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Autore: Danielle Petite    27/05/2020    1 recensioni
«Come fa a non capire che è perfetta per lui? Cazzo! Ora sono con una cazzo di cuffietta a smontare un cazzo di computer! Quante altre persone potrebbero fare questa cosa insieme?»
«Gli serve un mano Stè...dobbiamo fare qualcosa....»
Stefano spalancò gli occhi improvvisamente «Ho un'idea!»
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anima, Mates, Nuovo personaggio, St3pNy, SurrealPower
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Londra

Il 1 Febbraio, esattamente un mese dopo la sparizione di Elisa, Surry, Stefano e Tudor scattarono non appena sentirono dei rumori sul pianerottolo di casa loro.
«Elisa!» quasi urlò Stefano appena aprì la porta ma quello che videro fu tutt altro. C'era un squadra di traslocatori che stava portando via tutti i mobili della casa di Elisa.
«Mi scusi, perchè state portando via tutto? La proprietaria non c'è» chiese Surry ad un ragazzo.
«La casa è stata venduta e ci hanno detto di mettere tutto in magazzino, non so altro.»
«Venduta?» ripetè Surry al vento.
«Avete notizie della proprietaria precedente? Non la vediamo da un mese» chiese Stefano.
«Mi spiace, noi ci occupiamo solo di traslochi...» il ragazzo scrollò le spalle.
Attraverso la porta aperta videro che stavano mettendo tutti i suoi abiti in un sacco dell'immondizia nero. Elisa era scappata senza portare nulla con se.
«Ma che fine ha fatto? Ci dovremmo preoccupare?» chiese Tudor.
«Ma Elisa stava in affitto o era sua la casa?» chiese Stefano.
«Non lo so, non gliel'ho mai chiesto» rispose Surry deluso.
Rientrarono in casa e chiusero la porta.
«Com'è possibile scomparire così e non dirci nulla! » esclamò Stefano quasi arrabbiato «Non so se essere preoccupato che le sia successo qualcosa o arrabbiato perchè non ci contatta da un mese»»
«Surry, almeno a te ti avrà detto qualcosa» disse Tudor.
«Mi ha detto che si sarebbe fatta viva lei, sono sconvolto quanto voi» si sedette sul divano in soggiorno «Per quanto ne so potrebbe essere morta» si lasciò scappare dalla disperazione.
«Dai non esagerare adesso. Forse ha problemi in famiglia....che so, la mamma non la fa tornare a vivere da sola....» disse Tudor.
Che poteva dire Surry? «Bo, forse hai ragione»




Passarono 3 mesi.



3 mesi dove Surry cercò di andare avanti con il lavoro e le sue cose facendo finta di nulla, ma la notte aveva gli incubi ed anche i fan avevano notato le sue occhiaie. Stava proprio leggendo i commenti sotto l'ultimo video dove dicevano cose del tipo "Surry ti vedo stanco"
Cosa ne potevano sapere loro? Come potevano sapere cosa si prova quando una persona sparisce dalla tua vita e non puoi contattarla in nessun modo.
Bhè, anche quando muore qualcuno è così, si disse.
Ma io non so se lei è ancora viva.
Durante tutto quel tempo aveva avuto modo di fare supposizioni e cercare di capire come potevano svolgersi gli eventi e li aveva immaginati davvero tutti. La cosa peggiore di tutti era che si era reso conto che se anche fosse stata uccisa o trovata morta lui non lo avrebbe mai saputo perchè Elisa era come se non esistesse. Probabilmente anche i suoi genitori adottivi non lo avrebbero mai saputo perchè il dna del suo cadavere non sarebbe corrisposto con il loro. L'unica cosa da fare era sperare che fosse viva però fino a quando poteva aspettare? Erano passati tre mesi e non aveva ricevuto nessun segnale da parte sua. Doveva andare avanti e dimenticarla?
Non sapeva che fare.
Ogni tanto si ritrovava a smontare e rimontare il computer senza nessun apparente motivo, però lo faceva sentire meglio.
Chiuse youtube e aprì le mail come faceva quotidianamente ma nulla di che, solito spam. Decise di andare a mangiare qualcosa e lasciò il pc acceso.
Nel frigo trovò una banana e si accontentò di quella «Ehi Surry, stasera andiamo a ballare e a rimorchiare qualcuna, vieni con noi?» gli chiese Tudor improvvisamente.
Rimorchiare? «Si, certo» gli rispose «Stefano non viene?»
«No, va dai suoi a Firenze....siamo io, te e Sascha e Gianlu....»
«Ok....» buttò la buccia di banana e tornò in camera sua a prepararsi. 
Doveva andare avanti e dimenticarla. 


