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Autore: Mrs_Grindelwald96    14/06/2020    3 recensioni
Meabh Rosalia Sabellini è una neo-attrice ventiduenne alle prese con il primo ruolo, accortasi a posteriori di aver scelto il sogno sbagliato. Naviga così nel mare di Seto in Giappone fino a raggiungere l'isola degli Spriti, per trovare un po' di pace. Qui incontra la misteriosa Hisoka e l'estroversa Reiko, che le regala una candela speciale, La 'Candela della Compagnia'. A suo dire questa candela unisce gli spiriti affini, in modo che possano aiutarsi a vicenda durante il loro cammino. Riuscirà la candela ad unire lo spirito di Lia con quello giusto?
"Storia partecipante al contest di Marika Ciarrocchi/Angel Cruelty sul forum di EFP"
Genere: Mistero, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A volte, nella vita, era necessario perdersi per trovarsi. Bisognava lasciarsi scivolare verso il fondo, allontanando lo sguardo dalla luna argentata di Inelian, rinunciando alla sua secolare protezione, fuggire dalla bellezza smielata dei poemi che si propagavano per la foresta di Ennore, recitati a gran voce da ogni elfo viandante nella vana speranza di riportarla nel cuore degli elfi sedentari, che spesso la perdevano, troppo coinvolti dai  drammi per ricordarsi di ringraziare quella terra che li aveva benedetti. Spalancare le braccia, chiudere gli occhi e lasciarsi cadere nella pozza nera del fato, pronti per affrontare i demoni di Lelathnore, forti della propria motivazione e della propria purezza di cuore, confidando nel valore di ogni atto d'amore compiuto nella vita e nella testarda resilienza della propria anima, che nulla avrebbe potuto mai spezzare in un elfo nato sotto la Stella dei Wranmaris. Queste erano state le parole della principessa Omylia,  la principessa più giovane e lucente dell'intera terra di Dorthore, prima di gettarsi tra le fauci degli oscuri inquisitori per provare al mondo elfico quanto potesse essere grande il coraggio di una figlia minore innamorata del suolo che le aveva donato il primo respiro. E quelle stesse parole risuonavano ora come una cantilena nella testa di Meabh Rosalia Sabellini, meglio conosciuta come ''Lia'', la neo-attrice che l'aveva interpretata nella prima stagione di ''Anmlenor-La terra degli Elfi e delle ombre'', serie tv fantasy irlandese che in poco tempo era arrivata in cima alle classifiche di Netflix. Nonostante fosse un personaggio secondario, molte coetanee di Lia vedevano la principessa Omylia come un esempio di indipendenza e coraggio, saggezza e follia che si incontravano tra loro, creando il ritratto della perfetta protagonista, dotata di un sorriso ammaliante e di suadente, ma soprattutto di una lingua tagliente che avrebbe potuto spezzare anche un diamante esso l'avesse in qualche modo provocata. I ragazzi,invece ammiravano la dolcezza infinita dei suoi delicati lineamenti da dama d'altri tempi,condita da quel carattere interessante. Le ragazze la amavano molto, disegnandole addosso il carattere della tanto amata pupilla di casa Wranmaris,eppure Lia non si sentiva affatto forte, ne coraggiosa, ne tanto meno tagliente. Seduta in maniera scomposta sul piccolo sedile posto sul fronte dell'imbarcazione che l'avrebbe portata verso la  tranquillità, infatti, Lia si sentiva  persa, terribilmente abbattuta dagli avvenimenti che si erano accaniti sulla sua persona, colpendola ed annientandola come l’asteroide aveva fatto con i dinosauri. Sospirò, lasciando che i suoi occhi color azzurro cielo si perdessero nel mare di Seto, chiedendosi quando sarebbe finalmente riuscita a mettere piede in quella dannata isola. Era una bella giornata di Luglio, faceva molto caldo ed il cielo era limpido, eppure Lia sentiva che mancava qualcosa di importante, che non era mai davvero riuscita a trovare: la voglia di affrontare la propria vita, di esserne reale protagonista e non malinconica spettatrice. Nessun'altro stava attraversando le acque intorno a loro, ma nonostante questo, la ragazza dai  capelli color biondo fragola si ritrovò ad immaginare quali pensieri avrebbe potuto scaturire in un eventuale pubblico, come faceva spesso prima di ottenere il ruolo. La maggior parte delle persone si sarebbe fatta ingannare dal modo in cui il top rosa mirtillo che indossava accarezzava la sua figura asciutta conferendo una particolare luce al suo volto dal mento appuntito, facendosi distrarre dal modo in cui i pantaloncini di color bianco splendente sfioravano le sue pallide cosce lasciando scoperte le gambe lunghe ed affusolate, dall'espressione misteriosa che l'ombra causata dal cappello che indossava le conferiva in contrasto con la luce del sole. Altre, invece, le più attente, avrebbero percepito il suo disagio ed il vero motivo del suo viaggio analizzando i dettagli del suo outfit. Sneakers all star color verde oliva, una valigia sulla quale era stampata una cartina del mondo in stile antico, un cappello da pescatore a tinta militare,una semplice e leggera sacca gialla che si chiudeva tirando una fine corda nera. Quegli accessori erano stati scelti completamente a caso, senza preoccuparsi del fatto che quei colori e quelle fantasie facessero letteralmente a pugni tra di loro. Lia li aveva scelti apposta, come per sbattere in faccia al mondo il proprio disinteresse nei confronti della sua patetica esistenza. E fu così che, tra un pensiero deprimente e l'altro, il lungo viaggio finì, portando Lia verso la sua destinazione: un'isola ormai disabitata da tempo,conosciuta semplicemente come ''Isola degli spiriti''. Non appena scese dalla barca, la ragazza rimase notevolmente sorpresa nello scoprire l'identità del guidatore del battello, o meglio, guidatrice. Era una ragazza giapponese dall’espressione neutra ed accusatoria allo stesso tempo, con grandi occhi scuri e capelli ancor più scuri, portati mediamente corti all'altezza del mento, ovviamente abbinati alla classica frangetta. Non sembrava esserci niente di speciale in lei, eppure Lia avvertì una strana sensazione mentre le camminava accanto per dirigersi verso l'unica casa rimasta ancora in piedi sull'isola, la quale era stata comprata e ristrutturata dalla sua manager. La ragazza indossava un vestito nero, dal taglio severo, con inserti bianchi sul collo e sulle maniche, che lo rendeva quasi simile a quello di una suora. Il design di quel vestito aveva qualcosa di sospetto, come se fosse uscito direttamente da un'epoca ormai passata. Lia sospirò. Sembrava che il destino si stesse impegnando per metterla in imbarazzo . L'elemento più disturbante della ragazza, infatti, era il suo silenzio tombale. Non si era presentata, non le aveva sorriso, le camminava accanto con aria fredda e distaccata, mantenendo un passo ben più veloce e sostenuto del suo, come se volesse lasciarla indietro, liberandosi della sua presenza per sempre. Poteva sentire il suo fastidio, e ciò la faceva sentire in colpa. Fortunatamente però, dopo qualche minuto Lia venne lasciata sola sulla soglia della villa, con le chiavi in mano. Una volta sola,fece un profondo respiro, e per la prima volta della giornata sorrise. Finalmente poteva abbandonarsi alla propria stanchezza, riposando la testa che le pulsava su un morbido cuscino,abbandonando il peso che le schiacciava il petto almeno per qualche minuto. 




