Anime & Manga > Boku no Hero Academia
Segui la storia  |       
Autore: Saruwatari_Asuka    19/05/2020    2 recensioni
"L’urlo disumano straccia il silenzio di piombo calato sull’intera sezione A della Yuuei.
Un grido che a sentirlo altrimenti avrebbe fatto accorrere una frotta di Eroi, poliziotti, giornalisti e semplici curiosi.
Bakugō Katsuki serra il pugno.
Prova il bisogno fisico di far andare in frantumi qualcosa. Qualunque cosa.
E la frustrazione devastante di non poterlo fare.
Ma c’è di peggio.
Bakugō Katsuki nel corpo di Yaoyorozu.
Se esiste un Dio, e inizia a dubitarne seriamente a questo punto, sarebbe bene gli tiri addosso un meteorite all’istante.
Perché non potrà garantire delle sue reazioni da qui in avanti."
{Storia a 4 mani. Asuka e Anya_Tara.}
{KiriMina; ShinOji; KamiJirou; TodoMomo; Kacchako; MidoMelissa}
Genere: Comico, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

30.  Kacchan non lo deve sapere

 

 

 

“Tranquillo, Aizawa. Ne verremo fuori prima o poi.”

Aizawa fissa ancora la scena in silenzio.

Non risponde ad All Might, non guarda Bakugou andarsene, non si rivolge nemmeno a Hizashi che è arrivato in un secondo momento e se ne è uscito con quella frase infelice.

Altro che stanno bene.

O meglio, stanno bene, sì, ma non sono dove dovrebbero essere. Non tutti, per lo meno. Alcuni sono ancora nel corpo sbagliato. E per di più, lo scambio sembra essere avvenuto fra i peggiori di tutti.

Ojiro nel corpo di Kaminari, dopo i dissapori fra lui e Shinsou, era l’ultima cosa che si augurava.

Momo nel corpo di Bakugou, neanche dovesse vendicarsi, non ci vuole neanche pensare.

Gli altri erano fattibili, per quanto potesse essere fattibile quella situazione. Poco.

Niente anzi.

Guarda finalmente Shinsou, che si è seduto sul letto in cui è Ojiro nel corpo di Kaminari. Ha la faccia sconvolta, delusa come non gliel’ha vista addosso nemmeno il giorno del Festival Sportivo, quando ha deciso che puntare su di lui era una buona idea.

A dire la verità, gli dispiace per quei ragazzini.

In fondo, anche se lo fanno penare, e a volte vorrebbe piacchiarli a sangue –e alcuni di loro a tratti ucciderli-, lui è lì per prepararli e proteggerli e vorrebbe davvero che rimanessero protetti.

Ma questa cosa non poteva prevederla. Non ha neanche capito cos’è successo.

“Cosa? Kaminari nel corpo di Ashido?!”

Aizawa ha un tic all’occhio, I suoi pensieri, per quanto confusi, disturbati da Mineta, che fino a quel momento era stato  zitto. Doveva immaginare che sarebbe scoppiato presto.

Figurarsi se davanti ad una simile situazione che coinvolge Kaminari, poi, che gli sta sempre dietro nel peggiore dei modi, potesse evitarsi di dire la sua, per quanto quell’opinione non fosse nient’affatto richiesta.

Lui ne avrebbe fatto a meno.

Ecco, Mineta è uno di quelli che picchierebbe a sangue anche adesso –spesso insieme a Kaminari stesso e a Bakugou, ma quei due in quell momento gli fanno troppa pena. E gli dispiace per loro, davvero, Bakugou ha una faccia pessima e una cera se possible persino peggiore, e sul viso di solito così colorito di Ojiro si nota ancora di più.

Ma possibile che non capiscano quando è il caso di tacere? Almeno adesso?

Insomma, sono amici no? Almeno per Kaminari, potrebbe pure sforzarsi.

Non che dubiti che sia effettivamente preoccupato per gli amici, alla fine un cuore suppone ce l’abbia anche lui.

Ma accidenti, se almeno fosse in grado di legarsi la lingua!

Calma, Shota, calma.

“Non è assolutamente giusto che Kaminari abbia le tette! Maledizione, la vita fa schifo! Kaminari, fammele toccare!”

Non gli da neanche il tempo di muoversi verso la porta dell’infermeria. Ancora in silenzio, usa le bende per legarlo dalla testa ai piedi, stretto come mai.

“Non è carino quello che hai detto, Mineta-kun!” brontola la diretta interessata, nel corpo di Momo, “E poi sei arrivato tardi. Adesso che sto di nuovo insieme a Kiriciccino le mie tette sono solo sue!”