Dopo nemmeno una mezz'ora che erano nel locale fecero conoscenza con un gruppo di ragazze con cui presero subito a ballare. Si divertirono tutti e non fecero troppi danni come al solito, specialmente Sascha. Quella era la prima volta in più di 3 mesi che Surry sorrise sinceramente. Riuscì anche ad avere il numero di una ragazza e questo non era da lui.
«Bravo Surry, allora ci sai fare!» esclamò Sascha a fine serata «Credevo fossi più imbranato con le ragazze, hai fatto addirittura scappare Elisa!»
«Ehi...non dire così...» fece per dire Tudor ma Surry lo interruppe.
«Ora vado a casa!»
Sapeva bene che era brillo però lo fece incazzare comunque. Si allontanò da loro a passo svelto e chiamò un taxi ma Tudor lo raggiunse «Andiamo insieme, così dividiamo la corsa.»
Non gli rispose ma accettò. Una volta nel taxi sperò che non dicesse nulla ma invece «Era ubriaco»
«Lo so» rispose seccamente.
«Non pensa davvero che l'hai fatta scappare tu...»
«Non mi interessa quello che pensa. Sto solo provando a dimenticarla ma invece....»
«Mi dispiace tanto...»
Non dissero altro fino alla mattina successiva.

Surry si svegliò un pò più tardi del solito e avviò il pc per poi andare a fare colazione. Si preprò un bel cornetto con la nutella e una tazza di caffè.
Tornò in camera sua e guardò la sua casella di posta come faceva sempre ma si accorse che gli era arrivata una nuova mail da parte di una compagnia aerea. Cliccò immediatamente e vide che era un biglietto di sola andata per Londra. Di quel giorno. Tra poco meno di un'ora.
«Cosa? Ma io non ho comprato nessun biglietto!» che gli avessero clonato la carta? In fondo alla mail c'era il numero verde e chiamò immediatamente.
«Salve, ho appena ricevuto una mail con un biglietto aereo ma non l'ho acquistato io...»
La voce dall'altro lato del telefono gli chiese tutti i connotati e i dati del biglietto «Non c'è nessun errore, questo biglietto è stato acquistato per lei, potrebbe essere un regalo da parte di qualcuno?»
Surry ebbe un'illuminazione. Che fosse da parte di Elisa? Voleva che la raggiungesse?
«Si, potrebbe essere. Grazie, mi scusi tanto, buona giornata» attaccò di fretta e furia e tirò la sua valigia dall'armadio in corridoio buttandoci dentro il minimo indispensabile «Tudor! Io devo scappare!»
«Cosa?» lo vide uscire di corsa dall sua camera «Che è successo?»
«Forse so dov'è Elisa»
«Eh?» vide il viso di Tudor sconvolto e felice allo stesso tempo.
«Non sono sicuro, comunque devo correre in aereoporto, vado a Londra. Non ho nemmeno il tempo di farmi una doccia!»
«Vai vai corri! Te la farai in aereoporto nel caso, fammi sapere!» quasi lo spinse fuori dalla porta e lui corse giù. 
Chiamò un uber e gli disse di correre più veloce possibile però purtroppo arrivò tardi e perse il volo.
Acquistò il volo immediatamente successivo e ne approfittò per farsi una doccia come aveva suggerito Tudor. 
Finalmente arrivò a Londra.
«E adesso?» disse al nulla appena passati i controlli passaporto. Si guardò in giro cercando il viso di Elisa ovunque ma non c'era nessuno ad aspettarlo. Effettivamente era arrivato un'ora dopo l'arrivo previsto dell'altro, quindi poteva benissimo essersene andata. Uscì all'esterno ma di lei neanche l'ombra. Il suo sguardo però fu catturato da un foglio di carta a terra vicino al bidone della spazzatura, c'era scritto Surry.
Un autista! Elisa gli aveva mandato un autista ma probabilmente, visto che aveva perso il volo, se n'era andato!
Ed ora? Come faceva a rintracciarla?
Prese il foglio da terra e corse verso la corsia dei Taxi cercando come un forsennato il suo autista «Era suo questo foglio?» continuava a chiedere in inglese ad ogni tassista che vedeva ma nessuno di loro era il proprietario di quel foglio.
Se non lo trovava doveva tornarsene in Italia, per forza.
Cominciò quasi a rassegnarsi quando un signore gli si avvicinò «Sei tu Surry?»
«Si, sono io»
«Avevo ricevuto istruzioni per venirti a prendere» prese il suo cellulare «Volo 3465 da Milano Malpensa ma non ti ho visto arrivare»
«Si, mi scusi ma ho preso un volo successivo, per questo...»
«Mi dispiace ma io ora ho appena preso un altro cliente, devi chiamare un altro autista» disse indicando la sua auto già carica
«Non c'è problema, conosce l'indirizzo dove mi avrebbe dovuto portare?»
«Si, ora glielo scrivo sul foglio»
«Perfetto, grazie!»
Il suo cuore si alleggerì di un quintale. Ora aveva un indirizzo.
Chiamò un uber anche lì e dopo circa un'ora arrivò davanti una casa stile vittoriano tipicamente inglese. Controllò bene il civico e bussò ma il campanello era rotto. Bussò con la mano.
Nessuno. 
Bussò ancora ma nessuno gli aprì. Sbirciò attraverso le finestre e vide che la casa era vuota, come se non ci abitasse nessuno da molto tempo.
Che fosse l'indirizzo sbagliato?
Non aveva altro indizio se non quell'indirizzo quindi disperato bussò di nuovo ma al secondo "toc" la porta si aprì con sua meraviglia.
«Surry sei tu?»
La ragazza si fece avanti e finalmente la potè vedere in faccia. Era dimagrita, pallida e aveva gli occhi rossi e gonfi come se avesse appena smesso di piangere.
«Elisa!» lasciò la valigia e l'abbracciò stretta «Cazzo!»
Provava un misto di emozioni tra cui la gioia di rivederla sana e salva e la rabbia per essere sparita 3 mesi interi.
«S-s-surry....» disse tra le lacrime «credevo di non rivederti più...»
«Tu? Io ho quasi creduto che fossi morta!»
«Entra» lo trascinò dentro con la sua valigia e lo abbracciò di nuovo «scusa, non sono riuscita a contattarti in nessun modo prima di adesso»
«Che ti è successo? Raccontami» la sentì scheletrica tra le sue braccia «Sei magrissima»
«Si, lo so...però mi riprenderò, dammi tempo» si allontanò da lui come se si vergognasse «N-non cè nulla in questa casa, sono v-venuta qui ieri. Ho solo un m-materasso per terra su cui dormire. Non posso nemmeno farti sedere» disse singhiozzando indicando la stanza vuota intorno a loro.
«Ma che cavolo me ne importa? Mi interessa solo che tu stai bene» le prese la mano e si riscoprì più romantico del previsto «Raccontami cosa è successo, dal principio per favore»
Elisa si asciugò le lacrime «Ok, vieni, sediamoci sul materasso» lo portò al piano di sopra dove c'era solo una stanza con un finestrone ed un materasso. Si sedettero e lei cominciò «Allora. Verso Novembre ho accettato un lavoro per alcuni Argentini, si trattava di procurargli una piantina di un museo in Spagna. Per questi tipi di lavoro non ci metto nulla,  baypasso il software di sicurezza della struttura ed ho l'accesso a tutti gli archivi. Comunque una volta preso il file della piantina glielo inviai. Il fatto è che loro sono stati intercettati da altre persone e non so come mi hanno tracciata. Ormai mi conoscono tutti sul web, hanno dato il mio volto al mio nome in codice. Sono stata braccata da tutti»
«Ti stanno ancora cercando?»
«Ora non più. Per questo sono sparita tutto questo tempo, ho dovuto organizzare la mia morte»
«Eh? Spiegati meglio»
«Ho dovuto simulare la mia morte, ora i miei staranno facendo il funerale a qualche ragazza che mi somiglia»
«Come hai fatto a fare una cosa del genere?»
«Ho usato tutti i soldi che avevo. Ho dovuto vendere tutto quello che avevo a Milano, non so se hai visto....»
«Si, ho visto il camion....»
«Gli ultimi soldi che avevo erano per questa casa, non ho più niente Surry»
«Non capisco come hai fatto a far credere ai tuoi di essere morta....»
«Ho pagato anche loro»
Surry rimase letteralmente senza parole. 
«Ora mi chiamo Asia...a quanto pare» gli mostrò i suoi nuovi documenti con le lacrime agli occhi.
Surry fece un respiro profondo e ripetè «L'unica cosa che conta è che tu stai bene e che ti ho ritrovata» 
Elisa lo guardò con occhi languidi «Ti amo» disse in un sussurò.
Non era per niente da lui, ma qualcosa nel suo profondo glielo fece fare. La bacio profondamente accrezzandole la nuca ed i capelli e lei glielo lasciò fare. Sembrò a entrambi di aver aspettato troppo per arrivare a quel momento, il bacio diventò sempre più profondo ed i loro abbracci sempre più stretti. I vestiti sparirono man mano e loro si appartennero per la prima volta, su quel materasso piazzato a terra nella casa vuota a Londra.


