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Autore: Il cactus infelice    26/05/2020    4 recensioni
Remus Lupin era il ragazzo nuovo della Junior High. Non aveva molte aspettative quando si è trasferito; dopotutto era solo la quarta scuola che cambiava e non aveva alcuna voglia di fare amicizie che poi non avrebbe potuto mantenere. Voleva soltanto sopravvivere a quell'anno e magari far sì che le sue condizioni di salute non peggiorassero.
Tutto questo almeno finché non incrocia lo sguardo con un certo Sirius Black. Campione della squadra di rugby, latin lover e sexy motociclista.
Modern Au / Non magico.
Genere: Angst, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: James/Lily, Remus/Sirius
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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UN RIFIUTO


Dopo la chiacchierata con Alice, Remus aveva fatto il possibile per evitare Emmeline e non ritrovarsi con lei da solo.

Peccato che seguivano insieme il corso di storia e la ragazza aveva iniziato a sedersi accanto a lui. Remus cercava di mostrarsi il più possibile disinteressato: affondava la testa nel libro o negli appunti e rispondeva a monosillabi quando lei gli chiedeva qualcosa e dopo le lezioni scappava via di corsa. Per fortuna Emmeline sapeva mantenere le sue distanze e non era troppo invadente, ma Remus sapeva di non poterla trattare così. Dopotutto era una ragazza carina e dolce. 

Come avrebbe fatto a rifiutarla senza spezzarle il cuore? Quando una volta aveva cercato di avvicinarglisi dicendogli che doveva chiedergli qualcosa, l’aveva interrotta dicendo che doveva scappare da un’altra parte. Il che era vero, sua madre lo stava aspettando fuori dalla scuola per accompagnarlo a una visita medica. 

Ma il problema si sarebbe ripresentato l’indomani e il giorno dopo ancora e non poteva continuare ad evitarla tutto il tempo. Oppure poteva anche accettare il flirt della ragazza e uscire con lei, vedere come andava. 

No, no. Remus scacciò subito quel pensiero dalla testa. Non voleva vivere in una bugia, non era quel tipo di persona. Un conto era non aver ancora fatto coming out con nessuno ma un altro era fingere di provare attrazione per una ragazza. E Emmeline non se lo meritava. Senza contare che se le cose fossero diventate fisiche - perché succedeva sempre - come avrebbe spiegato la sua mancanza di attrazione? Quello non lo poteva fare, nemmeno col pensiero.

Ma perché doveva sempre ritrovarsi in problemi che non cercava? E perché doveva sempre fissarsi così tanto? Sapeva che non gli faceva bene ai nervi, e nemmeno al cuore.

C’era sempre la possibilità che Alice si sbagliasse e che Emmeline volesse solo essere sua amica. Dopotutto, perché mai qualcuno si sarebbe dovuto prendere una cotta per lui? Non gli era mai successo. 

A parte quella volta con Mary, ma quello era un discorso diverso.

“Remus?”

Remus quasi sobbalzò quando la dottoressa chiamò il suo nome. 


La visita, per fortuna, andò bene anche se la dottoressa notò che era un po’ stressato e gli raccomandò di cercare di non mettersi in situazioni che potevano provocargli ansia - al che Remus alzò gli occhi al cielo dentro di sé - e gli aumentò il dosaggio delle medicine. 

Adesso gli toccava vedersela con l’altro problema.

Ma non era ancora pronto. Quindi, quando un pomeriggio Lily gli chiese se voleva studiare con lei e Emmeline in biblioteca, Remus rifiutò. 

Alice era impegnata con le prove di teatro e Marlene e Dorcas erano chissà dove, quindi non aveva veramente un posto dove andare. Optò per l’unica soluzione che gli si presentò in quel momento. Gli spalti del campo da rugby.

La squadra si stava allenando e qualcuno era seduto sui gradini - sfidando l’aria autunnale che un po’ alla volta si faceva sempre più pungente. 

