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Autore: Aliasor    11/06/2020    0 recensioni
Dal capitolo 7: "Ogni tanto non è male farsi alzare l’autostima da un amico. Tempo però, all'improvviso, smise di sorridere allegro per mostrare qualcosa di simile a un’aria di nostalgia ed amarezza.
Come a ricordare qualcosa che non voleva rivangare, come a riaprire una porta che voleva tenere chiusa con centinaia di lucchetti e catene.
- L’amore se dovessi trovarlo… scappa lontano. Ti pugnala al cuore e le cicatrici continuano a sanguinare… no, lascia perdere. Se trovi l’amore seguilo.-"
Breve comprensione della vita, della morte e dell'amore di alcuni individui che non possono essere definiti "esseri umani normali". Angeli, Divinità, Coboldi, Homo Sapiens, "l'Uomo Nero e la sua allegra famiglia non tanto allegra" e qualunque cosa presentino i Mondi. Il lieto fine non è sempre contemplato. Per noi è storia, per loro realtà.
Originariamente pubblicati sul mio blog.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Gli avanzi di carne e sangue colavano dalla bocca creata per l’occasione della creatura nera appena nata, il primo disgustoso pasto del bebè e che aveva fatto il suo ingresso nel mondo con un sonoro vagito, macabro sostituto di pappine e latte materno.
L’Uomo Nero non si sarebbe mai aspettato un risvolto del genere quando iniziò a tenerlo d’occhio anni prima, sapeva che aveva qualcosa di speciale ma non si aspettava nulla di simile. Una spettacolare sorpresa!
Si prese qualche minuto per contemplarlo con gli occhi di un bambino che stava assistendo ad uno spettacolo di magia, non voleva perdersi nemmeno un minuto di quella scena!
Il primo omicidio, era per lui, era come una vergine che veniva violata; una sensazione e possibilità che avveniva solo una volta nella vita.
Un po’ però gli dispiaceva, aveva sempre lo immaginato completamente puro era si era insozzato. Che tristezza.
Funziona sempre così, dopo intensa, splendida gioia, giunge la noia e la tristezza, il dolore dell’irrepetibilità sostituiva la frenesia della prima volta.
<< Allora, come ti senti?>> Domandò aggiustandosi l’amato cappello. << Il primo omicidio non deve essere facile, figliol...>>
Il suo ventre su trapassato dalle mani affilate, scheletriche e nere dell’essere, questo era strano. Un’evocazione che attaccava qualcuno al cui evocatore era affezionato? Strano, forse si trattava di una delle folle Bestie dell’Apocalisse che anche l’angelo Iruel evocava? No, nella “Rivelazione” nessuno combaciava alla sua descrizione.
<< Okay, bene.>> Commentò senza sputare sangue o lamentarsi, si limitò a strapparsi la testa di netto per lanciarla in alto.
Non ci volle molto per rigenerarsi completamente, ossa, tessuti, muscoli, nervi; non era come nei fumetti in cui ci voleva del tempo, per lui era stato immediato come il battere delle ali di un colibrì.
Atterrò elegantemente mettendo al suo posto la sua nuova cravatta, gli abiti potevano essere fatti alla sua stessa materia ma per natura preferiva acquistarli in qualche negozio alla moda; quelli in particolare gli erano costati un occhio della testa.
Si grattò il pizzetto nero come a dover riflettere su come agire, ucciderlo non avrebbe influito sull’evocatore a livello psico-fisco, lo avrebbe solo indebolito per qualche ora.
In poco tempo quell’essere nero era stato partorito dall’ombra di Adam e gli era ancora attaccato per la parte inferiore come un cordone ombelicale è connesso alla madre, poteva forse tentare di tagliarlo?…No, quello strano essere aveva dimostrato di poter modificare la sua struttura fisica, non era improbabile il poter rendere elastico il proprio corpo, la sola parte che restava sempre uguale era la maschera allungata da volatile. In quel caso non restava che fare una singola cosa.
<< Questa è una cosa che… diamine, odio proprio farlo.>> Lo sguardo nei suoi occhi scarlatti cambiò, da spensierato divenne improvvisamente serio. << Scusa tanto, farà tanto male ad entrambi.>>
Scagliò in aria una pietra che aveva fatto fuoriuscire letteralmente dalla carne della sua mano sinistra, un’azione che reputava terribilmente disgustosa e inelegante.
<< “Witches’ Hill. La collina delle Streghe innocenti morte.”>>
La pietra si frantumò in mille e più pezzi che caddero a terra come meteoriti conficcandosi con forza nel cemento. Poi, ad un movimento delle dita nere dell’uomo crebbero pali neri e appuntiti che si incrociarono tra di loro in spiragli il più piccoli possibili, anche liquefacendosi la maschera non sarebbe mai potuta passare attraverso i buchi.
Non amava usare i suoi poteri, non era un’abilità di cui vantarsi, ma alle volte il bisogno supera ogni tipo di virtù… e poi se avesse usato altro avrebbe potuto uccidere l’intera nazione.
<< Finiamola qui, okay?>> Chiese con un sorriso gentile. << Improbo Tribunale delle Streghe di Salem...>>
Come la creatura era nata dall’ombra di Adam, un insieme di rami iniziò ad innalzarsi dalla schiena dell’Uomo Nero, sembrava che il peso non fosse un problema per lui.
Da ogni lungo ramo del color del petrolio pendeva quello che aveva l’aria di un cappio vuoto, uno scenario di morte e sofferenza.
<< … Il cappio al collo della bugiarda Abigail.>>

