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Autore: httpjohnlock    20/05/2020    1 recensioni
“Mio caro Watson, come si bacia una donna?" Il mio amico, il signor Sherlock Holmes, pareva tremendamente serio.
"Mi state prendendo in giro, immagino. Non sapete come dare un bacio ad una donna?" I miei occhi erano fissi nei suoi. Mai mi sarei aspettato una simile rivelazione.
“Difficilmente è materia di studio.”

Questa storia non mi appartiene, è una traduzione di "Kissing Sherlock Holmes" di T.D. McKinney.
Genere: Avventura, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Nuovo personaggio, Sherlock Holmes
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Chapter 8 (2nd pt) 




 
Quando mi svegliai il mattino dopo, Holmes e Robert erano già andati a cavalcare. La testa mi doleva molto meno e riuscii da solo a cambiar posizione. Stare in piedi, comunque, mi provocava un'ondata di vertigini e rapidamente finivo per crollare sul materasso. Ero indeciso tra il suonare il campanello e il preservare il mio orgoglio, quando sentii dei passi leggeri avvicinarsi alla porta.
“Dottor Watson? Posso esservi utile?” Levi Somersby era in attesa di una mia risposta, tutto impettito nel suo completo nero già a quell'ora del mattino. “Lord Robert ha pensato che potreste volere il mio aiuto, mentre lui e il signor Holmes sono via.” La sua espressione non lasciava trasparire nessuna presa di posizione.
“Se non è di disturbo.” Alzò un sopracciglio al mio tono stanco. “Perdonatemi. Non sono abituato ad essere di tale intralcio. È piuttosto irritante. Sarei più che lieto di ricevere le vostre cure, signor Somersby, grazie. Ieri mattina il gabinetto sembrava molto più vicino.”
La sua espressione severa si rilassò un po'. “Non ne dubito, signore.” Mi raggiunse per aiutarmi. Mi appoggiai a lui un po' più di quanto avrei voluto, ma con il suo aiuto la stanza girava molto più lentamente. Il suo tocco era incredibilmente gentile e possedeva una notevole forza fisica. M'infastidiva quanto mi rendesse goffo il non essere in grado di reggermi con il braccio sinistro, ma nel frattempo Somersby tornò indietro e mi aiutò a sedere sulla sedia. “Credo che per oggi rinuncerò all'abbigliamento elegante, Somersby. Una normale camicia e dei pantaloni andranno bene.”
“Avete intenzione di alzarvi, oggi? Il signor Holmes non ne sarà contento. Ha detto che vuole che riposiate.” Quell'atteggiamento ansioso mi divertì un po'. Holmes riusciva davvero a farsi temere. “Pensavo magari ad una camicia da notte nuova.”
"Non stavo pensando di andare in città. Va bene, ma voglio provare a far colazione in salotto. So che per le scale è meglio rimandare.”
“Molto bene, signore.” Se non fosse per lo scintillio nei suoi occhi scuri, avrebbe avuto l'aspetto e il tono di un comune domestico. “Vi aiuterò a vestirvi e chiamerò per la colazione. Avete qualche preferenza? La cuoca prepara sempre una grande varietà di pietanze, sono certo che troverete qualcosa che vi aggradi.” Lo scintillio aumentò. “Dopotutto, siete l'amico più caro del nostro nuovo padrone.”
Se non fosse stata per la completa discrezione che sapevo che Lord Robert ed Ernest Craye avevano mantenuto, sarei rimasto molto più scosso da quel commento così sfacciato. Un mesto sorriso ebbe la meglio su di me. “Scommetto che non vi perdiate molto, vero, Somersby? E la colazione sembra perfetta. Sarebbe possibile avere delle fragole fresche? Holmes ha menzionato le serre, e devo ammettere che le ho desiderate per tutto l'inverno.”
“Vedrò se ne hanno raccolte. Magari con un po' di panna?” Parlava mentre mi aiutava a vestirmi. Sapevo per esperienza quanto mi rendesse inutile avere un solo braccio. Quando mi abbottonò la camicia si fece pensieroso. “Dottore, Lord Robert era piuttosto sovraeccitato stamattina. In realtà, non l'ho mai visto così agitato. È ovvio che il signor Holmes lo sta aiutando in qualche modo. C'è niente che io possa fare per... aiutarlo?”
Mi chiesi quanto, per quanto poco, potessi dirgli. Le prove contro il signor Craye, per quanto superficiali, erano piuttosto circostanziali e non volevo infliggere accuse. “Credo che ora come ora, la miglior cosa che possiate fare per aiutare Lord Robert sia di assicurarvi che di notte riposi. Vorrei poter dire di più, ma quello è compito di Holmes. So che l'intera faccenda con Jack ha portato Robert al culmine. Povera, magnifica creatura...”
“Non condivido la passione di Lord Robert per i cavalli, ma ammiro il loro essere creature gentili e lavoratrici. Non mi piace vederle ferite.” Mi sistemò sulla sedia, assicurandosi che stessi comodo. “E non mi piace vedere Lord Robert così scosso. È un uomo gentile.”
“Lo è.” Mi assalì un pensiero. Forse potevo ancora aiutare Holmes nella sua indagine senza rivelare troppo. Ci pensai mentre Somersby mi sistemava uno scialle sulle gambe e ne prendeva un altro. “Credo che parte della sua preoccupazione, tuttavia, sia per Mr. Craye. Ha detto che è stato piuttosto distratto di recente.”
Somersby fece una pausa, lo scialle nella mano. “Credo che Lord Robert potrebbe avere ragione.” Sistemò lo scialle lavorato a maglia attorno alle mie spalle. 
