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Autore: loverrrr    11/06/2020    1 recensioni
Bella è una veterinaria, lavora insieme alla sua migliore amica Alice. Le sono sempre piaciuti gli animali, sin da quando era bambina.Per l'ennesima volta, Edward, fratello di Alice, le fa recapitare un bellissimo mazzo di rose rosse, ma...
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Cullen, Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black | Coppie: Bella/Edward, Bella/Jacob
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film, Contesto generale/vago
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Buongiorno, o buona sera dipende quando leggere il capitolo. Ultimamente sto aggiornando molto di sera sul tardi ma prometto di aggiornare il prossimo capitolo quanto prima. Nello scorso capitolo ha parlato di nuovo Seth e ha scoperto che è innamorato della stessa ragazza che piace al cugino. Ora la domanda è: come faranno? Ma soprattutto, Bella lo scoprirà mai? Vediamo cosa succede in questo capitolo...





Pov Bella

 
Ma che cosa sto combinando? Mi domando mentre poggio la testa indietro sul divano. Sospiro. Edward è il mio futuro, dovrei pensare a lui, e soprattutto è lui il mio ragazzo. Sono fortunata, dico sul serio. Se ora lo chiamassi e gli chiedessi di venire, lo farebbe all’istante, anche se fossero le quattro di notte o avesse un impegno. Per lui esisto solo io e lui è meraviglioso sotto ogni punto di vista, mentre io non faccio altro che combinare pasticci. Lo amo, voglio che ci sia nel mio domani e nei giorni avvenire, ma forse non gliel’ho dimostrato abbastanza. Devo fare qualcosa, qualcosa che lo faccia sentire amato proprio come lui fa con me. Mi dico. Balzo dal divano e corro a prendere il computer. Credo di aver trovato la giusta soluzione! Mi dico. Lo apro, vado su Google e cerco delle soluzioni di viaggio per una settimana a New York. Lo so, è lontano da qui, ma Edward ha sempre raccontato che NY è una delle sue mete preferite e una volta disse che avrebbe voluto andarci con me, quindi, perché non portarcelo io? Dio, ne sarà entusiasta! Mi dico euforica. Dopo aver vagliato diverse soluzioni, tra cui hotel e b&b, faccio l’acquisto del pacchetto viaggio, lo stampo e piombo all’improvviso a casa sua. Dal citofono la voce appare assonnata, involontariamente devo averlo svegliato ma la sorpresa che ho in mente per lui lo sveglierà all’istante. Apre la porta, dall’aspetto e dallo sbadiglio, direi che stava dormendo, ma sorride subito dopo. Gli do un bacio sulla guancia. Indossa una canotta senza maniche bianca e un paio di boxer. Se dicessi che è un figo pazzesco, esagererei? Spero di no perché lo è davvero.
«Non volevo svegliarti», mugolo entrando.
Sfilo il giubbotto di jeans e lo metto nell’appendi abiti all’ingresso.
«Mhmmm, non preoccuparti amore, anche se un po' mi sono spaventato», dice in toni assonnati, tra uno sbadiglio e l’altro.
«Scusa, ma volevo farti una sorpresa», mugolo mentre andiamo in soggiorno.
Edward storce il naso facendo una smorfia. «Una sorpresa?», domanda dubbioso e curioso allo stesso tempo e ci sediamo sul divano. Lui scompiglia i capelli ed io tiro fuori dalla borsa il pacchetto viaggio e glielo porgo in mano sorridendo. «Sorpresa!», esclamo felice.
Sul suo viso comincia a intravedersi un sorriso, che diventa sempre più grande e luminoso. «L’hai fatto davvero?», domanda esaltato mentre alza lo sguardo.
«Sì, poco fa» e annuisco.
«Andremo una settimana a NY?», esclama incredulo.
«Sì, una settimana solo per noi a NY», dico felice.
«Bella… amore ma è meraviglioso!», esclama felice, con un viso così radioso, luminoso; leggo nei suoi occhi felicità e tanto amore, e quel sorriso lo rende ancora più meraviglioso.