Remus impallidì di colpo nel realizzare cosa quello implicava. No, no. Non si sarebbe lasciato distrarre. Aveva il libro di Toni Morrison da finire che poi dovevano fare un lavoro a coppie. Però, Sirius… Diamine! 

Quel giorno, coi capelli ancora più spettinati e appiccicati alla fronte sudata era ancora più sexy. Lo doveva ammettere, se non altro per amor proprio, in quei giorni aveva sfogliato alcune volte il profilo Instagram di Sirius per vedere se aveva messo altre foto o per rivedersi quelle vecchie. Se il ragazzo avesse avuto il profilo privato non avrebbe avuto quella specie di “guilty pleasure”.Non gli avrebbe mai messo il follow.

Remus sospirò dandosi mentalmente del disperato verginello.

Non gli era mai successa una cosa del genere prima d’ora, non avrebbe cominciato ora.

Cercò di tornare alla lettura promettendosi niente più distrazioni, quando una voce femminile lo chiamò. Remus giro il capo e brividi freddi gli percorsero la schiena.

Emmeline stava venendo nella sua direzione, pestando quasi con furia il terreno con le sue Hugs

Remus esalò un altro sospiro, chiudendo per un istante gli occhi come per farsi forza. Era arrivato il momento di affrontare la questione. 

“Ciao, Emmeline”.

La ragazza posò a terra la borsa e gli si sedette accanto.

“Che fai?” 

“Ehm… Cerco di finire questo libro”.

“Perché… Perché non sei rimasto con me e Lily in biblioteca, allora?” 

Merda! 

“Perché… Perché avevo bisogno di un po’ d’aria. La biblioteca a volte è soffocante”.

“Capisco”. Emmeline posò lo sguardo sui giocatori in campo e non protestò ulteriormente. 

“Remus”.

Se Remus aveva sperato che la ragazza ci avesse rinunciato si era sbagliato di grosso. 

“Dimmi, Emm”.

“Mi chiedevo”. La ragazza esitò. Si girò verso di lui evitando di guardarlo negli occhi. Aveva le guance imporporate, forse non per il freddo. “Mi chiedevo se ti andasse di uscire con me qualche volta”.

Remus richiuse il libro e si girò verso la ragazza, inspirando e decidendo di lasciare che fosse l’istinto a guidarlo prima di perdere tutto il coraggio, scappare e nascondersi per sempre.

“Emmeline, mi piacerebbe molto uscire con te”. Pausa. “Da amici”.

Gli occhi della ragazza si erano illuminati all’istante sentendo la prima parte della frase. Poi abbassò gli occhi e assunse un cipiglio confuso.

“Ecco, io… Non so se te ne sei accorto, ma… Mi piaci. E vorrei uscire con te da più che amici”.

La ragazza aveva coraggio, questo glielo doveva concedere. Lui non sarebbe riuscito a fare tutto quel discorso senza inciamparsi nelle parole e diventare un pomodoro.

Sirius stava correndo dall’altra parte del campo quando Remus lanciò un’occhiata in quella direzione prima di tornare a rivolgere l’attenzione a Emmeline.

“Senti, sei una ragazza carina però…”.

“Non ti piaccio”, lo interruppe lei. Remus non sapeva come ammetterlo senza ferirla. Avrebbe potuto dirle semplicemente di essere gay e farla finita, era più facile che tutta quella messinscena; non è che Emmeline lo avrebbe allontanato schifata, non gli dava quell’impressione. E in ogni caso, non aveva bisogno di persone negative nella sua vita.

Aveva le parole sulla punta della lingua eppure non ci riusciva. Sarebbe stato il suo primo coming out e non ci riusciva. Non sei tu, sono io suonava altrettanto patetico ed era stato talmente abusato nei film romantici fatti male che aveva perso qualsiasi senso.

“È che al momento non sono… Non sono nelle condizioni giuste per una relazione. O uscire con qualcuno”.

Forse anche quella frase era stato un po’ abusata, ma era meno peggio della precedente.

“Oh, okay”, disse semplicemente Emmeline.

