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Autore: miss_MZ93    15/06/2020    3 recensioni
Marinette ed Adrien hanno ormai diciotto anni. Le loro vite continuano ad essere minacciate dalla presenza di Papillon ma qualcosa sta per cambiare. Gli anni iniziano a farsi sentire e gli equilibri fragili che esistevano tra i due ragazzi iniziano a spezzarsi. Tra Adrien e Marinette qualcosa cambierà radicalmente, lasciando uno spiraglio per qualcuno che, in segreto, non ha mai smesso di provare grandi sentimenti per Marinette.
Tra dolci e sensuali drammi, i nostri protagonisti dovranno affrontare anche un nuovo pericolo per Ladybug.
Ho iniziato a scrivere la storia prima dell'uscita della terza stagione, quindi mancheranno alcuni personaggi o dettagli particolari.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Luka Couffaine, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Davanti al cinema, trovo un gruppo di ragazzi in attesa della ritardataria cronica, Marinette Dupain-Cheng. Tutti sembrano impazienti di guardare il film ma i miei pensieri sono concentrati altrove.
Le emozioni provate con Luka ancora sembrano scorrere libere nel mio corpo ma se davvero non voglio dar motivo a nessuno di interessarsi della mia vita privata, devo assolutamente calmarmi. Prendo l’ultima grande boccata di aria fresca, concentrandomi su pensieri come lo studio o le bozze di disegno che avevo promesso ad Alya e che ancora vagano sulla mia scrivania.

Un passo dopo l’altro, raggiungo il gruppo, scusandomi per il ritardo. Abituati ormai alle mie tempistiche, sembrano quasi sorpresi che io sia arrivata cinque minuti prima dell’inizio del film.
Sulla mia figura sento posarsi due occhi verdi, intensi e visibilmente in cerca di qualcosa. Il mio sguardo torna distrattamente ad osservare i miei vestiti ma più cerco di capire cosa stia guardando, meno riesco a comprendere quella preoccupazione che posso vedere sul suo volto. Adrien continua a guardare i miei vestiti ed un pensiero inizia a vorticare nella mia mente. Se Alya dovesse aver ragione, se lui fosse davvero geloso del mio “ipotetico” rapporto con Luka, sicuramente il pensiero che io abbia scelto di indossare una maglietta così attillata ed una gonna abbastanza corta per il chitarrista, non deve avergli fatto piacere.
Il suo sguardo continua a guardare con insistenza l’orlo del tessuto che si posa dolcemente sulle mie gambe nude. Un brivido mi attraversa la schiena mentre il suo sguardo sembra farsi più dolce ed imbarazzato. Non ho idea di cosa stia attraversando i suoi pensieri e mi ritrovo a chiedermi perché in quest’ultimo periodo ogni suo gesto mi appaia più gentile, più dolce, più affettuoso ma anche più cattivo, più duro e più scontroso.

Mi rendo distrattamente conto che quello scambio di sguardi tra me ed Adrien abbia attirato l’attenzione di tutto il gruppo. Cerco di riappropriami di un autocontrollo che non mi appartiene più da quando ho messo piede fuori casa e volto lo sguardo, ignorando le occhiate che il biondo sembra continuare a lanciarmi. I miei occhi trovano velocemente la figura di Luka, intento a chiacchierare con la sorella.
Alya afferra i biglietti del cinema e trascina tutti oltre le porte, distraendo l’attenzione generale da me ed Adrien ma una volta entrati, sento il suo sguardo nuovamente su di me. Lascia Nino in compagnia del suo migliore amico e mi raggiunge velocemente con una bibita ghiacciata per me.

Sto per raccontare l’ennesima bugia a quell’uragano dai capelli castani ma la sua voce interrompe ogni mio tentativo di risultare credibile.
"Non importa, ti sei persa una scena incredibile"
Si avvicina sempre più a me, come se dovesse rivelarmi chissà quale segreto di importanza vitale. Il suo volto si tinge di malizia e di quel desiderio di pettegolezzi che contraddistingue ogni reporter.
"Luka è arrivato due minuti prima di te con un sorriso in volto da far invidia a chiunque"
Posso sentire il sangue affiorare sulla mia pelle mentre penso al motivo dell’espressione di quel ragazzo ed alla differenza tra noi due. Probabilmente, se Alya mi avesse vista qualche istante prima, avrebbe trovato in me un’espressione disorientata e confusa.
"Marinette?"
Scuoto la testa leggermente per ritornare a concentrarmi sulle parole di Alya. Con un cenno del capo la invito a continuare e lei non si fa pregare troppo prima di arrivare alla parte più interessante di questo suo racconto.
"Avresti dovuto vedere la reazione di Adrien! Sembrava infastidito dal buonumore del chitarrista ed il motivo può essere solo uno"
"Quale?"
La vedo sbuffare con in volto un’espressione divertita. I suoi occhi tornano a specchiarsi nei miei, lasciandomi disorientata.
"Davvero non lo sai?"
La consapevolezza della risposta mi lascia senza parole e mentre io torno ad immergermi nei miei pensieri, Alya torna velocemente accanto al suo ragazzo. Seguo la sua figura fino al bancone, dove trovo Adrien intento ad osservarmi. La mia carnagione prende fuoco sotto al suo sguardo mentre io mi trovo nuovamente imprigionata in quel gioco di potere. Non riesco a distogliere gli occhi dai suoi, da quel verde che per tanto tempo ho amato come la cosa più preziosa al mondo. Solo Nino riesce a spezzare quell’incantesimo, distraendo Adrien e trascinandolo verso l’ingresso delle sale. I miei occhi continuano a seguire la figura del modello mentre i pensieri tornano ad affollarmi la mente.
Alya crede che Adrien sia geloso di me ma come può esserlo e perché? Non può provare certe cose per me ed affermare di considerarmi una semplice amica.
Un pensiero inizia ad insinuarsi nella mia mente, sovrastando velocemente qualunque altra cosa. Nessuno sa veramente ciò che è successo e che continua a succedere ogni volta che io e Luka ci troviamo da soli quindi, anche ammettendo che Adrien sia geloso di me, come potrebbe esserlo non sapendo la verità? Come può lui aver intuito ciò che sembra essere sfuggito anche alla mia migliore amica?
