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Autore: TheGhostOfYou0    13/06/2020    2 recensioni
Un segreto in grado di distruggere una famiglia.
Un peccato tramandato di madre in figlia.
Anno 1469.
Francesco de’ Pazzi è vittima di un cognome importante ma non abbastanza, eclissato da quello della rivale famiglia de’Medici ed è pronto a tutto pur di ridare alla propria il prestigio che merita.
Fiammetta Canacci sogna una libertà che non le verrà mai concessa, fa parte delle piccola nobiltà fiorentina e lei, con un matrimonio, rappresenta l’unica possibilità per la sua famiglia caduta in disgrazia.
Sullo sfondo della Firenze del Magnifico i destini di un uomo in cerca di gloria ed un ragazza in cerca di se stessa sembrano intrecciarsi, stringersi intorno a quello della più potente famiglia del tempo, travolti in una spirale d’odio così profondo e violento da rendere difficile distinguere il bene dal male, fino ad i tragici eventi del 1478.
Genere: Drammatico, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Rinascimento
Capitoli:
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Capitolo Settimo
 
Prese un respiro profondo prima di muovere un passo all’interno di palazzo de’Medici.
Poteva letteralmente sentire il corpo di sua madre tremare dall’eccitazione accanto a lei, nonostante la calma apparente ed il sorriso educato, mentre suo padre, dall’altro lato, camminava sbilenco, strusciando i piedi a terra e neppure si guardava attorno, disinteressato persino alla magnificenza che sembrava impregnare ogni angolo di quel posto e dalla quale Fiammetta non riusciva a staccare gli occhi, trovandosi a muovere il capo da una parte all’altra mentre venivano guidati verso i giardini, dove Madonna Lucrezia li attendeva con due ospiti speciali.
 
Il giorno era arrivato, finalmente Fiammetta avrebbe conosciuto il suo futuro marito ed il perché l’incontro avvenisse proprio a palazzo de’Medici non era un mistero per la ragazza. Sapeva che quello era l’ennesimo tentativo della famiglia di ricordare ad entrambe le parti chi dovevano ringraziare per quell’unione della quale avrebbero beneficiato tutti, anche se in modi che continuavano a sfuggirle. Era un modo come un altro per ricordare loro a chi dovevano fedeltà, per rimarcare il loro potere, la loro autorità e Fiammetta si trovò ad essere stranamente affascinata da quel gioco sottile, tessuto dalle abili mani di una grande donna. Finì, senza rendersene neppure conto, per provare nei confronti di Lucrezia un sentimento nuovo, più simile all’ammirazione che al timore che le aveva sempre suscitato.
Più simile al rispetto che alla paura.  

Non appena entrarono nei grandi giardini del palazzo Fiammetta riconobbe perfettamente le figure presenti, il suo sguardo scivolò veloce su Madonna Lucrezia e Nannina, per poi posarsi su Bastiano e suo padre, Luca Soderini, che li attendevano con un’espressione indecifrabile.
Fiammetta, che fino a quel momento era stata più tranquilla di quanto si aspettasse, iniziò a percepire la propria ansia e si trovò a stringere tra le mani sudate la gonna nel goffo tentativo di nasconderne l’evidente tremolio. La  pancia aveva preso a farle male, dandole la sensazione di poter vomitare da un momento all’altro.
“Cerca di non rovinare tutto.”
Pensò, continuando a camminare a piccoli passi verso Lucrezia e Nannina che si stavano avvicinando a loro per accoglierli.
“Messere Canacci, Madonna Agnese è un piacere per noi avervi qui in questa speciale occasione.” Li salutò sorridendo Lucrezia, per poi posare gli occhi su Fiammetta, studiandola dalla testa dai piedi con aria compiaciuta.
 
Ovviamente per l’occasione sua madre aveva fatto in modo che Betta la vestisse ed acconciasse nel miglior modo possibile ed avrebbe mentito se avesse detto che, guardandosi riflessa, non si fosse sentita bella come forse era successo solo al matrimonio di  Bianca Maria Donati. Sperò bastasse per soddisfare non solo sua madre, Lucrezia e soprattutto Bastiano e suo padre.
Infondo al suo cuore il desiderio d’essere desiderata da qualcuno ardeva prepotente.
 Nonostante cercasse di reprimerlo in ogni modo  Fiammetta voleva l’amore e continuava a sognare che quel giovane poco lontano da lei potesse finalmente accontentarla.
 
“È un piacere vedere soprattutto voi Fiammetta, raggiante come solo una giovane sposa può essere.” Continuò la Medici, con un tono così sicuro che quasi lei stessa si trovò a crederle e si sentì esattamente così, raggiante ed emozionata all’idea di conoscere Bastiano.
O per lo meno di conoscerlo in quanto suo futuro marito.
 
