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Autore: AyuTsukimiya    11/08/2009    2 recensioni
La vita di Deichan, una ragazza chiusa e molto dolce, è intrisa di tristezza. Abbandonata dai genitori per il loro lavoro, e mai stata amata da loro, affronta la vita scolastica cedendo ai ricatti delle compagne di classe. Nella sua vita entrerà, Tobi, un ragazzo molto ribelle, che si è trasferito vivendo da solo, e che proverà subito simpatia per lei. Fin da subito la sua pura “impulsività” nel difenderla dalle cattiverie delle compagne lascerà trasparire il desiderio d’amore che proverà per lei... i due ragazzi si troveranno ad affrontare molti problemi, scolastici, e anche della vita… Come mai i genitori di Dei l’hanno abbandonata? Le compagne solo per divertimento maltrattano psicologicamente Deichan? O c’è dell’altro? E…Tobi e Dei riusciranno ad affrontare tutte le problematiche che la vita pone loro davanti prima come amici e in seguito come amanti?...
Avviso che Dei è una ragazza e che non è Deidara, ha solo lo stesso colore di capelli e di occhi.(Questa storia riflette temi dell'abbandono della solitudine e...dell'autolesionismo. Spero vi piaccia, scritta con una mia amica Babichan e dedicata a tutti quelli che mi vogliono bene^^) Premessa: C'è stato un tempo in cui credevo di aver perso le mie ali. Le ali d'angelo che ognuno di noi ha fin dalla nascita; le mie ormai si erano rotte, e mi sentivo come un angelo solitario. Come lui, proprio perchè non può più volare con gli altri angeli a causa della rottura delle sue ali. (MESSO CAPITOLO 10!!!)
Genere: Generale, Romantico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Deidara, Tobi
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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CAP 11: LA MIA LUCE

 

In quelle giornate così piovose, la voglia di uscire era ridotta al minimo.

Dei vide Tobi il giorno dopo, ma per poco.

Ad entrambi infatti sembrava mancare qualcosa.

Non riusciva a parlargli per ciò che le era successo con Yari. Che poi successo…non era successo nulla concretamente.

Eppure…

Tobi dal canto suo era molto in pensiero… a breve avrebbe dovuto rivedere i suoi e la cosa non lo rendeva così felice anzi…

Entrambi seduti sul divano. Mentre fuori la pioggia cadeva lentamente.

-che…avete fatto oggi a scuola?- domandò sussurrando Dei

-mah nulla…le solite cose…- anche lui rispondeva in modo quasi apatico.

“è colpa mia lo so…”

-d-domani tornerò a scuola…- sussurrò lei

-mi fa piacere- le sorrise lui sfiorandole una guancia.

Dei quasi tremò leggermente.

Perché non aveva provato lo stesso calore che aveva provato con Yari?

Ma poi…che importava di Yari ora?

-T-tobi…-

-si?-

“a te è mai successo che…provassi qualcosa per qualcuno…del tuo stesso sesso?”

-n-no niente…-

Sembrava essersi rotto qualcosa.

E lei sentiva che la colpa era solo sua.

Quella sera dato che pioveva si decise a sistemare un pòco la casa.

Durante la sistemazione però venne a trovarla proprio Yari.

Non se lo aspettava.

Quando aprì la porta sentì il suo corpo vibrare.

-c-ciao- sussurrò Dei.

-ciao!!- disse lei abbracciandola –come stai?-

-b-bene…- sussurrò lei lasciandosi andare a quell’abbraccio.

-rimango per poco, volevo solo dirti se questo weekend ti va di venire da me!-

“c-che cosa???”

-b-bhe…s-si d’accordo-

-tanto oggi a scuola essendoci i club non abbiamo fatto molto eheh, sempre però che tu possa non voglio obbligarti-

-n-no non ti preoccupare…-

-verrò qui io ok? Tanto non abito lontana cosi ti farò conoscere anche il mio cane anche se so che ne hai paura ma tranquilla!-

Dei appoggiò la testa sulla sua spalla.

-d-d’accordo…-

Yari le sorrise e le diede una carezza.

-pronto?-

-pronto Tobi? Sono Dei…ascolta…questo weekend vado in giro con u-una mia amica e…-

-si tranquilla…fai bene-

Perché si sentiva così male?