1° Notte

Lia si sedette sul letto,  stropicciandosi gli occhi. Quante ore aveva dormito? Parecchie, considerato il colore blu scuro del cielo.La casa era  accogliente ed il letto era molto comodo, ma la ragazza  decise che aveva dormito abbastanza,  si alzò e scese in cucina. Appoggiata sul ripiano vicino al lavandino, c'era una candela bianca. Essa era rotonda e ruvida, e nel suo centro  era inciso un carattere in kanji.La ragazza la fissò  con fare confuso, cercando di ricordare da dove provenisse. Solo allora ricordò la ragazza che gliel'aveva consegnata e le parole che aveva pronunciato prima di farlo. Poco prima di entrare nella casa era infatti stata avvicinata da una seconda ragazza giapponese,con un atteggiamento completamente diverso da quello della guidatrice del battello. La ragazza l'aveva infatti avvicinata con un grande sorriso, salutandola e preoccupandosi immediatamente del suo stato d'animo. Ella si era accorta che Lia si sentiva sola, e le aveva consegnato 'La candela della compagnia', che univa gli spiriti affini poiché potessero aiutarsi a vicenda durante il loro cammino. Lei aveva accettato con riluttanza, ma nonostante questo la ragazza dai lunghi capelli castano chiaro si era allontanata entusiasta, intimandole di accendere uno dei tre stoppini in caso si fosse sentita sola. Il ricordo la fece sorridere. Quel gesto così semplice  e spontaneo le aveva scaldato il cuore, accendendo in lei una scintilla di curiosità. Che quella candela potesse portarle un po' di fortuna? c'era solo un modo per scoprirlo.Estrasse il proprio accendino dalla sacca gialla abbandonata sul divano, incrociò le dita ed accese lo stoppino posto al centro. Rimase completamente ferma per qualche secondo, poi scoppiò a ridere: “La solitudine fa davvero brutti scherzi” mormorò tra se per poi stendersi di pancia sul divano, scegliendo un film horror  dalla lista di Netflix e cliccando il tasto play. Circa mezz'ora dopo, però, il campanello della villetta suonò, facendola sobbalzare. La ragazza premette 'pausa', mentre il cuore le batteva così tanto da sentirlo rimbombare nelle orecchie. Improvvisamente un profondo terrore si impadronì di lei, e decise di sedersi sul divano,in silenzio, spegnendo la luce e aspettando che chiunque avesse suonato tornasse da dove era venuto. Ma ciò non avvenne. Il campanello suonò ancora una volta e un'altra ancora, senza che lei riuscisse a muovere un muscolo,finché non arrivò quella voce. Fresca e profonda, contrassegnata da un marcato accento irlandese.“Vi prego, signorina, so che siete lì! non era mia intenzione spaventarvi, quel pover'uomo che guidava il mio battello mi ha lasciato sull'isola sbagliata...non so dove andare, resterò solo una notte, le do la mia parola! ” era la voce più suadente che lei avesse mai sentito, ma non fu questo a spingerla verso la porta:  ciò che provocò la sua curiosità fu quella bizzarra scelta di parole, che riuscì ad affascinarla e divertirla allo stesso tempo. Spalancò  la porta, incrociando lo sguardo con quello di un giovane dai capelli biondi, che sorrise istantaneamente non appena la vide. Lia si spostò lasciandolo entrare e sorridendo, rimanendo però diffidente. Indossava dei vestiti decisamente inusuali: una maglia larga con ampie maniche che aveva visto tempi migliori, pantaloni spessi color marrone chiaro, e scarpe con lacci di pelle nera, l'unica cosa lucida e pulita che egli indossasse. “La ringrazio di cuore madamigella, non ho nulla da offrirle se non due orecchie pronte ad ascoltare, e labbra pronte a condividere le brevi avventure che la mia vita mi ha donato fino ad adesso” esclamò poi lui, facendole un inchino. Lia rise di nuovo, lasciandosi andare per qualche secondo. “Non che io disprezzi le maniere educate, ma che ne dici di saltare i convenevoli e presentarti, cherubino del mistero? ” sentendosi chiamare così, sul volto del ragazzo apparve un sorriso malizioso. Dopodiché, si lasciò sfuggire un sospiro, abbandonando la sacca consunta che portava su una spalla per avvicinarsi a lei stringendo la sua mano. “William il viandante, per servirla” aggiunse poi, elegantemente, mentre ancora teneva la sua mano. Lia sospirò a sua volta, per poi esclamare : “Meabh Rosalia, la neo-attrice in crisi, per esasperarla” ridacchiando ed evitando di guardarlo negli occhi. Aveva infatti notato la sua  bellezza, la grazia dei suoi boccoli biondi di media lunghezza, la profondità dei suoi occhi azzurri e la pericolosità dei suoi lineamenti tanto delicati, e non aveva proprio bisogno di rendere la situazione ancora più imbarazzante. Nonostante la sua  predizione, però, William non si esasperò affatto. Anzi, sembrava stregato dai suoi racconti. La ascoltò mentre parlava del modo in cui il suo sogno era diventato un incubo, della pressione che provava nel sentirsi osservata e giudicata  ogni volta che prendeva una decisione qualsiasi, partendo dai vestiti fino ad arrivare alla vita privata, di come la sua emicrania fosse peggiorata durante il periodo in cui aveva recitato nela serie, del modo incosciente in cui l'aveva tenuto per se imbottendosi di medicinali, fino ad arrivare alla ragione della sua presenza sull'isola.L'emicrania da rimbalzo causata dai farmaci era diventata troppo per lei, e aveva deciso di agire prima che diventasse tardi. Lei si era vergognata molto tirando fuori quei segreti davanti ad uno sconosciuto, ma William non pareva affatto infastidito dal flusso di parole che le era appena uscito dalle labbra come un fiume in piena, e sul suo viso non c'era traccia dell'espressione delusa che aveva fatto il regista della Serie quando aveva annunciato che voleva prendersi una pausa. Il ragazzo si era limitato a fissare lo sguardo nel suo, prendendo le sue mani e sussurrando con quella voce così melodica da sembrare quasi cantilenante: “Ascoltami, Meabh. So cosa significa commettere errori così terribili da dubitare di meritarsi un posto nel mondo” aveva fatto una pausa, sorridendole come per incoraggiarla, assumendo poi un'espressione più severa, che lo fece sembrare quasi spaventato, e terribilmente malinconico.“Ma l'unico errore che non devi mai fare è quello di sottovalutare la tua vita. Finché ne avrai una sarai sempre in tempo per cambiare tutto” aveva poi abbassato gli occhi allontanandosi  per qualche secondo, per poi aggiungere: “Non abbassare la guardia, e qualsiasi cosa succederà saprai di essere al sicuro”. Lei aveva annuito, toccata dalle sue parole, per poi accarezzargli una guancia. Ci fu qualche momento di silenzio, dopodiché tornarono a parlare di discorsi meno coinvolgenti, per tutte le ore restanti, rimanendo svegli fino al mattino. 

