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Autore: Harry Fine    22/05/2020    2 recensioni
Una guerra terrificante si svolgerà presto sulla Terra. Ma i nemici da combattere sono tutto fuorchè convenzionali. Non sono esseri umane, ma macchine provenienti dallo spazio capaci solo di distruggere tutto quello che trovano sulla propria strada. E per sconfiggerle sarà necessario un esercito altrettanto nuovo, letale e pronto a tutto. L'esercito degli androidi Yorha, composto da valorosi volontari. Ma davvero ne varrà la pena?
Genere: Avventura, Guerra, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai, Yaoi
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: Threesome
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La generale aveva una faccia seria che non faceva per nulla ben sperare e inoltre stava Dritta come un fuso, le braccia incrociate al petto.
Natasha sentì una scossa di panico torcere le sue viscere, seppure il suo volto fosse rimasto il più tranquillo possibile. Li avevano scoperti!? Qualcuno aveva fatto rapporto sulla loro interazione con quella biomacchina!?
Se fosse stato così li avrebbero davvero degradati come aveva detto Athal o lo avrebbero comunque puniti in modo estremamente duro. E lei avrebbe perso la fiducia del generale con cui aveva un debito tanto grosso.
Ma la voce della donna attirò nuovamente la sua attenzione. 《Volevo farvi i complimenti per il vostro secondo successo nella giungla. Oltre ad aver ucciso una seconda biomacchina senziente, avete impedito che molti Yorha brasiliani morissero e le perdite tutto sommato sono state lievi. Ottimo lavoro. Vi devo però informare che i vostri compagni, 11H, 9D e 1S sono al momento ricoverati nelle stanze di terapia intensiva, hanno ricevuto grossi danni.》
La russa tirò un sospiro di sollievo, non sembrava che sapesse delle loro interazioni con lei, ma vide Ivar stringere le lenzuola con più forza, probabilmente arrabbiato per non essere riuscito ad aiutare i suoi partner, ma anche Becky parve nervosa e in effetti… non era sorpresa. Aveva notato che Ishley sembrava aver fatto colpo su di lei più di quanto pensasse.
《Sappiate comunque che le nostre unità H e S più esperte di trattamenti di emergenza si stanno occupando di loro, inoltre le cure somministrate dalla stessa 11H hanno migliorato le loro possibilità di sopravvivenza.》
《Quindi… staranno bene?》 Chiese Kyran.
La donna annuì, permettendo a tutti loro di sentirsi più sereni, ma la sua espressione non era cambiata poi molto e questo la mise in allerta. Infatti lei non aveva finito di parlare.
《Ma sappiate che sarete rimossi dalle missioni che potrebbero coinvolgere ulteriori nemici senzienti.》
Natasha sgranò gli occhi, mentre Athal metteva su un'espressione oltraggiata, rimanendo senza parole. Fu Becky a rispondere. 《Come scusi?》
《Mi hai sentita 33G. Sarete rimossi da quel genere di missioni e inviati su altri incarichi sulla superficie di diverso tipo.》
《Ma… perché? Abbiamo ucciso due biomacchine senzienti, siamo quelli con più esperienza nella lotta contro di loro e voi ci volete escludere?!》 Chiese Rahl, svegliatosi dal suo riposo e chiaramente irritato.
Natasha si era fatta una buona impressione di lui, era in buon soldato, intelligente e sicuramente abile, e anche dei suoi partner non poteva dirsi scontenta. Erano uno strano trio, composto da caratteri diversi, ma funzionavano molto bene insieme.
L'unica cosa che causava fastidio era la loro… visione personale della disciplina e dell'obbedienza, nonostante stavolta avesse ragione a lamentarsi. E Ivar pareva d’accordo.
《Si può sapere perché ci fa complimenti per poi in poche parole dirci di andare a quel paese!?》
La donna assottigliò gli occhi. 《Ripeti un’altra volta una simile frase di fronte a me e ti punirò per grave insubordinazione 13S. Avete degli ordini, li eseguirete senza discutere.》
Il biondino trattenne un ringhio: era entrato tra gli Yorha per contribuire a salvare il suo pianeta e anche se lo aveva fatto due volte, sia lui che i suoi compagni venivano puniti. In quel momento non gli sarebbe dispiaciuto hackerare il generale!
Fortunatamente per lui, Kyran si mise in mezzo appena in tempo. 《E quali sarebbero gli ordini generale?》
《Appena vi sarete la caccia e giustizierete sul posto una squadra di disertori, quella del capitano 14E. Sono cinque unità ben addestrate al combattimento e decisamente pericolose, hanno partecipato al salvataggio del Bunker africano e alla battaglia nella giungla e sono sopravvissuti come voi. Hanno disertato senza apparente motivo in seguito a quella battaglia e commesso alto tradimento verso il nostro esercito.》
La russa sentì chiaramente una stilettata: eliminare degli Yorha disertori. Quello era un compito per i modelli E, quelli come lei.
