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Autore: pokas    13/06/2020    1 recensioni
Hyrule è caduta e il destino di Ganondorf è più brillante che mai, con il potere delle tre dee, il Duca Nero può finalmente puntare a dominare un altro mondo, un mondo simile, ma distante, in cui gli animali non sono sempre docili e la razza dei draghi domina su tutte le creature. Un regno dove Ganondorf è rinato e ha distrutto la speranza di un futuro di pace.
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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POV Kap
 

Che diamine di giornata mi era capitata. Ero uscito da lavoro per tornare a casa e badare ai miei nipoti, mi rendevano lo zio più felice del mondo, ma erano dei tornado incontrollabili.

Si erano messi in testa di voler partecipare ad un mercatino delle pulci perché erano affascinati dall'idea di trovare qualche videogioco maledetto come spesso parlano le creepypasta, nonostante passassi molto tempo a dire loro che queste cose non sono possibili, mi ci trascinarono a suon di suppliche.

 

Arrivati al mercato li lasciai liberi come cani al parco, erano abbastanza grandi da badare a se e poi era un piccolo mercato di quartiere e ci si conosceva tutti.

Mi guardai in giro e subito vidi diversi stand familiari, ma il più bello era un grosso stand che permetteva di assaggiare della squisita fonduta.

Era un macchinario enorme al centro di un tavolo, era una fontana di formaggio fuso che poi veniva arricchito dalla cuoca di turno. Amavo mangiare lì, anche se gli occhi verdi e felini della cuoca che mi fissavano in cerca di un'opinione mi fecero sentire strano. -allora? Amicio? Hai qualcosa da dire?- disse la ragazza sistemandosi la ciocca di capelli biondi

-buono, grazie mille- risposi e stranamente mi sentivo come più forte, come se mangiare mi rinvigorisse. Quando la cuoca si allontanò al suo posto venne un enorme uomo panciuto che sorridendo preparò dell'altra fonduta per altri ragazzi.

 

La fiera che comprendeva il mercato era una cerimonia alla quale partecipavano tutti i ragazzi che diventavano maggiorenni per mostrare la loro virilità, non erano riti strani o sacrifici animali, era solo una cerimonia per spingere i giovani a diventare parte attiva della comunità.

Tutti in realtà miravano ad indossare il sommo sigillo, un medaglione che le generazioni si tramandano, è così antico che alcuni dicono sia una reliquia di drago, e che quel medaglione non fosse altro che una sua scaglia. Su quella scaglia c'erano così tante storie che in effetti nessuno più ci credeva, ma era comunque il nostro simbolo.

 

Tra gli stand del cibo vidi persino il signor Luigi con la moglie Margherita che vendevano i funghi della loro tenuta in campagna, erano molto diversi tra loro, lui un baffone con una salopette blu, maglia e cappello verdi, lei invece vestiva sempre in modo più sportivo, ma entrambi di solito avevano dei guanti bianchi per evitare di sporcarsi con i funghi. -buongiorno- dissi salutandoli

-ah Kap, è bello rivederti in giro, ultimamente il lavoro ti obbliga a stare a casa sfinito, quando verrai con noi a caccia di funghi? Te la cavavi bene, per non parlare del tuo buon occhio per i fossili ragazzo- disse Luigi facendo l'occhiolino

-infatti, dici sempre che c'è una piccola fessura che ricorda una stella quando c'è un fossile, ma forse non ho mai ben capito cosa intendi per piccola stella. A proposito, sei passato all'osservatorio la settimana scorsa? Rosalinda ha fatto una conferenza con Celeste sulle stelle che si vedono dalle nostre parti, l'evento dura fino alla settimana prossima, dovresti andarci- mi consigliò Margherita sorridendo.

Erano una coppia molto felice. Spesso con Luigi c'era il fratello Mario, che però spesso era fuori città per aiutare la moglie con la nuova casa che stavano costruendo.

 

La zona del cibo circondava un piccolo palcoscenico dove si esibirono diverse persone anche di città lontane.

Tra e più affascinanti in programma vi era l'esibizione di arti marziali di Ken, Ryu e Chun-Li, erano formidabili anche se effettivamente mi fece sorridere la presentazione del conduttore -un americano, un giapponese e una cinese salgono sul palco…- esordì, sembrava una barzelletta.