                                                                                           2° Notte
  
Nemmeno a dirlo, i due avevano passato tutta la mattinata  dormendo sul divano, e al risveglio di Lia, che avvenne nel pomeriggio, William era sparito. Ella aveva allora deciso di avvicinarsi nuovamente alla candela, con fare sospettoso. Era stato quell'oggetto il responsabile dell'arrivo di quel ragazzo così empatico e comprensivo? C'era un solo modo per scoprirlo. Accese lo stoppino che si trovava alla sinistra di quello che aveva acceso il giorno prima, che era sorprendentemente ancora acceso, nonostante la candela non si fosse consumata nemmeno di un briciolo. Andò poi a fare un giro sulla spiaggia e una nuotata veloce, rimanendo in acqua finché non scese il buio. Immaginate quindi la sua sorpresa quando, rientrando nella villa, si trovò davanti una giovane ragazza dai capelli biondi completamente in lacrime. “Scusami...non volevo spaventarti” aveva sussurrato la visitatrice,con voce tremante. “Io...sto cercando una persona” aggiunse poi, singhiozzando ancora più forte di prima. E rimase semplicemente lì, ferma davanti a lei, a piangere. Lia sospirò, invitandola ad entrare. Le preparò un tè, chiedendole di spiegarsi, e nonostante il discorso sembrasse confuso, improvvisamente tutto divenne chiaro quando la ragazza nominò William,descrivendolo nei minimi particolari. Lia era sconvolta: secondo il racconto di quella ragazza, che aveva detto di chiamarsi Mairead, William era il suo fidanzato. L'aveva lasciata da sola quando aveva scoperto che era rimasta incinta, ma nonostante questo Mairead aveva tenuto il bambino, ed era partita per cercarlo lasciando il piccolo con sua madre. Gli occhi di Lia divennero lucidi: come aveva potuto cascarci? Ovviamente il ragazzo l'aveva avvicinata con il chiaro intendo di sedurla ed abbandonarla, come aveva fatto con la povera Mairead. Beh, si sbagliava di grosso. Da quel momento in poi, la villetta era zona rossa per William ''il viandante'', e la sua porta non sarebbe mai più stata aperta per ospitarlo, mai più. Lia abbracciò Mairead finché i suoi occhi verdi e azzurri non si asciugarono, la consolò assicurandole che William avrebbe pagato per ciò che aveva fatto,cedendole la camera da letto dove aveva dormito appena arrivata e decidendo di dormire sul divano. Mairead sembrava davvero rincuorata, la ringraziò molto, le diede due baci sulla guancia, le augurò una buonanotte e andò a stendersi nel letto, lasciando Lia sola con i suoi pensieri. 

