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Autore: EleAB98    05/06/2020    1 recensioni
(SERIE 1*) Hollywood U è una delle università più prestigiose della California.
Jane McMiller, ragazza ambiziosa dotata di grande talento, ha un sogno: diventare un'affermata regista. C'è solamente un ostacolo che s’interpone tra lei e il suo sogno. Thomas Hunt, infatti, il professore più in gamba dell'università, non le darà certo vita facile.
E come se non bastasse, la giovane ragazza si ritroverà, ancora una volta, a scegliere tra l'amore e la carriera.
Due mondi apparentemente inconciliabili, uniti da un filo sottile. Due mondi destinati a scontrarsi con la forza più misteriosa e allo stesso tempo più potente. La forza dell'amore.
Di un amore proibito che li sconvolgerà totalmente...
NOTA: Sono presenti delle citazioni tratte dal romanzo Orgoglio e Pregiudizio di Jane Austen.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime, Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'Alunna e Il Professore'
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Guardarla dormire dopo aver fatto l'amore con lei per quasi tutta la notte, rappresentava per Thomas uno spettacolo della natura. L'intensità del suo sentimento aveva ormai oltrepassato ogni confine possibile, nonché abbattuto quella sorta di "muraglia" che si era costruito attorno e attraverso la quale, per molti anni, aveva detto "basta" all'amore, privandosi dell'opportunità di tornare a rivivere quelle emozioni che negli ultimi tempi aveva sperimentato. Ma era pur vero che l'uomo non aveva mai incontrato una ragazza come Jane né, tantomeno, una che potesse anche soltanto assomigliarle vagamente a livello caratteriale, escludendo il suo amore di gioventù. Moltissime donne avevano tentato (e tentavano tuttora) di "convincerlo" con il loro charme e la loro indiscussa eleganza quando, in realtà, il regista aveva sempre preferito la spontaneità e la genuinità; delle qualità che Thomas giudicava assai rare da trovare e che, per sua (s)fortuna, aveva trovato nella sua studentessa.

Una ragazza la cui bellezza senza artifici lo aveva letteralmente conquistato, seppur in sordina.

A quel pensiero, l'uomo sorrise tra sé e si strinse ancora un po' contro di lei, quasi temesse di vederla "volare via" da un momento all'altro. Il suo respiro così leggero, tranquillo e regolare, contrastava appieno con il battito del suo cuore che, al contrario, galoppava fortissimo, come in groppa a un cavallo impazzito di cui la sua Jane, tra l'altro, teneva saldamente le redini. Perdendosi in quei dolci pensieri che tanto avevano allietato il suo sonno ecco che, in un batter d'occhio, giunsero le sette e trenta. Traendo un piccolo sospiro, Thomas si divincolò con dolcezza da quell'abbraccio separandosi del tutto da lei al fine di scendere in cucina per preparare un'abbondante colazione per due. 

Colazione per due.

Gli suonava davvero strano il fatto che, per la prima volta dopo tanti anni, dovesse pensare di condividere quel particolare momento della giornata con un'altra persona, senza contare che solitamente consumava la sua colazione al bar dell'università chiacchierando, di tanto in tanto, con alcuni colleghi del dipartimento. Quel mattino, però, era speciale e lui avrebbe fatto di tutto per continuare a renderlo tale. Con fare propositivo, dopo essersi preparato con estremo riguardo indossando dei vestiti più casual del solito (ovviamente avendo cura di non far rumore), si avviò verso il soggiorno quando qualcuno, del tutto inaspettatamente, suonò alla porta.

Per un momento, il volto di Thomas si dipinse dello stesso colore delle pareti di casa sua: un bianco splendente che si intonava anche con la camicia che aveva indossato. L'uomo si fregò le mani tradendo un certo nervosismo, ma poi si costrinse ad assumere un atteggiamento disinvolto accompagnato da un leggero sorriso che, purtroppo, scomparì nell'istante stesso in cui si era deciso ad aprire la porta.


 
***

 
“Sono sicuro di aver visto Hunt di buonumore negli ultimi tempi e non credo sia per il film. L’altro giorno aveva lo sguardo perso nel vuoto come un perfetto idiota e anche s-”

“Come un perfetto innamorato, vorrai dire” sentenziò Malcom, interrompendolo e aspirando avidamente del fumo dalla sua pipa.

“Scusami, cosa hai detto? Mi ero chiuso per un attimo nei miei pensieri e non ti stavo seguendo” ribatté Wilson, recuperando la concentrazione.

“L’ho visto anch’io e non mi è stato affatto difficile intuire quanto fosse al settimo cielo e quanto cercasse inutilmente di nasconderlo. Fidati, sono un vero esperto al riguardo.”

