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Autore: Matagot    22/05/2020    1 recensioni
Hogwarts, 1995.
Cedric Diggory è morto al termine del Torneo Tremaghi, Voldemort è tornato e l'Ordine della Fenice è stato da poco ricostituito.
Il Ministero sta portando avanti una propaganda negazionista, a discapito di Harry Potter e Albus Silente, per evitare il panico collettivo che aveva colpito la popolazione magica una quindicina di anni prima. Lord Voldemort ha modo di agire nell'ombra, rimpolpare i propri ranghi e gettare le basi per la Seconda Guerra dei Maghi.
Ma un nuovo player è in agguato, la Plume Blanche sta per fare il suo ingresso nella Storia Moderna Inglese.
Genere: Azione, Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Il trio protagonista, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Dopo la II guerra magica/Pace
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“… Qualsiasi studente che costituisca, o appartenga, a un’organizzazione, società, squadra, gruppo o circolo che non siano stati approvati dall’Inquisitore Supremo sarà espulso.
Quanto sopra ai sensi del Decreto Didattico Numero Ventiquattro.
Firmato: Dolores Jane Umbridge, Inquisitore Supremo”

 
Il chiacchiericcio nervoso che pervadeva la Sala Grande durante la colazione del lunedì mattina lasciò intendere ad Olivia che il Decreto Didattico Numero Ventiquattro era stato affisso in ogni Sala Comune. La preoccupazione serpeggiava, dato che la maggior parte dei ragazzi apparteneva a qualche club o circolo scolastico, ma alcuni Corvonero erano decisamente su di giri, come Michael Corner e Terry Boot, che si stavano dirigendo stupidamente verso il tavolo di Grifondoro, ma dopo bruschi cenni di Hermione Granger, presero posto ai lati di Lisa Turpin.

“Qualcuno deve aver cantato e se salta fuori che esiste una lista con tutti i nostri nomi, non ci attende altro che un mucchio di guai. Credo che la Granger desisterà ora e convincerà Potter a fare lo stesso.”
Il tono di Lisa era scoraggiato, avevo lo sguardo basso sui pancake ricoperti di sciroppo d’acero e con la forchetta li stuzzicava come per controllare che fossero vivi. Anche Anthony e Padma erano dubbiosi sulla fattibilità di quel gruppo di studi, mentre Olivia era convinta che Harry non si sarebbe tirato indietro solo perché la Umbridge si era messa in mezzo. Comunque tutti loro erano concordi sul fatto che Dolores Umbridge sapesse, perché quel nuovo Decreto Ministeriale e il suo tempismo sarebbero stati del tutto privi di senso altrimenti.

“Non ha senso sciogliere ogni gruppo o circolo, l’unico motivo per farlo è avere informazioni su quali e che tipo di incontri che si svolgono tra gli studenti qui ad Hogwarts e il potere di decretare la loro fine o no, il che collima esattamente con l’idea di Potter, quella per cui Caramell crede che possiamo essere manipolati da Silente contro di lui.”

I Corvonero del quinto anno fecero dei cenni di assenso dopo la frase di Olivia e si concentrarono nuovamente sulla colazione, perché erano sicuri che la professoressa Umbridge stesse osservando ogni ragazzo che tentava di comunicare con lo studente prediletto da Albus Silente.
Ginevra Weasley, Grifondoro, numerosa famiglia Purosangue in difficoltà economica e filo-Babbana, per questo rinnegata dalle altre con lo steso Status di Sangue, posseduta da Voldemort tre anni fa, discretamente popolare a causa del suo aspetto e della sua abilità nello scagliare fatture a chi la disturba, si sedette nel posto libero vicino al suo ragazzo, Michael Corner, che le rivolse subito uno sguardo interrogativo. Lei gli passò le braccia intorno al collo in un goffo abbraccio da seduti, che sfruttò per sussurrargli all’orecchio ‘Lo facciamo lo stesso, dillo agli altri Corvonero senza farti beccare’. Quando lui annuì, lei gli stampò un veloce bacio sulla guancia e tornò al suo tavolo, sotto lo sguardo inquisitore del fratello più grande.

Olivia nel frattempo stava scrutando la Sala Grande, localizzando i volti di tutti coloro che erano stati presenti alla Testa di Porco, ma nessuno di loro sembrava lamentare alcun tipo di effetto indesiderato o malessere, perché ne era convinta, se Hermione Granger aveva deciso di stregare la lista, sicuramente un eventuale traditore sarebbe stato facilmente individuabile.
 