                                                                       {Poco dopo}            

Mairead varcò la soglia della stanza, con un sorriso malizioso dipinto in volto. Sapeva che non ci sarebbe voluto molto a mettere l'ingenua rossa contro William. Il suo piano stava andando a gonfie vele. Si sdraiò ancora con quel sorriso stampato in volto, chiudendo gli occhi, ma fu interrotta poco dopo. Reiko Mizumori si materializzò nella stanza, con le braccia conserte e un espressione contrariata in volto. “Perchè diamine hai inventato tutte quelle bugie su William? Non lo sai che stasera ci sarà una tempesta?”Mairead alzò gli occhi al cielo, sbuffando rumorosamente. “Che ci fai qui, Reiko? Vai a dormire, che è tardi, non dovresti essere ad elemosinare attenzione che non otterrai da Hisoka come fai di solito?” in tutta risposta, Reiko sbattè i piedi sul pavimento, sbuffando più forte.“Non è giusto! Tu lo hai ucciso, non puoi permetterti di fare la gelosa e sottrargli l'unico modo che ha per liberarsi dal limbo e raggiungere la pace!” urlò poi, rossa in volto dalla rabbia. In tutta risposta, Mairead rise di gusto. “Tu davvero non capisci, eh? Non sono affatto gelosa, anzi, io voglio che loro due si innamorino!” Reiko inclinò allora la testa di lato,  con la confusione dipinta sul suo bel visino asiatico. “Allora per quale motivo hai parlato male di lui?”esclamò poi, incerta.  “Oh, Reiko” esclamò allora Mairead con finta accondiscendenza: “Ancora non hai imparato? Non c'è niente come una bella litigata per far scattare la scintilla tra due persone”. Reiko alzò gli occhi al cielo: Mairead aveva ragione, era inutile ragionare con lei, come parlare ad un muro. “Forse non avrei dovuto regalarle quella candela” mormorò poi tra se e se, sparendo nel nulla come era apparsa.

                                                                                              {Il mattino seguente}                         

Lia si svegliò di soprassalto, sconvolta dall'incubo che aveva appena fatto. La testa le pulsava come non mai, e un senso di colpa devastante cominciò a diffondersi per tutte le sue membra non appena realizzò cosa era davvero successo poco prima che si addormentasse. I tuoni avevano cominciato a scuotere l'isola, il rumore della pioggia che batteva contro le finestre diventò sempre più forte, e poi arrivò il suono del campanello. Accompagnato da quella voce suadente, dapprima gioiosa, poi sempre più disperata. William aveva cercato di farsi aprire, ma lei lo aveva abbandonato alla tempesta, addormentandosi in lacrime. Non sapeva nemmeno per quale motivo si sentiva tanto in colpa. Era stato lui a dirle di non abbassare mai la guardia, no? Eppure, nonostante lo avesse appena incontrato, si sentiva legata a lui, come se da qualche parte nel profondo del suo cuore lei non riuscisse a credere alle parole di Mairead. E poi c'era quell'incubo: aveva visto chiaramente William e un altro ragazzo dai lineamenti più tondeggianti mentre soffocavano una ragazza. L'ambientazione e il vestiario dei protagonisti era decisamente surreale, ottocentesco. La vista di quella scintilla di pazzia negli occhi del ragazzo le aveva fatto gelare il sangue nelle vene, e si era sentita quasi mancare nel sonno quando lo aveva visto lasciare la stanza allegramente scherzando insieme al suo amico, parlando di “Quanti soldi avrebbe ricavato dal corpo della ragazza ”.Lia non aveva idea di quale fosse il significato del sogno o di quella frase, ma sicuramente non poteva essere niente di buono.

                                              {Nel frattempo}

Mairead si aggirava per l'isola fischiettando,fiera del fatto che il suo piano si stesse finalmente realizzando. Aveva insinuato in quella ragazza un sentimento negativo che si contrapponesse al sentimento positivo che l'aveva spinta a confidarsi con William,creando in lei un conflitto interno. Questo avrebbe spinto Lia a pensare continuamente a lui, a farsi mille domande, a sentirsi persa e confusa, finché non sarebbe arrivata al punto di fare qualsiasi cosa per scoprire la verità. E una volta scoperto che William non aveva nulla a che fare con la storia che Mairead si era inventata di sana pianta, sarebbe scoccata la scintilla. E così lei avrebbe sfoderato la sua ultima carta, quella della verità, e così avrebbe potuto finalmente lasciare il limbo e l'isola, tornando nel mondo dei vivi con un corpo nuovo di zecca. Era arrivato il suo momento, e lei non avrebbe lasciato che niente e nessuno lo rovinasse. 
                  