-ci…rivediamo allora lunedì ok?-

-si…d’accordo-

Non riuscì a chiudere occhio.

Prese il cellulare e mandò un messaggio a Tobi.

“spero di non averti reso triste per questa cosa…se è cosi scusami, non vedo l’ora che ci rivediamo…ti voglio bene”

La risposta le arrivò poco dopo.

“tranquilla ti ho detto che non devi preoccuparti, pensa a divertirti e a staccare un po’ dai problemi ok? A presto ti voglio bene anch’io”

Sdraiata, col cellulare fra le mani.

A quel messaggio appoggiò il cell sulle sue labbra come quasi ad esserne felice.

Il mattino seguente si preparò.

Nel pomeriggio arrivò Yari.

Deichan era molto contenta.

Durante il viaggio per andare da lei era invasa ancora da quello strano calore. E non si accorgeva nemmeno di quella gente che di solito la faceva sentire a disagio, come la miriade di ragazzi che parevano dei fotomodelli per come si atteggiavano, o anche alle persone un po’ più normali…come famiglie, signori anziani bambini…

-…e poi sai di solito mi sento sempre una rompiscatole perché mi viene subito da invitare la gente da me…eheh- parlava a raffica Yari.

La prese per mano mentre corsero per prendere l’autobus.

Dei si sentì stranissima.

Arrivate sull’autobus si misero a sedersi vicino a una ragazza che Dei conobbe come una delle amiche di Yari, che frequentava però una classe diversa dalla loro.

Yari parlava molto con lei.

Dei si sentì un po’…triste di questo.

Ma poi Yari la invitò a sedersi accanto a lei, dato che fino a quel momento era rimasta in piedi.

-lei è Ichira, l’anno prossimo vorrebbe tantissimo entrare nella facoltà linguistica… che bello vorrei andarci anch’io però…però non so ancora bene che fare uf-

-sei un caso patologico eh?- le disse l’amica a Yari, poi si rivolse a Deichan

-e tu?-

Dei si indicò col dito

-io?-

-si- le sorrise

-bhe…non ho ancora deciso…e…-

Yari ridacchiò però e disse

–secondo me invece si, ti si legge in faccia che hai le idee chiare!-

Era una situazione così strana per lei, di solito non era mai entrata in confidenza con quasi nessuno.

Le sembrava strano riuscire ad avere discorsi comunque normali con delle persone che poteva considerare amiche…

Dei arrossì leggermente.

-s-si…è vero…-

-e cosa ti piacerebbe fare?- domandò Ichira però poi subito si accorse di una cosa –oh diamine è la mia fermata! Ci sentiamo presto comunque ok? Mi ha fatto piacere parlare con te ciao!-

-ciao! E…salutami il tuo LUI dato che anche lui verrà al “linguistico” con te ehe-

quella le fece una linguaccia –sèèè!-

Yari la salutò con un cenno della mano, e quella scese.

Dei non capì subito l’allusione però poi comprese e sorrise divertita.

-ehhh la invidio un bel po’ sai…lei ha trovato un ragazzo davvero molto carino e gentile…bhe comunque- si era rattristata un pò

-b-bhe avere il ragazzo non è tutto…-

Quell’affermazione lasciò un po’ sorpresa Yari.

-b-bhe si…intendo, dopotutto che importanza ha? Se le persone…credo ci vogliano bene con o senza ragazzo…no? O forse…ho detto una cavolata scusami- ammise sentendosi in imbarazzo.

Yari la guardò un po’, poi le sorrise dolce.

-invece hai ragione…sono io che sono un po’…come dire, bhe questa cosa mi fa sentire un po’ giù di morale-

Dei rimase sorpresa.

Non pensava che anche Yari potesse avere problemi, di questo tipo… le sembrava una ragazza molto allegra e spensierata.

Eppure anche i pensieri più tristi invadevano i cuori più allegri.

Si stava accorgendo pian piano, dopotutto non si sentiva così preparata ad affrontare il mondo, però…

Arrivarono alla fermata.

Parlarono per lo più di cose semplici, ma Dei si trovò davvero bene.

-mamma!!! Sono io!- rispose con decisione al citofono.

Dei si sentì un po’ a disagio.

