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Autore: MaryFangirl    29/05/2020    4 recensioni
Il duo City Hunter si trova di fronte a una nuova prova: devono affrontare i loro sentimenti...e se una notte potesse sconvolgere le loro vite...i risvolti sarebbero migliori o peggiori?
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Ryo Saeba, Umibozu/Falco
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Al sorgere del sole, Ryo fu risvegliato da suoni provenienti dal lettino. Gli fece uno strano effetto ritrovarsi nella stessa stanza di Kaori e Hideyuki. Stringendo Kaori un po' di più, adorò la vicinanza che aveva permesso, malgrado la situazione, di avere un sonno benefico. I primi raggi del sole cercavano di infiltrarsi attraverso la tapparella, permettendo allo sweeper di guardare la sua partner addormentata. Dalla sera precedente, continuava a pensare a come Kaori aveva salvato il loro bambino...era sicuro che si fosse comportata in modo coraggioso e intelligente. Lui cos'avrebbe fatto al suo posto? Non lo sapeva, ma una cosa era certa: Kaori aveva una nuova forza interiore che la spingeva ad agire. Era semplicemente l'istinto materno che aveva invaso la sua anima. Durante il sonno, aveva dovuto rassicurarla molte volte a causa di diversi incubi che erano giunti a perseguitarla. Come avrebbe fatto quando sarebbe andata via da lui? Chi l'avrebbe tranquillizzata? Solo il pensiero che un altro uomo un giorno avrebbe potuto assumere quel ruolo lo faceva stare terribilmente male. Ma Ryo Saeba doveva prima di tutto mettere in salvo la sua famiglia. Era così bello pronunciare quella parola così irrealistica nella sua vita. Ma il destino gli aveva permesso di assaggiare per un po' la felicità. Gli sarebbe stato eternamente grato per avergli concesso di incontrare la persona che aveva stravolto la sua vita. A parte Kaori, si trattava di quel bambino dal nome così pieno di significato: Hideyuki.

Dopo un lungo momento di riflessione, di cui approfittò per accarezzare teneramente il corpo della sua partner, decise di alzarsi perché doveva finire il 'lavoro'. Prendendosi tempo per separarsi dolcemente dall'abbraccio di Kaori, lo sweeper si alzò e non poté fare a meno di andare a vedere la sua seconda ragione di vita. Soltanto con un'occhiata, Ryo poté solo sorridere mentre lo fissava. Era bellissimo. In tutta la sua vita, non aveva mai visto un essere tanto perfetto. Tuttavia, la dura realtà della vita riemerse, spingendo l'uomo a uscire da quel sacro antro. Con quanto era accaduto la sera prima, aveva numerose domande e, soprattutto, sapeva di dover agire senza indugio. Sapendo che avevano cercato di metterlo in trappola, ora doveva rispondere con forza con coloro che avevano osato prendersi gioco di lui. Si prese il tempo di fare una doccia mentre pensava a come avrebbe agito in futuro. Analizzando la situazione, si rese conto che erano riusciti anche a captare i movimenti di Falcon e Mick. Era prevedibile perché la faccenda si stava trascinando. In tutta la sua vita di sweeper, non aveva mai creduto che una diceria potesse crescere a tal punto. Ma era così sorprendente? Era lo sweeper numero uno del Giappone. Dopo la doccia, scese perché aveva molte cose da fare. Con i minuti che passavano, una certezza si impose nella sua mente: vendetta. Prima di tutto, avrebbe affermato che era stato lui a uccidere il topo di fogna che si era azzardato a entrare in casa sua...uno dei tanti. Poi avrebbe usato il pugno di ferro per calmare la situazione. Dopo i primi momenti, aveva tentato di usare più o meno le maniere tranquille, rimanendo paziente e vigile, aspettando che la voce morisse da sola. Ma visto che la temperatura non accennava a diminuire, non avrebbe dovuto attendere il dramma che quasi aveva portato via Kaori. Ripensando ai segni sul suo collo, sentì l'odio, il desiderio di uccidere arrivare al galoppo. Si osservò allo specchio e vide i propri tratti indurirsi. Quella sera, avrebbe agito. Non come semplice sweeper...sarebbe stato troppo semplice e inefficiente. Avrebbe indossato la maschera che aveva fatto tanta fatica a rimuovere nel corso degli anni. Ma oggi, l'Angelo della Morte avrebbe colpito di nuovo.