“Ashido, non dargli corda,” borbotta Aizawa, flemmatico, massaggiandosi la base del naso.

Mal di testa. Ha un gran mal di testa.

Present Mic gli mette una mano sulla spalla e stringe la presa, amichevile, “Buono, Shota. Ti ricordi? Gli eroi non uccidono, nemmeno Mineta.”

Aizawa ringhia, letteralmente, come un animale.

Ah sì, gli eroi non uccidono, lo sa benissimo. Poi gli dispiacerebbe anche farlo.

Voleva bene a quelle teste calde.

Ma la lingua, però, ci teneva a ribadirlo, ad alcuni di loro l’avrebbe tagliata volentieri, in mancanza della possibilità di legarla.

Libera Mineta, poi schiocca la lingua e gira sui tacchi, avviandosi nel corridoio.

“Aizawa-san?”

“Sho-ota!” ulula anche la voce altisonante di Mic, “Dove vai? Don’t move! Dovremmo fare forse qualcosa?!”

“Io me ne vado. Nella mia stanza. A dormire. E guai a te se mi segui, Yamada!”

“Wait, Shota! Shota!”

“Aizawa-san?” All Might lo chiama una seconda volta, ma Aizawa lo ignora di nuovo.

Tanto, comunque le lezioni non possono riprendere in quelle condizioni. Ci hanno provato in tutti i modi, ma sono sempre finite male. I poteri non li possono usare, e lui l’emicrania già ce l’ha, non ha voglia di fare la stessa esperienza di Midnight. I suoi colleghi lo sanno già, che per la sezione A finché la situazione non si rimette le lezioni le fanno a loro rischio e pericolo.

Il secondo giorno Cementos ci ha provato, gli pare. Ma non è andato bene.

E chi è lui per andare contro al karma.

Basta lezioni, basta tutto.

Con Present Mic alle calcagne, arriva al dormitorio degli insegnati e sale a grandi falcate fino alla sua stanza, dove si chiude dentro. E’ certo che la porta abbia cozzato poco gentilmente sul naso di Mic, a sentire l’urlo –nella sua bocca ultrasonico- che ha lanciato l’amico.

Poco male.

Chiude tutte le persiane e le tende e si infila nel sacco a pelo.

C’è anche un letto, ovviamente, nella sua stanza, e il materasso è anche morbid e comodo, le coperte sono gialle come il sacco a pelo –gliele ha regalate Mic, in verità-. Ma lui, per qualche ragione, alla fine usa quello quando è davvero stanco, sfinito, o quando per qualche ragione le cose non vanno come dice lui.

Come quell giorno, quando l’unica cosa di cui ha bisogno è calma, buio, pace, tranquillità, sacco a pelo e sonno.

Sì, del sacco a pelo, che è come un abbraccio e lo scalda e culla molto più di quanto potrebbe fare un letto.

Lo sa che è assurdo, anche Yamada glielo dice di continuo, ed è per quello per altro che gli ha regalato quella trapunta gialla.

E forse effettivamente è strano lui e basta.

Ma ad ogni modo, non importa. Yamada se ne è fatto una ragione e a parte lui non c’è nessun’altro di cui gli importi qualcosa. L’unica altra persona che rientra in questo gruppo ormai è morta, anni prima, così tanti che a volte ha la sensazione di non ricordare più il suo volto, la sua voce. Il suo sorriso.

Sospira.

Perché adesso gli sta venendo in mente questo?

Non è il momento.

Adesso ha mal di testa. Quindi, sì, deve dormire. E basta.

Forse.

Se glielo permettessero.

Infatti bussano, due volte, con insistenza. Sa già che è Hizashi. Lo ignora.

“Shota?”

Bussa di nuovo.

“Shota?”

E bussa ancora.

L’idea è alzarsi, legarlo, imbavagliarlo e tornare a dormire. Ma si ferma.

La vocina di Eri, piccola e fragile, si sente appena dalla porta.

“Aizawa-san sta male?”

“Ooooh, Erichan! Stai tranquilla, va tutto bene! E’ tutto nella norma!”

“Però sono giorni che sta spesso chiuso in camera…”

“E’ una situazione un po’…difficult!”

“Oh…perché è ammalato?”

Con un sospiro contrariato, Aizawa apre la porta e fissa la bambina, “Sto bene, Eri. Ho solo mal di testa.”

“Chiamo Recovery-san?”

“No. Dormo. Buonanotte.”

