Anime & Manga > Lady Oscar
Segui la storia  |       
Autore: Brume    15/06/2020    2 recensioni
Laurent Reve Grandier Jarjayes arriva in Normandia una sera di giugno.Dovrebbe fermarsi un paio di mesi, ma finirà per viverci.Devastato dal dolore, inizia a scrivere un diario, testimone di un viaggio fatto di ricordi, pensieri, sogni; vi riporterà i suoi pensieri, i suoi sogni, i ricordi e piccoli segreti -che non conosceva e man mano scopre- che lo aiuteranno a ricostruire la storia della sua famiglia ed a crescere, arrivando oltre a ciò che aveva immaginato.
NB I disegni sono realizzati da me con tecnica mista, acquarello , matita, china
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Nuovo Personaggio, Oscar François de Jarjayes, Victor Clemente Girodelle
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Oscar e Andrè'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Reve galleggiava in una sensazione di pace. No, non era morto: era in un sogno, un sogno che aveva sempre sperato di fare, e che non era mai giunto in quegli anni. Normandia. Oscar, Andrè e sua sorella erano davanti a lui; giovani, bellissimi, nemmeno sfiorati dalle ingiurie del tempo anzi. Stavano ridendo, mentre passeggiavano nel giardino della casa che li vide felici per qualche tempo; la loro tomba non c'era. Al suo posto cresceva, accanto all' albero, un rigoglioso e grande cespuglio di rose bianche che di tanto in tanto Andrè annusava e poi coglieva, per donarle alle due donne. Reve provò a muovere alcuni passi per andare da loro: la terra si sollevò, sotto i suoi piedi; era vivo, era li. Non sapeva come, perchè, ma era lì. Il respiro era lento, tranquillo, e la ferita che aveva sul petto non sanguinava più. I suoi genitori e sua sorella si voltarono all' unisono: erano sorpresi di vederlo li. Sorpresi e felici: le lacrime sgorgarono come cristalli dagli occhi limpidi dei presenti, che, nel caso di Andrè, non erano più feriti o stanchi. Anche i capelli dei suoi genitori non erano piu' velati di grigio....e sua sorella...che splendore: pareva una divinità, tanto era bella. Reve provò a parlare, ma i suoni si strozzarono nella gola, come a sottolineare il fatto che le parole, in quel contesto, erano davvero superflue. Oscar fu la prima ad avvicinarsi. “Reve, mio dolce Reve....” disse accarezzando il viso del figlio, ormai uomo, e raccogliendo le lacrime che scendevano e trasformandole in cristalli. “ Mamma... “ riuscì a dire Reve “ mamma, è un sogno questo? O sono morto?” “ No Reve, non sei morto. Non so come mai ci troviamo qui, insieme, adesso: ma è bellissimo. Un dono, ecco cosa è.” rispose, Oscar, volgendosi verso Andrè che, tenendo per mano Rose Marie, si avvicinava a loro. “Figlio mio...” disse lui, con la sua voce dei vent' anni “ figlio mio, sei diventato uno splendido uomo, anche se a prezzo di un dolore immenso...se noi avessimo potuto farlo, avremmo evitato tutto questo...ma il destino è scritto e dobbiamo solo accettarlo” disse, per poi girarsi verso la figlia “ Rose, ecco Reve...” Rose era la copia di sua madre; era splendida, diafana, pareva un angelo. Reve la guardò a lungo, poi l' abbracciò, sotto lo sguardo dei suoi genitori: una scossa lo pervase, come a segnare e rinnovare un legame, da molto tempo assopito nell' angolo dei ricordi. La famiglia così si riunì, in quella dimensione senza tempo ; si poteva sentire il profumo del mare, il calore del sole e Reve avrebbe voluto restare per sempre insieme a loro, ma sapeva che non era possibile, almeno per il momento. Si godeva quel regalo, pensando a Diane, al dolore che la sua donna stava provando, al suo cappezzale, in quel momento. “no, non è tempo per stare con noi” disse ancora Andrè “ tornerai dalla tua donna, tornerai da lei. Vi amate molto, vero? ” Reve lo osservò. Andrè sorrideva felice. “Si, Papà...lei è la mia vita” sospirò Reve. Andrè sorrise, come a dire che lo capiva benissimo, perchè quel sentimento lo conosceva bene. “ ti leggo nel cuore, figlio mio. L' ho sempre fatto, anche quando ero accanto a te, fisicamente. Sei una anima pura: lasciati guidare dal cuore, come hai fatto fino ad ora; anche