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Autore: DanielaE    10/06/2020    1 recensioni
Storia liberamente tratta dal mobile game omonimo Hogwarts Mystery, segue la storia principale, comprese alcune missioni secondarie, quindi attenzione agli spoiler, ovviamente il tutto modificato e ampliato a mio gusto e piacere.
Nel 1984 la nostra protagonista varca per la prima volta le porte della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts, smistata a Serpeverde, con nuovi amici e nemici si ritrova l'eredità di suo fratello Jacob a gravarle sulle spalle: egli infatti era stato espulso dalla scuola per aver cercato le misteriose Sale Maledette.
Genere: Fantasy, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Weasley, Charlie Weasley, Nimphadora Tonks, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
Capitoli:
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~~Elanor Aradia Blair era arrivata ad Hogwarts il 1 settembre del 1984 ed era rimasta subito ammaliata da quel posto impregnato di antica magia, affascinata da un mondo di cui faceva parte per diritto di nascita ma che le era stato privato per molto tempo; i suoi genitori infatti, nonostante fossero maghi purosangue di antica stirpe, avevano deciso di abbandonare il mondo magico e di vivere in quello babbano, impedendo ai loro figli di utilizzare qualsiasi forma di magia, e le cose erano state tenute più o meno sotto controllo, fin quando un gufo era atterrato sul terrazzo della loro casa recando con se una lettera firmata da Albus Silente in persona: suo fratello maggiore Jacob era stato ammesso alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts.

Inizialmente Jacob le raccontava degli incantesimi che aveva appreso a scuola, di quanto fosse bello il castello, del Quidditch, dei continui dispetti del poltergeist Pix ai danni sopratutto del custode Gazza... poi, le cose erano precipitate. Con il passare degli anni, suo fratello si era chiuso sempre più in se stesso, nei brevi periodi che trascorreva a casa, spesso lo sentiva parlare da solo, di notte, fra i libri, nella semioscurità della sua stanza, dalla quale usciva raramente. Un giorno arrivò una nuova lettera di Silente, ma quella volta non era una lieta notizia, il preside comunicava che Jacob aveva intrapreso la ricerca delle Sale Maledette a Hogwarts, mettendo in serio pericolo la sua vita e quella dei suoi amici, per questo motivo era stato espulso e la sua bacchetta ritirata e spezzata e che presto sarebbe tornato a casa senza la possibilità di poter far parte del mondo magico. Ma Jacob, non torno mai a casa, scappò quella stessa notte da scuola e di lui non si seppe più nulla; molti asserirono che fosse diventato un mangiamorte e che militasse fra le schiere di Voldemort in persona, cosa che Elanor non accettò mai di credere. Quando fu il suo turno di andare a Hogwarts, l'unica cosa che desiderava era imparare quante più cose possibili per diventare una grande strega e vivere la sua adolescenza in maniera spensierata, magari in compagnia di amici, ma le cose erano andate un tantino diversamente ed Elanor si era ritrovata quasi per caso sullo stesso cammino intrapreso da suo fratello, quando il ghiaccio maledetto aveva iniziato ad avanzare per i corridoi della scuola, lei non era riuscita ad esimersi dal cercare e infine trovare lei stessa una delle Stanze che tanto ossessionavano Jacob. Dopo tre anni le Sale Maledette erano ormai diventate un chiodo fisso per Elanor, portandola a coinvolgere anche i suoi amici alla ossessiva ricerca e alla vaga possibilità di riabbracciare suo fratello, scoprire finalmente la verità e ridare prestigio al loro nome.

