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Autore: loverrrr    19/06/2020    1 recensioni
Bella è una veterinaria, lavora insieme alla sua migliore amica Alice. Le sono sempre piaciuti gli animali, sin da quando era bambina.Per l'ennesima volta, Edward, fratello di Alice, le fa recapitare un bellissimo mazzo di rose rosse, ma...
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Cullen, Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black | Coppie: Bella/Edward, Bella/Jacob
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film, Contesto generale/vago
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Buona sera/ buongiorno! Finalmente in questo capitolo scopriremo chi si cela dietro la lettera e cosa c’è scritto. Chissà chi è… Spero di avervi incuriosito, che vi piaccia e vi ringrazio perché mi fa molto piacere che la storia vi stia piacendo. Un bacione e al prossimo capitolo. 
 
 
 
Pov Bella
 
La scrittura è pessima, ma è leggibile. Sospiro e inizio a leggere ad alta voce.
 
Cara Bella,
non è facile per me trovare le parole…
 
Alice m’interrompe: «Che ti avevo detto?», esclama sicura di sé.
«Ok forse avevi ragione tu», borbotto, «ma fammi leggere prima di arrivare a strane conclusioni».
«D’accordo Bella».
 
Schiarisco la voce e riprendo da dove mi sono fermata. 
 
non è facile per me trovare le parole giuste e vorrei dirti queste cose di persona, ma non sono abbastanza coraggioso per farlo. Penserai che sia un ragazzo timido – ed è verissimo – io sono molto timido, ed è per questo che ho deciso di scriverti una lettera.
 
«Ora mi credi?», esclama Alice sicura di sé, mettendo le mani sui fianchi. È dura ammetterlo, ma Alice ha ragione, eccome se ne ha. Jake è innamorato di me e nonostante io gli abbia detto chiaramente che lo vedo soltanto come un amico, non si è fatto scrupoli e mi ha scritto una lettera; come se non avessimo mai parlato, come se non fossi stata sufficientemente chiara, quando non è così. Dovrò parlargli – con Edward presente sia chiaro – nella speranza che si renda conto di come stanno le cose e che accetti solamente la mia amicizia. Jacob ovviamente soffrirà, non sarà facile nemmeno per me fargli quel discorso però devo farlo e anche il più in fretta possibile. Scompiglio i capelli sospirando.
«Io l’ho sempre detto che quel ragazzo era strano», puntualizza Alice.
«Ed io come una cretina non t’ho dato retta. Mi dispiace».
«Che vuoi fare adesso?», chiede preoccupata.
«Prima di tutto voglio avvisare Edward, è il mio ragazzo e deve saperlo. E voglio chiamare Jacob, mi farò dare il numero da Billy», dico. «Gli chiederò se ci possiamo vedere al bar di fronte lo studio il prima possibile».
 
Edward, appena saputo della lettera è subito corso in studio mentre io ho contattato Jacob. Ho avuto il numero di telefono da Billy, gli ho mandato un sms, ma non ho ancora risposto. 
«Forse si è reso conto della gravità della cosa e teme un confronto», suppongo.
«Può darsi, anzi, è molto probabile che sia così», risponde Edward.
«Gliel’avevo detto che lo ritenevo soltanto un amico».
«Ma lui ha fatto di testa sua scrivendoti una lettera».
«A me quel ragazzo non è mai piaciuto e forse aveva ragione Edward quando all’inizio lo guardava male», dice Alice.
«Effettivamente…», dice Edward. «Più che altro mi infastidiva come la guardava», borbotta.
«Io pensavo fosse timido ed impacciato, invece era tutta una facciata», dico sospirando mentre Edward scuote il capo. «Ed io che volevo pure dargli una chance», dice sbalordito.
«Mi dispiace», dico chinando il capo.
«Per cosa amore?».
«Beh infondo è colpa mia».
«Non dirlo nemmeno per scherzo. Lui sapeva che per te era soltanto un amico, così come sapeva che siamo fidanzati. Casomai è lui il colpevole».
«Speriamo che parlandogli si renda conto e la smetta», dico sospirando mentre alzo lo sguardo.
«Tu devi stare tranquilla perché non lascerò che ti mandi ancora lettere o fiori, o quel che sia», dice Edward in toni rassicuranti.
«Grazie amore mio».
«La tua sicurezza è tutto per me. Jacob dovrà vedersela con il sottoscritto se non vuole lasciarti in pace», dice Edward serio.
«E guai a lui se proverà ad entrare qui dentro un’altra volta, lo stendo», dice Alice.
Sorrido. «Grazie Alice. Non so come farei senza di voi». Edward mi attira a sé e lascia un bacio tra i miei capelli. «Andrà tutto bene amore», sussurra.
Sospiro al suono delle sue parole. Il telefono vibra, credo – e spero – sia Jacob. Mi allontano tirandolo fuori dalla tasca del camice, c’è un suo sms.
 
