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Autore: Elena 1990    02/06/2020    0 recensioni
L'immortalità è un dono e una maledizione. Shadow e Knuckles lo sanno meglio di chiunque altro, e benchè la vivano in modo diverso, essa li ha uniti come non avrebbero mai immaginato.
In un futuro lontano e con una nuova minaccia alle porte, difenderanno il loro mondo. Devono. Lo hanno promesso.
Ma quanto vale una promessa vecchia un millennio?
E soprattutto, ciò che li attende è davvero un nemico come tanti?
Genere: Avventura, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Knuckles the Echidna, OC, Shadow the Hedgehog, Silver the Hedgehog
Note: Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Capitolo 16: Contrasti

Angel Island riposava sulla costa, mentre una lunga fila di persone, umani e mobian, si spostava lentamente dalla città alle sue sponde. Shadow e Silver insieme ad alcuni umani in tuta mimetica coordinavano le operazioni di imbarco e conducevano la gente a Marble Garden, dove avrebbero allestito il campo.
Knuckles li osservò da lontano, nascosto nella vegetazione fitta. C' erano persone comuni, cittadini innocenti e dall'aria spaesata ma anche soldati con le loro armi, alte cariche e, soprattutto, scienziati.
Li riconobbe dal camice bianco. Li odiava. Già giravano lì intorno, con i loro strumenti in mano, a meravigliarsi di chissà cosa e scattare foto a tutto ciò che trovavano.
Si avvicinò un po', sfruttando il fogliame, quanto bastava per captare le loro conversazioni.
- Hai visto i numeri?
- Sì. Non avevamo mai registrato livelli di radiazione così alti.
- Guarda questa pianta. Dovrebbe essere estinta!
- Dimentica la pianta, queste sono vere rovine echidna!
- Riesci a tradurre i geroglifici?
- Non ancora.
Knuckles si ritirò nel folto della vegetazione, lasciando gli umani ai loro affari e tornando al santuario del Master Emerald per prepararsi a sollevare l'isola al segnale di Silver.

L'attuale comandante GUN era peggio di quello che ricordava Shadow. Lo sentiva, nel suo modo di muoversi, nel suo dare ordini. Era un uomo borioso, fiero del suo rango. Il genere di persona che amava comandare ma non era altrettanto propenso a ricevere ordini.
Il genere di persona che portava un sacco di problemi.
- Agente Lifeform.
Shadow si voltò. - Sono in pensione da un pezzo.
- Sei appena stato richiamato in servizio. Abbiamo bisogno di te per difendere il campo da eventuali minacce. Sei con noi?
Shadow incrociò le braccia. - Se si tratta di difendere dei civili, vi aiuterò. Ma non vedo quali minacce possano raggiungerci a miglia di altezza.
Il Comandante lo guardò dall'alto in basso. - Mi hanno insegnato due cose durante l'addestramento, Lifeform. Una è non sottovalutare il tuo nemico, l'altra è essere sempre pronti. - disse. - Non so di cosa sono capaci quei golem, ma so che niente li ha fermati finora, quindi, semmai riusciranno ad arrivare quassù, troveranno un cazzo di avamposto bene armato, fra loro e i civili.
Aveva senso, dopotutto. Shadow si limitò ad annuire.
Lo seguì, osservandolo coordinare le operazioni per erigere l'avamposto mentre le forze militari cittadine allestivano il campo per i civili e distribuivano coperte e viveri.
La prima città in cui umani e mobian vivevano in pace aveva un suo esercito regolare, composto da entrambe le razze.
GUN invece, era qualcosa di diverso.
Era in un certo senso, l'occhio del mondo umano sulla città, come una volta lo era sul mondo Mobian. Un corpo speciale creato con il solo scopo di supervisionare i rapporti tra le due razze ed assicurarsi che fossero sempre a beneficio della società umana.
Per questo, una volta saputo che uno scienziato umano stava lavorando ad un'arma in una colonia segreta nello spazio, non avevano mosso un dito, ma una volta scoperto che l'arma era una forma di vita mobian, li avevano ammazzati tutti. Erano andati nello spazio, erano entrati nell'Ark e avevano ucciso tutti a sangue freddo.
Anche una ragazzina innocente.
Il Comandante parlava alla sua radio. - L'avamposto e il campo verranno ultimati entro la mezzanotte. Voglio una squadra di ricognitori scelti per esplorare l'area intorno al perimetro.
Shadow sgranò gli occhi. - Comandante, non è una buona idea. Il guardiano ha detto di non uscire da Marble Garden.
- E io ho delle persone da tenere al sicuro. Non so cosa si nasconde in quei boschi, e di certo un roditore selvaggio non mi impedirà di scoprirlo.
Shadow si morse il labbro.
- Tranquillo Lifeform. Quelli del dipartimento scientifico-naturalistico mi hanno fatto un lungo discorso: se ci attacca, useremo i tranquillanti, il roditore si farà una dormita e sarà come nuovo la mattina dopo.
- Non è una creatura ostile, ma potrebbe diventarlo se trasgredite le sue regole. L'isola è casa sua.
- Come ho detto, non prendo ordini da un eremita selvaggio. - accese la radio e parlò – Squadra ricognitori B, controllare il perimetro. Squadra C, perlustrate l'area in cerca di minacce. Non superate i cento metri di distanza dal perimetro.
Shadow scosse la testa mentre le due squadre si dirigevano verso i totem di teschi e ossa tinti di ocra rossa, che Knuckles aveva piazzato per delineare il confine.