L'aria fredda dei sotterranei era smorzata solo dall'enorme camino che troneggiava nel mezzo della sala comune di Serpeverde, l'unico segnale che facesse intuire la differenza tra il giorno e la notte era il colore verde che assumeva l'acqua fuori dalle grosse vetrate quando i raggi del sole vi si infrangevano, non uno spiraglio di luce trapassava fra le grigie e antiche mura, ma quel posto che poteva sembrare tetro ai più, per lei era casa e vedere di tanto in tanto un tentacolo della piovra gigante fra le acque del lago nero o qualche avvincino passare davanti ai vetri, la rilassava; anche se in quel momento decisamente la stavano distraendo e lei quel mattino si era svegliata di buon ora e invece di recarsi in Sala Grande per la colazione si era rifugiata nel silenzio mattutino della sala comune per terminare la ricerca di Pozioni assegnata da Piton, doveva ricomporsi e trovare la concentrazione se non voleva ritrovarsi con una bella punizione e una manciata di punti in meno per la sua casata. Un lamento frustrato attirò la sua attenzione, alzò lo sguardo e solo allora si rese conto di non essere sola: Barnaby Lee era seduto a qualche metro di distanza, con le larghe spalle ricurve su libri e pergamene sparse sul tavolo di legno e l'aria affranta di chi non sa dove sbattere la testa. Sembrava essere immune al gelo che regnava nei sotterranei, con le maniche della camicia e del maglioncino della divisa perennemente arrotolate sulle braccia muscolose, anche troppo per un ragazzo di tredici anni. Barnaby era sicuramente uno dei ragazzi più ambiti della scuola, le ragazze non facevano che sospirare al suo passaggio anche se lei si era sempre chiesta se il ragazzo si fosse mai reso effettivamente conto dell'effetto che faceva alla popolazione femminile di Hogwarts. Era un abilissimo duellante, forse uno dei maghi più forti della scuola, nonostante la giovane età. Un altro sbuffo uscì dalle labbra del giovane, accompagnato da un leggero borbottio.
«Sono sei!» sentì la sua stessa voce prima ancora di rendersi conto di aver parlato. Barnaby sollevò di scatto la testa, pareva essersi accorto anche lui solo in quel momento della presenza di Elanor.
«Come hai detto?»
«I pungiglioni di Billywig, nella Pozione Risvegliante, sono sei.»
«Oh! Grazie!» Sembrò incerto, ma le labbra si aprirono in un largo sorriso; molti lo definivano tonto ma lei aveva sempre pensato che ci fosse qualcosa di più in Barnaby, oltre ai muscoli e un bell'aspetto.
Lo osservò ancora per qualche secondo, non si era mai accorta che avesse gli occhi cosi grandi e così verdi. Merlino, tre anni nella stessa scuola, nella stessa casa e nello stesso dormitorio e non lo aveva mai veramente visto.
«Sei qui!».
Il viso ancora sconvolto di Rowan entrò nella sua visuale, la cravatta come al solito annodata in modo approssimativo e i capelli scuri leggermente arruffati facevano intuire che si fosse svegliata in ritardo e vestita in fretta. Si sistemò meglio gli occhiali sul naso, incitandola ad andare o avrebbero fatto tardi alla lezione di trasfigurazione, e attirato così l'ira della McGranitt, che era solo pari alla collera di Piton. Si affrettò a completare le ultime righe della ricerca di Pozioni e a seguire la compagna fuori dai sotterranei.
«Come mai parlavi con Lee?» chiese improvvisamente Rowan una volta da sole.
«Perché? È così strano?» Rowan era sempre molto diffidente quando ci si avvicinava a qualcuno di diverso dalla loro solita cerchia di amici.
«Beh... è amico di Merula, e poi... voi non parlate mai... perché... è amico di Merula!»
«Gia!» Sbuffò, sistemandosi meglio la tracolla della cartella sulle spalle che continuava ad impigliarsi nei lunghi capelli platino e incamminandosi a passo di marcia nei corridoi, non sapeva spiegarsi il perché, ma si sentiva particolarmente infastidita da quella banale discussione, forse perché aveva appena realizzato che Merula Snyde, ormai sua acerrima nemica dal primo anno, poteva condizionare il suo rapporto con le persone; in effetti Barnaby non le rivolgeva quasi mai la parola, in realtà la ignorava il più delle volte, ma in presenza di Merula, era tutta un'altra storia... troppe volte si era ritrovata la strada sbarrata dalle larghe spalle del ragazzo, che come uno scudo umano, si ergeva a difensore della Snyde. Eppure non riusciva a trovarlo spiacevole, molte volte lo aveva visto bearsi della compagnia di cuccioli di animali durante la lezione di Cura delle Creature Magiche o intorno alla capanna di Hagrid, era sicura che ci fosse del buono in lui.
