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Autore: Lost on Mars    21/05/2020    2 recensioni
È difficile per Lily avere un migliore amico che non perde mai l’occasione di azzuffarsi con suo fratello. È meno difficile aggiustare il naso di Scorpius, nonostante lui non riesca a stare fermo per dieci secondi consecutivi. È facilissimo invece risolvere i problemi altrui, così da non pensare ai propri.
Per Albus, al contrario, è estremamente facile attaccar briga con chiunque gli dia fastidio. È un po’ meno facile stare a sentire gli avvertimenti dei suoi migliori amici, che cercano di tirarlo sempre fuori dai guai – tranne Frank, che lo appoggia in tutto. È difficilissimo chiedere scusa e riconoscere di aver sbagliato, colpa del suo maledetto orgoglio.
Per entrambi, è assolutamente impossibile fare ordine tra il caos che regna sovrano nella loro testa, nella loro famiglia e nelle loro vite.

“Mi limito a guardare Lily, che gli sorride in un modo genuino, spontaneo, che non ha niente di forzato. Se devo dirla tutta, Malfoy non sembra avere più quell’aria da dio sceso in terra, né quell’atteggiamento tanto odioso che lo caratterizza. Il modo in cui la sta guardando, in cui le si rivolge, o anche il semplice tono calmo e gentile della sua voce, lo fanno sembrare tutt’altra persona.”
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Lily Luna Potter, Nuovo personaggio, Roxanne Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Lily/Scorpius
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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XXIX – ALBUS
 
Una porta chiusa
 
«In parole povere, questo è quello che è successo.»
Sono sdraiato sul mio letto, gli occhi rivolti verso il soffitto bianco, mentre tra le mani mi rigiro una pallina antistress vecchia, rovinata, edi un blu ormai sbiadito.
Frank è seduto sul tappeto accanto al mio letto a gambe incrociate e dopo aver fatto un bel respiro, tutto quello che dice è: «Bella merda.»
E io non avrei saputo sintetizzare meglio tutta la faccenda.
«Già» gli rispondo. «All’inizio è stato… strano? Però una parte di me l’ha sempre immaginato.»
«Io non so cosa fare per aiutarti, Al. Sono sincero» sospira il mio migliore amico, io mi volto verso di lui e incrocio il suo sguardo dispiaciuto. E come posso dargli torto? «Quindi se posso fare qualcosa, basta che chiedi, lo sai.»
«Non c’è bisogno» gli dico, tirandomi su a sedere. Gli lancio la pallina, cogliendolo completamente alla sprovvista: la smorfia che fa quando se la ritrova tra le braccia mi fa sorridere divertito. «L’unica cosa che devi promettermi è che non lo dirai a nessuno. Specialmente ai tuoi.»
«Mi porterò questo segreto nella tomba, promesso» risponde, mi rilancia la pallina e poi si mette una mano sul petto, con fare teatrale.
«Se scoprono che questo fattaccio è uscito fuori da questa casa sono morto» commento. Mamma e papà non mi hanno detto esplicitamente di tenere la cosa segreta, ma credo che non vogliano che si sappia in giro. Tuttavia, Frank è il mio migliore amico e dovevo dirlo a qualcuno, confrontarmi con una persona esterna alla famiglia. Non nego che mi abbia fatto bene, ma è meglio che i suoi genitori non lo sappiano: suo padre Neville, oltre a essere il nostro professore di Erbologia, è anche un grande amico dei miei genitori.
«Non lo dirò a nessuno. Se vorrai lo dirai a Bellamy e Derek. Magari possono darti altri consigli» dice Frank. Si alza da terra e si viene a sedere accanto a me.
«L’avevo dato per scontato, certo che glielo dirò» rispondo. «E poi sto bene. Nel senso, passerà come passa ogni cosa. E tra una settimana si torna a scuola. Lì la mia routine ricomincerà inesorabile.»
