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Autore: Anil    07/06/2020    5 recensioni
Cosa accadrebbe se Sana e Akito si incontrassero dopo anni sul set?
Con Akito nella veste di regista, tutto può succedere...
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sana Kurata/Rossana Smith | Coppie: Sana/Akito
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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p.o.v. Sana



N-non sta succedendo, non davvero…deve essere un sogno…di quelli belli.

Il mio cuore trema (letteralmente) mentre Akito si inginocchia davanti a me, mi prende la mano tra le sue e mi bacia ogni singolo polpastrello leccando via la crema del benedetto cornetto.

Fortunatamente sono seduta perché sento che le forze mi vengono meno, un fuoco e un calore intenso si concentrano proprio sotto il mio ombelico.

Cosa mi sta succedendo? Osservo trasognata mentre in suo indice raccoglie un po’ di crema dal mio mento e me la posa sulle labbra.

Non sono più padrona del mio corpo. Non ho volontà. Riesco solo a focalizzarmi sui suoi movimenti, sui suoi occhi socchiusi e concentrati sui miei, non esiste nient’altro.

Ragione, passato, problemi, niente. Siamo solo Sana e Akito come avrebbe sempre dovuto essere.

Il mio corpo reagisce automaticamente al suo tocco, schiudo le labbra e l’indice di Akito viene prontamente sostituito dalle sue labbra. Per tutti gli dei del cielo, cosa è questo?! Non è il nostro primo bacio e ho baciato altri uomini nella mia vita, eppure il tocco leggero delle sue labbra morbide mi fa impazzire. Infilo le mani fra i suoi capelli e trattengo il suo viso contro il mio, le sue labbra sulle mie: non voglio che finisca…



p.o.v. Akito



Non posso resistere, non posso. Lì sul divano disinibita e sporca di crema come una bambina eppure così dannatamente bella.

Che vada a farsi benedire la razionalità, mi chino su di lei e le bacio via la crema dall’angolo della bocca.

Sana smette di respirare, vedo il suo corpo irrigidirsi, ma non mi allontana e non mi picchia con il suo piko. È solo sorpresa, mi osserva con gli occhi leggermente sgranati mentre mi inginocchio davanti a lei e le bacio la mano.

Raccolgo un po’ di crema dal suo mento e gliela poso sulle labbra leggermente aperte per la sorpresa. La bacio. Lo voglio da così tanto tempo, da una vita intera…un bacio leggero, senza pretese, quasi una richiesta. Una sensazione di benessere mi si irradia nella schiena, un piacere intenso che non credevo si potesse avere dal semplice tocco di due bocche. Ma queste non sono le labbra di una donna qualsiasi, sono le sue, anzi le mie labbra, sono esattamente al posto giusto.

IL suo profumo, il suo sapore, sono gli stessi che ho visto migliaia di volte nei miei ricordi, solo non c’è più esitazione né timidezza nelle mani che mi stringono come a volermi trattenere.

Come se ce ne fosse bisogno: non ho alcuna intenzione di smettere. Le mie ultime barriere si sgretolano al suono di un suo gemito, voglio baciare ogni centimetro del suo corpo. Mi stacco un attimo, ma solo per poterla guardare: rossa e tremante, gli occhi socchiusi e il respiro affannato.

Potrei morire, qui e adesso.

Accarezzo il suo viso giusto per accertarmi che non sia un sogno, uno dei tanti su di lei, ma no, è vera. Spinge la guancia contro la mia mano e la sua fa lo stesso, mi accarezza il volto ed è quasi come baciarsi, poi la sua mano si sposta lungo il mio collo fino al mio petto e si ferma sul mio cuore.

È come se il calore del suo palmo lo raggiungesse, lei ha il mio cuore sul suo palmo…da sempre. Ora ne sono certo.

Anche la mia mano scende sul suo collo, sulla clavicola, sulla spalla: sposto la spallina leggera del suo vestito e lei chiude gli occhi avvicinandosi con il busto verso di me, mi abbraccia tenendosi saldamente alla mia schiena; mi sta invitando e io non aspettavo altro: le bacio la pelle liscia e morbida del collo, della spalla e ancora la sua bocca.

Lei fa lo stesso, mi bacia il collo e ogni suo tocco mi sembra che bruci. Sento perfettamente ogni singolo centimetro del suo corpo che aderisce al mio. Come se i sensi mi si fossero acuiti. Non resisto più. La faccio stendere sul divano, sotto di me.

Sana mi accoglie allacciando le sue gambe attorno alla mia vita. Ancora un gemito e spezza tutte le mie difese, la mia mano scatta verso il suo seno, mi sbarazzo in un attimo del top e osservo la perfezione sotto di me prima di baciarla ancora e ancora…e ancora. Le mie labbra sul suo seno, non avrei mai potuto sperare di provarlo davvero un piacere del genere. Questo deve essere il paradiso: il suo viso che arrossato mentre mi guarda chino sul suo petto deve essere il paradiso. Torno a concentrarmi sulla sua bocca, una mano continua a stringerle il seno, l'altra sotto il suo sedere per premere il mio bacino contro il suo. Sana reagisce inarcando la schiena e aggrappandosi a me.



p.o.v. Sana



Non so cosa stia succedendo al mio corpo.

