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Autore: Nefrasca    17/05/2020    1 recensioni
Federica è una ragazza di appena diciotto anni innamorata dell'idea dell'amore: cerca qualcuno che le faccia perdere la testa.
Incontra Eleonora ad una festa e, nonostante la sua altezzosità e supponenza, rimane affascinata dalla sua eleganza, bellezza e dall'alone di mistero che sembra circondarla. Gli eventi della vita porteranno le due ragazze a scontrarsi sempre di più, fino a quando non capiranno di esser più simili di quel che credono.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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La serata dell’evento si sarebbe tenuta a metà maggio e Federica non poteva credere che fosse già arrivata. Si sentiva più leggera, a scuola aveva finito tutti i compiti e le interrogazioni, adesso i professori si occupavano delle quinte e della maturità. Le serate procedevano da un diciottesimo all’altro. Era vero, Joe non si era fatto sentire più, ma non le importava. Adesso la sua attenzione era rivolta ad un altro ragazzo.
“Bene bene bene, piccola sgualdrina cosa ti mettiamo per farti scopare stasera?”
“Virginia sei sempre la solita stronza depravata!”
“Che c’è? Siamo realisti. Stai andando a quella festa per goderti il sound delle varie jam season che si terranno, oppure per provarci con qualcuno in particolare? Diciamo qualcuno con cui stai facendo il giochetto dei mi piace su Instagram?”
Era vero. Da quando avevano iniziato a seguirsi lei e Vittorio si mettevano mi piace ogni post o si commentavano le stories.
“Quel sorrisetto compiaciuto dà ragione a me. Vediamo cosa dobbiamo metterti.”
“Ehi Virgi.”
“Yesssss?”
“Dovrei essere preoccupata perché stasera dovrebbe esserci anche Eleonora?”, chiese, con quasi un filo di voce all’amica. Aveva paura del paragone con quella ragazza, temeva di uscirne sconfitta. Virginia fece cadere l’enorme quantità di pantaloncini che aveva in mano sul letto e corse a sedersi vicino a lei.
“Tesoro, se pur c’è stato qualcosa fra quei due fa parte del passato. Hai visto. Lui ha cancellato tutte le sue foto, l’ha detto pure Enrico che non si parlano da tempo e poi… stasera ti renderò così bella che non avrà occhi per guardare quella sciacquetta.”
Federica sorrise. Sì, Virginia aveva ragione. Sarebbe andato tutto bene.
Dopo due ore di scelta dei vestiti, trucco e parrucco erano finalmente pronte. Federica si guardò allo specchio e si piacque. Non aveva osato esagerare. Indossava un top nero a paillette e dei pantaloncini neri. Il trucco sulle labbra leggero per poi esser leggermente accentuato sugli occhi: Virginia aveva insistito a farglielo così. I capelli neri e ricci erano raccolti in una mezza coda, che li faceva sembrare ancora più voluminosi. “Siete pronte?” Chiese la mamma di Virginia. “Arriviamoooooooo”.
 
Arrivarono all’evento troppo presto, non c’era quasi nessuno. I musicisti si stavano riscaldando e parlavano fra loro per organizzarsi. Lo spazio scelto era veramente bello, un giardino all’aperto con un barretto per i drink e qualche stuzzichino.
 “Prevedo una grande sbronza”, disse Virginia, portandosi i lunghi capelli rossi dietro e lasciando ben visibile la sua vertiginosa scollatura.
“Virginia, vorrei ricordarti che mia madre per l’una e mezza ci viene a prendere. Quale grande sbronza?”
“Miss perfettina, rilassati. Sai quanto posso bere e non far vedere di esser ubriaca”, sbuffò.
“Mhmm come quella volta che hai bevuto quella strana cosa rosa e siamo state tutta la sera in bagno. Anche il vomito era rosa, che schifo!”
“Quello era un incidente di percorso per questa serata. Guardaci siamo belle, giovani e…” “Ciao ragazze, siete venute.”
Federica si girò e alle sue spalle trovò il motivo per cui si erano date da fare per quella serata. Vittorio e Sal le sorridevano sembrando veramente interessati al fatto che loro fossero lì.
“Non ce lo saremmo perso!” sorrisi e guardai Vittorio. Indossava una camicia con una strana fantasia e dei bermuda di jeans. Era strano, ma tutto gli stava così bene.
 “Che c’è? Non ti piace?” le chiese notando la sua espressione dubbiosa.
 “No sì, ma…queste sono sirene?” “Ehm sì”. Federica scoppiò a ridere genuinamente. Vedendo l’amica stare bene Virginia pensò di darle un po' di privacy.
“Sal, mi sono sempre chiesta quante bacchette si porta un batterista durante una serata e poi, a che serve quella che sembra un rastrello? Mi fai vedere come funziona?”. Ovviamente Virginia non aspettò la risposta che già si avviò verso la batteria. “Ci vediamo dopo” salutò Sal raggiungendola.
