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Autore: DanielaE    17/06/2020    1 recensioni
Storia liberamente tratta dal mobile game omonimo Hogwarts Mystery, segue la storia principale, comprese alcune missioni secondarie, quindi attenzione agli spoiler, ovviamente il tutto modificato e ampliato a mio gusto e piacere.
Nel 1984 la nostra protagonista varca per la prima volta le porte della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts, smistata a Serpeverde, con nuovi amici e nemici si ritrova l'eredità di suo fratello Jacob a gravarle sulle spalle: egli infatti era stato espulso dalla scuola per aver cercato le misteriose Sale Maledette.
Genere: Fantasy, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Weasley, Charlie Weasley, Nimphadora Tonks, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
Capitoli:
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~~La colazione ad Hogwarts era sicuramente il momento della giornata più silenzioso in assoluto, un po' perché la presenza degli alunni in Sala Grande era pressoché dimezzata, visto che molti preferivano saltare il primo pasto della giornata per guadagnare qualche minuto in più di riposo, altro motivo era che tutti erano troppo impegnati a cercare di non riaddormentarsi con la testa nel porridge per intavolare una qualche discussione con i loro commensali; di conseguenza spesso l'unico suono che si udiva era il rumore di stoviglie e lo sbattere delle ali dei gufi che sorvolavano i lunghi tavoli alla ricerca del destinatario della lettera che dovevano consegnare.
Tutt'altra storia era invece il pranzo, surclassato in termini di caos solo dalla cena, ma quella era una vera è propria baraonda degna di una rivolta di goblin. Durante i momenti del pasto centrale, la Sala Grande si trasformava in un unico e frastornante miscuglio di voci, dove a malapena si riuscivano a distinguere discorsi sul Quidditch da commenti sulle ultime notizie sulla Gazzetta del Profeta, da lamentele su punti persi e ingiustizie subite da parte degli insegnanti durante le lezioni mattutine a sproloqui di ragazze che si scambiavano consigli di trucco e abbigliamento, fino a veri e propri attacchi di panico per interrogazioni o esami che ci sarebbero stati nel pomeriggio e che a malapena si conosceva la materia di appartenenza.
Il tavolo di Serpeverde era sicuramente il più pulito e ordinato, ma non per questo meno rumoroso: qualche ragazzo dell'ultimo anno stava raccontando una barzelletta piuttosto spinta a un gruppetto di primini che li guardavano a bocca spalancata pendendo letteralmente dalle loro labbra, mentre Merula Snyde alzava gli occhi al soffitto disgustata dalla barzelletta spinta e annoiata per essere stata costretta ad ascoltarla per la centesima volta e infastidita per... beh... Merula era sempre infastidita, da tutto e tutti. Poco distante un'entusiasta Barnaby mostrava al prefetto Rosier l'asticello che gli aveva momentaneamente affidato il professor Kettleburn:
«Come farò quando dovrò restituirlo? Se mi affeziono e non riesco più a separarmene?» chiedeva Lee, di fianco a lui Ismelda nascondeva un sorriso languido dietro i lunghi capelli neri.
Elanor Blair spostò lo sguardo, come era solito fare, lungo tutta la Sala Grande: il tavolo dei Grifondoro era sicuramente il più caotico in assoluto, palline di molliche di pane, e forse anche di altro, volavano da un lato all'altro del lungo tavolo, le ragazze nel mezzo urlavano infastidite e spaventate che qualcosa finisse nei loro capelli, fra di loro c'era anche Ben, ma lui era solo spaventato, come sempre; allo stesso tavolo Charlie Weasley era intento a fregarsene di ciò che gli accadeva intorno mentre addentava una coscia di pollo, mentre suo fratello Bill, da buon prefetto, lanciava di tanto in tanto qualche sguardo ammonitore ai suoi compagni, ma piuttosto blandamente, dopotutto era vero che erano in una scuola ma erano comunque degli adolescenti e avevano diritto a divertirsi.
Il tavolo Tassorosso era invece il più colorato, sembrava praticamente impossibile per loro indossare la divisa senza ornarla con qualche sciarpa o cianfrusaglia dai colori accesi, per di più era anche il tavolo con la presenza maggiore di animali da compagnia, non era raro infatti che qualcuno si trovasse un topo o un rospo a nuotare allegramente nella minestra; in quel momento il tavolo pareva diviso in due: i ragazzi erano intenti in un dibattito sui diritti delle creature magiche, le ragazze invece pendevano completamente dalle labbra di Penny Haywood che sicuramente le stava deliziando con un nuovo pettegolezzo.
