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Autore: EleAB98    18/05/2020    3 recensioni
(SERIE 1*) Hollywood U è una delle università più prestigiose della California.
Jane McMiller, ragazza ambiziosa dotata di grande talento, ha un sogno: diventare un'affermata regista. C'è solamente un ostacolo che s’interpone tra lei e il suo sogno. Thomas Hunt, infatti, il professore più in gamba dell'università, non le darà certo vita facile.
E come se non bastasse, la giovane ragazza si ritroverà, ancora una volta, a scegliere tra l'amore e la carriera.
Due mondi apparentemente inconciliabili, uniti da un filo sottile. Due mondi destinati a scontrarsi con la forza più misteriosa e allo stesso tempo più potente. La forza dell'amore.
Di un amore proibito che li sconvolgerà totalmente...
NOTA: Sono presenti delle citazioni tratte dal romanzo Orgoglio e Pregiudizio di Jane Austen.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime, Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'Alunna e Il Professore'
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La donna continuava a fissare la casa di Hunt, imperterrita. Ma cosa diavolo ci faceva lì Beverly? Da quando in qua una promettente attrice si era ridotta a fare la tassista? No, qualcosa non quadrava. Furtivamente e con estrema attenzione, Jane proseguì il suo cammino fingendo di percorrere un’altra strada. Dopo un paio di minuti, raggiunse il retro della casa di Hunt.

“Pronto, Thomas? Ci sei?”

“Jane, si può sapere dove ti trovi?” rispose lui, con aria alquanto preoccupata. “Dovevi essere già qui. Qualcosa non va?”

“Ti spiegherò tutto più tardi, ma prima fammi un favore.”

“Di cosa si tratta?”

“Guarda fuori dalla finestra.”

“Io cosa?”

“Fa’ come ti dico, ti prego.”

Confuso, Thomas si avvicinò alla finestra e la aprì.

“Vedi forse qualcuno di familiare?” domandò Jane, interrompendo il silenzio.

“Veramente no” ribatté lui, in tono secco. “Senti Jane, ti giuro che se questo è una specie di scherzo io...”

“Due minuti e sono da te” rispose lei, chiudendo la telefonata.

Non appena tornò nel punto in cui il taxi di Beverly si era fermato, la giovane si guardò ripetutamente intorno e, alla fine, assicurandosi che se ne fosse andata, si avviò in fretta e furia a casa di Hunt. Doveva assolutamente raccontargli quanto aveva visto.
 

 
***

 
“Assolutamente! Quel Thomas Hunt non me la racconta giusta. E sono sicurissima che dietro al motivo del suo rifiuto c’è un’altra donna, o meglio, una ragazzina.”

“È assolutamente sicura di quello che sta dicendo?” domandò Malcom, sbigottito.

La donna continuò a sostenere le sue argomentazioni e, con uno sguardo di fuoco, si avvicinò a Stone.

“Diciamo che, pur non avendo le prove, il mio intuito femminile mi dice che sia così.”

“Dunque vediamo... io dovrei fidarmi del suo intuito?”

“Credo che le convenga... inoltre, se mi aiuterà, avrà sicuramente una bella ricompensa...” disse poi, sfiorandogli il collo con le dita.

Malcom deglutì a fatica. Non gli era affatto facile resistere alle provocazioni di una donna, soprattutto se avvenente. Con uno scatto nervoso, l’uomo si divincolò dalla presa e i tratti del suo viso riassunsero un’espressione profondamente autoritaria.

“Il mio unico interesse è quello di smascherare Hunt, dovrebbe saperlo. E se lei condivide con me questo pensiero, allora...”

“Allora indagherà e si fiderà delle mie insinuazioni?” domandò lei, con un sorriso trionfante.

“Esatto” confermò lui. “Mi dica una cosa, comunque... chi sarebbe questa misteriosa e presunta ragazzina entrata nelle grazie di Hunt?”

Beverly rispose senza esitazione alcuna, meditando vendetta

“Jane McMiller.”
 

 
***

 
“Dimmi un po’ sapevi che Beverly faceva la tassista nel tempo libero?” esordì Jane, non appena entrò nella casa del suo professore.

“Io cosa? Avanti, siediti e spiegati meglio.”