Aveva idea di chi fosse Bastiano Soderini da quando era una ragazzina e, nonostante non gli avesse mai prestato molta attenzione, non aveva mai avuto nulla da ridire su di lui. Le era sempre parso un giovane dai modi gentili, educato e colto, capace di mantenere un basso profilo e non creare mai alcun tipo di scandalo o controversia.
 Lo guardò con attenzione, in piedi alle spalle di Lucrezia, e non poté far a meno di notare che il suo aspetto non era neppure sgradevole. Questo la fece sorridere.
Aveva grandi occhi azzurri, tondi e leggermente sporgenti che sembravano essere tutto il suo volto, la bocca fine era piegata in un sorriso divertito rivolto al padre, il naso a patata gli dava un aspetto probabilmente più bambinesco di quanto avrebbe voluto, accentuato dalla sua bassa statura, ma quell’aria fanciullesca, infantile quasi, non dispiaceva a Fiammetta, anzi la rassicurava.
La dava l’idea di avere a che fare con uomo buono.
Le dava speranza.
 
“Seguitemi.”
Lucrezia si avvicinò ai Soderini e Fiammetta la seguì immediatamente, subito affiancata da Nannina, che la salutò con un sorriso affettuoso e rassicurante.
Sembrava volerle dire “Andrà tutto bene.”
 
Fiammetta quasi iniziò a crederci, eppure non durò molto. Voltandosi nuovamente verso il suo futuro marito le sue speranze vennero cancellate in un secondo netto e, assieme a loro, il suo sorriso.
Il suo sguardo si incupì e le mani strinsero con più forza la stoffa del vestito, come ogni volta in cui avrebbe voluto gridare, o scappar via, o prendersela con chiunque ed invece doveva rimanere in silenzio, a fingere calma, compostezza e perfezione proprio come le era stato insegnato.
Non le era sfuggita certo l’espressione di disprezzo -o forse più propriamente di disgusto- che aveva attraversato il volto di Bastiano non appena aveva rivolto verso di lei la sua attenzione, e lui, da parte sua, continuava a non far nulla per nasconderla.
Studiava Fiammetta con sfacciata presunzione, facendo scorrere lo sguardo sul suo corpo e poi sul volto. Era così accigliato che Fiammetta pensò gli si sarebbe staccata la pelle dal viso, la sua era bocca contratta ed aveva  l’aria di qualcuno che avrebbe preferito morire piuttosto che sfiorarla con un dito.
E come il suo disgusto non era sfuggito alla giovane Canacci, così non poteva essere sfuggito agli altri presenti, che ora parlavano senza che Fiammetta riuscisse davvero a sentirli, ridotti a suoni lontani, ovattati, appartenenti quasi ad un altro mondo.
Era troppo impegnata a sostenere lo sguardo di Bastiano, a farsi forza, a trasmetterla a lui.
 Non le interessava neanche sapere perché, senza neppure aspettare di conoscerla, aveva deciso di ripugnarla, voleva solo dimostrargli che anche lei poteva provare nei suoi confronti le stesse identiche sensazioni, ma che, a differenza sua, gli avrebbe concesso il beneficio del dubbio.
Il fatto che non avesse altra scelta era secondario, voleva la vedesse per com’era oltre il suo aspetto: buona, disponibile, premurosa ed obbediente.
Ma, allo stesso tempo, tentava in ogni modo di nascondere la sua disperazione e con la voce di sua madre che le rimbombava nella testa tratteneva perfettamente tutte le lacrime che avrebbe versato una volta tornata a casa, guardandosi allo specchio.

Continuò a studiare Bastiano, accennando persino un sorriso malinconico che voleva dire
 “Lo so, non è quello che volevi, non è neppure quello che volevo io ma siamo qui.”
Fiammetta non saprebbe dire cosa dovesse aver compreso lui, ma sicuramente non il suo messaggio, perché la sua espressione non cambiò di una virgola.
I pensieri di Fiammetta si accavallavano, confondendola su ciò che avrebbe voluto e ciò che avrebbe dovuto fare, su ciò che era consono e ciò che avrebbe voluto dimostrare, tra le sue insicurezze che premevano per schiacciarla e ricordarle quanto fosse insulsa e quella possibilità così lontana d’orgoglio che voleva provare ancora.
 
