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Autore: EleAB98    21/05/2020    1 recensioni
(SERIE 1*) Hollywood U è una delle università più prestigiose della California.
Jane McMiller, ragazza ambiziosa dotata di grande talento, ha un sogno: diventare un'affermata regista. C'è solamente un ostacolo che s’interpone tra lei e il suo sogno. Thomas Hunt, infatti, il professore più in gamba dell'università, non le darà certo vita facile.
E come se non bastasse, la giovane ragazza si ritroverà, ancora una volta, a scegliere tra l'amore e la carriera.
Due mondi apparentemente inconciliabili, uniti da un filo sottile. Due mondi destinati a scontrarsi con la forza più misteriosa e allo stesso tempo più potente. La forza dell'amore.
Di un amore proibito che li sconvolgerà totalmente...
NOTA: Sono presenti delle citazioni tratte dal romanzo Orgoglio e Pregiudizio di Jane Austen.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime, Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'Alunna e Il Professore'
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“Tesoro mio, si può sapere che hai? È da oggi pomeriggio che ti vedo strana” enunciò Sthepen, non appena rientrò dalla cucina con due tazzine di thé.

Con aria distratta, Rachel la prese tra le mani e per poco non si scottò.

“Ahi!” disse lei, lanciando un piccolo grido.

“Rachel, sta’ attenta!” disse Sthepen, togliendogliela tempestivamente dalle mani.

“Scusami amore, ma sono terribilmente preoccupata.”

“Per cosa?” domandò lui, allarmato.

“Per mio fratello.”

“Thomas?”

“E chi sennò?!”

“Ma dai, Thomas è un uomo in gamba. Per quale motivo dovresti preoccuparti per lui?”

Rachel sospirò e, con coraggio, gli raccontò la vicenda di cui era venuta a conoscenza.

“Sì, mio fratello mi ha detto di essere innamorato. Avanti, non guardarmi con quella faccia! È così strano?”

“Beh, lo è” rispose lui, senza battere ciglio.

Notando lo sguardo poco tollerante di sua moglie, Sthepen modificò immediatamente la sua attitudine.

“Avanti, stavo solo scherzando! A ogni modo, se tuo fratello è di nuovo innamorato, non posso che essere felice per lui.”

“Non se questo rapporto potrebbe condurlo alla rovina psicofisica” rispose lei.

“Che cosa? Cosa intendi dire con questo?” domandò lui, esterrefatto da quella dichiarazione.

“Intendo dire che Thomas sta abusando dell’alcol” rispose lei, cercando di trattenere le lacrime.

“Dici sul serio? E come lo sai?”

In quell’istante, Rachel si coprì il viso con le mani e lui le regalò un forte abbraccio.

“Scusami, mi dispiace” le disse poi. “Non immaginavo che la situazione fosse così grave.”

“Nemmeno io” rispose lei, asciugandosi le lacrime. “Ti confesso che negli ultimi tempi l’ho trascurato e non posso che sentirmi terribilmente in colpa per questo. Ho pensato solamente a te, al nostro futuro bambino e ai miei genitori, anziché pensare a mio fratello. In fondo, ai miei non importa un accidente di lui.”

“Dai, non sentirti in colpa per questo. Hai fatto soltanto il tuo dovere.”

“Non con lui. Quando ero piccola e i nostri genitori non c’erano, Thomas mi è stato sempre vicino a causa dei miei frequenti attacchi di panico. Non mi ha lasciata sola neanche per un istante fino al compimento dei suoi diciannove anni, quando ha cominciato segretamente ad elaborare l'idea per il suo primo film. Fortunatamente, all’età di sedici anni, io ero del tutto guarita dal mio malessere e lui ha potuto coronare il suo sogno. Ma quasi nessuno lo appoggiò e, quando vinse il tanto agognato premio Oscar, io fui l’unica persona della famiglia a congratularsi con lui. E adesso... e adesso, io non ci sono stata nel momento in cui più aveva bisogno di me.”

“Capisco. Ma raccontami bene questa storia. Come hai saputo che...”

“Ieri pomeriggio l’ho chiamato al telefono. Quando mi ha risposto, sul momento credevo di aver sbagliato numero. Non sembrava neanche lui. Sicuramente, aveva bevuto molto... in effetti non era lucido, sebbene riuscisse comunque a formulare discorsi sensati.”

“Beh, potrebbe essersi trattato solamente di un episodio” rispose Sthepen, cercando di minimizzare l’accaduto.