se fa male, e lo stai provando sulla tua pelle...tutto andrà per il meglio” disse Andrè. I pensieri e le parole, talvolta sibilline, andavano e venivano veloci in quel sogno, esattamente come le onde del mare che lambivano i loro piedi scalzi. Quante cose avrebbe voluto dire, in quel momento; in realtà, furono i sentimenti a parlare. Una sensazione così non l' aveva mai provata; il calore, la gioia, la felicità e la malinconia riempivano il suo corpo e la sua anima. Ma come tutte le cose, anche quel momento ebbe un termine. “Ora vai” disse la madre mentre guardavano il cielo terso “ torna da lei, e sii felice. Ci rivedremo ancora, ne sono sicura.” Erano sulla spiaggia che amavano tanto: il vento iniziò a soffiare, e loro, pian piano, scomparirono. Reve sentì un dolore al centro del petto, e poi il buio. *** Diane guardava il suo grande amore, steso nel letto. La febbre iniziava a scendere, ed il respiro si faceva costante. Era notte fonda , ormai, e tutto intorno a loro vi era silenzio: solo il fuoco scoppiettava, nel camino, mentre la pioggia continuava a scendere lenta. La donna scostò i capelli di Reve, poggiando per l' ennesima volta la sua mano sulla fronte; prese una pezza fresca, per dargli sollievo. “abbiamo ancora tante cose da fare, Reve. Dovunque tu si, svegliati, torna da me, ti prego” sospirò, piangendo. Ripensò al giorno di sei mesi fa , in cui si erano sposati; Reve aveva mantenuto la sua promessa e si erano recati in Normandia. Accanto alla tomba dei suoi genitori, accanto allo stesso albero, si erano detti “SI” , pieni di emozione e sogni per il futuro che già si delineava felice e soddisfacente. Ripendò all' emozione di quel giorno e di quella prima notte insieme, ripensò alle lacrime di Alain, ai ricordi degli anni che furono; rivide tutti, seduti a quella tavola, ridere, mangiare, bere, scherzare. Rivide i colori puliti e tersi dei fiori, il loro profumo; l' incedere lento verso il suo sposo che l' attendeva , con quel vestito bianco e oro, leggero, mosso dal vento. No, non poteva finire tutto così. Diane venne colta da un sonno profondo ad un certo punto della notte, e crollò esausta; tanto era stanca che non si accorse di Alexander, entrato nella stanza con una tazza di cioccolata. Le occhiaie segnavano il viso dell' uomo creando dei solchi violacei; anche il viso di Diane era comprensibilmente segnato e tirato. “ Tieni..ti ho portato della cioccolata, Diane. Come sta Reve?” chiese “Grazie, Alexander...Reve si è agitato un pò, ma dopo è scesa la febbre ed è riuscito a riposare, finalmente. Guardalo, sembra stia sognando, tanto è rilassato, ora “ disse lei con tenerezza. Alexander si avvicinò all' amico, mormorando qualcosa di incomprensibile, poi si voltò verso la donna. “il dottore passerà in mattinata. Vuoi andare a darti una rinfrescata, Diane? Resterò io con lui.” “Grazie, sei molto gentile. Penso seguirò il tuo consiglio, se a te non fa nulla” rispose lei, bevendo un sorso dalla tazza. Il sole stava sorgendo in quel momento; era stata una lunga nottata e Reve pareva tranquillo, quindi la donna tornò nelle sue stanze per farsi un bagno e cambiarsi d' abito. Nel frattempo, la casa parve risvegliarsi; Xavi chiese di poter uscire nel giardino, gli uomini e le donne, in cucina e nelle stalle, presero a lavorare. Gli alunni non ci sarebbero stati, ma vi erano comunque alcuni appuntamenti da onorare; se ne sarebbero occupati François, Alexander e Louis, un amico comune. Il dottore arrivò intorno alle dieci; Diane preparò ciò di cui aveva bisogno e poi si mise a sedere, per non intralciarlo nella visita. Reve pareva stare meglio, ma la ferita, ovviamente, era piuttosto brutta. Il medico confermò la diagnosi del giorno precedente, afferamando che non vi erano lesioni interne: era stato fortunato, e si sarebbe trovato solo una brutta cicatrice. Tuttavia vi era il pericolo di una sepsi e, naturalmente, eventuali – purtroppo – imprevisti potevano presentarsi da un momento all' altro. “Abbia fiducia, madame Grandier; suo marito ha la pelle dura.Sono positivo, credo di riprenderà: ma la strada è ancora lunga” disse, prima di