《Lei vorrebbe che dessimo la caccia a degli Yorha come noi!?》 Chiese King di botto, l'aria furente. Era rimasto senza parole per tutto il tempo e ora pareva essersi ripreso.
Il generale annuì. 《Si. Li troverete e giustizierete lì e subito. E ricordate che quelli non sono come voi, sono solo dei traditori ormai.》 Disse, girando i tacchi e uscendo dall'infermeria.
Gli androidi si scambiarono degli sguardi che spaziavano dal sorpreso all'arrabbiato. Non solo non avrebbero potuto contare temporaneamente su Momoko, Ivan e Ishley, ma erano stati esclusi dalle missioni principali senza una degna spiegazione ed ora dovevano pure uccidere dei loro simili.
《Secondo voi è pazza o è semplicemente un'ingrata di primo ordine?》 Chiese Athal tra i denti, non riuscendo a trattanersi. 《Ci manda davvero a fare gli spazzini? Siamo stati noi ad uccidere due biomacchine senzienti! Dovrebbero premiarci, non punirci!》
Nessuno era in vena di dissentire. Dopo la lotta nella giungla quella notizia era semplicemente troppo da digerire.
《A questo punto non penso abbiamo scelta.》 Commentò Natasha, attirando la loro attenzione.
《Come? Vuoi davvero uccidere dei nostri...?》 Iniziò Becky, le mani davanti al volto, chiaramente disgustata all'idea.
《Becky, io sono una Eliminatrice. Dare la caccia e uccidere i disertori è ciò per cui sono stata programmata. Non posso rifiutarmi di farlo.》 Rispose secca.
Dopotutto, perché illudersi? Perché fare finta che fosse diverso? Quello era il suo scopo, il compito per cui il suo modello esisteva e il motivo per cui gli altri Yorha raramente si avvicinavano a quelli come lei volontariamente: la persona con cui stavano parlando avrebbe potuto essere il loro futuro carnefice.
Dopo quella conversazione non si rivolsero quasi la parola per i due giorni seguenti, riunendosi solo per andare verso gli hangar e andare a compiere la loro missione. Erano tutti preoccupati per i loro compagni, di cui ancora non avevano avuto notizie, e sicuramente la prospettiva di dover uccidere dei loro commilitoni non rendeva il loro umore più allegro.
《Secondo voi perché?》 Chiese di colpo Ivar, spezzando il silenzio.
《”Perché” cosa?》 Domandò King.
《Perché questi cinque Yorha hanno disertato Secondo voi?》 Chiese lui, salendo sull'aereoscheletro.
《Forse non ne potevano più di questa vita. Dopotutto… hanno partecipato ad entrambi gli attacchi delle biomacchine senzienti e ne sono usciti vivi, ma chissà quanti amici e commilitoni hanno visto morire. Queste esperienze alla lunga ti rendono estremamente amaro o addirittura folle.》 Rispose Becky con certezza.
Lo aveva visto più volte nel suo lavoro: guardie carcerarie che a furia di vedere persone anche molto giovani darsi al crimine senza rimorso perdevano ogni fiducia e positività, pensando comunque al peggio nonostante fossero brave persone.
Lei stessa si era ritrovata a chiedersi se sarebbe successo a lei, se anche lei alla fine non avrebbe più provato compassione verso persone come King ma solo indifferenza o disgusto e se ne corresse tutt’ora il pericolo.
Aveva fatto del suo meglio per non pensarci, ma quella situazione non la aiutava. Ormai aveva smesso di contare i giorni che aveva trascorso come Yorha: erano passati mesi ormai, ma sembravano volati in pochi attimi grazie tutte quelle maledette battaglie e la sua capacità di viverle senza battere ciglio stava iniziando a spaventarla.
Solo che la voce di Athal la strappò ai suoi pensieri. 《Chi soccombe alla follia o alla paura dopo essersi offerto volontario è solo un codardo che ha abbandonato ogni cosa cara a morire a questo punto. Se sei pronto a lasciare che il tuo pianeta venga distrutto perché non hai abbastanza coraggio, vuol dire che non te ne importava nulla fin dall'inizio.》
La rossa vide chiaramente King fissare malissimo la ragazza mora digrignando i denti, chiaramente seccato da quell'affermazione, però lei sembrò non badarci. Come Natasha si issò con grazia sull'aereoscheletro e si preparò a partire.
Becky in un certo senso le invidia a tutte e due: sembravano sempre così sicure a modo loro, non permettevano mai a paura o esitazione di distrarle, in particolare Athal, almeno dal suo punto di vista, era una persona che non si sarebbe mai e poi mai piegata ai voleri altrui. Sperava davvero di essere alla loro altezza.
