30. Kacchan non lo deve sapere
“Tranquillo,
Aizawa. Ne verremo fuori
prima o poi.”
Aizawa fissa ancora la scena in
silenzio.
Non risponde ad All Might, non
guarda Bakugou andarsene, non si rivolge nemmeno a Hizashi che è arrivato in un
secondo momento e se ne è uscito con quella frase infelice.
Altro che stanno bene.
O meglio, stanno bene, sì, ma non
sono dove dovrebbero essere. Non tutti, per lo meno. Alcuni sono ancora nel
corpo sbagliato. E per di più, lo scambio sembra essere avvenuto fra i peggiori
di tutti.
Ojiro nel corpo di Kaminari, dopo
i dissapori fra lui e Shinsou, era l’ultima cosa che si augurava.
Momo nel corpo di Bakugou,
neanche dovesse vendicarsi, non ci vuole neanche pensare.
Gli altri erano fattibili, per
quanto potesse essere fattibile quella situazione. Poco.
Niente anzi.
Guarda finalmente Shinsou, che si
è seduto sul letto in cui è Ojiro nel corpo di Kaminari. Ha la faccia
sconvolta, delusa come non gliel’ha vista addosso nemmeno il giorno del
Festival Sportivo, quando ha deciso che puntare su di lui era una buona idea.
A dire la verità, gli dispiace
per quei ragazzini.
In fondo, anche se lo fanno
penare, e a volte vorrebbe piacchiarli a sangue –e alcuni di loro a tratti
ucciderli-, lui è lì per prepararli e proteggerli e vorrebbe davvero che
rimanessero protetti.
Ma questa cosa non poteva
prevederla. Non ha neanche capito cos’è successo.
“Cosa? Kaminari nel corpo di
Ashido?!”
Aizawa ha un tic all’occhio, I suoi
pensieri, per quanto confusi, disturbati da Mineta, che fino a quel momento era
stato zitto. Doveva immaginare che
sarebbe scoppiato presto.
Figurarsi se davanti ad una
simile situazione che coinvolge Kaminari, poi, che gli sta sempre dietro nel
peggiore dei modi, potesse evitarsi di dire la sua, per quanto quell’opinione
non fosse nient’affatto richiesta.
Lui ne avrebbe fatto a meno.
Ecco, Mineta è uno di quelli che
picchierebbe a sangue anche adesso –spesso insieme a Kaminari stesso e a
Bakugou, ma quei due in quell momento gli fanno troppa pena. E gli dispiace per
loro, davvero, Bakugou ha una faccia pessima e una cera se possible persino
peggiore, e sul viso di solito così colorito di Ojiro si nota ancora di più.
Ma possibile che non capiscano
quando è il caso di tacere? Almeno adesso?
Insomma, sono amici no? Almeno
per Kaminari, potrebbe pure sforzarsi.
Non che dubiti che sia
effettivamente preoccupato per gli amici, alla fine un cuore suppone ce l’abbia
anche lui.
Ma accidenti, se almeno fosse in
grado di legarsi la lingua!
Calma, Shota, calma.
“Non è assolutamente giusto che
Kaminari abbia le tette! Maledizione, la vita fa schifo! Kaminari, fammele
toccare!”
Non gli da neanche il tempo di
muoversi verso la porta dell’infermeria. Ancora in silenzio, usa le bende per
legarlo dalla testa ai piedi, stretto come mai.
“Non è carino quello che hai
detto, Mineta-kun!” brontola la diretta interessata, nel corpo di Momo, “E poi
sei arrivato tardi. Adesso che sto di nuovo insieme a Kiriciccino le mie tette
sono solo sue!”
“Ashido, non dargli corda,” borbotta
Aizawa, flemmatico, massaggiandosi la base del naso.
Mal di testa. Ha un gran mal di
testa.
Present Mic gli mette una mano
sulla spalla e stringe la presa, amichevile, “Buono, Shota. Ti ricordi? Gli
eroi non uccidono, nemmeno Mineta.”
Aizawa ringhia, letteralmente,
come un animale.
Ah sì, gli eroi non uccidono, lo
sa benissimo. Poi gli dispiacerebbe anche farlo.
Voleva bene a quelle teste calde.
Ma la lingua, però, ci teneva a
ribadirlo, ad alcuni di loro l’avrebbe tagliata volentieri, in mancanza della
possibilità di legarla.