Però la madre di Yari la accolse subito.

-sei una sua amica? Benvenuta come ti chiami?-

la ragazza arrossì e fece un lieve inchino

-sono Deichan la ringrazio!-

-che ragazza educata-

Yari la portò subito in giardino.

-eccolo è BauBau!- indicò un piccolo barboncino scuro.

Yari lo teneva tra le braccia.

-vuoi accarezzarlo?sono sicura che non ti farà nulla-

-o-ok…-

Dei avvicinò la mano, e lo sfiorò poi la ritrasse.

-bhe sempre meglio di niente!-

sorrise ancora la ragazza messasi poi a coccolare il cagnolino.

Dei la guardò.

Era una ragazza molto dolce e allegra…eppure anche nella sua allegria trovava una vena di tristezza e malinconia.

-tornando a prima…tu cosa vorresti fare dopo la scuola?...- chiese Yari

-in realtà…bhe…-

Erano sedute sul gradino di cemento del cortile.

-i-io…amo disegnare e pitturare e…vorrei tanto fare qualcosa che riguardi questi ambiti…- sussurrò lei.

-si? È una cosa molto originale sai?-

Disse Yari facendo dondolare le gambe e guardando davanti a sé.

-tu credi?...-

-si!-

la guardò

-è importante credere nei proprio sogni…penso…sia la cosa più bella!-

Deichan arrossì.

-e…e tu cosa vorresti fare?-

Yari smise di dondolare le gambe e guardò verso il basso.

-io…non lo so…-

-non…hai nessuna idea?-

Lei fece cenno di no con la testa.

-senti ti va un giorno se mi fai un disegno? Lo adorerei tanto- le disse poi cambiando discorso.

-s-si…!-

Poco dopo cenarono, quando arrivò il padre di Yari.

E alla sera si guardarono un dvd e poi chattarono un po’ con il pc.

-tu hai il pc Dei?- le domandò.

-um…si ma non lo uso quasi mai…- disse.

-perché di tanto in tanto potremmo sentirci anche via chat!-

-d’accordo!-

Vide che nella sua camera c’erano molte foto, di lei con un ragazzo…non comprese bene però…

Si erano messe in pigiama dopo essere andate al bagno e lavate i denti.

Dei si sentiva un po’ ancora a disagio ma quella strana sensazione era svanita a poco a poco e anzi…stava proprio bene con lei.

Si sedettero sul letto di Yari.

Dei continuava a osservare con timidezza quelle foto…

Yari la guardò e comprese.

-è una persona della mia famiglia che ora non c’è più…-

Dei rimase sconvolta –scu-scusami…io non volevo rattristarti e-

Ma Yari le poggiò delicatamente le mani sulle guance.

-non hai fatto niente di male…tranquilla, sei proprio molto sensibile-

Dei sentiva il cuore battere fortissimo. E forse per la troppa ansia causatole da tutti quei pensieri iniziò a piangere e a scusarsi contemporaneamente.

Yari le sorrise accarezzandole la testa.

–su su…non c’è davvero niente che non va…poi mi fai sentire in colpa se piangi, non ti ho certo invitata per farti piangere eh-

-s-si…-

-sono convinta che diverremo davvero buone amiche…sei davvero una persona molto dolce e sensibile…-

Quella notte passò.

Il mattino dopo, fu Dei a svegliarsi per prima, e si ricordò di dove si trovava

Ancora invasa da quei pensieri confusi cercò di non darci più peso.

Anche Yari si svegliò dopo.

Passarono la mattinata a fare un po’ di spese nel supermarket vicino.

E quando tornarono a casa si prepararono di nuovo per andare a trovare alcune sue amiche.

Arrivando al luogo dell’incontro rivide di nuovo la ragazza del pomeriggio prima Ichira, e altre due.

-hey ciao Ya!- le dissero tutte

-salve!-

Si abbracciarono tutte.

Dei rimase un po’ in disparte sentendosi un pesce fuor d’acqua.

-lei è Deichan, una mia amica-

-piacere!- si presentarono tutte le altre.

-piacere mio- disse lei facendo un lieve inchino.

