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Autore: Nao Yoshikawa    28/05/2020    8 recensioni
[Good Omens x Once upon a time]
Aziraphale ha il compito di eliminare l'oscurità da una cittadina del Maine, Storybrooke. Nonostante un'iniziale riluttanza, Crowley deciderà di seguirlo in questo viaggio, che spera duri pochi.
Una volta arrivati, però, i due si ritroveranno privi dei propri poteri, in una città abitata niente meno che dai personaggi delle fiabe.
DAL PRIMO CAPITOLO:
Henry Mills era molto giovane, ma sicuramente non si stupiva più tanto facilmente. Per questo se ne rimase tranquillo, quando vide quello strano tipo avvicinarsi.
«Ehi, ragazzino. Hai per caso visto o sentito qualcosa di strano?» gli domandò Crowley, sottovoce. «Qualcosa di oscuro e pericoloso?»
Henry parve pensarci un po’ su.
«Dipende cosa intendi. Qui c’è molto spesso qualcosa di oscuro o pericoloso.»
Crowley fu molto sorpreso da quella risposta, tanto che si voltò a guardare Aziraphale.
«Mi sta per caso prendendo in giro? Senti, siamo qui per risolvere un problema. Però… qual è il problema?!»
Genere: Fantasy, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Tremotino attendeva, piuttosto soddisfatto di ciò che aveva fatto. Sapeva che gli altri sarebbero venuti a cercarlo e lui li avrebbe affrontati senza alcun tipo di problema. Dopotutto era un demone, era più forte. Se ne sarebbe tornato all’Inferno, ne sarebbe diventato il capo, sarebbe tornato a tormentare tutti i coloro che riteneva meritevoli di punizione.
Praticamente il suo mondo perfetto. Se solo non fosse stato per…
«Tremotino.»
Riconobbe subito la voce di Belle alle sue spalle. Belle che nonostante tutto non aveva mollato, che similmente ad Aziraphale, anche se era arrabbiata continuava ad amarlo e a sperare che potesse tornare indietro, sui suoi passi. Lui non si voltò nemmeno a guardare. Sapeva di averla ferita, di averla ferita sempre. Quella donna era l’unica in grado di fargli provare quel sentimento che era il senso di colpa. Ma era più forte  di lui. Tremotino era e sarebbe stato sempre combattuto tra amore e potere.
E il potere demoniaco era troppo affascinante per potervi resistere.
«Belle…» sussurrò, dopo qualche istante di silenzio. «Cosa sei venuta  a fare qui?»
«Un tentativo disperato di farti ragionare. Perché hai dovuto fare una cosa del genere? Eri già potente, avevi già tutto. O almeno così speravo…»
Belle era delusa. Pensava di bastargli, era triste pensare che il proprio rivale in amore fosse il potere oscuro.
«Non capisci, Belle. In questo modo posso avere quello che non ho mai avuto neanche da Signore Oscuro. Un posto tutto mio, dove potrò stabilire le mie regole. Ed è così a portata di mano.»
Sarebbe stato facile prendere il posto di Belzebù, forse di Lucifero stesso? Non lo sapeva, ma doveva provare, doveva riuscire.
«E sei disposto a vivere senza di me?» domandò seria. Quando lo aveva sposato sapeva che non sarebbe stato facile, ma non voleva credere che non l’amasse abbastanza da rinunciare al potere.
«Lo sai che non posso vivere senza di te. Né senza di te né senza il potere.»
E allora Belle rise, amara.
«Ebbene?»
Tremotino finalmente si decise a voltarsi e a raggiungerla.
«Magari possiamo trovare un modo per portarti lì. Così non dovrò vivere senza di te.»
Il solito egoista. Non pensava a lei, ai suoi sentimenti, pensava solo a ciò che era più conveniente per lui. Si staccò dalle sue carezze, arrabbiata.
«Chi ha detto che voglio venire con te all’Inferno? Non ci penso proprio! Io voglio stare qui, nel mondo degli umani e continuare  fare ciò che ho sempre fatto!»
