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Autore: YallaYalla    06/06/2020    1 recensioni
for your perusing
At times confusing,
hopefully amusing
Introducing me
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Coppie: Hermione/Severus
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Dal canto suo lei credeva di essere morta ed essere finita in paradiso. Non solo l’uomo dei suoi sogni le aveva praticamente detto di volere una relazione con lei, ma la stava anche baciando. Cosa poteva desiderare di più dalla vita?
Continuarono a baciarsi per alcuni minuti, nessuno dei due aveva intenzione di lasciare andare l’altro, ma alla fine la necessità fisiologica di respirare ebbe la meglio e si separarono.
Rimasero comunque con le fronti unite e gli occhi chiusi, per capacitarsi di ciò che era successo.
Aprirono gli occhi, si guardarono e scoppiarono a ridere come due cretini. Lui poi si gettò all’indietro sul divano tirandosi lei addosso, continuando a ridere e la donna adagiò la testa sul suo petto. Le testa di lei si incastrava perfettamente sotto il suo mento e per un attimo nella mente di lui passò l’idea che fossero stati fatti per stare insieme.
“Quindi ora sei il mio ragazzo?” disse lei alzandosi sui gomiti per poterlo vedere in viso.
Lui alzò un sopracciglio in modo interrogativo.
“Ragazzo? Non sono un po’ grande per essere il tuo ragazzo?”
“Sei il mio ragazzone allora” disse lei.
“Questo suona anche peggio” rispose lui ed entrambi risero.
“Non credo ci servano etichette in realtà, era giusto per prenderti in giro” disse lei quando smisero di ridere.
“Strega impertinente” rispose lui e iniziò a farle il solletico.
Come fosse stata colpita da un taser, Hermione iniziò a muoversi in modo convulso cercando di allontanarsi da Severus, ma lui le mise un braccio intorno al corpo per tenerla ferma e con l’altro le dava il tormento.
“Severus, ti prego smettila, non respiro” diceva lei ridendo come una pazza, ma lui non accennava a fermarsi.
Dopo svariati minuti di tortura l’uomo ebbe pietà di lei, anche perché ormai la sua voce aveva raggiunto le frequenze udibili dai delfini e dai cani.
Hermione si rimise seduta per respirare meglio e riprendersi mentre anche Severus si ricomponeva.
“Ora dovresti rispondere a Potter” disse lui ad un certo punto.
“Avrei proprio voglia di prenderlo a pugni” rispose lei stringendo le mani.
Lui le strinse, le baciò le nocche fino a che le dita non si rilassarono e le disse: “Calma tigre, è il tuo migliore amico. Cerca di capire il suo punto di vista.”
“Sto sognando? Severus Snape che difende Harry Potter!” lui allora le prese il volto tra le mani e le diede un sonoro bacio.
“Credi ancora di stare sognando?” le chiese.
“Sì” rispose lei con espressione sognante e gli occhi a cuoricino.
“Forza, alzati e vai a rispondere a Potter” disse lui mentre la spingeva ad alzarsi.
“Vado, vado. Come sei prepotente!”

Lui intanto si tolse gli stivali e si sdraiò sul divano a contemplare la sua felicità.

La parte razionale della mente di Hermione sapeva che Harry non aveva cattive intenzioni, voleva solo il meglio per lei; l’altra parte, però, sentiva che sinceramente non erano cazzi suoi con chi lei decidesse di passare il suo tempo.
Comunque aveva detto a Severus che gli avrebbe scritto, quindi prese una piuma e una pergamena e iniziò a scrivere:

Caro Harry,
non preoccuparti, non ho pensato neanche per un secondo che tu mi avessi scritto di tua spontanea volontà senza un ulteriore motivo. Mi conosci ormai da molto tempo, non sono una persona che ami tergiversare quindi vado dritta al cuore della tua lettera. Grazie della tua sollecitudine nei miei confronti, anche per me tu sei come un fratello ed è per questo che sei il primo al quale voglio dire che sì, io e Severus stiamo insieme… ora chiudi la bocca che sennò ci entrano le mosche.
Non credere di passarla liscia dopo ciò che hai scritto, ovviamente. Io non sono una damigella che aspetta che tu la venga a salvare, sono perfettamente in grado di fare le mie scelte, e ho scelto Severus.
Ti prego, sii felice per me perché io lo sono, molto.
Tua,
Hermione.