Questi dubbi mi perseguitano affollando la mia mente a tal punto da distrarmi totalmente dal presente. Alzo lo sguardo istintivamente quando la stanza si oscura e solo in questo momento mi rendo conto di aver oltrepassato la porta della sala ed essermi seduta senza nemmeno prestare attenzione a ciò che facevo. Che io sia riuscita ad arrivare fin qui senza inciampare è quasi un miracolo.
La colonna sonora del film riporta la mia attenzione alla proiezione, dove un ragazzo dai tratti orientali sta passeggiando tranquillamente. Qualcosa però torna a distrarmi.
Il mio corpo si irrigidisce ed il mio respiro torna a farsi pesante. Sento quasi l’aria mancarmi quando mi rendo conto di dove mi trovo.
Alla mia sinistra, gli occhi dolci ed azzurri di Luka mi sorridono, riaccendendo quella sensazione di insoddisfazione che sembrava essersi assopita qualche istante prima. Il mio volto riprende colore velocemente, lasciando che i miei pensieri tornino alle sue labbra a contatto con le mie.
Uno sbuffo attira la mia attenzione e quella sensazione di disagio torna a colpirmi violentemente. So già cosa, o meglio chi, troverò alla mia destra e l’ansia inizia ad invadere il mio corpo. Molto lentamente cerco il coraggio di voltarmi per poi trovarmi davanti la figura di Adrien, appoggiato al bracciolo che delimita il confine tra il mio posto ed il suo. La sua espressione torna dura mentre cerca di ignorare il mio sguardo dubbioso. La sua mascella è contratta, quasi infastidita da qualcosa e mentre i miei pensieri tornano a concentrarsi sulle parole di Alya, il mio volto diventa sempre più rosso. Vedo i suoi occhi posarsi su di me per un solo istante, sentendosi osservato e mentre io ancora sono intenta a guardarlo con occhi curiosi, le sue labbra si distendono in un sorriso sornione. Quel verde intenso sembra sciogliersi dolcemente e finalmente mi sembra di rivedere il vecchio Adrien, quello premuroso egentile, quello di cui mi ero innamorata, quello che ha spezzato il mio cuore.
Perché queste situazioni capitano solo a me?
Torno a guardare il film ma la mia capacità di concentrazione sembra ormai evaporata del tutto. Cerco di seguire la trama ma le mie sensazioni continuano a distrarmi. Una parte di me sembra accendersi di passione accanto a Luka, cercando ogni scusa per sfiorare la sua mano, per sentirlo accanto a me, per bearsi del suo sorriso in attesa che quelle labbra si posino nuovamente sulle mie. L’altra parte, quella concentrata sul ragazzo alla mia destra, sembra confusa come mai prima. Una sensazione di calore invade i miei sensi, ricordandomi quanto tempo io abbia passato ad osservare il suo profilo, a desiderare un suo sguardo ed a sognare il nostro futuro assieme. Questa però continua a scontrarsi con la realtà brutale di non essere mai stata nemmeno considerata più di una semplice amica, di una banale fan. Qualcosa a livello inconscio inizia a smuoversi ed io mi ritrovo aggrappata all’idea che lui possa aver cambiato idea, che possa essersi accorto di quanto tiene a me, di quanto fastidio provi nel pensarmi tra le braccia di qualcuno che non sia lui.
Non posso farmi questo, non posso pensare ad Adrien sperando che i suoi sentimenti siano cambiati, non posso permettermi di illudermi nuovamente di qualcosa che non esiste e mai esisterà.
Ecco cosa succede quando lasci decidere agli altri dove sedersi, finisci per ritrovarti immersa in un vortice di emozioni e sensazioni che non puoi controllare.
Il film scorre veloce sotto ai miei occhi mentre io cerco di calmarmi e non risultare un blocco di marmo. Il mio volto perde ogni traccia di quel buonumore che mi aveva accompagnato fino ad un’ora prima. Devo riuscire a ritrovare un po’ di serenità ma i continui dubbi sul comportamento di Adrien continuano a minare il mio sistema nervoso e più cerco di comprendere le sue reazioni, più mi domando il motivo di questo mio interesse nei suoi confronti. Che io sia masochista?
Le luci si riaccendono per l’intervallo che segna la fine del primo tempo mentre io continuo a sprofondare nei miei pensieri.
Vedo Luka avvicinarsi al mio volto, preoccupato per quel cipiglio che posso sentire sulla mia pelle. Più lui si avvicina a me, più sento un brontolio fastidioso uscire dalle labbra di Adrien e questo inizia ad infastidirmi non poco. Non può continuare ad avere un così grande peso nella mia vita, non può condizionare così tanto i miei pensieri da distogliermi dalle sensazioni che provo al fianco di Luka.
"Marinette, stai bene?"
La voce del chitarrista mi risveglia ed io mi costringo a sorridergli debolmente. So quando Luka sia bravo a leggere i miei pensieri ed il mio stato d’animo, infatti lo vedo ignorare la curva delle mie labbra, continuando a guardarmi preoccupato.
"Tutto bene, Luka"
Il suo sguardo sembra cercare nel mio il motivo di quel cambiamento di umore ed io mi rendo conto di aver lasciato nuovamente ad Adrien la possibilità di influenzarmi con i suoi tormenti. Sospiro debolmente, rivolgendogli un sorriso dolce.
"Non lo so"
La mia voce esce flebile, attirando anche l’attenzione di Adrien che, cercando di passare inosservato, si appoggia sempre più sul suo braccio, cercando di ascoltare la mia conversazione con Luka.
"Che succede?"
Il suo volto si avvicina sempre più al mio e, anche se le sue intenzioni non sono tra le più maliziose, il mio volto inizia a tingersi di rosso. La mia mente si svuota all’istante, lasciandomi con la consapevolezza che lui sia il mio unico appiglio per sfuggire al caos che sento divampare dentro di me. Lancio una veloce occhiata ai nostri amici e li vedo ignorarci completamente, assorti in una discussione sul protagonista della storia.
Torno a concentrarmi su Luka trovandolo così vicino a me da provocarmi quella solita sensazione di calore e desiderio che mi assale ogni volta.
