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Autore: lmpaoli94    03/06/2020    1 recensioni
Paperon De Peperoni, costruendo la sua fortuna con azzeccati investimenti e sulle sue influenze mondiali, trascorre gli anni della sua vita nel meraviglioso castello di Schwerin in Germania.
Nella sua grandissima dimora ha tutto quello che può desiderare: degli ottimi nipoti e una consolidata salute che non lo mette in pericolo dinanzi a niente.
Ma il suo passato sta per tornare a bussare alla sua porta e la sua fortunata ricchezza sta per essere messa a dura prova a causa di alcuni individui della sua famiglia e non che faranno di tutto per impossessarsene e togliere di mezzo il papero più ricco del mondo.
Genere: Avventura, Drammatico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Appena spuntata l’alba, Paperoga e Paperone si ritrovarono dinanzi all’ufficio del professore Pico De Paperis.
Quel giorno di metà primavera poteva essere l’inizio della loro rivalsa.
< Professor De Paperis, posso parlarle un attimo? >
< Certo, Paperoga. Entra pure. >
< Ho con me un parente del mio amico Paperino. Si ricorda di paperino? >
< Certo che mi ricordo. Il papero nipote di Paperone. Fai entrare pure il tuo amico. >
Ma Quando De Paperis vide che si trattava di paperone in persona, la sua sorpresa divenne palese.
< Come? Hai portato Paperon De Paperoni? Il papero più ricco del mondo nel mio ufficio? Che gradita sorpresa! >
< Professore, purtroppo non abbiamo molto tempo. Dobbiamo subito recapitare questa lettera a Dover, dove la famiglia di Paperino deve sapere per raggiungerci verso Carcassonne. Lei ci potrebbe aiutare? >
< Non saprei come, ragazzo. >
< Professore, non ha con sé una sorta di invenzione per la spedizione di lettere? >
< No, Signor Paperone… Scusate se sono indiscreto, ma perché dovreste andare a Carcassonne? >
< Lì si riuniranno tra qualche giorno tutti i miei nemici. Ed è per questo che ho bisogno di fedeli alleati. >
< Ora capisco… Forse non vi potrò aiutare con la lettera, ma credo di avere qualcosa che fa al caso vostro. >
Seguendo il professor De Paperis, Paperoga e Paperone poterono vedere che il genio della tecnologia aveva un laboratorio segreto.
< Sono molti anni che sto dietro a queste creature e credo finalmente che un esercito robot farà al caso vostro. Guardate attentamente cosa riescono a fare. >
Mediante alcuni comandi, i robot inventati da Pico De Paperis ubbidivano ad ogni singolo movimento.
< E volete sapere quale è la cosa più importante? È che sono indistruttibile. Cari amici miei, voi non avete bisogno dell’aiuto della famiglia, ma di robot che possono proteggervi e farvi vincere la vostra battaglia una volta per tutte. >
< In realtà sarebbe molto meglio del piano che abbiamo pensato > fece Paperoga < Tu cosa ne pensi, Paperone? >
< Idea sublime, non c’è che dire. Ma come faremo a portarceli dietro. >
< Per vostra grande fortuna, questi robot possono anche trasformarsi in piccoli aerei. Vedrete che grande sorpresa sarà per i vostri nemici quando vi vedranno arrivare. >
< Davvero? E come si trasformeranno? >
< Basterà seguire questo semplice manuale d’istruzione. Ecco qua > rispose il professore porgendo a Paperoga un volume alquanto pesante.
< Non badate alla grandezza del libro. Questi robot sono talmente efficenti che vi stupiranno in qualunque occasione. >
< Ci pensi, paperone? Grazie all’aiuto del professore, potremmo anche riprenderci Schwerin. >
< Ogni cosa a suo tempo, Paperoga. Prima dobbiamo pensar ai nostri nemici… Ora che ho saputo che la mia famiglia è al sicuro, niente e nessuno mi potrà fermare… Professor De Paperis, grazie mille per il suo aiuto. Non so come avremmo fatto senza di lei. >
< Nessun problema. Sono sempre molto felice di aiutare i paperi in difficoltà. >
 
 
Nel mentre Paperoga e Paperone stavano volando per raggiungere Carcassonne, il povero Jet McQuack doveva assorbirsi tutta la crudeltà di Cuordipietra Faredoro e di Gastone Paperone mediante le loro cruente torture.