                                                                                         {Intanto, nel Limbo}

Per quanto si impegnasse, Reiko non riusciva a smettere di sentirsi in colpa. Sapeva di non aver detto tutta la verità nel momento in cui aveva consegnato la candela a Lia, e sapeva che Hisoka si sarebbe arrabbiata da morire se l'avesse scoperto. La candela della compagnia, infatti, non attraeva soltanto gli spiriti affini, ma qualsiasi spirito fosse vecchio abbastanza per attraversare la barriera. Spiriti come William, tormentati e dispiaciuti, ma anche spiriti come Mairead Burke,pronti a tutto per ritornare nel mondo dei vivi. Aveva agito di impulso, sbagliando, come aveva fatto la notte in cui era morta, causando al contempo la morte della sua amata Hisoka. Allo stesso tempo però, non riusciva a condannarsi totalmente per aver compiuto quel gesto. Reiko era infatti uno dei pochi spiriti dell'isola a non biasimare totalmente William Hare per ciò che aveva fatto a suo tempo, continuando segretamente a sperare che trovasse un nuovo amore, liberandosi per sempre dal limbo e dimenticando ciò che la famiglia Burke gli aveva fatto passare. Ma come gli aveva rubato la vita, Mairead sembrava determinata a portargli via anche la pace eterna, anche se a Reiko non era chiaro in che modo esattamente Mairead pensasse di convincere Lia a lasciarle il suo corpo. Di certo non poteva ucciderla, altrimenti avrebbe perso il suo lasciapassare per il mondo dei vivi. Qualsiasi modo scegliesse, però, impedirle di farlo era di importanza fondamentale .Reiko sbuffò rumorosamente, attirando per qualche secondo l'attenzione di Hisoka. Quando i suoi piccoli occhi color nocciola si specchiarono in quelli grandi e neri della ragazza tanto amata, però, non riuscì più a reggere. Scoppiò in lacrime, confessando tutto. Sentendo quelle parole,un moto di rabbia si mosse dentro Hisoka, che però si limitò a sospirare. Reiko era fatta così, troppo buona per il mondo dei vivi e anche per quello dei morti, sempre pronta a passare il limite per conseguire la realizzazione di un amore impossibile. “Non preoccuparti, Reiko ” disse poi, sorridendo dolcemente e scompigliando la frangetta della ragazza che le stava di fronte, decisamente più bassa di lei. “Parlerò con Hare,magari lui può convincerla ad accendere ancora una volta la candela, permettendoci di rimanere di più sull'isola, il tempo necessario per spegnere la fiamma di Mairead e intrappolarla qui per un po'” aggiunse poi, smaterializzandosi per raggiungere il mondo dei vivi, più precisamente L'isola degli spiriti, che altro non era se non il luogo in cui lei e Reiko avevano trovato la morte  cercando una vita migliore, ben ottantanove anni prima. 

                                                                           3° Notte
      Lia aveva passato tutta la giornata chiusa in camera, torturandosi di domande su William.Mairead si era alzata di buon mattino ed era uscita, lasciando un biglietto dove la ringraziava  dell'ospitalità, assicurandole che sarebbe rincasata entro  sera.Era scesa al piano di sotto soltanto una volta scesa la notte,nella speranza di sentire nuovamente il campanello suonare, e non di certo per veder rincasare Mairead.Si sentiva una povera pazza, sia perché si  stava preoccupando in quel modo della salute di ragazzo che nemmeno conosceva sia perché si fidava di più di quella sensazione che delle parole di una povera ragazza dal cuore spezzato con un figlio a carico. Non che avesse cambiato idea sull'ospitarlo, ma moriva dalla voglia- o meglio dalla speranza- di sapere che stava bene, e che aveva trovato un riparo dalla tempesta. Dopo ore  e ore di angoscia e congetture, finalmente il campanello suonò.William era furioso. Hisoka le aveva raccontato di quello che era davvero successo, di come Mairead avesse approfittato della buona fede di Lia per metterle in testa quelle bugie sul suo conto, e di come ella avesse in programma di rubare il corpo di Lia per vivere nuovamente. Gli mancava il respiro: aveva paura che Lia non gli aprisse mai più, aveva paura di dover convivere con l'ennesimo fantasma che lo avrebbe giudicato, ma soprattutto non voleva che la vita di Lia si interrompesse per le manie di grandezza di quella psicopatica che una volta era stata il grande amore della sua vita. Non aveva nulla da ridire sul proprio omicidio, lui se l'era cercata, ma Lia era un'anima pura ed innocente e non meritava di pagare per gli errori altrui. Dopo qualche secondo però, Lia aprì mestamente la porta. Avrebbe voluto mettergli le braccia al collo ed esclamare “William, dove sei stato? ero preoccupatissima” per poi stampargli un bacio sulle labbra, ma non lo fece. Si limitò a squadrarlo da capo a piedi con fare torvo e con le braccia incrociate, mentre tutte le parole di Mairead sostituivano il dolce pensiero di quel bacio, lasciando spazio alla triste realtà, o almeno a quella che Lia credeva fosse la realtà. I minuti che seguirono furono la cosa più surreale che entrambi avessero mai vissuto. La testa bionda di Mairead sbucò all'improvviso alle spalle di William, analizzandolo con lo sguardo, per poi coprirsi la bocca e scoppiare in una fragorosa risata. “Oh, ma quindi è lui il William di cui parlavi?” aggiunse poi fingendosi molto sorpresa, mentre Lia era decisamente troppo stranita per proferire parola. “Sono desolata Lia...non volevo allarmarti con quelle storie, vedi, questo non è il William di cui parlavo!” Lia non riusciva a muoversi. Davvero aveva sofferto tanto per un malinteso?  “Suppongo che noi irlandesi ci somigliamo tutti, in fondo!” squittì poi  Mairead, facendo spallucce. “Beh,credo che voi due abbiate molto di cui parlare, quindi me ne vado di sopra! E stai tranquilla, Lia, domani prenderò il mio battello e andrò a cercare il mio William in un'altra isola, buonanotte ad entrambi!” aggiunse poi con nonchalance, superando entrambi e recandosi in camera. Lia era impietrita: non riusciva a credere di aver chiuso fuori William durante la tempesta senza nemmeno considerare che potesse essere un malinteso.“William, io...” vedendo Lia così dispiaciuta, tutta la rabbia che dimorava in William si sciolse come neve al sole. Si avvicinò a lei, accarezzandole la guancia come aveva fatto lei due giorni prima,sussurrando “Non c'è bisogno di dire niente, Meabh”.Si chinò poi su di lei, avvolgendola  in un abbraccio, che terminò in un  tenero bacio  sulle labbra che lei ricambiò senza pensarci due volte. 

