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Autore: Biblioteca    08/06/2020    0 recensioni
Nella vita ci vuole coraggio. Il coraggio è una virtù dei Grifondoro.
Hermione si troverà a vivere e ad assistere, in un solo giorno, a tante prove di coraggio: il coraggio che ha Krum di invitarla, il coraggio che ha lei di dire di sì; il coraggio di Neville di invitarla, il coraggio di lei per dire di no. E infine, un ultimo atto: Neville accetterà il rifiuto e chiederà a Ginny di andare al ballo con lui?
(Hermione POV - accenni canon Hermione/Krum)
(Pubblicata anche su Wattpad)
Per favore leggere il messaggio presente all'inizio del primo capitolo.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Hermione Granger, Neville Paciock, Viktor Krum | Coppie: Vicktor/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Mentre cercava tra i libri, Hermione si rese conto che non riusciva a smettere di pensare a quanto appena accaduto. Soprattutto non riusciva a smettere di domandarsi se in realtà non avesse sognato ogni cosa.
Fin da quando era arrivata ad Hogwarts era stata testimone delle cotte delle ragazze più grandi e lei stessa era stata vittima di cupido al secondo anno. Anche se a ripensarci con la maturità acquisita, si era trattato di più di una sbandata dovuta la grande fascino di Allock, niente di realmente serio. Ma dopo ciò, forse anche per la profonda delusione dell’aver scoperto che si trattava di un truffatore, aveva lasciato in un cassetto la questione “ragazzi”. Forse anche perché una parte di lei aveva incominciato a suggerirle che in fondo non avrebbe mai potuto aspirare a tanto.
Era sempre stata troppo timida per approcciarsi in modo personale a qualcuno. E troppo intelligente per risultare interessante.
Fin dal primo anno, tutte le avevano detto che la sua intelligenza metteva a disagio le persone. In qualche modo glielo avevano fatto capire anche Harry e Ron.
Eppure proprio lei, la ragazza scocciante, noiosa, insopportabile, e ogni altro epiteto che si era sentita sussurrare alle spalle, era stata invitata al ballo da Victor Krum.
“Perché? Perché io?”
Ora che aveva risposto di sì, aveva tutto il tempo per domandarselo. Istintivamente si portò una mano alla bocca.
“Se non mi fossi accorciata di più i denti all’inizio dell’anno, rimettendoli apposto, mi avrebbe comunque invitato?”
Scosse la testa.
“Non dovrei pensare a queste cose. Dovrei solo essere contenta e rilassarmi con un buon libro.”
“Hermione?”
Hermione sobbalzò. Era talmente concentrata su quelle domande che non si era accorta che alle sue spalle era apparso Neville Paciock. Da un po’ di tempo lo aiutava nei compiti, in particolare di trasfigurazione.
Lo avrebbe fatto dal primo anno, ma lui ai tempi era troppo timido per rivolgersi a lei, come a chiunque. Poi si era gradualmente avvicinato e anche se Hermione non poteva davvero definirlo un amico, trovava che fosse comunque un bravo ragazzo. E spesso nei compiti si dimostrava più bravo che in classe.
Neville non era uno stupido, ma non riusciva a esprimere al meglio l’intelligenza che pure possedeva. Hermione non riusciva a capire perché. E come tutti nella scuola, alla fine si diceva che non poteva fare da balia a una persona così impacciata.
Aiutarlo a fare i compiti era un modo per ripassare. E poi a una cosa del genere per lei era difficile dire di no. Anche se a volte avrebbe proprio voluto farlo con Ron.
“Ti… Ti ho spaventata?” chiese Neville.
“No, ero solo sovrappensiero. Cosa c’è Neville?”
“Volevo farti vedere questo. È il compito per oggi di Storia della Magia. Ricordi?”
“Certo che ricordo, fammi vedere, andiamo a sederci in fondo staremo più tranquilli.”
Il professor Ruf aveva assegnato un piccolo tema da una pagina sulla storia della Gringot, la banca dei maghi. Di solito i compiti di storia di Neville erano semplici e un po’ “sciatti” nel contenuto.
