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Autore: Erica la Yaya    27/05/2020    1 recensioni
//Inazuma Eleven//
Jude Sharp e Caleb Stonewall, dopo aver vinto il FFI, continuano a vedersi tra loro e con la squadra.
Il secondo non esita, in questi momenti, a infastidire e provocare il regista, mandando quest'ultimo in confusione.
Ovviamente non sanno che, dopo 10 anni, la loro relazione ha preso pieghe ben diverse da quelle che i due immaginano.
E, a causa di un'anomalia, avranno occasione loro stessi di vederle in prima persona.
Riusciranno a crederci?
Genere: Commedia, Fluff, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Caleb/Akio, David/Jiro, Joe/Koujirou, Jude/Yuuto
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Futuro, 10 anni dopo

~🕑

Caleb aprì il suo appartamento, aprendo la porta ed entrando, per poi chiuderla a chiave. Con un grosso sospiro gettò malamente la giacca sull'attaccapanni, non curandosi se fosse caduta a terra o meno.

"Ciao Caleb, bentornato." sentì dire il castano. Guardò la sala: lì sul divano c'era Jude -il suo Jude- che gli sorrideva lievemente, mentre abbassava il giornale che stava leggendo per poterlo guardare.

"Ciao." rispose, stanco, tant'è vero che il rasta, preoccupandosi, mise via il giornale, poggiandolo sul comodino lì vicino, per poi alzarsi dal comodo giaciglio.

"Tutto bene? Sembri piuttosto stanco..." disse, andandogli incontro. Il castano lo liquidò con un gesto della mano e, sorpassandolo, si sdraiò scompostamente sul divano, occupandone la maggior parte.
Jude lo guardò stranito: aveva davvero fatto tutto questo solo per rubargli il divano?

"Che giornata di merda." sentì dire da Caleb.
Ah, ecco. Ora gli sembrava tutto più normale. Sospirò, non più preoccupato, e si diresse sul sofà , sedendosi su un piccolo angolo non ancora occupato dal castano.

"Cosa è successo a lavoro?" chiese per conversare e per, magari, farlo sfogare, invece che lasciarlo con un peso inutile nel petto.
Sentì come risposta vari mugulii, mentre il punk si girava a pancia in giù ed appoggiava la testa ed il braccio sulle cosce dell'ex regista che, intanto, prese ad accarezzargli i capelli.

"In pratica quello stronzo del mio capo ha minacciato di licenziarmi...solo perché ho rotto una scrivania..."
Jude sgranò gli occhi, coperti dai suoi occhiali verdi, smettendo per un attimo di coccolare la testa del castano, che in risposta lo guardò male.

"Hai rotto una scrivania? Davvero?" chiese Jude, con un tono tra il rimprovero e l'incredulità. Probabilmente doveva ancora farci l'abitudine.

"Sì, ma non è che fosse una scrivania pregiata: faceva schifo, era piena di tarli e-"

"Non è questo il punto, l'hai comunque rotta. Dovresti controllare di più la tua rabbia." disse il rasta, autoritario. Caleb in risposta sbuffò irritato, mettendo una mano a sostegno del volto, poggiando il gomito sulla gamba dell'altro.

"Cos'è, vuoi andarmi contro anche tu oggi? La giornata fa già abbastanza schifo senza te che ricalchi la dose." sputò fuori lui, infastidito.
Jude inizialmente non rispose, riprendendo ad accarezzargli i capelli, e riprese il suo discorso.

"Ma capirai anche tu che non puoi distruggere un intero edificio per colpa dei tuoi sbalzi d'umore."

"E chi me lo impedisce?"

"Caleb..."

"Che palle, va bene. Stavo scherzando." rispose, sbuffando, guardando poi Jude e facendo una smorfia.

"E togliti 'sti...'sti cosi." disse, sventolando una mano davanti alla faccia dell'ex regista, ritornando poi alla posizione iniziale, in attesa di coccole anti-stress. Il rasta sospirò, per poi togliersi gli occhiali, poggiandoli sul comodino, lasciando così scoperti i suoi occhi, i quali furono subito oggetto delle attenzioni del punk, che, pur senza essersi alzato, aveva girato la testa in modo da poterlo guardare in faccia.

"Non ho ancora capito perché te li copri: sono bellissimi."

"Lo sai già perché...se lo faccio con qualcuno con cui non sono in confidenza, mi sento a disagio."

"Allora mi posso ritenere fortunato." rispose lui, ghignando, facendo roteare gli occhi al rasta, che però sorrise, riniziando a fare le carezze a Caleb, che chiuse gli occhi; ma non la bocca.

"Sai, rimorchieresti mille volte di più se andassi in giro senza quei cosi." disse, col suo ghigno stampato in faccia.

"Vorresti che abbordassi qualcun'altro che non sia tu?" chiese l'altro, divertito.

"Tsk, ovviamente no. Ti ammazzerei. E poi ammazzerei le persone con cui ci hai provato," disse il castano, per poi continuare "vorrei solo passare più tempo insieme a te."

Jude sorrise, intenerito: la schiettezza di Caleb era una caratteristica che aveva sempre apprezzato di lui, e da quando il loro rapporto si era evoluto, la apprezzava anche di più. Tranne quando faceva esageratamente il pervertito, ma ormai non gli dava più fastidio.