-oh Ya-chan ecco il cd che mi avevi prestato ha fatto un po’ il buzzurro e non andava-

Ichira guardò la ragazza che aveva parlato poi guardò Deichan e disse a questa ragazza

-il tuo solito modo buzzurro di parlare vero?- e rise

Dei non comprese ma rise anch’ella.

Si diressero a prendere un gelato.

Stando a braccetto.

Mangiarono un gelato, e dissero tante cose, anche stupide.

Dei si sentì davvero bene, come forse non lo era mai stata…tranne che con Tobi.

E il suo pensiero la rese un po’ triste.

Era così strano…non averlo ne l’oggi ne il giorno prima.

Quando le altre si salutarono, Dei rimase nuovamente sola con Yari.

-spero tu ti sia divertita- le disse sincera.

Dei annuì dolcemente.

Quando si ritrovarono sul pullman per tornare a casa, Dei vicina a Yari le chiese se, timidamente, poteva appoggiarsi a lei con la testa.

-um si!- rispose la ragazza dai capelli rossicci.

Dei si appoggiò piano socchiudendo gli occhi…

“sono proprio una stupida però…”

Pochi attimi dopo però il pensiero di Tobi la fece rialzare da quella posizione.

-siamo arrivate…- le sussurrò Yari pensando che si fosse addormentata.

E quel sussurrò fece fremere il suo corpo.

-eh? A-ah…s-si…-

Tornando a casa con calma prese le sue cose, Dei, per tornare a casa.

Era stata una domenica molto divertente.

-scu-scusami se ti sono sembrata un po’-

non sapeva neanche lei come definirsi.

-ma va! Sei stata tanto simpatica e dolce! Tranquilla, ci vediamo domani a scuola allora ok?-

Tornando a casa Dei sentiva il suo cuore pesante.

Quei pensieri di cose che aveva provato per la prima volta le avevano fatto sentire sentimenti nuovi.

Si sentiva strana e in colpa.

Quando arrivò a casa sua poggiò le cose sul tavolo.

E poi si diresse verso il telefono.

E vide che non c’erano messaggi.

L’ultimo era stato quello della madre…

“non ce la faccio mi sento impazzita…”

Prese il telefono e provò a chiamare Tobi.

Nessuno rispose.

-rispondi ti prego…rispondi rispondi rispondi…-

Sussurrò lei.

Ma nulla avvenne.

“magari è fuori…dopotutto non potrebbe avere solo tempo per me…no?”

Per l’ansia iniziò a mangiucchiarsi un po’ le unghie involontariamente, guidata da quell’ansia.

“ ma sì…dopotutto è solo fuori…no?”

Provò a sentire il cell, ma era spento.

Si sentì triste.

“quante volte lui…mi ha aiutata? E se…avesse bisogno d’aiuto?”

Quei pensieri la invadevano, mentre si stava cambiando per poi mettersi in pigiama…

Guardò l’orologio.

“è tardi…dopotutto cosa…spero di fare?”

Prese con rabbia il pigiama e lo buttò sul letto piangendo.

-cosa spero di fare?!...i-io…voglio andare da lui! Mi manca! Tanto…-

Contorta nella sofferenza.

Confusa per tutte le immagini di Yari.

Non le importava se sembrava assurdo, prese la sua decisione.

Provò di nuovo a chiamarlo ma non rispose.

Si rimise la cintura prese il cappotto chiuse la porta e corse fuori.

Attenta anche perché era buio…

Non trovò facce molto amichevoli ma decise di avviarsi in fretta, fortunatamente che la casa di Tobi il suo condominio non era lontano.

La strada era avvolta dalla luce dei lampioni.

Arrivò davanti a casa sua e rallentò prendendo fiato.

-T-Tobi…-

Citofonò a casa sua ma nessuna risposta.

Prese in mano il cellulare e provò a digitare il suo numero.

-rispondimi ti prego dove sei…- le lacrime invadevano il suo volto

E se gli fosse accaduto qualcosa mentre lei non era lì?

“tanto non gli importa di te ti ha lasciata sola come gli altri…”

-no non è vero!- urlò a quei suoi stessi pensieri.

Si appoggiò al muretto e mise il cellulare all’orecchio attendendo una risposta.

Nulla avvenne.

Ormai era un po’ buio e…non c’erano in giro molte persone.

