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Autore: katyastark    25/05/2020    4 recensioni
Quando Katsuki lo rivide mentre -come suo solito- era di ronda per le strade della città, rimase un po' di stucco. Non perché Deku avesse un aspetto diverso – ma lo aveva, poco ma sicuro. Neanche perché ora vestiva meglio, o perché sembrasse in salute, in forma e felice. Non era nemmeno dovuto a quella punta di terrore che vide nei suoi occhi quando incrociarono gli sguardi, sebbene la ritenesse ugualmente fuori luogo – anche quando Katsuki era stato meschino, violento e assolutamente spietato con lui, Deku non lo aveva mai guardato in quel modo. No, non era proprio niente di tutto quello. Era per quel bambino avvinghiato al suo fianco, un piccoletto con ginocchia scorticate e il volto coperto di lentiggini, dai ricci capelli biondi e penetranti occhi verdi.
[ KatsuDeku ]
Genere: Angst, Drammatico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou, Nuovo personaggio
Note: AU, Traduzione, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Capitolo 13 – Flourishing


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Katsuki sembrava disorientato, ma Izuku ritenne che non fosse il caso di commentare. Probabilmente era solo nervoso al pensiero di dire la verità ad Hisami. Izuku non poteva negare di essere anche lui un po' teso. Hisami era, dopotutto, tremendamente imprevedibile, ma Izuku ci aveva fatto l'abitudine. La vita da genitore gli aveva insegnato a fare buon viso a cattivo gioco, a uscire incolume dai capricci, ad accettare il fatto che davvero poche cose andavano come erano state programmate. Anche Kacchan avrebbe dovuto imparare lo stesso, e nessun tipo di organizzazione teorica lo avrebbe preparato a ciò che sarebbe venuto dopo.


Izuku fece del suo meglio per concentrarsi e cucinare la colazione, ma riusciva a sentire gli occhi di Kacchan premergli contro la schiena. Ogni volta che azzardava uno sguardo nella sua direzione, quegli occhi rossi viravano sul bancone con fare quasi colpevole. Avrebbe giurato che Kacchan fosse imbarazzato, per qualche motivo.


Tutto okay?”


Sto bene,” replicò secco -il che voleva quasi certamente dire che non stava bene.


Sei nervoso per quello che dovrai dirgli?”


Un po'. E se non gli importasse?”


Gli importerà. Nella peggiore delle ipotesi, andremo avanti come abbiamo sempre fatto, fino a quando non si sarà abituato all'idea. I bambini hanno una mente elastica.”


Kacchan si lamentò platealmente, la testa tra le mani, e Izuku fece scivolare verso di lui un piatto con dei pancakes.


Andrà bene, Kacchan,” disse, dandogli una pacca di conforto sulla spalla mentre usciva dalla stanza. Il biondo si ritrasse, come se avesse appena sofferto una scottatura e Izuku biascicò un rapido e sorpreso “Scusa.”


Non riusciva ad immaginare che cosa mai avesse potuto mettere così sulle spine il biondo, ma non volle indagare, perciò andò in camera sua a svegliare Hisami per la colazione.





Le mattine erano sempre tranquille con Hisami. Era il momento della giornata con il suo massimo livello di calma. Il piccolo sbatté lentamente le palpebre di fronte ai suoi pancakes, in testa un groviglio di capelli.


Dovremmo dirglielo adesso?” sussurrò Kacchan, fissando guardingo loro figlio, ma con speranza negli occhi.


Meglio farlo quando è ancora docile,” replicò Izuku, scherzando solo in parte. “Vuoi che parli io?”


L'altro annuì, più nervoso di quanto non lo avesse mai visto. Il grande e intrepido Bakugo Katsuki, in ansia di fronte ad un bimbo di tre anni. Sbalorditivo.


Hey, tesoro. Prima della pappa Kacchan e io avremmo qualcosa da dirti.”


Prima dei pancakes?” si lamentò Hisami, meno indignato rispetto al suo solito per via della sonnolenza.


Sì, prima. Ricordi come funziona il mio Quirk?” Izuku valutò di poter cominciare da lì, per poi guidarlo lentamente verso la verità. Lasciare che la scoprisse da solo prima che gli venisse rivelata. Hisami annuì.


Fa i bambini.”


Esattamente. E io ti ho creato con quello, ma per farlo servono due persone.”


Arriva al punto papà. Ho fame.” Hisami ruotò gli occhi al cielo e Katsuki rise fragorosamente dietro ad Izuku. Questi lo fulminò con lo sguardo ma Hisami ridacchiò, evidentemente felice di aver fatto ridere l'eroe.


Va bene. Quello che sto cercando di dire, è che tu hai due papà. Anche Kacchan è tuo papà.”


Hisami si bloccò per qualche secondo, processando le parole, e i presenti nella stanza trattennero il fiato in ansia. Gli occhi stanchi del piccolo si posarono su Kacchan quando parlò.