Dopo aver finito la lettera la rilesse, poi la chiuse e la inviò.
Tornò in salotto e trovò Severus ancora spaparanzato sul divano, con un braccio pigramente appoggiato sulla fronte, gli occhi chiusi e un sorriso da scemo in volto. Lei lo guardò e seppe di aver fatto la scelta giusta.
“Tutto bene con la lettera?” le chiese.
Ovviamente si era accorto che lei era entrata nella stanza.
“Sì, l’ho scritta e inviata” rispose lei e si sedette sulla poltrona per leggere, ma la sua mente era altrove.
Cercava di mostrarsi forte, cercava di non pensare, ma un pensiero la tormentava.
Cosa avrebbe fatto se i suoi più cari amici, se la sua famiglia non avesse accettato la sua relazione con Severus?
Lui si rese conto che qualcosa non andava. Si alzò dal divano e andò ad inginocchiarsi davanti a lei.
“Ehi, guardami” disse e le mise un dito sotto il mento per far alzare il suo sguardo su di lui.
“Vuoi parlare di qualcosa?” le chiese quando vide che si stava sforzando di non piangere.
“Credi che capiranno?” la voce di Hermione era poco più di un sussurro, ma Severus la sentì forte e chiaro.
Si alzò in piedi, le prese le mani, la fece alzare, si sedette sulla poltrona e fece sedere lei sulle sue gambe lasciando che si accoccolasse a lui.