«Ti amo Edward», sussurro catturando in un secondo il suo sguardo. «E dato che volevi portarmi a NY, beh ho pensato di portarti io», dico ridacchiando.
«È il regalo più bello che potessi farmi tesoro e ti amo da morire anche io», sussurra attirandomi a sé.
Poggio la testa sul suo petto, le gambe distese quasi sopra alle sue e le mani dietro al suo collo mentre lui accarezza la mia schiena.
«Quando partiamo?», chiede curioso.
Alzo leggermente lo sguardo per poterlo vedere dritto negli occhi e rimanerne affascinata. «Dopo domani», dico un po' ridendo.
«Posso amarti ancora di più?», domanda euforico.
Ridacchio tornando a poggiare la testa sul suo petto. «Certo! E poi, per una volta ho pagato io visto che quando usciamo insieme paghi sempre tu».
Ride anche lui. «Sarà una settimana indimenticabile… NY è così piena di posti da visitare».
«Dovremmo trovare un bel regalo da riportare ad Alice. Una settimana senza di me sarà dura», dico.
«Forse è meglio due», dice sarcasticamente.
«Sì forse due è meglio», dico mentre cerco di tornare in piedi ma lui mi riporta subito giù.
«Dormi qui?», sussurra spostandomi indietro una ciocca di capelli.
«Speravo me lo chiedessi…», sussurro sorridendo.
Sorride anche lui, ma non andiamo a letto subito. Restiamo ancora qualche minuto a coccolarci.
 
«Guarda che voglio un regalo!», dice Alice in toni minacciosi e al tempo stesso sarcastici.
«Te ne porteremo due sorellina», risponde Edward euforico mentre le da un forte abbraccio.
«E mi raccomando, fate i bravi», dice Alice, rivolgendosi a tutti e due, in toni maliziosi.
Io arrossisco un pochino. «D’accordo, lo faremo» e l’abbraccio. Il taxi ci sta aspettando fuori dallo studio. Siamo venuti a salutare Alice e ricordarle di passare a prendere i nostri piccolini, Teddy ed Angel. A dire il vero volevamo ringraziarla nuovamente per il grosso favore che ci fa tenendo i nostri cuccioli ed io volevo ringraziarla ulteriormente per non essersi arrabbiata. Insomma, parto per una settimana e in studio non ci sarà nessuno, esclusa lei ovviamente.
«Bella ciao!», esclama Jacob, in toni sorpresi e un po' impacciati.
Ci giriamo tutti verso di lui. Non pensavo che sarebbe tornato, tutt’altro. Posa lo sguardo sulle nostre valigie.
«Ciao Jacob», rispondo in toni un po' freddi. Mi dispiace, ma faccio fatica ad essere gentile visto come si è comportato, specie con Edward.
«Parti?», chiede Jacob curioso, infilando le mani in tasca.
«Partiamo sì. Una settimana di puro relax».
«Allora non ti faccio perdere molto tempo», farfuglia, «volevo scusarmi. So che non ci crederai» sposta lo sguardo verso Edward «e nemmeno tu probabilmente, ma ci terrei molto a scusarmi con entrambi. Sono stato maleducato, soprattutto con te Edward, e mi dispiace davvero», dice in toni dispiaciuti.
«Grazie Jacob» accenno un sorriso. «Ora dobbiamo proprio andare, il taxi ci aspetta», dico mentre prendo la mia valigia.
«Oh, giusto, dovete partire», farfuglia Jacob.
«Sì, ma grazie di essere passato», risponde Edward, prendendo la sua valigia.
«Spero accettiate le mi scuse e… buon viaggio» alza la mano per salutare e mentre se ne va, noi salutiamo ancora una volta Alice e saliamo in taxi.
«All’aeroporto grazie», dice Edward.
«Non pensavo che sarebbe venuto a cercarmi ancora», dico in toni dispiaciuti.
«Tesoro non preoccuparti», dice in toni rassicuranti.