Al tavolo dei Corvonero le cose cambiavano radicalmente: l'atmosfera era sicuramente più tranquilla, tranne se spostavi lo sguardo sull'angolo sinistro del tavolo, dove era solita sedersi Tulip, che spesso era alle prese con qualche strano e sicuramente illegale esperimento, come in quel preciso istante, visto lo sguardo di concentrazione che aleggiava sul suo volto mentre trafficava con qualcosa sulla schiena della sua rana Denis, e doveva essere sicuramente qualcosa di altamente devastante se addirittura aveva scomodato la testolina rosa di Tonks, che dal tavolo Tassorosso aveva raggiunto la compagna di disavventure al tavolo dei corvi con un sorriso a trentadue denti. Elanor spostò lo sguardo, non voleva saperne nulla dei disastri che combinavano quelle sciagurate delle sue amiche, ma la sua attenzione fu nuovamente portata al tavolo Corvonero, quando una figura magra ed elegante entrò nella sala quasi di soppiatto e con lo sguardo basso, per andare a prendere posto per il pranzo, come al solito non aveva degnato nessuno di un solo sguardo e come al solito sedeva da solo, in disparte, quasi non volesse essere disturbato o non volesse disturbare nessuno con la sua sola presenza. Talbott Winger era per lei assolutamente irraggiungibile, era pur vero che in passato aveva a stento notato la sua esistenza, ma da quando si erano avvicinati per la prima volta i loro rapporti erano... nulli, niente di niente, lui era sempre schivo e lei non era riuscita neanche a dirgli un semplice "ciao". La cosa che preoccupava di più Elanor era l'incantesimo per diventare Animagus, Penny aveva ormai iniziato la pozione e in meno di trenta giorni avrebbe dovuto berla, ma senza quell'incantesimo nulla sarebbe servito e lei al momento non aveva neanche idea della eventuale difficoltà che avrebbe potuto incontrare nell'impararlo. Forse Penny si sbagliava, forse Talbott voleva diventare Animagus e si era offeso per non essere stato preso in considerazione, forse avrebbe dovuto affrontarlo direttamente, magari bloccarlo in un corridoio e parlargli faccia a faccia, occhi negli occhi, no... forse gli occhi era meglio lasciarli perdere. Un battito d'ali attirò la sua attenzione e per un momento Elanor osservando un gufo svolazzare sulla sua testa, si immaginò in forma Animagus a volare libera... fin quando il gufo in questione non atterrò dritto davanti a lei, quasi rovesciando il suo calice di succo di zucca, il pennuto le consegnò una piccola pergamena arrotolata e riprese il suo volo. La ragazza curiosa srotolò veloce il foglietto e lesse la missiva, era in una scrittura elegante e curata.

Credo sia arrivato il momento per te di imparare qualcosa che ti occorrerà a breve...
Ti aspetto alle 18:00 nell'aula di Trafigrazioni
Non tardare, non amo aspettare
                                                                                                       
                                                                                                             Talbott Winger

Elanor si stupì non poco, visto i recenti avvenimenti, del tutto nulli, non si sarebbe mai aspettata un messaggio da parte del corvonero; sollevò lo sguardo, lui la stava guardando. Si ritrovò istintivamente a sorridergli e si stupì nuovamente quando il ragazzo sorrise a sua volta. Forse, dopotutto, Talbott non era arrabbiato.
«A chi stai sorridendo?» la voce di Rowan la ridestò come da un sogno ad occhi aperti, quella ragazza aveva sempre un gran tempismo. «A nessuno! È per la questione Animagus!» disse abbassando la voce e sventolando il biglietto tra le sue mani. La compagna fece un cenno con la testa ad indicare che aveva capito, poi abbassò a sua volta la voce: «E invece... l'altra questione?» fece indicando il lato del tavolo occupato da Barnaby.