Decollarono tutti insieme rapidamente, Rahl davanti a lei. 《A quanto pare la squadra che stiamo cercando è stata avvistata l'ultima volta da una pattuglia Yorha nei pressi di Austin, la capitale del Texas. Non penso possano essere andati oltre》 disse il cecchino, la voce vagamente insicura.
《Hanno fatto moltissima strada in pochissimo tempo. L'attacco nella giungla è avvenuto poco meno di quattro giorni fa.》 Riflettè ad alta voce Kyran, mentre iniziavano lentamente a vedere gli edifici della loro destinazione.
Natasha annuì. 《Si. Questo significa che sono pronti a tutto. Il generale ha detto che sono degli ottimi combattenti, di conseguenza non mostreranno pietà e noi dobbiamo fare altrettanto.》
Gli altri non le risposero, quella missione aveva messo addosso a tutti loro una gran voglia di vomitare, ma si limitarono a scendere di quota senza commentare.
Appena posero piede a terra, la russa iniziò subito a guardarsi intorno alla ricerca di un indizio. Trovare cinque androidi disertori in una città talmente grossa già pattugliata da altri Yorha era come cercare un ago in un pagliaio!
Kyran e Athal lo notarono, perciò si guardarono un attimo e annuirono. 《Lasciate fare a noi. Staneremo quei ribelli. Basta solo trovare una traccia.》 Disse la ragazza con un ghigno sicuro in viso.
Il ragazzo inglese la seguì, i sensi all'erta: il gruppo a cui stavano dando la caccia era piccolo e si era spostato in fretta dopo la battaglia nella giungla, ma questo voleva dire un'altra cosa. Erano abilissimi, certo, ma anche disperati, avrebbero fatto di tutto per fuggire. E la fretta poteva rivelarsi fatale.
Continuarono ad esplorare la città per ore ed ore, cercando un qualunque indizio che potesse aiutarli, chiedendo anche agli Yorha di pattuglia, ma senza ottenere poi molto.
Quando scese la sera, Kyran sbuffò nervoso, mentre tutti si concedevano finalmente una pausa sul tetto di un palazzo. Quella missione non gli piaceva affatto, ma tutto quel girare a vuoto Era persino peggio!
《Va tutto bene?》 Chiese Rahl alle sue spalle, facendolo sobbalzare. Lui e King gli si erano avvicinati, vedendolo distante quasi quanto Natasha.
《Si… io… semplicemente è esasperante tutto questo girare a vuoto. È abbastanza umiliante non riuscire a trovare il proprio obbiettivo per uno che dovrebbe essere uno dei cacciatori migliori del mondo.》 Commentò con uno sbuffo.
《Tu e Miss Athal state facendo tutto quello che potete, non mi sembra il caso di chiedervi ancora di più. Insomma… siamo nella capitale del Texas e stiamo cercando un gruppetto di cinque persone. Direi che state facendo anche troppo.》 Provò a rassicurarlo il suo migliore amico.
《Davvero Kyran. Stai facendo tutto quello che puoi ed è certamente un ottimo lavoro. Ma se devo essere sincero io spero di non trovarli affatto.》 Commentò il ramato accanto a lui, scuro in volto. 《Non ci tengo ad uccidere un gruppo di persone di sconosciuti che hanno deciso di agire come volevo fare io prima di conoscervi.》
I due inglesi si guardarono un secondo; sapevano come il loro partner la pensava su questo genere di cose ed erano anche a conoscenza del suo originario progetto di fuga, quindi capivano benissimo come mai stesse parlando così, solo che non sapevano cosa dirgli per farlo stare meglio.
Rahl poggiò una mano sulla sua spalla. 《Ascolta King… anche io sarei contento se non lo trovassimo e basta, se scoprissimo che sono già fuggiti ancora più a Nord o addirittura in un altro continente… ma se li troveremo…》
《Dovremo ucciderli comunque. Lo so. Il generale ci costringerebbe comunque in un modo o nell'altro.》 Rispose lui con uno sbuffo, ripensando al modo in cui la donna aveva liquidato le loro domande senza neanche degnarli di una risposta decente per il fatto di averli praticamente declassati! 
Si strinsero tutti spalla contro spalla per un attimo, come per darsi supporto a vicenda, ma poi la voce di Becky li richiamò. 《Ragazzi, venite qui a vedere. Athal ha trovato qualcosa!》
I tre androidi si alzarono e raggiunsero subito i loro compagni, che erano entrati nell'edificio attraverso una delle finestre. Quella in cui stavano era una camera da pranzo alquanto sontuosa di un appartamento, il tappeto e il pavimento erano entrambi sporchi di olio rosso, due donne Yorha riverse nella pozza con varie e profonde ferite da armi da taglio su collo e petto.
