Serie TV > Merlin
Segui la storia  |       
Autore: therealbloodymary01    22/05/2020    1 recensioni
Avete presente quando re Alined vuole la guerra e cerca di far innamorare Artù di Lady Vivian? E se qualcosa andasse storto? Se per un gioco del destino il principe si ritrovasse completamente infatuato del suo servo? Cosa accadrebbe? Leggete per scoprirlo!
Dal testo:
Merlino non poteva negare che il principe fosse senza ombra di dubbio decisamente attraente, ed era capitato più volte che gli provocasse dei certi pensieri poco casti. Ma ovviamente sapeva che dall'altra parte non ci sarebbe mai stato alcun interesse, perciò quel giorno aveva deciso di divertirsi un po'.
Genere: Commedia, Demenziale, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Gaius, Gwen, Merlino, Morgana, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Seconda stagione
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
“Grazie molte, ragazzo, la mia schiena mi sta facendo impazzire in questo periodo.”
“Si figuri! Quasi dimenticavo, Gaius si è raccomandato di non berla tutta insieme, ma un po’ alla volta!”
Congedatosi dal bottegaio a cui aveva fatto la consegna, Merlino si rimise in marcia, doveva ancora finire di strigliare i cavalli ed abbeverarli, e forse dopo avrebbe potuto parlare a Gaius della sua situazione.
Non aveva fatto neanche due passi entrando nella Cittadella, che si sentì stranamente osservato. Voltando lo sguardo, vide uno dei cavalieri reali, sir Leon, parlare con il principe, quest’ultimo stava guardando insistentemente nella sua direzione. Notando l’espressione di Artù, carica d’intensità, Merlino seppe che quella conversazione stava sicuramente diventando scomoda. Doveva fare qualcosa.
“Oh. Ma il Cielo mi ha benedetto!” Artù aveva detto qualcosa di molto simile al cavaliere, che lo guardava senza capire.
Merlino, intanto, cercava di avvicinarsi per sentire meglio ed interrompere il principe qualora avesse confessato cose che era meglio che Leon non udisse.
“Guardalo. Non lo trovi ancora più bello di prima?”
“Ma di chi state parlando, sire?”
“Che domande, ovviamente di merl- ahi!” il principe fu bruscamente interrotto dal suo servitore, che gli diede un poco elegante schiaffo in faccia.
“Merlino!! Cos’è questo, il tuo modo per dirmi che mi am-“
“Che vi ammazzerei volentieri, esattamente sire, perché non vi sopporto più!” cercò di sdrammatizzare con una battuta di spirito. Ci fu un silenzio prolungato, poi il primo cavaliere scoppiò a ridere.
“Il tuo umorismo ti precede, Merlino, ma io starei attento a non esagerare con il futuro re di Camelot” lo rimproverò scherzosamente.
Artù, intanto, cercava di capire da quando il suo servitore fosse diventato così dannatamente attraente, e non si curava minimamente di celare i suoi sguardi, carichi di desiderio, in direzione del moro.
Sir Leon, che di quello che succedeva stava capendo poco, si limitò a guardare gli altri due con fare interrogativo.
“Leon! Voglio che tu sia il mio testimone.”
“Il vostro… testimone, sire?”
“Certamente. Voglio gridare a tutti il nome della persona che più di tutte vorrei al mio fianco. E tu, amico mio, sarai il primo a sapere che io, futuro re di Camelot, amo Me-“
“stesso! Amate voi stesso e solamente voi stesso, lo sappiamo… ora venite, è tempo che vi riposiate, date le vostre condizioni…” Merlino, deciso a porre fine a quell’assurda conversazione, cinse con un braccio le spalle del perplesso principe  e, in tutta fretta, lo trascinò verso i suoi alloggi. Sir Leon lo fissò senza capire, ma il giovane mago si limitò a scandire con il labiale le parole “troppo vino”, e questo sembrò bastare al cavaliere come spiegazione di quegli strani comportamenti.
 
“Potrei aver creato un problema” esordì poco dopo, rivolgendosi all’unica persona di cui si fidava ciecamente.
“… anche se non è stata tutta colpa mia”.
“Che c’è Merlino?” disse Gaius, conoscendo bene la tendenza del suo giovane assistente a cacciarsi nei guai più disparati.
“Artù è innamorato.”
“E tu che c’entri?”
“Beh… sono io colui di cui si è… invaghito”
“È chiarissimo…” asserì ironicamente il vecchio medico.
“Non capite, è completamente infatuato, non riesce più a concentrarsi su nulla, tutto ciò a cui pensa e di cui parla è… beh, me”
“Com’è potuto accadere così in fretta?”