Libera Mineta, poi schiocca la
lingua e gira sui tacchi, avviandosi nel corridoio.
“Aizawa-san?”
“Sho-ota!” ulula anche la voce
altisonante di Mic, “Dove vai? Don’t move! Dovremmo fare forse qualcosa?!”
“Io me ne vado. Nella mia stanza.
A dormire. E guai a te se mi segui, Yamada!”
“Wait, Shota! Shota!”
“Aizawa-san?” All Might lo chiama
una seconda volta, ma Aizawa lo ignora di nuovo.
Tanto, comunque le lezioni non possono
riprendere in quelle condizioni. Ci hanno provato in tutti i modi, ma sono
sempre finite male. I poteri non li possono usare, e lui l’emicrania già ce
l’ha, non ha voglia di fare la stessa esperienza di Midnight. I suoi colleghi
lo sanno già, che per la sezione A finché la situazione non si rimette le
lezioni le fanno a loro rischio e pericolo.
Il secondo giorno Cementos ci ha
provato, gli pare. Ma non è andato bene.
E chi è lui per andare contro al
karma.
Basta lezioni, basta tutto.
Con Present Mic alle calcagne,
arriva al dormitorio degli insegnati e sale a grandi falcate fino alla sua
stanza, dove si chiude dentro. E’ certo che la porta abbia cozzato poco
gentilmente sul naso di Mic, a sentire l’urlo –nella sua bocca ultrasonico- che
ha lanciato l’amico.
Poco male.
Chiude tutte le persiane e le
tende e si infila nel sacco a pelo.
C’è anche un letto, ovviamente,
nella sua stanza, e il materasso è anche morbid e comodo, le coperte sono
gialle come il sacco a pelo –gliele ha regalate Mic, in verità-. Ma lui, per
qualche ragione, alla fine usa quello quando è davvero stanco, sfinito, o
quando per qualche ragione le cose non vanno come dice lui.
Come quell giorno, quando l’unica
cosa di cui ha bisogno è calma, buio, pace, tranquillità, sacco a pelo e sonno.
Sì, del sacco a pelo, che è come
un abbraccio e lo scalda e culla molto più di quanto potrebbe fare un letto.
Lo sa che è assurdo, anche Yamada
glielo dice di continuo, ed è per quello per altro che gli ha regalato quella
trapunta gialla.
E forse effettivamente è strano
lui e basta.
Ma ad ogni modo, non importa.
Yamada se ne è fatto una ragione e a parte lui non c’è nessun’altro di cui gli
importi qualcosa. L’unica altra persona che rientra in questo gruppo ormai è
morta, anni prima, così tanti che a volte ha la sensazione di non ricordare più
il suo volto, la sua voce. Il suo sorriso.
Sospira.
Perché adesso gli sta venendo in
mente questo?
Non è il momento.
Adesso ha mal di testa. Quindi,
sì, deve dormire. E basta.
Forse.
Se glielo permettessero.
Infatti bussano, due volte, con
insistenza. Sa già che è Hizashi. Lo ignora.
“Shota?”
Bussa di nuovo.
“Shota?”
E bussa ancora.
L’idea è alzarsi, legarlo,
imbavagliarlo e tornare a dormire. Ma si ferma.
La vocina di Eri, piccola e
fragile, si sente appena dalla porta.
“Aizawa-san sta male?”
“Ooooh, Erichan! Stai tranquilla,
va tutto bene! E’ tutto nella norma!”
“Però sono giorni che sta spesso
chiuso in camera…”
“E’ una situazione un po’…difficult!”
“Oh…perché è ammalato?”
Con un sospiro contrariato,
Aizawa apre la porta e fissa la bambina, “Sto bene, Eri. Ho solo mal di testa.”
“Chiamo Recovery-san?”
“No. Dormo. Buonanotte.”
“Ma è mezzogiorno, Shota!”
“Buonanotte ho detto!” sbottà,
poi sbatte di nuovo la porta e chiude a chiave.
“Andiamo a mangiare, Present
Mic-san?” sente dire a Eri.
“Oh beh. Andiamo, piccola Eri.
Go!”
“Portiamo qualcosa anche a
Aizawa-san?”
“Che bambina carina! Va bene,
portiamo qualcosa anche a Shota.”
Eri bussa piano alla porta,
“Buonanotte, Aizawa-san.”
Aizawa, da oltre la porta,
sbuffa. “Sì, sì. Grazie.”
E’ quello a fregarlo, ogni volta.