«Per tua routine intendi fare comunella con Malfoy contro Burke?» mi chiede Frank, dandomi una gomitata.
«Perché no?» rispondo, sorridendo. «Dovremo recuperare ben due settimane di scherzetti.»
Veniamo interrotti da James che, senza nessun tatto e senza preoccuparsi minimamente di bussare, spalanca la porta con un grande sorriso sulla faccia.
«È tornata.»
Non dice altro, e se ne va. Lascia la porta aperta e si sentono i suoi passi pesanti sui gradini delle scale.
«Chi è tornata?» mi chiede Frank, visibilmente confuso.
«Mia sorella» gli rispondo, alzandomi velocemente dal letto per scendere di sotto a salutarla. La piccola, tenera serpe ha pensato di rifugiarsi da Malfoy per cinque giorni, lasciando me e James da soli a cenare con mamma e papà tutte le maledette sere. Come ho fatto a non pensare anche io ad una cosa del genere, Merlino solo lo sa. Tuttavia, scappando avrà preservato la sua sanità mentale, ma si è persa un sacco di cose, per questo motivo io e James dobbiamo assolutamente aggiornarla.
Quando io Frank raggiungiamo il salotto, papà sta sistemando il suo mantello e quello di Lily sull’appendiabiti, mentre lei è stravaccata sul divano e tiene le braccia attorno alla pancia, per difendersi da James che ha cominciato a farle il solletico.
«Dai J-Jamie… ahaha… ti prego, sono stanca morta» si lamenta, tra le risate.
«Stanca morta? Che hai combinato con Malfoy per essere stanca morta, eh?» continua a prenderla in giro nostro fratello. Lily, tuttavia, che non si fa beffare così gratuitamente, non perde tempo a togliersi il cuscino imbottito da sotto la testa e ad usarlo per cominciare a colpire James.
«James, smettila di dare fastidio da tua sorella» lo riprende velocemente papà, senza sortire alcun effetto.
«Tutto a posto?»
Mi volto e quasi mi sorprende vedere mamma rivolgersi a papà così tranquillamente, rivolgergli una domanda normalissima. Mi stupisce però ancor di più ascoltare papà rispondere che i Malfoy sono stati straordinariamente gentili.
Rabbrividisco.
«Ehi! Non si saluta?» esclamo, cominciando ad avanzare verso il divano dove adesso il povero James sta soccombendo sotto le cuscinate di Lily, che sembra piuttosto energica per essere “stanca morta”. Lei si ferma, concedendo a James una breve tregua, e dopo essersi sistemata i capelli mi raggiunge e mi abbraccia con slancio, quasi stritolandomi.
Se non altro, a quanto vedo, questi giorni lontana da qui le hanno fatto senz’altro bene: è davvero radiosa, ha una strana luce negli occhi e sembra piena di adrenalina.
«Ciao, Al» mi dice finalmente. Posa lo sguardo anche in un punto poco dietro di me, e sempre con un grosso sorriso saluta anche Frank.
«Menomale che eri stanca morta, eh?» le dice lui scherzosamente. Lily ride e non tarda a rispondere.
«È così, sento che potrei cadere per terra da un momento all’altro. Stanotte siamo andati a dormire alle cinque, ma io comunque non sono riuscita a prendere sonno, quindi saranno più di ventiquattro ore che non dormo, solo che allo stesso tempo mi sento piena di energie!»
«Si chiama iperattività» commento, poi le prendo delicatamente la mano. «Andiamo su, dobbiamo parlarti.»
James, non appena sente le mie parole, si rimette in piedi e ce ne andiamo tutti e quattro di sopra: io e Frank con la scusa di andare a fare i compiti per le vacanze, Lily con la scusa che si sarebbe messa a riposare un po’, e James con la scusa di portare di sopra la piccola valigia di Lily. Così ci ritroviamo di nuovo chiusi in camera mia, solo che stavolta Lily  e James si sono appropriati indebitamente del mio letto, mentre Frank è tornato al suo posto preferito, cioè sul tappeto, e io ho preso la sedia della mia scrivania e l’ho avvicinata a tutti loro.