“Oh andiamo, sapete che Artù mi sopporta a malapena, qualcosa non quadra. Solo ieri ho fatto una battuta su noi due insieme e per poco non mi fa tagliare la testa!”
“Non credo che il principe sia completamente immune al tuo fascino, mio caro Merlino. È fin troppo protettivo nei tuoi confronti” Gaius ora sembrava quasi ammiccante.
“Comunque non mi chiederebbe di SPOSARLO!”
L’anziano dottore sgranò gli occhi, tanto era sbalordito da quella rivelazione.
“Qui deve esserci di mezzo la magia” continuò il più giovane.
“Lo penso anch’io, Merlino”
“Ma perché fare innamorare il principe di un servo? A che scopo?” il povero mago sembrava disperato, camminava incessantemente avanti e indietro, con le mani nei capelli.
“Non lo so, ma deve avere qualcosa a che fare con la presenza dei cinque re qui al castello, non può essere una coincidenza. Forse il piano era un altro, ma qualcosa deve essere andato storto”
“Che intendete?”
“Beh, se la vittima designata per essere oggetto dei desideri di Artù fosse stata un’altra? Qualcuno di ancora più inopportuno di te, qualcuno che, se fosse stato colto ad amoreggiare con il principe, avrebbe fornito un valido motivo per scatenare una guerra!”
“Ma certo, Lady Vivian! La scorsa notte ho trovato sul letto di Artù una ciocca di suoi capelli, credevo fosse un pegno d’amore e l’ho riposta altrove! Come ho fatto a non pensarci?”
“Questa è una cosa seria, Merlino, sono sicuro che il colpevole sia Alined, ha sempre bramato la guerra, in fondo al suo cuore”
“Questo, però, non spiega il perché Artù si sia invaghito di me, tra tutti quanti!!”
“Tu sei sicuro di non aver lasciato nessun oggetto appartenente a te vicino a lui, l’altra notte? Questi incantesimi d’amore non sono di gran livello, hanno effetto su qualsiasi tipo di oggetto, in pratica qualsiasi cosa sia vicino alla vittima in quel momento, che appartenga ad un’altra persona, viene utilizzata per garantire lo scopo della pozione”
Merlino riflettè a lungo su tutto quello che era successo la notte precedente, e ad un tratto, ricordandosi del suo spiacevole incidente, sbiancò: il brandello della sua maglietta che si era strappato, cadendo, doveva essersi depositato sul letto regale! Non poteva crederci, ancora una volta la sua goffaggine lo aveva tradito.
“Cosa posso fare, Gaius? Continua a provare a corteggiarmi, e sapete che succederebbe se qualcuno, malauguratamente, lo sentisse!”
“Lo so bene, Merlino, per questo devi fermarlo”
Già, decisamente molto confortante.
 
Merlino promise a sé stesso che una volta risolta questa situazione si sarebbe licenziato. Beh, forse non proprio licenziato, ma almeno si sarebbe preso una lunga pausa. Questo lavoro lo estenuava! Dover fare il servitore di Artù, stare sempre in guardia perché nessuno scoprisse il suo segreto, era veramente troppo. Ed ora questo. Tu  guarda se tra tutti gli abitanti di Camelot una situazione del genere doveva capitare a lui. Era veramente basito.
Si mise in cerca del principe, sperando che non si trovasse in cima alla torre più alta del castello a declamare i suoi sentimenti o roba simile, ma non lo trovò da nessuna parte. Aveva anche chiesto ai cavalieri, ma nessuno sapeva nulla. “Sarà a caccia”, aveva detto sir Leon.
Merlino, allora, decise che quello era il momento di tregua che il cielo gli aveva concesso. Quindi tornò nella sua camera a pensare ad un piano d’attacco.
Era letteralmente sommerso da una montagna di libri da ormai più di un’ora, ma non aveva ancora trovato nessun incantesimo che somigliasse anche lontanamente a quello di cui il principe era vittima.
D’improvviso, qualcuno bussò alla porta.
Il ragazzo corvino si precipitò fuori dalla stanza e fece cenno a Gaius di dire qualcosa.
“Chi è?”
“Il destino, amore mio!” la voce inconfondibile di Artù Pendragon si propagò nello studio del medico. Merlino alzò talmente gli occhi al cielo da rischiare quasi di giocarsi le pupille, e si andò a nascondere sotto il tavolo da lavoro del medico.
Il principe di Camelot, non ricevendo alcuna risposta, pensò di dover alzare la posta in gioco. “Destino e… pollo?” chiese speranzoso.
Gaius, ridendo sotto i baffi per quell’assurda situazione, andò ad aprire la porta. Si ritrovò davanti il rampollo reale, con un vassoio pieno di cibarie in mano, tutto sorrisi e occhi dolci.