Un settimana dopo...


«Tudor! Sto registrando, apri la porta! Hanno bussato!» urlò Stefano dall sua camera.
Tudor che era in bagno fece una corsa e andò ad aprire «Oh mio Dio!» urlò vedendoli.
Fuori la porta c'erano Surry ed Elisa, con i relativi borsoni, che si stavano tenendo per mano.
«L'ho riportata a casa, e questa volta ci resterà a lungo termine» disse Surry guardando Elisa e poi Tudor sorridendo.



The End


Note autrice: Ciao a tutti! La fanfiction è finita e spero che vi sia piaciuta. Inizialmente avevo pensato di continuarla e di non farla finire in questo modo ma, come dire, siccome non ho avuto riscontri a parte un commento e pochissimissime visualizzioni mi è passata la voglia, dico la verità. Oltre a questo ammetto anche di non seguire più i Mates e quindi ho avuto poche ispirazioni per continuare. Spero che questa FF di pochi capitoli sia stata comunque di intrattenimento per voi e che vi abbia strappato un sorriso almeno <3 Ho scritto altre ff sul fandom di Harry Potter, in special modo su Draco Malfoy (ma una mia versione un pò più "sexy") se vi fa piacere vi invito a leggerle.
Ora vi saluto, grazie ancora per la lettura.
Danielle Petite 
  
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