“Ti va di bere qualcosa?” le chiese
 “Certo”.
Pochi minuti dopo si trovarono seduti su una panchina, con due birre in mano e un tre piatti del buffet strapieni. “Come fai a mangiare così tanto e ad esser così magro? Fai palestra?” “Ma che palestra! Mangio bene”. “Non credo che questo sia mangiare bene.” Disse osservando i piatti colmi di pizzette. “La pizza è un bene. A proposito ne hai un po' qui- toccò con l’indice un angolo della sua bocca, avvicinandosi. Federica lo guardò mentre lui attentamente cercò di toglierle il sugo dalle labbra. Era un segnale? “Ecco fatto.” Lo guardò negli occhi. Erano particolari, cambiavano a seconda della luce, adesso infatti erano quasi marroni. Si accorse che anche lui la stava guardando negli occhi. Oddio, forse aveva il mascara sbavato? Oppure…
“Vittorio da quanto tempo!” una ragazza alta con i capelli lunghi e molto carina, gli si avvinò salutandolo con due baci sulle guance. “Allora sei tornato finalmente. Questa città non era la stessa senza di te.” “Marika, questa è Federica, Federica Marika, la mia più vecchia amica.” “Guarda che sono sempre più piccola di te. Piacere.” Marika le porse la mano, piena di anelli e Federica non poté fare meno di notarne uno. Forse era solo un caso, ma era curioso. Aveva uno stesso anello che portava Eleonora entrambe le volte che lo aveva visto, ed anche lei lo portava sul medio sinistro. “Non sei venuta con…” “Mi raggiunge più tardi, stava aspettando persone”. “Chi?”, chiese Vittorio”. “Persone.”. Infondo il viso di Marika non le era nuovo. Mentre cercava di capire, Virginia la abbracciò da dietro. “Ma che brava, hai preso cibo pure per me”. “In realtà ha fatto tutto Vittorio.” “Bene- esclamò la rossa- così sappiamo che non morirai di fame”. Arrossì, ma che blaterava? “Piacere sono Virginia”. Marika guardò la mia amica con sospetto e, a differenza di come si era comportata prima con lei, le rivolse uno sguardo di sufficienza, “Marika.” Il suo cellulare squillò. “Beh io adesso devo andare, ci vediamo dopo”. Non capì, aveva detto che le era mancato Vittorio, ma adesso se ne andava, perché?
Le bastò seguirla con lo sguardo fra la folla per capire il perché. Eleonora era appena entrata e stava salutando Marika con un abbraccio e due baci sulla guancia. Che la stesse perseguitando? Com’era possibile che ovunque andasse se la ritrovava fra i piedi?
“Balliamo?” le chiese Vittorio, riportandola alla realtà. Era una proposta inaspettata, non credeva si potesse.
“Si può?” “Certo”. Così facendo la portò al centro del prato dove i musicisti avevano iniziato a suonare. “O mio dio, ma è jazz, tu lo sai ballare?” “Ovviamente no”. Le guance di Federica si tinsero di rosso, ma scoppiò a ridere. Vedendo loro due molte persone presero a ballare, tutte in maniera diversa. Vittorio la faceva volteggiare su sé stessa o ogni tanto lo faceva fare una specie di swing, ma puntualmente lei andava finire addosso a qualcuno. L’ultimo le fu fatale. “Attenzione” Federica si girò scusandosi, nella frenesia non aveva visto a… Eleonora. Gli occhi le uscirono dalle orbite, aveva appena urtato Eleonora che aveva versato metà drink sulla gamba di Marika. “O mio Dio mi dispiace tanto.” “Sai quando uno non sa ballare non dovrebbe portare.” Dicendo così andò via. Era elegante persino in pantaloncini di jeans e top rosso, cavolo. Marika guardò Vittorio dispiaciuta, fece spallucce e raggiunse l’amica, che intanto parlava con un ragazzo. Non un ragazzo qualsiasi, però. Con Joe. Beh, non aveva avuto il tempo di mandarle un messaggio, ma aveva il tempo di andarsela a spassare con quella sciacquetta. Che stronzo. “Mi dispiace, ti sei fatta male.” Vittorio non aveva dato peso all’accaduto, ma gli importava solo che stesse bene.
 “Sì, sì tranquillo.” “Sai certa gente non dovrebbe venire alle feste se non gradita.”. Federica si fece pensierosa. Era un bene o un male quella frase? Si erano lasciati da tempo, non dovevano esser semplicemente indifferenti uno all’altro? Tornarono a sedersi vicino Virginia che nel frattempo aveva conquistato terreno con Sal, viso che lui aveva una mano su una sua gamba. “Tutto okay?” “Sì, sì, ti spiego dopo” - fece all’amico. Virginia mi guardò sospettosa, ma poi rivolse la sua attenzione a Sal. Pendeva dalle sue labbra. Ad un tratto la musica smise per un secondo, poi partì la tecno.