A questo punto deve essere stato qualcuno degli altri avventori a riferire tutto alla Umbridge, a meno che la Umbridge stessa non fosse presente sotto mentite spoglie. Probabilmente ci saremmo dovuti incontrare in un posto decisamente più rumoroso.
 
 
**
 

Il generale Arnaud Renard pareva aver assunto regolarmente la Pozione Invecchiante negli ultimi giorni. Si guardò allo specchio del bagno personale e non riconobbe il suo riflesso. Le guance risultavano scavate e dal colorito insalubremente grigiastro, come se non vedesse la luce del sole da giorni e da altrettanto tempo soffrisse la fame. Intorno ai suoi occhi si era formato un accennato reticolo di pieghette, soprattutto in prossimità degli angoli esterni, ben visibili sopra alle borse scure con gli congestionavano ormai i lati del naso. Sembrava avere almeno vent’anni in più.
 
Dupont, Bourgeois, Lefévre, Duplessis, Moreau.
 
Portava la camicia azzurra fuori dai pantaloni, d’altronde era ormai piena di pieghe, tanto valeva che la indossasse in modo comodo, come la cravatta che aveva allentato ore prima. Si passò la mano destra tra i capelli, quelli più vicini alla fronte si erano appiccicati ad essa a causa del sudore freddo. Aveva decisamente bisogno di una doccia, una dormita, un pasto decente e litri di caffè, ma sapeva che i suoi desideri non potevano realizzarsi, aveva già deluso il Signore Oscuro due volte, ormai non aveva più possibilità di sbagliare.
 
Dupont, Bourgeois, Lefévre, Duplessis, Moreau.
 
Si lavò ancora il viso con acqua gelata, lo shock termico lo aiutava a mantenersi sveglio e vigile. Aveva ripetuto quel gesto innumerevoli volte durante la notte appena trascorsa in ufficio, davanti ad una lavagna larga almeno un paio di metri.
 
Dupont, Bourgeois, Lefévre, Duplessis, Moreau.
 
Perché non riusciva a scoprire nulla? Aveva ottenuto innumerevoli riconoscimenti durante il suo addestramento, era sempre stato il primo, il più veloce, il più intuitivo, il migliore tra tutti i migliori. Gli era stato offerto un Double e lui aveva rifiutato perché preferiva lavorare da solo e aveva dimostrato di esserne in grado, risultando così il primo de la PB a non necessitare di collaborazione e aiuto, cosa che non mancava mai di ricordare a tutti gli altri agenti.
 
Dupont, Bourgeois, Lefévre, Duplessis, Moreau.
 
Incrociò le braccia al petto, mentre sollevava per l’ennesima volta lo sguardo sulla lavagna ormai piena dei suoi appunti, delle sue congetture e teorie. Su di essa erano state appese cinque fotografie, i primi piani di due donne e tre uomini che lo scrutavano con aria incuriosita o ostile.
 
François Dupont, caduto nel 1979 in missione segreta. Corpo mai ritrovato, morte accertata tramite Firma della Vita. Missione non presente in nessuno degli archivi de la PB, sicuramente ED+. Gli Ankou hanno trovato indizi di un suo viaggio in Europa dell’Est, ma le sue tracce si perdono in Kosovo.
 
Odette Bourgeois, morta suicida nel 1982 nella sua casa di Cannes, trovata in macerie. La data coincide con quella di una cartella clinica senza nome al Jeanne D’Arc che parla di una strega tenuta in ostaggio per 12 mesi, torturata (fisicamente e psicologicamente) e seviziata senza sosta. Ha successivamente sviluppato attacchi di paranoia sfocianti in aggressioni e autolesionismo a causa dell’instabilità del suo potere magico in tali occasioni.
 
Marie Lucille Lefévre, inviata in missione speciale in Gran Bretagna nel 1980 insieme ad Antoine Duplessis per sopprimere la minaccia dilagante dell’espansione dell’ideologia di Lord Voldemort anche in Francia. Morti combattendo contro il Signore Oscuro e i suoi Mangiamorte a Londra.
 
Christophe Moreau, caduto nel 1995 per mano di Lord Voldemort. Trovato nel piccolo villaggio di Little Hangleton e catturato dai Mangiamorte. Missione ignota ED+.

 
Arnaud Renard inspirò forte, contemplando il frutto delle sue ricerche. Su Moreau, oltre alle informazioni fornitegli dal cugino, non era riuscito a trovare nulla e il fatto che Guillaume avesse optato per il suicidio non lo aveva certo agevolato. Rilesse nuovamente tutti i suoi appunti, ma quel fil rouge era ancora qualcosa di arcano per lui.