Ok d’accordo, ci vediamo tra venti minuti al bar di fronte lo studio. 
 
«Dice che ci vediamo tra venti minuti al bar di fronte lo studio».
«Bene», risponde Edward.
«È meglio se noi ci avviamo. Intanto ordiniamo qualcosa», dico con voce leggermente preoccupata.
«Andate pure, qui ci penso io tranquilla Bella» mi rassicura Alice.
«Grazie» e andiamo.
Jacob arriva puntuale ed è sorpreso di vedere anche Edward, ma non potevo affrontarlo senza di lui. Accenno un sorriso, tiro fuori la lettera e con l’altra mano cerco quella di Edward, che subito intreccia le nostre mani. Andrà tutto bene Bella. Mi dico. 
«Penso che tu ci debba una spiegazione», dice Edward serio.
«Per cosa?», chiede Jake confuso.
Metto la lettera sul tavolo e gliel’allungo. «Questa. E non dire che non centri niente perché è palese che sei stato tu a scriverla», dico altrettanto seria.
«Io?» Jacob è sempre più vago. 
«Per favore, già è difficile essere qui». La sua espressione m’innervosisce un bel po'. Ci guarda come se non ne sapesse niente di quella lettera, ed è proprio questo che mi rende nervosa. Almeno abbi la decenza di assumerti la responsabilità di ciò che hai fatto, anche perché non basta leggerla tutta, già dalle prime righe s’intuisce che è stato lui. Sospiro. «Jacob ormai sappiamo che sei stato tu» vado dritta al punto nella speranza che si palesi, invece il suo sguardo si fa sempre più vago, confuso. «No guarda, credo che abbiate preso un granchio perché io non ho fatto proprio niente» cerca di giustificarsi, al che Edward gli indica la lettera con l’indice della mano sinistra, come se lui non l’avesse notata. «E di questa che hai da dire? L’hai scritta durante il sonno?», domanda Edward sarcasticamente, ma riesco a percepire un velo di nervosismo nel tono della voce e lo capisco benissimo. Jake prende in mano la lettera e inizia a leggerla, poi alza di scatto la testa. «Io non ho scritto questa lettera», esclama stupefatto. Sbuffo nervosamente. «E io non mi chiamo Isabella Swan, ma per favore Jacob!», esclamo spazientita. «Mi sembrava di essere stata chiara l’altra volta», faccio notare.
«Bella non sono stato io a scriverla, te lo giuro» mi supplica.
«Chi pensi di prendere in giro?», domanda Edward serio mentre Jacob cambia sguardo, gli rivolge un’occhiata che – secondo lui dovrebbe spaventare – in realtà Edward non è un ragazzo che si fa spaventare e continua a parlare. «Prima le mandi dei fiori in anonimato poi, non soddisfatto, le scrivi una lettera ed ora insisti che non sei stato tu. Una volta tanto assumiti la responsabilità di ciò che hai fatto». 
«Non sono io che dovrei assumermi delle responsabilità, perché non sono stato io ma so chi è stato», controbatte infastidito. Edward scuote il capo ridendo dal nervoso. «E allora chi è stato? Il tuo fantasma?», chiede Edward in toni sarcastici. 
«Bella non vorrai mica credergli?», esclama Jake sbalordito. Lo guardo sorpresa. «Dovrei forse credere a te?» e rivolgo lo sguardo verso Edward, che subito si gira verso di me. I nostri occhi divengono due calamite, incapaci di staccarsi ed io mi sento subito al sicuro, protetta; e non c’è bisogno che dica niente perché lui capisce al volo il mio pensiero. «Andiamo», dice Edward dolcemente. Annuisco e ci alziamo. Si alza anche Jacob allungando un braccio verso di me, afferrandomi il polso della mano sinistra. «Bella ti prego aspetta…», dice supplichevole. «Lascia che ti spieghi come siano andate veramente le cose, te lo giuro non è come pensi». Edward lo guarda malissimo. «Ti conviene levare subito quella mano», dice serio. Jake ricambia l’occhiataccia, ma non molla, mentre io invece cerco di divincolarmi dalla sua stretta. «Voglio chiare con lei. Ne ho tutto il diritto», dice Jake infastidito, verso Edward. Ma non l’avesse mai detto. In un baleno si ritrova a terra, Edward gli sta sopra e la velocità, ma soprattutto la forza che ha avuto nel fare quel gesto è stata a dir poco spaventosa. Jacob trema come una foglia e tremerei anche io se fossi nella sua stessa situazione. «Edward fermo, gli fai male», dico spaventata.
«Forse così la smetterai di dire bugie e ti assumerai la responsabilità di quello che hai fatto», dice Edward serio. Jacob cerca di dire qualcosa, ma lo sguardo di Edward lo zittisce all’istante. «Vedi di non provarci mai più e se ti vedo ancora nei pressi dello studio agirò per altre vie» lo intima Edward alzandosi. Non l’ho mai visto comportarsi così e sì, lo ammetto, mi ha un po' spaventato ma forse è servito a Jake – o almeno lo spero – perché sono davvero stanca di ricevere lettere, fiori e quant’altro. Il suo sguardo è serio, rigido e quando cerco di catturare i suoi occhi, subito si addolcisce. «Andiamo via, ti prego», sussurro con voce provata. Lui annuisce. Non si gira a guardare Jacob, io invece gli rivolgo un mezzo sorriso, quasi a dire che sono dispiaciuta per il comportamento di Edward. Non dico di esserlo veramente perché mentirei a me stessa, però non pensavo che andasse a finire così e la velocità con cui l’ha messo a terra mi ha scosso molto, oltre che spaventato. Ce ne andiamo silenziosamente, io ogni tanto giro lo sguardo verso Jacob, che nel frattempo si è alzato ed è rimasto lì seduto. Arrivati davanti allo studio, Edward sospira. «Bella… ti devo delle scuse io, non so cosa mi sia preso», dice mortificato.