Poi cadde un silenzio teso e Remus desidero che lei dicesse qualcosa altro per fargli almeno sapere come si sentiva a riguardo.

Ma nemmeno un mormorio arrivò dalla ragazza. Quindi Remus si decise a essere il coraggioso della situazione.

“Sei una ragazza carina, troverai sicuramente qualcuno meglio di me”.

Emmeline piegò le labbra in un piccolo sorriso e Remus senti una presa invisibile allentarsi dal suo stomaco.

“Ma tu sei gentile. Ce ne sono pochi così”.

“Ehi! Abbi più fiducia negli altri”.

“Lo dice sempre anche Alice”.

Emmeline si alzò e raccolse la borsa. “Io comunque ci ho provato”.

“Ehi, Emm”, richiamò Remus prima che l’altra si allontanasse.

“Possiamo ancora essere amici? Mi piacerebbe che fossimo amici, ecco”.

Emmeline annuì. “Certo! Amici”.

Una volta rimasto solo Remus capì che non sarebbe riuscito a leggere più nulla e quindi si alzò - cominciava davvero a fare freddo - e si diresse verso l’interno, senza guardare dove andava, seguendo i piedi che si muovevano in automatico e fissandosi le scarpe da ginnastica.

Non vide che stava passando nella direzione degli spogliatoi maschili, non vide che stava andando a sbattere contro Sirius Black finché non gli fu quasi addosso.

“Woah!”

Remus alzò lo sguardo e quando vide l’altro guardarlo con un sopracciglio alzato il suo cuore accelerò immediatamente i battiti. Non un buon segnale.

Il leggero vento che c’era scompigliò i capelli sciolti di Sirius e spinse verso Remus il suo odore di sudore e sigarette. Com’era possibile trovare attraente un odore così primitivo e normalmente sgradevole? Era intossicante.

“Stai bene?”

“Sì, io… Scusami. Non stavo guardando dove andavo”.

Aveva almeno detto una frase di senso compiuto? Non ne era sicuro, ma Sirius piegò le labbra in un ghigno. Poteva esplodere l’intero campo dietro di lui e Remus sarebbe rimasto a guardarlo come uno scemo, memorizzando ogni suo dettaglio in quella divisa.

“Fai attenzione. Potresti venire travolto la prossima volta”. E con quello, Black corse via.

Magari lo avesse travolto un camion in quel momento, almeno non se la sarebbe dovuta vedere con quella pressione che stava pian piano credendo nei suoi pantaloni.


*** 


Ehi! Ditemi, non vi aspettavate un aggiornamento così presto? Be’, ho pensato che, dato che non ho aggiornato l’altra fanfic, potevo almeno consolare i miei fan (per chi segue entrambe ovviamente) con questa.
Che mi dite? Non ne sono molto soddisfatta a dire il vero, non per quello che succede in questo capitolo ma per come è scritto. Eppure non sento di poter fare di meglio.
Ma lascio a voi i commenti. 

Devo dire che leggere le recensioni che mi lasciate, sempre così belle e appassionate, mi riempie di voglia di scrivere.
Non date mai per scontato questa cosa; noi autori di fanfiction non scriviamo le nostre storie “gratuitamente”, non nel vero senso della parola: ci impieghiamo il nostro tempo, le nostre energie, la voglia, la forza, che anche se sono concetti astratti sono molto importanti nella vita di una persona e dato che non riceviamo soldi in cambio l’unica cosa che chiediamo sono i commenti. Purtroppo EFP non permette i like come AO3 quindi l’unico modo per far capire che apprezzate la storia è commentare (be’, e anche mettere la storia tra le preferite/seguite/ricordate).


Quindi davvero, vi invito a farlo. E’ veramente una cosa soddisfacente e - credetemi - inspira tanta voglia nello scrivere la storia e renderla disponibile a un pubblico (piuttosto che lasciarla a marcire in una cartella del pc).


Per il resto, buon continuo di settimana. 

Baci, 


C.


   
 
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