《Questo è il lavoro di un modello E.》 Commentò Ivar osservando accuratamente i cadaveri e le loro ferite. 《Le ha sopraffatte e uccise velocemente con colpi mirati e molto forti.》
《La cosa importante è che quelli che lo hanno fatto non possono essere lontani. L'olio non è neanche coagulato. Possiamo prenderli.》 Rispose Athal, già in cerca di una qualunque uscita che avrebbero potuto usare i ribelli.
La individuò un attimo dopo: una porta sfondata che portava alle scale anti incendio, con delle orme rossastre di almeno cinque paia di piedi ad imbrattare i gradini, identiche a quelle lasciate sulle piastrelle dell'appartamento.
《Andiamo.》 Disse, mentre lei, Natasha e Kyran continuavano a seguire le orme in testa al gruppo nonostante fosse ormai sceso il buio della notte. 
La russa osservò la traccia con aria concentrata; quei ribelli dovevano essere proprio disperati se non avevano nemmeno avuto tempo di ripulirsi e nascondere le loro tracce.
《Tutto bene Natasha?》 Le chiese la sua partner.
《Si. Sono piuttosto sicura che non manchi molto per trovarli.》
L’espressione di Athal si addolcì un po'. 《Rilassati un po', sei un modello E, il tipo di Yorha più potente che ci sia. Sono certa che non basterà un gruppetto di ribelli a fermarti.》
La ragazza sapeva benissimo che non era quello il punto, ma apprezzò comunque il tentativo di tirarla su. 《Grazie Athal.》
《Ma figurati. Mica solo il trio di machi può farsi le coccole e dirsi parole dolci.》 Sogghignò lei, puntando lo sguardo verso Kyran, che sospirò e basta.
La rossa sentì la faccia scaldarsi a quel commento, solo che di colpo si bloccò, facendo cenno a tutti di fare silenzio e di rendere le orecchie. Stavano salendo le scale di un altro edificio, la meta a cui li aveva portati la scia di orme, ed erano ormai vicinissimi al tetto, ma una voce aveva attirato la sua attenzione.
Aprì lentamente la porta di accesso e rimase ferma insieme agli altri. La voce parlò ancora: era quella di un ragazzo molto giovane a giudicare dal tono.
《Secondo te ce la faremo Nora?》
《Ma certo che si, Oscar, non ti preoccupare. Dobbiamo solo fare attenzione e rimanere uniti. Appena riusciremo a trovare una barca o un mezzo di trasporto marittimo potremo lasciare l'America e nasconderci da qualche altra parte.》 La risposta gli venne data da una ragazza più grande, il tono energico fatto apposta per risollevare il morale.
《Speriamo di arrivarci senza ulteriori intoppi.》 Commentò un'altra voce femminile più seria.
《Altrimenti che succederà?》 Domandò Athal, appoggiata in maniera rilassata alla parete, cogliendo di sorpresa il gruppo di ribelli.
Erano quattro in tutto, tutti in tenuta Yorha senza la benda sugli occhi: un solo ragazzo sui diciassette anni dalla pelle olivastra e capelli neri, tratti gentili del viso e una mitragliatrice in spalla, e tre ragazze: la più alta aveva corti capelli color carota, carnagione pallida, grandi occhi azzurri e un grosso martello da guerra in mano.
Accanto a lei invece c'era una coppia leggermente più grande comporta da una giovane minuta e magra di chiara origine orientale, con una volta treccia nera e una lancia in pugno e una dai lunghi capelli castani, naso dritto e aria seria, una freccia già incoccata nel suo arco.
Tutti e quattro fissarlo la ragazza ad occhi sgranati, chiaramente coscienti di essere stati scoperti, ma non abbassarono la guardia solo perché pareva una sola.
Solo che lei li colse di sorpresa una seconda volta, attaccando con la sua frusta nonostante lo svantaggio numerico. La ragazza col martello scattò in avanti e bloccò il colpo, però fu costretta a tirarsi indietro per evitare la falce di Natasha, rischiando di finire decapitata.
A quel punto, tutti i componenti del gruppo vennero fuori dal loro nascondiglio, facendo impallidire i ribelli, ma senza farli arretrare. 
King voleva dire qualcosa, provare a dire loro che non voleva fargli del male, ma l'attacco delle due ragazze ovviamente aveva mandato a quel paese ogni sua possibilità di essere creduto. Infatti, la pel di carota e la giapponese saltarono subito addosso alle due, ingaggiando un incontro di parate e schivate costanti.
Le due ribelli erano sicuramente agguerrite, bisognava ammetterlo, ma la russa non fece comunque una piega, spedendo la sua avversaria indietro col manico della falce per poi arrivarle addosso a tutta velocità.
 《Che aspettate voi? Attaccate!》 Urlò rivolta ai suoi compagni, ancora immobili poco lontano.
Becky ed Ivar a quel richiamo impugnarono il fucile e la spada e si precipitarono in loro soccorso, ma non sembravano esattamente convinti, e King, Rahl e Kyran anche di meno.