«Ma ciò che conta è la nostra vacanza di una settimana a NY. Ci pensi che avremo una settimana tutta per noi?», esclamo euforica.
«Sì e non mi sembra vero», sorride guardandomi. «Grazie amore, è stata una sorpresa meravigliosa», dice dolcemente.
Ricambio il sorriso. «Ti amo».
«Anch’io ti amo».
 
La vacanza a NY si è rivelata pazzesca e ho così tante cose da raccontare che non basterebbe nemmeno un libro intero. Tanto per cominciare, la sera che siamo arrivati abbiamo cenato in un ristorante favoloso – tutta opera di Edward – il quale, durante il volo, a sua volta, ha voluto farmi una sorpresa prenotando al Gotham e dopo cena abbiamo fatto un giro panoramico fino al Rockefeller Center, è stato davvero magico. Il giorno dopo, mi sono svegliata e c’era la colazione in camera con un’altra sorpresa, una piccola scatolina di Tiffany contenente una collana a forma di cuore stracolma di piccoli diamanti. Diciamo che ci siamo fatti entrambi due bellissime sorprese. Ma non è finita qui! Il giorno stesso abbiamo fatto un bellissimo giro in centro e ci siamo dedicati ai regali per Alice e per noi, soprattutto per Edward – vista la bellissima collanina che ha voluto regalarmi – e la sera abbiamo mangiato in camera, eravamo stanchissimi. I giorni successivi abbiamo visitato la città, fatto altro shopping e Edward – o forse sarebbe meglio dire – quel matto di Edward, mi ha fatto un altro bellissimo regalato: una cena in uno dei più lussuosi ristoranti di NY proprio difronte alla statua della libertà. Non gli ho chiesto quanto abbia pagato perché altrimenti mi sarei rifiutata di entrarci, ma è stato una bellissima sera e… mentre rientravamo in hotel, vicino Central Park, ci siamo scambiati il nostro primo bacio. Ho preso io l’iniziativa, volevo farlo già da tempo ma non volevo affrettare le cose. Sembra complicato come ragionamento, in realtà avevo paura che baciandolo sarebbero riaffiorate tutte le mie paure ed insicurezze, ma così non è stato, tutt’altro. Direi che questo viaggio ci è servito a capire quanto sia davvero difficile riuscire a rimanere separati.
«Devo andare in redazione», mormora Edward con voce roca.
«Lo so», mormoro triste mentre gli accarezzo i capelli.
«Non ci vorrà molto per arrivare a sera», dice in toni rassicuranti.
«Sarà un tempo lunghissimo invece», mugolo.
«Ce la caveremo, vedrai» cerca di essere convincente. «Infondo cosa vuoi che sia?», esclama arricciando il naso.
«D’accordo, allora ci vediamo stasera».
«A stasera tesoro e buon lavoro» lascia un bacio tra i miei capelli e indietreggia, si gira ma torna subito indietro. Le mani afferrano il mio viso mentre la sua bocca si impossessa della in un bacio carico di passione e desiderio. Porto le mani dietro al suo collo avvinghiandomi ad esso.
«Avevi ragione tu», mormora Edward con voce roca, tra un bacio e l’altro.
Ci fa separare un colpo di tosse piuttosto acuto. «Buongiorno ragazzi», dice Alice in toni imbarazzati. Non che io e Edward non lo siamo, anzi.
«Ciao Alice, allora come stai?», domando imbarazzata, riprendo fiato mentre un batuffolo color miele viene avanti correndo. Lo prendo in braccio e lo coccolo. «Ehi Teddy!!!!!!!», esclamo felice.
«Voi due piuttosto!!!!! Tornate e vi trovo appiccicati come due sardine. Mi dovete delle spiegazioni», dice Alice esterrefatta.
«Molto semplice sorellina: siamo innamorati e ci stavamo solamente salutando», mette in chiaro Edward.
«Se lo dici tu… allora, com’è NY? Una figata vero?», domanda Alice entusiasta e curiosa.
Poso Teddy a terra. «È meravigliosa!», dico felice girandomi verso Edward. Ci sorridiamo.