Il comandante passeggiava nervoso alla luce del tramonto: la squadra C si era allontanata ore prima e non aveva fatto ritorno. Aveva mandato un paio di droni, che avevano trovato un cadavere dentro ad una buca piena di punte, una trappola. Non avevano trasmesso altro, qualcosa li aveva abbattuti. E non erano droni qualunque. Erano dotati di scanner termici e una coppia di mitragliette.
- Soldato – chiamò.
Si avvicinò un ragazzo giovane, che sbarbato dimostrava ancor meno dei suoi anni. - A rapporto, signore.
- Segui Lifeform e l'albino quando lasceranno l'accampamento, fra un paio d'ore. Voglio più informazioni possibili su questo Guardiano. Portami un'immagine e avrai una promozione. Puoi andare.
- Sissignore!

Shadow e Silver raggiunsero l'altare del Master Emerald, dove Knuckles li attendeva sugli scalini, insieme ad Alexi che si esercitava con l' hoverboard lì vicino.
L'echidna indossava una veste in cuoio con un mantello di rampicanti e fogliame e un copricapo di foglie con una maschera di legno. Shadow sapeva perfettamente a cosa serviva: il guardiano lo usava per dare la caccia agli intrusi sull'isola senza essere visto, ed era dannatamente bravo a farlo. Le leggende parlavano del guardiano come una creatura ostile e pericolosa e a Knuckles piaceva alimentare quell'idea, per tenere lontana la maggior parte degli avventurieri.
Shadow posò lo sguardo sulla lancia che Knuckles teneva in mano, con la lama macchiata di sangue secco.
Nel bosco si erano accorti di un giovane soldato intento a seguirli. Shadow era grato di averlo scoperto per primo e sperava di averlo spaventato abbastanza.
Ciò che non sapeva, era che il soldato aveva ignorato il suo avvertimento e ora osservava i tre mobian nascosto fra i cespugli al limite del bosco.
- Knuckles, è tutto pronto, puoi sollevare l' isola.
Knuckles non rispose, si limitò ad abbassare la maschera sul volto e a chiedere silenzio portandosi l' indice alle labbra.
Merda
Shadow non voleva che altri umani morissero – Knuckles aspetta, forse sono solo dei ragazzini. - sussurrò.
- Questo non lo è. É da solo, e ci spia. - poi senza preavviso, scagliò la lancia nel fogliame.
L'asta passò a pochi millimetri dalla testa del soldato, conficcandosi nel tronco di un albero robusto, trapassandolo e uscendo per metà della sua lunghezza.
- La prossima non sarà un avvertimento. - urlò Knuckles ai cespugli. Sperava che chiunque fosse avesse un minimo di cervello: non voleva davvero uccidere qualcuno davanti ad Alexi o a Silver. - Vattene.
Seguì qualche attimo di silenzio, poi udirono un fruscio tra i cespugli, che andò via via scemando, allontanandosi.
Knuckles andò verso i cespugli e recuperò la lancia senza sforzo.
- Era davvero necessario? - chiese Silver.
L'echidna annuì, sollevando la maschera. - Non voglio che si facciano audaci, o troveranno il Master Emerald. - sentì un tonfo e si voltò verso il procione – Non guardare i tuoi piedi, guarda davanti a te!
Shadow sorrise. L'echidna stava finalmente insegnando ad Alexi come usare l'hoverboard.