"Per qualche tempo Craye è stato una preoccupazione." La bocca sottile di Somersby si contrasse in segno di disapprovazione. “Qualcosa è cambiato nell'atteggiamento di Ernest Craye verso Lord Robert. Non sono certo di cosa sia, ma è evidente.” Un mio debole incoraggiamento fu sufficiente per farlo continuare. “Il mio capo adora Ernest. Se fosse una donna, sarebbe Lady Stepney già da molto tempo. Ho a lungo pensato che l'adorazione di Lord Robert fosse tornata. Fino a quest'anno. Ora mi chiedo se ad Ernest importi affatto.”
“Come mai?” Sorrisi allo sguardo che mi lanciò. “Scusatemi. Il pericolo di stare così tanto a contatto con Holmes. Vi consiglierebbe di indagare su come si sia manifestata questa apparente mancanza di affetto.” 
“Mr. Holmes dev'essere un uomo molto difficile con il quale vivere, dottor Watson. Senza offesa, ma voi avete una straordinaria forza di nervi e la pazienza di Giobbe. Mi servirebbero queste qualità, per non ferire Ernest Craye.” La rabbia colorì il viso di Somersby e un muscolo della sua mandibola scolpita si contrasse.
“Di recente —e con questo intendo circa l'anno scorso— ha trattato il mio padrone con sempre più distanza. Prima di quest'anno, quando erano soli, Ernest era amorevole e attento. Due persone veramente innamorate. Avrei definito così Lord Robert ed Ernest. Ma nora non più. Non credo che Ernest ami affatto il mio padrone. Tocca a malapena Lord Robert. Non gli riserva nemmeno una parola o uno sguardo.” 
“Ha mai detto qualcosa? Scatti d'ira, commenti taglienti?” Avrei voluto aver visto il giovane per più di sguardi fugaci. Non avevo nulla con cui valutare le osservazioni del maggiordomo.
“Oh, no, nulla di simile. Avrei avuto qualcosa da dire, se solo avesse osato. Semmai è tutto il contrario. È del tutto sottomesso. Non incontra mai lo sguardo di Lord Robert; risponde nel modo più docile. Insieme a Lord Robert tenevano lunghissime conversazioni riguardo libri e dipinti, e ognuno esprimeva la sua opinione nei toni più forti. Ora Ernest si accontenta di concordare con qualsiasi cosa Lord Robert dica. È come se non gli importasse abbastanza neanche per discutere.” L'uomo descritto da Somersby non sembrava qualcuno del quale Robert potesse innamorarsi. Non l'uomo degli ultimi mesi. “Sapete se Lord Robert ha provato a parlargliene? A chiedergli direttamente cosa c'è che non va?”
“Ernest giura che non è cambiato nulla; ama il mio capo più di quanto ami la sua stessa vita. Non ci trovo un senso, dottor Watson. Non uno. Ernest Craye non è lo stesso uomo di due anni fa, e non ho idea del perché.”
“È un puzzle. Forse Holmes potrebbe aiutare Robert a capirci di più in questa storia. Grazie per l'aiuto, Somersby. Siete una piacevolissima compagnia. Sono una creatura sociale, e non gradisco i lunghi momenti di solitudine. Le fragole e la panna andrebbero benissimo, e magari quale uovo bollito e un toast. E il tè invece del caffè, finché Sir Thomas non si accerterà del mio certificato di buona salute.”
Il maggiordomo mi fissò per un momento, poi si rilassò. “Volete che resti mentre voi mangiate, sir? La nobiltà è più... diretta, nel dare ordini.”
“Non mi dispiacerebbe affatto, ma credo abbiate dei doveri verso Robert. Non vorrei privarvene.” Sorrisi al leggero colpo alla porta. “Credo di star per avere compagnia, perciò non sarò solo. Se è Lady Lucy, vi prego di dirle che è la benvenuta.”
Gli occhi di Somersby brillarono di nuovo. “Certamente.” Si mosse per far entrare la donna. Non potei non sorridere all'affascinante vista di lei in un delicato abito di mussola pregiata e pizzo. I delicati fiori blu sparsi le donavano davvero molto.
“Buongiorno, John. Vedo che state meglio, o abbastanza da esser così testardo da aver lasciato il letto.” Il mezzo cipiglio sulle sue labbra carnose non sminuì la sua bellezza. “Mi auguro che Somersby sia stato severo come di solito lo è con Robert.”
“Mr. Somersby è molto gentile, specialmente nei confronti di una persona che non ha diritto di richiamarlo. Ha la mia più profonda gratitudine.” Le indicai una sedia. “Sedetevi, cara Lucy. Somersby ha appena ordinato la mia colazione. Gradite qualcosa?”
“Il dottor Watson stava dicendo che delle fragole fresche e della panna sarebbero un'ottima idea, milady. Non è un problema prenderne per due.” La voce di Somersby non era allusiva. Un tale gentiluomo. “Magari anche un tè?” “Ottima idea.” La donna sorrise e si sedette. “Ammetto di essermi svegliata particolarmente tardi, con tutta l'attività di ieri. Chiedereste alla cuoca di aggiungere un piatto di focaccine, Somersby? Temo di essermi abituata ad avere le focaccine insieme al tè. E le sue sono le migliori di tutta la contea.”
“Ne sarà onorata, milady.” Somersby si inchinò ed uscì. Devo ammetterlo: il suo atteggiamento era molto diverso da quello della signora Hudson. Lucy fece il giro del tavolino e toccò la mia mano buona. “Avete un ottimo aspetto, John. Come vi sentite?”
“Meglio. Non mi sono ripreso del tutto, ma sto molto meglio. Credo che il peggio sia passato...” Le strinsi un po' le dita. “E mi sento molto meglio nell'avere una tale compagnia, stamane.”
  
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