«Che mi dovete dire?» domanda Lily, sistemandosi a gambe incrociate.
«Ti aggiorniamo. Tu te ne sarai anche andata nella tana del nemico per quasi una settimana, ma noi siamo rimasti al fronte con le testate nucleari pronte a farci saltare in aria» rispondo. Lily, decisamente poco convinta dalle mie metafore, prima alza un sopracciglio e poi si mette a guardare Frank.
«Un momento… Frank sa tutto?» chiede.
«Sì, so tutto, ma ho giurato di non dirlo a nessuno» risponde velocemente Frank, alzando le mani verso l’alto.
«Non essere così sorpresa, anche tu avrai detto tutto a Malfoy e ai tuoi amici» taglio corto. Lei mi fa la linguaccia. «Comunque, James, a te l’onore.»
«Andando in ordine cronologico, ricordi che il giorno che te ne sei andata zia Hermione era a casa, no? Ecco, è rimasta anche a pranzo e lo zio Ron l’ha raggiunta. Dopo io e Albus abbiamo trovato in mansarda uno dei primissimi modelli delle Orecchie Oblunghe di zio George e abbiamo ovviamente origliato tutto quello che si sono detti. Ha avuto l’idea più geniale di tutti i tempi e ha consigliato a mamma e papà da andare da un terapista di coppia» inizia James.
«Che sarebbe, scusate? Forse me l’avete detto, ma l’ho dimenticato» s’intromette Frank, aggrottando le sopracciglia.
«Una persona che aiuta, appunto, le coppie a risolvere i loro conflitti. Maghi o babbani, queste cose sono una merda per chiunque» rispondo velocemente io, poi mi volto verso Lily e la vedo annuire.
«Mi sembra una buona idea» dice. «E poi?»
«E poi abbiamo scoperto che… beh, ricordi quando questa estate papà è tornato a casa con un occhio nero e ha detto che se l’era fatto mentre stava inseguendo un criminale, ma poi per fargli perdere le sue tracce dei suoi complici lo hanno preso a pugni?»
«No…» dice Lily, scrollando le spalle.
«Beh, non importa. Ciò che importa è che non c’è mai stato nessun inseguimento e nessun complice. Lui e lo zio Ron si sono presi a botte.»
«Aspetta, che cosa?!» esclama Lily, quasi saltando in piedi. La sua reazione sarebbe addirittura divertente, in un altro contesto. «E questo come l’avete saputo?»
«Ce l’ha detto mamma…» mormoro.
«Porca Circe, non ci posso credere!» esclama ancora, stavolta mettendosi le mani tra i capelli.
«Beh, cosa ti aspettavi? Lo zio Ron è lo stesso che lo scorso Natale si è dichiarato pronto a tagliare le mani a chiunque si avvicini a Rose…» borbotta James, soffocando una risatina. «Sinceramente, se un ragazzo ti facesse stare male, anche io farei lo stesso.»
«Sì, ma… lui e papà sono amici da… da sempre!»
«Appunto» continuo io. «È come se… come se tu e Frank vi metteste assieme e poi lui facesse lo stronzo. Non mi importa che è il mio migliore amico, gli spezzerei le gambe!»
A tutti noi viene da ridere per l’esempio buffo e assolutamente improbabile che ho fatto, ma la sostanza è quella. Io non ho dato tutti i torti allo zio… alla fine, mamma è sua sorella e io farei lo stesso per Lily.
«Però poi si sono chiariti, credo che la mamma sia intervenuta in qualità di intermediatrice» la rassicuro. «Gli avrà detto che se stava cercando di perdonarlo lei, di sicuro poteva farlo anche lui.»
«Ultima cosa» continua James, attirando nuovamente l’attenzione su di sé. «Nessun altro in famiglia, eccetto zia Hermione, zio Ron e la nonna, lo sa. Non dobbiamo dire niente a nessuno di loro. Per me è stato difficile mantenere il segreto con Teddy e Vic, ma cercate di fare lo stesso con gli altri, va bene?»