Elanor sbuffò impercettibilmente: «Ci sto lavorando!» disse poco convinta, la verità è che non aveva idea di come avvicinare il ragazzo, non avevano nulla in comune, tranne l'appartenenza alla stessa casata e lei non sapeva nulla di lui, tranne che era amante degli animali e che era un ottimo duellante, forse dopotutto aveva qualcosa a cui appellarsi per avvicinarlo. Si ripropose di tentare al più presto, ma al momento aveva altro a cui pensare: doveva diventare Animagus e l'unico che poteva aiutarla era un tipo asociale e solitario, e lei poteva tener testa solo ad un troll per volta.

Quando Elanor entrò nell'aula di Trasfigurazioni trovò Talbott poggiato mollemente alla scrivania, con le mani in tasca e l'aria come al solito seria. Si aspettava un qualche commento sarcastico, ma il ragazzo la salutò cordialmente per poi iniziare subito la spiegazione dell'incantesimo.
«Talbott, un momento, un momento... perché siamo qui?» il corvonero la osservò confuso: «Siamo qui perché devi imparare l'incantesimo che ti permetterà di diventare Animagus, lo hai scordato?»
«No! Intendevo, come mai siamo nell'aula di Trasfigurazioni? Insomma... se ci beccano?»
«Teoricamente stiamo studiando, e non è illegale neanche per le regole della scuola e comunque, ho chiesto personalmente il permesso alla McGranitt!» asserì Talbott tranquillo.
«La professoressa McGranitt ti ha permesso di usare la sua aula?»
«Precisamente! E sa anche perché siamo qui! Ma questo non dirlo a Penny, le piace pensare che sia qualcosa di assolutamente vietato!»
Lui le aveva appena confidato un segreto? Talbott? Talbott Winger aveva un segreto con lei?
«Perché ci permette di farlo?» le sembrava così assurdo che un'insegnante sapesse cosa stavano facendo e lo permettesse tranquillamente.
«La professoressa McGranitt è un animagus!» certo, che sciocca era stata, la loro insegnante era lei stessa un animagus e chi più di lei poteva comprendere l'entità della loro impresa, eppure le sembrava comunque strano che non fosse almeno presente per assicurarsi che tutto andasse secondo i piani, insomma... erano degli adolescenti non ancora esperti, potevano fare dei danni.
«Ora che ho eliminato i tuoi dubbi, direi che possiamo iniziare con la lezione. L'incantesimo è molto complesso, sia la formula che il movimento che occorre per realizzarlo correttamente. Prima iniziamo, prima imparerai a padroneggiarlo!».
Dopo un'ora chiusa in quell'aula Elanor si convinse che non sarebbe mai riuscita a trasformarsi, l'incantesimo era veramente complesso e la formula, assolutamente impronunciabile, avrebbe miseramente fallito e deluso tutti.
«Amato Animo Animo Anim... »
«No! Ripeti... Amato Animo Animato Animagus!» scandì Talbott. Il ragazzo da buon Corvonero ricercava la perfezione, ma era paziente e si prodigava diligentemente nella spiegazione dell'incanto. «Saresti un ottimo insegnante!» gli disse Elanor, suscitando una leggera risata nel giovane: «Preferisco diventare Auror!»
«Sul serio?» era piuttosto sorpresa, Talbott non sembrava una persona particolarmente interessata al pericolo, ma forse lei non lo conosceva abbastanza.
«Ti stupisci?»
«Da quando sono a Hogwarts non mi stupisce più nulla!»
Si sorrisero, prima che lui riprendesse il controllo della lezione: «Forza! Torniamo all'incantesimo, non distrarti!» più facile a dirsi che a farsi... "Ci pensano già i tuoi occhi a distrarmi" pensò Elanor, ma ebbe il buon senso di non dirlo ad alta voce, sarebbe stato decisamente imbarazzante; ma era vero, più volte era rimasta a osservare imbambolata gli occhi rossi del ragazzo, erano ipnotici. Si era soffermata anche su tutta la sua figura: indossava solo la camicia della divisa, perfettamente inamidata e candida che rifletteva particolarmente sulla sua pelle abbronzata, la cravatta annodata alla perfezione e la postura elegante, Andre sarebbe stato fiero di lui. Era bello Talbott, non una bellezza mascolina come quella di Barnaby, lui era molto più magro e decisamente meno muscoloso rispetto al serpeverde, ma aveva qualcosa di assolutamente attraente, che affascinava, o comunque sembrava avere una certa influenza su di lei che si sentiva come una falena attirata dalla fuoco... quello degli occhi di lui.
