Astoria Greengrass
10. Harry-il-prescelto-Potter
Secondo
Astoria Harry Potter era un ragazzo anonimo sotto molti punti di vista.
Portava sempre
un paio di occhiali rotti, che si tenevano insieme e non cadevano a pezzi
solamente grazie ad un nastro di scotch legato più volte attorno ad essi.
Aveva dei
comunissimi capelli neri – nessun paragone con quelli di un biondo quasi bianco
di Draco, a voler ben dire – ritti in testa, che non sembravano mai pettinati.
E, probabilmente, ragionò la giovane crucciata ma divertita, quei capelli non venivano proprio pettinati, perché indomabili
ed intrattabili. Un po’ come lei, durante le mattinate storte.
Volendo essere
pignoli, Harry non possedeva nemmeno una figura da copertina del settimanale
delle streghe: non molto robusto, raggiungeva quasi sicuramente il metro e
ottanta di altezza, indi per cui a volte il suo fisico lasciava un po’ a
desiderare; se messo a confronto a Ronald Weasley, molto più ben piazzato di
Potter, non c’era alcun paragone.
L’unica cosa
che poteva colpirti di Harry Potter – oltre alla sua famosa cicatrice a forma
di saetta – erano gli occhi color smeraldo che, si vociferava, avesse ereditato
da sua madre, Lily Evans. Erano occhi particolari, di un verde raro e
splendente, che rimanevano impressi anche ad un solo ed unico sfuggente
sguardo. Astoria, questo, lo sapeva benissimo.
Tuttavia, la
giovane Greengrass, non riusciva a capacitarsi di tanta popolarità.
Oh, certo.
Aveva salvato il mondo magico spedendo il Signore Oscuro chissà dove quando era
solo un neonato e, effettivamente, giocava a suo favore anche il fatto di aver
un ruolo fondamentale nella Guerra Magica. E, ovviamente, il fatto di essere
sfuggito a voi-sapete-chi ripetutamente.
Per non
parlare, poi, del suo ruolo di capitano e cercatore nella squadra di Quidditch
dei Grifoni.
Da quanto
Harry Potter era entrato a far parte della squadra, Astoria non aveva mai visto
la coppa del Quidditch nella propria Casa, perché i Grifondoro si dimostravano
non solo superiori a Serpeverde, ma anche a Corvonero e Tassorosso.
Effettivamente,
pensò la giovane bionda con un sorriso divertito sul viso, Harry Potter era un
ragazzo molto interessante. Sotto
molti punti di vista.
E, dalle voci,
si diceva che fosse anche un ragazzo generoso e gentile.
Tutto ciò, pensò
scotendo il capo con stizza, non spiegava il motivo per cui lei, Serpeverde
discendente da una famiglia Purosangue, fosse appostata fuori dal Dormitorio
nei Grifondoro, nell’attesa che il bambino sopravvissuto uscisse allo scoperto,
come una spia assoldata da qualcuno.
Infondo,
ragionò la ragazza andando avanti indietro per il corridoio deserto sentendosi
vagamente idiota, la rivalità tra Potter e Draco era risaputa per tutto il
castello: persino i professori ne erano a conoscenza, seppur non prendessero
mai parte ai rari scontri dei due ragazzi o vi partecipassero solo nel momento
in cui erano costretti a dare punizioni.
Senza contare
che se l’avessero scoperta, gli altri Serpeverde – eccetto Tracey, ovviamente –
l’avrebbero denigrata senza pensarci due volte.
Una Serpeverde
insieme al più grande traditore di sangue di tutti i tempi?
Non sia mai.
«Cerchi
qualcuno?», domandò proprio in quell’attimo di riflessione una dolce voce
femminile alle spalle di Astoria, facendola sussultare.
Quasi gridò la
Serpeverde nel trovarsi di fronte niente meno che Hermione Jean Granger.
La
Mezzosangue. Quella che tutti i Serpeverde odiavano. La ragazza che aveva preso
per i fondelli Draco e gli aveva mollato un pugno.
Quella ragazza
che in quello stesso istante le stava sorridendo gentile e stava aspettando con
pazienza una sua risposta, quando se ne sarebbe benissimo potuta andare una
volta notata la cravatta verde e argento.
Oltre a
domandarsi perché diavolo quel maledetto
cappello parlante vecchio, logoro e schifoso l’avesse smistata nei
Serpeverde, Astoria sorrise rassicurata.