Sta diventando troppo buono, con
quei ragazzi. Si sta addolcendo troppo. Prima non era così.
E’ sempre stato il docente più
cattivo della Yuuei, la sua fama lo ha preceduto ad un livello tale che persino
All Might stesso era preoccupato per i ragazzi. Ha sempre e solo cercato di
proteggerli, in verità, ma lo ha fatto con il pugno di ferro.
Quella classe invece ha un potere
fin troppo negative su di lui.
O forse è la vecchiaia.
Sta diventando vecchio e si sta
quindi addolcendo, vede in quei ragazzini cose che negli altri non ha mai
visto.
Ha sempre cercato di far
diventare tutti eroi degni di Shirakumo, e ha dovuto faticare per gran parte
delle altre classe.
Ma la sezione A di quell’anno è
diversa, alcuni di loro sono diversi.
Shinsou, in primis, ma non è l’unico.
E questo evidentemente sta
intaccando il suo cervello.
O questo, o è malato. Per forza.
Adesso, poi, ci si mette anche
Eri-chan. A lei proprio non può dire no, e come si fa ad essere severo? Non ce
ne è neanche bisogno, in verità, è educate e ascolta attentamente tutto quello
che le si dice.
Non c’è proprio niente da fare.
Sta invecchiando.
Altrimenti non si spiega perché è
uscito dal sacco a pelo, si è rimesso le scarpe ed è sceso nella mensa, dove ha
trovato subito Mic e Eri, grazie ai rumori emessi da quest’ultimo.
“Oh, look who’s here! Shota, ti è
passato il mal di testa?!”
“No. Quindi non urlare.”
“Aizawa-san, mangia con noi?”
“Sì,” mormora alla bambina,
abbozzando un sorriso e mettendole una mano sulla testa, carezzandole i capelli
dolcemente, “Ma poi me ne vado a letto per davvero. E non mi interessa che ora
è.”
“E’ sicuro che non vuole andare a
farsi dare qualcosa dalla nonnina?”
“La nonnina sarebbe Chiyo? Non
chiamarla così davanti a lei.”
“Scusa…”
“Non è sbagliato. Solo che le fa
dispiacere quando le si fa notare la sua…età.”
“Oh,” mormora Eri, annuendo, “Giusto.
Allora, solo Recovery-san.”
“Brava. Comunque non mi serve. Mi
serve solo di andare a dormire.”
Mic non commenta, annuisce solo
tutto contento, mentre continua a mangiare.
--
All Might, a malincuore, li
guarda lasciare l’infermeria ad uno ad uno, demoralizzati. Anche chi è tornato
nel suo corpo, come Midoriya e Jirou, non sembrano felici.
Midoriya è sereno, parla poco con
Melissa e poi, scarlatto in volto, le porge la mano e le chiede se vuol venire
con lui. Lei accetta, naturalmente. Eppure, nonostante questo, è con tristezza
che guarda i suoi compagni. Soprattutto Bakugou, nel corpo di Ojiro.
Jirou, dal canto suo, pur avendo
riavuto il suo corpo, non può dire lo stesso di Kaminari, a cui si è avvicinata
con affetto. Toshinori non ha idea di che cosa ci sia fra i due, ma qualsiasi
cosa sia sembra essersi fatta ancora più forte.
Non può che sospirare anche lui,
e chiudersi la porta alle spalle dopo aver guardato per un attimo Chiyo,
crucciata e ancora seduta a braccia incrociate sulla sua sedia.
Ha ancora in mente le parole del giovane Midoriya, e non può che chiedersi se
significa qualcosa.
Sa bene che non tutti i poteri
dei suoi predecessori, possessori del One for All, fossero dei quirk degni di
nota. Addirittura ha pensato più d’una volt ache dei due di cui non sanno
niente potessero non sapere per il mero fatto di essere stati quirkless come
loro, prima di quel potere che gli era stato donato.
Invece, a quanto pare, no.
E se quello che ha detto Midoriya
è vero, beh, c’è la possibilità che nessuno di loro riuscirà a tornare più
normale finché Izuku non fosse stato in grado di controllare quell potere.
Sarebbe stato tremendo, per loro.
Potevano volerci settimane.
L’ultima volta, Midoriya c’ha
messo più di tre settimane a controllare vagamente il nuovo potere e due mesi
per domarlo del tutto.