«Belle, ti prego, non costringermi a…»
«A fare cosa? A portarmi lì con la forza? Sappiamo benissimo che saresti in grado di farlo. Beh, sappi che io sono dalla parte di coloro che vogliono fermarti. E sappi che voglio fermarti proprio perché ci tengo a te», dichiarò, frustrata ed anche con gli occhi lucidi. Era emotiva Belle, non riusciva a parlare senza scoppiare in lacrime. Tremotino sollevò lo sguardo e dietro di lei vide arrivare l’angelo in compagnia di Belle, con Emma, Regina e Killian.
«Bene, guarda un po’ chi è arrivato», commentò. Aziraphale ebbe come primo istinto quello di colpirlo, sebbene non fosse da lui, ma Regina, avvertendo questo suo desiderio, lo fermò.
«Niente mosse avventate angelo, vogliamo evitare scontri superflui.»
Fu la Salvatrice la prima a farsi avanti.
«Va bene, Gold. Direi che questo gioco è durato anche troppo. Vogliamo rimettere le cose a posto o no?»
«Beh, signorina Swan, tutto ciò mi pare superfluo. Non vedo cosa possa interessarvi quello che faccio o meno della tua vita.»
«Ci interessa dal momento che hai portato casini qui a Storybrooke. Il mondo non può essere un posto tranquillo con un demone come te in giro», borbottò Regina. Belzebù alzò gli occhi al cielo, stufa.
«Va bene, adesso basta. La colpa è anche mia, non avrei dovuto lasciarti campo libero. Senti, Tremotino, tu non puoi stare all’Inferno né puoi ambire ad avere il mio posto. Perché non sei demone. Ti sei solo preso una vita che non è la tua.»
Dicendo ciò Belzebù raggiunse l’ex signore oscuro, incatenando gli occhi ai suoi così rossi, facendolo sorridere.
«Oh, sei proprio sicura che non posso avere il  tuo posto? Eppure hai detto benissimo che è possibile», rispose languido. Belle li guardò e si sentì stupida quando avvertì una morsa di gelosia. Quella donna, Belzebù, era come Crowley… cioè, come Tremotino.
«Chi sei tu?» sussurrò.
«Io sono il Principe Infernale e il tuo uomo ha fatto i conti male. Non posso permetterti di tornare all’Inferno.»
«Quindi annulla lo scambio con Crowley», Aziraphale si era stufato di aspettare. Era venuto lì per eliminare l’oscurità da Storybrooke, voleva che tutto tornasse alla normalità e voleva tornare a Londra con il suo demone.
«Questo è offensivo, io non l’ho costretto a fare nulla. Lui ha accettato per te, angelo», l’ex Signore Oscuro lo indicò. «Lui ti ama così tanto e ha così sofferto, un demone non potrebbe stare con un angelo, dico bene? Ha rinunciato a se stesso per poter stare con te, non la trovi una cosa romantica?»
Regina guardò Aziraphale. Tremotino lo stava tentando, stava tentando un angelo per farlo cadere nella rabbia e ci stava riuscendo.
«Aziraphale, calma.»
«Non devi dire una parola su di lui. Non devi dirlo. Tu gli hai dato un peso terribile! La magia oscura.. non sa controllarla. E il potere che quel pugnale ha… è terribile», iniziò a dire, parlando lento, in preda al senso di colpa.
«Sarà terribile, però non hai esitato ad usarlo per ben due volte.»
Aveva ragione. Aziraphale non era forse migliore di lui o di tutti lui.
«Ora piantala, coccodrillo», intervenne Killian. «Accettalo, tu non sei un demone.»
Tremotino posò gli occhi rossi su di lui.
«Ed è qui che ti sbagli. Io lo sono eccome.»
Schiuse le sue ali, di piume e nere come ebano, segno che non avrebbe ceduto tanto facilmente. Belle indietreggiò, spaventata.
«E va bene, le buone non hanno funzionato», disse Emma. «Saremo costretti a farlo con le cattive.»
Belzebù schiuse le ali a sua volta. Tremotino era forte, sì, ma lei era pur sempre il principe dell’Inferno.
Tremotino sorrise, per nulla spaventato.
«Come volete.»
 
Crowley si sentiva offeso e ferito. Aziraphale gli aveva ordinato di rimanersene lontano da lui con il pugnale e questo lo aveva fatto rimanere malissimo. Non poteva credere che fosse arrivato  tanto! Forse anche lui aveva le sue colpe. Forse non avrebbe dovuto mandare tutto all’aria credendo che quella fosse la via più  facile. Mentre lui se ne stava forzatamente lì, Aziraphale rischiava di farsi male e questo non lo poteva permettere.
