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Autore: Erica la Yaya    20/05/2020    0 recensioni
//Inazuma Eleven//
Jude Sharp e Caleb Stonewall, dopo aver vinto il FFI, continuano a vedersi tra loro e con la squadra.
Il secondo non esita, in questi momenti, a infastidire e provocare il regista, mandando quest'ultimo in confusione.
Ovviamente non sanno che, dopo 10 anni, la loro relazione ha preso pieghe ben diverse da quelle che i due immaginano.
E, a causa di un'anomalia, avranno occasione loro stessi di vederle in prima persona.
Riusciranno a crederci?
Genere: Commedia, Fluff, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Caleb/Akio, David/Jiro, Joe/Koujirou, Jude/Yuuto
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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~🕛

La Inazuma aveva appena finito di allenarsi. Mark aveva detto che, anche se avevano vinto il FFI, dovevano comunque tenersi allenati per qualsiasi altra minaccia o questione che gli si fosse presentata davanti: tutti erano d'accordo ed avevano, in seguito, accordato le date per gli allenamenti. Erano già tutti andati via dagli spogliatoi, mentre Jude, il regista della squadra, non aveva ancora finito di cambiarsi, dato che aveva speso del tempo prima per discutere varie strategie di squadra con l'allenatore Travis. Non sapeva, però, che non era l'unico a non essere andato via.

"Giornata intensa, né Sharp?" sentì dire lui. Si girò, vedendo Caleb appoggiato allo stipite della porta, braccia incrociate sul petto, con il suo solito ghigno stampato in faccia, che lo osservava.

"Stonewall. Perché sei ancora qui?" disse, freddo, distogliendo lo sguardo e sistemandosi il mantello.

"Quanto siamo antipatici! Nessuno ti ha insegnato a rispondere alle domande, prima di farle tu?" lo sfottè l'altro. Il rasta roteò gli occhi, coperti dagli occhialini, per poi prendere il suo borsone, avviandosi verso l'uscita, ovvero la porta sulla quale Caleb era appoggiato. Appena quest'ultimo capì le intenzioni del regista, spalancò entrambe le braccia posizionandole sugli stipiti, bloccando così il passaggio. Arrivato davanti a lui, Jude si fermò.

"Spostati, devo passare."

"E il cielo è blu. Genio è ovvio che devi passare, secondo te perché mi sono messo qua davanti?" lo prese in giro nuovamente, ghignando. Jude sospirò, rassegnato, per poi voltarsi indietro, nell'intenzione di usare la porta sul retro. Caleb, intuendolo, si spostò subito, sorpassandolo velocemente, credendo che il regista volesse davvero usare l'altra uscita. Rimase piuttosto sbigottito quando, con uno scatto fulmineo degno di Nathan, Jude si girò velocemente sulle punte e corse alla porta iniziale, imboccando il corridoio di questa. Si fermò, voltandosi, mostrando al punk un sorrisetto divertito, per poi riprendere a camminare tranquillamente. Caleb sbuffò, e lo rincorse finché non gli arrivò di fianco, camminando poi al suo passo, mettendo le braccia dietro la testa.

"Sei davvero un guastafeste."

"E tu ti stai comportando da bambino." Il castano sbuffò nuovamente.

"Perfettino."

"Testardo."

"Noioso."

"Infantile."

"Ma è possibile che non ti vada mai di scherzare o fare qualcosa di divertente?"

"Divertirsi non vuol dire che devi disobbedire alle regole."

"Ma così è più elettrizzante, sai, dovresti provare ogni tanto." ghignò l'altro.

"No grazie, non ci tengo ad essere espulso dalla squadra, a differenza tua." rispose Jude, guardandolo negli occhi, continuando a camminare. Il punk strinse i denti.

"Che colpo basso. E poi sarei io lo stronzo." gli disse acido. Aveva capito che il rasta si stava riferendo a tutte quelle volte che, in passato, aveva compiuto azioni sbagliate, che avevano danneggiato lui stesso e la squadra. Non era stato cacciato via solo perché Mark lo aveva sempre difeso, dicendo che era un elemento come tutti all'interno dell'Inazuma.
Caleb non riusciva ancora a capire perché si fosse preso una sbandata per quell'irritante regista. Forse perché era intelligente e, anche se non lo ammettevano, in campo insieme lavoravano bene, praticamente in perfetta sintonia. Forse perché, in fondo, sapeva che a Jude importava qualcosa di lui, dato che il capitano gli aveva riferito che oltre a lui anche il rasta l'aveva, silenziosamente, sempre difeso. Forse perché trovava particolare il suo modo di comportarsi. Forse perché si divertiva a stuzzicarlo, ed ora che ci pensava, adorava farlo, nei più svariati modi. A questi pensieri si calmò un poco, e decise di provare il tutto per tutto.

"Jude." lo chiamò, fermandosi, con tono serio.

"Che c'è?" rispose il rasta, fermandosi a sua volta, guardandolo. Caleb si stupì della calma che c'era nel suo tono, accompagnato da un qualcosa che non riuscì a riconoscere. Stanchezza? Tristezza? No...sembrava più...quasi... preoccupazione? Era mai possibile?

"Io..." cercò di dire il punk, mordendosi poi il labbro inferiore, guardando poi in basso. Jude si allarmò un poco al comportamento così inusuale del castano, quindi gli si avvicinò.

