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Autore: marea_lunare    04/06/2020    1 recensioni
La razza umana è ormai estinta da migliaia di anni, la Terra è stata conquistata da angeli e demoni, i quali ne sono entrati in possesso combattendo tra di loro una feroce battaglia, conclusa con un armistizio.
Tra le popolazioni vige l'obbligo di non fare del male a nessuno della razza opposta o di intrattenere un qualsiasi tipo di rapporto, per il timore di poter compromettere la pace.
John Watson però non è come tutti gli angeli: lui crede in un possibile legame tra i popoli. Sarà proprio lui, infatti, a conoscere un demone particolarmente acido ma geniale, che lo affascinerà fin da subito. Sa bene però, che la loro amicizia potrebbe compromettere gravemente la situazione di stallo che permane tra le loro razze.
I dubbi sono tanti, le speranze diminuiscono giorno dopo giorno.
Tra una divinità potente e sconosciuta e due mondi opposti ma al contempo simili, si sviluppa la storia di John Watson e Sherlock Holmes, coloro che potrebbero cambiare o distruggere il loro mondo.
Genere: Drammatico, Fantasy, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Lestrade, Quasi tutti, Rosamund Mary Watson, Sherlock Holmes
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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XIX – Pace                                                                                                                                                        Life Must Have Its Mysteries – Hans Zimmer

 

Così si concluse tutto.

Mi ritrovai ancora una volta, l’ultima, immerso nell’oscurità.

Non sapevo dove fossi, né perché, non so nemmeno per quanto tempo vi rimasi.

Eravamo solo io e il buio, stretti in un eterno abbraccio.

Non seppi mai cosa accadde dopo la mia morte.

Non vidi mai il giorno del mio funerale.

Non vidi Molly asciugare le lacrime dal volto della signora Hudson, cercando di trattenere i singhiozzi.

Non sentii mai Greg e Mike darmi il loro addio.

Mai seppi che Sherlock in persona aveva scavato la mia tomba, né lo vidi prendermi tra le braccia e poggiarmi sull’umida terra, in silenzio, con gli occhi lucidi.

Non venni mai a conoscenza del suo dolore.

Non lo vidi mai passare intere giornate a leggere nella sua biblioteca, sfiorando lo scaffale dietro il quale mi ero nascosto da Mycroft.

Mai lo vidi seduto nella sua camera su una poltrona nera, a gambe incrociate, intento a fissare le fiamme che crepitavano nel camino, illuminandogli il viso.

Mai seppi che, alla morte di suo padre, ne prese il posto come Demone Supremo, affiancato da Mycroft, diventando il principale punto di riferimento per quello stesso popolo che avrebbe voluto scacciarlo.

Non fui mai partecipe dei suoi successi e delle sue sconfitte.

Non venni mai a sapere che Martha e Molly erano rimaste con lui dal giorno in cui Sherlock le aveva incontrate nella foresta, venendo a sapere della mia seconda cattura.

Non seppi mai nemmeno che cosa fosse successo a James.

Non lo avevo visto tra i cadaveri rimasti in mezzo alle fiamme crepitanti.

Sherlock raramente me ne aveva parlato, eclissandolo semplicemente come un suo “conoscente”, eppure non mi aveva mai convinto del tutto.

Ricordo ancora lo sguardo che mi aveva lanciato il giorno del tributo, quando mi aveva visto tenere il braccio di Sherlock.

Quegli occhi color pece mi avevano penetrato l’anima, uno sguardo di fuoco che mi aveva bruciato da dentro.

Ed era stato proprio lui a raccontare tutto a Mary.

Passai parecchio del mio tempo a chiedermi perché, che cosa lo avesse spinto a fare una cosa del genere, ma ogni risposta che mi davo sembrava non avere senso.

Perché ci ha denunciati?

Non accettava che io fossi un angelo?

Non accettava ciò che c’era tra me SHerlock?

O ero io ad essere di mezzo?

Immerso nel buio, rimasi completamente all’oscuro di tutto ciò che era accaduto, cercando di ignorare la costante sensazione di solitudine.

Eppure un giorno, completamente all’improvviso, quell’oscurità cambiò.

In mezzo a quell’indistinguibile mare nero, sentii qualcuno parlare.

Riconobbi quella voce che, nonostante fosse passato un tempo indefinito, non avevo ancora dimenticato.

Quella stessa voce che mi riscosse dalla staticità.

Mi chiamò con tono quasi esitante, come se non fosse sicuro di ricevere risposta.

Seguii la voce andando completamente alla cieca, non riuscendo a trattenere un sorriso speranzoso.

Continuai a vagare per un po’, finché non riuscii finalmente a distinguere una figura familiare che mi si avvicinava.

“John...” mi chiamò ancora una volta.

Quando i nostri sguardi si incrociarono, vidi un lampo di gioia luccicare in quegli occhi color ghiaccio.

Mi bloccai improvvisamente, sentendo tutti i muscoli tendersi come corde di violino.

“Sherlock...” mormorai a mezza voce, mentre il demone continuava ad avvicinarsi.

Si fermò di fronte a me.

Ci guardammo per qualche secondo, finché non fu lui a rompere il silenzio.

“Ciao di nuovo” disse, sorridendo.

“Ciao di nuovo” risposi.

“Mi sarei aspettato un’accoglienza più calorosa da parte tua” continuò Sherlock, dopo ulteriori attimi di silenzio.

Io distolsi lo sguardo, grattandomi la nuca.

“Scusami...” risi nervosamente “È che… Sei davvero tu?”

