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Autore: padme83    03/06/2020    9 recensioni
Raccolta di flash!AU
Prompt #1: TriWizard Tournament/Hunger Games!AU
Prompt #2: Pride and Prejudice!AU
Prompt #3: Flower shop and Tattoo Parlor!AU
Prompt #4: Romeo and Juliet!AU
Prompt #5: Vampire and Lycan!AU
Prompt #6: Star Wars!AU
Prompt #7: College!AU
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Albus Silente, Gellert Grindelwald
Note: AU, Lime, Soulmate!AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'We were closer than brothers'
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te, che hai ballato fino all’ultimo respiro.
 
 
 
Prompt #2Pride and Prejudice!AU;
grazie a Shilyss <3
Nota esplicativa in fondo}
 
 
 
 
 
 
Non posso fissare né l'ora né il posto, o lo sguardo
o le parole che furono il principio del mio amore...
Ero già innamorato prima di accorgermene.
(Jane Austen – Orgoglio e Pregiudizio)
 
 
 
 
 
 
~ A un ricevimento di questa sorta ~
 
 
 
 
 
 
 
Dance me very tenderly
and dance me very long.
We're both of us beneath our love,
we're both of us above.
Dance me to the end of love
dance me to the end of love.”
 
 
 
 
 
 
Hartfordshire, ottobre 1813

 
Che incomprensibile perdita di tempo.
Ancora non ti capaciti di come zia Bathilda sia riuscita a trascinarti in una simile, inutile, sconclusionata incursione nella vita sociale di Godric’s Hollow.
La sala delle feste – situata al piano superiore dell’unica locanda che la minuscola cittadina possa vantare – è gremita al limite del consentito e la musica, per quanto briosa, viene eseguita con una tale mancanza di gusto da procurarti nient’altro che un terribile mal di testa.
Non conosci nessuno dei presenti, eccezion fatta per i Dumbledore (né, del resto, avverti il pressante desiderio di colmare questa tua imperdonabile lacuna), e, dovunque ti volti, ti sembra di cogliere sguardi occupati esclusivamente a studiarti, soppesarti e valutarti fino all’ultima ghinea.
Ti sistemi al riparo di una parete, quasi ti nascondi nell'ombra, cercando di tenerti il più lontano possibile dal tavolo dei rinfreschi e dai piccoli assembramenti di anziane matrone e signorotti rubizzi. Sul viso ostenti una maschera di freddo disprezzo, accompagnata da una posa di algida indifferenza in grado di scoraggiare chiunque dall’attaccare discorso.
Chiunque, certo.
Chiunque tranne lui, se soltanto si degnasse di avvicinarsi!
Per un attimo ti lasci cullare dall’idea di seguire l’istinto – piombare come una furia sulla pista da ballo, rompere qualsiasi etichetta, rivendicare il suo possesso e portarlo via da lì. Con la forza, se necessario. Provocare uno scandalo inimmaginabile e offrire una buona volta a quell’orda di rozzi campagnoli qualcosa di veramente succulento su cui spettegolare.
Albus balla come se avesse le ali ai piedi, sfoggiando la grazia e l'eleganza di un gabbiano che volteggia libero sopra la corrente turbinosa dell’oceano. Non c’è ragazza all'interno della sala che non spasimi per ricevere un suo invito.
Adesso basta.
Stai per andartene quando la musica, d’improvviso, si ferma: i ballerini si esibiscono nella giravolta che conclude la danza e tu finalmente (finalmente!) ti ritrovi incatenato ai suoi splendidi occhi. Un guizzo divertito ne attraversa le iridi azzurre, rese più scintillanti che mai dalla foga del ballo e dalla luce vivida dei candelabri.
«Suvvia, Grindelwald, non hai proprio la minima intenzione di danzare stasera?»
Ti trattieni a stento dal prenderlo a male parole.
«Assolutamente no, lo sai che detesto ballare. A un ricevimento di questa sorta, poi» puntualizzi, sollevando il mento con fare sprezzante «mi sarebbe insopportabile. Tua sorella è troppo giovane, e tra le altre donne presenti non ce n’è una la cui compagnia per me non sarebbe un tremendo castigo».
«Per tutto l’oro del mondo non vorrei essere schizzinoso come te!» esclama lui, senza smettere un istante di sogghignare e di fissarti affascinato, neanche fossi chissà quale specie di bizzarra creatura. «Mi vuoi far credere che qui non c’è nessuna ragazza abbastanza bella da tentarti?»[1]
«A me pare, invece, che non ci sia una sola ragazza dalla quale tu non sia tentato».
Albus inarca un sopracciglio e contrae le spalle, sinceramente stupito – ma le sue labbra, dannazione, continuano a sorridere.
È forse un sole, un sole abbagliante, quello che ora vedi nascere sul suo bel volto?
Qualche secondo – un respiro sospeso, un palpito di cuore – e ogni cosa attorno a voi si annulla. Un silenzio incantato vi avvolge – andiamo via, andiamo via, ti prego –, la realtà si cristallizza e un’agonia struggente, dolcissima, ti pervade e infiamma il corpo, mentre assecondi il lento movimento della sua mano, intenta a scostare alcune ciocche di capelli dalla tua fronte e a sistemarle con cura dietro l’orecchio.
«Dubiti di me, bredhu?»
La sua voce è a malapena un sussurro, così lieve che non sei nemmeno sicuro di averla udita davvero.
Mai... Mai.
Mio amore, mio cielo, mio tutto.
Non ne dubito mai.
L’orchestra riprende a suonare. Albus si gira bruscamente e si allontana da te a passi decisi, tu ti allisci la giacca e ti avvii svelto verso il guardaroba, la bocca asciutta, la mente vuota, smarrita, annebbiata.
Non ci sono parole, non ci sono pensieri.
Rimane lui – solo lui, sempre lui! Nella carne nel sangue nelle ossa –, il suo profumo sfuggente e quel tocco leggero – feroce, proibito – che ancora senti bruciare sulla pelle.
 