Era contenta
di essersi trovata di fronte una come lei – seppur mezzosangue, a ben dire – e
non Ginny Weasley che, oltre ad essere una traditrice del proprio sangue, le
stava anche parecchio antipatica.
«Non vorrei sembrare inopportuna»,
cominciò allora la giovane Serpeverde fissando Hermione negli occhi, «ma vorrei
parlare con Harry Potter»
La castana strinse maggiormente a sé i
libri scolastici, sgranando gli occhi color nocciola all’udire quell’insolita
e, effettivamente, assurda richiesta.
Incespicò la Grifondoro nell’entrare
nella Sala Comune, balbettando la parola d’ordine alla Signora Grassa ed
urlando come un’ossessa il nome di Harry, facendo sorridere di cuore Astoria.
Passarono una manciata di minuti prima
che il giovane interpellato facesse la sua comparsa, i capelli scompigliati e
gli occhiali storti, l’aspetto più trafelato e scarmigliato del solito.
Ed un sorriso sul viso, seppur non si
conoscessero.
«Io sono...»
«Astoria Greengrass. Ti conosco. Grazie a
te sono potuto venire ad Hogwarts e non tornarmene a Londra. Sarei venuto a
sdebitarmi domani stesso», pronunciò azzardando ad una pacca sulla spalla il
giovane Potter, cogliendola di sorpresa.
Di certo Astoria non si sarebbe mai
aspettata che lui conoscesse il suo nome; a Hogwarts non aveva mai goduto di
alcuna popolarità, in quanto né in bellezza, né per carattere era paragonabile
a sua sorella Daphne e molte altre fanciulle presenti.
Sapere che in quel luogo ci fosse
qualcuno a conoscenza del suo nome le faceva piacere, e montava un po’ il suo
piccolo ego nascosto.
Oh
beh,
pensò con un sorriso, Serpeverde lo era
di sicuro vista la vanità.
«Posso chiederti perché mi hai fatto chiamare?», domandò con estrema curiosità
Harry, riportandola alla realtà.
La ragazza sbatté più volte le palpebre
presa in contropiede, cercando di ripescare nei meandri della sua mente una
possibile risposta a quella domanda.
«Riguarda Draco. Draco Malfoy», chiosò
allora incerta, facendo saettare gli occhi a destra e sinistra, nella
preoccupazione che qualcuno potesse sentirli.
Capì subito di non essere l’unica ad aver
notato qualcosa di strano nel giovane re delle serpi, quando anche un
sopracciglio scuro di Harry si arcuò attento.
«Nonostante tu sia una Serpeverde, sono
sicuro di potermi fidare: credo che Malfoy sia un Mangiamorte», borbottò senza
troppi giri di parole il giovane, leggermente scocciato al pensiero che anche
lei, come Ron ed Hermione il giorno prima, sarebbe probabilmente scoppiata a
ridergli in faccia.
Tuttavia, contro ogni sua aspettativa,
Astoria si limitò semplicemente a stringere la cravatta che teneva legata in
vita; mordendosi il labbro carnoso, poteva già sentire l’odore di sale e ferro
del sangue nella sua bocca.
«Lo penso anche io, Potter», sussurrò
pallida in viso, facendo pensare all’altro che sarebbe potuta cadere svenuta
tra le sue braccia da un momento all’altro.
Harry ebbe
addirittura l’istinto di allungare una mano e stringere quella di lei, così
piccola, ma si trattenne: Greengrass era pur sempre una Serpeverde, seppur
fuori dal comune. E molto più piacevole, sotto molti punti di vista.
«Credo abbia tatuato il Marchio Nero sul
braccio», disse allora il prescelto, a corto di parole, cercando di non
guardare troppo la giovane negli occhi; era una cosa che lo imbarazzava spesso,
a volte gli capitava addirittura con Hermione stessa.
La Serpeverde aprì la bocca in una
smorfia d’orrore, mentre il cuore iniziava a sanguinarle copioso: il (suo)
Draco era davvero un Mangiamorte.
Parlare con Harry Potter, ammise tra sé e
sé qualche ora dopo Astoria, le aveva fatto sia bene che male.
Da un lato, era contenta di aver reso
partecipe qualcuno dei suoi dubbi, di aver incontrato una persona che
condivideva i suoi medesimi pensieri.
Dall’altro, invece, un dolore lancinante
la trafiggeva, come tante lame di coltelli affilati.
Aveva sempre saputo della mania dei
genitori di Draco per le Arti Oscure, ne aveva ottenuto conferma in seguito
all’arresto di Lucius Malfoy, il precedente giugno.