"Guarda che stiamo un sacco di tempo insieme." gli rispose questo, facendo alzare un sopracciglio al ragazzo appoggiato sulle sue gambe, riprendendo poi a parlare.

"Inoltre condividiamo lo stesso tetto, quindi..." disse, facendo sbuffare il castano.

"Si, lavori diversi, posti diversi, zero tempo libero...bella merda." disse, ironicamente.

"Non mi sembrano lavori così diversi: io alleno la squadra della Royal e tu ne sei il consulente. Non credo che-"

"Cazzo Jude, siamo in due edifici completamente diversi!" disse lui, interrompendolo, alzandosi parzialmente.

"Quindi non essere stupido." riprese in seguito. Il rasta lo guardò dispiaciuto, e Caleb si pentì un poco di avergli urlato contro.

"Scusa" sussurrò poi infatti, sedendosi sulle gambe dell'ex regista e poggiando la testa nell'incavo del suo collo, "è che sono stanco." concluse.

"Hey, va tutto bene, tranquillo." disse l'altro, non smettendo di accarezzargli la testa: quella giornata doveva essere stata fin troppo terribile anche per una roccia come lui se era riuscito a ridurlo così. Dopo qualche minuto di coccole, Caleb spezzò il silenzio.

"Hey." disse, con voce stranamente calma e suadente, posizionando il proprio viso frontalmente a quello del rasta, che lo guardava incuriosito e divertito.

"Pensandoci, sai cos'altro condividiamo?" continuò lui, mentre sorrideva maliziosamente. Non diede tempo a Jude di provare a rispondere che svelò già la risposta.

"Il letto" disse, posizionando le mani sulla cravatta del ragazzo, "e, sempre pensandoci..." si fece più vicino al suo volto "...è tanto che non ne approfittiamo, non credi?"

Il rasta roteò gli occhi, anche se pure sulle sue labbra era nato un sorrisetto: labbra che Caleb non smetteva di guardare.

"Caleb, non dovremmo, tu sei stanco, io devo compilare ancora varie cose, e domani-"

"Quanto sei guastafeste, fai almeno stasera. È da troppo tempo che non-"

"Okay, va bene, ho capito" lo interruppe l'altro, alzando una mano, continuando poi il discorso, "però dovresti veramente considerare-"

"Troppo tardi." si intromise il castano, per poi fiondarsi, letteralmente, sulle labbra del rasta, coinvolgendolo in un bacio voglioso e passionale sin da subito. Tirando a sé la camicia dell'ex regista, il castano fece cadere entrambi dal divano, ribaltando velocemente le posizioni, col risultato che lui fu a cavalcioni sopra l'altro.

"Sei...davvero...un bambino." disse Jude, riprendendo fiato, mentre il punk iniziava a slacciare velocemente la cravatta del ragazzo sotto di lui e ad aprire i bottoni della camicia.

"Un bambino cresciuto," ghignò Caleb, senza smettere il suo lavoro "e soprattutto impaziente." disse, ammirando soddisfatto il suo operato: ora aveva libero accesso al petto del rasta, e prese a studiarne e fissarne i muscoli non esagerati ma ben in evidenza.

"Io sarei qui sopra." si lamentò quello, facendo ridacchiare il castano.

"Che gelosone, dammi un attimo e sono da te." rispose, mentre si avvicinava sempre di più. Jude riuscì a malapena a sussurrare uno "stupido" prima che Caleb si rifiondasse sulle sue labbra, riprendendo il bacio che avevano prima interrotto. Senza smettere di baciarlo vogliosamente, il punk setacció con le mani tutto il petto dell'altro, facendo una maggiore pressione nei punti in cui sapeva che faceva più effetto sul rasta. Questo fece lo stesso, infilando le mani sotto la maglietta del castano, esplorando il suo busto, frenetico. I sospiri sempre più frequenti e la pelle che diventava calda a quei tocchi stavano facendo diventare l'atmosfera tra i due sempre più bollente. In seguito Caleb smise di baciare l'altro solo per andare sul suo collo, mordicchiando prima la parte sotto l'orecchio, per poi scendere giù, fermandosi sempre a mordere quella pelle delicata, fino ad arrivare all'attaccatura tra collo e spalla, dove vi fece un succhiotto, dopo aver addentato anche quella. Un sospiro più profondo da parte della vittima fece mettere al castano le braccia di fianco al capo di quest'ultima: era arrossito un poco e cercava, invano, di riprendere in minima parte fiato. Probabilmente, pensò, lui era nelle sue stesse condizioni.

"Caleb..." disse Jude, facendo mordere il labbro al nominato, per poi sollevare un po' il busto facendo pressione sui gomiti. Il punk si sporse in avanti, per ricominciare a baciarlo, ma non ci riuscì, poiché scomparve. Letteralmente.
Cosa era appena successo?

~🕒




 

Autrice's space:

 
Dato che su Wattpad questa storia arriva fino al capitolo 7, vorrei pubblicare ogni capitolo con qualche giorno di distanza, giusto per mettere suspense ùwù

Comunque spero vi stia piacendo ^^

Per chi volesse su Wattpad (dove sono più attiva) sono YaraThunder :3
   
 
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