La sfumatura della mia pelle non passa inosservata a Luka e mentre lui continua ad avvicinarsi a me fingendo un’innocente conversazione sottovoce, il suo sguardo sembra incendiarmi l’anima. Le mie mani iniziano a sudare mentre quella sensazione di calore torna a colpirmi con violenza. Devo far appello a tutto il mio autocontrollo per non avvinghiarmi al suo viso, per non allungare le braccia dietro al suo collo, per non lasciarmi coinvolgere da quelle labbra che mi sorridono divertite dalla mia reazione. Un finto colpo di tosse ci risveglia da quel momento fin troppo intimo e fin troppo pubblico ed io divento una statua, paralizzando ogni mio muscolo.
Adrien guarda davanti a sé, con un’espressione adirata in volto mentre le mie guance prendono fuoco, lasciandomi con un colorito molto simile a quello di un pomodoro. Mi allontano velocemente da Luka, sentendo quel fastidioso senso di insoddisfazione farsi largo nel mio corpo. Ogni fibra del mio essere si tende, nell’attesa insopportabile e quasi disperata di quei momenti tra noi che riescono sempre a farmi dimenticare ogni cosa ed a soddisfare i miei impulsi.

Le luci tornano ad abbassarsi ed il film riprende sullo schermo mentre io ancora mi sento intrappolata in questo strano gioco di potere tra le sensazioni che mi regala Luka e gli sguardi, a volte assassini, a volte dolci di Adrien.
Mentre nella pellicola il protagonista vive quella che per tutti potrebbe essere una storia avvincente, il mio cuore prende a battere velocemente, vinto da quelle sensazioni così profonde. Cercando di non farmi notare da nessuno, specialmente da Adrien, avvicino la mia mano a quella di Luka, afferrandola in un disperato bisogno di sentirlo al mio fianco, in qualche modo.
Le sue dita sfiorano la mia pelle, regalandomi dolci brividi che si propagano velocemente nel resto del mio corpo. Se solo potessi sentire quella mano sul mio volto, sulle mie spalle, sui miei fianchi. I miei pensieri tornano a tingersi di rosso, come ogni centimetro della mia pelle. Scuoto velocemente la testa, allontanando quelle fantasie che non dovrebbero appartenermi.
Durante la seconda parte del film, ringrazio mentalmente Alya più volte per la bibita ghiacciata che mi ha lasciato tra le mani prima di entrare in sala. Quel liquido freddo riesce a lenire il calore che sento dentro di me. Ad ogni sorso però sento le sue dita sfiorare la mia pelle, riaccendendo il desiderio di baciarlo e sentirlo stringermi a sé. Non so da quando io sia diventata così avida delle attenzioni di Luka ma più quando lo vedo al mio fianco, non posso ignorare i miei ormoni che in questo periodo sembrano totalmente impazziti.
Il tempo passa lentamente e più che un’uscita tranquilla tra amici, sembra che questo pomeriggio si sia trasformato in una condanna. Più tento di reprimere i miei istinti, più mi trovo a ricercare le sue attenzioni e quelle sensazioni inebrianti, dando vita ad un loop infinito.
I titoli di coda si fanno spazio sullo sfondo e quando la stanza torna ad illuminarsi, la mia mano lascia velocemente quella di Luka e io mi balzo in piedi, diretta all’uscita della sala con in mano null’altro che la mia borsa, dove Tikki riposa tranquilla. Beata lei che non ha problemi simili.
Attraverso le porte del cinema e finalmente l’ossigeno sembra tornare nei miei polmoni a placare quelle sensazioni che ormai mi stavano facendo impazzire.
Qualche istante più tardi, il gruppo mi raggiunge e finalmente lasciamo quel luogo che mai mi era sembrato così soffocante. Mentre passeggiamo per le vie di Parigi, cerco di insinuarmi in qualunque discorso che non coinvolga Adrien o Luka. Mi sere un po’ d’aria, di ossigeno, di libertà da quelle sensazioni così forti che quei due ragazzi riescono a provocare in me.
Alya non perde di vista nemmeno un mio movimento e la mia speranza di trovare un po’ di pace chiacchierando con Mylene e Rose sembra svanire velocemente.

Passano solo pochi minuti, prima di raggiungere il bar in cui avevamo deciso di fermarci e questa volta io sono la prima a prendere posto, costringendo quasi Alya e Juleka a sedersi accanto a me. Sicura di esser finalmente riuscita a trovare la soluzione adatta a quella situazione ansiogena, mi accorgo che Luka ed Adrien sono seduti esattamente di fronte a me. Gli occhi azzurri del primo sembrano osservarmi divertiti mentre posa lo sguardo sul mio corpo, fasciato da questa maledetta maglietta attillata che sottolinea ogni mia curva. Il mio volto riprende fuoco velocemente, lasciandomi con la consapevolezza che mi rimanga davvero poco autocontrollo. Un movimento veloce mi distrae da quello sguardo magnetico ed al suo fianco, Adrien sembra guardarmi deluso, amareggiato, forse davvero geloso.
"Allora, Luka. Ho sentito voci molto interessanti su di te"
Alya distoglie la mia attenzione da qualunque altro pensiero, attirando la mia curiosità. La guardo dubbiosa ed un pensiero inizia a sfiorarmi la mente. Spero solo di sbagliarmi.
"È vero che ti sei fidanzato?"
Rischio seriamente di strozzarmi con quel poco di saliva che avevo in bocca. Le parole di Alya non mi sono mai sembrate tanto inadeguate come adesso.
So dire se il volto abbia ripreso colore o se semplicemente non abbia mai smesso di sembrare un pomodoro ben maturo ma sono sicura di aver appena raggiunto una temperatura tanto elevata da essere quasi insopportabile. Alya non stacca un attimo gli occhi da Luka, attirando l’attenzione di tutto il gruppo su di lui.
"Fidanzato?"
"Alya…"
La voce flebile di Juleka arriva alle mie orecchie come un monito forte e chiaro. La sua espressione sembra rimproverare la mia amica mentre le sue guance si imporporano. Ho l’impressione che quella teoria non avrebbe mai dovuto lasciare le pareti della nostra classe. Il suo volto si tinge di imbarazzo mentre sembra voler ignorare lo sguardo del fratello maggiore che la osserva incuriosito.