Il secondo però andò comunque incontro all'ultima ragazza, mentre gli altri due provarono a prendere di mira il ragazzino. L’arciera, però, dovette capire che erano in eccessivo svantaggio e si rivolse al suo alleato. 《Oscar, Corri e chiama il capitano! Fa presto! Ti compriamo noi.》
Lui la guardò ad occhi sgranati, ma non obiettò, lanciandosi oltre il bordo del palazzo e lanciandosi a rotta di collo attraverso le strade.
《Dove credi di scappare piccoletto?》 Gli chiese però una morbida e terrificante voce femminile, giusto dietro di lui, facendolo girare impaurito.
Athal e Natasha gli stavano alle costole, le armi in mano, e parevano proprio un paio di lupi pronti a lanciarsi sulla preda. La seconda in particolare faceva paura!
Fredda e seria anche mentre correva, quasi come se tutta quella situazione non la toccasse affatto, gli faceva capire perché i modelli E fossero così temuti da tutti! Continuò a spingere sulle gambe, cercando disperatamente qualche segnale del capitano prima che quelle due lo raggiungessero.
Tanto sapeva che non sarebbe mai sopravvissuto combattendo con loro, però non poteva permettere che anche Nora, Ren e Serena morissero! Lanciando al vento ogni singola prudenza, prese la mitragliatrice, sparando alla cieca dietro di lui, facendo quanto più rumore possibile e sperando intimamente di colpirle!
《CAPITANO! CAPITANO!》 Iniziò ad Urlare e sparare all'impazzata, sperando di attirare l'attenzione della donna che gli aveva aperto gli occhi e lo aveva salvato affinchè facesse lo stesso con le sue amiche.
Le sue due inseguitrici stavano guadagnando sempre più terreno, parando i suoi proiettili senza fatica, ma di colpo il giovane vide una bassa e formosa figura femminile arrivare di corsa, riconoscendo facilmente la pelle bronzea, gli occhi fieri e la selvaggia massa di Ricci castani.
Sorrise di sollievo, urlando ancora. 《Vada ad aiutarle! Siamo stati trovati! Le aiuti!》
Natasha capì che la Yorha in arrivo doveva essere la leader dei ribelli e agì d’istinto. Saltò con energia, alzando a la falce, e la testa del ragazzino venne tracciata di netto.
***

King, Rahl, Kyran, Ivar e Becky stavano ancora lottando contro le tre ribelli rimaste, che si stavano dimostrando delle avversarie estremamente caparbie. La ragazza dai capelli arancioni in particolare si lanciava in battaglia senza pietà.
Lo spadaccino bloccò il suo martello con la lama appena in tempo. 《Aspetta per favore! Non ti voglio uccidere!》.
Quella sbarrò gli occhi azzurri, ma non smise di attaccare. 《Non pensare che sia così idiota da cascare in un trucco così ridicolo!》
Il ragazzo stava provando a parare i suoi colpi senza ferirla, ma la sua avversaria aveva una forza fisica spaventosa e stava diventando sempre più furiosa coi suoi colpi!
《Smettila accidenti! A me non frega nulla se avete tradito o no! Andatevene e basta!》 Le urlò lui, bloccando i suoi colpi con la lama. Non era sua intenzione uccidere persone che volevano solo fuggire per stare lontani da quella maledetta guerra!
La ragazza a quel punto si fermò, chiaramente confusa. 《Stai… dicendo sul serio!?》
Quel ragazzo non sembrava mentire. Aveva un aspetto vagamente da delinquente, ma non le sembrava un tipo cattivo. Fece per abbassare inconsciamente il martello, ma la lancia di Ren si mise in mezzo, costringendo King ad arretrare.
《Nora non farti ingannare! Sono una squadra di Eliminatori che cerca solo di farti abbassare la guardia! Non mostrare alcun tipo di pietà!》 Le intimò, continuando a far cozzare le loro armi a gran velocità.
L'americano parava senza troppa difficoltà; quella ragazza era abile, ma non più di lui. Stavano lottando sempre più vicini al bordo del grattacielo, una caduta da cui neanche un Androide poteva uscire illeso.
Rahl se ne accorse e puntò senza pensarci un attimo. Il proiettile trapassò la coscia della ragazza, facendole perdere l'equilibrio con un gemito strozzato. La sua presa si allentò e Ivar colse la palla al balzo.
Decine di fili dorati avvolsero il manico della sua spada, spedendola con una forza spaventosa dritta nel petto della giapponese. 
Lei la guardò con aria sorpresa, mentre un grumo di olio rosso scendeva dalla sua bocca. Battè le palpebre, provando a rimuoverla, ma sentì le forze mancarle, il suo corpo non le ubbidiva più. Si limitò dunque a cadere distesa sulla schiena, mentre una chiazza purpurea si allargava sotto di lei.
《REN!》 L’urlo della sua ragazza fu talmente lancinante da lasciare tutti a bocca aperta.
