michael, estrasse il caricatore e lasciò cadere a terra i
proiettili.
Dopodiché, gli mise le manette ai polsi.
“Perché
non gli metti anche una museruola?” domandò Nicholas. Judy rispose con
una
rapida occhiata verso Nick.
“Normalmente,
ti direi che sai benissimo che cosa provo a riguardo…” disse Nick, “Ma,
in fin
dei conti… se c’è qualcuno che se lo merita…”
“Non
mi hai mai detto nulla di simile, neppure di fronte al più efferato dei
malviventi, Nick.” rispose Judy.
******
Forse
sono
davvero un po’ stordito perché in circostanze normali non prenderei
neppure
in considerazione l’idea di mettere la museruola addosso a un
sospettato.
Michael,
tuttavia, non è un semplice
sospettato. Ha rapito i miei
figli. Ha cercato di ucciderci. Ha provato a gettare Zootropolis tra le
fiamme
infernali per qualcosa di cui la città non aveva alcuna colpa.
Se
c’è qualcuno che merita di ritrovarsi con quel dannato aggeggio
addosso, quello
è lui.
Ci
pensa il timbro poderoso della voce di Rhinowitz a distogliermi dai
miei
pensieri. Naturalmente, lui e gli altri agenti della squadra d’assalto
sono
riusciti a sistemare gli scagnozzi di Michael al piano inferiore e
hanno
trovato il modo di arrivare fin quassù.
******
“Wilde?
Hopps?” disse Rhinowitz ad alta voce.
“Siamo
qui.” rispose Judy. Rhinowitz seguì il suono della sua voce, riuscendo
a
individuare Nick, Judy e Nicholas. Dopo essersi avvicinato, il
rinoceronte
diede loro una rapida occhiata e contattò la centrale tramite la sua
radiotrasmittente.
“Qui
è il comandante Rhinowitz.” esclamò, “Abbiamo un agente ferito
all’ottavo
piano. I sospetti sono stati arrestati e l’intero edificio è sgombro.”
Rhinowitz
riattaccò il dispositivo alla cintura. “Come stai, Wilde?”
“Sono
dolorante, ma credo che me la caverò.” rispose la volpe.
“Bene.”
affermò il rinoceronte. Guardò la scena che si presentava davanti ai
suoi
occhi: Michael era riverso a terra in manette, Nick era appoggiato a
una
scatola d’imballaggio con un laccio emostatico ricavato dalla manica
della sua
camicia attorno alla gamba ferita, Judy e Nicholas erano in piedi
accanto a
lui.
“Spero
che quella non fosse la tua camicia preferita, Wilde.” grugnì Rhinowitz.
“Conosci
Nick. Probabilmente ne avrà altre cinque identiche nell’armadio di casa
sua.”
scherzò Judy, riuscendo a far sorridere il possente mammifero.
“Ottimo
lavoro.” proseguì Rhinowitz, “Da qui ci penseremo noi. Mandate giù
l’ascensore.”
“Non
erano stati disattivati?” domandò Judy.
“La
squadra di terra è riuscita a trovare l’interruttore per riattivarli
non appena
abbiamo ripulito il settimo piano.” intervenne l’agente Capeson.
“Un
momento…” proseguì Judy, “Robin ci sta ancora aspettando sulle scale,
vero?”
“Sì.”
rispose Nicholas, “Vado a prenderlo io.”
******
Judy
mi aiuta a rialzarmi – in questo momento, perfino la benché minima
pressione
sulla gamba destra mi provoca un dolore insopportabile – e troviamo la
strada
per entrare nell’ascensore che ci porterà al primo piano dell’edificio.
Mentre
ce ne andiamo, i miei occhi cadono su Michael, che viene portato via da
Capeson
con la museruola addosso. Doug, invece, viene prelevato dall’agente
Stripeton.
Robin
e Nicholas sono dietro di noi e insieme scendiamo a destinazione. Il
suono
delle sirene ci viene incontro e siamo portati direttamente alle
ambulanze in
attesa. Guardando indietro verso le vetture della polizia e dello ZBI,
riesco a
intravedere Michael e Doug mentre sono presi in custodia dai federali.
Jack e
l’agente Cervozzo si fermano per salutarci con un breve cenno del capo,
prima
di salire sul furgone. Lo vedo andare via, con Michael e Doug in
manette al suo
interno.
Mentre
cerco di ricordare ben altro, chiamo un agente della forza d’assalto
per
comunicargli quello che so: il codice di attivazione della bomba è
collegato
direttamente alla frequenza cardiaca di Doug e la deflagrazione non
potrà
avvenire. L’agente mi ringrazia e comunica prontamente le informazioni
ricevute
ai suoi colleghi.
La
femmina di ocelot che lavora come paramedico esamina le mie condizioni.
Controlla attentamente la ferita alla gamba destra. Per mia fortuna, il
proiettile è passato da parte a parte, il che significa che dovranno
soltanto
disinfettare la ferita, ricucirla e tenerla fasciata per un po’.
Accidenti…
questo significa un sacco di lavoro d’ufficio quando tornerò in
servizio.
Mentre
le porte dell’ambulanza si chiudono, un ultimo pensiero mi colpisce.
Michael
aveva ragione: è stata una partita a scacchi.
E sono stato io a uscirne vincitore.
Note
dell’autore: Con
questo siamo giunti a quota venti
capitoli!
Ancora
una volta si può affermare che la giustizia ha trionfato. Il piano di
Michael
sembrava pressocché perfetto, ma già nei capitoli precedenti era emerso
che
l’alleanza che legava il vendicativo ibrido al montone Doug fosse
tutt’altro
che solida, tanto è vero che il primo non si era minimamente accorto
delle
modifiche effettuate dal secondo per impedire la deflagrazione degli
ordini che
avrebbero dovuto colpire la città. Per farla breve, Michael e Doug sono
stati
consegnati alle autorità, mentre Nick e Judy sono ritornati a essere i
salvatori di Zootropolis a quasi vent’anni di distanza dagli eventi del
film,
anche se la volpe avrà dinanzi a sé un periodo di convalescenza che lo
costringerà a dedicarsi al tanto detestato lavoro d’ufficio. Sapete,
non lo
invidio affatto!
Come
è mia consuetudine, vi lascio alcuni link utili:
Pagina
DeviantArt dell’autore: https://www.deviantart.com/giftheck/
Capitolo
XX di Waking Death: https://www.deviantart.com/giftheck/art/Waking-Death-21-Confrontation-741731665
Storia
completa: https://archiveofourown.org/works/11441793?view_full_work=true
Questo
è quanto. Vi ringrazio per la vostra cortese attenzione. Al prossimo
capitolo!