Cominciò a battere delicatamente la mano sulla guancia del giovane, aveva perso la parrucca nera che indossava solitamente restando con i suoi capelli bianco rossi liberi.
Si chiese perché se ne vergognasse, erano bellissimi.
Aveva un terribile cerchio alla testa, come se fosse ubriaco; voleva solo dormire un po’. L’altro pensò fosse normale, risvegliare il Craft in modo forzato e traumatico come quello poteva portare a consumare molta della propria anima, sino a quando non si fosse rigenerata completamente era abbastanza inerme, come quando si finisce per andare in deficit d’ossigeno in montagna.
Doveva essersi mentalmente represso davvero a lungo per portare la sua anima a generare una cosa del genere, l’aveva analizzata grazie al suo potere e non apparteneva alla categoria dell’evocazione, era qualcosa di diverso e che non aveva mai visto.
Era letteralmente una sua emanazione in grado di utilizzare a sua volta delle variazione del Craft. Era un essere vivente dotato di una sua anima immortale e senziente, Adam aveva creato una nuova razza simbiotica.
Tale potere non rientrava nemmeno nella categoria dell’atipico come lui, era qualcosa di unico in tutta la storia; senza contare che in quelle sfere che spuntavano dal suo corpo erano incisi segni nella lingua divina, ne era certo.
Gli serviva un nome, un nome gli avrebbe dato un’identità e quindi un potere… sì, lo aveva. Era perfetto.
Un ragazzo così puro da creare un altro essere vivente per non dover uccidere, così buono da non aver mai vomitato un’offesa, un cuore che non era in grado di generare odio sino alla fine.
<< Signore, cosa… cosa è successo? Non ricordo quasi nulla, solo nero.>>
<< Hai solo generato un potere, ricordi quando ti salvai da bambino? Tu hai lo stesso potere, permettimi di essere io a dargli un nome in tuo onore. Si chiamerà in tuo Kalokagathia Eidolon, è perfetto.>> Concluse. << Ora dormi.>> Lo prese in braccio come un padre fa con un figlio piccolo che si mette a dormire sul divano invece che sul letto. << Da adesso ti proteggerò e ti insegnerò tutto io, Adam. Sarai l’essere umano definitivo.>>




Capitolo abbastanza breve, è l'ultimo pubblicato sul blog in ordine di tempo. La creatura "partorita"  da Adam è già apparsa nel webcomic su instagram e facebook, presto arriverà la pagina della wiki.

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