"Di cosa stai parlando?"
"Te l’ho detto, girano voci interessanti"
Gli occhi di Luka si posano su di me per un solo istante e posso vedere il suo sguardo domandarmi qualcosa che non riesco a comprendere. Torna a fissare Alya, lasciandomi la possibilità di percepire il battito del mio cuore accelerare senza motivo. L’ansia inizia a prendere il sopravvento, mista alla tensione che sento scorrere libera. Ero sicura che questa giornata si sarebbe rivelata tremendamente ingestibile per me e se il tempo passato da sola con Luka era riuscito a rilassarmi, sentire il suo sguardo dolce e malizioso e quello adirato e scontroso di Adrien puntati su di me, mi ha lasciata senza forze e senza fiato in corpo.
"Allora? È vero?"
Gli occhi di Luka tornano su di me per poi sorridere ad Alya innocentemente.
Prima che possa dire qualunque cosa stia attraversando la sua mente, poso i palmi delle mani sul tavolo e mi alzo velocemente. Lo sguardo del chitarrista segue ogni mio movimento, accompagnato da quello verde di Adrien che sembra volermi incenerire, di nuovo. Perché non può lasciarmi tranquilla? Perché deve guardarmi così anche quando io per prima vorrei solo sparire da quel posto così ansiogeno? Non ho tempo per preoccuparmi di lui, il mio unico pensiero è la fuga. Devo riuscire a scappare da quel tavolo, da quelle occhiate dubbiose di Luka, da quelle incavolate di Adrien, dalle domande personali di Alya e dalle risposte che non voglio sentire. Ho bisogno di aria, ho bisogno di calma, ho bisogno di sfogare queste sensazioni che ormai mi stanno soffocando ogni secondo di più.
"Vado a prendere da bere"
Mi allontano velocemente da quella cupola di ansia e tensione che si era creata e appena raggiungo il bancone del bar, lascio che un sospiro profondo mi vinca. Sento ogni fibra del mio corpo tendersi mentre le sensazioni che da giorni mi stanno assalendo, mi tolgono l’ossigeno dai polmoni.
Mi siedo su uno degli sgabelli, appoggiandomi con i gomiti sulla superficie in legno e passando distrattamente le mani tra i capelli. Più cerco di rilassarmi, più sembra che ogni mio muscolo si stia contorcendo per lo stress accumulato. Mi accorgo di aver iniziato a tirare leggermente le ciocche scure solo quando una mano ferma le libera dalla mia stretta ferrea. Il suo profumo mi colpisce violentemente ed io rimango senza fiato, senza barriere, senza più difese. Lascio che la mia testa si scontri dolcemente con il bancone mentre sento le sue dita stringere le mie mentre parla con il barman. Cerco di concentrarmi solo su di me, solo sui miei polmoni, ancora privi di ossigeno, sulla mia gola, che sembra bruciare, sul mio stomaco, invaso da sensazioni incomprensibili, sulla mia testa, piena di pensieri e sul mio cuore, che sembra stia cercando di uscire dolorosamente dal petto.
"Marinette?"
La sua voce è quasi una stilettata al mio cuore ormai troppo provato. Non so cosa sia questa sensazione di panico che mi avvolge come un manto pressante. So solo che non ho bisogno di lui accanto a me. Non voglio che mi veda così, non voglio sentire i suoi occhi studiare le mie reazioni, non voglio sentire il suo sguardo giudicarmi, non voglio sentirmi così.
La sua mano accarezza i miei capelli dolcemente mentre cerco di riprendere a respirare decentemente. Niente però sembra riuscire a calmarmi, né le parole di mia madre, né quelle di Tikki, né il ricordo delle labbra di Luka, che in questo momento aumentano solo la mia tachicardia.
"Marinette, stai bene?"
Con molta fatica, riesco a sollevare la testa dal bancone, tornando a sorreggerla con entrambe le mani.
"Cosa vuoi, Adrien?"
"Stai bene?"
Continuo a respirare velocemente mentre la sua domanda mi sembra davvero molto stupida. Come puoi chiedere ad una persona in piena crisi di panico se sta bene?
"No"
"Forse dovresti stenderti, non hai una bella cera"
Mi è davvero di grande conforto sapere di non avere un bell’aspetto. Cerco di alzarmi ma le mie gambe hanno deciso di non sorreggermi appieno e quasi cado a terra, senza forze.
La mano di Adrien mi afferra prima che io possa abbandonarmi al pavimento e con una facilità incredibile mi riporta su quello sgabello in plastica, terribilmente scomodo.
"Marinette, che ti succede?"
"Non lo so. Non mi sento bene"
Non so come calmare tutte queste sensazioni che sento dentro di me, non so come ignorare l’ansia che sento salire nel mio corpo, non ho idea di come gestire tutto questo stress. La testa inizia a girarmi velocemente mentre sento quegli occhi verdi ed incredibilmente profondi continuare a scrutarmi.
"Vuoi che ti accompagni a casa?"
"No!"
Non riesco a credere nemmeno io di aver urlato quelle due lettere ma l’ultima cosa di cui ho bisogno adesso è di avere Adrien accanto. Sono giorni che il suo sguardo non mi lascia un secondo e sentirlo su di me fino a casa non mi sarebbe di aiuto. Mi rendo conto della sua mano, sospesa a mezz’aria, solo quando mi sporgo ad osservarlo, in un attimo di debolezza.
"Scusa, non volevo"
Il suo sguardo si tinge di tenerezza mentre riprende a sfiorarmi i capelli dolcemente. L’ossigeno sembra tornare lentamente nei miei polmoni, mentre continuo a boccheggiare in attesa che i miei battiti si tranquillizzino.
Il suo sguardo non lascia il mio ed invece che tranquillizzarmi, sembra agitarmi ancora di più. Ho sempre avuto un debole per il verde dei suoi occhi, mi ha sempre affascinata la sfumatura dolce e sensibile di quel colore. Immersa in quelle pozze incredibilmente profonde, mi rendo conto appena di aver iniziato a trattenere il fiato, tanto che quando riprendo a respirare, la mia situazione fisica sempre peggiorata, seguita subito dopo da quella psicologica. La mia mente torna al nostro primo incontro, a quello scherzo di cui lo avevo accusato, a quell’ombrello prestato sotto il diluvio. Le mie mani ricominciano a sudare mentre nei suoi occhi sembra sia comparso qualcosa che non avevo mai visto prima, qualcosa che mi lascia incredula. Sembra felicità, tranquillità, dolcezza, affetto, forse tutto ciò, forse nulla.
