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Autore: ValeDowney    19/05/2020    2 recensioni
"Una strana sensazione mi pervase per tutto il corpo. La morte dovrebbe essermi vicina eppure è come se qualcosa, o qualcuno, mi trattenesse. Perchè non mi lasciate andare? Ormai non ho più nulla per la quale combattere"
Una storia di redenzione. La vita di un uomo che, nel mondo magico, ha dovuto portare una maschera per nascondere il suo vero intento. Una "morte" che gli ha donato una seconda possibilità, in una donna che nasconde un misterioso passato
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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REDEMPTION


Capitolo III: Visite notturne

 
Althea si sentiva una stupida. Perché aveva mentito a Severus? Al suo amico di scuola. Colui che le aveva insegnato Pozioni e Difesa Contro le Arti Oscure. Che l’aveva fatta diventare la pupilla del Professor Lumacorno e che, almeno, le aveva fatto guadagnare anche quel poco di rispetto che le bastava per non essere più un bersaglio degli altri studenti.
Eppure eccola lì, fuori dalle mura del San Mungo, sotto una pioggia scrosciante. Così intenta a volersi allontanare da Severus da essersi dimenticata l’ombrello nello spogliatoio.
Alzò lo sguardo mentre la pioggia la colpiva da capo a piedi, per poi chiudere gli occhi e cercare di dimenticarlo. Ma come poteva, se proprio lei aveva accettato di curarlo? E poi non poteva ignorarlo. Erano stati amici a scuola, eppure lui l’aveva allontanata proprio nel momento del bisogno. Si era sentita tradita e sarebbe stata dura perdonarlo facilmente.
Poco dopo rientrò. Non si premurò nemmeno di usare un incantesimo per asciugarsi. Camminava a passo lento per il corridoio del primo piano, mentre l’acqua che scendeva dai capelli e dai vestiti bagnava il pavimento. Proprio in quel momento, Smethwyck si diresse verso di lei. Althea si fermò e il suo caporeparto, dopo averla raggiunta, le diede un’occhiata veloce dall’alto in basso, per poi guardarla dritto in viso con uno sguardo poco rassicurante.
“Avevo bisogno di rinfrescarmi le idee” fu la sua spiegazione.
“Faccia poco la spiritosa, signorina Carter. Le voglio ricordare che questa è la sua ultima occasione per rendersi veramente utile qua dentro. Cerchi di non sprecarla” disse Smethwyck.
“Il mio caso è di difficile comprensione” disse Althea.
“È stata proprio lei a volerlo curare. Cos’è che ora la fa tirare indietro? Il Signor Piton la spaventa?” le chiese.
“Non è quello. È qualcosa di più complicato” rispose la donna.
“Se vuole tirarsi indietro, per me sarà un piacere sbatterla subito fuori di qua. Ma, sfortunatamente, mentre lei era fuori a farsi una doccia, il signor Piton ha richiesto di essere curato solamente da lei. Non potendo obiettare a ciò che chiede un paziente, ahimè, dovrò vederla qua dentro finché non avrà finito il suo lavoro” spiegò Smethwyck.
“Non credo di esserne degna” disse Althea.
“Si asciughi e ritorni immediatamente da quel paziente. È un ordine” replicò e se ne andò. Althea non poté obiettare. Con un colpo di bacchetta si asciugò. Entrò nella stanza, raggiungendo il letto di Severus. Questi alzò lo sguardo e Althea gli chiese: “Vuoi rendermi la vita un inferno?”.
“Voglio solo capire perché non vuoi starmi accanto. Se non me lo dirai, allora sì, ti renderò la vita un inferno” rispose lui.
“Ho preso il tuo caso solamente per curarti e farti ritornare ai tuoi affari personali” spiegò Althea, mentre prendeva una siringa, per poi infilare l’ago dentro una provetta.
“Chi ti dice che i miei affari personali non possano diventare anche i tuoi? A scuola non facevi altro che intrometterti sempre… ahia!” disse Severus e si massaggiò il braccio dove Althea, senza avvertirlo, gli aveva infilato il lungo ago della siringa.
“Non dire sciocchezze! Se ti stavo accanto era solamente quando mi insegnavi Pozioni e Difesa Contro le Arti Oscure” disse Althea e gli diede, con poco garbo, un batuffolo con dell’alcool, che Severus mise sul braccio. Poi la guardò: “Mi dici cosa ti prende? Una volta non eri così”.
“Una volta era diverso. Eravamo amici” disse lei.
“Pensavo lo fossimo ancora” disse Severus. Althea spostò di lato lo sguardo, non preferendo parola. Quindi Severus aggiunse: “Senti, ho agito in modo sbagliato, ma l’ho fatto per proteggerti”.
“Tu mi hai allontanata! Volevo aiutarti ma… mi hai trattata come se fossi stata una qualunque! Ho rischiato la vita per te” replicò Althea.
