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Autore: fool_dynosaur    25/05/2020    0 recensioni
Amanda è arrogante, scorbutica ed narcisista. Una ragazza egoista che sa di essere il centro delle attenzioni, e di meritarselo sempre. Tutti la amano, tutti le vogliono parlare. Il suo unico problema sono le bugie. Mente in tutti i modi pur di piacere alla gente.
Finché lui, il suo nuovo compagno di banco, si presenta diverso, facendole capire quanto il suo favoloso mondo incentrato su di lei fosse tossico, ma ormai è troppo tardi.
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( Questa è una storia di fantasia, qualsiasi referenza al mondo reale è puramente casuale )
Genere: Comico, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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C a p i t o l o
Q u a t t r o


 

Alice nel paese delle meraviglie

 

 

 

Il mondo era molto crudele con Amanda in quei giorni. Prima l’umiliazione provata nel sedersi accanto a Felix, poi l’imbarazzo di essersi addormentata in classe e aver dato i numeri di fronte al professore. In più, la più atroce di tutte, si stava verificando sotto lo sguardo di tutti i suoi compagni. La stavano fissando tutti, ed era infuriata dal fatto che fosse nel suo peggior stato.

Perché mi guardando tutti adesso e non quando sono carinissima?

L’insegnante si girò, guardando Felix con odio per l’interruzione.

“Nel mezzo della mia ora? E’ così grave?”

Guardò Amanda in viso e quasi non ebbe un colpo. La ragazza aveva il viso pallido simile a quello di un cadavere, con le occhiaie terribilmente marcate e le labbra quasi bianche.

“Oh Dio, il tuo viso è pallido come un cadavere. Può essere un bruciore di stomaco. Va’, va’.”

Felix si alzò dalla sedia, prendendole il braccio per aiutarla ad alzarsi. Amanda era sconvolta, non sapendo cosa provare. Il ragazzo sistemò tutti i libri nello zaino e lo prese, portando la ragazza fuori.

Perché mi ha aiutata così? Come sapeva che io stessi male?

Quando la porta si chiuse, lei si riprese lo zaino.

“L’infermeria dovrebbe essere di-“

Amanda lo spinse, iniziando a correre via.

“Posso andarci da sola!” - urlò, scappando via dagli occhi del ragazzo.

Felix inclinò la testa, non sapendo cosa pensare della situazione che era appena accaduta. Si toccò la spalla dove fu spinto, constatando che la compagna avesse molta forzuta. O forse lui fosse troppo fragile.

 

Amanda chiuse la porta del bagno, prendendo un profondo respiro. Guardò il soffitto del bagno per non iniziare a deprimersi. Fortunatamente aveva sempre un assorbente di emergenza con sé. Ma il problema non era quello. Si avvicinò al lavandino e si lavò le mani e il viso, per poi sistemare il disastro accaduto. Riprese lo zaino, mettendolo sulle spalle, e uscì tornando per vedere se Felix fosse ancora lì. Fortunatamente, la campana già suonata da un quarto d’ora l’aveva salvata ed il corridoio era vuoto.

Grazie a Dio non c’è. Non saprei cosa avessi dovuto fare. Se non ricordo male, c’è educazione fisica.

Rabbrividì, decidendo di andare in infermeria per riposarsi. Percosse il corridoio da sola ed in silenzio, sorridendo un po’ per quello che occhi di serpente fece per lei. Entrò in infermeria e si sedette sul lettino vicino alla finestra, lasciando lo zaino per terra. Il vento faceva volare le foglie rosse dell’acero, in uno spettacolo stupendo. Nonostante di lì a poco avrebbe piovuto, l’atmosfera era rilassante e bella.

 

“Mi scusi professore, la mia compagna non si sente molto bene. Posso portarla in infermeria?”

 

Scosse la testa, distendendosi sul lettino.

“Non farmi ridere, siamo solamente compagni di classe, non vicini di casa.”

Chiuse gli occhi e per un attimo si rilassò, sotto quell’aria fresca e dolce. Poi spalancò gli occhi, impallidendo.

“Ma non è che l’ha fatto perché io sia in debito? - si alzò, non riuscendo più a rilassarsi senza pensare a quel ragazzo. - Non sarebbe giusto, anche io stavo alzando la mano! Si aspetta che io lo ringrazi di fronte a tutti?”

“Hey Amanda!”

Alzò lo sguardo, notando la presenza di Dario poco più in là. La ragazza sorrise, rimanendo però sul lettino.

Non mi alzerò di certo per lui.

“Ciao Dario, non ti avevo visto. Come mai qui?”