«Non t’ho mai visto così», dico preoccupata, «mi hai spaventato un po'».
«Lo so», mormora. «Amore mi dispiace». E lo è davvero. Nel suo sguardo riesco a vedere molta mortificazione e percepisco chiaramente che si sente a disagio. «Stringimi», sussurro, «stringimi e basta». Anche se sembra più una supplica. Edward lo fa lasciando un bacio tra i miei capelli, più volte. «Non volevo che ti ferisse ulteriormente», sussurra mentre io affondo la testa sul suo petto chiudendo gli occhi, intrecciando le nostre mani. «Quand…» lo interrompo. Alzo lo sguardo e all’istante i nostri occhi diventano una cosa sola. «Mi hai protetta come non ha mai fatto nessun altro», dico. «Jake sapeva che stavo con te, ma non si è fatto scrupoli e per quanto forse sei stato un po' troppo duro, forse se l’è meritato», continuo osservando come la sua espressione cambia di secondo in secondo, diventando sempre più dolce, «Edward io sono la prima a odiare la violenza, ma non ne posso più di ricevere lettere, fiori e quant’altro». 
«Ti chiedo scusa se ho agito d’istinto e sono pronto a scusarmi se lo vorrai, ma non poteva continuare a dire che non centrava niente, quando è palese che sia stato lui».
«È lui che dovrebbe chiedere scusa, non tu e anche se hai agito d’istinto, hai avuto i tuoi buoni motivi per farlo, ma apprezzo molto le tue parole».
«Non voglio che ti sia fatta una cattiva idea su di me», dice preoccupato.
«Non sarei qui se fosse così», rispondo rassicurandolo.
«Scusami ancora se ho agito in quel modo».
Mi alzo in punta di piedi e lo bacio a stampo. «Amore va tutto bene» lo tranquillizzo di nuovo.
«Te la senti di tornare al lavoro, o vuoi andare casa?».
«Sì, sto bene».
«Allora ci vediamo stasera».
Annuisco e mi stringo ancora a lui per qualche minuto e torno in studio. «Credo che Jake non si farà vivo per un po'», dico sollevata mentre infilo il camice.
«Che è successo?», domanda curiosa, alzando lo sguardo dal pc.
«Non sapevo che Edward avesse fatto arti marziali, dovrò chiedergli spiegazioni», dico un po' sorpresa.
«A dire il vero ha fatto sia Karatè che Box», puntualizza Alice.
«Wow non lo sapevo!».
«Deduco che siano arrivati alle mani».
Riprendo quello che stavo facendo prima che ricevessi la lettera, ovvero sistemare alcuni carteggi. «Non proprio, cioè Edward l’ha messo a terra con una mossa e in pochissimi minuti. Per quello dico che Jake non si farà più vedere», racconto.
«Io non direi…» e indica la porta che si apre. Sospiro amareggiata. «Cosa ci fai ancora qui?», domando con voce stanca. Jacob avanza lentamente. «Voglio chiarire Bella» mi supplica.
«Chiarire? Pensi veramente che io ti creda?», esclamo scioccata, incrociando le braccia al petto.
«Sì lo penso perché non sono stato io a scrivere quella lettera».
«Vattene, oppure chiamo Edward», dico in toni minacciosi e seri.
«Ok hai ragione, provo qualcosa per te, ma non sono io che ti ho scritto questa lettera» mi supplica di nuovo.
«Jacob te lo chiedo un’ultima volta, per favore vai via» lo imploro seriamente, passando una mano tra i capelli.
«È meglio che te ne vai, se mio fratello ti trova qui saranno guai seri per te», dice Alice in toni molto seri.
«Ti proverò che non sono stato io, puoi giurarci», dice guardandomi dritto negli occhi. Indietreggia, si gira e se ne va mentre io tiro un sospiro quasi di sollievo.
«Vuoi che avvisi Edward?», domanda Alice preoccupata.
«No, sarebbe peggio».
«Tu stai bene?».
«Sì, credo di sì» e sospiro di nuovo. Ma quanto vorrei essere con Edward, stretta al suo petto mentre mi rassicura dicendo che andrà tutto bene. «Avresti dovuto vederlo», racconto incredula.
«Ti riferisci a mio fratello? Beh, ti ama e vuole proteggerti».
«Sì, è stato strano. Voglio dire, mi ha spaventata però, per la prima volta, mi sono sentita al sicuro. Non so se intendi».
«Tu sei la sua priorità, la sua ragione di vita. Non permetterebbe mai a nessuno di farti del male».
«Ora ne ho prova, anche se già lo sapevo» e riprendo a sistemare quei carteggi. «Certo che star via un’ora da qui è come andare via un mese intero. Domani mattina vado dal commercialista».
«Cerca di tornare per le 10.30 perché viene il signor Welling per controllare la piccola Nikki, ricordi?», rammenda Alice.
«Oh giusto, dobbiamo vedere se la ferita è guarita».
 
