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Autore: LorasWeasley    07/06/2020    0 recensioni
AU [FrUK]
"-Francis, non credi di star esagerando?- provò poi -Si insomma, sono solo le dieci e mezza e hai già bevuto quattro caffè. Ancora mancano delle ore al pranzo, mi stai facendo preoccupare.
...
-Dimmi che caffè bevi e ti dirò chi sei.
Fu questa la prima e unica cosa che gli disse, il biondo alzò le sue sopracciglia spesse, incredulo per quello che stava succedendo, dopo qualche secondo di silenzio infine rispose -… io non bevo caffè."
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: FACE Family/New Continental Family, Francia/Francis Bonnefoy, Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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21. Il tavolo era pieno di scartoffie, il pc acceso con diverse pagine aperte, erano le undici di sera e Arthur sembrava disperato, gli occhi iniettati di sangue per essere stato tutto quel tempo davanti lo schermo e le mani tra i capelli scompigliati.Francis registrò tutte quelle cose entrando in stanza e, soprattutto, notò la tazza di thè vuota che giaceva li accanto -Se non riesci a risolverlo con una tazza di thè allora è un problema serio.
Arthur alzò lo sguardo su di lui, in un borbottio rispose –Io mi licenzio, non so come uscire da questo rompicapo.
-Probabilmente sei solo stanco, la scadenza è domani?
Arthur annuì –Domani sera.
Francis a quel punto allungò una mano verso di lui, aspettando che l’altro la prendesse –Allora vieni, hai tutto domani per finire, no? Inoltre in questo stato non credo che combinerai qualcosa.
Arthur si morse un labbro indeciso, Francis continuò –Ti faccio capire che i problemi si risolvono con del sano sesso, non con quel thè che continui a bere per ogni occasione.
Arthur sbuffò infastidito, ma si alzò comunque per seguire quella mano tesa.
 

22. Quando Kiku va a far visita ad Arthur questo lo invita con tranquillità a posare il suo soprabito in soggiorno, per poi raggiungerlo in cucina.In soggiorno però stava anche Francis, gettato sul divano a pancia in giù, la faccia premuta contro il cuscino come se volesse soffocarsi, degli strani lamenti che uscivano dalla sua bocca.
Possibile che Arthur non fosse minimamente preoccupato della cosa?
Raggiunse l’amico in cucina e si schiarì la voce –Ehm, Arthur? È normale che Francis sia in quelle condizioni?
-Mh?- all’inizio sembrò confuso, ma non poteva non averlo notato, no? Poi sembrò arrivarci –Ah si, ignoralo, ha solo finito il caffè.
 

23. Erano pochi giorni che Arthur e Francis avevano iniziato a convivere e, nonostante le numerose litigate, avevano anche imparato le routine dell’altro.Tanto che, quella mattina, Arthur si era alzato per primo e dopo aver preparato il suo amato thè aveva iniziato a fare del caffè per l’altro.
-Oi- lo raggiunse Francis con voce assonnata, abbracciandolo da dietro e poggiando le labbra sul suo collo.
Le guance dell’inglese si fecero rosse, ma non disse nulla e rimase girato per non mostrare il suo imbarazzo.
Quando il caffè fu pronto si schiarì la gola –Di quanto caffè hai bisogno per svegliarti?
-Non hai capito. Non bevo caffè per svegliarmi. Mi sveglio per bere il caffè.
Arthur rimase in silenzio qualche secondo, soppesando quelle parole, poi sorrise –Allora direi che andrà bene anche tutta la caffettiera.
 

24. Antonio fece visita al suo migliore amico per raccontargli la serata precedente, considerando che aveva avuto il suo primo appuntamento con Romano.Si stupì però quando entrò in casa e non lo accompagnò la voce di Arthur che imprecava contro di lui e contro gli amici di Francis in generale che “andavano a trovarli solo per disturbarlo”.
Dovette per forza chiedere –E dov’è la tua donna isterica?- mentre si stravaccava in una poltrona senza aspettare l’invito di nessuno.
Francis alzò un sopracciglio come se l’altro non ricordasse una cosa basilare, poi spiegò –Sono le cinque. È andato ovviamente a prendere il suo thè. Non lo sai che questa branca dell’economia va avanti solo grazie a lui?
 