"Caleb, va tutto bene? Cosa devi dirmi?" disse lui, ansioso. Ansioso? Ebbene sì, l'impassibile Jude Sharp era preoccupato per Caleb Stonewall, lo "stronzo" della squadra. Infondo, dopo tutto, gli piaceva tanto. Se all'inizio non lo sopportava, adesso gli stava a cuore, perché aveva capito e compreso i comportamenti del punk, aveva visto il suo vero carattere, il suo attaccamento e rispetto verso la squadra. Quando quella sua maschera di strafottenza cadeva, mostrando ciò che provava veramente, senza nasconderlo, erano momenti molto rari, che Jude, onestamente, adorava. Lo trovava tenero, ecco tutto. Niente più, niente meno. Credeva.

"Caleb, allora?" lo incitò Jude, vedendo che non rispondeva, con tono sì autoritario, ma anche dolce, cosa che non sfuggì al castano, che si trattenne dal sorridere. Non poteva cedere adesso.

"Io...ho...bisogno di un tuo consiglio." disse lui, mostrandosi a disagio.

"Oh." fu tutto quello che Jude seppe dire. Non si aspettava certo una proposta del genere, soprattutto da parte sua, che era molto, troppo, testardo.

"Certo, dimmi." disse. Caleb si trattenne, di nuovo, mordendosi l'interno della guancia; poi rispose.

"Come ti comporti quando... be', quando ti piace qualcuno?"
Jude alzò un sopracciglio, segno che non stava comprendendo appieno.

"Cosa intendi di-"

"Intendo dire che se mi confessassi senza mezzi termini alla persona che mi piace per poi sbatterla al muro e baciarla non credo sarebbe un problema, no?" chiese, innocentemente.
Jude assottigliò gli occhi: a Caleb piaceva qualcuno? E chi era? Uno della squadra? Una manager? Qualcuno che non conosceva? Troppi pensieri in testa e zero risposte: non capiva perché dovesse piacere qualcuno a Caleb. Un attimo... perché si stava facendo tutte queste paranoie? Era davvero così geloso?

"Forse è un po' troppo diretto..." riuscì a dire, borbottando. Caleb avrebbe voluto tanto, in quel momento, scoppiare a ridere: il palese disagio in cui aveva messo il rasta era, a suo parere, fantastico. Purtroppo però, non poteva.

"Be'," disse, con nonchalance "lo sai che sono più un tipo da fatti e non da parole: non mi piace girare intorno alle cose." disse, ghignando.

"Fai quello che credi sia giusto allora." rispose il regista, distogliendo lo sguardo e riprendendo a camminare. Caleb scoppiò a ridere, raggiungendo Jude, che lo guardò male.

"Sei davvero così geloso? Da te non me lo aspettavo di certo." disse.
Il rasta si fermò, nuovamente, lanciandogli un'occhiata di fuoco.

"Mi hai preso in giro? Davvero?" domandò, digrignando i denti.

"Oh scusami," disse, ridacchiando "ma dovevo capire-"

"Capire che cosa? Che sono stato un emerito imbecille solo per il fatto di averti ascoltato?" lo interruppe l'altro, furioso.
Caleb sgranò gli occhi: non si aspettava una reazione del genere.

"Stavo solo scherzando! Non pensavo che la prendessi così seriamente." cercò di giustificarsi lui.

"Avrei dovuto andarmene via subito." disse il rasta, dirigendosi verso l'uscita a passo spedito, seguito da Caleb, che cercava di capire perché si comportasse così.
Poi capì.

"Aspetta un attimo..." disse, prendendo la manica di Jude, bloccandolo.

"Lasciami andare!" disse, per poi cercare di liberarsi, lasciando a terra il borsone, invano: la presa di Caleb era ferrea.

"Tu eri seriamente preoccupato?! Per me?!" esclamò il punk, ghignando. Il regista stette in silenzio, arrossendo impercettibilmente.

"Io...non-"

"Sei arrossito."

"Cosa?"

"Non ci credo." disse, avvicinandosi pericolosamente al rasta, il quale indietreggiò un poco, colto nel segno.

"Cosa stai-" non riuscì a finire la frase che Caleb gli prese i polsi con le mani, sbattendolo al muro del corridoio, portandogli le braccia di fianco al capo. Erano solo a pochi centimetri di distanza e il rasta, inevitabilmente, arrossì di più.

"Io ti piaccio. Assurdo." disse Caleb, felice come una Pasqua, anche se non si sarebbe detto, dato che continuava a ghignare in maniera un poco inquietante.

"Ma tu-"

"Credevo di non avere nessuna possibilità con te."

"...cosa?"

Caleb sbuffò.

"Non ci sei ancora arrivato? Mi piaci, stupido regista." disse, senza mezzi termini.
Jude sgranò gli occhi, incredulo: lui ricambiava?
Stava per ribattere, quando il castano gli si avvicinò al volto: questo prese il laccio centrale degli occhialini con i denti e li tirò giù, scoprendo così gli occhi del rasta. Restò a bocca aperta quando li guardò. Erano bellissimi.

"Ehm...ecco, io..." cercò di dire qualcosa Jude, imbarazzato, mentre distoglieva lo sguardo da quello di Caleb. Quest'ultimo, senza se nè ma, si sporse in avanti, con l'intento di baciarlo, ma non ci riuscì, perché scomparve. Letteralmente.
Cosa era appena successo?

~🕐

 

 

Autrice's space:

Allora, spero che questa storia vi possa interessare.

P.s. Volevate quel bacio eh? AHAHAH INVECE NO!
Immagine ingannevole 😂
Va bene okay la smetto-
Ciaoo

 
 
 
   
 
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