Okay.” Picchiettò il posto accanto a lui e Izuku giurò di aver visto Kacchan quasi inciampare su se stesso, nel tentativo di mettere il sedere su quella sedia il più presto possibile. “Mi taglieresti i pancakes, papà?”


Izuku quasi rispose, spinto puramente dall'istinto, ma Kacchan lo batté sul tempo, rispondendo con la voce di chi sembrava avesse appena ricevuto un pugno nel plesso solare, per quanto era strozzata.


S-sì, Bub. Ci penso io.” Stava praticamente irradiando luce propria, e quasi sicuramente piangendo. Izuku guardò da un'altra parte per lasciarli vivere il momento.


La colazione passò rapidamente, ma Hisami si svegliò sempre un po' di più ad ogni morso di pancakes sciroppato che mandava giù. Quando ebbe finito, aveva la bocca e le mani ridotte ad un impiastro appiccicoso. Izuku si scambiò uno sguardo con Kacchan dall'altro lato del tavolo. Pareva piuttosto orgoglioso di se stesso, ancora in estasi per la meraviglia di aver ricevuto il titolo ufficiale di padre.


Divide et impera1?”


Io mi occupo dei piatti, tu del gremlin.”


Annuirono insieme e si misero all'opera. Era bello avere qualcuno con cui dividersi i compiti, un piccolo sollievo dopo anni passati a fare il genitore single. Izuku stava ancora grattando via dello sciroppo mezzo secco dal piatto, quando Hisami ricomparve, non più appiccicoso ma vestito con un completo che Kacchan gli aveva comprato poche settimane prima: dei graziosi pantaloni sportivi verde militare e una maglietta di Ground Zero. Persino le calze avevano il design di Ground Zero.


Hisami andò dritto a prendere uno dei suoi quaderni e cominciò a scribacchiarci sopra. Kacchan si avvicinò ad Izuku.


Penso che sia andata bene,” disse distrattamente, usando un panno per aiutarlo ad asciugare.


E' andata benissimo.” Sorrise, felice che Kacchan fosse felice. E poi, la voce di Hisami irruppe dall'altra parte della stanza.


Papà, verrai a vivere con noi adesso?”


Abbiamo parlato troppo presto,” mormorò Izuku. Sapeva che, prima o poi, Hisami avrebbe fatto delle domande, una volta che si fosse preso del tempo per riflettere sulle naturali conseguenze del nuovo titolo assegnato a Kacchan.


Uh, no. Io ho una casa tutta mia, ma puoi venire a stare da me qualche volta,” disse piano Kacchan, chiedendo aiuto con lo sguardo ad Izuku. L'altro gli fece solo un cenno d'incoraggiamento con la testa. Avrebbe dovuto imparare ad agire senza di lui. Kacchan voleva il suo proprio spazio, la sua propria vita con Hisami e, per quanto l'idea di rinunciare a così tanto del suo tempo in compagnia di Hisami spaventasse Izuku, era consapevole che sarebbe dovuto succedere - sapeva che Kacchan non voleva passare più del tempo strettamente necessario in sua compagnia. Anche se faceva male pensarci, giusto un po'.


Ma non con papà?”


Sarà come quando vai a stare dalla nonna, tesoro. Sarà divertente,” disse. Hisami storse il naso, all'apparenza un po' combattuto, ma accettò la risposta. E poi, se ne uscì con la peggiore delle domande possibili.


Vi amate? Volete fare altri bambini?”


Izuku fece cadere un piatto nel lavandino e Kacchan si strozzò con la sua stessa saliva. Izuku fece l'unica cosa possibile: cambiò il discorso.


Tu sei tutto quello di cui abbiamo bisogno, tesoro!” I nervi a fior di pelle lo fecero praticamente strillare. “Vuoi del gelato?” la voce gli si spezzò sull'ultima parola, come quella di un adolescente in età puberale.


Non è nemmeno ora di pranzo, papà,” notò Hisami, guardandolo con sguardo di disapprovazione. Era anche Novembre, e fuori faceva freddo, ma Izuku avrebbe preferito morire piuttosto che rispondere ad altre domande di suo figlio. Alla fine, si ritrovarono a cucinare biscotti, e Kacchan scappò via verso mezzogiorno. Fu contentissimo quando Hisami lo chiamò papà e lo salutò con un bacio sulla guancia.





Katsuki stava camminando per le corsie di un grande magazzino, sentendosi come perso in mezzo all'oceano. Da piccolo, quando aveva avuto circa cinque anni, era finito separato da sua madre in un posto come quello, e in qualche modo allora si era sentito molto più sicuro di sé. Setacciò le corsie alla ricerca di giocattoli che potessero piacere ad Hisami, mettendo già nel carrello lo stesso shampoo e bagnoschiuma a tema Frostfire che aveva visto a casa di Deku. Comprò uno spazzolino, una tazza di plastica e una vera moltitudine di pigiami, calze e mutande, una rete e un materasso e una piccola sedia dal design originale che pensò potesse piacergli.