Si apprestava a bere la sua tazza di caffè, seduto vicino alla finestra, ma non appena si era posizionato nel suo punto preferito capì immediatamente che qualcuno lo stava guardando. Dopo aver osservato fuori con attenzione, vide un uomo che aspettava in silenzio a un angolo della strada. I suoi occhi si inasprirono. Un altro...si davano il cambio, era pazzesco. In uno slancio di collera, Ryo uscì rapidamente di casa senza farsi vedere. Lo sconosciuto, che era lì da un po', non si rese conto che lo sweeper lo aveva individuato. Solo quando sentì un'arma puntata discretamente contro la schiena percepì la presenza di Ryo. Quest'ultimo non sopportava più di essere sorvegliato. Disse con voce gelida:

"Ascoltami bene...dì al tuo capo che mi sto davvero innervosendo a vedere le vostre facce da ratti davanti a casa mia...chiaro? Al prossimo che verrà, gli pianterò una pallottola in testa! Adesso basta...non dimenticare cos'ho fatto al tuo compagno ieri sera..."

A sostegno delle sue parole, Ryo appoggiò un po' di più la pistola contro la schiena della spia. Per calmare lo sweeper, l'uomo si limitò ad annuire mentre fu preso dal panico di ritrovarsi faccia a faccia con Saeba. Ma non sapeva che non si trattava solamente di uno sweeper...era l'Angelo della Morte che aveva ripreso la sua funzione.

Allentando la pressione, Ryo lo vide correre via. Se solo avesse saputo che era l'ultimo giorno della sua vita, si disse lo sweeper vedendolo scappare.

Dopo l'episodio della sera prima, non tollerava più che si spiasse ciascuno dei suoi movimenti. A dire il vero, odiava quell'atmosfera malsana, pur sapendo benissimo che i suoi nemici lo stavano stuzzicando nella speranza che facesse un solo passo falso. Tutto ciò doveva finire. Kaori e Hideyuki dovevano riguadagnare la loro libertà. Bisognava mettere un punto a tutta la faccenda. Dopo aver riflettuto, Ryo guardò l'edificio che era diventato una trappola, la quale si sarebbe potuta chiudere in qualsiasi momento sui suoi angeli. Sì, era più che ora che restituisse la libertà a Kaori e a suo figlio. Il proprio dolore non aveva importanza, si sarebbe abituato. Con passo determinato, rientrò in casa con un solo obiettivo: vendicarsi.

Dopo aver trascorso una giornata tranquilla con la sua famiglia, Ryo notava le ore che si defilavano. Sentì la rabbia intensificarsi ad ogni minuto e si preparò mentalmente a ciò che avrebbe fatto quella sera stessa. Non sarebbe stato esaltante, ma avrebbe dato un forte segnale. Avrebbe dovuto farlo fin dall'inizio? Codardo com'era, forse aveva rifiutato quella soluzione per poter approfittare di ancora un po' di tempo con Kaori e Hide. Chiamando uno per uno i suoi informatori, preparò la sua uscita quella sera nei minimi dettagli. A serata cominciata, lo sweeper si preparò, attendendo l'arrivo di Falcon. Nonostante l'aspetto impassibile, era teso. Avrebbe indossato per l'ultima volta la maschera dell'Angelo della Morte. Ma riprendeva quel lato oscuro in modo che la vita potesse proseguire.