“Ti credo sulla parola” rispose Jack, pregustando succose novità sul suo conto. “Potremmo a questo punto riprendere a condurre le nostre indagini su di lui, non credi anche tu?”

“Credo sia il caso” convenne Malcom. “Questa volta conosceremo la verità, me lo sento.”

“Anch’io. E questa volta non ci servirà nemmeno l’aiuto di Priya. Ho un piano e ti dico soltanto che lo stesso è stato, in larga parte, ampiamente attuato.”

“Fammi indovinare... vuoi posizionare delle microspie in dei posti strategici in modo da poter spiare i suoi movimenti.”

“Esatto” rispose Wilson, serrando i pugni.

“C’è soltanto un piccolo problema” osservò Stone, arricciando le labbra. “Per installarle dovrai chiedere un permesso speciale alla sicurezza addetta alle telecamere di videosorveglianza, oppure... oppure passerai dei guai seri amico mio.”

Stone pronunciò quella frase con fare solenne. A quanto pare, non stava affatto scherzando.

“Capisco” rispose Jack. “Ma sono fermamente convinto che aggireremo questo inconveniente. Nel frattempo, continuerò a elaborare la seconda parte del piano.”

Stone annuì, appoggiando totalmente la sua mozione.

“Come sempre amico mio, come sempre... comunque... per quale motivo stai parlando della "seconda parte" del nostro piano? C'è forse qualcosa che dovrei sapere?”  gli domandò poi, scrutandolo di sottecchi.

L'uomo rispose al suo interrogativo con fare assai enigmatico.


“Ogni cosa a suo tempo, amico mio... ogni cosa a suo tempo.” 
 

 
***
 
Non appena Jane si svegliò, il suo primo pensiero andò alla meravigliosa nottata che aveva trascorso con il suo uomo: i due avevano fatto l'amore ripetutamente scoprendosi ogni volta di più e l'intensità e la dolcezza attraverso la quale Thomas l'aveva condotta 'nell'universo del piacere', le aveva permesso di sperimentare appieno la forte attrazione fisica che entrambi covavano da chissà quanto tempo. Toccarsi e baciarsi ovunque tra un sospiro e l'altro e tra un 'ti amo' e l'altro, era stato in effetti estremamente naturale, perché il non vedersi per un mese intero a seguito della loro rottura aveva amplificato la passione e il sentimento che li accomunava. Non appena Jane saltò giù dal letto, si recò con un enorme sorriso verso la cucina. Quando Thomas la vide, il suo volto si illuminò di gioia e l'accolse a braccia aperte, invitandola a sedersi per gustare assieme la colazione che aveva preparato con uno zelo di cui la giovane non si stupì. Il regista era un uomo sin troppo preciso e meticoloso per accontentarsi di un qualcosa di ordinario. 

“Sai Thomas, sono davvero felice” gli disse poi, rompendo quel silenzio intriso di sguardi complici che si era creato non appena aveva cominciato a riempire il suo stomaco. “E quello che hai preparato è buonissimo, anzi no... superlativo!”

“Ti consiglio di non farci l'abitudine, però” le rispose lui, facendole l'occhiolino. “Le uova alla coq non sono poi così semplici da preparare. Fortunatamente, però, questa mattina non abbiamo poi tanta fretta di tornare alla Hollywood U” aggiunse poi, scostando per un momento lo sguardo dalla sua figura e concentrando la propria attenzione su una delle uova che stava torturando con la forchetta da almeno cinque minuti.

“Sei nervoso?” le domandò l'altra, notando che l'uomo non aveva ancora toccato cibo.

“Affatto...” rispose lui, con un leggero sorriso. “Semplicemente non ho molta fame...” buttò lì, vago.

“Potresti almeno fare uno sforzo, però. Queste uova sono buonissime.”

“Immagino...”  rispose lui. 

“Sei forse preoccupato per qualcosa?”

“Sì” rispose lui, arrendendosi alla sua insistenza. “Sono preoccupato per te. Il mio esame è alle porte e tu...”

“E tu non devi affatto essere in pensiero per questo” ribatté lei, stringendogli con forza la mano sinistra per qualche secondo. “So quello che faccio e ti assicuro che sto facendo il mio dovere, perché so benissimo che non mi renderai affatto facili le cose” continuò poi, con estrema serietà. “Per me la professionalità è importante, tanto quanto lo è per te.”

Thomas la scrutò con aria sollevata.

“Sono felice di sentirlo. Tra una settimana ci sarà il primo appello per l'esame scritto e spero vivamente di vederti in aula.”

“Preferisco lasciarla con un piccolo dubbio al riguardo, professor Hunt” gli rispose lei, strappandogli finalmente un sorriso e stemperando in via definitiva quella spinosa tensione che poco prima si era creata.
   
 
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