Il ragazzo si avvicinò, sedendosi sul margine del lettino.

“Nulla di grave, mi sono tagliato nella ringhiera mentre facevamo gli esercizi all’aperto.” - disse indicandosi il palmo della mano.

“Quella ringhiera è rovinata da aprile.” - sospirò la ragazza.

“Non mi importa tanto. Rispetto all’altra scuola questa è un paradiso. Mi sono anche iscritto ai corsi pomeridiani.”

“Davvero? Ah, piacerebbe anche a me, ma essendo rappresentate non posso.” - mentì, fingendo di essere dispiaciuta.

“Tranquilla, la rappresentante è un compito figo. Estenuante ma figo.”

La ragazza arrossì. Gli indicò i capelli, avvicinandosi a lui.

“Hai delle foglie di platano nei capelli.”

“Oh davvero? Dove?” - chiese, toccandosi i capelli ingelati.

Amanda le mise una mano tra i capelli, scompigliandoli per far cadere le foglie. Avrebbe potuto semplicemente raccoglierle, ma si divertì di più a scombinarlo. Sorrise di fronte a quel ciuffo che sembrava avesse presso la scossa. Erano seduti sul margine del lettino, a pochi centimetri l’uno dall’altra senza accorgersi. Lui sorrise, ringraziandola nonostante non avesse più un aspetto decente.

“Sei davvero carino, anche con questo colore.” - sussurrò la ragazza, stringendo le labbra quasi come se fosse gelosa.

Gli occhi castani del ragazzo rimasero incantati in quelli di Amanda, rimanendo in silenzio per un tempo che sembrò eterno per loro.

“Amanda, io-“

“Devo andare.” - disse lei, alzandosi dal lettino medico.

Prese lo zaino e quasi corse dall’aula, salutando il ragazzo. Fuori dall’infermeria si sventolò con la mano, cercando di calmarsi. Quasi non conosceva quel ragazzo eppure stava quasi per baciarlo. Era il suo primo bacio, e Dario la metteva in suggestione per darglielo, esattamente come Felix. Ma se da un lato il suo compagno dagli occhi felini la trattava come una pezza secondo lei, dall’altro c’era un ragazzo dai capelli verdi tinti così tanto gentile con lei.

 

“Per la festa di liceo di quest’anno, il comitato dei rappresentanti ha deciso di proporre la data del dodici dicembre, sabato, affinché ci si possa anche salutare prima delle festività natalizie.”

I ragazzi approvarono, applaudendo di fronte ad Amanda. La ragazza sorrise fiduciosa di sé, aspettando di poter continuare l’annuncio di quell’assemblea. Era stata scelta come portavoce di quell’assemblea, in quanto le elezioni del rappresentate di istituto non erano ancora iniziate.

“Anche se siamo ad Ottobre, saremmo occupati con le elezioni del rappresentante, quindi sarebbe più conveniente che i volontari che vogliono partecipare all’allestimento della sala e la vendita dei biglietti che si facciano già avanti, affinché si possa capire i tempi di preparazione in anticipo rispetto all’anno scorso. Vogliamo che quest’anno, soprattutto per i nuovi arrivati, sia una festa indimenticabile.”

La ragazza guardò gli studenti dentro l’auditorium, sussultando quando incontrò gli occhi di Felix. Era basso e non aveva nulla che facesse attirare l’attenzione su di sé, eppure Amanda lo notò quasi subito.

Alla fine dell’assemblea Anna, Amanda e altri due rappresentanti rimasero nella sala per raccogliere le adesioni.

“Ottobre è il mese più impegnativo.” - si lamentò la mora, sistemandosi una ciocca corta dietro l’orecchio.

Amanda alzò gli occhi sul nuovo volontario, riconoscendolo. Era l’amico di Felix, quell’idiota che si era presso delle scuse per niente. La ragazza cercò di nascondere il fastidio, sorridendogli cordiale.

“Preferirei stare a guardarti tutto il giorno, ma posso anche dare una mano per le decorazioni.”

Antonio poggiò il gomito sul tavolo, ammiccando alla ragazza. Anna trattene le risate, fingendo di compilare alcuni questionari. Amanda continuò a sorridere, allontanando il gomito del ragazzo dai suoi fogli.

“Ti ringrazio, è dolce da parte tua, ma adorerei se ci aiutassi solamente.” -  mentì.

Il ragazzo socchiuse gli occhi, cercando di capire cosa stesse pensando. Fece un mezzo sorriso, posando il braccio dietro lo schienale della sedia.

“Spero tu finga di meno, ragazzina.”