Dopo aver indossato la t-shirt, si rimise la fondina, controllando che la pistola fosse ben fissata. Era strano, quel giorno la pistola contro la pelle lo infastidiva e lo bruciava. A volte la odiava, in una crescente incompatibilità. Con qualche esitazione, osò guardarsi nello specchio: il riflesso lo fece rabbrividire. Poteva percepire solo un uomo ferito e senza futuro. I suoi occhi divennero nuovamente bui a ogni minuto che passava perché, malgrado tutto, quella notte avrebbe agito. Lentamente, si mise la giacca per nascondere ciò che faceva di lui uno sweeper stanco. Da anni era l'uomo che rendeva giustizia ai bassifondi di Tokyo. Ma oggi avrebbe agito per se stesso, per la propria vita. Dopo essersi preparato mentalmente, scese in salotto. Nonostante la sua nuova identità, i suoi occhi si intenerirono vedendo Kaori e Hideyuki. Percependo la sua presenza, Kaori si voltò verso Ryo. Vedendolo, capì immediatamente che stava andando a combattere. Il suo cuore, la sua pelle parlavano per lei, lo conosceva talmente bene. Ma il suo aspetto la fece trasalire. Continuò a fissarlo con sguardo pieno di preoccupazione. Da quando era tornata a Shinjuku, gli aveva lasciato piena fiducia. Conosceva il tormento mentale che Ryo viveva ogni giorno e la stanchezza che poteva leggere sul suo viso. Il calvario della notte precedente le aveva fatto capire una cosa importante: lei era, insieme a Hide, la prima causa che avrebbe provocato la morte del grande Ryo Saeba. Per quella ragione che le strappava il cuore, era più che decisa a partire lontano da lui. Vedendolo pronto a uscire, era sicura che quella sera, Ryo avrebbe accelerato la procedura...la fine era vicina. Comprendendosi con una sola occhiata, lo sweeper si avvicinò alla giovane donna. Senza una parola, la strinse a sé, volendo apprezzare il suo calore, il suo profumo, affinché gli dessero maggior coraggio. Sfortunatamente, dovette staccarsi da lei quando suonò il campanello, annunciando l'arrivo di Falcon. Dopo aver scambiato alcune parole, Ryo rivolse uno sguardo a Hideyuki comodamente sistemato tra le braccia di Kaori, per convincersi che era la soluzione migliore. Si allontanò, con passo disinvolto, verso la sua macchina.

La Mini si diresse verso i quartieri caldi di Tokyo.

Avanzando verso il luogo che diversi informatori gli avevano indicato, aveva la necessità di precipitarsi da quei parassiti e affliggere loro ciò che avrebbe dovuto fin dall'inizio per ristabilire la calma. Aveva tentato le maniere buone senza successo. Solo la repressione funzionava con quel genere di individui. Davanti ai corpi delle sue vittime, avrebbe gridato a gran voce che quella diceria era una bugia! Che mai, mai Ryo Saeba aveva avuto un figlio! Che lo lasciassero in pace. A quell'idea, tuttavia, sentì il proprio cuore spezzarsi, affermando che Hideyuki non esisteva. Ma era pronto a uccidere perché tutto ciò si arrestasse. Quella sera, ci sarebbero state delle vite in meno perché quella voce, quella pressione, quel pedinamento avesse fine. Almeno il tempo necessario perché Kaori e Hideyuki potessero andarsene. Poco importava ciò che sarebbe accaduto in seguito. Avrebbe dovuto sapere che niente era facile quando c'era di mezzo Ryo Saeba, che tutti conoscevano. Continuando a marciare tranquillamente, si diresse lentamente verso la tana dei criminali, preparandosi a farli fuori per dimostrare la propria determinazione. Prendendosi tempo per guardare il cielo, chiese perdono a Hideyuki per ciò che si apprestava a fare, ma non aveva scelta.

