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Autore: Apollonia Storie    26/05/2020    1 recensioni
Lily. Harry. Ania. Draco. Voldemort.
Gli scacchi principali di questo gioco mortale.
Ania aspettava da anni di conoscere finalmente il grande Harry Potter, eppure, da quel momento in poi una serie di eventi agitano acque pericolose.
Draco non sa cosa ci vede in quella lí, sa solo che lo scava dentro, che é fragile e pericolosa allo stesso tempo, e che a lui i giochi pericolosi sono sempre piaciuti.
E il Signore Oscuro pensa davvero di conoscere bene il suo servitore Severus? E se il piú grande segreto dell'uomo fosse una figlioccia maledetta, per cui darebbe la vita?
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Nuovo personaggio
Note: Lemon, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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XXXVI
 
Aprì gli occhi, controvoglia.
Sapeva già cosa avrebbe visto ancor prima di aprirli, e dio solo sa se non avrebbe preferito rimanere a dormire per tutto il giorno. O per tutta la vita.
Avrebbe quasi preferito essere morto che trovarsi lì dov’era.
 
Aprì gli occhi e mise a fuoco le spesse travi in legno e il soffitto scrostato di intonaco di quella che era, da tre giorni, la sua abitazione.
Si alzò lentamente, indossando l’unica giacca che aveva con sé e guardò l’orologio.
Erano le sei e mezza di mattina.
 
Aveva ancora mezz’ora di tempo.
Si lavò i denti, e si sistemò alla meno peggio i capelli. Doveva essere l’umidità della casa o forse lo stress di quei giorni, ma persino le sue liscissime ciocche bionde stavano un passando un brutto periodo.
Inforcò la borsa sulla spalla e lasciò la stanza.
 
Quella casa gli sembrava minuscola.
Tutto il primo piano corrispondeva appena alla sua stanza con bagno privato a Malfoy Mansion.
Ah, la sua tenuta. Quanto gli mancava.
Non aveva mai apprezzato tanto in vita sua quelle quattro mura. Beh, quattro si fa per dire.
 
Superò il bagno patronale, dove qualcuno faceva la doccia canticchiando, probabilmente il padrone di casa.
Quel gran coglione del padrone di casa, aggiungerei.
 
Luridissimo mezzosangue senza spina dorsale.
 
Eppure eccoti qui Draco, ad usare il cesso di un Mezzosangue. A mangiare il cibo di un Mezzosangue. A doverlo ringraziare, persino, per averti accolto in casa sua.
 
Tutto ciò era tremendo, per lui.
Come già detto, avrebbe preferito impiccarsi.
 
Arrivò all’ultima stanza del corridoio ed aprì la porta.
Sua madre dormiva profondamente, avvolta in una montagna di coperte e lenzuola.
Aveva i capelli sciolti, sparsi sul cuscino e le labbra socchiuse.
Sembrava in pace, ma Draco sapeva che quella serenità era il risultato artificiale di forti dosi di morfina e chissà cos’altro.
 
- L’infezione sta regredendo, non c’è nulla di cui preoccuparsi. – disse una voce dall’altro lato della stanza, vedendo la sua espressione preoccupata.
 
Draco sogghignò senza alcuna traccia di divertimento. Quella frase gli era stata detto almeno tre volte al giorno, da quando era lì.
 
- A sentir voi doveva essere già guarita e saltellante.-
- Stiamo facendo tutto il necessario Draco. Non c’è molto altro da poter fare. –
- Questo è quello che dici tu.  –
 
Si voltò a guardare sua zia, vestita in una lunga veste color giallo ocra, che con occhi pieni di compassione lo fissava intensamente.
 
- Non fare il bambino Draco… -
- Allora non trattarmi da tale. –
- Non lo faccio. – sussurrò lei, seria.
 
Andromeda si alzò dalla poltrona affianco al letto e passandogli di fianco gli lasciò il sacchettino pieno di ghiaccio usato fino a quel momento per sua madre.
Draco lo afferrò, scrollandosi la borsa di dosso e stringendo i denti.
 
-  Sei uguale a tuo padre a primo impatto. Ma fortunatamente per noi, non hai il suo carattere, per quanto tu ti sforzi di emularlo. Non devi avere paura di abbassare la guardia qui. –
- Non conosce né me né mio padre, Signora Tonks. E non mi sono mai fidato degli estranei. Mai. Ora se permette vorrei stare da solo con mia madre. –
 
Andromeda sollevò le sopracciglia, poi strinse le labbra e sospirò.
 
- A mezzogiorno pranziamo comunque… -
- Grazie ma sicuramente non avrò fame. – sbottò mettendosi a sedere e voltando definitivamente le spalle a sua zia.
La sentì sospirare ancora, probabilmente mordersi la lingua e poi lasciare la stanza, accompagnandosi gentilmente la porta dietro le spalle.
 