Il tono disprezzante fece gelare Amanda. Il ragazzo si alzò, guardandola con uno sguardo freddo prima di allontanarsi. Si girò per capire se qualcun altro avesse sentito qualcosa, ma fu fortunata che fossero tutti impegnati. Iniziò a sudare freddo, diventando pallida. Pensò che potesse avere un mancamento da un momento all’altro. Ma cosa volesse dire quella frase non riuscì a capirlo. Fu anche stupita che lui fosse più grande di lei.

“Amanda? - la ragazza sobbalzò. - E’ da due minuti che ti chiamo, cosa c’è? Sei pallidissima.”

A quella frase sorrise di sollievo. Iniziò a mettere le adesioni e i vari questionari nella cartella del consiglio e posò tutto nello zaino. Anna la guardò di sottecchi, notando quanto fosse scossa.

“Abbiamo cucina adesso.” - disse, osservando i suoi movimenti.

 

“Fa in modo che le uova siano sbattute bene, sono importanti.”

Amanda usava il monta uova elettrico persa tra le nuvole. Continuava a pensare a quel ragazzo dai capelli rossicci ed il suo sorriso inquietante. Era un po’ storto come sorriso, forse per quello le metteva paura?

“Ami, mi stai ascoltando? - Anna posò il burro sul bancone. - Vuoi farla allo yogurt o al cioccolato la torta?”

“Entrambe sono okay…”

“E vuoi che ti colpisca con lo stampo o il mestolo?”

“Entrambe sono okay…”

Anna prese lo stampo per la torta, colpendo la compagna di cucina in testa. Il monta uova elettrico le scivolò dalla mano, facendo schizzare l’uovo addosso alle due ragazze. Il casino rimbombò nell’aula, tanto che l’insegnante richiamò le ragazze. Amanda si coprì la testa con le mani, cercando di non urlare per il dolore o la sensazione schifosa dell’uovo addosso.

“Ma che cosa fai così all’improvviso? Che cos’era quel coso?”

“Un’ora fa stavi sorridendo fiera, ora guardi il vuoto triste… ma che ti sta succedendo?”

“Ma di cosa parli?”

Prese i fazzoletti dallo zaino, dandogli anche all’amica.

“E’ successo qualcosa vero? Ieri, ti ho vista uscire dall’infermeria. E oggi sei molto giù di morale… mi preoccupo per te.”

“Be’, in realtà-“

“Vedi? Lo sapevo, cosa hai fatto con Felix?”

Amanda sgranò gli occhi, finendo di pulirsi il viso.

“Hai detto che fosse un’idiota ma ti ha addirittura portata nell’infermeria. Quanto è dolce!”

Anna posò le mani sulle guance accaldate, pensando a quanto fosse carino Felix. Che forse avesse una cotta per il ragazzo era possibile, soprattutto agli occhi di Amanda, che si stava alterando.

“Avessi anche io un compagno premuroso quanto lui…”

Amanda alzò il monta uova, iniziando a schizzare l’amica con i resti dell’uovo.

“Scema, come fai ad associare me a quell’idiota?!” - urlò, arrossendo per la rabbia.

Anna rise, cercando di coprirsi il volto dagli attacchi della ragazza. L’insegnante di cucina si avvicinò, dati i continui disturbi della lezione. Digrignò i denti.

“Perché voi piccole… Siamo in classe!” - urlò attirando l’attenzione di tutti.

Alcune ragazze si imbarazzarono per loro, soprattutto quando furono cacciate dalla classe. Le due si guardarono negli occhi, scoppiando a ridere per la situazione.

 

“Si avvicina Halloween, la notte delle streghe.”

“E come ogni anno le ragazze faranno il pan di Dracula per darlo ai ragazzi. Che tradizione idiota.”

Anna rise, sistemandosi lo zaino sulle spalle.

“Peggio di San Valentino?” - chiese la mora.

Amanda alzò gli occhi al cielo.

“Molto peggio.” - commentò.

Nella pausa, il corridoio si riempiva di studenti e il silenzio si rompeva. Soprattutto con l’avvicinamento di Halloween e le varie feste. Alcuni ragazzi si avvicinarono alle due rappresentanti.

“Amanda! Ho sentito che anche quest’anno farai il pan di Dracula.”

La ragazza si girò sorridendo ai compagni.

“Ma certamente, come ogni anno è un onore.”

I ragazzi si sciolsero di fronte a quel sorriso innocente. Anna rimase un po’ perplessa, ma non disse nulla.

“Sicuramente saranno favolosi essendo fatti da te.”

“Non vedo l’ora arrivi fine mese!”