 

Dopo aver mangiato mi diressi con i miei nipoti a vedere diversi stand adibiti invece o alla vendita di oggetti usati o a simpatici giochi tipici delle fiere.

Vi era uno stand che faceva sparare alle anatre e se fallivi spuntava un cane che ti rideva in faccia, vi era poi un gioco che aveva come scopo riempire il più velocemente possibile due tazze con delle facce cartonesche, mi ricordavano i primi cartoni di Topolino. Le tazze si muovevano e per riempirle bisognava usare solo un cucchiai da tenere con la bocca.

Vi era anche uno stand dedicato completamente alla pubblicità del nuovo libro di avventure "Daring Do e la saccheggiatrice di tombe" un libro piuttosto avvincente secondo la critica.

 

Tra le diverse cose inutili che molti vendevano, il mio occhio cadde su un vecchia cartuccia per 3DS dal titolo strano e sconosciuto di "the legend of the Zeinda: a dark link between two worlds" e sotto vi era una piramide capovolta fatta con tre triangoli neri. -Hey amico ma questo è uno scempio, il gioco dovrebbe essere la leggenda di Zelda, non Zeinda, per non parlare del simbolo in se, va bhe che nel gioco la triforza così c'è, ma non posso credere che si vendano ancora copie tarocche di un gioco bello come "a link between two words", schede simili potrebbero danneggiare persino una console delicata come il 3DS, per non parlare della delusione di più piccoli- criticai io.

Conoscevo bene la serie di the legend of Zelda, e avevo trovato inaccettabile che si spacciasse quel giochetto tarocco per un grande classico. Il ragazzo dietro al bancone non disse molto, mi lasciò sfogare poi con un sorriso mi invitò a seguirlo

-mi rendo conto che tutto ciò può sembrare strano, ma ti assicuro di aver provato io steso il gioco e funziona a meraviglia, si dice in realtà che sia solo un gioco di parole il titolo e che questo sia il pezzo mancante della storia di the legend of Zelda, pensaci, nessuno sa realmente cosa sarebbe successo se Link avesse fallito e Hyrule fosse rimasta per sempre nell'oscurità. Provalo per cinque minuti, se non lo troverai appropriato lo tolgo dal bancone e poi andrò all'isola ecologica a gettarlo- disse facendomi entrare in una tenda che usavano molti come magazzino.

 

Il ragazzo sembrava innocuo, lo era in realtà, ma era il gioco ad essere pericoloso, non appena lo accesi mi ritrovai a combattere contro il demone Ganon, un bestione che dei miei tre cuori di partenza si fece un boccone e il tutto si concluse con la scritta game over -che diammine? E io come dovrei giocare?- pensai ma un suono elettrico proveniente dalla console mi fece sobbalzare, la figura pixellosa di Ganon si fece più nitida, fino a sembrare una vera e propria fotografia, poi comparirono delle parole -benvenuto a Zeinda- dopo di ciò mi ricordo solo di essere caduto dalla sedia e di aver battuto la testa.

 

POV Doppia R

 

Odiavo quel posto, lo odiavo troppo, era una prigione ed io ero l'unica originaria di quel luogo, ma non ero mai sola. Ogni anno arrivava un ragazzo, ogni volta veniva gettato dalla cima delle mura e ogni volta toccava a me vedere che orribile fine faceva perché non sapeva difendersi. Si dice sempre che quado compare uno straniero in un mondo strano come il mio significa che è il segno che è giunto l'eroe, un cavaliere puro che avrebbe liberato Zeinda dal Duca Nero riportando la pace nel regno, ma a quanto pare non è mai così, ogni persona esterna a Zeinda finisce male e dopo un po' mi stancai di credere che qualcuno potesse salvare il regno, eravamo tutti finiti da quando la famiglia reale era stata sottomessa dal Duca.

 

Ci passai così tanto tempo in quel luogo che alla fine mi arresi e mi misi ad esplorare i piani inferiori, niente di particolare, se non la biblioteca, un postaccio, anche se in fin dei conti mi sentivo bene lì, una specie di piccola lucetta mi seguiva aiutandomi a leggere mentre faceva buio, mi teneva compagnia anche se non sembrava.