“Non ne sarei così sicura. Qualcosa mi dice che lo stia facendo quotidianamente. E io devo andare a trovarlo, non ce la faccio più a rimanere qui, immobile su questo divano come una stupida.”

Non appena si alzò, Sthepen la seguì per la stanza.

“Non vorrai mica andarci ora! Con il tuo stato non sei in grado di guidare!”

“Allora vieni con me” lo implorò lei. “Ti prego. Devo sapere cosa gli è successo.”

“D’accordo, ti accompagno.”

In men che non si dica, i due si prepararono per uscire e si avviarono in tutta fretta a casa di Hunt.
 

 
***
 

“Maledizione! Possibile che non abbia trovato nessun indizio, nessuna prova che attesti...”

“Nossignore” rispose l’agente segreto, mostrandogli ancora una volta le foto che aveva scattato alla signorina Jane. “Glielo assicuro... ho seguito la ragazza sette giorni su sette e non si è mai, dico mai, incontrata di nascosto con questo celeberrimo professor Hunt. Mio caro Malcom,” disse poi, prendendo a girovagare per la stanza. “mi permetta di darle un consiglio. Cerchi altrove, credo proprio che abbiate sbagliato persona.”

“È impossibile!” ribatté lui, sbattendo i pugni sul tavolo. “La descrizione fisica che mi hanno fornito sulla ragazza è esattamente la stessa che mi ha fornito...”

“La signorina Beverly?”

Stone spalancò gli occhi.

“Come fa a saperlo?”

L’uomo rise sotto i baffi.

“Beh, sono pur sempre un agente segreto. E un agente segreto conosce ogni minimo particolare del suo mestiere...”

“Avanti, si risparmi le prese in giro” rispose lui, cercando di mantenere la calma. “Mi dica come fa a saperlo.”

“D’accordo. Veda, non è la prima volta che delle attrici di successo si recano nella mia agenzia per scoprire degli altarini sul conto di Hunt... e non è nemmeno la prima volta che un’attrice da lui rifiutata tenta di infangare la sua reputazione.”

“Dunque... anche lei conosce il signor Hunt?”

L’uomo scoppiò in una fragorosa risata.

“Avanti, chi non lo conosce? Il suo ultimo film è veramente una bomb...”

“Si risparmi la fatica di descrivermi quel maledetto film” lo interruppe Malcom.

“D’accordo, d’accordo... ma come le ho già detto, non è la prima volta che mi occupo di casi del genere. E sul conto di Hunt, ogni singola accusa nei suoi confronti si è rivelata essere uno squallido tentativo di danneggiare la sua immagine. Quindi non dubito che lo sia anche stavolta” concluse lui.

“Beh, se lo dice lei...” convenne Malcom, simulando un sorriso“Allora la saluto e la ringrazio del suo lavoro.”

“Grazie a lei. Arrivederci Malcom. Non dubito che ci incontreremo di nuovo, magari per un caso un po’ più interessante.”

A mai più. - pensò lui, uscendo dall’agenzia senza dire una parola -.


 
***

 
“D’accordo, allora registrerò la sua assenza” rispose Priya, sbarrando il nome di Hunt e cancellandolo nella lista dei presenti.

Chissà che cosa gli sarà successo.... pensò poi. Non è certo da lui prendersi ben due giorni di aspettativa.

Non appena la segretaria andò via dal suo ufficio, Priya tentò di chiamarlo al telefono ma, ovviamente, non ebbe alcuna risposta. Da quando lei gli aveva confessato di amarlo ancora, lui aveva fatto di tutto per evitare di trovarsi da solo con lei, tagliando definitivamente tutti i ponti. In fondo, come biasimarlo? Non poteva certo aspettarsi una dichiarazione simile da parte sua, sebbene la stessa fosse completamene falsa. Ma la donna aveva semplicemente dato ascolto a Wilson senza pensare alle conseguenze che ne sarebbero scaturite; ed ecco che, adesso, si ritrovò ancora una volta a pensare a Thomas, ai tempi andati e, non seppe spiegarsi il perché, a quella pungente ammissione che egli stesso le aveva riservato ben tre anni fa, il giorno del suo compleanno:
 
“Ascoltami, Priya... io non posso e non potrò mai renderti felice quanto meriti, perché io non ti amo... non quanto mi ami tu, almeno. Mi dispiace davvero non avertelo detto prima, ma non avevo idea che tu volessi costruire un futuro con me. Ti prego di perdonarmi... ho peccato di ingenuità e me ne scuso, sebbene io sappia che mille scuse non bastino. Ma un giorno mi ringrazierai, ne sono convinto.”
 