“è colpa tua…”

-n-no…i-io…-

“tu sei una persona davvero dolce e sensibile”

le tornò in mente il sorriso e le dolci parole di Yari.

-non è vero io sono solo una stupida!-

eppure non potè non ricordare quanto calore le avesse provocato quella frase.

Provò nuovamente a richiamare Tobi al cell ma non rispose di nuovo.

Sospirò tentando di non essere invasa dal panico.

Decise allora magari di andare alla polizia o di chiedere a qualcuno che magari sapesse qualcosa, anche se non era molto esperta in quelle cose.

Ci si accorge di ciò che è importante solo quando queste non ci sono più.

E tu…il tuo volto è rimasto nel mio cuore…

E ora lo sento.

Non potevo ancora comprendere, non potevo capire che in realtà ciò che mi legava a te…andava oltre il semplice affetto.

Andava oltre…

Ma come poteva sapere una povera anima sola le parole sussurrate da un cuore confuso?

Confuso per i troppi sentimenti contrastanti.

Confuso per la difficoltà nell’esprimere ciò che esso prova.

Confuso…

Come lo sono io, e…

Voglio solo trovarti.

Voglio solo abbracciarti.

Ti prego…

Fa che tu…

Sia ancora la mia luce!

Si era allontanata lievemente da casa di Tobi.

Però non sapendo bene che fare decise di tornare indietro.

Non c’erano infatti in giro molte facce rassicuranti ed era meglio non perdersi…

D’un tratto si sentì seguita.

E decise allora di tornare indietro.

-hey…- andò a sbattere contro una persona

-m-mi scusi!- si allontanò in fretta.

Si sentiva avvolta dal panico.

L’ansia aumentava.

E…sentì bagnato sul suo viso.

Caddero leggere gocce d’acqua.

Un messaggio del cellulare d’un tratto la fece sussultare.

Sperò che fosse di Tobi.

Invece…era Yari.

“grazie per la bella giornata, speriamo di rivederci presto, magari la prossima volta organizziamo qualcos’altro ok? tvb”

Ne fu felice, però in quel momento il suo pensiero più forte era rivolto a lui…anche se…rilesse molte volte il TVB.

-forse è meglio che torno a casa…- sussurrò.

Quella confusione la faceva sentire più stanca del solito.

-hey scusa, sapresti dirmi dove si trova la piazza centrale?-

le domandò d’un tratto uno strano signore.

-è…dall’altra parte…-

-non mi potresti accompagnare?-

-non posso…h-ho da fare mi scusi!- fece un leggero inchino e si allontanò correndo.

Si era spaventata nuovamente.

Sentì nuovamente dei passi dietro di lei.

La pioggerella stavolta scese un po’ di più.

Corse e ritornò di nuovo al punto di partenza.

Davanti a quel condominio.

Quei passi erano spariti.

Quel tizio di prima non la seguiva più.

Lei si strinse in sé stessa piangendo –T-Tobi…Tobi…-

D’un tratto una figura apparve spaventandola un attimo.

-D-Dei?-

Lo riconobbe però.

Quei capelli castani spettinati e quegli occhi così dolci.

Spalancò gli occhi –T-Tobi…-

Lui la guardò sorpreso chiudendo l’ombrello.

Lei senza attendere altro lo abbracciò stringendolo forte.

-sei qui stai bene!!!!oh Tobi ero così in ansia!!!-

Lui la guardò, e poi accennò a un sorriso dolce, stringendola a sua volta.

-sto bene…tranquilla…-

-non rispondevi al cell ne al telefono di casa e ho pensato al peggio e poi non ci siamo visti per giorni e…-

piangeva.

-ma no sciocchina- le disse lui guardandola un po’ scherzando.

Lei però si mise a piangere.

-a-avevo paura ti fosse accaduto qualcosa di grave…e-

La sentì tremare, era anche leggermente bagnata, e…era sola al buio di sera!

Pensò che avrebbe potuto succederle di tutto.

Senza fare altro la strinse più forte a sé guardandola seriamente e le sussurrò –perdonami…-

-n-non…preoccuparti ora va tutto ben- ammise lei arrossendo dolcemente.

ma non finì la frase perché lui avvicinò le sue labbra a quelle di lei.

I respiri si condensavano, mentre la pioggerella batteva a terra.

