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Autore: Aperonzina    18/05/2020    1 recensioni
Da sei anni Carlo sente che la sua vita è in pausa, non riesce ad andare avanti a causa di un evento il cui solo ricordo non gli da pace.
Passa ogni anno aspettando quello successivo, intrappolato in quel terribile autunno di sei anni fa.
La spensieratezza e intraprendenza che aveva da giovane ormai sono sparite, la sua vita è monotona e proprio nel momento in cui sentirà di starsi abituando a questa situazione, ecco che il suo passato tornerà a galla e questa volta per lui sarà impossibile ignorarlo.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate
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Quella sera tornai tardi, ero rimasto a cena da Daniele e Rachele e devo dire che stare un po’ lontano da casa, quella stessa casa che un tempo era il mio rifugio, ora era rassicurante.
Quando entrai le luci erano spente e per un attimo credetti di essere solo.
Illuminando il salotto sentì’ immediatamente una lamentela che mi spinse ad oscurare nuovamente la stanza, Ginevra dormiva rannicchiata sul divano, un libro tra le mani che penzolavano dal divano.
Entrando in cucina notai anche che aveva cucinato per entrambi, non avevo potuto avvisare della mia assenza, lei aveva il mio numero, io non avevo nemmeno pensato di chiederle il suo.
 
Un qualche pensiero si impadronì della mia mente, ma era troppo flebile perché potessi dargli un nome. Ero turbato, questo era certo.
Mi avvicinai alla ragazza, che occupava poco più della metà del divano e cercai di chiamarla.
Dovetti scuoterla un po’ prima di ottenere una reazione, anche se fu solo un mugolio infastidito.
Sospirai stancamente La sollevai e lei, ancora addormentata, attorcigliò immediatamente le braccia intorno al mio collo e le gambe lungo la mia vita. Il profumo dei suoi capelli ricordava il mandarino e la sua pelle sapeva di pulito, le avrei attribuito un profumo più acido, invece era inaspettatamente dolciastro.
Come sospettavo non fu difficile trasportarla fino alla sua stanza, fu la stessa sensazione di quanto tieni in braccio una bambina, bè, in effetti lei era poco più di una bambina. 
 
La adagiai nel suo letto togliendole i calzini, da addormentata sembrava innocua, niente occhiate diffidenti e nessuna battutina pungente, era solo una normalissima adolescente.
Ginevra si accoccolò al cuscino, era incredibile quanto assomigliasse a sua madre in quel momento, quasi la cosa mi inquietava. Eppure, in Ginevra c’era qualcosa di diverso, aveva un viso molto più pallido e ora che la vedevo da vicino, sembrava molto più fragile. 
Mi resi conto che quella era la prima volta che la toccavo e la prima volta in cui la vedevo così da vicino. In realtà, mi sembrava di non averla mai guardata prima, almeno, non con la stessa attenzione di quella sera.
La stanza era immersa nel buio, l’unica luce proveniva dal corridoio, ma i suoi capelli rossi e i suoi lineamenti appuntiti risaltavano in quell’oscurità. Sembrava uguale a tutte le altre ragazze della sua età, eppure starle vicino mi faceva così male...
 
Restai a fissarla per un po’, finché non la vidi agitarsi nel sonno, mormorava qualcosa, una sorta di lamentela, la mia mano si portò quasi in automatico tra i suoi capelli, li accarezzai lentamente. Fu strano, ma in poco tempo sembrò calmarsi e riprese il suo sonno profondo.
 
Quella notte fu più serena del solito, feci un sonno piatto, senza incubi a tormentarmi.
Il giorno dopo, guadagnandomi un’occhiata confusa e un'alzata di spalle, chiesi a Ginevra il suo numero di telefono.
 
 Note autore: Ehi! Ciao a tutti, rieccomi finalmente, mi spiace se la sto tirando per le lunghe, ma ultimamente ho tante cose in testa e concludo poco :/ Spero passi questo periodo di blocco e mi auguro di velocizzare le tempstiche, grazie a chiunque sia arrivato fino a qui :)
   
 
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