“Fiammetta.” La voce di suo padre la riportò alla realtà. Si voltò verso di lui confusa e disorientata, era raro che lui le rivolgesse la parola e si rese presto conto che doveva essersi persa gran parte della loro conversazione, troppo impegnata a zittire le voci nella sua testa per ricordarsi di dover ancora dimostrare di essere all’altezza e di valere qualcosa. Se non poteva dimostrarlo a Bastiano , avrebbe provato ad attirar quanto meno le simpatie di suo padre.
 Sorrise, intimidita. “Si padre.”
Lui la guardò, poi puntò i suoi piccoli occhi verso Luca Soderini.
“ Messere Soderini ti ha rivolto una domanda mia cara.”
Fiammetta, con le guance che andavano a fuoco, si voltò verso l’uomo che la fissava con occhi identici a quelli del figlio, ma apparentemente più gentili.
“Perdonatemi Messere, ero immersa nei miei stessi pensieri.” Si giustificò.
“Devo immaginare ci siano quindi pensieri più importanti del vostro matrimonio con mio figlio?”
Nonostante le sue parole potessero apparire dure, il tono con lui le pronunciò era stranamente gentile, quasi dolce, sembrava volerla mettere alla prova senza però lasciar trapelare alcuna malizia.
Bastiano sorrise arrogantemente, divertito dalle parole del padre, Fiammetta gli lanciò uno sguardo più sfacciato di quanto avrebbe voluto prima di rivolgersi di nuovo a Luca.
“Oh certo che no. Era esattamente quello che impegnava i miei pensieri…il matrimonio, il sogno di ogni donna dal giorno stesso in cui viene al mondo. È difficile realizzare che sia vero.” Replicò.
“Ma ancora non è vero.” Ribatté Bastiano.
“Non posso che augurarmi che lo sia presto, allora.”
Fiammetta giurò di vedere sua madre sorridere alle sue ultime parole.
“E sono sicuro che sarà così mia cara.” Li interruppe Luca. “Come stavo accennando prima a vostro padre c’è solo una questione che vorrei risolvere con voi.”
Fiammetta annuì, spronandolo a continuare. “Ditemi Messere.”
“Ci sono delle incresciose voci in città sul vostro conto da qualche giorno a questa parte.”
Fiammetta resistette all’impulso di abbassare il capo per la vergogna e continuò a guardarlo proprio come sua madre le avrebbe detto di fare. Poteva immaginare perfettamente che tipo di voci fossero, Il colore dei suoi capelli aveva spesso attirato la curiosità dei più superstiziosi, avevano finito per vedervi addirittura il marchio del demonio stesso. La sua salute cagionevole e l’incredibile coincidenza che, nonostante questo, fosse l’unica figlia dei Canacci sopravvissuta all’infanzia aveva poi alimentato quelle insane idee e così persino il suo aspetto, la pelle diafana, il volto scavato o addirittura la forma degli occhi erano divenuti motivi di scherno e di sospetto.
La disperazione di sua madre, o la sua isteria che fosse, era diventata la pena di una donna che s’era venduta al Diavolo e l’assenza di suo padre era stata trasformata nella prova che avesse perso l’ anima per  i propri peccati.
Fortunatamente non tutti a Firenze la pensavano in questo modo, molti si limitavano a compatirli per la loro rovina economica, per il carattere altalenante di Agnese, che aveva più volte costretto la famiglia alla vergogna, o per l’aspetto malato e l’incapacità di trovare un marito di Fiammetta.
Ormai nulla di quello che veniva detto le faceva più male, non come all’inizio almeno e poi, anche se non lo avrebbe mai ammesso, aveva iniziato davvero a credere di essere maledetta.
Si chiedeva solo per quali peccati.
E di chi.