Lei abbassò leggermente lo sguardo per poi rialzarlo.

E lui annullò le distanze.

Riassaporando di nuovo il suo dolce sapore.

E anche lei.

Mentre si stringevano di più l’uno all’altra.

Si staccarono lievemente.

Lei lo strinse forte nuovamente affondando nel suo petto e sussurrò –ho avuto paura che ci potessero essere delle incomprensioni tra noi…per colpa mia…-

Lui la guardò un po’ sorpreso –per colpa tua? Perché? E poi…-

La scostò lievemente per poterla guardare negli occhi e le accarezzò i capelli.

-in realtà se ti sono sembrato distante…è perché stanno succedendo dei problemi in famiglia da me…e-

Lei si allarmò

 –c-cosa? I-io non lo sapevo e-

-certo che non lo sapevi non te ne ho parlato…e ho fatto male…-

Lei si scusò altrettanto

–anch’io non ti ho parlato di alcune cose e anch’io ho le mie colpe…-

-bhe…direi che è inutile stare qui all’aperto, vuoi venire da me? O se vuoi ti riporto a casa che è buio-

-però…dove sei stato? Oggi…ero preoccupatissima non mi rispondevi-

-sono andato a sistemare alcune faccende di palazzo, per così dire…scusami davvero, credevo essendo uscita a svagarti un po’ non avessi bisogno di sapere dove fossi-

Lei strinse i pugni e forse per la prima volta mostrò un lato diverso del suo carattere, più forte.

-certo che mi importa di sapere dove sei!...ho avuto paura per un attimo di non rivederti mai più e non sai che male…so che sono esagerata e tragica, però non posso farci nulla…i-io-

Quelle parole lo lasciarono spiazzato.

-a dire la verità…ti ho visto distaccata e pensavo che magari una giornata senza di me ti avrebbe fatto bene…-

Lei rimase senza parole, dopotutto anche lui aveva capito che era un po’…distaccata l’ultima volta.

-s-si…hai ragione…però volevo almeno che tu avessi il cell con te, non ti trovavo da nessuna parte ed ero in ansia…-

Tobi la guardò e poi cercò in tasca.

 –oh diamine il cell!...l’avevo lasciato a casa…sono proprio un idiota…scusami davvero- disse mortificato

Lei rise un pochino –l’importante…è che tu sia qui con me…non ho bisogno d’altro-

Lui la guardò serio –anche per me è la stessa cosa…-

Lei abbassò lo sguardo imbarazzata.

-dimmi…ti va se facciamo le ore piccole? Ho tanta voglia di parlarti un po’ di quello che mi sta succedendo…-

-anch’io…non sai quanta…ho anche…ricevuto un messaggio…da mia madre-

Quelle parole lasciarono Tobi senza parole.

-entriamo da me? O preferisci andare da te?-

Lei stava per rispondere ma sentì come un mancamento.

Tutte quelle emozioni e spaventi, quelle confusioni…

E in più le stava finendo il ciclo.

Lui la prese subito tra le braccia.

-meglio che andiamo da te…-

Lei si appoggiò

-per me è uguale davvero…- sussurrò.

-hai ancora…em…le tue cose?- domandò lui intuendo che forse la sua debolezza era anche dovuto a quello.

-s-si…purtroppo m-ma quasi finite…- ammise lei imbarazzata.

Le mise un braccio attorno alla vita tenendola stretta a sé e le prese una mano.

Raccolse però prima l’ombrello caduto prima a terra, anzi…lasciato a terra.

Lo aprì.

-andiamo allora, sarà una bella passeggiata sotto la pioggia-

-si…- ammise lei risentendo di nuovo quel calore caldo e accogliente appoggiandosi a lui.

E si avviarono verso casa di Deichan, mentre la pioggerella scendeva.


Fine 11° cap

Autrice spaces: ebbene, la storia procede! Scusatemi se a rilento, ma procede! Spero vi sia piaciuto lo svolgimento e...nel prossimo cap: Quello che provo veramente, chi sceglierà la nostra Dei? E...capirà finalmente ciò che prova davvero e per chi? Alla prossima!^_^ Grazie che mi continuate a leggere e mi avete aggiunta alle storie preferite o seguite, ne sono estremamente onorata e contenta!

^o^

  
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