«Sì è stupenda sorellina, devi visitarla merita veramente», dice Edward.
«E Edward lo è ancora di più», dico facendole notare la bellissima collana.
«Ma è bellissima!», esclama felice.
«Guarda non puoi nemmeno immaginare dove mi ha portata a cena. Edward è stupendo», racconto euforica.
«Conoscendo mio fratello avrà speso un patrimonio, ma sono felice per voi, ve lo siete meritati».
«Grazie Alice e non è tutto! Abbiamo due regali per te!», dico con voce sempre più euforica.
«Ragazzi grazie, ma scherzavo quando ve li ho chiesti».
«Vedrai ti piaceranno! E qui come sono andate le cose?», chiedo curiosa.
Alice sospira e il suo sguardo diventa leggermente cupo, preoccupato. «Non te l’ho detto prima perché volevo che vi godeste il viaggio, ma sono venuti i vicini di casa di Billy e non erano per niente contenti», racconta Alice con voce rattristata.
«Cosa sono venuti a fare? Non capisco?», domando confusa.
«Probabilmente saranno venuti anche in redazione», dice Edward dubbioso.
«Questo non lo so, ma hanno chiesto di te e dal tono della voce erano tutt’altro che allegri», racconta Alice.
«Devo andare in redazione il prima possibile, tu intanto avverti Billy», dice Edward.
«D’accordo sì», dico annuendo.
Lo bacio a fior di labbra e lo lascio andare in redazione. «Così tu e mio fratello avete fatto baldoria a NY?», domanda Alice, con voce maliziosa.
Arrossisco in viso facendo una smorfia. «Era solo un bacio, tutto qui», puntualizzo.
«Un bacio? Bella era letteralmente un fuoco ardente, giuro», fa notare Alice.
Ridacchio. «Vado a prendere i regali e torno», dico mentre mi avvio. Siamo venuti qui con la mia macchina, abbiamo dormito da me la scorsa notte. Sicuramente le piaceranno molto, io le ho preso più di un regalo perché volevo che avesse un bel ricordo, come se fosse venuta insieme a noi, mentre Edward gliene ha comprato solamente uno.
«Ecco a lei!», esclamo porgendole la busta.
«Bella spero che tu stia scherzando?», domanda Alice in toni perplessi.
«No mia cara e questi sono i miei, vedrai quello di Edward».
«Non vedo l’ora di aprirli! Grazie tesoro, siete stati carinissimi», dice Alice con voce emozionata.
Io le ho regalato una tazza con la scritta NY, una maglietta con la scritta NY, una calamita per il frigo accompagnato da altri gadget locali e una bellissima statua a forma di cane che richiama la sua passione per gli animali, mentre Edward le ha regalato un abito favoloso, le piacerà un sacco!
«Ma sono stupendi! Bella non dovevate!!!!!!!!!», dice Alice euforica e commossa.
«Sono contentissima che ti siano piaciuti» sorrido. «Piuttosto mi dispiace per i casini che hanno creato i vicini di Billy», dico preoccupata.
«È probabile che abbiano visto la notizia al tg o che abbiano letto l’articolo», dice Alice.
«Sicuramente è stato così, ma noi abbiamo dovuto farlo», dico in toni preoccupati. «Non potevamo lasciare che lo facessero di nuovo».
«Non avete nessuna colpa Bella. Casomai sono solo che dovrebbero vergognarsi per ciò che hanno fatto», dice Alice, in toni rassicuranti.
«Sì è vero, però ti hanno creato casini ed io non ero nemmeno presente», dico in toni dispiaciuti.