“Abbiamo saputo del vostro incontro con Francesco Pazzi, ora come potete ben immaginare è increscioso che la promessa sposa di mio figlio si incontri di nascosto con uomo, tanto più se parliamo di un Pazzi. Nulla contro la famiglia, ma non c’è bisogno di fingere, sappiamo perfettamente che ci sono delle divergenze piuttosto…accese, si direi accese, tra loro ed i Medici.
Considerato chi ci sta ospitando in questo momento per il nostro incontro, Fiammetta, ritengo che non sia molto corretto da parte vostra vedere quell’uomo senza che nessuno ne sia al corrente.”
Fiammetta fece un passo indietro e prese a guardarsi attorno mentre tutti gli occhi erano puntati su di lei. Non si aspettava nulla del genere, tantomeno settimane dopo l’accaduto.
Non immaginava neppure che qualcuno ne fosse venuto a conoscenza e, soprattutto, non voleva che sua madre lo sapesse. Non in quel momento.
“Io…” Si ritrovò ancora una volta senza parole, incapace di difendersi o di trovare una giustificazione valida per difendersi da quelle accuse. Le sarebbe bastato dire la verità probabilmente, ma appariva così assurda che dubitava le avrebbero creduto.
“Voi cosa?” La voce di Lucrezia era ancora stranamente dolce, eppure Fiammetta poteva sentire il veleno nascondersi dietro al miele ed ebbe paura del modo in cui la donna la guardava, come fosse colpevole di qualcosa.
“C’è una spiegazione più che ragionevole.” Affermò Nannina, guardandoli tutti a testa alta, con il portamento di una regina. “Inoltre non è vero che nessuno ne era al corrente, io lo sapevo.” Mentì, senza degnare Fiammetta di uno sguardo e sperando, dentro di sé, che l’altra fosse in grado di inventare una scusa convincente per tirarsi fuori da quella spiacevole situazione.
Non sapeva neppure perché fosse intervenuta a suo favore, forse provava pena per lei e non voleva che quell’unica possibilità tanto agognata di prender marito andasse in fumo per qualcosa che, Nannina ne era certa, non era altro che un’ illazione, una voce, un menzogna. Non conosceva bene Fiammetta ma era sicura che non fosse assolutamente quel genere di donna e tantomeno credeva che fosse il tipo da intrattenersi con un uomo come il de’Pazzi.
Non le importavano le voci che circolavano su di lei e neppure quanto strana fosse, Fiammetta era una brava ragazza e Nannina voleva aiutarla come poteva, perché anche se non l’avrebbe ammesso mai avrebbe potuto esserci lei al posto di Fiammetta.
Anche se nessuno l’avrebbe detto condividevano la stessa insicurezza e la stessa timidezza, solo che a Nannina erano state date sin dalla più tenera età le armi per sconfiggerla: la cultura, il potere, una famiglia potente a sostenerla, un nome importante, una sorella con cui condividere gioie e dolori.
Fiammetta era sola, con una madre pazza ed il peso del pettegolezzo ad incurvarle le spalle, ma Nannina sentiva in cuor suo che c’era qualcosa di inespresso in lei, un potenziale nascosto che avrebbe aiutato a svelare.
E poi Bianca era sposata ed innamorata, era madre ed era sempre più distante da lei e Nannina cercava disperatamente un modo per colmare quel vuoto.
 
Fiammetta sospirò e decise che non poteva far altro che confessare dell’aggressione. Non poteva in alcun modo rischiare che, parlando con il de’Pazzi, venisse fuori una versione diversa dalla propria, mettendo in dubbio non solo la sua buona fede ma anche la veridicità delle sue intenzioni nei confronti della famiglia Medici, nei cui affari non aveva alcun interesse ad immischiarsi, tanto più per i Pazzi.
 
“Dopo l’annuncio del matrimonio sono uscita per schiarire i miei pensieri. Come ho già detto, il matrimonio è tutto ciò che ho sempre sognato, ero molto emozionata e avevo bisogno di clamarmi…mentre camminavo Francesco de’Pazzi è comparso dal nulla e mi ha fatto notare un uomo che mi stava inseguendo. Mi ha salvata dall’aggressione di quell’uomo Messere, tutto qui.”
 
“Perché non ne hai parlato?” Chiese Agnese, guardando la figlia preoccupata. Fiammetta avrebbe voluto abbracciarla, era la prima volta che vedeva sua madre realmente dispiaciuta per lei.
Luca Soderini, intanto, sorrideva in una maniera che a Fiammetta non piaceva affatto.
 
“E come potete dimostrare che è vero?”
“Temo dobbiate fidarvi delle mie parole.” Affermò Fiammetta.
“Non è delle vostre parole che non mi fido, Fiammetta, ma non vi è parso strano che Francesco Pazzi passasse lì proprio al momento giusto?”
Fiammetta rimase in silenzio.
“Cosa volete dire?” Intervenne Nannina.
“Voglio dire che è alquanto sospetto che Pazzi abbia preso le difese di qualcuno che ha sempre mal tollerato e che si trovasse lì per caso, pronto ad aiutarla.”
Fiammetta scosse il capo. Non le interessava del de’Pazzi, ma si rifiutava di credere quello che Soderini stava insinuando, non solo perché questo significava che per motivi a lei ancora sconosciuti era al centro di un gioco politico ancor più grande di quello che già immaginava,ma anche perché aveva visto Francesco tentare in ogni modo di uccidere l’uomo.
Forse voleva farlo tacere?
No, no. Fiammetta sentiva in cuor suo che non era così…eppure, eppure le parole di Soderini erano un’ eco nella sua mente.
Erano spaventose, perché se fossero state vere lei sarebbe stata incastrata in un meccanismo sconosciuto e dal quale, proprio per questo, era impossibile uscire.
 
“Pensate dunque che siano stati i Pazzi ad organizzare tutto?” Chiese Lucrezia.
“Non possiamo saperlo con certezza, credo che per ora bisogni solo aspettare. Qualsiasi cosa vogliano, faranno un’altra mossa per poterla ottenere.”

Fiammetta sapeva cosa questo significasse. Se e quando le sarebbe capitato qualcosa, allora avrebbero saputo la verità riguardo i Pazzi e la sua aggressione.
 
Non era più una pedina in quel gioco, era appena diventata un’esca.

  
   
 
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