Nervosamente, Jane diede ascolto a Thomas, il quale cercò di calmare le sue ansie sedendosi accanto a lei, regalandole un dolce sorriso. Ma questa volta, sembrava che nulla potesse tranquillizzare la ragazza da quanto aveva appena visto.

“Scusami Thomas, mi dispiace molto di non averti accolto con lo stesso sorriso che mi hai regalato. Ma devo assolutamente dirti una cosa.”

“Tranquilla, ti ascolto.”

“Beverly mi ha accompagnato sin qui.”

“Che cosa?”

“Hai sentito bene” rispose lei. “Beverly si è finta tassista per spiarci. Credo sospetti di noi.”

Hunt spalancò gli occhi. Non riusciva a credere che quell’attrice si fosse davvero spinta a compiere una cosa del genere.

“Ne sei sicura?”

“Certo, l’ho vista con i miei occhi! E se lo avessi saputo prima non le avrei certo detto di noi...”

“Cosa le hai detto esattamente?”

“Non molto, a dire il vero... soltanto che avevo un appuntamento. Quando sono scesa dal taxi, Beverly è rimasta lì per qualche minuto e io mi sono nascosta per evitare che mi seguisse. Poi se ne è andata, a quanto pare. Indossava un cappello che le nascondeva i folti capelli, per questo non l’ho riconosciuta, anche se ammetto quanto la sua voce mi risultasse familiare.”

Hunt rimase senza parole e Jane poté notare immediatamente il suo cambio di espressione. Non poteva affatto nascondere l’improvvisa preoccupazione scatenatasi a seguito di quell’episodio.

“Mi dispiace Thomas, io non volevo che...”

“Shhh...” rispose lui, avvicinandosi a lei. “Non è colpa tua. Anche se non riesco proprio a capire come abbia fatto Beverly a sospettare... di noi. E se ti avesse vista il giorno della première, quando ti sei intrufolata nella mia stanza? Credi sia possibile?”

“No, non credo... ti giuro che prima di entrare da te ho controllato in ogni angolo del corridoio e non c'era proprio nessuna persona che si aggirasse lì intorno” rispose lei, ricambiando il suo abbraccio.“Ma adesso... che cosa hai intenzione di fare?”

Thomas rimase in silenzio per qualche istante. Era trascorsa esattamente una settimana da quando si erano lasciati del tutto andare ai loro sentimenti in quella camera d'albergo, ma in quel momento i ricordi di quella felice nottata non riuscivano ad arrestare del tutto il proprio raziocinio. Doveva prendere, suo malgrado, una drastica decisione che li avrebbe preservati dall'essere scoperti da quell'attrice. Perciò, cercando di mantenere la sua compostezza, il regista si scostò da lei e la guardò dritto negli occhi, con estrema serietà.


“Vuoi la verità? Non lo so. Ma lascia che ci pensi per qualche giorno. Credo... credo sia meglio non vederci più nel frattempo... almeno fino a quando non avremo del tutto chiarito la situazione.”

Lo sguardo di Jane si tinse di una tristezza infinita. Era rimasta alquanto sbigottita dalla risposta del suo professore. Sapeva, però, quanto Thomas avesse ragione e a lei non restava altro che rispettare la sua volontà. In fondo, non bastava certo una notte intrisa di sentimento per dimenticare il peso della sconcertante realtà che continuava a gravare sulle sue spalle.

“D’accordo, Thomas... faremo come vuoi tu. Ma ti prego di non farmi aspettare troppo, perché non potrei sopportarlo. Ti auguro una buonanotte.”

Poco prima di andarsene, Jane gli diede un piccolo bacio sulla guancia e si accinse a uscire da quella porta, prima che potesse scoppiare in lacrime. Per la prima volta dopo tanto tempo, Thomas rimase senza parole, ma la sua espressione parlava da sola. Non un abbraccio, non un sorriso, non un qualsiasi gesto d’affetto nei suoi confronti. Niente di niente. D’improvviso e alquanto inaspettatamente, la ragazza percepì in lui quella solita freddezza che sempre le aveva riservato prima che i due cominciassero a frequentarsi. In un momento, quasi tornarono a essere dei perfetti sconosciuti.

In fondo, però, non avrebbe dovuto poi tanto sorprendersi dalla cosa: in che modo avrebbero potuto affrontare quella scomoda situazione?
   
 
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