 

Tra i tanti libri mi imbattei in tutte le leggende inutili del grande cavaliere -stupidaggini! Solo stupidaggini!- urlavo ogni volta che leggevo la solita frase che concludeva la leggenda -e così vissero tutti felici e contenti… col cazzo che accadrà, questo posto è maledetto! Maledetto da sempre, da quando questa stupida famiglia decise di piazzare la tenda nelle Terre Selvagge!- borbottai prendendo l'ennesimo libro per poi bruciarlo e cuocere qualche topo che avevo catturato, gli uccelli non sempre si facevano vivi nelle Terre del Nord, una pianura desolata tra alti monti, una terra perfetta per dei mostri, non per degli abitanti. Ma i draghi andarono via quando il re decise di insediarsi, si dice che siano stati i Draghi Anziani a donare al nostro regno le quattro gemme del potere, le uniche a portare la pace nel regno, ma dopo l'attacco del Duca Nero, anche l'ultima luce di speranza cessò di brillare, i mostri tornarono, ma il Duca con il potere nelle sue mani mise in schiavitù i draghi, tutti cessarono di combattere.

 

Ero così stanca di leggende che mi spostai su altri libri, alcuni parlavano di ricette speciali con ingredienti tipici di Zeinda, altri invece parlavano di speciali pozioni o armi dagli effetti unici, poi vi erano canzoni dai poteri magici e soprattutto la leggenda migliore di tutte, il rito dei Rider, persone dal cuore puro e capaci di stringere un legame con i mostri delle Terre Selvagge, e il re fu il primo Rider motivo per cui i mostri vissero con noi in pace.

 

Ero davvero interessata a tutto ciò che aveva qualcosa di diverso dalla classica storia sulla principessa in pericolo e l'eroe che la salva, soprattutto ai libri sui Rider che insegnavano la base della comunicazione con i mostri, più facile del previsto. Mi appassionai ai libri di diverso tipo, ma preferivo i libri sulle armi, avevo bisogno di creare armi per difendermi e difendere il probabile eroe, così l'avrei potuto accompagnare dal Duca e tutto avrebbe avuto finalmente fine.

 

Prima dell'arrivo di Kap percorsi spesso le mura in cerca di materiale da fondere e farne armi e ci riuscì, riuscì a fondere abbastanza minerali e armature vecchie da creare due spade corte affilate e meravigliosamente decorate, amavo l'attenzione per i dettagli.

Stavo cotando le lame quando dal lato delle mura accanto a me mi ritrovai addosso un ragazzo, Kap.

Lo trascinai dentro e poi mi misi a terra accanto a lui, non mi andava di spiegare a qualcuno che era in un mondo strano da solo, se mi fossi finta del suo mondo non sarei sembrata un nemico, ma le mie capacità di fare amicizia non erano tra le migliori.

Lo vedevo diverso dagli altri ragazzi, lui sembrava avere un'aura particolarmente familiare, e questo fu l'unico motivo per cui non feci di lui cibo per draghi.

 

Ripresa dal veleno del Gore Magala sapevo che sarei rimasta debole per molto tempo e forse lo aveva notato anche Kap che non appena cercai di alzarmi mi teneva stretta a se -che diamine ti è saltato in mente? Uscire per scontrarti con un drago, che persona irresponsabile che sei- mi sgridò Kap

-hey vedi di darti una calmata, non sei mio padre- risposi alzandomi anche se a fatica. In un angolo del castello avevo preparato una zona per dormire con i tendaggi e i tappeti di pelliccia -accompagnami lì che mi vado a riposare- gli dissi mentre lui mi alzò di peso e mi portò nell'angolo. Mi sentì strana ad essere sollevata con così tanta facilità, ma non avrei mai potuto ammetterlo -riposati, io penserò a te- disse lui sedendosi accanto a me

-non sei obbligato, lo sai- risposi

-si lo so, ma non posso di certo lasciarti qui da sola a soffrire, piuttosto, posso aiutarti?- chiese sorridendo

-se vai a cucinare sarebbe davvero utile, prendi alcuni di quei libri che ho messo sul tavolo e bruciali con qualche altra cosa, nel caso trovi qualche bel topo grasso, prendi questa e fallo alla fiamma, se ne trovi di più sarebbe stupendo- dissi dandogli una delle lame che avevo forgiato in più.