“Ma è mezzogiorno, Shota!”

“Buonanotte ho detto!” sbottà, poi sbatte di nuovo la porta e chiude a chiave.

“Andiamo a mangiare, Present Mic-san?” sente dire a Eri.

“Oh beh. Andiamo, piccola Eri. Go!”

“Portiamo qualcosa anche a Aizawa-san?”

“Che bambina carina! Va bene, portiamo qualcosa anche a Shota.”

Eri bussa piano alla porta, “Buonanotte, Aizawa-san.”

Aizawa, da oltre la porta, sbuffa. “Sì, sì. Grazie.”

E’ quello a fregarlo, ogni volta.

Sta diventando troppo buono, con quei ragazzi. Si sta addolcendo troppo. Prima non era così.

E’ sempre stato il docente più cattivo della Yuuei, la sua fama lo ha preceduto ad un livello tale che persino All Might stesso era preoccupato per i ragazzi. Ha sempre e solo cercato di proteggerli, in verità, ma lo ha fatto con il pugno di ferro.

Quella classe invece ha un potere fin troppo negative su di lui.

O forse è la vecchiaia.

Sta diventando vecchio e si sta quindi addolcendo, vede in quei ragazzini cose che negli altri non ha mai visto.

Ha sempre cercato di far diventare tutti eroi degni di Shirakumo, e ha dovuto faticare per gran parte delle altre classe.

Ma la sezione A di quell’anno è diversa, alcuni di loro sono diversi.

Shinsou, in primis, ma non è l’unico.

E questo evidentemente sta intaccando il suo cervello.

O questo, o è malato. Per forza.

Adesso, poi, ci si mette anche Eri-chan. A lei proprio non può dire no, e come si fa ad essere severo? Non ce ne è neanche bisogno, in verità, è educate e ascolta attentamente tutto quello che le si dice.

Non c’è proprio niente da fare.

Sta invecchiando.

Altrimenti non si spiega perché è uscito dal sacco a pelo, si è rimesso le scarpe ed è sceso nella mensa, dove ha trovato subito Mic e Eri, grazie ai rumori emessi da quest’ultimo.

“Oh, look who’s here! Shota, ti è passato il mal di testa?!”

“No. Quindi non urlare.”

“Aizawa-san, mangia con noi?”

“Sì,” mormora alla bambina, abbozzando un sorriso e mettendole una mano sulla testa, carezzandole i capelli dolcemente, “Ma poi me ne vado a letto per davvero. E non mi interessa che ora è.”

“E’ sicuro che non vuole andare a farsi dare qualcosa dalla nonnina?”

“La nonnina sarebbe Chiyo? Non chiamarla così davanti a lei.”

“Scusa…”

“Non è sbagliato. Solo che le fa dispiacere quando le si fa notare la sua…età.”

“Oh,” mormora Eri, annuendo, “Giusto. Allora, solo Recovery-san.”

“Brava. Comunque non mi serve. Mi serve solo di andare a dormire.”

Mic non commenta, annuisce solo tutto contento, mentre continua a mangiare.

 

--

 

All Might, a malincuore, li guarda lasciare l’infermeria ad uno ad uno, demoralizzati. Anche chi è tornato nel suo corpo, come Midoriya e Jirou, non sembrano felici.

Midoriya è sereno, parla poco con Melissa e poi, scarlatto in volto, le porge la mano e le chiede se vuol venire con lui. Lei accetta, naturalmente. Eppure, nonostante questo, è con tristezza che guarda i suoi compagni. Soprattutto Bakugou, nel corpo di Ojiro.

Jirou, dal canto suo, pur avendo riavuto il suo corpo, non può dire lo stesso di Kaminari, a cui si è avvicinata con affetto. Toshinori non ha idea di che cosa ci sia fra i due, ma qualsiasi cosa sia sembra essersi fatta ancora più forte.

Non può che sospirare anche lui, e chiudersi la porta alle spalle dopo aver guardato per un attimo Chiyo, crucciata e ancora seduta a braccia incrociate sulla sua sedia.
Ha ancora in mente le parole del giovane Midoriya, e non può che chiedersi se significa qualcosa.

Sa bene che non tutti i poteri dei suoi predecessori, possessori del One for All, fossero dei quirk degni di nota. Addirittura ha pensato più d’una volt ache dei due di cui non sanno niente potessero non sapere per il mero fatto di essere stati quirkless come loro, prima di quel potere che gli era stato donato.

Invece, a quanto pare, no.