Un uragano biondo fermò la sua marcia e i suoi pensieri: «Finalmente ti ho trovata! Dove eri finita? Non eri in Sala Grande per la colazione!»
«Dovevo finire un compito di Pozioni!»
«Oh!» Bastava quella parola... Pozioni, per entusiasmare all'inverosimile Penny Haywood: una delle ragazze più apprezzate della scuola, bionda con gli occhi azzurri destava interesse nei ragazzi, ma la sua passione per le pozioni l'avevano resa una delle migliori allieve della materia in questione, anche perché aveva in quel modo attirato la benevolenza del professor Piton, e quella era una cosa decisamente più unica che rara. Simpatica, sempre sorridente, spesso logorroica e un po' invadente, Penny destava allegria ed era sempre disponibile, poi era una Tassorosso e... insomma, non si può non amare un Tassorosso!
«Ho avuto un'idea!»
Elanor stava per rimangiarsi i suoi stessi pensieri e per poco non si strozzò con la sua stessa saliva. L'ultima volta che Penny aveva avuto una grande idea, lei si era quasi presa un bolide in faccia durante una partita di Quidditch, certo quello le era valso un provino per un posto nella squadra di Serpeverde ed era stato anche un bene, se quell'anno la Rath, gigantesca battitrice della squadra di Corvonero, non volesse spaccarle tutte le ossa del corpo per impedirle di vincere la coppa di Quidditch.
«Penny... »
«Ho deciso che farò la Pozione Animagus!» la bionda sprizzava allegria da tutti i pori solo all'idea.
«La...la che? Esiste una Pozione Animagus?» Elanor era decisamente confusa.
«Certo! Esistono animagus naturali, come la McGranitt, ma anche chi si trasforma con un piccolo aiutino. Pare che la miglior Pozione Animagus sia stata creata proprio qui a Hogwarts, qualche anno fa, da un gruppo di ragazzini. Nessuno ne parla perché pare che nessuno se ne fosse accorto a quei tempi, tranne Gazza, ma lo avevano preso per matto quando aveva detto di aver visto un gruppo di animali girovagare per il castello insieme a un lupo mannaro!»
Elanor si sentiva sempre più confusa, Penny faceva questo effetto molto spesso: quando parlava a raffica ti offuscava la mente e il peggio era che in stato confusionale finivi per fare quello che voleva lei.
«Sapevo saresti stata entusiasta!»
Ecco, appunto! Quando aveva palesato il suo entusiasmo proprio non lo ricordava.
«Signorina Haywood, mi raggiunga nel mio ufficio, subito!» E la professoressa Sprite da dove era spuntata fuori?
«Merda! Devo andare, credo che la Sprite si sia accorta delle piante che mancano nella sua serra! Ci vediamo oggi dopo le lezioni in biblioteca e porta tutto!»
«Tutto cosa?»
«Quello che ci serve!»
«E come faccio a sapere cosa ci serve?»
«Signorina Haywood!» La Sprite non sembrava promettere nulla di buono con il suo tono.
«Lui lo sa!»
«Lui chi?»
«Talbott Winger, trovalo!» Con la chioma svolazzante Penny sia avviò verso l'insegnante di Erbologia e sua direttrice di casa e forse verso il patibolo, ma dopotutto, Penny non era una Serpeverde o una Grifondoro, sarebbe almeno sopravvissuta.
Elanor si sentì osservata e solo a quel punto si ricordò della presenza di Rowan accanto a lei.
«Chi è Talbott Winger?» chiese, più confusa di Elanor.
«Non ne ho la più pallida idea!».

