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Autore: LilyLunaMandrake    01/06/2020    0 recensioni
Nessuno parla mai di Leanne, neppure zia Rowling le ha mai attribuito un cognome. Io ho cercato di dare un po' di spessore a questo personaggio, immaginandomi cosa sarebbe successo se, una volta adulta, le fosse capitato di tornare indietro nel tempo, all'epoca in cui frequentava Hogwarts, nel bel mezzo di una guerra imminente e spietata. Riuscirà Leanne a cambiare le sorti del mondo magico?
Genere: Azione, Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Leanne, Severus Piton
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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- Questa storia fa parte della serie 'Leanne, anonima Tassorosso'
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2.

Leanne POV

Mi sveglio, e mi pare di non aver riposato affatto. In ufficio è stato faticoso, ieri abbiamo avuto un gran daffare, ad organizzare la fornitura degli aiuti umanitari a certi medimaghi britannici, impegnati in missioni di volontariato all'estero...

E poi... Stavo tornando a casa da lavoro... L'inverno londinese aveva in gran parte offuscato il cielo con le sue caratteristiche nuvole...

Ed ero molto triste per la mia vita.

Sulla Gazzetta del Profeta, nella sezione dei gossip, avevo notato un articolo sul nuovo ristorante del mio ex-marito, e ripensare a tutti gli insuccessi della mia vita è stato inevitabile... Se solo avessi potuto tornare indietro... Sarebbe stato bello ricominciare tutto...

E poi, quel bagliore nel cielo, quasi invisibile... Sembrava di sognare... Neppure mi ricordo di essere tornata a casa...

Ad ogni modo, il dovere mi chiama e apro gli occhi, ma non credo a ciò che vedo. Non mi trovo a casa mia, nel mio vuoto e triste letto matrimoniale, ma nel letto col baldacchino decorato coi colori di Tassorosso, nella camerata che occupavo a Hogwarts. I sogni a volte sembrano così realistici, e mi tocca constatare che questo è il più tenace che abbia mai fatto, il pizzicotto fortissimo che mi sono appena tirata lo dimostra.

Il piccolo calendario sul mio comodino indica il mese di gennaio 1998. Si, certo, frequentavo l'ultimo anno a Hogwarts all'epoca, ma sono passati vent'anni da allora.

Poltrire a letto non mi aiuterà a decifrare questo enigma!

Mi alzo, e guardandomi devo ammettere che ho il seno più sodo e i fianchi più stretti. Vado allora nel bagno della camerata e il mio volto allo specchio è quello di quando ero ragazza. Nessuna traccia del tempo, dei dispiaceri, delle conquiste come delle perdite. Esco dal bagno e vedo la cara Hannah Abbott, giovane e bellissima, borbottare mentre si calza le sue scarpe. Lei e Neville sono una coppia meravigliosa. Per Merlino, erano splendidi il giorno del loro matrimonio. Vederla così giovane mi riempie il cuore di tenerezza.

“Sei ancora in pigiama? Sbrigati, lo sai che dobbiamo essere sempre tutti puntuali in Sala Grande anche per la colazione, o verremo puniti!”

Sala Grande? Puniti? Chi era preside nel 1998?

Un tuffo al cuore.

Piton. Il preside era Piton.

Silente è già morto...

Sarà pure un sogno, ma è sempre meglio fare buon viso a cattivo gioco, ecco cosa mi ha insegnato la vita. Mentre mi preparo e indosso la mia divisa scolastica, che trovo piegata con decoro al bordo del mio letto, ripenso al mio ultimo anno di scuola.

Nessuno di noi è uscito illeso da quell'anno scolastico, nello spirito e nel corpo. Nessun ragazzino dovrebbe essere forzato a cruciare gli studenti in punizione, come ci obbligavano a fare durante le lezioni di Arti Oscure. E chi si rifiutava, finiva in punizione. In una scala da 1 a 10, avremo odiato Piton almeno 3.000. Da docente era antipatico, scorbutico e cinico, e favoriva largamente i Serpeverde. Sempre quel sorriso sardonico impresso su quella faccia pallida. Da preside lo detestavamo per tutto ciò che ci aveva fatto passare, assumendo i due Carrow come insegnanti. La scelta di inserire due noti Mangiamorte nel corpo docenti doveva assicurare a Voldemort la possibilità di formare nuove leve adatte al lavoro sporco. Contrariare il Signore Oscuro determinava la morte. E Piton non voleva morire, ovviamente.

 

Col senno di poi, fummo tutti dispiaciuti di apprendere come stessero effettivamente le cose: Potter aveva diffuso i ricordi di Piton, e tutto aveva assunto un senso, erano come tanti pezzi di un mosaico terribile, tenuti insieme per il bene superiore.
 

   
 
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