«Il nonno non lo sa?» chiede Lily, ad un tratto visibilmente preoccupata.
«No» rispondo con un filo di voce. «Mamma dice se lo sapesse gli verrebbe un colpo, nessuno di loro ha avuto il coraggio…»
«Che situazione del cazzo…» sospira Lily, appoggiando la fronte ai palmi delle mani.
E per la seconda volta in un giorno, non saprei fare una sintesi migliore.
 
Questa sera, dopo che Lily ha passato gran parte del pomeriggio a dormire indisturbata, siamo per la prima volta tutti e cinque insieme a cena e sembra che tutto sia ricoperto da un sottile velo di normalità. Papà ha chiesto a Frank di fermarsi, ma lui ha inventato una scusa ed è tornato a casa sua, nel villaggio di Hogsmeade. Verso le otto, mamma mi ha chiesto di andare a svegliare Lily, ma quando sono entrato in camera sua, la luce era accesa e lei se ne stava semplicemente sdraiata sul letto a guardare nel vuoto.
Con un po’ di preoccupazione, le ho chiesto se andasse tutto bene, lei mi ha guardato e mi ha rassicurato dicendomi che stava solo pensando a cose sue. Cose belle, ha precisato, e allora io le ho detto solo di scendere perché era pronta la cena.
E adesso ci ritroviamo tutti e cinque con il nostro gustosissimo piatto di zuppa di legumi sotto il naso, ognuno seduto al proprio posto storico: mamma a capotavola, papà alla sua destra e James alla sua sinistra, Lily accanto a papà e io vicino a James.
Mamma ha addirittura intavolato una conversazione con Lily riguardo i giorni passati da Malfoy, ma stavolta vedo che mia sorella ha qualche difficoltà a mantenere la sua solita tranquillità e sembra in realtà piuttosto imbarazzata, liquida le domande di mamma con risposte brevi e veloci. Non so che fine abbia fatto la sua solita disinvoltura, ma capisco che deve essere successo qualcosa di strano.
«Sembra quasi che non ti sia divertita» la prende in giro la mamma.
«Sì che mi sono divertita» ribatte prontamente Lily. Sono due minuti che riempie il cucchiaio di zuppa e lo svuota nel piatto, questa volta lo fa con un po’ troppa enfasi e qualche schizzo va a finire sulla tovaglia. Sospirando, papà si gira e prende la bacchetta, appoggiata sul mobile dietro di lui, e velocemente lancia un incantesimo che fa ritornare la stoffa bianca e immacolata come prima.
«Scusa» mormora Lily, riferendosi alla macchia. «È che non è successo niente di che, mamma, davvero, non c’è bisogno dell’interrogatorio.»
«Mamma non ti sta facendo l’interrogatorio, Lils» osserva gentilmente papà. «Vuole solo sapere se sei stata bene.»
«Sì, sono stata bene» risponde, con più gentilezza stavolta. «Sono stati tutti molto gentili con me. La madre di Scorpius mi ha fatto vedere la serra dove coltiva i tulipani e suo padre ha fatto un sacco di battute divertenti. Addirittura i suoi nonni sono stati… normali. Pensavo che avrebbero fatto qualche uscita spiacevole su di me o Kelsey, poverina, ma stranamente no.»
«C’erano anche i nonni di Scorpius?» chiede allora papà, ha uno sguardo preoccupato che gli ho visto poche volte sul volto.
«Sono pur sempre parte della loro famiglia, certo che c’erano» osserva Lily. «Lo sai meglio di me che non vivono più in Inghilterra, Scorpius non li vede quasi mai.»
«Non ti ci avrei mai mandata se l’avessi saputo» osserva a questo punto nostro padre. La mamma nel frattempo si è alzata in piedi, anche lei sembra preoccupata adesso e onestamente non ci sto più capendo niente. Si prende tutti i nostri piatti e li porta in cucina.