Un brivido pieno di nervosismo gli indurì la mascella.
Cosa pretendeva quella? Che lui diventasse parte della loro allegra famigliola quando per tutta la vita non aveva nemmeno saputo che faccia avessero?
Doveva essere un’illusa anche solo a pensarlo.
 
Si tolse anche la giacca, soffocando dal caldo in quella stanza così piccola e soleggiata.
Sua madre si mosse nel sonno e Draco le sistemò la borsa del ghiaccio sulla fronte.
Ci volle qualche minuto, ma poi si rilassò quando vide che Narcissa riprendeva quel lento ritmo di un sonno tranquillo e senza dolori.
 
Ah, madre, che diavolo ci è successo?
 
Scostò la maglia dalla pancia di sua madre per vedere come procedeva l’infezione.
 
Forse Andromeda aveva ragione almeno su una cosa.
I raggi violacei che si propagavano per tutto il ventre di sua madre sembravano essersi leggermente ritirati dal giorno precedente.
Tuttavia, non abbastanza per risparmiare quella sofferenza alla donna.
Dolohov le aveva lanciato un Anatema del Sangue. Una maledizione infima e meschina, usata da maghi mediocri come lui.
Dal punto in cui era stata colpita, il sangue di sua madre era cominciato a marcire, diventando nero e spargendo la maledizione per tutto il sistema circolatorio.
Narcissa aveva fatto appena in tempo ad aggrapparsi al figlio e a Smaterializzarsi, prima di perdere le forze ed accasciarsi al suolo.
Quando Draco aveva alzato lo sguardo per guardarsi intorno, era rimasto sbalordito dal vedere una donna di poco più grande di sua madre, sbucare dalla porta della villetta che avevano difronte.
Era una bella donna, con qualche ruga e dei corti capelli castano chiaro.
Non gli ci era voluto molto a riconoscere i tratti, cosi familiari eppure estranei, della sorella mai incontrata di sua madre.
 
Ed era così che si era ritrovato a casa Tonks.
Aveva evitato Ted Tonks il più possibile, e non ci era voluto molto per notare che anche l’uomo facesse lo stesso.
Per non parlare della figlia, la sua presunta “cuginetta”.
Ninfadora Tonks. Che poi nessuno la chiamava per nome, nemmeno il marito…AH! Già! Come dimenticarsi del marito… niente di meno che il Professor Lupin.
Rabbrividì irritato, ripensando al loro incontro di un paio di giorni prima.
 
Lui era quello malvagio là dentro, nessuno lo voleva lì e lui lo sapeva, lo sentiva addosso.
Avrebbe voluto mandare tutti al diavolo e scappare. Si, ma dove?
Non aveva nessun altro posto dove andare.
Anzi.
Se sua madre non si fosse ripresa in tempi brevi, probabilmente, non avrebbe nemmeno rivisto Hogwarts per un po'.
 
 
XXXVII
 
Cenava da sola quella sera.
Nonché non fosse abituata, ma quella sera quella solitudine aveva il sapore amaro del rimorso ad ogni boccone di rosbif che ingurgitava.
 
Sapeva che Piton l’aveva fatto di proposito, a farla stare sola come un cane in quel tetro salone.
Ce l’aveva con lei da giorni, da quando avevano parlato difronte al camino, da quando per la prima volta, lei si era imposta.
Da quella sera lì, la poltrona cigolante era rimasta vuota e lei aveva visto la faccia del suo tutore forse un paio di volte appena.
Tutto ciò era ridicolo e frustrante, anche.
 
Ma non poteva farci nulla.
Questa volta aveva preso una decisione.
E l’avrebbe portata avanti.
 
Lasciò che gli elfi sgomberassero la tavola e afferrò il libricino occulto che si portava dietro da settimane.
Ricordate quello rubacchiato dalla libreria di Piton, no? Quello che pochi lettori riuscivano a completare?
Ecco, lei era finalmente rientrata tra quei pochi eletti.
L’aveva finito e si sentiva a pezzi.
 
Ogni riga le aveva succhiato un po' di energia, e il capirne affondo i segreti era stato estenuante, ma necessario.
 
Raccogliere l’anima. Come fare e perché non farlo.
Di Cornwell Billinger.
1402.
 
 
No, non fatevi ingannare dal titolo, non si trattava di un libro d’amore o di poesie.
Ma di Incanti oscuri e pericolosi come pochi.
 