In quel momento, Priya si ridestò da quel doloroso ricordo che, tutt’a un tratto, le ricordò la sua situazione attuale. Ormai, la donna aveva archiviato il suo passato per concentrarsi sul presente e sulla sua relazione con Wilson. Sì, dopo tanto tempo, la donna era finalmente tornata ad essere felice ma, nonostante tutto, non poté fare a meno di domandarsi se lo fosse anche Hunt.
 

 
***

 
Non appena Rachel giunse a casa di Thomas, pregò suo marito di aspettarla in macchina. Doveva parlare con lui in privato, senza nessun intermediario. Conosceva molto bene suo fratello e non intendeva affatto turbarlo con ulteriori presenze che non gli avrebbero permesso di esprimersi in totale libertà. Con cautela, Rachel salì le scale e suonò al campanello. Dopo qualche secondo, Thomas aprì la porta e, benché il suo stato non fosse dei migliori, fu davvero felice di vedere sua sorella.

“Thomas!” esordì lei, abbracciandolo forte. “Come stai? Sono molto preoccupata per te.”

L’uomo le regalò un sorriso ma, poco dopo, si accasciò sul divano.

“Scusami tanto, Rachel, non avrei mai voluto che tu mi vedessi in questo stato.”

Dando un’occhiata veloce nel soggiorno, Rachel non vide nulla di scandaloso. Nessuna bottiglia di vino gettata a terra, nessun vetro rotto. Sulla scrivania vi era solamente una bottiglia di birra, naturalmente vuota.

“Vedo che hai ripulito il tutto” disse lei, notando il perfetto ordine che regnava in quella stanza.

“Diciamo che ci ho provato” rispose lui, in parte compiaciuto della sua 'opera'.

“Ma i postumi della sbornia ci sono ancora” lo ammonì lei. “Senti, Thomas... io non posso vederti così. Ti prego, raccontami cosa o chi ti ha ridotto in questo stato.”

Thomas le accarezzò la guancia e, per tutta risposta, le diede un abbraccio.

“Sono contento che tu sia qui.”

“Anche io” rispose lei. “Ma non cambiare discorso. Che cosa ti è successo?”

“La verità è che ho un terribile mal di testa” rispose lui, poggiandosi sul divano. “E hai ragione... la sbornia ha soltanto peggiorato la mia situazione. Ma non sono riuscito a controllare le mie emozioni. Per la prima volta, ho perso del tutto il controllo di me stesso.”

“Sicuro che sia stata la prima volta?” domandò lei.

“Sì Rachel...” mentì lui. “Ma ti prometto che questa sarà anche l’ultima.”

“Voglio crederti. Ma ti prego, non farmi più preoccupare così. Questa notte non ho potuto chiudere occhio per il pensiero ricorrente che avevo di te. Mi dispiace non esserci stata nel momento del bisogno” disse poi, scoppiando improvvisamente a piangere.

“Hey,” le rispose lui, prendendo il suo viso tra le mani. “non dirlo nemmeno per scherzo. Tu ci sei sempre stata quando avevo bisogno del tuo supporto.”

“Sì, ci sono sempre stata, ma solamente a livello professionale” singhiozzò lei. “Non mi sono mai prodigata per conoscere i tuoi reali sentimenti, non ho mai...”

“Non è così Rachel, te lo assicuro.” rispose lui. “Io so che tu mi sei vicina anche solo con il pensiero. So che desideri solo il meglio per me. Perciò ti prego, non piangere. In fondo, sto per diventare zio e questa notizia non può che rallegrare il mio stato d’animo.”

A quelle parole, Rachel sorrise. Suo fratello sapeva sempre come consolarla, persino quando avrebbe dovuto essere lei a consolare lui.

“Perdonami se non voglio raccontarti quello che mi è accaduto negli ultimi tempi” proseguì poi. “Ma tutto quello che voglio è dimenticare e raccontarlo non farà altro che gettarmi di nuovo nello sconforto.”

“Tranquillo, ti capisco. Ma promettimi che non abuserai mai più dell’alcol. Fallo per me, ti prego.”

“D'accordo, te lo prometto” rispose lui stringendola a sé.

Ma lo sguardo di Thomas non fu affatto rassicurante. In cuor suo, l'uomo sapeva che non sarebbe stato affatto facile mantenere quella promessa.
   
 
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