«Perché?» esclama allora Lily. «Io… io capisco che i genitori Scorpius erano dalla parte sbagliata in quel periodo, va bene? Ma sono delle brave persone, papà!»
«Questo lo so, Lily» risponde ancora nostro padre. «Ho personalmente archiviato ogni indagine su Draco Malfoy quasi vent’anni fa… ma suo padre, il nonno di Scorpius, ha fatto cose davvero…»
«Che cosa?» chiede James, mosso dalla curiosità. Io e i miei fratelli stiamo guardando con ansia nostro padre, in attesa di sapere la verità. Ad un tratto, però, si sente un tonfo, qualcosa che sbatte sul tavolo. La mamma ha appena posato con poca delicatezza una pirofila con delle verdure cotte al forno: è pallida e sembra che abbia voglia di prendere a schiaffi qualcuno.
«Per esempio, mi ha quasi ammazzato.»
E lo dice con una tale semplicità e naturalezza, che penso che la mamma non si stia sentendo molto bene. Sembra quasi una notizia da niente, come se ci stesse raccontando qualche stupidaggine che si è raccontata con le sue ex compagne di squadra. Vedo chiaramente Lily deglutire e guardarla con gli occhi spalancati e già pericolosamente lucidi.
«Che stai dicendo?» mormora James, al mio fianco.
«Ginny…» tenta debolmente di dire nostro padre.
«No, Harry… ci siamo detti che ormai devono sapere tutto. Anche le cose brutte» gli risponde prontamente nostra madre. «Sono grandi e hanno il diritto di sapere qualsiasi cosa, non possiamo più proteggerli da quello che ci è successo e… e dalle nostre scelte.»
«Qualcuno vuole spiegarci che cosa sta succedendo?» sbotto io ad un certo punto, perché non ci sto capendo niente e, gettando una rapida occhiata ai miei fratelli, noto che anche loro sono confusi quanto me.
«Quando dovevo iniziare il mio primo anno ad Hogwarts, incontrammo i Malfoy a Diagon Alley, e Lucius Malfoy fece scivolare un diario tra i miei libri di scuola» risponde la mamma. Adesso si è seduta e sembra essersi calmata appena un po’.
«Il diario di Tom Riddle» aggiunge a quel punto papà e nella nostra piccola sala da pranzo cala il silenzio più totale, non si sente nemmeno un respiro. Non c’è bisogno che papà ci spieghi chi sia Tom Riddle, ormai il questo nome è stampato anche sui manuali di Storia della Magia.
E così, mentre le verdure cotte al forno diventano fredde e rimangono intatte dentro alla pirofila di vetro, mamma e papà ci raccontano cos’è successo dopo che la Camera dei Segreti è stata aperta.
Sapevamo che papà ha ucciso un basilisco a dodici anni, ma non abbiamo mai saputo come è successo, né per quale motivo. Ci hanno raccontato di come il mero ricordo di Voldemort, contenuto in un oggetto oscuro, abbia controllato la mamma come un burattino, fino quasi ad ucciderla. Non so fino a che ora siamo stati seduti a tavola ad ascoltarli parlare, ma sono abbastanza sicuro che non ho mai visto James così pallido e così taciturno, né ho mai sentito la voce di Lily, sempre così tagliente e sicura, incrinarsi e tremare; e sono assolutamente certo che questa sera è stata la prima volta in tutta la mia vita che ho visto quanto dolore può arrecare ricordare determinate cose.
L’ho visto negli occhi verdi di papà, nel distratto gesto che ha fatto, ad un certo punto, di andarsi a toccare la cicatrice, come se avesse paura che potesse di nuovo fargli male; l’ho visto attraversare come un lampo gli occhi scuri di mamma, e per un certo verso mi ha ricordato quando, il giorno di Natale, ho visto che la nonna stava male al solo pensiero di ciò che era successo tra i miei genitori.