Le era venuto in mente di addentrarsi in quella materia ripensando ad una delle “avventure” di Harry.
Harry gliene aveva parlato mentre si trovavano una sera in Biblioteca, raccontandogli del Diario di Tom Riddle, di come il Signore Oscuro avesse intrappolato un pezzo di sé tra le pagine di un libro, preservandola e rendendola sempre più potente.
Ania ne era rimasta affascinata.
Sapeva che tali magie erano pericolose quanto rare, e solo maghi di estrema potenza potevano padroneggiarle. Le aveva sempre considerate leggende, e scoprire che invece erano realtà le aveva provocato un brivido.
 
Aveva iniziato ad indagare sull’argomento per diversi giorni, senza trovare molto nella Biblioteca di Hogwarts, fin quando il colpo di genio!
Era sicura che se esistevano argomenti occulti, Piton aveva sicuramente un libro al riguardo e così si era piombata alla sua libreria appena rientrata a casa.
Con suo grande stupore, non vi era nulla al riguardo, se non quel libricino che aveva tra le mani.
Simile si, ma molto diverso.
Quel libro insegnava come intrappolare non solo l’anima, ma letteralmente una persona tra le pagine di un libro.
 
Quindi vedete, non era proprio la stessa cosa, e per un po' ne era stata delusa, fin quando…
Fin quando il mare non le era parso in sogno.
Fin quando il sangue non le aveva bagnato i piedi.
Fin quando le domande non le avevano rosicato l’anima e il senno.
 
Ania non aveva nessun desiderio di spaccarsi l’anima e metterle in un libro, no, il suo scopo era un altro.
Immensamente rischioso.
E forse, immensamente sciocco.
 
Ma, signori miei, assolutamente necessario.
 
Afferrò il suo mantello color porpora e attaccò la sua nuova catenina portafortuna al collo.
Quel messaggio dal destino, quelle parole scritte in lingua antica, le avevano dato forza, e dopo tanto pensare, finalmente il giorno era arrivato.
 
Prima di lasciare la casa si avvicinò alla camera di Piton.
Nessun rumore proveniva dal suo interno.
Bussò lievemente e il silenzio più assoluto le diede il via libera.
Avrebbe dovuto sgattaiolare via, ma qualcosa la costrinse a spingere silenziosamente la porta ed entrare nello studio.
L’odore di chiuso era tangibile, e la polvere aveva raggiunto livelli inverosimili.
Persino le fiamme nel focolare sembravano essere fatte di pulviscolo.
Difronte ad esse, Severus dormiva profondamente, dopo giorni di insonnia ininterrotta, con la testa poggiata su una spalla e il corpo abbandonato allo schienale.
Ania lo guardò.
 
Il suo cuore divenne pesante a quella visione e fu tentata di lasciare una carezza su quei tratti spigolosi e severi.
Ma non lo fece, non era da lei, e soprattutto, non era da lui.
Ma afferrò una pergamena immacolata e la poggiò sulla scrivania.
La mano le tremò mentre intingeva il pennino nell’inchiostro.
La mano le scivolò sulla superficie, e per qualche motivo dovette stringere gli occhi per non lasciar scappare una lacrima su quella carta ruvida.
 
Lasciò il bigliettino su un libro aperto in modo che Piton lo vedesse facilmente, appena si fosse svegliato.
Ania lo sapeva…
Lui non avrebbe capito, e  l’avrebbe odiata davvero.
Ironico!
Era una costante nella sua vita trovarsi in quella condizione.
Era stato lo stesso con Harry, no?
 
Ma nonostante tutto, Harry era un estraneo, e Severus era la sua casa. Il suo odio ancora inespresso la tormentava già in quel momento, ancor prima di lasciare l’abitazione.
Eppur, di nuovo, era necessario, anche se le conseguenze di quella decisione erano incerte e piene di spine.
 
Richiuse la porta dietro di sé, e scese le scale, guardando ogni dettaglio di quella casa.
Ad ogni scalino avrebbe voluto voltarsi indietro, e spiegargli tutto il suo rammarico, tutto il suo dolore e la sua sete di risposte.
Tutto ciò che aveva racchiuso in quelle poche lettere sul pezzo di pergamena e che ora si ripeteva tra sé, come una preghiera o una confessione.
 
Perdonami, Severus.
Perdonami.
 






Eeeeeh ciao a tutti! Scrivendo questo capitolo ho fatto un paio di ricerche su Andromeda e sulle sorelle Black al completo, e sono incappata in un Fan Film inglese proprio su di loro.
Mi sento di consigliarvelo perchè fatto piuttosto bene e dà degli spunti originali sui personaggi di Andromeda, Bellatrix e Narcissa, spiegando alla perfezione la relazione tra le tre, non troppo chiaro nei film e nei libri ufficiali.
Vi lascio il link e spero vi piacca come è piaciuto a me!
E grazie ancora per il vostro supporto e pazienza nel seguire la storia!!!
Un bacio <3


https://www.youtube.com/watch?v=0hrcRtu45TU
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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