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Autore: Dragon mother    13/06/2020    1 recensioni
Il Natale, per Isabella è il periodo più magico dell'anno e questo in particolare, le lascerà un regalo inaspettato. Dal prologo -..per chi, per un motivo o un altro, è costretto a vivere per strada.
Ma si sa che l’amore e la magia che avvolgono questo giorno, possono rendere possibile ogni storia.
E questa è la nostra storia.-
Genere: Fluff, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Cullen, Edward Cullen, Isabella Swan, James | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Buongiorno ragazze.
Comincio col ringraziarvi per le recensioni e per aver inserito questa storia tra le seguite e le ricordate.
Ora, spero che nessuna di voi si senta a disagio o urtata da quello che leggerà nel capitolo: Bella fa esattamente quello che avrei fatto io, se potessi.
E’ per metà un pov Alice e metà pov Edward, così capiremo meglio come si sentono entrambi in questa situazione.
Detto questo vi lascio alla lettura e come sempre vi invito a farmi sapere cosa ne pensate.
Un bacio e a presto.
 
 
 
 
Alice
 
Mi sono fatta convincere da Bella a fare questa cosa ma non sono molto tranquilla.
Lei lo conosce un po’ più di me, se per conoscere può valere il parlargli ogni mattina per un quarto d’ora da forse tre settimane ad oggi, ma per come sono fatta io, non avrei mai minimamente pensato di portarlo a casa mia.
Bella ha un cuore grande e tanta fiducia nel prossimo, io un po’ meno.
 
Nella mia vita non ho mai faticato per avere qualcosa e forse è proprio per questo che non ho avuto molti amici: pochi hanno saputo guardare oltre le apparenze e Bella è una di quelli che ci è riuscita.
Quindi se lei vuole compiere questo gesto verso il ragazzo che l’ha salvata, va bene.
 
Parcheggio l’auto poco distante dal centro e mi immetto tra la folla che si accalca per le vie.
Anche io adoro il Natale ma Bella mi batte 3 a 0 quando si tratta di addobbare casa.
Lascio sempre fare a lei che si diverte come una bambina e ha anche un gran gusto in fatto di decorazioni.
Persa in quei pensieri mi accorgo solo ora di aver raggiunto il posto descritto da Bella, dove avrei trovato il ragazzo.
Lo intravedo, chino a terra mentre disegna con i suoi gessetti; quando finalmente alcuni passanti si spostano, mi avvicino e paleso la mia presenza.
“Ciao”
Lui alza la testa, sorpreso da quel saluto, forse nessuno lo fa, penso, a parte la mia amica.
Mi riconosce, avendomi già vista passeggiare con Bella nei giorni addietro e subito si alza in piedi, salutandomi a sua volta.
“Sono qui per conto di Bella, mi ha detto di venirti a prendere e di portarti a casa da lei. Ti invita a casa, a passare il Natale con lei” sta per interrompermi, forse per rifiutare l’invito ma io lo fermo.
“Mi ha anche detto che non accetta un no come risposta perché si offenderebbe a dismisura” concludo aspettando una sua risposta.
Mi scruta e si prende un po’ di tempo prima di rispondere.
“Isabella è una cara ragazza e io sono felice che lei abbia pensato a questo gesto ma..” lo fermo alzando un dito
“Ricordi cosa ho appena detto, non accetta un no come risposta” ripeto canzonando la mia voce.
“Allora sono costretto ad accettare. Prendo alcune cose e possiamo andare”
 
In pochi minuti raggiungiamo casa e quando apro la porta, troviamo Bella sul divano, avvolta dalla sua coperta natalizia preferita: sopra sono disegnate le renne di Babbo Natale, tanti regali dai grossi fiocchi e un Babbo sorridente.. solo lei può comprare cose del genere anche se devo dire che un po’ la invidio per come sa entrare nel perfetto clima natalizio: nessuna è come lei.
Scuoto la testa mentre lei si apre in un grosso sorriso ma so che non è per me bensì per il ragazzo che mi segue e che proprio ora sta entrando nel nostro salotto.
Si salutano, come se si conoscessero da una vita e subito lo invita a sedersi accanto a lei.
“Sono contenta tu abbia accettato e che sei qui”
“Non avresti accettato un no come risposta, quindi eccomi” le sorride sincero, negli occhi un luccichio felice.
“Non devi essere in imbarazzo, sentiti come se fossi a casa tua. Oggi pomeriggio Alice ci lascerà, per passare il Natale con i suoi e noi resteremo qui. Non c’è nessun’altro in questa casa, puoi stare tranquillo” le dice allungando una mano per posarla sulla sua.
Pensavo che data la sua timidezza e riservatezza, si sarebbe sottratto al suo tocco e invece ha addirittura appoggiato l’altra sua mano su quella di lei.
Questo ragazzo mi stupisce sempre più.
 