La sera arriva in un baleno, e per fortuna. Non vedevo l’ora che Edward mi venisse a prendere per stare da soli. Ispiro il suo profumo. «Scusami se non t’ho detto che Jacob è tornato poco dopo», dico dispiaciuta. Edward ci copre di più con la coperta. Siamo abbracciati nel letto e abbiamo appena finito di guardare un film. «L’importante è che tu stia bene», risponde sereno.
«Comunque Alice gli ha fatto presente che se non se ne fosse andato via subito, ti avrebbe chiamato e per lui sarebbero stati guai», racconto.
«Ha fatto bene», dice. «Bella, amore io non so davvero come scusarmi per come ho agito oggi, ma lui continuava a mentir…» lo zittisco portando una mano dietro al suo collo e l’attiro a me baciandolo con dolcezza. «Non sai come mi hai fatto sentire protetta», sussurro guardandolo dritto negli occhi; due occhi bellissimi, grandi, un po’ lucidi ed uno sguardo dolcissimo. Mi stringe più possessivamente a sé lasciando un bacio tra i miei capelli ed io sospiro. 
«La tua incolumità è tutto per me», mormora.
«C’è solo una cosa che voglio sapere: quando mi avresti detto che hai fatto box e karatè?», domando curiosa.
«È stato molti anni fa», dice ridendo.
«Mi insegneresti qualche mossa?», propongo.
«Nemmeno per sogno, è troppo rischioso. Sai quante volte mi sono fatto male?», esclama terrorizzato.
«Ma potrebbe essermi utile», mugolo.
«No, è escluso. Se ti capitasse qualcosa poi sarebbe colpa mia e non me la sento».
«E dai amore… almeno fammi vedere qualche mossa, quanto meno per difendermi in caso dovessero venire dei ladri in negozio», insisto e lui sospira.
«Ok d’accordo, ma niente cose complicate e poco alla volta intesi?».
«Va bene» lo bacio a fior di labbra. «Faremo come vuoi».
 