La rossa si rialzò e, mentre grosse lacrime scendevano copiose lungo le guance pallide, prese di nuovo il suo martello e caricò come una furia verso il ragazzo.
Lui si spostò per un pelo, ma la ragazza mosse il braccio e il maglio lo colpì al fianco, facendogli sputare olio e spedendolo a terra agonizzante.
Si mise seduto a fatica tenendosi il fianco, ma la sua nemica già incombeva su di lei, il volto deformato dalla rabbia e dal dolore. 《Addio Stronzo!》 Urlò lei, ma un avvertimento di Serena la richiamò 《Nora attenta!》.
Non fece in tempo a girarsi. Sentì appena un sibilo e una freccia si piantò con forza nella sua schiena, venendo seguita da altre due, lasciandola senza fiato.
Si girò furente verso il suo assassino, osservando l'arco sollevato di Kyran, ma la sua espressione per un attimo cancellò tutto il resto. Era dispiaciuto, così come il ragazzo che aveva sparato a Ren e quello con la spada.
Non c'era soddisfazione ed indifferenza nei loro volti, solo senso di colpa. Fu questo ciò che pensò, prima che l'ultima freccia si piantasse nella sua fronte.
Tutti la osservarono cadere lunga distesa, in particolare Ivar e Serena, quest'ultima ormai non più in grado di capire se fosse il caso di piangere, combattere o fuggire.
Era in inferiorità sia numerica che di equipaggiamento E un colpo della cecchina dai capelli rossi aveva penetrato il suo polpaccio; qualunque movimento ostile avrebbe portato solo ad un proiettile della sua testa, perciò scelse l’unica via rimastale.
Si lanciò dal tetto senza pensare oltre, guardando per un secondo le compagne uccise e promettendo di vendicarle. Atterrò malamente dopo un volo tremendo, ma si mise comunque a correre più veloce che poteva. Poco lontano si sentivano dei suoni di lotta, doveva essere il capitano!
Ascoltò bruscamente l’angolo di un grattacielo, vedendo chiaramente le due ragazze della squadra di Eliminatori combattere contro una donna armata di scimitarre. Era Fedra, il loro capitano!
Lei stava reggendo bene, ma era una lotta due contro una! Notò poco distante il cadavere di Oscar e strinse la mano dell’arco, incoccando una freccia. Questa volò veloce e si piantò nella spalla della ragazza con la falce, cogliendola di sorpresa e permettendo alla sua leader di provocarle un lungo taglio sull’addome.
La rossa sparò sangue, crollando in ginocchio sotto lo sguardo terrorizzato di Athal.《NATASHA!》 Urlò terrorizzata, rifilando un calcio dritto nello sterno di Fedra e girandosi verso di lei, partendo alla carica con la frusta già pronta a colpire.
Serena si preparò a scoccare di nuovo, ma la giovane fu troppo veloce. L'arco le venne strappato dalle mani a forza e Athal le fu immediatamente addosso, rifilandole una tremenda frustata sulla faccia e una ginocchiata nella pancia.
《Come hai osato fare del male alla mia partner!? Tu, patetica traditrice che non sei altro!?》 Sibilò, l’espressione normalmente melliflua sostituita dalla collera.
Si sentirono però molti passi nella loro direzione, segno che erano arrivati anche King e gli altri membri della squadra di Eliminatori.
L’arciera vide poco lontano da lei il capitano Fedra esitare, consapevole di essere in svantaggio numerico. 《Capitano! Non pensi a me, vada via!》 Urlò, mentre decine di fili uscivano dalle sue mani e si incollavano alla schiena di Athal.
La ragazza venne subito messa in ginocchio da delle terribili scariche elettriche, urlando di dolore, mentre Serena ne approfittava per fronteggiare gli altri membri del suo gruppo. L'avrebbero sicuramente sopraffatta, ma almeno avrebbe permesso al suo superiore di fuggire.
Vide chiaramente la ragazza dai capelli rossi prendere la mira col suo fucile e provò a fermarla con altri fili, ma il ragazzo vestito in stile steampunk si mise in mezzo. I fili rimbalzarono senza fare nulla sul suo braccio, ora mutato in un lanciafiamme.
Lui provò a fare fuoco, ma Fedra si lanciò su di lui con le sue fedeli scimitarre, cogliendolo alla sprovvista. L'inglese parò il colpo a fatica, ma iniziò comunque ad arretrare. Quella donna era estremamente forzuta!
《Combatterò con te Serena. Non ti abbandonerò da sola.》 Disse lei alla sua sorpresa sottoposta, continuando a colpire senza pietà.
L’inglese stava facendo del suo meglio per impedirle di attaccare senza ucciderla, ma stava diventando sempre più difficoltoso. Quella donna sembrava capace di colpire tutti i suoi punti deboli senza sforzo.