“Se sei qui, è anche grazie a me. Non sapresti preparare una pozione decente o riconoscere un attacco di una maledizione se io non ti avessi insegnato tutte quelle cose” controbatté Severus.
“Esatto, sottolinea bene l’“anche”, perché per il resto me la sono cavata da sola!” replicò Althea.
“Ti sbatteranno fuori. Dove andrai? Nel mondo magico servono persone attive e non persone che continuano ad arrivare in ritardo e mancano di disciplina. Magari tra i babbani potresti trovare qualcosa che ti si addica” spiegò Severus.
“Severus Piton, sei…sei…” disse furente Althea.
“Avanti, dillo. Sono uno sporco traditore che ha spezzato il cuore alla sua cara amica di scuola? Oppure sono uno schifoso Serperverde che pensa solo a se stesso? Cosa mi si addice meglio?” disse Severus.
“Volevo semplicemente dirti che sei insopportabile, ma ti sei descritto da solo. Io ti curerò, e una volta che sarai guarito uscirai di qua e le nostre strade si divideranno per sempre. Avrei dovuto farti quell’incantesimo di memoria quando eri svenuto” disse Althea.
“Allora perché non lo hai fatto?” domandò. Althea non rispose. I due vennero raggiunti da Smethwyck, che chiese: “Allora, come andiamo Signor Piton?”.
“Non mi posso lamentare. Eccetto per la compagnia” rispose Severus e guardò Althea.
Anche Smethwyck la guardò, per poi domandare: “E che cosa le avrebbe fatto la nostra guaritrice?”.
Althea abbassò il capo, ma lo rialzò quando Severus rispose: “Non intendevo lei. Ma gli altri pazienti che mi stanno accanto. Adoro il loro silenzio, ma sono così noiosi e sicuramente anche imbranati”.
“Le loro capacità sono compromesse da morsi di creature o incantesimi potenti” disse Smethwyck.
“Oh, per piacere. Non penso che siano più gravi di me. Sono stato morso da un serpente molto velenoso, eppure sono qua a dirvi della vostra mancanza di efficienza e di occuparvi delle richieste dei vostri pazienti” disse Severus.
“Che cosa intende dire?” chiese il dottore.
“Che la Signorina Carter è molto più efficiente di voi, seppur continuiate a lamentarvi della sua poca disciplina. Se intendete davvero cacciarla, almeno cercate di trattarla con più dignità. Dopotutto, da quello che so, è una bravissima esperta in Pozioni. Non quanto me, ovviamente, ma, almeno, non penso abbia mai fatto morire qualcuno qua dentro. Dovreste ritenervi fortunati ad averla come guaritrice” spiegò Severus.
Althea e Smethwyck rimasero senza parole. La prima perché non si sarebbe mai aspettata che Severus la difendesse e il secondo perché ora gli risultava difficile licenziare quella donna, divenuta la pupilla di uno dei maghi più potenti in circolazione.
“E ora, se non le dispiace, vorrei rimanere da solo con la Signorina Carter. E, per piacere, isolatemi da questi altri noiosi pazienti” disse Severus.
Senza obiettare, con un solo colpo di bacchetta, Smethwyck aprì la paratia che divideva il letto da quello degli altri. Poi se ne andò.
Althea guardò Severus, chiedendogli semplicemente: “Perché?”
“Vorrei che ricominciassi a fidarti di me, proprio come una volta. Vorrei ristabilire la nostra amicizia, prima di lasciare questo mondo” rispose.
“Tu non morirai. Farò di tutto perché tu viva. Non posso permettermi di perderti. Quello che hai detto è vero: non mi è mai morto un paziente e, di certo, non sarai tu il primo. Metterò in atto tutto ciò che mi hai insegnato. Te lo prometto” disse Althea. Severus fece un piccolo sorriso.
Venne sera ed Althea se ne ritornò a casa, seppur aveva proposto di poter rimanere ad assistere Severus per tutta la notte, ma il pozionista, su insistenza, l’aveva invece mandata via, dicendole chiaramente: “Non mi serve accanto una strega che si addormenterà ogni cinque minuti. Si ragiona e discute meglio con la mente riposata”.
Era talmente stanca che si coricò direttamente sul letto, non cenando e nemmeno cambiandosi.  Guardava il soffitto, ripensando agli avvenimenti della giornata. Tra tutte le persone, non si sarebbe mai immaginata di rivedere Severus. Avevano perso i contatti da tempo e anche l’amicizia. Lei gli aveva sempre voluto bene, più di un amico, mentre lui le aveva voltato le spalle. Voleva aiutarlo, ma Severus l’aveva cacciata e, da quel momento, aveva deciso che non avrebbe più avuto nulla a che fare con lui.
La stanchezza la sopraffece e, chiudendo gli occhi, si addormentò. O, almeno, così pensò lei.