-Perdonami, Hide.-

Dopo aver fissato il cielo stellato, rivolse lo sguardo sul primo bar malfamato. Sì, il giro dei locali stava per cominciare. Affermando ciò, sorrise. Quella sera non vi si sarebbe recato per piacere. Entrò in quel posto molto speciale in cui tutti i criminali, i capi delle bande e gli ex mercenari dal cupo passato potevano raccogliere e diffondere informazioni di ogni tipo. Al suo ingresso, tutti gli occhi furono su di lui. Notando che l'attenzione generale era focalizzata su di sé, sorrise ironicamente. Molte delle sue vecchie conoscenze ghignavano pensando alla diceria della paternità che gli era stata incollata addosso. D'altro canto, altri lo guardavano con preoccupazione perché percepivano qualcosa di diverso nell'atteggiamento di Ryo Saeba. Solo uno di loro era stato eliminato il giorno prima, era tempo di terminare il lavoro. Senza preavviso, con un gesto molto rapido Ryo sguainò la sua arma e iniziò il lavoro di attenta selezione verso le persone che voleva punire. Fu veloce, netto e preciso. Sparando, Ryo strinse i denti per la rabbia. Stava dettando il ritmo. Dopo la prima visita, lo sweeper se ne andò immediatamente lasciando la clientela sconvolta per aver assistito a un'esecuzione firmata Ryo Saeba. Proseguendo nel suo slancio, ringraziò tutti i suoi informatori che reperivano le persone che voleva abbattere. Concatenando bar e luoghi dalle brutte frequenze, vedeva le macchie di sangue moltiplicarsi sulla sua giacca di sweeper. Lungi dal trarne piacere, aveva voglia di vomitare. Nell'ultimo luogo che visitò, si udì un'esplosione, spari, urla. Uomini e donne uscirono dal bar frettolosamente, e tutto volà in aria. Le finestre si ruppero. Un rumore fracassante si propagò nel locale.

All'interno, solo un uomo rimaneva a guardare i corpi che lo circondavano. L'uomo che, per mostrare a chi avrebbe osato di nuovo mettere in circolo stupide voci ciò che lo attendeva, aveva dovuto indossare la maschera della morte con riluttanza. Guardandosi le mani piene di sangue, Ryo sospirò. Si sentiva stanco. L'odore della morte lo disgustava. Fissando le proprie vittime, Ryo non poté fare a meno di pensare che lo meritassero. Non aveva rimpianti. A causa loro, avrebbe sofferto ancora di più. Effettivamente, se quella voce non fosse esistita, Kaori sarebbe già stata lontana e al sicuro. Certo, lui avrebbe sofferto, ma non tanto quanto avrebbe fatto nel lasciar andare Kaori e suo figlio.

Abbassò l'arma. -Ecco. Se questo non servirà a placare gli ardori, è perché non ho capito come funziona in questo ambiente- si disse. Ma era impossibile che Saeba non conoscesse le regole. Sorrise. Era così. Aveva sempre dovuto uccidere per sopravvivere. Tutto ciò lo avrebbe perseguitato fino alla morte. Tuttavia, non doveva tardare: vista la carneficina che aveva provocato nei diversi punti caldi di Shinjuku, la polizia sarebbe sbarcata. Con passo veloce, scivolò attraverso i vicoli lasciando un luogo costernato e pieno di sangue. Sentiva già la gente che parlava dei massacri appena avvenuti. L'intera comunità ora sapeva cos'avrebbe potuto fare Ryo Saeba se qualcuno avesse osato di nuovo prendersi gioco di lui. Lungi dall'essere il semplice sweeper che proteggeva la vedova e l'orfano, aveva mantenuto il suo lato oscuro. Mano di ferro in un guanto di velluto...aveva rimesso in ordine le cose. Non ne era orgoglioso, ma la cattiveria umana lo aveva costretto. Dopotutto, non era lui il mero riflesso della società attuale? Se gli uomini fossero stati ragionevoli, quelli della sua razza non sarebbero esistiti. Ma era solo un'utopia. Ci sarebbero sempre stati sweeper, persone nell'ombra, che avrebbero dovuto ripulire per alleviare e proteggere la coscienza umana.