E se quello che ha detto Midoriya è vero, beh, c’è la possibilità che nessuno di loro riuscirà a tornare più normale finché Izuku non fosse stato in grado di controllare quell potere.

Sarebbe stato tremendo, per loro.

Potevano volerci settimane.

L’ultima volta, Midoriya c’ha messo più di tre settimane a controllare vagamente il nuovo potere e due mesi per domarlo del tutto.

Quando ha sbloccato il potere della sua maestro, infatti, Nana Shimura, all Might ha pensato realmente che potesse essere più semplice che con gli altri. Essendo un potere meno aggressive e pericoloso poteva cercare di allenarlo con tranquillità.

Invece proprio questa mancanza di pericolosità lo ha reso tremendo. Midoriya continuava a svolazzarsene ovunque ed era arrivato persino a far fatica a rimanere coi piedi ben ancorati a terra. Se non ci fosse stato il giovane Bakugou ad aiutarlo –aiuto provvidenziale in questo caso-, sarebbe stato davvero difficile uscire da quella situazione.

Per fortuna, quella volta non avevano granché fretta.

Adesso invece sì.  

Due mesi in quelle condizioni, per loro…come l’avrebbero presa? Sarebbero riusciti a superare la cosa, ad abituarsi?

Ma perché dare il One for All a qualcuno con un potere simile?

Beh, è una domanda sciocca. Forse, conscio di non poter combinare niente con un Quirk così ambiguo ma inutile in battaglia, aveva incontrato il predecessore ed era poi venuto in possesso del Potere. Anche per lui, quirkless, è stato così, idem Midoriya.

Quindi ha senso.

Eppure…deve parlare di nuovo con il giovane Midoriya. Devono trovare un modo per risolvere la cosa, in fretta, e senza destare il sospetto del giovane Bakugou.

Lui non lo deve sapere.

Anche perché in verità, per quanto le cose combaciassero alla perfezioni, non hanno la totale certezza che tutto sia partito proprio da Midoriya e dall’One for All.

Anche se sembra ovvio sia così. Le cose combaciano.

 

“Giovane Midoriya, come mai mi hai trascinato via in quel modo? E’ forse successo qualcosa?”

“All Might, io…ecco…ti devo dire una cosa.”

“Dimmi, ragazzo. Ti ascolto. Andiamo nel mio ufficio, ti preparo del te.”

Midoriya lo segue a testa bassa, guardando le ginocchia fucsia di Mina muoversi per permettergli di camminare. Se quello che pensa è vero, è la fine.

E’ tutta colpa sua.

Kacchan non lo doveva scoprire. Mai. Con tutto quello che sta passando, lo avrebbe ucciso. E avrebbe avuto pure ragione, stavolta.

Una volta nell’ufficio di All Might, si fa piccolo piccolo sul divano, e sospira. Si stringe le gambe di Mina al petto, tirando la gonna della divisa più che gli è possibile per coprire quanto più gli è possibile, e sospira di nuovo.

E di nuovo.

“Giovane Midoriya…che cosa succede?”

“E’…che è…temo sia colpa mia.”

“Che cosa?”

“Tutto questo.”

Toshinori gli mette davanti il té, ma Midoriya neanche lo tocca. Ha la nausea.

Spera solo sia l’ansia e non….non…quell’altra cosa. Ecco.

Lo spera ardentemente.

“Come può essere colpa tua, giovane Midoriya?”

“Beh, è che…li ho visti. Stavo per dirlo a Melissa, ma mi sono fermato per tempo. Il punto è…che li ho visti. I predecessori. Questa volta non mi hanno detto nulla, non come l’altra volta. Ma…ho visto...li ho visti, All Might. Proprio come le altre volte in cui si è poi risvegliato un nuovo quirk legato al One For All.”

Toshinori si porta la mano sul mento, pensieroso.

Interessante.

Fa capire, una scoperta simile, come ci sono anche quirk…particolari, di difficile utilizzo per un eroe, molto più della capacità di levitare della sua maestro Nana.

Un Quirk che è in grado di scambiare il corpo di due o più persone è interessante. Ma anche abbastanza…inutile, teme.

A meno di non far guai, come è successo a loro.

Di certo contro un Villan tornerebbe poco utile nella stragrande maggioranza dei casi. Almeno, a lui non viene in mente un modo intelligente in cui usarlo.

Ma forse tutto sta esclusivamente nell’essere creative. Nessun quirk può davvero limitare un animo fortemente desideroso di essere un eroe, così come non può farne l’assenza totale, e lui e Midoriya ne sono un esempio vivente.