 
Riaprì gli occhi. Si trovava ancora sul letto, ma non in camera. Era in una stanza tutta grigia e piena di nebbia. Scese dal letto, guardandosi intorno, anche se non riusciva a vedere nulla. Più avanzava e più la nebbia diventava fitta, finché…
“Non avere paura, mia cara. Dopotutto sono solo il frutto della tua immaginazione… oppure no” disse una voce.
Althea si voltò, ma non vide nessuno. Poi chiese: “Se sei il frutto della mia immaginazione, allora perché ho immaginato di trovarmi in questa stanza così buia ed avvolta nella nebbia?”.
“È la parte più remota della tua mente, dove risiedono quei ricordi che hai voluto dimenticare. Parte del tuo passato che non hai mai voluto tuo. Ma io ti posso aiutare a rammentare chi sei veramente” spiegò la voce.
“E se non volessi?” domandò.
“Ti direi che non hai scelta. Non almeno in futuro. Per ora ti suggerisco di ponderare con cautela le tue decisioni, perché esse costruiranno la tua strada” rispose la voce.
“Perché mi stai dicendo tutto questo? Chi sei? Fatti vedere” disse Althea, iniziando ad aver paura.
“Diciamo che sono la voce della tua coscienza, e solo quando avrai riabbracciato il tuo passato, allora sarà lì che mi vedrai” rispose la voce.
“Ti prego, non andartene. Non lasciarmi sola” disse Althea, cercando la voce, ma questa disse: “Ma tu non sarai mai sola. Cerca nel tuo passato e troverai le risposte a tutte le tue domande”. E fu il nulla.
“No! Torna indietro! Sono pronta! Fatti vedere” disse Althea. Si guardò intorno, ma non vide né sentì nessuno. Aveva paura. Era da sola e iniziava anche a sentire freddo.
Presa dal panico, corse per la stanza, in cerca di una via d’uscita, ma tutto ciò che trovava erano pareti, oscurità e nebbia. Si fermò e, abbassandosi, si portò entrambe le mani sulla testa. La vista le si annebbiò a causa delle lacrime che le si formarono negli occhi.
Sobbalzò quando qualcuno le mise una mano sulla spalla. Alzò lo sguardo, ma non riuscì a distinguere chi fosse. Costui le porse una mano per farla rialzare. Lei continuò a guardarlo, ma metà della persona era avvolta nella nebbia. Vide solo dite lunghe e affusolate che poi si spostarono sulla manica del braccio sinistro, tirandogliela su, ma Althea gli bloccò il polso, prima che potesse andare oltre. Lo guardò in viso o, almeno ci provò e…

 
Althea riaprì gli occhi. Si sedette e guardò l’orologio sul comodino: segnava le due. Si passò una mano sul volto. Sarebbe stata una lunga notte.
Si ridistese e osservò il soffitto. Fuori pioveva ancora a dirotto e i lampi illuminavano la stanza quasi a giorno. Ripensò al sogno che aveva appena fatto, anche se non era del tutto convinta che si trattasse proprio di un sogno. Chi era quella persona che le aveva parlato? La stessa anche dalle lunghe e affusolate dita o una differente? Tutto ciò aveva un significato o era solo la stanchezza che le giocava brutti scherzi?
Tante domande le riempivano la testa ma, al momento, nessuna risposta trovava posto. Il suo passato non l’aveva mai tormentata fino a quel momento e lei aveva sempre cercato di dimenticarlo. Ma, dopotutto, il passato ritorna sempre.






Note dell'autrice: Ed eccomi qua, con il terzo capitolo. Vi sta piacendo? Finalmente arriva un pò di suspense ed il misterioso passato di Althea sta ritornando...ma non ora. Grazie a tutti coloro che stanno leggendo la storia; che passano solamente a dare una sbirciatina; che hanno messo la storia tra le seguite e preferite e che l'hanno recensita. Spero che il nuovo personaggio di Althea vi piaccia e che non sia andata (per ora) troppo fuori personaggio per Severus.
Grazie ancora alla mia amica Lucia
Vi aspetto con il prossimo capitolo.
Buona notte, miei cari maghi e streghe

 
 
 

 

 
  
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