Si ritrovò il corvonero alle spalle senza neanche accorgersene, una mano sul fianco sinistro, mentre la destra andava lentamente a sollevarsi per poggiarsi sulla sua che impugnava la bacchetta «Movimenti lenti, non irrigidire il polso, cerca di rilassarti!» spiegò lui, mentre con dita sinuose circondava il polso della ragazza. Elanor si sentiva accaldata, eppure, sentì la mano di Talbott bollente come la morsa delle fiamme; uno strano formicolio le attraversò la schiena e le trapassò lo stomaco, perché le faceva quell'effetto? Per un attimo desiderò che la mano che lui teneva delicatamente sul suo fianco rafforzasse la presa, che la stringesse a se, ma subito arrossì violentemente e si sentì imbarazzata per aver anche solo pensato una cosa del genere, ma che cavolo le prendeva?
«Stai bene?» chiese Winger e lei si sentì avvampare maggiormente «Forse sei troppo stanca, sarà meglio fermarci qui per oggi!»
Quando lui si allontanò, tutto quel calore che aveva avvolto la ragazza cessò all'improvviso, lasciandola frastornata.
«La prima parte della pozione è quasi pronta, da domani notte dovrai dormire con la foglia di Mandragola, non dimenticartene!»
«Certo! Tulip Karasu ha infatti organizzato una sorta di pigiama party nel dormitorio Corvonero, una sorta di festa pre-pozione credo... è difficile capire le intenzioni di Tulip, non sapevo neanche che fosse a conoscenza della pozione Animagus.»
Talbott sorrise: «È difficile tenere qualcosa nascosto a Tulip, soprattutto se è qualcosa che potrebbe mandarci nei guai!» Elanor non riuscì a non essere d'accordo.
«Talbott, mi dispiace... per la scelta, insomma... gli altri hanno scelto me per bere la pozione... »
«E non potevano fare scelta migliore!» lui parve sul serio convinto e questo stupì non poco la serpeverde.
«Credevo che volessi trasformarti in animagus!» stava per aggiungere altro e scusarsi ancora, ma Talbott la precedette: «Ti sbagli! Non voglio bere quella pozione!». Molti pensieri a quelle parole iniziarono ad affollare la mente di Elanor, qualcosa nelle sue parole aveva destato la sua attenzione, poi lui le fece una domanda inaspettata: «In che animale ti piacerebbe trasformarti?»
«In un uccello!»
«Come mai?» il tono di voce del ragazzo sembrava essere diventato improvvisamente timoroso «Poter volare e sentirmi libera, credo sia una sensazione bellissima!»
«Non ti senti libera?»
«Non è questo, è che... poter volare via... senza pensieri... sarebbe bello!» era difficile per Elanor cercare di spiegare come spesso si sentiva, la morsa che l'attanagliava ogni volta che pensava alle Sale Maledette, a suo fratello Jacob, ai suoi genitori...
Quando sollevò lo sguardo e incrociò quello di Talbott, lui la stava guardando con gli occhi sgranati e la bocca leggermente aperta, come se stesse per dire qualcosa ma non riuscisse ad emettere un solo suono. Il giovane espirò forte, come per riprendere il controllo: «Sarà meglio andare, è anche ora di cena!». Detto ciò uscirono dall'aula e si incamminarono fino alla Sala Grande, in silenzio, prima di separarsi il ragazzo si voltò verso di lei e le sorrise tranquillo, in quel momento Elanor non seppe spiegarsi il perché quel ragazzo fosse così schivo e solitario, sapeva essere gentile e disponibile dopotutto.
«Allora, ci vediamo questa notte!»
Elanor sobbalzò a quella frase: «Cosa?»
«Il pigiama party a Corvonero, lo hai detto tu prima!» in quel momento si ricordò che lui era un Corvonero e che sicuramente lo avrebbe visto entrando nella torre designata alla sua casata.
«Certo! Certo!».
Si salutarono con un cenno della testa e ogn'uno andò a prendere posto alla propria tavolata, distanti, ma inconsapevolmente, un po' più vicini.

   
 
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