«Dannazione…!» sibilò stringendo un pugno. Si era rifugiato a casa di Emma, non avendo idea di dove altro andare. David lo osservò e per niente intimorito dalla sua aura oscura e nervosa gli si avvicinò.
«I problemi di coppia capitano a tutti», iniziò a dire per stemperare l’atmosfera. Se fosse stato qualcun altro, Crowley lo avrebbe incenerito, ma David aveva conquistato sin da subito la sua simpatia.
«Sì, ma almeno tu non hai rinunciato ad essere un demone perché convinto che fosse la cosa più giusta.»
«No, infatti. Ma, anche se sembra incredibile, avvolte anche io e Mary litighiamo», David teneva in mano una tazza di cioccolata alla cannella. Sebbene avesse capito che l’ex demone preferiva qualcosa di più amaro, gliela porse comunque, la cioccolata aiutava sempre.
«In effetti è piuttosto incredibile», borbottò senza prendere in mano la tazza. «Ho combinato un casino, David. Aziraphale adesso mi detesta. E come biasimarlo? Io ho causato tutto questo, sono stato ingenuo e stupido e… aaah, mi prenderei a pugni! Non posso neanche raggiungerlo. Mi ha imposto di rimanergli lontano, e non posso disubbidire al volere del pugnale!»
Se gli fosse successo qualcosa non se lo sarebbe mai perdonato. Non era giusto che Aziraphale risolvesse da solo i casini che lui aveva combinato.
«Sono sicuro che Aziraphale non ti odia affatto, e che anzi si sente molto in colpa. Non vi preoccupate, due come voi si ritroveranno sempre.»
Oh, David aveva un’anima romantica e positiva tanto quanto sua moglie, ma Crowley doveva ammettere di apprezzarlo molto. Prese finalmente la tazza dalle sue mani e mandò giù un sorso di cioccolata. Non era troppo dolce come aveva temuto e poi si sentì istantaneamente meglio. Poco dopo arrivò Henry. Il ragazzino era stato raccomandato dalle sue due madri di rimanersene al sicuro, ma come al solito il richiamo dell’avventura era troppo grande.
«Aziraphale ti chiederà di venire da lui, puoi starne certo.»
«Mh? Mi sembri molto sicuro di te, ragazzino.»
«Perché sei tu il Signore Oscuro, adesso. Di fatto sei tu quello può annullare lo scambio. Facendone un altro, ovviamente.»
Crowley incrociò le braccia al petto. Quindi avrebbero avuto bisogno di lui? Sollevò lo sguardo verso l’adolescente, in fondo era simpatico e sapeva il fatto suo.
«Se davvero sarà così, allora verrai con me. Tu non hai niente da obiettare, vero David?»
Il Principe Azzurro si limitò a fare spallucce.
«Dirò a Mary Margaret che non vi ho visti uscire.»
 
Tremotino era forte. Era un demone appena nato, dopotutto. E in fondo era tranquillo. Un demone era quasi del tutto immortale, al massimo si sarebbe discorporato. Oh, imparava così in fretta. Con facilità aveva respinto gli attacchi di Emma e Regina, in quel caso nemmeno la Salvatrice poteva fare nulla. Aziraphale e Belzebù erano stati più difficili da gestire, ma più che ferirlo non potevano farlo.
«Ma insomma, che razza di gioco perverso è questo?» si lamentò Killian che intanto si era preoccupato di soccorrere Emma. «Non c’è un modo per fermarlo?»
«Se ci fosse un modo per fermare i demoni non saremmo demoni, appunto», lo rimbeccò Belzebù. «L’unica cosa che può fermare un demone è l’acqua santa. Vuoi davvero portarci a questo, Tremotino? Perché posso assicurarti che con l’acqua santa non rimarrà niente della tua anima.»
Aziraphale era un angelo, gli sarebbe bastato prendere dell’acqua e benedirla per poi buttargliela addosso, ma arrivare a tanto… dopotutto lui era innamorato di un demone, sapeva cosa significava. Quando Belle li sentì parlare in quel modo, decise di intervenire.