Doveva assolutamente far luce sui piani di Moreau, o le minacce di Lord Voldemort sarebbero presto state mantenute. Di recente le comunicazioni con Sebastian Nott erano divenute più rade, come se fossero passate in secondo piano, ma Renard era sicuro che il momento di render conto al Signore Oscuro sarebbe presto arrivato.

 
**
 

Il Professor Piton aveva appena sottratto dieci punti a Grifondoro, perché aveva sorpreso Potter e Weasley che strattonavano e tenevano saldamente Paciock, scambiando la scena per il principio di una rissa. Nessuno degli altri studenti osò fiatare e rivelare che, con enorme stupore di tutti, la provocazione che Malfoy aveva appena indirizzato ad Harry e Ron aveva scatenato in Neville un reazione talmente violenta da fargli perdere il controllo e indurlo a cercare di attaccare il Serpeverde.

“Avrete notato che oggi abbiamo un ospite.”
Piton indicò con il mento un angolo buio nella già poco illuminata aula di Pozioni e gli studenti poterono scorgere il profilo basso e tarchiato dell’Inquisitore Supremo, seduta su uno sgabello con il blocco per gli appunti appoggiato sulle ginocchia grassocce.

Il pensiero di ogni studente fu lo stesso ‘due ore con Piton E la Umbridge?!’ e si manifestò tramite fronti aggrottate, sguardi spaventati e bocche spalancate, il tutto in religioso silenzio perché nessuno osò fiatare davanti ai due insegnanti in lizza per il trofeo del meno amato ad Hogwarts.
I ragazzi presero posto davanti ai calderoni condivisi dopo aver recuperato ancora una volta le fiale e attesero che il docente di Pozioni facesse apparire con una stoccata della sua bacchetta le istruzioni sulla lavagna dietro alla cattedra.

Olivia afferrò la sua copia di Mille Erbe e Funghi Magici, sfogliandola fino a pagina duecentoventi, dove era spiegato il corretto modo di estrarre il succo dal topinambur che aveva di fronte. Azzardò a lanciare un’occhiata verso il suo compagno di banco e vide che Malfoy evitava accuratamente di guardare nella sua direzione. Aveva la mascella rigida e gli occhi talmente fissi sulla pozione che stava portando ad ebollizione che sembrava che la stesse scaldando lui con lo sguardo, se sono questo non fosse stato di ghiaccio.

“Carino quel tentativo di affermarti come maschio dominante del nostro anno.”
Malfoy non diede segno di averla sentita. La pozione aveva già raggiunto il bollore richiesto e, dato che lei si stava occupando dell’estrazione del succo dal tubero, lui si mise a pesare su una piccola bilancia di precisione tre ottavi di oncia di scaglie di Petardo Cinese.
Olivia scosse il capo infastidita, ancora non era riuscita a dare una giustificazione a quella reazione del tutto fuori luogo del Serpeverde. Si era ripromessa di parlarne con lui per capire quale fosse il problema, ma il ragazzo le stava sbattendo in faccia con grazia che non aveva minimamente intenzione di rivolgerle la parola, cosa che non sfuggì anche ad altri studenti.

Qualche postazione più indietro, Pansy Parkinson sfoggiava un sorrisetto compiaciuto che la faceva sembrare ancora più simile ad un cucciolo di carlino con la parrucca. Aveva le labbra tinte di rosso incurvate in una smorfia vittoriosa e le lunghe ciglia scure che sbattevano civettuole in direzione di Malfoy.
“Uuuh, a quanto pare qualcuno non è più nelle grazie di Draco.”
Il bisbiglio di Pansy Parkinson raggiunse il modo chiaro le orecchie di Olivia, anche se fu abbastanza basso da non essere udito dai professori, che al momento stavano discutendo del programma valutato dal Ministero della Magia come troppo avanzato e complesso.
La Corvonero, che impugnava un coltello utilizzato per affettare finemente il topinambur, si girò di scatto e lanciò un’occhiata truce alla Serpeverde, risultando inquietante. Con lentezza misurata, tornò al tubero che doveva affettare alla svelta, o non avrebbe estratto il succo in tempo.