Voleva che il temporaneo trasferimento di Hisami nel suo appartamento andasse il più liscio possibile. Aveva ordinato un armadio e una struttura letto la settimana precedente, in consegna programmata il giorno dopo. Deku si era offerto per aiutarlo a montare tutto, ma Katsuki stava cominciando a sentire la mancanza dei suoi momenti solitari e stava cercando disperatamente di tenere Deku il più alla larga possibile.


Quei fottuti sogni non ne volevano sapere di scomparire. Alle volte avevano tratti più domestici -con loro tre al parco a spingere Hisami sull'altalena, oppure i tre accoccolati sul divano- ma alcuni erano decisamente sconci. E ogni volta che si svegliava sudato ed agitato, le prime cose che gli venivano in mente erano le domande di Hisami: vi amate? Volete fare altri bambini? Katsuki avrebbe preferito non dormire mai più piuttosto che avere altri sogni erotici su Deku, ma erano persistenti e persuasivi, e non aveva idea di come farli smettere.


Distanziarsi era la migliore delle strade da prendere, decise. Ma in ogni caso, avevano stabilito di portare Hisami a comprare le decorazioni per la cameretta il suo prossimo giorno libero. Il punto era che non sarebbe stato mai più in grado di allontanarsi da Deku, perciò avrebbe solo dovuto sorridere e tenere duro. In tutta onestà, quando ancora non erano iniziati i sogni, non gli era dispiaciuto passare del tempo con Deku. Non l'aveva disprezzato per niente. Gli era anche parso che sarebbero potuti tornare ad essere amici, e adesso invece non riusciva nemmeno a guardarlo, non senza notare la curva delle cosce, o la lentiggine sul suo collo, proprio sotto all'orecchio, grande abbastanza da spiccare sulle altre. Passava molto tempo a venerare quella lentiggine in particolare, nei suoi sogni.


Il cellulare vibrò nella tasca, probabilmente una foto mandata da Deku, che adesso gli inviava scatti quasi ininterrottamente. Vibrò altre tre volte prima che lo controllasse. Era un video dai frame tremolanti -Hisami doveva lavorare sulle sue abilità con la videocamera.


Ciao papà! Mi manchi, ma ho qui con me il piccolo papà!” Brandì l'action figure di Ground Zero facendo uno whoosh con la voce più tremendamente dolce che Katsuki avesse mai sentito. Era seduto sulle gambe di Deku, piegato contro il suo petto, perciò l'altro rientrava completamente nell'inquadratura e il biondo riuscì a vedere di nuovo quella dannata lentiggine. Indossava anche degli occhiali, con l'aria più stanca che gli avesse mai visto in faccia. Sembrava invecchiato.


L'altro messaggio era chiaramente da parte di Hisami -una benedetta montagna di emoji a forma di cuoricino, esplosioni e -inspiegabilmente- un drago. Sotto, un messaggio da parte di Deku: stiamo entrambi per andare a letto. Voleva soltanto darti la buonanotte.


Katsuki non seppe cosa gli prese, ma non riuscì ad evitarsi di rispondere al messaggio.


Katsuki: Non sapevo che portassi gli occhiali.


Deku: Sono pieno di sorprese. Mi fanno sembrare più vecchio vero?


Katsuki: vecchio da morire. Come minimo un cinquantenne.


Katsuki: giornata dura?


Deku: IO NON SEMBRO UN CINQUANTENNE!!!!!


Deku: Hisami ha fatto una scenata perché non riusciva a trovare “il piccolo papà”. Dopo due ore di strilli e infinite ricerche l'ho trovato nell'asciugatrice. Invece di sentirmi dire “grazie papà ti voglio bene” ha risposto dicendo“papà l'avrebbe trovato prima.”


Deku: le gioie del fare il genitore


Katsuki rise ad alta voce nella corsia dei giocattoli. Deku sapeva essere divertente.


Katsuki: riposati un po'. Buonanotte Deku.


Deku:


Deku: E' STATO HISAMI


Deku: Buonanotte da tutti e due


Anche se involontariamente, aveva imparato così tante cose su Deku nel giro di qualche mese -nemmeno in metà di un anno. Deku portava gli occhiali e stava bene con addosso un completo elegante. Deku guadagnava una vagonata di soldi e viveva ancora in una merda di appartamento perché li metteva tutti da parte per il futuro di suo figlio. Deku aveva una lentiggine sotto l'orecchio e un sedere davvero niente male.


Cazzo,” mormorò, pensando di nuovo con quello che aveva sotto la cintura





Note della Traduttrice:


Aggiorno all' 01.30 perché non ho sonno lol.

Per puro scopo informativo, la storia originale è arrivata a 30 di 40 capitoli (a meno che l'autrice non aumenti all'improvviso il conto finale, cosa possibilissima) e io sto lavorando alla traduzione del 25esimo (ꈍ ꒳ ꈍ✿)

Ci faremo compagnia ancora per un po' !

Un abbraccio a tutti i lettori e recensori.




1Motto latino che significa letteralmente “Dividi e conquista”, link di Wikipedia se volete saperne di più: https://it.wikipedia.org/wiki/Divide_et_impera .

   
 
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