“Allora, stammi a sentire molto bene perché farò questo discorso una sola volta. Io ho 38 anni e per la maggior parte della mia vita sono stato al servizio di due megalomani pazzi che litigavano fra loro come ragazzine adolescenti, non ho mai avuto un posto da chiamare casa o qualcuno con cui condividerla questa casa. Poi, un giorno, quando pensavo che fosse giunta l’ora di andarmene da questo mondo, una testarda, giovane, bellissima strega ha deciso di far rimanere il mio culo attaccato a questa terra. Non contenta si è impossessata della mia intera esistenza. Ora per me è impossibile immaginare un futuro senza di lei, quindi, che i suoi amici capiscano o meno che lei non è una povera stupida che è caduta vittima delle mire di uno sconsiderato, ma che è stata lei proprio lei a sedurlo e, ci terrei ad aggiungere, mentre il poverino era ancora convalescente”
Quest’ultima frase fece meritare a Severus una gomitata nelle costole.
“Come stavo dicendo, se i suoi amici, che io reputo una massa di teste di legno sinceramente – e stavolta le tenne il braccio fermo immaginando di ricevere un’altra botta – non dovessero capire tutto ciò io sono perfettamente disposto a spedirli tutti in un reparto del St. Mugno o in qualsiasi altro posto che faccia piacere alla mia strega. Sono stato abbastanza chiaro?”
Lei gli gettò le braccia al collo e lo baciò con passione.
“Cosa ho fatto per meritarti?” disse con la voce rotta dall’emozione.
“Mi è stato chiesto spesso questo, ma mai da qualcuno di così bello” rispose lui per alleggerire la situazione e infatti Hermione rise.
“Hermione, sono serio ora, io so che i tuoi amici sono importanti per te e non voglio assolutamente che la nostra relazione si metta fra di voi quindi qualsiasi cosa tu decida di fare sappi che io ti appoggerò” disse Severus mettendo il suo cuore a nudo ai piedi della donna sperando che lei lo raccogliesse.
“Severus, i miei amici sono importanti per me, ma non lo sono più di te. Io sono sempre stata dalla loro parte, pronta a lanciarmi in ogni sorta di pericolo per loro; se vorranno continuare ad essere miei amici dovranno rendersi conto che ormai tu fai parte della mia vita. O prendono tutto il pacchetto o non prendono nulla”.
Lei non solo aveva preso il suo cuore da terra, ma lo aveva protetto e ora gli offriva il suo in cambio.
“In questo momento potrei proprio baciarti”
“Fallo” lo sfidò lei.
E non si dica mai che Severus Snape sia uomo da tirarsi indietro di fronte ad una sfida.
Ad un certo punto, tra un bacio e l’altro lo stomaco di Hermione decise di rendere nota la sua presenza.
“Abbiamo fame a quanto pare” disse Severus ridacchiando. Lei cercò di nascondere l’imbarazzo, ma lui le fece semplicemente atto di scendere dalla poltrona.
“Forza, fammi alzare che vado a cucinare, non vorrei dovessi morire di fame a causa mia”
“Posso aiutarti?” chiese lei, desiderosa di essere di qualche sostegno.
“Puoi apparecchiare se vuoi”
“Agli ordini” rispose lei facendo un saluto militare, lui alzò gli occhi al cielo e si misero a lavorare in silenzio.
Una volta finito di mangiare, mentre levavano le stoviglie da tavola e lavavano tutto in stile babbano, Hermione disse: “Ed ora?”
“Pensavo di andare il libreria, tu hai qualche altra idea?”
“No, intendo, questa cosa – disse indicando lo spazio fra di loro – come vuoi procedere?”
Lui cercò di non ridere all’evidente imbarazzo che la donna mostrava a parlare della loro relazione.
“Primo questa non è una cosa, ma una relazione; secondo, cosa intendi con ora?
“Intendo dire, come vuoi comportarti? Vuoi dirlo a tutti, non vuoi dirlo a nessuno, vuoi dirlo solo a poche persone, chi sarebbero poi queste persone”
“Hermione – la interruppe lui – inizio a vedere del fumo uscirti dalle orecchie. Fermati e riordina i pensieri”
Lei fece un profondo respiro e poi disse: “Come vuoi comportarti?”
“Il peggio possibile” rispose lui con un sorrisetto. Lei si limitò a fissarlo male.
“Scusa, forza dell’abitudine. Allora, sinceramente, a me non interessa chi lo sappia e chi non lo sappia. Se vuoi tenere tutto segreto per me va bene, se vuoi andare sulla torre di Londra a gridarlo per me va bene uguale”.
Hermione si sedette per riordinare i pensieri e decidere cosa fare.
“Allora, ad Harry l’ho già detto, immagino che lui lo dirà a Ginny, quindi lo saprà tutta la famiglia e, se lo saprà Molly, tempo 10 minuti e l’intero mondo magico ne sarà a conoscenza”
“Allora, di preciso, perché hai chiesto cosa ne pensassi, visto che ormai lo sanno già tutti?” chiese lui ridacchiando.
“Tu non devi dirlo a nessuno?” chiese e lo guardò. Non si era mai posta la domanda su chi effettivamente facesse parte della sua vita. Non aveva ricevuto visite mentre era ricoverato quindi non le era passato per la mente che lui potesse avere degli amici, come era stata indelicata.
“Ci sono solo tre persone alle quale vorrei dirlo” rispose lui e la guardò come per chiederle il permesso.
“Benissimo! Chi sono?”
“I Malfoy”
Il sangue le si gelò nelle vene.
Malfoy era un nome che le faceva venire in mente eventi non proprio piacevoli del suo recente passato.
Severus si sedette, le prese le mani sul tavolo e disse: “Ovviamente non farei nulla se tu fossi contraria”.
Lei non poteva permetterlo, lui era stato assolutamente perfetto, l’aveva consolata mentre piangeva come un vitello per i suoi amici, li aveva accettati e lei doveva fare lo stesso per i suoi. Se si erano meritati l’affetto di Severus tanto male non potevano essere, giusto?
“No, Severus, loro sono tuoi amici e io lo rispetto”. Disse lei e in quel momento lui si rese conto di amarla.
Quella donna era stata torturata in casa dei suoi amici, mentre essi guardavano senza poter intervenire, eppure lei era disposta a passarci sopra per lui.
“Invierò una lettera a Lucius allora, se per te va bene”.
“Sì, va benissimo” rispose lei sorridendo e si sentì bene con se stessa per aver reso Severus felice.
Qualche ora dopo, mentre si trovavano in biblioteca a leggere, ricevettero la visita di un gufo che l’uomo riconobbe appartenere ai Malfoy.
“Lucius ci ha invitati per un tè” disse leggendo il biglietto.
Hermione spalancò la bocca e battè le palpebre un paio di volte cercando di rifarsi dallo shock della notizia.
“Lucius Malfoy ha invitato me, una mudblood, a prendere il tè a casa sua?” il cervello di Hermione faticava a comprendere.
“Esatto. Voglio proprio sapere cos’abbia in mente quel bastardo di un pavone biondo”
  
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