L'Angelo della Morte aveva fatto la sua ultima apparizione. Lo aveva promesso a se stesso e soprattutto a Hideyuki.

L'Angelo della Morte era morto quella sera.

Con un gesto veloce, Ryo accelerò in macchina per tornare a casa il più presto possibile. I giorni erano ormai contati. Voleva approfittare ancora un po' della presenza delle sue due ragioni di vita. Mentre guidava, il periodo di convivenza più o meno forzato defilò nella sua mente. L'uscita al centro commerciale per comprare i pannolini, i momenti di intimità con Hideyuki e Kaori...gli istanti in cui aveva potuto tenere Hide tra le braccia. Gli tornò alla mente anche il suo arrivo a Iwaki. Se avesse saputo tutto ciò che sarebbe scaturito dalla sua decisione...

Per una volta, ringraziava il caso rappresentato da Falcon, per averlo spinto ad andarci. Ma ora doveva pensare alla partenza di Kaori. Si trattava ancora di uno o due giorni...

lo sweeper non attese molto prima di ricevere i primi echi della sua azione: l'ambiente era stato scosso. Alcune persone molto importanti avevano perso la vita durante l'assalto. Stupore, rabbia ma anche paura avevano invaso i bassifondi. Poco abituate ad azioni così sanguinose, le diverse gang decisero di rimanere tranquille. L'Angelo della Morte aveva colpito. Giornalisti, ambulanze, poliziotti si precipitarono sui luoghi dei massacri. Increduli di fronte al flusso di violenza, molti non capivano cosa fosse successo.

 

 

Solo una donna che giungeva con passo deciso conosceva la ragione della carneficina. Osservò l'entità dei danni con sguardo neutro e triste. Silenziosamente, si spostò verso ciò che era rimasto dell'ultimo bar che Ryo aveva visitato e si rivolse al suo collega.

"Penso che staranno buoni per un po'..."

Il collega non capì cosa intendesse dire. Di fronte alla sua incomprensione, lei rise ironicamente mostrando i corpi dei rifiuti della società che avevano cercato di prendersi gioco del grande sweeper del Giappone.

"Forza...sbarazzati di tutta questa roba..."

Ryo aveva sradicato a suo modo buona parte della pestilenza che infestava la città. Ma questa volta, aveva agito per il proprio interesse. Aveva preso a pugni la sua città...perché sì, era la SUA città...

Faceva il buono o il cattivo tempo a suo piacimento. Shinjuku si sarebbe svegliata in un diverso contesto.

Aveva agito così che la sua ragione di vita potesse volare via da lì. La calma sarebbe stata temporanea. Lui lo sapeva. Crudeltà, malvagità erano sempre esistite e presto avrebbero ripreso le loro funzioni. Ma solo Ryo Saeba poteva fermare, anche se per poco tempo, la follia umana di Shinjuku.

Passarono alcuni giorni, durante i quali Shinjuku leccò le proprie ferite. Una strana calma aveva invaso la città: una calma così dolce e rara...

Il sole prometteva nuovi giorni lontani dal freddo dell'inverno che stava finendo. Lo sweeper numero uno del Giappone aveva deciso di rimanere a casa. Dopo essere tornato dall'ultimo chiarimento, aveva deciso di rinvigorirsi un po' accanto a chi gli consentiva di vivere. Non volendo cantare vittoria troppo in fretta, non abbassò la guardia durante i giorni di riposo che si era concesso. Dal canto suo, Kaori aveva sentito l'atmosfera cambiare. Non appena era rientrato quella notte, aveva percepito che Ryo aveva terminato la sua missione. Il suo cuore si era serrato sentendo, davanti allo sguardo calmo di Ryo, che la partenza era vicina. Sì, la sua missione era finita. Non sarebbe stato un processo indolore, ne era consapevole. Lasciare Ryo dopo tutto ciò che avevano vissuto sarebbe stato molto difficile per la giovane donna, ma non poteva più tornare indietro. Ne aveva voglia? Ormai doveva pensare a Hideyuki. Essere il figlio di Ryo Saeba era pericoloso. Poteva correre il rischio rimanendo lì?