E’ quasi mezzogiorno e decido di preparare qualcosa per pranzo anche perché a breve dovrò mettermi in viaggio.
Mentre cucino sento Bella parlare con lui, invitandolo a seguirla in bagno, dove so che lei gli ha preparato un cambio pulito, degli asciugamani e un set per farsi la barba e tagliare i capelli.
E’ già da qualche giorno che vedo girare roba maschile in quel bagno e mi convinco sempre di più che lei avesse in mente questa cosa già da un po’.
 
Quando esce dal bagno, pulito e con barba e capelli fatti, non sembra neanche più lui.
E’ veramente un ragazzo giovane e anche carino e dentro di me sale un moto di compassione per la sua vita così disagiata.
 
Pranziamo tranquilli e un po’ in silenzio, gli argomenti da trattare non sono tanti.
 
Quando per me è ora di mettersi in viaggio, l’abbraccio che mi dà sembra voler imprimere sulla mia pelle il bene che prova per me.
“Non preoccuparti per noi Alice, staremo bene e se avremo problemi chiameremo aiuto. Goditi questa meravigliosa festa e salutami i tuoi” le dico incoraggiandola a fidarsi.
“Ok, bene, allora io vado. Vi ho lasciato qualcosa di pronto nel frigo per stasera e domani a pranzo. Se non dovesse bastare trovi delle pirofile nel congelatore. Ciao Bella, ti chiamo domattina” poi mi rivolgo a lui
“Ciao e mi raccomando te la affido. Per qualsiasi problema chiamatemi o chiamate qualcuno. Buon Natale a entrambi” e con un gesto della mano li saluto, afferrando il mio trolley e uscendo di casa.
E così rimangono da soli.
 
 
Edward
 
Quando mi sono trovato di fronte l’amica di Isabella, mi sono domandato se le fosse successo qualcosa, preoccupandomi per lei in un modo che non mi accadeva da tempo.
E invece mi aveva cercato per portarmi a casa loro, per evitarmi di passare questo giorno di festa solo come un cane.
Sono molto felice del suo gesto, e allo stesso tempo mi sento in imbarazzo, però non so perché ma non riesco a considerare pena nei miei confronti, quello che ora sto leggendo nei suoi occhi.
 
Siamo qui in salotto e da poco la sua amica ci ha lasciati soli.
Abbiamo davanti un pomeriggio intero per conoscerci ma non ho la più pallida idea di come comportarmi.
Non sono più abituato ad avere contatti di questo tipo, a relazionarmi con le persone e anche se lei è così gentile e premurosa, fatìco un po’ a lasciarmi andare.
“Che ne dici di guardare un po’ di tv?” mi chiede riportando la mia attenzione in quella stanza.
La tv.. quanti anni sono che non seguo un programma, che mi godo un film o provo a indovinare le risposte di un quiz?
Tanti, troppi, ho perso il conto.
Però un documentario mi farebbe piacere vederlo..
“Sì, volentieri.. a te che programmi piacciono?” le chiedo cercando di instaurare un dialogo tra persone che vorrebbero conoscersi almeno un po’.
“Mmh.. io adoro i programmi di cucina ma anche i film romantici da carie ai denti e quelli di quiz ma lascio volentieri scegliere a te, per questa volta” mi dice facendo una risatina per le sue ultime parole.
“Ok, allora ti ringrazio e penso che cercheremo un bel documentario” propongo soddisfatto.
“E documentario sia” mi allunga il telecomando e inizio a fare un po’ di zapping finchè incappiamo su Focus che proprio ora sta trasmettendo un filmato sulle foche.
Volto un attimo lo sguardo su di lei per chiederle se questo può piacerle e la trovo già molto interessata alla tv.
Non posso non fermarmi un attimo ad osservarla: sembra così piccola, avvolta in quella coperta pesante.
Sorride appena, seguendo le scene tipiche delle foche in tv.
Se penso all’aggressione che ha subìto mi si stringe il cuore, per fortuna sono intervenuto e ora sta bene.
E’ stata così gentile e generosa nell’ospitarmi qui, a casa sua, nessuno mai aveva avuto un gesto così cortese nei miei confronti.
Ma lei è diversa, si vede e lo sento anch’io, nel mio cuore.
 