“Si, John, sono davvero io”

“Ma… come… quindi, tu sei…?”

“Morto, sì. Alla veneranda età di 9857 anni”

“Oh...” dissi, senza riuscire a celare un velo di tristezza “Mi dispiace”

“C’è poco da dispiacersi, John” sbuffò lui “Ne ho avuto più che abbastanza. Se prima era difficile far sì che angeli e demoni si sopportassero, dopo la tua morte è stata un’impresa farli anche solo incontrare. Sono dovuto scendere a compromessi in molti casi, ma Guy è stato altrettanto collaborativo”

“Chi?” domandai confuso.

“Guy!” esclamò “Dai, l’Angelo Maggiore!”

“Greg?” chiesi “Greg è ancora vivo?”

“Oh si, ed in ottima salute aggiungerei, come Mike. È stato più utile di quanto mi aspettassi nello stabilire una pace definitiva. Almeno spero che la smetteranno di scannarsi tra loro come cani rabbiosi. Non-”

“Aspetta aspetta, fermo” lo interruppi “Di cosa stai parlando?”

“Ricordi ciò che hai detto il giorno del tuo processo? Riguardo la pace tra angeli e demoni?”

Rimasi in silenzio, a bocca aperta.

“Nonostante non sembrasse così facile, alla fine siamo riusciti a mettere d’accordo ognuna di quelle teste bacate ed ora finalmente sembrano aver perso la necessità di odiarsi. Sinceramente ero poco fiducioso all’inizio, ma mi sono dovuto ricredere “continuò.

“Stai dicendo…?”

“John, per l’amor del cielo, la solitudine ti ha rallentato gli impulsi cerebrali? Esatto, ora angeli e demoni convivono come un unico popolo. Esattamente come avresti voluto tu”

Non potei fare a meno di sorridere come un ebete, ricevendo in cambio un’alzata di sopracciglia.

“Non montarti la testa” mi rispose “È solo che… dopo tutto quello che ti hanno fatto passare, ho pensato fosse il minimo”

Gli presi delicatamente una mano, intrecciando piano le dita con le sue, facendomi più vicino.

“Grazie” sussurrai, felice.

“Non c’è di che” mi rispose sorridendo.

“Però...” aggiunse poi.

“Però?”

“Purtroppo né Molly né la signora Hudson hanno potuto gioire di questa nuova pace” affermò con tono serio.

“Sono morte?” chiesi mestamente.

“Purtroppo erano umane; le tempistiche per stabilire la pace sono state più lunghe del previsto...”

Sospirai.

“M-ma non le ho lasciate nella foresta” continuò “Diciamo che sono diventate le mie coinquiline”

“Scherzi?” dissi, non riuscendo a trattenere una risata “Sherlock Holmes che ha delle coinquiline?”

“Nonostante tu sia morto da mille anni, il tuo senso dell’umorismo è ancora pessimo” rispose, lanciandomi un’occhiataccia.

Il mio sorriso si spense immediatamente.

“Mille anni?”

Lui assentì con un cenno del capo.

“Ti ho raggiunto abbastanza presto però. Immagino quanto tu possa esserti annoiato qui senza di me”

“Vedo che dopo mille anni la modestia è sempre uno dei tuoi più grandi pregi” scherzai.

Lui rise, guardandomi negli occhi.

“John...”

“Sì?”

“Chiedimelo”

“Cosa?”

“So che vuoi sapere come sono morto”

Abbassai velocemente gli occhi, vergognandomi.

“Sono morto di attacco cardiaco”

Alzai il viso di scatto, trovando un piccolo sorriso beffardo sul volto del demone.

“Ironico, eh?”

“Non c’era nessuno con te in quel momento?” chiesi, rammaricato.

“Purtroppo non c’era un ex-soldato angelo che potesse soccorrermi” rispose, stringendomi la mano.

Guardai le nostre dita intrecciate, sentendomi in colpa per quella felicità che provavo.

“Oh, Sherlock, mi dispiace tanto. Posso solo imm-”

“Te l’ho detto, John, non c’è nulla di cui dispiacersi. Dopo quasi diecimila anni, penso sarei diventato matto se fossi rimasto anche solo un minuto di più sulla Terra. Mi sento male al pensiero” disse, fingendo di rabbrividire.

Non potei fare a meno di scoppiare a ridere, accarezzandogli delicatamente la guancia.

Mi era davvero mancato.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 




 

Note dell’autrice: Eccoci qua, alla fine di questo viaggio meraviglioso. Tra hiatus vari, dubbi costanti e quant’altro, ho finalmente trovato una via d’uscita. Ringrazierò sempre la mia beta Aurora, un cuoricino che ha speso tanto tempo e pazienza per revisionare ogni singolo capitolo fin dall’inizio, aiutandomi sempre ad uscire dagli angoli più intricati della mia mente a cui, come sempre, non piacciono le cose facili. Probabilmente senza di lei non avrei mai ricominciato e scrivere e questa storia sarebbe rimasta inconclusa, perciò ringraziamola tutti insieme ❤️ E soprattutto, un grazie a quelli che mi hanno seguita durante la prima pubblicazione, avendo la pazienza di aspettarmi senza rimproverarmi per la mia inadempienza, anche se mi sarei meritata una bella strigliata ehehe.

Perciò, ora, posso definitivamente dichiarare conclusa questa storia. Grazie a chiunque l’abbia letta,a chiunque l’abbia messa tra le seguite e a tutti voi che avete speso tempo a leggerla, perché, ormai sapete, quanto significhi per me.

Vi abbraccio forte, a presto con nuove storie! ❤️

 

   
 
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