Aveva fatto appena in tempo a varcare la soglia dell'aula di Trasfigurazioni che subito era stata accolta dallo sguardo di odio misto a disgusto di Merula, prontamente imitato da quello semi nascosto dai capelli unticci di Ismelda Murk, detta anche "Figlia di Piton", chiudeva il loro piccolo corteo l'alta figura di Barnaby, che si voltò appena verso di lei prima di prendere posto nell'aula; le aveva appena sorriso o lo aveva immaginato? Probabilmente la seconda, ma non aveva il tempo di rimuginarci troppo, aveva altro a cui pensare: doveva scovare quelle dannate Sale Maledette e trovare suo fratello, poi c'erano i continui problemi che le dava Merula, il disgusto di Piton, la Rath e le sue minacce di morte, la coppa di Quidditch e... aveva già detto del disgusto di Piton verso la sua persona? Ah! E ovviamente c'erano anche le "splendide" idee di Penny e il tizio che doveva trovare. Merlino! A Hogwarts c'erano centinaia di ragazzi, divisi in sette anni diversi e appartenenti a quattro casate differenti, un castello immenso con ancora posti sconosciuti allo stesso Silente... come accidenti avrebbe fatto a trovare quel Talbott Winger?
«Ciao Elanor Blair!» un viso sorridente era appena entrato nella sua visuale. Tulip Karasu, un nome una garanzia, quella di farsi uccidere o espellere.
«Ciao Tulip! Cosa hai fatto ai capelli?» la ragazza di fronte a lei si toccò istintivamente una ciocca di capelli più scura e bruciacchiata e sorrise maggiormente: «Oh! Questo! Niente di particolare, questa mattina volevo sperimentare un nuovo tipo di caccabomba ma quella palla di pelo spennacchiata di Mrs Purr era in agguato, quindi mi sono dovuta nascondere nello sgabuzzino delle scope e... beh! La caccabomba è esplosa!» il tono della sua voce esprimeva effettivamente normalità, come se quello che avesse appena detto fosse la cosa più normale del mondo. Elanor si chiese come poteva essere possibile non avere neanche un amico sano di mente.
«Come farai a trovare Talbott Winger?» la voce di Rowan l'aveva riportata alla realtà, per l'ennesima volta quella mattina.
«Non lo so! Suppongo che chiederò in giro!»
«Come mai stai cercando Winger?» si intromise Tulip. «Perché, lo conosci?» chiese speranzosa. «Beh! Conoscerlo è dire davvero troppo quando si tratta di Winger, ma è un Corvonero del mio anno! Non dirmi che non lo hai mai notato? Eppure condividerai con lui almeno una lezione da tre anni!».
Si sentiva una persona orribile, come faceva a non conoscere almeno tutti i nomi dei suoi compagni di corso?
«È quel tipo schivo, sempre da solo... la gente parla spesso di lui per via dei suoi occhi... rossi!» continuò Tulip.
«Certo! Ora ho capito chi è. Dicono che sia un vampiro!» intervenne Rowan abbassando il tono di voce, ma non abbastanza: «Dubito che lo sia veramente, la notte dorme!» Andre Engwu aveva appena fatto la sua apparizione, con la sua uniforme perfettamente in ordine e di ottima fattura, era così appassionato di moda che riusciva a non sfigurare anche se indossava semplicemente la divisa scolastica; come al solito lanciò furtivo uno sguardo alla cravatta di Rowan, perennemente male annodata, e cercò di mascherare un certo disgusto che evidentemente lo stava cogliendo.
«Condividiamo la stessa stanza e la notte dorme, non mi sembra proprio che se ne vada in giro ad affondare i denti nel collo di fanciulle indifese!»
«Concordo!» intervenne nuovamente Tulip «Anche se personalmente lo trovo piuttosto... inquietante e... » «Sexy!» completò Andre, anche se dall'espressione che aveva Tulip, non era decisamente ciò che la ragazza voleva dire.