«Aspettate, vi prego. Non fate questo, non lo uccidete.»
«Beh, mi sorprende che tu lo difenda ancora, dopo tutto quello che sta combinando!» si lamentò Belzebù. «Che problemi avete voi esseri umani?»
Il problema degli esseri umani era l’amore. Belle era innamorata di Tremotino, nonostante tutto. E Aziraphale poteva capirla benissimo, perché se fosse stata al suo posto, allora avrebbe difeso Crowley allo stesso modo.
«Ragiona Belle, Gold non vuole collaborare», tentò di farla ragionare Regina. «E comunque sia non merita la tua protezione!»
Tremotino sorrise, per nulla offeso da tale affermazione. Dopotutto Regina aveva ragione, non meritava protezione da parte di Belle. Non meritava lei. La sfiorò, poiché la ragazza gli si era parata davanti come a fare da scudo.
«Ha ragione lei, Belle. Io non merito la tua protezione, non più. Ad ogni modo, siete degli stolti se pensate che mi lascerò gettare l’acqua santa addosso così facilmente», e sollevò lo sguardo verso il suo nemico naturale. «Se l’acqua uccide un demone, allora, per logica, il fuoco può uccidere un angelo.»
Regina strinse i pugni, furiosa.
«Non ose-»
Per quanto forte fosse, non poteva competere con il potere demonico di Tremotino. Quest’ultimo aveva creato il fuoco dalle sue stesse mani. E pensare che voleva solo rimanersene tranquillo a fare cose da demone, ma non glielo avevano permesso.
«I demoni e gli angeli non possono andare d’accordo,  vero?»
Belle si voltò, inorridendo. Lei lo proteggeva e lui provava ad attaccare Aziraphale? Quest’ultimo però, che avevo poco prima poggiato la mano sul pugnale dentro la giacca, lo afferrò subito e fece ciò che l’istinto gli disse: richiamò a sé Crowley.
«Signore Oscuro, vieni subito qui!» esclamò.
E poi accadde. Tutto in modo molto più veloce di quanto avesse pensato. Crowley comparve dal nulla, tra lui e Tremotino. Ed insieme a lui c’era anche Herny, dopotutto una promessa era una promessa.
«Henry!» esclamò Emma. «Che cosa ci fai tu qui? Ti avevo detto di rimanere al sicuro!»
«Scusa, Emma. Temo sia colpa mia, non punirlo», Crowley si era eretto come un muro tra Tremotino e Aziraphale i suoi occhi castani di  qualche sfumatura dorata brillavano.
«Grazie per avermi chiamato, angelo…»
«Crowley», lui sorrise, irrimediabilmente innamorato. In quel momento ai suoi occhi era semplicemente il suo eroe, il suo cavaliere dall’armatura dorata.
«Crowley», chiamò Tremotino con tono gentile. «Temo che ci sia stato un piccolo disguido. Puoi convincere gli altri che non vuoi fare alcuno scambio con il sottoscritto?»
L’ex demone teneva gli occhi fissi su di lui. Il peso della magia oscura era difficile da sostenere. Dava una dipendenza simile all’alcol, Crowley sapeva di non poterla sostenere, eppure da un lato era difficile liberarsene. Non avrebbe dovuto importargli niente di cosa Tremotino faceva, del caos che portava. Ma in verità lui non era mai stato un demone cattivo, era stato una creatura troppo buona per la sua natura.
«Io credo… credo che abbiamo sbagliato tutto. Credo che io ho sbagliato tutto. Dovevo accettare di essere ciò che eroe  tu dovevi trovare la forza di liberarti della magia oscuro. Così ci siamo solo scambiati i ruoli», si ritrovò a sospirare e poi lo guardò, con astio. «Non mi hai detto del pugnale, non mi hai detto che la magia avrebbe avuto quest’effetto su di me. Mi sento un folle…»
«Semplice, mio chiaro. Tu non me l’hai chiesto e io non ero tenuto a dirti nulla. Il pugnale adesso è tuo, c’è il tuo nome.»
Tremotino non era sorpreso. Sapeva che Crowley non sarebbe stato bravo a resistere, dopotutto era buono, molto più di quando lo fosse lui. Aziraphale si avvicinò a Crowley, sussurrandogli qualcosa.