Per questo non gli viene così strano pensare che qualcuno possa aver creduto in una persona dotata di un potere simile, così come Nana ha creduto in lui e lui in Midoriya.

“Raccontami quello che ricordi, giovane Midoriya.”

Midoriya annuisce, tornando a quel giorno.

 

Il nuovo colpo che stava cercando di imparare a lui sembrava andasse bene, non aveva niente che non andasse. Riusciva ad utilizzare tutti e due i quirk che ora controlla alla perfezione, e unendolo alla capacità di levitare che sta controllando sempre meglio gli sembrava perfetto.

Tanto  d’accordo, però, non era stato Bakugou che, invece, gli era andato contro impettito.

“E che cazzo, Deku merda, così siamo buoni tutti!” aveva sbottato.

Midoriya aveva inclinato il capo, “Cosa vuoi dire, Kacchan?”

“Che così son buoni tutti, come ho detto!” aveva continuato, “Usi sempre gli stessi colpi, le stesse tecniche. Cazzo, Deku, hai un quirk che ti permetterebbe di tutto, e tu sei ripetitivo al cazzo! Sei diventato peggio del bastarlo, quello almeno un passo Avanti l’ha fatto! Mi fai di una rabbia che ti farei saltare in aria adesso, seduta stante, cazzo! Hai di queste possibilità, e stai sempre a tirare calci e pugni all’aria!”

Deku aveva inarcato le sopracciglia, “Ma, Kacchan, cerca di capire! Io non ho ancora capito come attivare gli altri che non sono mai comparsi e poi…insomma, se facessi del male a qualcuno? Se perdessi di nuovo il controllo com’è già successo la prima volta?”

“Cazzate. Sei sempre il solito nerd di merda. Tanto valeva che rimanessi il quirkless che eri!”

“Scusa, Kacchan, tu cosa faresti al mio posto?!”

“Che domanda del cazzo! Io di sicuro non mi porrei alcun fottuto problema, saprei di certo usare qualsiasi tipo di quirk che non sia il mio, da quello della tettona a quell’inutile coda dello scimmione! E adesso levati di mezzo, che IO mi devo allenare!”

Deku lo aveva guardato andar via, perplesso dalle sue parole.

Usare qualsiasi tipo di quirk, anche oltre quello a cui si è abituati.

Qualsiasi tipo, anche quelli che non sembrano compatibili con te.

Qualsiasi, anche qualcosa a cui non avrebbe mai potuto pensare. Come l’acido di Ashido, o peggio, qualcosa che non saprebbe mai usare, come gli Earphone Jack, l’ellettricità di Kaminari, o le stesse esplosioni di Bakugou.

Quasiasi quirk.

Il problema è: come fare?

 

“E’ andata così,” conclude il racconto Midoriya, “Ero così concentrato su come attuare quello che aveva detto Kacchan, come riuscire a controllare i quirk del One for All che ancora non avevo scoperto…è successo come quando ho perso il controllo durante il test di Shinsou, quando ero così furioso con Monoma, e desideravo un potere che mi potesse essere utile. Anche quella volta, poi, sono comparsi loro, e un nuovo quirk. E anche questa volta io…io…li ho visti. E poi, un lampo di luce. E un attimo dopo, l’urlo di Kacchan…e io….ero….beh, Ashido-san.”

Toshinori lo guarda, a lungo, in silenzio.

Un lungo, infinito, silenzio.

Poi un sospiro.

“Questo non me l’aspettavo.”

 

Quindi adesso il problema rimaneva, e grande anche.

Non possono chiedere realmente aiuto a nessuno, perché nessuno deve sapere dell’One for All. Certo, potevano farne parola con Chiyo, ma lei non può annullare gli effetti di un quirk.

E visto come pareva funzionare, dubitava anche ci potesse riuscire l’Erasure di Aizawa, che comunque non deve saperlo.

Quindi, non possono risolverlo. A meno che non abbia un tempo limitato, e lo spera ardentemente, non possono fare nulla.

Solo aspettare di capire come funziona e controllarlo.

Lui può aiutare il Giovane Midoriya, ma fino ad un certo punto.

E questa volta, non possono contare su All Might.

Pena una morta precoce, teme.

 

 

Angolino Autrici:

ECCOMI ANZI ECCOCI SIAMO TORNATEEEEEEE
Vi eravamo mancate, vero??
Vi era mancato questo delirio, vero?
E tranquille. Andrà sempre peggio :D
Un bacione forte,
Asu e Anya

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Boku no Hero Academia / Vai alla pagina dell'autore: Saruwatari_Asuka