< Lasciami andare! Vi prego! >
< Così impari ad essere il sorvegliante del nostro peggior nemico > aveva detto Faredoro < E’ solo questione di tempo e presto diventerò il principale proprietario di tutti i beni di paperoni. >
< Volevi dire diventeremo > lo corresse Gastone.
< Sì, può darsi… E poi tu sei già abbastanza ricco. >
< Ma cosa dici? Paperone non mi ha mai fatto toccare niente del suo patrimonio. Solo sorvegliarlo. >
< Comunque sono convinto che ti basta solo il denaro per vivere una vita dignitosa insieme a Doretta Doremì nel suo castello a Torino. >
< Sì, forse è vero. Ma prima dovremmo sposarci. >
< Avrai i soldi necessari per fare anche questo. >
< Già, non vedo l’ora… Faredoro mi annoia molto rimanere ui al buoi tetro delle tue segrete per torturare il sorvegliante di Paperone. No si potrebbe fare qualcosa di più divertente? >
< Certo. Torturare gli altri contadini. Dirò alla guardia di portarli al nostro cospetto. >
< Non senza di me. Ho bisogno di una boccata d’aria. >
< Va bene, fai pure. >
Ma prima che Gastone potesse lasciare da solo Faredoro, una guardia reale che controllava del mura del castello gli diede una notizia inaspettata.
< Mio Signore, Doretta Doremì e le sorelle di paperone sono qui al castello. >
< Davvero? Magnifico! > esclamò Gastone al settimo cielo.
< Sì. Forse vogliono dirci personalmente che Paperone non è più un problema. Andiamo, Gastone. >
Ma quando tutti si ritrovarono nella sala del trono, Faredoro capì che c’era qualcosa che non andava.
< Ebbene? Che cosa sono quei becchi lunghi? Spero che siate portatori di buone notizie. >
< Mia amata Doretta. Sono davvero contento di rivederti > fece Gastone baciando la sua amata.
< Risparmia le smancerie per dopo Gastone. Le tre signore devono darci i risultati che attendiamo da tanti anni. Allora? Cosa mi dite di Paperone? L’avete fatto fuori come avevamo concordato? >
< Avanti Doretta, sta a te parlare > fece Matilda.
< Già. Non aspettare troppo. Se siamo qui è per ricevere il benestare e la protezione da Faredoro. >
< Quale protezione? Cosa state dicendo? Parlate! >
< Ecco Cuordipietra, purtroppo il nostro papero è riuscito a fuggire. >
< Come, scusa? ve lo siete fatto sfuggire da sotto il becco? >
< E’ stata Doretta > disse frettolosamente Matilda < E’ lei che si è fatta scoprire impunemente. Proprio prima di accoltellarlo. >
< Doretta, è vero quello che sta dicendo… >
< Sì, è tutto vero! > gridò Doretta esasperata < Ancora non riesco a capire come sia stato possibile, ma è la verità. >
< Quindi il nostro papero ha scoperto tutto > mormorò Cuordipietra toccandosi il mento < Oppure tu non l’hai voluto uccidere perché ne sei profondamente innamorata. >
< No, certo che no… >
< Vedi di non mentirmi! La mia pazienza si sta esaurendo molto velocemente. >
< Giuro su quello che ho di più caro al mondo che non è come hai detto tu. >
< Va bene, facciamo che sia vero… Che cosa potremmo fare in questo frangente? >
< Abbiamo il timore che Paperone non si trovi più nel capoluogo piemontese e che stia tornando verso Schwerin per riprendersi tutto. >
< Sarebbe un vero sciocco pensando di riuscire a sconfiggere Amelia e le sue arti magiche… Dobbiamo trovarlo anche in capo al mondo. Non attenderò oltre il dovuto… Non deve tornare all’attacco. >
< Ebbene caro Faredoro, purtroppo per te sono già qui. >
Sentendo la voce dirompente di Paperone, Faredoro e i suoi alleati si voltarono piano piano.
Vedendo il loro acerrimo nemico protetto da una schiera di soldati dall’aspetto robotico, la loro resa era solo questione di tempo.
< Ti conviene arrenderti, Faredoro. Io e i miei soldati robotici abbiamo circondato tutto il castello. >
< No. non è possibile… >
< Guarda tu stesso dalla finestra. >
Vedendo che le guardie di Carcassonne non potevano fare niente contro la loro forza, la loro resa fu inevitabile.
< E c’è dell’altro > mormorò ancora il papero < Ho scoperto che tenete il mio capo – sorvegliante nelle segrete. Ebbene anche quei poveri contadini che mi hanno aiutato nel momento del bisogno torneranno in libertà e saranno loro i nuovi padroni di Carcassonne. >
Non avendo nessun mezzo per controbattere, Faredoro squadrò malamente i suoi alleati facendogli capire che era finita.