«Temo che dovremo ricorrere alla violenza. Sai quanto non mi piaccia.»
«Beh, io sono il Signore Oscuro adesso, penso che qualcosa potrò fare», dopodiché guardò Belle. Sembrava starle promettendo che avrebbe cercato di non ucciderlo, se non fosse stato necessario. «Belle… credo che tu, Henry e il pirata fareste meglio a mettervi da parte. La situazione sta per scaldarsi parecchio.»
Tremotino rise.
«Allora sei proprio deciso a ritornare indietro sui tuoi passi»
Belle non esitò. Sapeva di non poter fare nulla e che doveva lasciare a loro la situazione in mano.
«D’accordo, facciamo questa cosa», si lamentò Belzebù. «Ma quando questa cosa sarà finita, Crowley, faremo i conti.»
Quest’ultimo non temeva una strigliata da parte del suo capo, anzi, se la meritava. Avrebbe cercato di metterli in pericolo il meno possibile. Il guaio l’aveva combinato lui.
«Sì, facciamo questa cosa», sibilò guardando gli occhi rossi di Tremotino. Gli mancava non poter lottare, ma questo non gli impedì di farlo comunque. Poteva smaterializzarsi e respingerlo, colpirlo con quel flusso di magia che gli scorreva dalle dita. Poté contare anche su Emma e Regina che si erano unite nel tentativo di darle una mano. Non dovevano ucciderlo, ma potevano almeno fargli male, tramortirlo . Tremotino si ritrovò contro cinque persone che volevano convincerlo a desistere. E sorprendentemente si ritrovò un po’ in difficoltà,  il potere di Crowley era un po’ instabile ma si vedeva che doveva essersi impegnato, poiché lo stava mettendo non poco in difficoltà.
Crowley era furioso, guidato da un sentimento molto più forte dell’ambizione e della vendetta. Era innamorato di quell’angelo e voleva dimostrargli che era in grado di essere migliore di quanto non fosse stato fin ora.
Che sciocco, anche lui ci aveva provato spesso, senza alcun risultato, forse non era abbastanza forte.  Avrebbe perso Belle, di nuovo e la colpa sarebbe stata solo e soltanto sua. Belzebù, agile, riuscì ad afferrarlo da dietro, a bloccarlo, portandolo a muovere le ali per cercare di dimenarsi e liberarsi.
«Ehi, ce l’ho! Fate qualcosa, altrimenti giuro che provo ad ammazzarlo!» sibilò il demone. Emma e Regina si avvicinarono più cautamente, a differenza di Aziraphale e Crowley. Quest’ultimo era potente e per la prima volta stava godendo a pieno del suo potere.
«Allora, vogliamo fare questo scambio sì oppure no?»
Stretto nella morsa soffocante di Belzebù, Tremotino lo guardò negli occhi, sentendo la rabbia montare.
«Tu non sei adatto a fare il demone. Lo sono molto più io di quanto possa esserlo tu.»
Crowley chinò la testa di lato. Forse davvero non era un demone comune, ma almeno era lui. Almeno Aziraphale lo aveva amato e avrebbe continuato a farlo.
«Infatti io ero un angelo una volta. E sono sicuro che anche tu fossi una persona diversa, prima.»
Tremotino aveva omesso a Crowley quella parte della sua storia. Prima era stato un codardo, un debole. Da quel momento in poi non si era più fermato, aveva perseguito il potere, tanto da diventare schiavo. E adesso che poteva essere un demone, una creatura al di sopra di tutti gli esseri umani, perché avrebbe dovuto rinunciarvi? Ma Crowley era determinato, potente. In quel momento lo era più di tutti. C’era solo una cosa che poteva fare.
«Oh Crowley», disse gentilmente. «Sei così ingenuo. Ma dopotutto sei il signore oscuro da troppo poco tempo per sapere come funziona.»
In un impeto, Tremotino riuscì a liberarsi di Belzebù. Puntò Aziraphale e Crowley si mise subito in mezz, non gli avrebbe permesso di toccarlo. Non era però all’angelo che mirava, bensì al suo pugnale. E Tremotino fu veloce, troppo veloce affinché Aziraphale potesse vederlo. Il pugnale era adesso tra le mani dell’ex signore oscuro.