25. Antonio, Gilbert e Francis erano dietro il bancone del bar a sistemare delle cose, erano nel bel mezzo di una tranquilla discussione solo perché in giro non stava quasi nessuno e quei pochi tavoli occupati erano già stati serviti.Antonio stava parlando di Romano, questo nuovo ragazzino che aveva conosciuto all’università, Francis gli stava dando consigli su come attraccare quando Gilbert lo interruppe –Non ascoltarlo. I suoi metodi fanno cagare e non funzionano.
Francis si sentì colpito nell’orgoglio e fissandolo malissimo si indispettì –I miei metodi hanno sempre funzionato.
Gilbert alzò un sopracciglio –Ma se spari solo frasi scontate e di merda.
-Sono frasi geniali le mie!
-Ah si?- sorrise quasi sadico e portò lo sguardo alla porta d’ingresso dal quale era appena entrato un ragazzo carino –Allora dimostramelo.
E Francis non poteva di certo tirarsi indietro da quella sfida, così mise su la sua miglior faccia da seduttore e si avvicinò al ragazzo che aveva appena raggiunto il bancone.
-Dimmi che caffè bevi e ti dirò chi sei.
Fu questa la prima e unica cosa che gli disse, il biondo alzò le sue sopracciglia spesse, incredulo per quello che stava succedendo, dopo qualche secondo di silenzio infine rispose -… io non bevo caffè.
Antonio e Gilbert scoppiarono a ridere senza cercare di nasconderlo, Francis cercò di ignorarli, punto sul viso, si chiedeva perché ancora li considerava i suoi due migliori amici.
Il cliente fissò i due ragazzi che ridevano, poi tornò con lo sguardo su Francis, sembrava afflitto, si sentì in dovere di aiutarlo, così continuò –Prendo una tazza di thè, puoi comunque dirmi chi sono?
E si sentì soddisfatto Arthur quando vide quello sguardo spalancarsi.
 

26. Arthur era diventato rappresentate della scuola ed era anche per questo che avrebbe fermato tutte le cose illegali che facevano quei tre nel cortile.Per puro amore della giustizia, non per il fatto che li odiasse a prescindere.
E infatti, durante l’intervallo, li trovò esattamente dove si aspettava, quei tre deficienti si stavano passando uno spinello.
Arthur incrociò le braccia al petto e annunciò –Vi do cinque secondi per buttarlo, prima che lo dica a qualcuno.
Antonio non lasciò andare la sigaretta che aveva tra le dita e Gilbert alzò gli occhi al cielo sbuffando, poi si rivolse a Francis –Occupati tu della tua principessa isterica.
Il volto di Arthur prese fuoco, non ebbe il tempo di metabolizzare quelle parole e rispondere a tono che Francis l’aveva afferrato per un braccio girando l’angolo per rimanere soli, lo spinse contro il muro e lo incastrò con il suo corpo, troppo vicino al suo viso sussurrò poi -L’erba si fuma, non si beve.
-Come sai che…
-Sei un inglese, uno di quelli peggiori, vuoi forse negare che bevi thè in continuazione?
Le labbra dell’inglese si strinsero in una linea sottile, negli occhi di Francis passò uno strano luccichio, un sorrisetto in volto –E vuoi anche negare che ci tormenti perché ti piaccio?
Lo baciò sulle labbra, un bacio lungo ma che rimase a stampo, poi sussurrò su di queste –Se dirai qualcosa finirò in punizione, poi come ci vediamo dopo la scuola?
Gli fece un occhiolino e prima di tornare dai suoi amici annunciò –Ti aspetto vicino la mia moto, non fare tardi!
 