< Bravo Paperone, i miei complimenti… Stavolta mi hai sorpreso con il tuo arrivo. Vedo che le tue risorse sono talmente infinite da sbalordire chiunque… Ebbene, non credevo di dirlo mai, ma mi arrendo al tuo volere. >
< Faredoro, non possiamo… >
< Zitto Gastone e inginocchiati al vincitore. È inutile continuare una gurra che avremmo perso tutti insieme. >
Non credendo a quello che stava vedendo, paperone lì punì esiliandoli in un’isola deserta dove non avrebbero mai fatto ritorno.
< Paperone… >
Sentendo la voce di Doretta, Paperone cercò di non distrarsi.
< Hai firmato la tua condanna, Doretta. Io non posso fare niente. >
< Ricordati però che sarai sempre nel mio cuore. >
< E tu non farai mai più parte di esso > rispose Paperone sprezzante di rabbia < Via! Portateli via! >
Ma quando il papero più ricco del mondo vide che i suoi prigionieri si erano riversati nella sala del trono del castello per ringraziarlo, vide che Jet era in condizioni molto critiche.
< Ha bisogno subito di un medico, paperoga. >
< Tranquillo. So quello che devo fare. >
< Purtroppo non posso rimanere qui più del dovuto. Devo tornare a Schwerin per riprendere i miei possedimenti e sconfiggere Amelia. >
< Vai pure. Io e Jet ce la caveremo comunque. >
< Paperone… >
< Dimmi, Jet. >
< Sono contento di rivederla, Signore. Lei è meglio di un gatto a nove vite. È inossidabile. >
< Jet, mi dispiace averti trattato male. Avrei dovuto ascoltarti. >
< Lascia stare. Ormai è acqua passata. Cerchi di vincere la sua guerra. Lo faccia per la sua famiglia. >
< Non ti preoccupare, Jet. È quello che farò. >
< Paperone? >
< Cosa c’è, Paperoga? >
< Visto che dovrai batterti contro una strega, questa specie di pozione che ho prepòarato insieme al mio professore di scienze sarà più utile a te. annullerà i poteri della tua nemica rendendola inofensiva. >
< Sei grande, Paperoga. Grazie a te hai salvato me e la mia famiglia. >
< Spero di rivederrci nle tuo castello per brindare alla vittoria. >
< Fidati. Sarà così. >
 
 
Anch’essi con un esercito al loro seguito, Paperino e la sua famiglia erano tornati dinanzi alle mura di Schwerin in cerca di una vendetta.
< Paperina, credi che i tuoi uomini… >
< Almeno non saremo da soli, Paperino. Questa è la tua casa e devi riprendertela con la forza. >
< Sì, hai ragione. >
Richiamando a gran voce la strega Amelia, Paperino si sentiva stranamente coraggioso.
< Chi entra nel mio dominio? >
< Io, Amelia. Sono venuto a riprendere quello che hai sottratto alla mia famiglia e non me ne andrò mai senza combattere. >
< Povero sciocco. Credi davvero che un piccolo esercito riuscirà a fermare le mie arti oscure? Avrete tutti un brusco risveglio… Peccato che la mareggiata della Manica non vi abbia fermati, ma alla fine sarò io a vincere. >
< Questo è tutto da vedere. >
Vedendo dinanzi ai suoi occhi sorpresi paperone, Amelia si stava chiedendo come avesse fatto ad entrare.
< Sono o non sono il padrone di questo castello? Conosco tutti i passaggi segreti del caso. Passaggi che mi hanno portato a te, Amelia. >
< E con ciò? Non tiserviranno a nulla. Come tuo nipote, anche tu hai firmato la tua condanna a morte. >
< Lo vedremo. >
Schivando tutti i suoi colpi mortali, Paperone riuscì a far ingerire la pozione datagli da Paperoga per annullare i suoi effetti magici.
< Non è possibile. Mi sento molto stanca… >

< No! non doveva finire così! >
< Guardie, portatela via > ordinò Paperino appena si ritrovò con suo zio.
Appena l’ultima loro minaccia fu definitivamente sconfitta, poterono dare inizio alle loro feste che si sarebbero propagate per molti giorni riunendo la famiglia più ricca del mondo e consolidando il loro potere e la loro bontà, ponendo fine per sempre all’intrigo internazionale dei suoi acerrimi nemici.
   
 
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