«Oh no. No, no! Ha preso il pugnale! Che cosa vuoi fare?»
Aizrpphale in realtà poteva immaginarlo, e proprio per questo ne ebbe paura.
Se il pugnale cadeva nelle mani sbagliate, allora…
«Crowley… attacca l’angelo», dichiarò lui con una freddezza disarmante. Crowley sgranò gli occhi. Irrigidendosi per cercare di trattenersi. Quel bastardo, avrebbe dovuto immaginare che sarebbe finita così, chi meglio poteva conoscere il potere del pugnale se non proprio lui? E poteva usarlo a suo piacimento come voleva.
«No… non farlo! Non farmelo fare!» lo pregò, avvicinandosi ad Aziraphale, il quale però non si mosse. Vedere Crowley in quelle condizioni, incapace di rispondere a se stesso, era terribile. Ma non si mosse, non si sarebbe spostato.
«Va bene, Crowley. Non preoccuparti, questo non mi ucciderà!»
«Che vuoi che me ne importi?!» lo afferrò, così forte e violentemente come non avrebbe mai voluto fare. «Io non volevo questo, io volevo solo poter stare insieme. Non volevo… essere questo! E non volevo che tu avessi paura di me!»
Il suo sguardo era addolorato, ma Azirphale non sembrava arrabbiato o deluso. C’era dolcezza nei suoi occhi e nonostante Crowley gli stesse arrecando dolore, trovò comunque la forza di accarezzargli il viso.
«Non ho paura di te, Crowley», lo rassicurò, mentre la debolezza iniziava a prendere il sopravvento, forse stava prendendo di nuovo il su potere?
«Ora basta», dichiarò Belzebù. «Le buone maniere con lui servono a poco.»
Belle però le si parò davanti, congiungendo le mani.
«Aspetta, ti prego, non ucciderlo!»
Il demone però sbuffò infastidita. Tutta quella pena per lui che l’aveva abbandonata senza troppi problemi.
«Senti, tuo marito ci ha già causati troppi problemi e non penso che..» la guardò. Ma certo, che stupida a non averci pensato prima. Se davvero Tremotino l’amava non avrebbe mai lasciato che le accadesse qualcosa.
«Ti chiedo perdono per quello che sto per fare», dichiarò e poi la afferrò, bloccandola. «Ehi, ex signore oscuro!»
Tremotino sollevò lo sguardo, sgranando gli occhi. Quando Belzebù aveva preso Belle, la quale appariva non poco spaventata nell’aver vicino un demone.
«Belle!» esclamò. «Lasciala stare, lei non ha nulla a che fare con questo!»
Approfittando di quel momento di distrazione, Crowley indietreggiò da Aziraphale, il quale finalmente poté tornare a respirare.
«Crowley?» chiamò. Ma quest’ultimo, furioso, si era fiondato su Tremotino, stringendogli il collo. Poco importava di tutto oramai, era furioso.
«Non avresti dovuto portarmi a fare del male all’amore della mia vita!»
Tremotino sentì solo per qualche istante l’aria mancargli.
«Crowley, lasciami immediatamente!»
Ma l’ex demone stava ora sorridendo.
«Pensi davvero che Belle ti amerà di più, così? Ti sbagli, guarda un po’ me.  Non è questo il potere che ti serve. Io sono il Signore Oscuro e io annullerò lo scambio», sussurrò. Iniziava a sentirsi debole e non capiva perché, forse il suo corpo non era più in grado di sostenere la magia oscura, forse lo stava consumando.
«Non fare…» sussurrò Tremotino, che per la prima volta si ritrovò a provare timore. Per Crowley fu difficile, ma doveva riprendersi il suo potere, il suo vero io. Ad un tratto avvertì male dolore, e le forze vennero meno. Chiuse gli occhi, accasciandosi. E fu il silenzio più totale.

Nota dell'autrice
Povero, povero Crowley, in un modo o nell'altro soffre sempre, ma fortunatamente c'è anche sempre il lieto fine e scopriremo come si evolvono gli eventi nel prossimo e ultimo capitolo, se tutto effettivamente tornerà a posto o meno. Alla prossima settimana :)
 
   
 
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