Ma mai, mai avrebbe pensato che un giorno
proprio Draco, così abituato agli agi ed alla vita comoda, avrebbe preso il
posto del padre in quella battaglia che, forse, mai avrebbe avuto fine.
«Maledizione», sussurrò a sé stessa
stringendosi tra le braccia, in un tentativo di provare meno freddo.
Chiuse gli occhi, appoggiandosi alla
bell’e meglio al corrimano delle scale che conducevano al quinto piano.
Non aveva voglia di tornare al
dormitorio: sarebbe stata costretta a rispondere alle domande di Tracey e
Daphne, e magari incrociare gli occhi di Draco.
Assurdamente gli occhi le pizzicarono ed
una grandissima voglia di piangere la colse inaspettata.
Si sentiva una bambina, così poco adatta
alla sua famiglia e alla sua casa, avrebbe tanto voluto avere un cuore di
ghiaccio come Daphne o sua madre, che guardavano tutto con occhi critici e
cinismo, senza mai mostrare il minimo sentimento.
L’amore era una fregatura, pensò con il
cuore pulsante e doloroso, mentre rumori di passi dietro di sé la costringevano
ad asciugarsi gli occhi velati.
«Astoria?», una constatazione più che una
domanda, pensò la giovane mentre si voltava verso di lui, la sua rovina, quel
ragazzo a cui da più di un anno non parlava.
Uno stormo di farfalle spiccò il volo nel
suo stomaco, mentre il suo cervello annunciava l’arrivo della primavera in
anticipo.
Sembrava quasi che il destino avesse
voluto tirarle un brutto scherzo: lui era l’ultima persona a voler vedere, in
quel momento, ma il suo corpo la pensava in maniera differente.
Le gambe iniziarono a tremarle per l’emozione,
mentre già le guance le si imporporavano di un grazioso rosso carminio.
«Draco», bisbigliò il suo nome a voce
talmente bassa che lui quasi non lo udì.
La osservò attento mentre si sollevava
dai gradini, gli occhi arrossati dal pianto e il viso più pallido del solito,
fatta eccezione per le solite macchie rossastre come comparivano sempre in sua
presenza.
I capelli biondi erano scompigliati e le
conferivano un’aria selvaggia, particolare, tutto il contrario di quello che
lei era di solito.
Da quanto non la guardava più così
attentamente?
Da quel bacio, quella dichiarazione che
per notti l’aveva tenuto sveglio a riflettere, meditare. Quel bacio che non gli
aveva più fatto osservare le altre fanciulle con lo stesso sguardo d’un tempo.
Gli occhi grigi di Malfoy scorsero lungo
la figura ammorbidita dalle curve da donna che la giovane stava armoniosamente
acquistando nel tempo, e si ritrovò stupito di quanto quel corpo lo attraesse,
seppur coperto da una pacchiana divisa scolastica.
Il suo cuore perse un battito
nell’osservare la pelle lasciata nuda a causa dei bottoni della camicia
slacciati ed una irreprimibile voglia di sentire il suo sapore lo colse.
Dio, pensò il
giovane mentre con una mano le accarezzava la guancia gelida, perché sei così, Astoria?
Prima che l’orologio di Hogwarts battesse
le sette, prima che tutti gli studenti si dirigessero in Sala Grande per la
cena, prima di poter dire qualcosa, di pensare a qualcosa di razionale e
banale, Astoria gli si buttò tra le braccia, stringendo forte tra le mani la
stoffa leggera e pregiata della bianca camicia di Draco.
Quest’ultimo vacillò, cadendo a terra e
portandola con sé.
«Draco», lo chiamò la giovane, mentre un
singulto le sfuggiva dalle labbra rosse a forma di cuore, vicine al collo del
giovane.
Lentamente, inaspettatamente, un braccio
le circondò la vita, in modo da poterla sentire più vicina a sé.
«Sono qui», si ritrovò a dirle insicuro
su quelle parole troppo lontane dal suo io, troppo distanti dal suo cervello e
da ogni pensiero che di solito lo contraddistingueva.
Le sollevò il mento con decisione, il
respiro caldo di Astoria sulle sue labbra e i suoi doveri dimenticati in un
cassetto remoto del suo cervello.
Contro ogni logica, ogni aspettativa ed
ogni legge dello spazio, Draco la baciò.