"Marinette"
La voce di Luka inizia ad affollare la mia mente ed io riprendo a respirare con fatica. Il suo tocco sul mio braccio lascia un incendio indomabile sulla mia pelle. Mi scosto da entrambi, scottata ed incapace di riprendere fiato. Incespico nelle parole, inciampo nei miei stessi piedi, ritrovandomi in breve tempo con il fondoschiena a terra, dolorante. A nulla è servito l’aiuto di Adrien di qualche istante prima, alla fine, il mio destino era quello di sedermi sul pavimento di questo bar.
Vedo Luka avvicinarsi velocemente, cercando un contatto con i miei occhi.
"Marinette, respira"
Sembra facile a parole ma inizio a pensare che sia quasi impossibile calmare la miriade di sensazioni che sento mi stiano esplodendo in corpo.
"Luka… Io… Non"
Lo vedo avvicinare la sua mano al mio volto, accarezzandomi dolcemente. I miei sensi si concentrano su di lui, sentendo un brivido percorrere la mia pelle.
Il suo gesto mi ricorda il nostro primo bacio, quella sensazione che era riuscita a calmarmi, quel contatto che aveva distolto i miei pensieri dal dolore che provavo. Velocemente mi aggrappo alle sue spalle, trovandomi stretta tra le sue braccia. Avevo bisogno che lui riportasse la calma nella mia mente confusa ed agitata, proprio come aveva fatto quel pomeriggio, liberandomi del dolore, dei pensieri e dell’influenza di Papillon.
"Aiutami, ti prego"
Sento la sua mano posarsi dolcemente sulla mia schiena mentre mi aiuta ad alzarmi. Mi guarda dolcemente, cercando di capire se fossi in grado di reggermi in piedi e quando le mie gambe decidono di lasciarmi nuovamente, lo vedo abbassarsi ed afferrarmi all’altezza delle ginocchia. Nascondo il volto sulla sua spalla, cercando di ignorare lo sguardo addolorato, forse anche deluso, di Adrien. Ho l’impressione di averlo sentito chiedermi scusa sottovoce, un sussurro che solo io ho percepito ma che non comprendo appieno. Chissà a cosa si stava riferendo.
Chiudo gli occhi, cercando di calmare tutte quelle sensazioni che scuotono il mio corpo ed in cambio ottengo solo un gran mal di testa. Sento il corpo di Luka sporgersi verso il biondo, avvertendolo delle nostra assenza per qualche minuto.
"Posso aiutarla in qualche modo?"
"Ho già avuto a che fare con attacchi di panico prima, non ti preoccupare. Ha bisogno solo di un po’ d’aria e di calma"
Posso quasi immaginarmi il sorriso di Luka che cerca di confortare Adrien. Il suo comportamento mi lascia un senso di malinconia in corpo, che subito accresce il mio panico. Luka è forse l’unica persona ad avermi vista spezzata e sanguinante a causa del modello, eppure continua a dimostrarsi gentile ed educato con lui. Nonostante tutto quello che potrebbe pensare di lui, nonostante i sentimenti che so provare verso di me, nonostante io stia ancora soffrendo a causa sua, Luka non ha mai dimostrato sentimenti negativi.

Il senso di inadeguatezza inizia a farsi strada nella mia mente, lasciandomi con la consapevolezze di non meritare una persona simile accanto a me. Per quanto lui sappia a suscitare in me emozioni mai provate prima, mi rendo conto di non riuscire a lasciare che il mio cuore vaghi verso di lui liberamente. Mi sento intrappolata in quei sentimenti profondi ma pressanti. Mi sembra di essere avvolta da un incendio, in un fuoco talmente caldo, accecante e distruttivo che annebbia la mia mente. In questo momento, non so nemmeno per cosa, o per chi, stia realmente battendo il mio cuore.
Ho sempre saputo di amare Adrien, quel ragazzo dal sorriso contagioso, timoroso di ferire chiunque con un solo gesto o una parola sbagliata. Da quando però le sue parole hanno raggiunto il mio cuore, questo sembra essersi congelato, lasciandomi in balia di quella parte di me che forse già esisteva, sopita in un angolo remoto e piena di sensazioni che non pensavo nemmeno di poter provare.
"Marinette?"
La voce di Luka mi risveglia da quel mondo in cui mi ero immersa. Apro gli occhi lentamente, trovandomi seduta su un divanetto nero in pelle. Distrattamente mi chiedo dove siamo finiti e solo quando sento le voci dei clienti del bar oltre la porta socchiusa della stanza, mi rendo conto di trovarmi in una sala privata. Probabilmente questo è l’unico posto in cui camerieri e barman possono cercare un po’ di riposo tra un turno di lavoro e l’altro.
"Come va?"
Non so come sia stato possibile ma mi ero completamente dimenticata di tutto ciò che è successo.
Il corpo di Luka, a contatto con il mio, riporta la mia mente a pochi istanti prima e, senza nemmeno accorgermene, l’ansia e la tensione riprendono la loro corsa dentro di me. Tutte quelle sensazioni sconvolgenti bloccano il mio respiro, rendendo difficile ogni mio gesto. La mia mente sembra non voler collaborare ed invece di pensare a luoghi rilassanti, pieni di verde e privi di inquinamento, si sofferma su di un particolare, Adrien. Il ricordo del suo sguardo su di me mi blocca completamente, congelando ogni fibra del mio corpo. Ho lasciato che lui vedesse la versione più debole ed insicura di me, ho lasciato che avesse il potere di sconvolgermi con quello sguardo pieno di giudizi e rancore ma quello che più mi sconvolge è che lui mi abbia visto tra le braccia di Luka. Non può essere vero. Cosa dovrei fare adesso? Dovrei parlargli? Cercare di capire cosa pensa? Tentare di spiegargli che tra noi non c’è niente?