«E sta entrando in questo momento!» aggiunse la Corvonero, prima di sgranare gli occhi: «Con la McGranitt!». Nel tempo che l'insegnante impiegò per raggiungere a grandi passi la cattedra, gli allievi erano già perfettamente accomodati nei banchi. Elanor cercò con lo sguardo Winger e vide qualche banco avanti a lei, un ragazzo avvolto nel mantello nero della divisa, con il cappuccio a coprire il capo, se ne stava in un angolo, da solo, senza degnare nessuno di uno sguardo. Vide dita sottili e ambrate sfogliare delicatamente le pagine del libro di testo, per poi abbassare il cappuccio e mostrare capelli castano chiaro che risaltavano sulla pelle scura del ragazzo. Ora lo ricordava, aveva più volte notato quella presenza schiva e silenziosa ma non lo aveva mai degnato di attenzione, vero era che Winger sembrava a suo agio nella solitudine ma era anche vero che Penny sembrava comunque conoscerlo, forse era lei ad essere così insignificante da non essere presa minimamente in considerazione.
«SIGNORINA KARASU, COS'È QUEST'ODORE NAUSEABONDO CHE PROVIENE DAI SUOI VESTITI!» la McGranitt sembrava particolarmente adirata, gli occhi sgranati e le labbra sottili e tirate all'inverosimile non contribuivano a renderla qualcosa di molto diverso da un'acromantula inferocita. Tulip iniziò a sproloquiare scuse a caso come suo solito, da perfetta Corvonero quale era se la sarebbe cavata sicuramente alla grande. Elanor sentì un formicolio al collo, come se qualcuno la stesse fissando insistentemente, si voltò verso Winger, ma lui se ne stava tranquillo con gli occhi e l'attenzione rivolti verso la lavagna sulla quale l'insegnante aveva iniziato a disegnare con la magia particolari sequenze di trasfigurazione, forse stava semplicemente iniziando ad avere le manie di persecuzione.
Come di consueto, a fine lezione tutti si precipitarono in fretta fuori dall'aula, lei racimolò velocemente i libri e le pergamene e fece cenno a Rowan di incamminarsi, lei aveva una persona da avvicinare, ma in pochi secondi Winger si dileguò in uno svolazzo di mantello fuori dall'aula. Rimasta sola si affrettò a corrergli dietro prima che qualcosa di duro la fermasse, sicuramente qualcuno aveva ben pensato di chiuderle la porta in faccia, anche se più che odore di legno sentiva odore di... paglia! Aprì lentamente gli occhi, ritrovandosi dinanzi uno sguardo di fuoco, letteralmente... Talbott Winger era lì davanti a lei, un ciuffo di capelli chiari gli ricadeva leggero sulla fronte, il viso affusolato era ombrato da un'aria severa e gli occhi... Merlino, non aveva mai visto occhi del genere, neanche nel mondo magico: due pupille rosso scuro la scrutavano immobili. Sentì una morsa al petto, non si aspettava certo di essere presa così alla sprovvista o forse erano quegli occhi che la mettevano in soggezione o forse...
«Se mi stai cercando, farai bene a rivolgerti direttamente a me, invece di chiedere in giro informazioni!» aveva parlato con voce calma ma più sicura di quello che si sarebbe aspettato Elanor.
«Io... io... » perché accidenti balbettava adesso?! «Mi stavi cercando?» chiese lui sarcastico. Certo che lo stava cercando! Perché lo stava cercando? Oh Merlino! Penny... certo... Penny e quella sua cavolo di Pozione Animagus.
«Beh! Mi hai trovato!» lui se ne stava tranquillo e austero a guardarla dalla testa ai piedi «Io sono... » iniziò Elanor, ma lui la interruppe subito: «Lo so chi sei, spezzaincantesimi!».
Si sentiva una stupida, una completa stupida... e anche imbranata. Ma che accidenti le prendeva?!
«Penny, lei... » cercò di riprendere almeno il controllo di se stessa, ma lui la interruppe nuovamente: «So anche questo! Dopo le lezioni, davanti alla Sala Grande, gli altri saranno a pranzo e avremmo la via libera!» Avrebbe voluto chiedergli la via libera per cosa, ma lui le voltò improvvisamente le spalle e uscì dall'aula a grandi falcate.
Elanor si sentì come riemergere da una lunga immersione, respirò a fondo e si incamminò per raggiungere l'aula per lezione successiva, riproponendosi di riappropriarsi delle sue facoltà mentali per ora di pranzo, quel Talbott Winger era veramente un tipo strano.

   
 
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