                                                                          {Venti minuti dopo}

Mairead si avviò verso la camera di sopra- questa volta sul serio- con un sorriso trionfante dipinto in volto. Sarebbe stata solo questione di giorni, Lia avrebbe capito che preferiva William alla sua infelice vita, e lei avrebbe avuto il lasciapassare che aspettava da centottantanove lunghi anni. Era riuscita a godersi il bacio in diretta rendendosi invisibile, e la vita - o meglio la vita nell'aldilà-non le era mai sembrata così luminosa. “ Non così in fretta, stronza!” esclamò allora Hisoka, apparendo davanti a lei. La prese per un braccio, mentre Reiko soffiava in modalità invisibile sulla candela. Non appena sentì la connessione rompersi, Mairead sgranò gli occhi: ora sì che era nei guai. Hisoka portò Mairead nel limbo, dove sarebbe rimasta finchè la sua fiamma non sarebbe stata nuovamente accesa. Hisoka l'aveva portata in una stanza con due letti. Mairead sbuffò, alzando gli occhi al cielo ed esclamando: “Dovevo saperlo che eri una brutta persona, dopotutto neghi la felicità alla povera Reiko da quasi novant'anni ”. Sentendo quelle parole,Hisoka perse la sua naturale calma, mentre le sue pallide guance si coloravano di rosso.  “Tu non sai proprio niente!” ringhiò poi ad indirizzo della bionda, mentre i suoi occhi scuri si facevano lucidi. “É colpa mia se Reiko è morta! Lei ha rubato quella barca per potermi amare alla luce del sole, lontano dalla discriminazione” urlò poi, mentre il suo viso si riempiva di lacrime.  “Come posso guardarla in faccia dopo quello che le ho fatto?” ormai la ragazza singhiozzava rumorosamente, noncurante della presenza di Mairead. “Sono io la ragione per cui ha perso la sua vita, e sono io che l'ho condannata a stare nel limbo per sempre perchè non potrà mai realizzare il sogno di diventare un'attrice!”  Mairead era senza parole. Anche i suoi occhi ora erano lucidi. Non era vero che non poteva capire. Capiva perfettamente, era per questo che in tutti quegli anni aveva evitato William come la peste, perché sapeva  di averlo ucciso e avergli rubato la possibilità di imparare dai suoi errori, e di essersi auto-condannata prendendo la vita del suo amore,fatto che infine l'aveva spinta al suicidio.Un silenzio gelido calò nella stanza,finchè Mairead non si decise a dire qualcosa. “Hey, Hisoka?” la ragazza asiatica alzò leggermente la testa, asciugandosi le lacrime. “Ti capisco perfettamente” sussurrò poi, alzandosi ed abbracciandola. Rimasero così tutta la notte, abbracciate, singhiozzando, finché non si addormentarono abbracciate.                       

                                                                                   {Il mattino seguente}

Lia si svegliò con un sorriso raggiante dipinto sul volto: si sentiva come se finalmente tutti i pezzi stessero tornando a posto, finalmente aveva trovato la verità e una persona interessante a farle battere il cuore. Il bacio di William era stato stranamente soddisfacente, molto più del periodo on screen, il che le fece pensare che forse aveva sbagliato direzione scegliendo la carriera. Si alzò delicatamente per non svegliare William, decidendo di salire in camera per salutare Mairead e augurarle buona fortuna. Ma quando arrivò, non c'era nessuno. Al posto di Mairead,appoggiato sul comodino, c'era un articolo stampato da internet, con un titolo decisamente inquietante.La scritta in grassetto nero recitava infatti :“William Burke e William Hare, venditori di cadaveri”. La ragazza lesse l'articolo tutto d'un fiato, rimanendo a bocca aperta quando lesse la seconda parte, posta sul retro del foglio. Lì era posto un disegno identificativo che sembrava un ritratto di William e...del ragazzo che aveva sognato pochi giorni prima. Quella parte descriveva anche un omicidio, quello di una prostituta che fu soffocata dai due, esattamente come nel suo sogno. Improvvisamente, tutte le sue certezze crollarono. Il suo volto pallido si fece rosso e i suoi occhi lucidi, mentre la sua mascella si serrò. Scese le scale come una furia, scuotendo William dal suo sonno e sventolandogli l'articolo sotto la faccia.“Che diamine significa tutto questo? Perché c'è la tua faccia su un articolo che riguarda degli omicidi del milleottocentoventotto? Che cosa hai fatto a Mairead? L'hai soffocata come la ragazza del bordello? ” la ragazza respirava a malapena, tanto era presa dal panico. William, però, non si sorprese nè infiammò davanti a quelle accuse, si limitò semplicemente a sedersi sul divano, sospirando ed abbassando gli occhi. Fu allora che Lia si trovò faccia a faccia con l'amara verità, per la prima volta. William le raccontò tutto: il modo in cui William Burke lo aveva convinto a uccidere persone per conto di un professore di medicina, il modo in cui si era lasciato trasportare dalla follia di Burke fino a farsi beccare, ed il modo in cui aveva venduto Burke per sopravvivere. Poi le parlò di Mairead. Mairead Burke era nata nel millenovecentosei, ed era la sorella minore del ''compagno di sventura'' di William. Burke era stato impiccato per i crimini, mentre lui era stato assolto poiché aveva collaborato all'indagine .William Hare, invece, che ora era seduto davanti a Lia completamente distrutto, era sopravvissuto, tornando in Irlanda e sposandosi con la sorella di Burke, per la quale aveva sempre provato forti sentimenti. La ragazza non era al corrente del fatto che ci fosse lui dietro alla morte del fratello, o almeno così pensava Hare, dopotutto provenivano da un piccolo villaggio, e un tempo le notizie giravano molto meno. Ma Mairead aveva un piano e nel 1931 lo attuò. Impiccò il marito alle travi del soffitto, lasciandolo morire soffocato,proprio come lui aveva fatto col fratello. Ma come Hare aveva sempre amato Mairead,anche Mairead aveva sempre amato Hare, e si suicidò tre mesi dopo averlo ucciso, in preda ai sensi di colpa. La morte, però, aveva cambiato Mairead. Ella si era ritrovata molto pentita della scelta che aveva fatto togliendosi la vita, e aveva sempre tramato di rubare il corpo di qualcuno di vivo per avere una seconda occasione. Ma fu l'ultima parte a toccare in modo speciale le corde del cuore di Lia: William infatti, sorridendo nonostante l'amarezza della sorte che gli era toccata, aveva anche detto che il suo unico modo per lasciare il limbo e trovare la pace in un luogo a sua scelta era trovare un vero amore, uno che lo liberasse per sempre da ciò che lo legava a Mairead, essendo- finalmente-uno spirito libero. 
                                                                                         {Intanto, nel Limbo}