Invece Hermione si stupì a vedere che Neville aveva fatto un buon lavoro.
Non era eccellente, ma si capiva l’impegno messo per raccontare tutto in poco spazio e per dire al meglio quello che aveva studiato.
Ricontrollando le informazioni sul libro (e nella sua memoria) Hermione vide che anche quelle coincidevano tutte.
“Hai fatto un buon compito, Neville.”
Gli occhi di Neville si illuminarono.
“Davvero?”
“Sì. Mi hai piacevolmente sorpresa! Hai fatto un buon lavoro, non cambiare nulla o…” rischierai di peggiorarlo, stava per dire, ma si trattenne.
“Bene! Mi fa piacere! Ci tenevo a… A fare bella figura.”
“E la farai sicuro. Il professor Ruf sarà contento.”
Hermione tornò a radunare i suoi libri, pronta ormai a lasciare la biblioteca. Aiutare Neville con i compiti le aveva permesso di distrarsi e ritrovare la sua lucidità: se era stata invitata al ballo doveva prepararsi nel modo migliore per partecipare, a cominciare dal decidere come acconciarsi i capelli.
“Sì… Grazie…. Ma io in realtà, non la volevo fare con il professor Ruf.”
Hermione guardò Neville e vide che era diventato rosso come un peperone, mentre stava in piedi immobile con i pugni stretti.
“Hermione…. Senti…. Io voglio… cioè vorrei… cioè….”
Iniziò a farfugliare in modo incomprensibile al punto che Hermione, sorpresa, si lasciò sfuggire un “cosa hai detto?” dopo un po’.
Neville si interruppe. Fece un profondo respiro e chiuse gli occhi stretti stretti.
“Voglio invitarti al ballo con me!” disse tutto d’un fiato con un tono leggermente più alto del solito.
Nessuno però dai tavoli, troppo lontani, si era girato per guardarli. “Ecco, l’ho detto.”
Riaprì gli occhi respirando affannosamente.
Era evidente che quell’invito gli era costato molto chiederlo. Un atto di coraggio non da poco per uno come Neville.
Hermione stava in piedi pietrificata.
Non solo perché aveva ricevuto due inviti nello stesso giorno, ma anche perché quegli inviti erano arrivati del tutto inaspettati e da due persone completamente diverse.
“Sei sempre stata gentile con me… quando mi aiuti a fare i compiti… siamo amici… credo… e allora…”
“Neville… è bellissimo che tu mi abbia invitato. Sono davvero onorata, ma io ho già avuto un invito e ho già detto di sì. Mi spiace.”
Conoscendo Neville, Hermione si era preparata a vedere una brutta reazione da parte del ragazzo. Invece lui dopo un’iniziale smarrimento aveva sospirato e annuito. Quasi si fosse sempre aspettato un rifiuto.
“Va bene allora. Sono contento. È stato Ron, vero?”
Hermione scoppiò a ridere.
“Ma no! Ron? Ma figurati!”
“Allora… Harry.”
“No Neville. E… Ti dirò, vorrei tenere per me chi è stato a invitarmi. Almeno fino al giorno del ballo.”
“Capisco. Va bene allora. Grazie per i compiti.”
Più che deluso e amareggiato, Neville appariva rassegnato nel rifiuto ricevuto.
Hermione lo osservò mentre si allontanava e sentì, inaspettatamente, un dispiacere enorme. Era stato, obiettivamente, perfino più coraggioso di Harry e Ron, ed era stata la sua unica conoscenza maschile a pensare a lei per prima.
Sapeva che non l’aveva fatto pensando a lei come un ripiego, era abbastanza evidente.
E lei gli aveva detto di no.
Pensandoci, se lui fosse arrivato prima di Krum, come gli avrebbe risposto? Sicuramente insieme alla sorpresa ci sarebbe stato il disagio. Ma gli avrebbe davvero detto di no? Probabilmente sì, perché doveva ammettere che in cuor suo si sarebbe vergognata di andare a ballare con uno come Neville.
“Forse, in questo, non sono poi così diversa da Malfoy… anche io classifico chi mi sta intorno.” Pensò. E decise che le cose non dovevano finire in quel modo.
  
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