Lui si allontanò un po' confuso e schifato -non tutti i giorni gli capita di mangiare topo allo spiedo probabilmente- pensai ridendo.

 

Mi addormentai mentre lo aspettavo, ma poi una mano calda che mi toccava la fronte mi svegliò -che?- chiesi spaventata

-per fortuna non hai la febbre- disse Kap porgendomi un topo allo spiedo -è davvero necessario?- chiese poi schifato

-non abbiamo la minima idea di quanto staremo qui, tanto vale fare questo sacrificio- dissi aprendo in due l'animale, era ben cotto, l'ideale per riprendere le energie. Mentre io mi guastavo il topo lui si mise a leggere alcuni dei libri che erano nella pila degli scarti, i libri che parlavano del grande eroe in pratica.

 

-Wow, hai visto che belle storie? Davvero ci sono così tante storie su questo eroe?-

-già, tutte storie stupide, la vera storia non la racconta nessuno. Secondo una leggenda che invece era su dei vecchi appunti che avevo trovato, si diceva che chiunque avesse osato entrare nelle Terre Selvagge sarebbe stato maledetto prima o poi, un potente stregone avrebbe allungato le sue mani su tutti i territori delle quattro regioni, Nord, Sud, Est e Ovest sarebbero finiti sotto il dominio di un solo re oscuro. Ma nessuno credeva alla maledizione perché il re doveva essere invece un Rider, un custode delle creature di questo regno e che quindi le stesse bestie selvagge avrebbero difeso Zeinda da ogni attacco- dissi coprendo il ragazzo con una pelliccia.

Avevamo lasciato il portone aperto, così da poter ammirare le stelle e riuscire a catturare qualche rapace notturno per evitare di cibarci di topi, ma gli uccelli che giravano attorno al castello oramai presidiato dal Duca erano solo condor e corvi, troppo furbi per farsi prendere dai miei colpi.

 

Nonostante la mia triste considerazione sulla leggenda, Kap non si lasciò abbattere -non è detto che tutto sia finito, per ogni dittatura vi è una fazione ribelle, basta trovarli e insieme potremmo combattere- disse lui con la speranza negli occhi, lo invidiavo, io quella speranza l'avevo persa molto tempo prima.

Lo presi per mano e lo feci uscire con me -vedi tutti questi corpi?- dissi indicando i diversi scheletri coperti solo da pezzi di armatura

-si- disse lui

-loro sono tutto ciò che rimane della ribellione e della resistenza- dissi dispiaciuta, sapevo bene come erano quei corpi prima di perdere ogni lembo di carne. Sulle loro ossa vi erano ancora i segni dei denti del Gore che ogni tanto veniva a mangiare ed io restavo lì, in attesa che lui lasciasse qualche pezzo anche per me, ero davvero affamata, ma ero anche abbastanza forte da gestire il tutto, o almeno speravo di esserlo.

 

Kap non si fece spaventare ne abbattere, si avvicinò ai corpi ed iniziò a staccare pezzi di armatura -bhe a loro non serviranno più, come sto?- chiese indossando un elmo di lega metallica

-troppo ottimista oserei dire- gli risposi abbassando la testa

-che cosa strana, non eri tu quella che era sicura di poter uscire da qui? Che fine ha fatto l'esploratrice che mi ha tirato un cazzotto in faccia?- chiese sorridendo mentre il naso era ancora un po' rosso.

 

Io ricambiai il sorriso e lo feci rientrare -andiamo a dormire allora, domani iniziamo ad esplorare con la luce che penetra dal portone vedremo meglio, va bene?- chiesi, lui si mise accanto al mio letto e cerco di addormentarsi -che ci fai lì?- chiesi guardandolo male

-cerco di dormire, non credo che a te piaccia dormire con gli sconosciuti- disse lui

-ma nemmeno voglio che muori dal freddo, vieni nel letto, tanto lo sai che se ne approfitti senza il mio consenso ti taglio ciò che hai lì sotto- dissi mettendomi vicino una spada corta, lui sorrise e si mise nel letto con me.
 

ANGOLO DELL'AUTORE

Buonsalve gente, qui è Pok che scrive e vi do il benvenuto a questo angolo dell'autore.
In questo capitolo ci sono citazioni a 10 videogiochi, riuscite a trovarli tutti?
buon divertimento e grazie per aver letto!

   
 
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