Riuscì a farla spostare usando il fuoco del lanciafiamme, ma decine di fili di connessione creati da Serena lo colpirono in pieno petto. Capì subito che razza di dolore avesse provato Athal, perché anche lui crollò per terra urlando.
King e Kyran davanti a quella scena presero subito d'assalto le due androidi, ma la più giovane continuava a torturarlo comunque. Una piccola parte di lei aveva paura di venire uccisa e le dispiaceva dover fare una cosa simile, ma non aveva scelta.
Grandi quantità di altri fili di connessione, però, si intrecciarono di colpo per proteggerlo, mentre Ivar dissolveva l'assalto elettrico con un respiro di fatica. Le sue abilità di hacker fortunatamente erano fatte apposta per queste situazioni.
L’inglese gli rivolse un cenno grato, rimettendosi in piedi e facendo emettere a Serena un ringhio frustrato. Non aveva più il suo arco e i suoi poteri da Scanner erano inutili! Che altro poteva fare?!
Provò allora ad attaccare fisicamente, bloccando a mani nude la spada di King, ma sentì una mano tirarla bruscamente vero il basso. Ad aspettarla c'era il viso di Athal, furioso e tanto sudato da risultare scintillante, esattamente come il coltello che aveva preso da chissà dove.
Lo sentì tagliarle un profondo squarcio nel suo collo e si mise ad annaspare in cerca di aria, cercando si arginare la perdita di sangue. Si girò verso Fedra, in cerca di aiuto, ma la vide impegnata in una lotta senza esclusione di colpi contro l’arciere e lo spadaccino.
Fu infatti il tonfo del corpo di Serena a far girare la donna argentina. Sgranò subito gli occhi, terrorizzata nel vedere la sua ultima alleata ormai morta. 
《No! No!》 Urlò Fedra, lanciando immediatamente indietro Rahl e catapultandosi su Athal, ancora ansimante e ferita dalle scosse, ma King si mise in mezzo e bloccò il suo assalto.
《Smettila maledizione!》 Le disse col fiatone, puntandole contro la spada. 《Perché diavolo non te ne sei andata come ha detto!? Perché continui a combattere!?》
Fedra digrignò i denti. 《Non avrei mai lasciato Serena da sola contro di voi! Non siete altro che banali burattini del Bunker! Lo capite o no che siamo stati imbrogliati!?》
Il ragazzo parve confuso da quella frase e lei colse subito l’occasione per attaccare con le scimitarre, ma lui riuscì comunque ad opporre resistenza all'ultimo seconda usando la forza fisica, incrociando le lame sopra le loro teste.
《Che vuoi dire che ci hanno ingannati!?》 Chiese lui, ma la donna mantenne la bocca ostinatamente chiusa, per poi allontanarsi di colpo.
Kyran e Becky provarono a fermarla, ma Fedra parò i dardi con le scimitarre e si diresse velocissima verso Athal, la sete di vendetta e la rabbia ben visibili sul suo volto.
Ivar provò a mettersi di nuovo in mezzo, ma lei gli fece uno sgambetto, spedendolo via con un pugno da togliere il fiato. Lui non le interessava. Il suo bersaglio era quella insulsa smorfiosa che aveva osato uccidere Serena!
Sentì però un forte dolore allo stomaco, mentre un proiettile la trapassava dalla schiena, facendole sputare olio e tremare le gambe. Si portò le mani alla ferita, quasi crollando in ginocchio, ma non si arrese. Si tirò su con difficoltà, partendo dritta verso Becky, che aveva ancora il fucile puntato su di lei.
La ragazza provò a sparare, ma quella le fu addosso troppo in fretta, togliendole l'arma e tagliandole il fianco con la scimitarra.
Tutti gli altri erano troppo lontani per aiutare la loro compagna, ma prima che Fedra potesse trafiggerla la lama di una falce spuntò dal suo petto, mozzandole il respiro. 
Natasha era dietro di lei, sanguinante e con le labbra contratte dal dolore, ma con l'arma ben salda in mano. 《Non bisogna mai voltare le spalle ai nemici, prima regola degli Eliminatori.》 Disse, mentre l'altra tossiva sempre più olio rosso.
L’Argentina ormai era allo stremo delle forze, il suo corpo scosso da spasmi, ma si voltò verso la russa in ogni caso. 《Preferisco… morire libera… piuttosto che vivere nella… menzogna che ci ha… rifilato il comando.》
Natasha serrò i denti e tirò fuori la lama con un tremendo strattone, quasi tranciandola in due e facendola cadere immobile addosso a Becky, ancora paralizzata e con il viso pieno di paura.
《Finalmente è finita.》 Commentò Ivar, osservando i tre cadaveri per terra con espressione indecifrabile, mentre Rahl si accostava alla russa con un paio di chiavi inglesi in mano. Prima di tornare al Bunker dovevano almeno fermare la sua emorragia.