Knuckles salì le scale e si piazzò davanti allo smeraldo chiudendo gli occhi e sollevando le braccia. Shadow e Silver rimasero in silenzio mentre comandava all'isola di sollevarsi. Quando tornò da loro, scendendo le scale, aveva l'aria stanca. - Ho impostato un'altitudine sopportabile per gli umani, un po' più bassa di quella a cui eravamo con i ragazzi. Fatemi sapere se qualcuno ne soffre e abbasserò l'isola ancora un po'.
Silver sorrise – Grazie ancora. So quanto è difficile per te.
Knuckles ricambiò il sorriso. - Cercherò di trattarli bene, così continuerà ad esserci la pace. Assicuratevi solo che rispettino i confini.
- Il Comandante non è molto propenso a farlo. - disse Shadow.
- Se non lo farà, i suoi uomini moriranno. E mi assicurerò di mandare un chiaro messaggio in proposito.
- Non ascolterà. Ne ho visti di tipi come lui. - replicò il riccio scuro.
- Knuckles per favore – s'intromise Silver – Cerchiamo di evitare la violenza, finchè si può.
- Cinque dei suoi sono morti oggi, e due delle sue macchine sono distrutte. Avevo avvertito te, e tu li hai avvisati. Conoscevano le conseguenze. E spero solo che non ricapiti. Non provo piacere nel prendere misure drastiche, Silver, ma sono solo a guardia dell'isola: se vengo meno alle mie promesse si sentiranno liberi di fare ciò che vogliono.
- GUN ha chiesto il mio aiuto nella difesa dell'avamposto. - disse Shadow. - Posso fare da tramite affinchè voi due comunichiate.
Knuckles incrociò le braccia e riflettè, guardando Alexi. - Allora puoi dire al Comandante così: Non provo piacere nell'uccidere i suoi uomini. Se vuole vedere cosa c'è oltre il bosco, che tiri fuori le palle e venga lui stesso. - fece una pausa. - Ma non dirglielo subito. Diglielo domani all'alba, quan- per l'ultima volta ragazzo! Non guardare i tuoi piedi!
Alexi si rialzò da terra e montò di nuovo sulla tavola. Shadow invece, sospirò. – Knuckles, ora che è tutto fatto, vuoi spiegarci perchè i golem non si sono fermati?
L' echidna annuì, sedendosi sugli scalini del santuario. - Come ho detto, c'è un solo ordine che può scavalcare l'autorità di un guardiano, ed è l'ordine di protezione di una vita. Ma in tal caso, non avrebbe alcun senso.
– Perchè? - chiese Silver.
– L'ordine è attivo finchè la persona che va difesa è ancora in vita. Nel momento in cui questa viene a mancare, l'ordine decade.
– Capisco. – fece Shadow. – é strano.
– Lo è. – replicò Knuckles.
– Hai dato uno sguardo al libro di Silver?
– Non ancora. Questa situazione mi tiene impegnato.
– Knuckles è importante. – disse Silver.
– Lo è anche Angel Island e la sicurezza del Master Emerald. Prometto che guarderò il libro non appena sarà tutto tranquillo.

Lontano da loro, sul sentiero che portava a Marble Garden, il giovane soldato avanzava senza staccare gli occhi dal suo telefono, e dalla foto di Shadow, Silver, il Guardiano e dell'enorme smeraldo, che era riuscito a scattare.
  
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