Quando ha sbloccato il potere
della sua maestro, infatti, Nana Shimura, all Might ha pensato realmente che
potesse essere più semplice che con gli altri. Essendo un potere meno aggressive
e pericoloso poteva cercare di allenarlo con tranquillità.
Invece proprio questa mancanza di
pericolosità lo ha reso tremendo. Midoriya continuava a svolazzarsene ovunque
ed era arrivato persino a far fatica a rimanere coi piedi ben ancorati a terra.
Se non ci fosse stato il giovane Bakugou ad aiutarlo –aiuto provvidenziale in
questo caso-, sarebbe stato davvero difficile uscire da quella situazione.
Per fortuna, quella volta non
avevano granché fretta.
Adesso invece sì.
Due mesi in quelle condizioni,
per loro…come l’avrebbero presa? Sarebbero riusciti a superare la cosa, ad
abituarsi?
Ma perché dare il One for All a
qualcuno con un potere simile?
Beh, è una domanda sciocca.
Forse, conscio di non poter combinare niente con un Quirk così ambiguo ma
inutile in battaglia, aveva incontrato il predecessore ed era poi venuto in
possesso del Potere. Anche per lui, quirkless, è stato così, idem Midoriya.
Quindi ha senso.
Eppure…deve parlare di nuovo con
il giovane Midoriya. Devono trovare un modo per risolvere la cosa, in fretta, e
senza destare il sospetto del giovane Bakugou.
Lui non lo deve sapere.
Anche perché in verità, per
quanto le cose combaciassero alla perfezioni, non hanno la totale certezza che
tutto sia partito proprio da Midoriya e dall’One for All.
Anche se sembra ovvio sia così.
Le cose combaciano.
“Giovane
Midoriya, come mai mi hai trascinato via in quel modo? E’ forse successo
qualcosa?”
“All
Might, io…ecco…ti devo dire una cosa.”
“Dimmi,
ragazzo. Ti ascolto. Andiamo nel mio ufficio, ti preparo del te.”
Midoriya
lo segue a testa bassa, guardando le ginocchia fucsia di Mina muoversi per permettergli
di camminare. Se quello che pensa è vero, è la fine.
E’ tutta
colpa sua.
Kacchan
non lo doveva scoprire. Mai. Con tutto quello che sta passando, lo avrebbe
ucciso. E avrebbe avuto pure ragione, stavolta.
Una
volta nell’ufficio di All Might, si fa piccolo piccolo sul divano, e sospira.
Si stringe le gambe di Mina al petto, tirando la gonna della divisa più che gli
è possibile per coprire quanto più gli è possibile, e sospira di nuovo.
E di
nuovo.
“Giovane
Midoriya…che cosa succede?”
“E’…che
è…temo sia colpa mia.”
“Che
cosa?”
“Tutto
questo.”
Toshinori
gli mette davanti il té, ma Midoriya neanche lo tocca. Ha la nausea.
Spera
solo sia l’ansia e non….non…quell’altra cosa. Ecco.
Lo spera
ardentemente.
“Come
può essere colpa tua, giovane Midoriya?”
“Beh, è
che…li ho visti. Stavo per dirlo a Melissa, ma mi sono fermato per tempo. Il
punto è…che li ho visti. I predecessori. Questa volta non mi hanno detto nulla,
non come l’altra volta. Ma…ho visto...li ho visti, All Might. Proprio come le
altre volte in cui si è poi risvegliato un nuovo quirk legato al One For All.”
Toshinori
si porta la mano sul mento, pensieroso.
Interessante.
Fa capire,
una scoperta simile, come ci sono anche quirk…particolari, di difficile
utilizzo per un eroe, molto più della capacità di levitare della sua maestro
Nana.
Un Quirk
che è in grado di scambiare il corpo di due o più persone è interessante. Ma
anche abbastanza…inutile, teme.
A meno
di non far guai, come è successo a loro.
Di certo
contro un Villan tornerebbe poco utile nella stragrande maggioranza dei casi.
Almeno, a lui non viene in mente un modo intelligente in cui usarlo.
Ma forse
tutto sta esclusivamente nell’essere creative. Nessun quirk può davvero limitare
un animo fortemente desideroso di essere un eroe, così come non può farne l’assenza
totale, e lui e Midoriya ne sono un esempio vivente.
Per
questo non gli viene così strano pensare che qualcuno possa aver creduto in una
persona dotata di un potere simile, così come Nana ha creduto in lui e lui in
Midoriya.