Quel pensiero mi lascia con una strana sensazione alla bocca dello stomaco.
Davvero non c’è niente tra me e Luka?
La mia mente continua ad affollarsi di domande e mentre cerco le risposte il mio respiro torna pesante. Vorrei davvero smettere di pensare, smettere di pormi quesiti ai quali non so trovare risposta, smettere di concentrarmi su Adrien.
I miei occhi cercano quelli di Luka, come se quelle pozze azzurre potessero salvarmi dal mio tormento. Le mie mani si chiudono con decisione e tra le mie dita sento il tessuto della sua felpa, quell’indumento ormai così famigliare.
Solo in quel momento mi rendo conto di trovarmi seduta sulle sue ginocchia, con le gambe stese su quel divano.
La sua mano accarezza i miei capelli, tentando di tranquillizzarmi mentre con l’altra inizia un lento percorso sulla mia schiena.
Continua a mancarmi l’ossigeno e più cerco di rilassarmi, più i miei pensieri si sovrappongono velocemente, lasciandomi confusa e con una terribile sensazione di nausea. Stringo con forza la felpa di Luka cercando di recuperare un po’ d’aria ma tutto ciò che sento nei miei polmoni è l’inebriante profumo di questo ragazzo dai profondi occhi blu. Pensavo che la sua vicinanza potesse aiutarmi a calmare i miei nervi ma ciò che ho ottenuto è l’effetto opposto. Ogni fibra del mio corpo sembra aver ripreso vita a contatto con il suo corpo. Il mio sguardo finisce inevitabilmente sulle sue labbra, ancora tese per la preoccupazione.
"Non… Respiro"
La mia voce è un sussurro flebile, appena udibile. Le sue mani mi stringono a sé ed io mi ritrovo con il volto a pochi centimetri di distanza dal suo. Sento i suoi occhi osservarmi ma la mia attenzione non riesce a spostarsi dalle sue labbra, da quel luogo in cui riesco sempre a sentirmi viva, protetta ed amata.
Le mie mani iniziano a muoversi da sole, come se fossero dotate di vita propria. Sfioro il tessuto della felpa, risalendo verso le spalle di Luka. Non mi ero mai accorta di quanto anche lui fosse cambiato in questi anni. Ricordo un semplice ragazzino, il fratello di un’amica dal debole per la musica. Adesso invece sembra davvero un giovane uomo.
"Luka…"
Non so nemmeno io cosa volessi dirgli. Ho solo avuto l’impressione di voler sentire il suo nome uscire dalle mia labbra.
La sua bocca si distende leggermente, abbandonando quella linea retta e preoccupata. I suoi lineamenti si ammorbidiscono ed io mi perdo in quelle labbra. Il desiderio di averle sulle mie sembra intensificarsi sempre più. Voglio sentire quelle sensazioni che solo Luka è riuscito a trasmettermi, voglio che mi aiuti a liberare la mia mente, voglio sentire quel formicolio nel mio corpo, ne ho bisogno.
"Marinette, stai meglio?"
Il fiato corto mi impedisce di parlare, come se le parole mi stessero morendo in bocca. Le mie mani corrono al suo volto, sfiorando i suoi lineamenti dolci. Le dita seguono un percorso lento sulla sua pelle fino a raggiungere il profilo delle sue labbra. La loro morbidezza mi attira come miele, lasciandomi incantata da quel desiderio che sento scorrere nelle mie vene. Mi rendo conto distrattamente di quanto sia inutile tentare di concentrarmi su qualsiasi cosa non siano le sue labbra, alla fine riesco sempre e solo a desiderare di averle sulle mie. Più mi perdo in quel lembo di pelle, più vedo sorgere in Luka un bellissimo sorriso, macchiato solamente da un pizzico di malizia.
Il mio volto torna ad arrossarsi. Un sorriso inevitabile si affaccia sul mio volto quando la verità mi colpisce. L’ansia e la preoccupazione che fino a qualche momento fa sembrava volessero impedirmi di vivere, ha lasciato il posto al puro e semplice desiderio, quella sensazione che mi assale ogni volta che vedo Luka.
"Mi sembra di capire che tu stia meglio"
Il suo sorriso si spegne velocemente mentre cerca di riordinare i suoi pensieri. Posso vedere i suoi dubbi attraversare quegli occhi azzurri e profondi.
"Marinette, vuoi parlarne?"
"No"
Non voglio dover affrontare di nuovo quelle sensazioni, non voglio dovergli spiegare cosa mi stesse succedendo, non voglio dovergli ammettere quanto potere abbia ancora Adrien su di me.
La sua bocca si apre appena, lasciandomi ipnotizzata dal suo movimento.
Sono sicura che lui voglia solo cercare di aiutarmi ma in questo momento l’unica cosa a cui riesco a pensare sono le sue labbra e quel sapore che ricordo fin troppo bene.
Mi basta guardare il suo volto un secondo di troppo per tornare a perdermi tra le sue braccia. Le mie labbra ritrovano le sue in un gesto quasi disperato, pieno di quell’attesa snervante che mi ha assalita durante tutta la proiezione del film. Lo sento sorridere, forse felice e lusingato di quel contatto che mi trovo sempre a creare.
Le mie braccia trovano posto sulle sue spalle mentre lo stringo a me. Non voglio che si allontani, non voglio che interrompa quel contatto e non voglio che mi faccia altre domande.
Le sue labbra si muovono delicate sulle mie ed io mi rendo conto di non voler nulla di simile in questo momento. Quella sensazione di fastidio torna a colpirmi con forza ed io non posso che soccombere alle sue direttive. Sotto i comandi di quel desiderio pulsante, le mie mani ritrovano la forza di stringere la felpa di Luka, cercando un contatto sempre più profondo con il suo corpo. Le mie labbra continuano ad assaggiare il sapore delle sue, in cerca di qualcosa che possa soddisfare questa mia sensazione. Presa da quella frenesia, sento di nuovo quel calore prendere vita in me. Mi accorgo di aver chiuso gli occhi solo quando la punta della lingua di Luka inizia a percorrere il profilo delle mie labbra. Qualcosa dentro di me sembra iniziare ad esultare mentre dalla mia bocca sfugge un sospiro pesante ed un suono impreciso.