uscire. I punti di sutura tenevano bene, la ferita era gonfia ma abbastanza bella. “grazie, dottore. Alexander le farà avere l' onorario, lasci la parcella a lui” disse Diane. “non si preoccupi” rispose lui, uscendo. Diane ritornò al suo posto: accanto a Reve. Presa dalla stanchezza si assopì, ancora, non riuscendo a vedere il timido movimento della mano di Reve, che cercava forse inconsciamente lei. Reve si ritrovò ancora in un sogno. Dopo il buio ed il torpore, all' improvviso si trovò insieme ad Andrè, a Parigi. Il padre portava una divisa, quella della guardia cittadina; accanto a lui vi era un altro uomo, che pareva la sua ombra: Alain. Giovani. Andrè si girò per osservare il figlio; lo vide, e lo tirò in un vicolo, al sicuro. “La rivoluzione, Reve. Mi hai chiesto molte volte della Rivoluzione: eccola. Non preoccuparti: è un sogno, un sogno strano, nulla può accaderti. I tre uomini passeggiarono per la città; una città piena di gente, di soldati, di morti. La Bastiglia non era lontana; la vi era sua madre, la vide, in mezzo alla folla. Andrè raggiunse Oscar facendosi largo tra soldati, popolani, cavalli scossi, gente morente. Le urla erano strazianti, perforavano i timpani e anche l' anima. I soldati stavano tentando uno degli ultimi affondi: la Bastiglia stava per cedere. Sua madre incitava la folla ed i suoi soldati, stando in piedi ad un cannone, con la spada verso la prigione. Rumori, spari, urla ed uno squarcio infine irruppe nell' aria e nei corpi. Polvere ovunque.Lamenti. Il panico entrò in Reve, immobile in mezzo a tutte quelle persone. Dopo un tempo che sembrava infinito, rivide i suoi genitori. Andrè teneva tra le braccia Oscar: era inerme e sembrava quasi morta. Anche lui era ferito, e ricoperto di sangue. Era disperato. Andrè guardò il figlio. Reve tentò di avvinarsi, ma qualcosa lo trattenne, lo bloccò. Nemmeno la voce riusciva ad uscire dalla sua gola. “Ora vai, Reve” disse il padre sussurrando quelle parole nella tua mente “tornerò; tornenermo. Vai.” Poi, cercò di sollevare Oscar, ma cadde, svenuto, a terra. Reve, questa volta, non fu immerso in un turbine buio, ma riaprì gli occhi e si trovò nella camera da letto. Diane dormiva profondamente. Passo i primi dieci minuti a capire cosa stava succedendo, poi si tranquillizzò e guardò Diane. “bambina mia, chissà come stai soffrendo” disse fra sè “ perdonami, non volevo farti questo, non è stato colpa mia” pensò, guardandola. Era troppo debole per muoversi e per parlare; quindi Reve rimase lì, immobile, in attesa che la moglie si svegliasse. La guardava con tenerezza; quella donna così forte, decisa ed intraprendente ed allo stesso tempo dolce era l' esatta metà della sua anima. Era la sua salvezza, il suo tutto, il suo mondo. Avrebbe dato la via per lei. Era quasi pomeriggio: in casa si sentivano pochi rumori, solo i passi degli aiutanti e le voci di François e Louis che al piano di sotto parlavano animatamente di alcune attività. Diane finalmente aprì gli occhi. “buongiorno, amore mio” disse Reve, sorridendo. “Reve...sei sveglio...sei vivo!!!” rispose lei, con le lacrime agli occhi, sotto shock. Prese le mani del suo uomo e le strinse forte. “ Ho temuto che tu mi lasciassi, Reve...” disse, ancora “ ho pensato di perderti....” “no, Diane. Credo che resterò ancora un pò con te, abbiamo troppe cose da fare insieme...un figlio, per esempio”. Le parole uscirono a fatica dalla sua bocca, ma chiare e limpide. Diane sorrise. “Ma come, sei stato ad un passo dalla morte e la prima cosa che vuoi fare è un figlio? Non credo tu sia abbastanza in forma....” Reve voleva ridere, ma la ferita gli dava troppo dolore . “Sei sempre la solita, Diane. Irriverente e ironica. Ti amo anche per questo! “ disse; cercò di mettersi comodo, voleva baciarla, ma il suo corpo era fatto di cemento, in quel momento; quindi fu Diane ad avvicinarsi, regalando alle labbra del suo uomo un bacio lunghissimo. “mi sei mancata, amore mio”. Reve e Diane rimasero in silenzio, l' uno negli occhi degli altri, tenendosi la mano.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Lady Oscar / Vai alla pagina dell'autore: Brume