La ragazza arrossì, ringraziando i ragazzi per quei commenti dolci. Ciò non avrebbe cambiato il fatto che li avrebbe comprati alla panetteria sotto casa come ogni anno, facendo credere fossero fatti da lei, stando alzata tutta la notte per i suoi ammiratori. Anche se Amanda non sapeva cucinare per niente, nemmeno un uovo. Alzando lo sguardo, però, notò una scena che non le piacque per nulla. Regina stringeva alcuni dei suoi libri al petto, guardando Felix negli occhi mentre parlava di una strana serie tv che aveva appena scoperto. Amanda si innervosì, ignorando i commenti dei suoi ammiratori.

“La cerchi proprio eh?” - si chiese da sola.

Nei seguenti giorni si impegnò dividendosi tra studio e cucina, cercando di migliorare le sue tecniche. Persino sua madre si stupì nel vederla così persa in cucina, decidendo di aiutarla.

Quel giorno, l’ultimo del mese di ottobre, Amanda non pensò minimamente che sarebbe stato l’ultimo giorno come compagna di Felix. Il fatto di dare per la prima volta un qualcosa fatto da lei la rendeva nervosa e ansimante. Li nascose tutta la mattina nello zaino, e nella pausa diede il pane della panetteria ai suoi ammiratori. Quando vide Dario arrossì.

“Sembrano ottimi, soprattutto fatti da te.”

Amanda rise, dimenticando per un attimo il suo obbiettivo principale. Anna rimase in disparte per un po’, non sapendo a chi dare il suo pane. Si autocommiserava e desiderava tanto essere come la sua amica, almeno per un giorno. Quando si incontrarono alla fine della pausa, Anna nascose la sua tristezza assieme al pane.

“E’ successo qualcosa?”

La mora alzò le spalle, sistemandosi lo zaino. Guardò l’amica, notando un ultimo pacchetto di pan di Dracula incartato.

“E quelli? Sembrano un po’ crudi.”

“Non è vero.” - rispose, stringendo il pacchetto in mano.

“Sei troppo imbarazzata per darli vero? Capita di sbagliare qualche volta.”

“Non è così.”

Anna alzò gli occhi al cielo, e mentre Amanda sistemava bene il sacchetto lei guardò la scena davanti a sé. Sorrise, voltandosi verso la bionda.

“Guarda lì.”

Amanda alzò la testa guardando Regina cercare qualcosa nello zaino. Felix la osservava con le mani dietro la schiena, sembrando più timido del solito. Era più alto di Regina di una decina di centimetri, facendo sembrare la ragazza ancora più carina. Amanda velocizzò il passo. Anna si sorprese, così come la rivale quando la vide avvicinarsi. Felix sgranò gli occhi alla vista della ragazza, soprattutto dopo una mattina intera in cui lo ignorò. Amanda schiaffeggiò il braccio del ragazzo, come se fossero migliori amici di vecchia data. Lei era tre centimetri più alta di Regina, e per quello la ragazza si sentì superiore anche in altezza, guardandola per un attimo come se fosse una semplice chicco di riso. Fece uno dei suoi sorrisi dolci, rivolgendosi al ragazzo.

“Volevo ringraziarti per prima.” - disse, guardando di sottecchi la più bassa.

Felix rimase confuso, allontanandosi di un paio di centimetri. Amanda lo seguì.

“Per prima? Ma io non-“

La ragazza gli coprì la bocca con la mano, ridendo per coprire quelle parole.

“Mi hai aiutata e mi hai portata in infermeria con così tanta cura. Grazie mille.”

Tirò fuori il suo pacchetto di pane, dandolo a Felix. Il ragazzo guardò il pacchetto stranito, non sapendo cosa farne.

“Gli ho fatti per te, e spero ti piacciano.”

Lo tirò per la camicia, facendolo abbassare alla sua altezza. Amanda sorrise, alzandosi in punta di piedi.

“Sono fatti solamente per te.” - sussurrò, facendolo arrossire.

Sorrise, voltandosi per andare via. Guardò l’altra ragazza con sguardo di vittoria mentre lei era totalmente impassibile. Amanda mise una mano sotto i capelli, facendoli svolazzare tanto da colpire Regina.

Un’altra sfida vinta, regina dei miei stivali.

Lei sospirò.

“Cos’è?” - chiese al ragazzo una volta Amanda svoltò l’angolo.

Felix alzò le spalle, guardando il sacchetto un po’ stranito.

“Sembra pane, lo vuoi?”

“Posso?” - chiese ridendo.

“Ovviamente, non mangio pane.”

“Ecco perché sei così magro. Grazie.”

 

 

 

Le apparenze sono le cose peggiori.
 

Persino per Amanda.




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