Riporto l’attenzione sul documentario quando è lei a interrompere la visione, chiedendomi se ho sete o se voglio una coperta.
E’ così cara, sarei io a doverla servire dato il suo stato.
“No ti ringrazio, Isabella, per ora sono a posto così. Tu piuttosto, ti serve qualcosa? Hai dolori?” le chiedo guardandola ancora.
“No, stranamente la testa ha smesso di pulsare e non ho neanche fastidi alla vista. Tutto bene” mi ringrazia regalandomi un sorriso dolcissimo.
 
Finito il documentario, ci mettiamo a guardare un quiz, molto divertente, facendo a gara a chi risponde per primo.
Di molte domande non conosco risposta, sono fuori dal mondo da praticamente una vita e per non metterla in imbarazzo più di quanto non sia già, faccio finta di non ricordarmi le risposte.
Sembra non accorgersi di questo mio stratagemma anche se so che è una ragazza molto discreta; ho imparato un po’ a conoscerla in tutte le volte che è venuta a trovarmi al mio posto di lavoro ed è anche per questo motivo che trovo sintonia con lei.
Non è invadente, non si atteggia a salvatrice del mondo e ha sempre preferito portarmi qualcosa da mangiare o per coprirmi piuttosto che buttarmi alcuni spiccioli come offerta.
Ma in alcuni casi ricordo che ha fatto entrambe le cose.
E’ una cara ragazza, mi sento molto affine a lei e anche questo momento che stiamo condividendo, è come se lo passassi insieme ad un’amica di vecchia data.
Nella mia vita ricca di dolore e di abbandono, non sono mai stato un gran credente ma adesso mi sento di ringraziare chiunque abbia messo Isabella sulla mia strada.
Quanto sono fortunato ad averla incontrata?
 
L’ora di cena arriva in un attimo e nonostante io sia abituato a mangiare solo una volta al giorno, mi accorgo di avere fame.
“Dunque, da tradizione noi la vigilia di Natale prepariamo una cena a base di pesce, se però non ti piace abbiamo diverse valide alternative” mi informa lei, sbirciando nel frigorifero.
Non deve preoccuparsi per me, già il fatto di essere in una casa al caldo è bellissimo, quello che ci sarà in tavola andrà benissimo.
“Quello che preferisci tu, io non ho nessun problema.” sorrido e lei mi sorride di rimando.
Estrae una pirofila, due contenitori e poi ancora una ciotola.
“Ok allora la cena a base di pesce è servita” dice trionfante.
L’aiuto ad apparecchiare e tra una portata e l’altra, mi rinnova i complimenti per i miei disegni, senza però fare mai domande troppo personali.
Lo so che vorrebbe sapere di me, del mio passato e come ho fatto a finire in mezzo ad una strada ma non mi sento ancora pronto a parlarne, nonostante credo fermamente che lei sia la persona più adatta a cui raccontare ogni minimo dettaglio.
Dentro di me la ringrazio per questo suo modo così discreto di rivolgersi a me, rispettandomi e lasciandomi i miei spazi.
 
Abbiamo assaggiato tutto e devo fare i complimenti alla cuoca Alice perché tutto era veramente ottimo.
So che detto da me non ha molto valore ma lo esterno anche a Isabella
“Beh mi fa molto piacere, quando tornerà potrai dirglielo tu stesso, vedrai come sarà contenta” mi dice orgogliosa dell’amica.
Si vede lontano un miglio quanto si vogliono bene e un po’ le invidio perché io non ho mai provato per qualcuno quello che loro provano l’una per l’altra.
“Ehm.. devi scusarmi.. io adesso devo proprio andare a sdraiarmi e dormire un po’. E’ stata una giornata lunga per me ma tu stai pure sul divano o leggi un libro o quello che vuoi per tutto il tempo che vuoi, fai come se fossi a casa tua” mi dice ripiegando la sua coperta sul divano.
“Ti lascio anche la coperta.”
“Buonanotte Isabella e grazie” le dico felice.
“Non devi ringraziarmi ehm.. sì.. buonanotte anche a te..” sembra che voglia aggiungere qualcosa o forse.. certo, ho capito.
“Edward, il mio nome è Edward” le confesso sorridendole.
   
 
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