27. Arthur aveva sempre avuto ossessioni stranissime, Francis non gli aveva mai detto nulla.Ma non poté più rimanere in silenzio quando stava per essere praticamente sfrattato da casa sua.
Perché poteva anche accettarla questa sua fissazione del thè pomeridiano e ogni qual volta ne avesse voglia.
Poteva anche accettare che spendesse i suoi soldi per comprarsi una nuova tazza a settimana.
Ma non poteva di certo sopportare che le sue due uniche tazzine per il caffè fossero scomparse dal loro scompartimento perché, a detta dell’inglese, “serviva spazio”.
Decise di fare voto di mutismo e la cosa era strana, perché era sempre Arthur quello che si incazzava e restava in silenzio con l’altro.
Arthur infatti non sopportò molto quella situazione, sbatté il bicchiere sul tavolo durante la cena e si alzò in fretta –E va bene! Vado a riprendere le tue stupide tazzine! Non c’è bisogno di fare tutta quella scena!
Ma le sue guance erano rosse e si capiva che era terrorizzato dall’eventualità di aver fatto incazzare davvero l’altro.
Francis sorrise non visto e quando l’inglese gli passò accanto per uscire dalla stanza lo afferrò per un braccio portandolo a sedersi sulle sue gambe, non gli fece dire nulla che l’aveva già baciato sulle labbra, un bacio profondo.
Infondo, l’altro aveva detto che gli avrebbe ripreso le sue tazzine, no?
 

28. Arthur era stato categorico sul non volere animali a casa ma, come sempre, Francis non l’aveva minimamente ascoltato e non solo aveva preso un cane, ma l’aveva anche chiamato “caffè”.Così l’inglese mise in atto il suo piano, fu così bravo che per un intero mese Francis non si accorse di nulla.
E quando poi lo scoprì era troppo tardi per cambiare le cose.
Erano fuori in giardino, quella domenica mattina isolata nel quale avevano entrambi il giorno libero da lavoro.
-Caffè! Vieni qui! Giochiamo a palla!
Ma il cane non rispose, se ne rimase sdraiato sull’erba a sonnecchiare, ignorando completamente il suo padrone.
Francis si indispettì e fissò il suo ragazzo –Penso di avere l’unico cane al mondo che non vuole giocare.
Arthur sorrise, un sorriso quasi sadico, poi si rivolse lui al cagnolino.
-Thè!- il cane alzò il muso all’istante, scodinzolò felice e corse verso l’inglese accettando le coccole dell’altro.
Francis era così sconvolto che gli cadde la palla dalle mani, lo fissava incredulo, esplose dopo qualche secondo di completo silenzio –HAI INSEGNATO AL MIO CANE A RISPONDERE ALL’APPELLATIVO DI THE’ INVECE CHE DI CAFFE’!?
 
 

29. Matthew e Alfred erano andati a trovare i loro genitori quel fine settimana.Alfred era in garage con Francis, che gli stava chiedendo consigli per una cosa alla macchina, Matthew invece era con Arthur in cucina, lo osservava mentre stava facendo il caffè che Francis gli aveva chiesto poco prima.
Il figlio non aveva chiesto nulla, ma quando vide il padre prendere con sicurezza il barattolo del sale si affrettò a intervenire -Ma quello non è sale?
Arthur sorrise serafico, uno strano luccichio negli occhi, non si bloccò da quello che stava facendo e mise due cucchiaini abbondanti del minerale nella tazzina.
-Ho delle bustine di thè da vendicare.
 

30. Ed era chiaro a entrambi che quella fosse un’attrazione come mai ne avevano avute.Iniziò tutto come qualcosa di puramente fisico, ma avevano capito presto che non gli sarebbe bastato solo quello, che volevano di più, che volevano tutto dell’altro.
Era stato Francis il primo a chiedere un vero appuntamento, ma Arthur aveva risposto di si ancor prima che l’altro finisse la frase.
Si erano trovati in un pub carino una sera, non troppo affollato, i tavoli disposti per dare la giusta privacy e la musica abbastanza bassa da dargli la possibilità di parlare in tutta tranquillità.
E così avevano iniziato a conoscersi, passando da domande più futili a quelle più serie.
E poi Francis aveva chiesto la cosa più importante -Thè o Caffè? Ma attento a come rispondi che da questo dipenderà la nostra relazione.
Arthur sorrise divertito –Potrei dire esattamente la stessa cosa.
E poi avevano scoperto di avere gusti totalmente diversi, uno era un patito del caffè, l’altro si drogava di thè. Ma a conti fatti, non fu troppo un problema per la loro relazione.
Perché quando due persone sono destinate a stare insieme riescono a superare qualsiasi ostacolo, anche una guerra impossibile da vincere.
  
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