Anticipazione
capitolo 11:
Era stato
scoperto dopo nemmeno due settimane dal suo nuovo compito da una ragazza che,
in tutta sincerità, giudicava tra le più ingenue ed innocenti del Castello.
Eppure,
nonostante quell’impiccio, non riusciva a volerla lontana da sé.
«Ho imparato
ad osservarti. Ti sfiori sempre il braccio sinistro con sguardo nervoso,
scompari agli orari più strani e certe volte non ti rechi nemmeno a lezione. Ti
ho sentito confabulare con Parkinson e Zabini, sul treno, Draco»
Delucidazioni (?):
Dato che mi sono portata parecchi avanti con i capitolo ho deciso si
inserire le anticipazioni.
Sono passati dieci capitoli e, tra alti e bassi, finalmente ciò che
ogni singola persona aspettava è successo. Non sapete quando mi brillavano gli
occhi mentre scrivevo la scena.
Astoria – la mia Astoria, almeno – è così diversa dagli altri
Serpeverde che mi fa sorridere. Sa essere perfida, ma anche gentile: se è per
il bene di Draco, decide addirittura di andare da Potter e schiacciare sotto i
piedi il proprio orgoglio.
Questa amicizia sarà
significativa per i successivi capitoli. Questo ve lo posso assicurare!
Ultimamente non faccio altro che leggere fic su questa coppia, il
problema è che tante sono in una fase di stallo, mentre le One-Shot
le ho ormai divorate tutte...
Indi per cui, mi chiedo dove sono finite le meravigliose scrittrici
Draco/Astoria. ù_ù
Io aspetto con ansia le vostre fic! Sarà un piacere leggere e
commentare!*_*
Detto questo, ringrazio di cuore:
Kimly: Tu! Tu sei una
Mosca Bianca! Qualche tempo fa lessi una tua ShikaIno. Ora, purtroppo, ho quasi
totalmente abbandonato il Fandom di Naruto. Spero tu ti stia dando ancora da
fare per diffondere la fedeH! Ti ringrazio tantissimo
per i complimenti. Sono contenta che la storia risulti veritiera e che Astoria
ti piaccia! *_* Un bacio!
Angel Texas
Ranger: AHAHAHAHAH! Draco deve guardarsi le spalle: a quanto pare le Fan
della coppia adora Astoria molto più di lui! Gli farà vedere chi comanda,
appena saranno sposati (...tecnicamente già lo sono, in effetti). Grazie mille!
Un bacio!
Gobra1095: Ria si sta
facendo largo pian piano nella storia e nel cuore di Draco – e lettori,
autrice, cani, gatti. Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto! Spero sia
così anche per questo! Un bacio!
Hermy101: Sono felice che
l’idea ti sia piaciuta! *_* Non sapevo se avrei fatto bene a
“modificarla”, indi per cui il commento
positivo mi rincuora molto. Grazie mille! Un bacio!
EllaYaYa: Posso chiamarti
Antonella? No, perché è un nome che mi piace un sacco. ò_ò Sono felice che la
mia idea ti sia piaciuta! Devo averla riscritta almeno una trentina di volte,
tanto che mia madre si trovava foglietti da tutte le parti! Io aspetto un’altra
tua Draco/Astoria, nel frattempo! La prima mi era piaciuta un sacco! Grazie
mille! Un bacio!
Confettina: La risposta
alle tue domande...è in questo capitolo!XD Insomma, sei stata paziente fino al
momento giusto. La drammaticità tra questa coppia mi sembra fondamentale, non
so te. Diciamo che potrebbero essere un mix esplosivo di parecchi sentimenti.
Con loro non ci si annoia MAI! Spero di poter leggere presto la tua storia!
Grazie! Un bacio!
Terrastoria: Allleeeee! Tra poco invaderemo questo Fandom con la nostra
presenza! Dobbiamo solamente trovare una trama... Ti ringrazio di cuore per i
complimenti. Essendo Astoria così sconosciuta mi piace il fatto che alla gente
stia simpatica. Farla crescere è l’obbiettivo che mi sono prefissata sin
dall’inizio di questa fic! Grazie tesoro! Un bacio!
Katia37: Katia! Grazie
mille! *_* Fortunatamente non dovrai pazientare troppo per il prossimo
capitolo, solamente una settimana. Ce la farai? Grazie ancora! Un bacio!
Ringrazio inoltre chi ha aggiunto la storia ai preferiti, chi tra le
seguite e chi ha semplicemente letto.
Niente da aggiungere se non...ci vediamo il diciotto!
Cà.