La sua bocca si allontana dalla mia ed io istintivamente riapro gli occhi, cercando il motivo di quella interruzione. Il suo sguardo si specchia nel mio, azzurro nell’azzurro, desiderio nel desiderio, attrazione nell’attrazione. La sua espressione si distende in un sorriso dai tratti passionali mentre il mio corpo sente già la mancanza delle sue attenzioni.
"Non smettere"
La mia bocca ritrova la sua, giocando con i contorni di quelle labbra dal sapore troppo invitante. Un incendio sembra essere stato appiccato in questa stanza. Nonostante l’aria fresca che arriva dalla porta socchiusa, sento un gran caldo, come se il mio corpo stesse prendendo fuoco sotto i baci di Luka.
Lo sento stringermi a sé, cercando una posizione più comoda per le sue gambe e senza nemmeno rendermene conto mi alzo dal suo corpo, lasciando solo per un istante che quel contatto tra noi si disperda. I miei piedi toccano terra solo un secondo, il tempo necessario per voltarmi verso Luka e vederlo confuso dal mio atteggiamento. Sul mio volto un’espressione maliziosa prende vita mentre torno ad impossessarmi delle sue labbra. Le mie gambe premono sul tessuto del divano fino a posarsi ai lati del suo corpo. La mia gonna ricade sui pantaloni di Luka mentre torno a sedermi su di lui in una posizione più comoda per entrambi ed infinitamente più soddisfacente per la mia libido.
Luka torna a stringermi, premendo le mani alla base della schiena mentre il mio corpo aderisce sempre più al suo. Le sue dita afferrano la mia maglietta, stropicciandone il tessuto ed io non riesco a trattenere l’ennesimo sospiro.
Le nostre labbra si separano, lasciandoci riprendere finalmente un po’ di ossigeno ma quando i miei occhi incontrano i suoi, la passione torna a sfociare tra noi. Luka inizia una lenta tortura sul mio volto, lasciando baci e dolci morsi sulla mia pelle. Dalle mie labbra passa al mento per poi scendere sul mio collo in una dolce tortura. È qui che trova il mio punto debole e quando inizia a giocarci, la mia fine è segnata. Non riesco a controllare il mio corpo, in preda ormai alla frenesia di quel momento. Le mie mani vagano sul petto di Luka, coperto da troppi strati di indumenti per la parte più indomabile di me. Sotto le mie dita, il tessuto della felpa viene sostituito velocemente da quello della sua maglietta. Non ho idea di cosa stia succedendo ma più sento la sua lingua lambire la mia pelle, più le mie mani sembrano non riuscire a concentrarsi su altro che non sia il suo corpo. In un gesto frettoloso ma deciso, trascino quei tessuti ingombranti verso l’alto, lasciando il suo addome scoperto. Le mie mani vagano sulla sua pelle, trovandola decisamente troppo eccitante.
"Luka…"
Un suono acuto esce dalle mie labbra e lui sembra interpretarlo come il permesso che aspettava.
La sua stretta sui miei fianchi si allenta mentre i suoi baci scendono sulle mie spalle. Sposta velocemente la mia maglietta, cercando di avere accesso al mio collo. La sua lingua percorre più volte tutta la lunghezza di quel lembo di pelle, lasciandomi in balia di quella sensazione di calore, di frenesia e di passione. Il mio corpo prende fuoco sotto le sue carezze mentre il mio volto si tinge di un rossore generale. Non riesco a trattenere quei sospiri che sento nascere in me e mentre ormai vago verso una tensione crescente, inizio distrattamente a chiedermi cosa significhino queste sensazioni.
Luka riprende possesso della mia schiena ed io torno a concentrarmi sul suo petto. Sento il suo corpo muoversi sotto il suo respiro e mentre io mi lascio vincere dalle attenzioni di questo ragazzo, la mia mente si annebbia sempre più, lasciando spazio solamente a quella parte di me che sento di aver rilegato in un angolo remoto del mio corpo fino a questo momento.
"Marinette…"
I suoi occhi cercano i miei, creando un legame profondo tra i nostri sguardi. Nelle sue iridi azzurre riesco a leggere solo passione e desiderio, sentimenti che sto iniziando a conoscere sempre meglio. Luka torna a baciarmi e le sue mani iniziano a vagare per il mio corpo, spostandosi dai miei fianchi alla mia schiena per poi tornare a scendere verso le mie gambe. Sento le sue carezze farsi strada sulla mia maglietta per poi addentrarsi sulla gonna. Preme le sue mani attorno al mio corpo e quando le sento sfiorare il bordo di quel tessuto, il calore che provo dentro di me ormai ha raggiunto ogni fibra del mio essere.
Luka sposta la sua attenzione sul mio collo, provocandomi brividi ovunque. Le sue mani lasciano la mia gonna per posarsi sulla pelle delle mie gambe con decisione. Le sue carezze seguono un percorso lineare dalle mie ginocchia alle cosce. Mi rendo conto di quanto si stia sforzando per non superare quel limite che sembra essersi imposto. Lo sento lasciare un morso delicato sulla mia pelle mentre continua quella sua lenta tortura ed i miei pensieri tornano a focalizzarsi solo sul piacere che sento crescere in me. Il mio corpo reagisce ad ogni suo movimento, assecondando i suoi intenti ed accontentando la mia libido, che sembra stia minando il mio autocontrollo.
Le preoccupazioni di qualche minuto prima, l’ansia e l’angoscia sembrano svaniti nel nulla, come se non fossero mai esistiti. Quello che però mi lascia più senza parole è quella sensazione fastidiosa di insoddisfazione che finalmente sembra abbandonarmi dopo giorni di intensa agonia. Luka continua ad accarezzarti e baciarmi e mentre il battito del mio cuore sembra accelerare sempre più, la mia mente sembra più tranquilla, libera da pensieri o preoccupazioni.  Il mondo sembra sparire e tutto ciò che mi circonda e che, in questo momento, mi sembra inesistente.
È nel momento esatto in cui sento ogni mia barriera crollare rumorosamente che un frastuono proveniente dalla porta dissolve l’atmosfera eccitante che si era creata.
"Luka?"