«Puoi stare tranquilla perché li ho messi subito a tacere» Alice cerca di rassicurarmi più volte, ma sono comunque preoccupata e dispiaciuta per averla lasciata da sola. Sento puzza di guai, specie per la redazione. Edward ci ha messo anima e corpo in quell’articolo e la video news è perfetta. Noi vogliamo solo fare giustizia e salvare dei poveri, innocenti animali che sono stati abbandonati da gente senza scrupoli. Come si può abbandonare un cane o un gatto? Come si può anche solo pensare di farlo? Dio, mi sale il sangue al cervello al sol pensarci. Sospiro per tentare di darmi una calmata e sento Billy al telefono. Sul momento rimane un po' sorpreso perché credeva non avrebbero avuto il coraggio di presentarsi qui, ma visto come sono andate le cose, si è dovuto ricredere. Ci siamo dati appuntamento per il primo pomeriggio al bar di fronte il mio studio, per capire come procedere. Non possiamo mica lasciar correre? Sarebbe da pazzi e non faremmo altro che dare ragione a quelle persone, oltre che dare l’idea di esserci spaventati.
«Con Billy ci vediamo nel primo pomeriggio, dobbiamo agire quanto prima», dico sistemando il cellulare nella tasca del camice.
«Fate bene, io sto dalla vostra parte», dice Alice.
«Grazie».
«Caffè?», domanda Jacob timidamente, entrando in studio con una busta di carta. Chiude con il piede la porta e si avvicina. «Spero di non disturbare».
«Ah dire il vero sono appena arrivata», dico.
«Ottimo allora», dice sorridendo mentre posa la busta sul tavolo e tira fuori tre caffè. «Ne ho preso uno anche per la tua amica, se le va naturalmente».
«Oh, grazie», risponde Alice sorpresa.
«A te va?», domanda rivolgendosi a me.
«Ma sì, un caffè ci sta. Grazie Jacob», dico sorridendo.
Sembra tranquillo, diverso da come l’ho lasciato quando sono partita. Magari è cambiato in questa settimana. Mi dico.
«Ecco a te» prende il caffè e lo porge ad Alice, che accetta ringraziando di nuovo, ed ecco a te, e lo porge a me. «Allora, dove siete andati di bello?», domanda curioso.
«A NY. Edward voleva andarci da tempo e finalmente abbiamo trovato un po' di tempo libero per visitarla», dico eccitata. «Tu ci sei mai stato?».
«No però immagino sia bellissima», risponde bevendo un po' di caffè.
«Sì è stupenda NY, dovresti andarci».
«A proposito, papà mi ha accennato della storia dei vicini. Mi… dispiace che vi abbiano dato problemi», dice in toni preoccupati e dispiaciuti.
«Avrei dovuto prevedere che sarebbero venuti qui. Edward crede che siano andati anche in redazione», dico preoccupata mentre  sorseggio un po’ di caffè.
«È molto probabile, sì. Ma che ti hanno detto?», chiede Jacob curioso.
«C’era Alice quel giorno, e forse è stato meglio così perché se cero io non so cosa sarebbe successo», dico sospirando.
«Ti consiglio di non abbassarti al loro livello, non ne vale la pena», dice. «Comunque, se hai bisogno di qualcosa o Edward ha bisogno di aiuto, io ci sono».
«Dici davvero? Beh grazie mille, una mano in più ci sarà molto d’aiuto» sono parecchio sorpresa di sentirli dire quelle parole. «Magari nel pomeriggio puoi venire con Billy, ci vediamo al bar qui di fronte».
«Certo, volentieri», dice sorridendo. «Ora devo andare e immagino tu abbia da lavorare».
«Oh sì è vero!».
«Ottimo allora! Ci vediamo più tardi».
«A dopo Jacob» lo saluto con un cenno e finisco di bere il caffè.
«Posso dire come la penso?», esclama Alice preoccupata.
Arriccio il naso confusa. «Se ti riferisci al suo atteggiamento mi è sembrato strano anche a me, però chi può saperlo», dico scrollando le spalle, «magari ha riflettuto e ha capito che stava sbagliando».
«Oppure c’è qualcosa sotto», dice Alice in toni sospettosi.
«Io una seconda possibilità gliela darei», dico.
«Forse, però ti consiglio di stare attenta, anche se è stato gentile a potare il caffè, ci voleva».
«È vero si, ci voleva proprio un buon caffè», dico ridacchiando mentre ne sorseggio un pò.
   
 
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