Non posso credere che stia succedendo davvero, non posso lasciare che Hayama mi baci, io non sono il tipo di donna che fa certe cose con i registi.

E allora perché non riesco a staccarmi, perché ho infilato una mano fra i suoi capelli e sto ricambiando con trasporto? Perché mi sento così assurdamente felice? N

on ho mai provato nulla del genere, non sento esitazione nel mio corpo che lo accoglie, lo accarezza, lo bacia. Solo un piacere profondo. Il suo corpo sopra il mio, sento tutto il suo trasporto, il suo piacere che preme contro di me, mi sistemo sotto di lui per accoglierlo meglio, per sentirlo meglio questo movimento che mi sta squassando l'anima e il corpo.

È tutto assurdamente bello. Lui è meraviglioso. Lui è mio.



Dei forti tonfi alla porta ci ridestano. Seriamente, Le porte dovrebbero essere abolite.

La consapevolezza di essere mezza nuda davanti ad Akito mi assale in un nanosecondo e mi copro il seno imbarazzata mentre Akito si lascia andar contro di me.



“Non muoverti” mi sussurra all’orecchio e mi da un leggero bacio sulla bocca

“torno subito”

Il suo corpo che si sposta da mio mi fa quasi male, un distacco fastidioso.

Mi sistemo un pochino cercando di riacquisire un contegno. Cosa diavolo è successo? Io e Akito stavamo per…per… mi copro il viso imbarazzata e mi rimetto il top. Kami che imbarazzo!

È successo davvero? Davvero Akito, il mio Akito, ha baciato il mio seno? Quell'Akito a cui ho promesso me stessa... se solo sapesse che davvero sono rimsasta vergine. Per lui? Non lo so. Forse inconsciamente sì. Come se qualcun'altro avrebbe mai potuto sostituirlo. Non scherziamo.

in ogni caso, Sto andando a fuoco. Dentro e fuori.



Akito apre la porta e oltre la soglia dove avrebbe dovuto esserci il cameriere con il le chiavi della mia stanza, c’è invece una ragazza.

È bella, cavolo se è bella. Anzi è meravigliosa, la riconosco. È un’attrice molto famosa, perché è qui?

Ma non ci metto molto a capirlo nonostante qualcuno direbbe che sono tonta: è qui per lui. Per essere al posto mio su questo divano.

I miei pensieri vengono subito confermati dalle sue parole. “sai pensavo che potremmo, io e te…perché stasera non mi fai entrare Trank? Che c’è, mi ha già sostituita?”

Illusa. Tonta. Stupida, stupida Sana. Quante volte me lo sono ripetuta in questi lunghi anni? Non c’è nessun Sana e Akito. Non c’è nessun destino per noi. Non c’è alcun legame, non più.

Ora sono solo un’attrice nella stanza di albergo del suo regista, come qualsiasi altra attricetta attirata in trappola.

Con i miei ultimi frammenti di dignità mi rivesto e recupero la mia borsetta. Il mio cellulare è stranamente appoggiato sulla poltroncina. La lucetta blu mi avvisa che ci sono state delle chiamate.

Accendo lo schermo e sul display ci sono 15 chiamate di Bred senza risposta. Mi assale la furia che unita al disgusto fa un mix micidiale.

Ed il disgusto non è per lui, è questa la cosa strana. È per me. Lui ha fatto esattamente quello che avrebbe fatto qualsiasi altro uomo, devo smettere di pensare che siccome il suo nome un tempo era Akito Hayama con me dovrebbe essere diverso. Devo smettere di credere che per noi è speciale. Devo smettere. Credevo di aver smesso molto tempo fa…illusa. La sensazione di delusione, ancora una volta, mi lascia svuotata. Mi affretto verso la porta che Hayama sta chiudendo.

Evidentemente io gli andavo bene al posto dell’altra attrice. L’una o l’altra che differenza fa?

“Dove vai?” mi chiede contrariato.

Avrei dovuto dirgli di farla rimanere effettivamente…beh se si sbriga può andare a chiamarla.

“vado a prendere una boccata d’aria, grazie per avermi aiutata Trank” aiutata a capire che sono una stupida…

“Trank?” mi chiede come se chiamarlo con in nome che si è dato gli desse fastidio. Non è quello che mi ha sempre detto? Di chiamarlo così come a voler sottolineare la distanza che c’è fra il presente e il passato. Una distanza è poco, c’è un burrone senza ponte. Un posto non più raggiungibile.

Apro la porta e esco nel corridoio, Hayama mi corre dietro e mi afferra un braccio

“perché vai via? Lei era…era solo” Già, cos’era? Prova ad etichettarla, a metterla in fila con tutte le altre, esattamente dove avresti messo me.

“Non devi darmi spiegazioni, è la tua vita privata. Non mi interessa.”

Sembra funzionare perché la sua mano si scosta. Fortunatamente per me la camera di Bred è vicina. Busso e mi giro un attimo prima che Bred mi apra la porta e mi oscuri la visuale: perché mi guardi con quella faccia disperata nel bel mezzo del corridoio Hayama? Come se ti importasse di me. Come se fossi qualcosa per te. Come se non avessi appena ucciso l’ultimo pezzo di noi.
   
 
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