“Raccontami
quello che ricordi, giovane Midoriya.”
Midoriya
annuisce, tornando a quel giorno.
Il nuovo
colpo che stava cercando di imparare a lui sembrava andasse bene, non aveva
niente che non andasse. Riusciva ad utilizzare tutti e due i quirk che ora
controlla alla perfezione, e unendolo alla capacità di levitare che sta
controllando sempre meglio gli sembrava perfetto.
Tanto d’accordo, però, non era stato Bakugou che,
invece, gli era andato contro impettito.
“E che
cazzo, Deku merda, così siamo buoni tutti!” aveva sbottato.
Midoriya
aveva inclinato il capo, “Cosa vuoi dire, Kacchan?”
“Che
così son buoni tutti, come ho detto!” aveva continuato, “Usi sempre gli stessi
colpi, le stesse tecniche. Cazzo, Deku, hai un quirk che ti permetterebbe di
tutto, e tu sei ripetitivo al cazzo! Sei diventato peggio del bastarlo, quello
almeno un passo Avanti l’ha fatto! Mi fai di una rabbia che ti farei saltare in
aria adesso, seduta stante, cazzo! Hai di queste possibilità, e stai sempre a
tirare calci e pugni all’aria!”
Deku aveva
inarcato le sopracciglia, “Ma, Kacchan, cerca di capire! Io non ho ancora
capito come attivare gli altri che non sono mai comparsi e poi…insomma, se
facessi del male a qualcuno? Se perdessi di nuovo il controllo com’è già
successo la prima volta?”
“Cazzate.
Sei sempre il solito nerd di merda. Tanto valeva che rimanessi il quirkless che
eri!”
“Scusa,
Kacchan, tu cosa faresti al mio posto?!”
“Che
domanda del cazzo! Io di sicuro non mi porrei alcun fottuto problema, saprei di
certo usare qualsiasi tipo di quirk che non sia il mio, da quello della tettona
a quell’inutile coda dello scimmione! E adesso levati di mezzo, che IO mi devo
allenare!”
Deku lo aveva
guardato andar via, perplesso dalle sue parole.
Usare
qualsiasi tipo di quirk, anche oltre quello a cui si è abituati.
Qualsiasi
tipo, anche quelli che non sembrano compatibili con te.
Qualsiasi,
anche qualcosa a cui non avrebbe mai potuto pensare. Come l’acido di Ashido, o
peggio, qualcosa che non saprebbe mai usare, come gli Earphone Jack,
l’ellettricità di Kaminari, o le stesse esplosioni di Bakugou.
Quasiasi
quirk.
Il
problema è: come fare?
“E’
andata così,” conclude il racconto Midoriya, “Ero così concentrato su come
attuare quello che aveva detto Kacchan, come riuscire a controllare i quirk del
One for All che ancora non avevo scoperto…è successo come quando ho perso il
controllo durante il test di Shinsou, quando ero così furioso con Monoma, e
desideravo un potere che mi potesse essere utile. Anche quella volta, poi, sono
comparsi loro, e un nuovo quirk. E anche questa volta io…io…li ho visti. E poi,
un lampo di luce. E un attimo dopo, l’urlo di Kacchan…e io….ero….beh,
Ashido-san.”
Toshinori
lo guarda, a lungo, in silenzio.
Un
lungo, infinito, silenzio.
Poi un
sospiro.
“Questo
non me l’aspettavo.”
Quindi adesso il problema
rimaneva, e grande anche.
Non possono chiedere realmente
aiuto a nessuno, perché nessuno deve sapere dell’One for All. Certo, potevano
farne parola con Chiyo, ma lei non può annullare gli effetti di un quirk.
E visto come pareva funzionare,
dubitava anche ci potesse riuscire l’Erasure di Aizawa, che comunque non deve
saperlo.
Quindi, non possono risolverlo. A
meno che non abbia un tempo limitato, e lo spera ardentemente, non possono fare
nulla.
Solo aspettare di capire come
funziona e controllarlo.
Lui può aiutare il Giovane
Midoriya, ma fino ad un certo punto.
E questa volta, non possono
contare su All Might.
Pena una morta precoce, teme.
Angolino Autrici:
ECCOMI ANZI
ECCOCI SIAMO TORNATEEEEEEE
Vi eravamo mancate, vero??
Vi era mancato questo delirio, vero?
E tranquille. Andrà sempre peggio :D
Un bacione forte,
Asu e Anya