La bolla in cui ero riuscita a rinchiudermi scoppia velocemente, lasciandomi disorientata. Il mio cuore continua a battere veloce ed io cerco di recuperare l’ossigeno che gli ultimi momenti con Luka sembrano avermi tolto.
"Marinette, stai meglio?"
La voce di Adrien sembra preoccupata ed il pensiero che possa vedermi seduta a cavalcioni su Luka mi riporta al presente in modo quasi doloroso.
Velocemente sposto le mani dal suo petto, lasciando che i vestiti tornino a nascondere il suo corpo. Luka mi guarda con un guizzo malizioso ed io, per la prima volta in questo pomeriggio, torno a sentirmi una ragazzina imbranata e fortemente imbarazzata. Abbasso gli occhi, cercando di evitare il suo sguardo ma i miei occhi cadono sui nostri corpi, intrecciati in una posizione tra le più compromettenti. La mia gonna è risalita lungo le mie gambe ed io nemmeno me ne sono resa conto. Le sue mani sono ancora ferme sulla mia pelle in una stretta decisa che sembra poter riaccendere quella passione in un solo istante. La mia mente vaga riproponendomi le immagini di me e Luka avvinghiati sul divano di quel locale e mentre il mio volto assume ogni tonalità possibile di rosso, mi alzo in piedi, lasciando del tutto il corpo di Luka e le sensazioni incredibili che riesce a provocarmi.
Il suo sguardo mi segue con un cipiglio divertito e malinconico mentre io cerco di sistemarmi al meglio. Tendo la gonna fino a farla tornare alla sua originale posizione e mi chiedo distrattamente quando abbia avuto modo di spostarsi in quel modo. Passo le mani sul tessuto degli indumenti, tentando di riportare tutto alla normalità per poi avvolgere i miei capelli con le mani e pettinarli come riesco. Dopo quelli che sembrano istanti infiniti e con molta fatica, riesco a sciogliere quella matassa scura. Luka si ricompone velocemente, lasciando a sua volta il divanetto, unico testimone di quella passione interrotta.
La porta della stanza si apre senza preavviso e la chioma bionda di Adrien fa capolino.
"Mari…"
Il suo sguardo si posa su di me per lunghi momenti, come se volesse saggiare ogni dettaglio del mio corpo.
Come se si potesse ritenere soddisfatto di quella radiografia, il suo volto si distende in un sorriso dolce. Il mio cuore sta ancora cercando di riprendere il suo battito normale mentre vedo Adrien avvicinarsi cauto, quasi come se potesse infastidirmi la sua presenza. Ripensando agli ultimi momenti assieme, devo ammettere che anche io avrei reagito così.
"Come stai?"
Il suo sguardo si sofferma velocemente su Luka per poi tornare a fermarsi su di me. La sua voce riesce sempre a stordirmi, come se fosse il canto di una sirena.
"S-sto bene"
Inclina la testa di lato e nel suo sguardo posso trovare solo dubbi e domande. Cerco di calmare il mio respiro ma più mi concentro sull’ossigeno di cui ho bisogno, più il profumo speziato di Adrien sembra riempire la stanza, sovrapponendosi a quello dolce di Luka.
"Sto meglio. D-davvero Adrien, sto b-bene"
Lo vedo annuire per poi voltarsi verso Luka e rivolgergli un timido sorriso. Se solo fosse entrato in questa stanza senza bussare, la sua espressione sarebbe totalmente diversa da quella dolce che posso vedere adesso.
"Grazie di averla aiutata"
Adrien sembra sincero e per un istante, un solo lunghissimo secondo, mi sento in colpa. L’ho fatto preoccupare più di quanto avrebbe dovuto e mentre lui attendeva di vedermi riemergere da quello stato di panico, io mi godevo le carezze di Luka. Ripensare alla sua bocca sul mio collo ed alle sue mani sulle mie cosce riporta la mia temperatura a livelli impensabili. Lo sguardo del chitarrista torna a specchiarsi nel mio, rendendo la mia pelle ancora più rossa di quanto già non sia.
"È stato un piacere"
La voce di Luka risuona roca e le sue parole mi lasciano incredula. Solo io posso cogliere quell’allusione e, per quanto il ricordo di quelle sensazioni mi imbarazzi, devo ammettere di riuscire a sentire la parte maliziosa ed eccitata di me esultare. Adrien mi guarda confuso e curioso ed io non riesco a trattenere una risata allegra e spensierata.
Scuoto la testa cercando di liberarmi da quelle sensazioni profonde e, senza aspettare altro tempo, esco da quella stanza. Sento la porta rinchiudersi mentre mi allontano dai due ragazzi che stanno sconvolgendo la mia vita.

I ricordi di questo pomeriggio continuano ad affollarsi nella mia mente mentre il tempo passa velocemente. Non riesco ancora a capire come sia possibile che il mio cuore continui a battere per Adrien, preoccupandosi del suo giudizio, di ciò che potrebbe sapere o meno, mentre il mio corpo si accende ogni volta che Luka mi è accanto.

Un pensiero mi accompagna durante la mia serata.
Conosco quel calore, il brivido intenso che provavo mentre le mani di Luka mi stringevano a sé, la sensazione di tensione che sembrava mi stesse portando in un luogo di pace assoluta. Sono tutte emozioni che riconosco bene perché è ciò che ho provato ogni mattina in quest’ultima settimana, quando mi svegliavo con i capelli arruffati, il viso accaldato ed il cuscino bagnato.
“Cosa diavolo sta succedendo?”

***

Cari lettori, finalmente il nuovo capitolo è pronto! Devo ammettere di aver faticato notevolmente mentre cercavo di riportare su word tutte le emozioni che immaginavo avrebbe provato Marinette in un contesto simile.
Tralasciando l’enorme ritardo ed il fatto che ho pensato più volte di tagliare molto questo capitolo, spero che questa nuova parte vi sia piaciuta 😊 Fan Lukanette, mi auguro che vi siate godute questo capitolo dai tratti rossi accesi! Fan Adrienette, Marichat e Ladynoir, vi prego, non odiatemi! XD
Come sempre, attendo i vostri commenti, che siano pieni di insulti o di urla di gioia, sono sempre ben accetti <3
Cosa pensate succederà adesso? 😉

Al prossimo capitolo,
Miss_MZ93
  
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