Quando Mairead si svegliò, Hisoka era sparita. Al suo posto c'era Reiko, che la guardava come se la volesse fulminare. “Che ci fai qui, Reiko? Hisoka non c'è ” sbuffò la bionda, alzando gli occhi al cielo.“So che hai dormito con lei, vipera!” strillò Reiko, assumendo un' espressione imbronciata e incrociando le braccia al petto. Mairead sospirò. Sul serio doveva restare bloccata nel limbo a giocare al Dottor Stranamore? aveva piani ben più grandi. Ma poi ricordò il dolore di Hisoka, e iin cuor suo sapeva che il dolore di Reiko era anche più grande, poichè l'aveva persa due volte: una nella vita e una nell'aldilà. Fu allora che per la prima volta dopo molto tempo, Mairead Burke sentì nuovamente di avere uno scopo della vita, di poter essere di più di una coniugicida in cerca di una seconda chance. La confessione di Hisoka e il modo in cui si erano abbracciate aveva smosso qualcosa in lei, qualcosa che la bionda sentiva di non poter ignorare. Si sedette così vicino a Reiko, dicendole ciò che Hisoka non sarebbe riuscita a dirle. Le spiegò di come Hisoka si sentisse in colpa per aver compromesso il suo futuro da attrice ma non solo, che si sentiva in colpa non solo per quel malaugurato incidente che le aveva portate a schiantarsi contro la scogliera dell'isola con una barca rubata che finì per rubare loro la vita, ma soprattutto di come la ragazza fosse consapevole di essere l'unico motivo per cui lo spirito di Reiko non aveva ottenuto pace. Quelle parole furono come degli schiaffi per Reiko, che si sentì invasa da una sensazione di sorpresa, sgomento e gioia allo stesso tempo. Non aveva mai considerato le cose da quel punto di vista, e pensandoci si accorse che nonostante lei l'amasse e desiderasse molto, non poteva negare che se non si fosse innamorata di Hisoka sarebbe rimasta viva, e probabilmente avrebbe ottenuto quella parte nel film del padre. Sopraffatta da quella sensazione, Reiko scappò dal Limbo, materializzandosi sull'isola grazie alla fiamma che aveva acceso nel momento di distrazione dei due piccioncini, la notte prima. 

{Una settimana dopo}
     Dopo la conversazione che Mairead aveva avuto con lei, Reiko non si fece più viva nel limbo,lasciando la bionda sola con Hisoka.Tra le due si era creato uno strano legame:Hisoka era una ragazza molto silenziosa e riservata, poco incline a smancerie e complimenti, ma  aveva la capacità innata di riconoscere in quale momento era meglio tacere e in quale era necessario parlare, e specialmente non parlava mai a vanvera. Mairead si sentiva al sicuro con lei, mentre Hisoka era decisamente incuriosita dai racconti della bionda, che nascondevano una storia mai narrata. Aveva sempre guardato Mairead come alla più pericolosa anima del limbo, eppure anche lei sentiva un legame nei suoi confronti. I loro abbracci silenziosi divennero baci silenziosi, la loro curiosità divenne un nuovo sentimento ancora da scoprire. Nel frattempo, Lia e William stavano vivendo la loro favola d'amore. Dopo una fase iniziale di shock infatti, Lia realizzò che non le importava veramente di chi fosse stato William in vita. Certo, i suoi crimini erano davvero gravi, ma lui li aveva pagati con la vita, e cosa c'era di più efficace del rimanere bloccati nel limbo per quasi due secoli per assicurarsi che avesse davvero imparato la lezione? E poi William era tutto ciò che desiderava, tutto ciò che di buono poteva esserci in un uomo, 
tutto ciò che l'evoluzione si era lasciata indietro lasciando che la figura signorile si svilisse a tal punto da farle preferire una vita di solitudine. Adorava le sue storie sull'aldilà, ascoltava con attenzione tutto ciò che lui raccontava, e in poco tempo seppe quasi tutto quello che c'era da sapere in merito, compreso il vero funzionamento della Candela della Compagnia e il motivo per cui Reiko gliel'aveva donata. L'assenza di Mairead la insospettiva un po', ma era troppo contenta per ciò che aveva trovato per riuscire a preoccuparsi di ciò che avrebbe potuto perdere. Reiko, dal canto suo, girava per l'isola sospirando e rimuginando, immaginandosi come sarebbero andate le cose se lei non avesse incontrato Hisoka Fukakuro. Forse avrebbe davvero ottenuto la parte nel film del Signor Fukakuro, forse avrebbe trovato una sua strada senza avere qualcuno accanto. Anche se non lo avrebbe mai ammesso, la ragazza cominciò a sentire empatia nei confronti di Mairead: certo, forse i suoi mezzi erano sbagliati, ma anche a lei sarebbe piaciuta una seconda possibilità nel mondo dei vivi, se solo avesse avuto il coraggio di perseguire il suo obbiettivo e di lasciare indietro Hisoka, oppure la possibilità concreta di avere una scelta. 
                                                     