“Non avevo capito che aveste fatto pace, è per quello che sei scattato così ad Hogsmeade? Mi dispiace, io non cred… Hey, lo stavo facendo io, ma che ti prende?”
Draco le aveva tolto il coltellino di mano e aveva iniziato ad affettare con minuziosità certosina il resto del tubero, usando poi il lato della lama per applicare pressione sulle fette e facendone scaturire del fluido biancastro.
“Ti credevo più sveglia di così.”
Erano trascorsi quaranta minuti dall’inizio della lezione e quelle erano state le uniche parole che Malfoy le aveva rivolto, parevano anche avere un sapore amaro data l’espressione che le aveva rivolto prima di pronunciarle. Lei lo scrutò con sguardo stizzito.
Io sono abbastanza sveglia da non mettere le mani a tiro di coltello quando qualcuno sta affettando qualcosa.”
Lui diede una scrollata di spalle con aria indifferente e Olivia sentì la familiare sensazione di fastidio che i battibecchi con Malfoy le generavano trasformarsi in irritabilità, imporporandole le guance.

Una risatina di scherno partì da un punto indefinito alle spalle della Corvonero, che riconobbe come l’ennesima provocazione di Pansy Parkinson e Olivia roteò gli occhi al cielo per ritrovare la calma durante una lezione che si stava rivelando decisamente più fastidiosa del previsto.
“Vuoi fare questo gioco? Perfetto, Mr Maturo. Io volevo scusarmi e magari risolvere questo malinteso, ci sto pensando da quando mi hai risposto male ad Hogsmeade, ma ti prego di continuare con questa spassosissima farsa, la Parkinson sembra godersela e sai benissimo che il suo buonumore è una mia priorità. E ora ridammi il mio coltello, prima che ti schianti!”

Forse erano stati gli occhi lampeggianti di rabbia o forse il tono acido che aveva usato, ma qualcosa sembrò far breccia nella maschera di marmo che Draco Malfoy le aveva riservato per tutta la lezione, o forse poteva essere stato anche il fatto che nel pronunciare la fine dell’ultima frase non era riuscita a mantenere il tono di voce abbastanza basso e che ora il professor Piton, la professoressa Umbridge e alcuni dei ragazzi intorno a lei la stessero fissando per capire quale fosse il problema.

“Ti sembra di essere ad una conferenza stampa, Robin?”
La voce di Piton era indagatoria e strascicata come d’abitudine. Il professore le lanciò lo sguardo di rimprovero che riservava d’abitudine ai Grifondoro, ma che per la prima volta in assoluto lanciava ad Olivia Robin.
“No professore, mi scusi.”
La sua voce risultò dispiaciuta e sommessa, le costò un enorme sforzo. Aveva ancora le sopracciglia corrucciate e le guance arrossate, segno evidente che non era ancora stata capace di imbrigliare le sue emozioni.
“Allora deliziaci per favore con un po’ di silenzio. La prossima volta che ti sentirò minacciare un altro studente, ti assegnerò una punizione. Per ora tolgo cinque punti a Corvonero.”

Ehm ehm.”
Severus Piton aveva ancora la bocca semi-aperta quando fu interrotto dalla fastidiosa finta tosse dell’Inquisitore Supremo e non si premurò di nascondere il fastidio causato da tale interruzione. Con lentezza esasperante voltò lo sguardo verso la collega, invitandola ad esprimere qualsiasi parere avesse in serbo per la classe.

“Professor Piton, credo che Robin meriti una punizione. Si è già rivelata una persona rissosa, addirittura violenta, e se non estirpiamo quest’inclinazione bruta sul nascere, temo che possa solamente peggiorare con il tempo. Suggerisco una punizione con me stasera dopo cena.”
 
Ma ho solamente parlato! Certo, ho detto a Malfoy che l’avrei schiantato, ma non l’ho fatto!
 
L’espressione del professor Piton era gelida, stizzita e contrariata, ma le sue parole furono un pugno nello stomaco per Olivia.
“Come ritiene opportuno.”

Olivia spalancò gli occhi e le labbra con aria incredula, così come altri studenti in quell’aula. Fissò il viso di Dolores Umbridge e rimase scioccata dall’espressione malignamente gioiosa che aleggiava sul suo volto, era grottesca. Un brivido percorse la schiena di Olivia, memore del suo incontro con Harry Potter dopo una serata di punizioni con la Umbridge.
Trascorse il resto della lezione di Pozioni con la testa china sul calderone, evitando accuratamente lo sguardo del suo compagno di lavoro, che ora sembrava decisamente più incline a rivolgerle la parola, ma Olivia non poté fare altro che ignorarlo a sua volta, vittima della preoccupazione di ciò che le sarebbe accaduto quella sera.
 
Che se ne vadano al diavolo tutti, Malfoy e le sue scenatine da bimbo capriccioso, la Parkinson con il suo maledetto muso da carlino, quella sadica della Umbridge e Piton che non mi ha nemmeno riassegnato i cinque punti tolti!
   
 
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