 
 
 
 
 
 
“Dance me to your beauty
with a burning violin.
Dance me through the panic
till I'm gathered safely in.
Touch me with your naked hand
or touch me with your glove.
Dance me to the end of love
dance me to the end of love
dance me to the end of love.”
 



 
 
 
{Words Count: 672 – altro che drabble, di questo passo la terminerò l’anno prossimo questa raccolta}
 
 



 
[1] Il dialogo “iconico” tra Bingley e Darcy è ripreso, con gli accorgimenti resi necessari dalla storia, da Orgoglio e Pregiudizio, di Jane Austen (lo so che non ci sarebbe bisogno di specificarlo, ma non si sa mai), e da Per orgoglio e per amore, un romanzo di Fitzwilliam Darcy, gentiluomo, di Pamela Aidan (da cui ho tratto anche il titolo del capitolo); Albus e Gellert già si conoscono, quindi non si danno del voi, ma in presenza d’altri si chiamano per cognome; l’AU in questo caso è without magic, quindi, a parte l’accenno a Godric’s Hollow (che ho arbitrariamente collocato nell’Hartfordshire, dove si trovano Meryton, Netherfield e la casa dei Bennet), non dovete immaginare bacchette nascoste nei panciotti; i Dumbledore sono tutti e cinque vivi e vegeti e partecipano attivamente alla vita sociale della loro cittadina; ormai non riesco più a immaginare un modo diverso in cui Albus possa chiamare Gellert, per cui bredhu ve lo beccate in scioltezza anche qui (tanto sempre di una derivazione dell’inglese si tratta); credo comunque che prima o poi farà la sua comparsa anche mio blu, solo che in questo caso mi sembrava troppo forzato.
 
 
 
 
 
 ______________________
 

Nota:

 
Buon pomeriggio, popolo di EFP!
 
Non so nemmeno io come sia stato possible, ma resta il fatto che anche questo raccontino premeva per uscire, per cui eccomi qui, a meno di una settimana dall’ultimo aggiornamento. Non fateci l’abitudine, è solo un caso, nulla di più.
 
Allora, headcanon n. 3648665849: Albus adora ballare, Gellert è un ciocco di legno, Albus si arrangia altrimenti, Gellert non la prende bene, e via così nei secoli de secoli amen.
 
Sciocchezze a parte, cosa ne pensate di questo AU? In realtà avevo una scenetta simile in mente da tempo, e Shilyss, che secondo me agisce su diretto suggerimento di Loki stesso, ne ha prontamente approfittato. Ammetto di non essere convintissima della seconda parte: mi sono fatta un po’ prendere dall’aspetto romantico – però, in fondo, OeP è anche (non solo) una storia romantica, no? Insomma, fatemi sapere, se vi va ^^

Soundtrack: A postcard to Henry Purce, Dario Marianelli (Pride and Prejudice, film 2005 OST).

Bonus track: Dance me to te end of love, Leonard Cohen (accostamento ardito, me ne rendo conto, ma è così bella T.T).
 
Grazie come sempre a chi leggerà – anche silenziosamente –, e a chi commenterà o inserirà questa raccolta in una delle liste messe a disposizione da EFP.
 
Alla prossima!
 
Un bacio :*
 
 
 
padme
 
 
 
 
P.S: Gellert, amore di mamma, è inutile che fai il prezioso, sapevi benissimo chi ci sarebbe stato a quella festa per cui la zia non ha in realtà dovuto faticare poi tanto per convincerti.
   
 
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