Alla fine, la mamma ha decretato che abbiamo il diritto di sapere come vanno le cose e che da questo momento in poi da parte sua e di papà ci sarà la massima trasparenza: ci diranno qualsiasi cosa vogliamo sapere.
E così, sono io a chiedere, una volta per tutte, cosa è successo tra di loro questa estate.
Scopriamo anche che il terzo incomodo di tutta questa situazione è un’impiegata del Ministero, che a settembre ha richiesto di venir trasferita in un altro ufficio, che è successo una sola volta e che papà non l’ha più rivista, neanche per sbaglio. La mamma ci ha confessato che, all’inizio, aveva solo voglia di fare le valigie e andarsene per un po’, allontanandosi da tutto e da tutti, ma che alla fine il buon senso ha avuto la meglio e che la sua priorità, così come anche quella di papà, eravamo noi e non volevano in alcun modo coinvolgerci in questa storia.
Dopo che James ha osservato, per spezzare un po’ la tensione, che tanto valeva dircelo sin dall’inizio, perché alla fine l’abbiamo scoperto comunque, papà ha detto che proprio per questo, d’ora in avanti, verremo informati di qualsiasi cosa.
Quando è giunta l’ora di andare a dormire, io non sono riuscito a prendere sonno, e allora sono andato in camera di James per vedere se anche lui avesse il mio stesso problema. Sono entrato, ho visto che la lampada sul comodino era accesa ed emanava una flebile luce aranciata: lui e Lily se ne stavano teneramente abbracciati sul letto. Lily dormiva profondamente, ma James no, perché non appena mi ha visto, mi ha indicato il poco spazio libero accanto a Lily e io non ci ho pensato due volte a fiondarmi sotto le sue coperte, di un rosso scarlatto – come quelle che aveva ad Hogwarts, nel mio stesso dormitorio.
Non dormivamo tutti e tre insieme da anni.
La cosa positiva è che, nonostante io non sia comunque riuscito a chiudere occhio per tutta la notte, non ho mai sentito la porta della stanza dei miei genitori aprirsi.
Non di rado, quest’estate, quando io e James rimanevamo svegli fino a tardi, dopo un po’ sentivamo la porta aprirsi e i passi pesanti di papà scendere le scale. Evidentemente lui andava a dormire di sotto, ma lo faceva quando pensava che noi dormissimo, forse per darci la dolce illusione che lui e la mamma dormissero ancora insieme.
E adesso, forse per la prima volta in sei mesi, la loro porta è rimasta chiusa per tutta la notte.

Ciao a tutti! Scusatemi per il capitolo un po' di passaggio e arrivato anche un po' in ritardo, ma sta tornando quel periodo dell'anno... la sessione estiva! D: Quindi devo entrare in modalità robottino e cercare di finire il programma di tutti i corsi (o almeno quelli di cui ho l'esame in tempi relativamente brevi) in un tempo decente. Ma veniamo a noi, capitolo di passaggio ma alla fine neanche troppo, perché Lily doveva confrontarsi con i fratelli e doveva pur sapere cos'era successo in casa nei suoi lunghi giorni d'assenza. Forse è un po' inverosimile che Harry e Ginny non abbiamo mai raccontato ai figli del diario e della brutta fine che stavano per fare entrambi nella Camera dei Segreti, però boh, secondo me ci sono cose troppo "forti" da sentire quando si è più piccoli, quindi magari adesso che tutti e tre sono abbastanza grandi da capire è il momento giusto.
Non so spiegarmi, scusatemi :')
Nel prossimo capitolo torneremo ufficialmente ad Hogwarts a riprendere un bel po' di cose lasciate in sospeso... ritornerà un personaggio che non vediamo da un po' ;)
Come sempre, vi ringrazio per seguirmi, per le recensioni e spero che questo capitolo vi sia piaciuto ♥
Vi mando un abbraccio,
Mars
   
 
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