“Ti prego andiamo a ballare!” Virginia la prese e la trascinò in mezzo alla folla che si era creata al centro del giardino. “Che è successo?” urlò l’amica, visto che con la musica alta non si riusciva a capire nulla.
 “Ci siamo imbattuti in Eleonora ed i suoi amici” “O mio dio, quindi è venuta!”.
 Federica non dovette rispondere. All’improvviso la videro che ballava anche lei circondata da due ragazzi che cercavano di attirarla, ma lei ballava da sola, muovendosi sensualmente e non lasciandosi abbindolare. Tutto cambiò però quando un ragazzo più bassino e di carnagione scura iniziò ad avvicinarla a sé. Il sorriso di Virginia svanì. Sal si era avvicinato ad Eleonora e cercava di ballare solo con lei. Per risposta Eleonora lo guardò sospettosa, assumendo la stessa espressione della volta scorsa. Inarcò le sopracciglia a arricciò le labbra nuovamente tinte di rosso. Si avvicinò forse troppo al suo amico, tanto che una mano divideva i loro volti. Lui avvicinò le labbra alla guancia di lei. Virginia stava per scoppiare in lacrime.
 
“Cosa ci fai qui?”, le sussurrò all’orecchio.
“E’ una festa, mi pare di aver capito di esser stata invitata.”, rispose. Non capiva cosa volesse da lei.
“Sai che era per cortesia.”
Buttò il viso all’indietro e rise.
“Non mi avete invitato voi. Non hai visto Marika per caso? Diventa ogni giorno sempre più bella...” gli lanciò uno sguardo di sfida, sapeva benissimo di toccare una ferita ancora aperta.
“Sei una stronza!”
“Touché!” scrollò le spalle. Guardò il viso del moro arrossire quindi si affrettò a ribattere.
“Ci hanno invitato amici di Marika e detto di portare un po' di gente. Tutto qui”
“Potresti evitare di metterti in mostra”
“Mettermi in mostra? Che sto facendo, sto qui e mi sto divertendo”
“E questo ballo scatenato? E L’urtare quella ragazza?”
Eleonora si fermò e guardò malissimo quello che un tempo aveva reputato il suo migliore amico.
“Ballo scatenato, io ballo così. Seconda cosa è lei che è venuta addosso a me. Ma cosa credi? Che sia diventata una pinta grane?”
“Lo sei sempre stata.”
“Tu sei sempre stato uno stronzo! Cazzo, ti permetti di fare la morale a me quando hai illuso una povera ragazzina tutta la serata ed adesso la stai mandando in lacrime”
Sal si girò di scatto verso le due ragazzine che avevano cercato di conquistare tutta la serata. Federica lo guardava malissimo, mentre Virginia sembrava stesse per piangere.
“A quanto pare chi rovina le serate sei tu, non io. Dì al tuo amico che non mi interessa per nulla e che non sono qui per rovinargli la serata. Per me può chiavarsi chi vuole:” così dicendo lo pianto lì ed andrò a bere.
 
Virginia scappò in bagno, mentre Federica silenziò l’ennesima chiamata della madre. “Virgi, calmati dobbiamo andare. Mia madre è fuori”. “Cazzo fa eh?! Cazzo fa”, rovesciò tutte le salviette per terra “Ma poi quella non è l’ex del suo migliore amico? Vuole completare quello che non ha avuto quell’estate?! Ma che cazzo!” “Virgi hai visto, lei lo ha piantato lì può essere che gli ha riferito solo un messaggio.” “I messaggi non si portano così al mio paese.”. La rossa si guardò allo specchio, le lentiggini risaltavano ancora di più quando l’incarnato diventava rossa come i capelli. “Sai cheti dico, non mi importa, non è un problema mio, andiamo”. Virginia si avviò verso l’uscita. Federica fece per raggiungerla quando una mano la bloccò. “Vai già via?”, Vittorio era fermo lì ad aspettarla. “Sì, mia madre è già fuori.” “Capisco beh, senti dammi il tuo numero. Così ti invitiamo al prossimo evento.” “Ma sì certo”. Scandì i numeri del suo contatto sperando che venissero usati il prima possibile”. “Perfetto. Vi vediamo presto”, dicendo così la salutò con i bacetti e si avviò all’interno.
Mentre entrava in macchina le venne una morsa alla pancia. E se lui e lei si fossero ubriacati e finiti a letto insieme? E se si fossero accorti che lasciarsi era stato uno sbaglio. E se...
Bip.
Numero sconosciuto:
Eri bellissima stasera. Buonanotte, Victor”. Sorrise.
E se, forse, tutto sarebbe andato bene?
   
 
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