Saeko aveva preso in mano la fine delle operazioni mentre si occupava della partenza di Kaori. Aveva ottenuto un lasciapassare presso gli affari civili. Nonostante la ritrovata calma, era necessaria una partenza discreta. Forse avrebbero dovuto provarci fin dall'inizio? Saeko scosse il capo. No...perché adesso nessuno avrebbe osato dubitare dell'inesistenza di Hide. La giovane donna si sentì male. Affermare che quel bambino non esisteva doveva essere difficile per Ryo. Ma adesso, lo avrebbero lasciato tranquillo...per qualche tempo.

Così era la vita. Niente era roseo, si disse Saeko dirigendo i suoi pensieri a Hideyuki, il fratello di Kaori. Se n'era andato da così tanto tempo...eppure la sua presenza era rimasta intatta nel suo cuore. Nessuno avrebbe immaginato cosa sarebbe seguito alla sua morte. Dal suo ufficio in commissariato, lei poteva osservare quella particolare città. Sospirò, pensando alla coppia di sweeper. Le loro vite non erano mai state semplici: per fare scelte così dolorose, bisognava essere forti. Kaori stava lasciando Shinjuku per poter crescere la nuova generazione che era emersa. Forse aveva ragione...a volte bisognava agitare le acque per migliorarle.

Rendendosi conto di essere ferma da un po' davanti alla finestra, tornò a sedersi alla sua scrivania per concentrarsi sui suoi fascicoli. Guardando tutte le scartoffie, poté solo ammettere di avere una montagna di cose da fare. Grazie alle relazioni di alto livello di suo padre, aveva ottenuto l'approvazione per un jet privato senza che quest'ultimo le ponesse delle domande. Dopo aver preparato con minuzia la partenza di Kaori, Saeko si occupò anche dello stato civile di Hideyuki. Si apprestava a scrivere quando ripensò alla richiesta espressa da Kaori: stabilire lo stato civile americano di Hideyuki con una specificità. Dapprima esitante, per paura che in qualche tempo qualche malintenzionato avrebbe potuto trovarli, avrebbe voluto rifiutarsi.

Ma percependo lo sguardo implorante di Kaori, non era riuscita a farlo. Kaori aveva sostenuto che, partendo negli Stati Uniti, le piste si sarebbero già rimescolate. Di nazionalità americana, Hideyuki sarebbe stato un comune cittadino degli Stati Uniti. Con mano esitante, iniziò a scrivere. Non poté impedirsi di sorridere e sentire l'emozione vincerla. Impiegando qualche secondo per riprendersi, finì di registrare il nome. Una traccia! Una traccia di Ryo in quei fascicoli, testimoni del suo passaggio sulla Terra attraverso suo figlio Hideyuki! Si commosse e sentì le lacrime salirle agli occhi suo malgrado. Di natura piuttosto fredda, provò a resistere, ma come poteva non essere toccata da un'unione di nomi così simbolici ai suoi occhi?

Guardando il fascicolo con occhi offuscati di lacrime, mormorò piano:

"Hideyuki Saeba"

Trascorse lunghi minuti a leggere e rileggere quel nome, ripensando a Hideyuki Makimura. Le lacrime riapparvero e non le trattenne. Dopo essersi ripresa, chiuse il fascicolo che avrebbe trattato come prioritario.

  
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