Kyran intanto si era avvicinato ad Athal per vedere se stesse bene, ma la ragazza sembrava essersi ripresa dalla maggior parte dei danni elettrici subiti. Tanto che camminò malferma verso Serena e la guardò con aria sfinita, ma soddisfatta.
《È questo che ti meriti, patetica traditrice che con sei altro.》
A sentire quelle parole, King, rimasto zitto fino a quel momento a guardare i corpi, si girò verso di lei. 《Che cosa hai detto?》
La corvina lo fissò con aria confusa. 《Prego?》
Lui strinse i pugni. 《Ti ho chiesto di ripetere quello che hai detto! Perché diavolo li chiami patetici? Come ti permetti!?》
L'altra lo guardò senza scomporsi troppo. 《Perché non dovrei? Sono dei traditori degli Yorha che hanno preferito scappare piuttosto che aiutarci a proteggere la Terra da questa invasione di Biomacchine. Hanno provato pure a farci fuori e sicuramente hanno ucciso altri androidi una volta che erano stati dichiarati disertori. Direi che ho tutte le ragioni per definirli patetici.》
《Non hai alcun diritto! Provare a scappare da una vita di combattimento e guerra costante non è affatto patetico! Anzi, è l’unica cosa abbastanza intelligente da fare!》
Stavolta fu Athal a digrignare i denti. 《Ma certo, come poteri non darti retta?! Disertare e lasciare i tuoi commilitoni a morire mentre il pianeta viene distrutto, è senza dubbio la scelta migliore!》 Ogni parola grondava sarcasmo. 《Tesoro, ti rendi conto che questa è una guerra!? Se tutti ragionassero come te allora saremmo tutti morti! Inoltre, se uno non ha il coraggio di lottare fino in fondo dopo essersi offerto volontario è davvero un essere patetico!》
Il ramato Ringhiò. 《E hai mai pensato che forse loro non volevano essere reclutati tra gli Yorha!? Che forse sono stati costretti a sopportare una vita simile!? Ti ha mai sfiorato l'anticamera del cervello!?》
I presenti non avevano mai visto King così furioso. Le sue orecchie erano diventate rosse, esattamente come le guance e aveva una postura testa, come se stesse provando a trattenersi. Il ramato aveva un temperamento irritabile e testardo, ormai lo sapevano tutti, però normalmente si calmava dopo poco tempo. Stavolta sembrava diverso.
Athal sbattè il piede per terra. 《Ha forse qualche importanza?! Se il pianeta salta in aria gli umani sulla Luna saranno costretti a rimanere lì e noi moriremo comunque! Volontari o no, quelli come noi hanno il dovere di combattere! E quantomeno anche i coscritti dovrebbero avere la decenza di non farsela sotto! Questa situazione non è facile per nessuno sai!?》
《Oh beh certo, come no. Conosco quelle come te, servite e riverite come principesse per tutta la vita. Sono sicuro che tu sappia bene quanto il mondo sia difficile.》 Ribattè King gelido. Non poteva sopportare quel modo di parlare. Non poteva assolutamente biasimare chi voleva smettere di lottare costantemente e provare a ritrovare una sorta di pace. Dopotutto… Se non avesse conosciuto Rahl e Kyran anche lui si sarebbe unito a loro appena possibile.
Athal gli rispose altrettanto velenosa. 《Tu cosa credi di saperne della mia vita? Non sono affatto una mocciosi viziata come pensi tu. Mi sono unita a questo esercito per mia scelta, mettendo in gioco la mia vita pur di vincere. I disertori sono invece dei vigliacchi che preferiscono darsi alla fuga e dunque del loro destino non me ne frega niente.》
Le dita del ramato sfiorarono impercettibilmente l’elsa della spada, così come quelle della corvina strinsero la frusta, ma Ivar si mise in mezzo.
《Adesso dateci un taglio tutti e due. Ormai loro sono morti e non si può tornare indietro. Inoltre siamo tutti stanchi e feriti, non è il momento di mettersi a litigare come bambini!》
I due ragazzi si lanciarono un'occhiata in cagnesco, ma alla fine furono costretti a capitolare. Aveva ragione lui: erano esausti e litigare non li avrebbe fatti sentire meglio. Si avviarono dunque in silenzio verso gli aereoscheletri, assorti nei propri pensieri e con le facce scure.
Rahl in particolare era molto concentrato. Fedra aveva detto che erano stati imbrogliati, che il comando aveva mentito. Avrebbe potuto essere una semplice bugia per distrarli, ma le coincidenze erano un po' troppe. Le biomacchine senzienti che apparivano di colpo, gli attacchi mirati ai bunker, il misterioso Padrone che avevano visto nella giungla e persino l'improvvisa scelta del generale di tagliarli fuori dal caso. Avrebbero dovuto tenere gli occhi aperti.
   
 
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