“Desidero vedere Merlino. Il tuo apprendista. La luce dei miei occhi”
“La vostra cosa??” replicò Gaius, scioccato da quell’insolito modo di fare.
“La gioia del mio cuore!” disse ancora il principe, prima di fiondarsi dentro la stanza senza neanche chiedere il permesso di entrare.
Gaius, intanto, pensava che in circa ottant’anni di vita quella era la situazione decisamente più strana in cui si fosse mai ritrovato.
“Lui dov’è?”
“Non è qui, sire” mentì il medico.
Il faccino di Artù si rabbuiò per qualche millesimo di secondo, ma ripartì presto alla carica.
“Lo aspetterò”
“Non credo che sia una buona idea, altezza…”
“Portamelo qui!”
“Non posso”
“Esegui i miei ordini, Gaius!”
“Vi prego, mio signore, sono impegnato a realizzare una medicina molto complicata”
“Ma io voglio vedere Merlino!!” ora il povero principe sembrava veramente sull’orlo di una crisi isterica, il vecchio Gaius non lo aveva mai visto in questo stato, e dire che lo conosceva da quando era in fasce.
Merlino, da sotto il tavolo, stava assistendo a tutta la scena, e si malediceva mentalmente per essere nato, essere andato a Camelot, essere diventato servitore di Artù in persona, di essersi pateticamente innamorato del suddetto principe e di aver provocato questo ingestibile casino. Non necessariamente in questo ordine.
Alla fine, dopo mille suppliche da parte del medico, l’inarrestabile spasimante si arrese, decidendo di andare a cercare la sua fiamma altrove. Gaius e il suo apprendista, uscito dal nascondiglio, si guardarono cercando di contenersi, ma il comportamento di Artù era decisamente troppo esilarante perché ci si potesse trattenere dal commentarlo.
 
Trickler era sicuro che quella volta il suo padrone gli avrebbe fatto tagliare la testa senza indugio. Il loro piano avrebbe dovuto essere rapido e senza alcun intoppo, eppure l’imprevisto che si era verificato era decisamente colossale. Il giullare di corte aveva passato tutto il giorno a seguire i movimenti del principe Artù per constatare l’effettivo successo dell’incantesimo, e quando lo aveva visto camminare spedito con un vassoio in mano ed un mazzo di fiori era stato quasi sicuro dell’esito positivo della macchinazione diabolica di Alined. Invece, con sua somma sopresa, il giovane reale si era diretto verso l’ala della servitù, dove aveva bussato nientedimeno che alla porta del suo servitore. Trickler doveva ammettere che, se non avesse avuto timore della reazione del suo iracondo padrone, avrebbe riso a crepapelle del giovane Pendragon andato completamente su di giri per un umile servo, trovava la cosa veramente spassosa, ma era sicuro che Alined non si sarebbe soffermato sull’aspetto ilare di quella vicenda, al contrario.
“Sei un idiota!” aveva infatti inveito contro di lui non appena gli ebbe raccontato tutto.
“Spera che Uther non si renda conto che ci siamo noi dietro tutto questo, o giuro che stavolta ti metto alla forca, maledetto!” disse furente di rabbia. Quella stessa sera si sarebbe tenuto l’incontro finale per la firma degli accordi, quindi ormai i piani del malvagio re potevano considerarsi ufficialmente andati in fumo. Alined stava continuando beatamente a sfogare la sua frustrazione sul giullare di corte, quando uno scricchiolio catturò la sua attenzione: qualcuno stava origliando. Voltatosi verso la porta della sua stanza, scorse un ragazzo dai capelli corvini, che non appena incrociò il suo sguardo si diede alla fuga con uno slancio poco elegante.
“E quello chi diamine era?” tuonò il sovrano in direzione di Trickler. Se qualcuno aveva sentito del loro piano fallito, sarebbero stati nei guai. Uther non era certo noto per la sua clemenza, del resto. Dopo svariate minacce e incalzamenti, finalmente il suo fedele scagnozzo si decise a sputare il rospo, confessando di aver riconosciuto nelle vesti della spia il servitore del principe in persona.
Alined dovette fare appello a tutte le sue forze per contenere la sua rabbia, ma prese una decisione drastica: quel servo ficcanaso andava tolto di mezzo. Non poteva permettersi il rischio di vedere quegli stessi re che aveva cercato di sabotare sotto il loro naso venire a conoscenza delle sue strategie, e l’unico modo per assicurarsene era sbarazzarsi dell’unica persona che ne era a conoscenza. Avrebbe anche fatto un favore a Uther, dato che senza l’oggetto dei suoi desideri a portata di mano, l’incantesimo fatto a suo figlio si sarebbe spezzato.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Merlin / Vai alla pagina dell'autore: therealbloodymary01