 {Ultima Notte}                     

  Lia prese un profondo respiro, tenendo stretta la mano di William. Mairead, Hisoka e Reiko  erano davanti a lei, mentre tutte le fiamme della candela erano accese. Inizialmente Lia era stranita dal fatto che con soli tre stoppini erano apparsi quattro spiriti, ma poi aveva compreso: Reiko ed Hisoka si amavano molto quando erano morte, ed erano morte insieme. L'amore di Reiko ancora resisteva nonostante Hisoka l'avesse ormai abbandonato, e per questo i loro spiriti erano ancora collegati tra loro. Dopo essersi scambiata un'occhiata complice con William, prese la parola, schiarendosi la gola per trovare il coraggio di fare quel passo tanto importante e fondamentale per il suo futuro e per quello di William.“Vi ho fatto venire qui per darvi un'importante notizia...questa sarebbe la mia ultima notte sull'isola, e sarà anche la mia ultima notte nel mio corpo” esclamò poi, sorridendo come se avesse scoperto di essere stata candidata agli Oscar. Reiko spalancò gli occhi e si coprì la bocca dalla sorpresa: Lia sapeva tutto? Mairead non sembrava affatto sorpresa, piuttosto mortificata, specialmente quando lo sguardo duro di William si incrociava con il suo. Hisoka invece, rimaneva in silenzio, neutrale, stringendo la mano di Mairead per confortarla. “Esattamente, William mi ha detto tutto, e ho intenzione di diventare uno spirito a mia volta per rimanere a vivere con lui qui, sull'isola” aggiunse poi. Nessuno dei presenti si sarebbe azzardato a proferir parola, per non rovinare quel momento solenne. Mai nella storia dell'aldilà e specialmente del limbo era accaduto che un vivente abbandonasse il suo corpo volontariamente per restare accanto ad uno spirito. “Mairead, inizialmente avrei voluto spaccarti la faccia, ma siccome amo tanto William e preferisco vivere per sempre con lui allo stare con i vivi” Mairead abbassò gli occhi, sapeva cosa stava per succedere e si vergognava molto del fatto che fossero state le sue azioni a causare quella situazione.  “Finalmente avrai ciò che desideravi, una nuova opportunità di ripartire con un corpo diverso” concluse infine la ragazza dalla chioma ramata. Ciò che seguì fu ancora più sorprendente: Reiko sospirò impercettibilmente, delusa dalla scelta di Lia. Hisoka sgranò gli occhi, preoccupata di perdere Mairead per sempre. E Mairead prese un bel respiro, sorrise e si voltò verso Reiko.  “Ti ringrazio molto Lia, ma credo che ci sia qualcuno, in questa stanza che se lo merita molto di più” disse poi, indicando direttamente la ragazza. “Il tempo passato con Hisoka mi ha fatto capire che forse le risposte che cerco sono qui, mentre Reiko ha perso non soltanto la vita ma anche il suo amore, merita una seconda occasione come attrice” concluse infine, mentre gli occhi di Reiko cominciarono a brillare. Lia annuì, esclamando:  “Non potrei essere più d'accordo, lasceremo l'onore a Reiko!” nell'udire quelle parole, Reiko abbracciò spontaneamente Mairead, che diede un bacio a stampo a Hisoka, mentre Lia e William scoppiarono a ridere davanti alla scena così buffa, baciandosi con passione davanti a tutti. 

                                                                                                                 {Il mattino seguente}

Lia - o per meglio dire Reiko- era pronta per tornare al suo lavoro come attrice,e stava in piedi in mezzo alla spiaggia con un sorriso luminoso in volto, aspettando Hisoka per farsi portare fino al porto di Uno. La vera Lia era molto contenta di non dover più avvertire ne la pressione del giudizio altrui ne il mal di testa, rimanendo per sempre sull'isola con il suo bel William. Mairead aveva finalmente voltato pagina, finalmente fiduciosa in ciò che poteva portare il futuro, e anche Hisoka sentiva di potersi finalmente calmare. Anche loro due erano libere dal limbo, e sarebbero rimaste sull'isola, per vedere dove la loro conoscenza le avrebbe portate. Reiko si sentiva meglio che mai: il nuovo corpo le piaceva molto. Indossava un vestitino bianco e morbido,dotato di maniche bianche decorate da pizzo del medesimo colore,con un morbido scollo a v, una cintura bianca attorno alla vita sottile e una gonna a balze anch'essa decorata con del pizzo. Ai piedi indossava delle ballerine bianche con un fiocchetto sul davanti, e i capelli ramati scendevano sciolti sulle spalle, fatta eccezione per le due ciocche sul davanti, fermate sulla nuca al centro della sua testa con un due forcine dorate. Si era fatta tagliare la frangetta da Hisoka, e aveva abbandonato le sneakers oliva e la sacca gialla limone, ma sopratutto il cappello militare. Aveva scelto soltanto i vestiti migliori dall'armadio di Lia, decidendo di portarsi dietro solo la valigia.Non appena Hisoka arrivò, Reiko saltò sulla barca, tenendo lo sguardo in avanti verso il suo futuro e rivolgendosi a William e Lia soltanto una volta partita, per salutarli con la mano ed augurare loro buona fortuna. Ovviamente, loro fecero lo stesso. Arrivata al porto scese di slancio  dal battello, rimanendo qualche secondo a guardare Hisoka prima di salutarla per sempre. “ Allora addio, Reiko...” sospirò Hisoka, con fare malinconico. Reiko scoppiò a ridere, agitando la mano in aria ed esclamando con gioia: “ Arrivederci, Hisoka!”. Hisoka sembrò non avere nessuna reazione, ma a Reiko non importava: Hisoka aveva fatto la sua scelta, e anche lei. Adesso aveva tutta una vita davanti. Vita che avrebbe vissuto senza mai sapere che una volta  fuori dal suo campo visivo, Hisoka aveva sorriso teneramente, sussurrando “ Arrivederci, Reiko...”.

 

   
 
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