Accidenti! Il commercialista è impegnato stamane e ha spostato tutto a dopo domani pomeriggio. Che cavolo, avevo pure puntato la sveglia presto quando potevo concedermi altri cinque minuti di relax con Edward. In compenso, sono riuscita a fare una sorpresa ad Alice. Con tutte quelle volte che l’ho lasciata da sola, un regalo è quello che ci vuole. Ma non è solo per questo, lei è una grande amica e so che potrò sempre contare sul suo aiuto. All’inizio volevo prenderle solo un nuovo modello dei braccialetti di Pandora, che lei so adora molto, poi però ho avuto l’idea di prenotare due giorni alle terme per noi due ed ora sto andando in studio per darle la sorpresa. Edward appena l’ha saputo è stato contentissimo e dice che già gli manco. 
«Dov’eri finita? Il signor Welling ti aspettava», borbotta.
«Lo so sei arrabbiata, ma ho qui due sorprese per te» e le porgo prima il pacco di Pandora. «Ma Bella… non dovevi!», esclama sorpresa.
«Spero ti piaccia».
«Ma è stupendo, grazie mille Bella», esordisce felice mentre tira fuori il braccialetto. «Sei un tesoro».
«Mi fa piacere che ti sia piaciuto», dico. «Ora però, tocca al secondo regalo».
«Così mi fai sentire in colpa… io non ti ho regalato niente».
«Zitta e apri!» le impongo porgendole la busta contenente i biglietti.
Un urlo di felicità arriva ben presto e inizia a saltellare per tutto lo studio. «Un weekend di relax solo per noi, che figata! E partiamo dopo domani».
«Sapevo che ti sarebbe piaciuto».
«Scherzi?! Bella è… è il più bel regalo che io abbia mai ricevuto».
«Ne sono felice e non vedo l’ora di partire».
«Sì anche io, Edward cosa ne dice?», chiede curiosa.
«Già gli manco, che scemo!».
«Siete matti, davvero e vi voglio tanto bene».
L’abbraccio forte. «Anche noi ti vogliamo bene».
 
Una settimana dopo…*
 
Ci volevano proprio due giorni di relax, specie se Edward si presenta improvvisamente alle terme per passare una serata romantica che aveva programmato a mia insaputa con Alice. Non si è potuto fermare perché non voleva lasciare i nostri cagnolini da soli, ma è stata ugualmente una splendida sorpresa. Se penso che fino a qualche tempo fa non l’avrei mai immaginato di finirci insieme. In realtà ho sempre avuto paura del mio passato, è stato quello il principale motivo per cui l’ho respinto. 
«Sono stata a casa della signora Potter e Lilly sta meglio. Aveva solo una congestione», racconta Alice entrando. 
«Meno male». 
«Certo che quei due giorni alle terme sono proprio volati», fa notare con un velo di tristezza.
«Io mi sono rilassata un sacco e conto di tornarci quanto prima». È stato come svuotare la mente, c’ero solo io insieme alla mia amica e una splendida vasca idromassaggio; per non parlare poi della sorpresa che m’ha fatto Edward. Che amore! Una serata solo per noi, romantica al punto giusto ma non troppo. 
«Per caso cercate degli stagisti?».
Parli di Edward e arriva in studio. Smetto di lavorare e gli vado vicino, usando la stessa malizia. «Mah… a dire il vero no, però se vuole…», sussurro e lo bacio portando le mani dietro al suo collo mentre lui mi stringe i fianchi.
«Ciao amore», mormora lasciando le labbra a pochi centimetri dalle mie, sorridendo.
«Ciao», mormoro e lo bacio un’altra volta, rendendolo passionale; m’impossesso della sua bocca, la divoro mentre mi avvinghio al suo corpo. Edward risponde con la stessa passione e lo stesso desiderio senza mai lasciare i miei fianchi, cingendoli con più ardore. «Ti amo da impazzire Bella», mormora con voce roca mentre cerca di riprendere fiato. Lo bacio ancora una volta, più dolcemente. «Anche io ti amo da morire Edward», mormoro innamorata, buttandogli indietro i capelli.
«Quindi è mio il ruolo?», domanda curioso, usando un tono di voce malizioso.
Ridacchio maliziosa. «Assolutamente sì!».
«Assolutamente no!», bofonchia Alice. «Se lui lavorasse qui, voi due stareste appiccicati come due cozze e Dio solo sa come finirebbe».
Scoppiamo a ridere entrambi. «E dai sorellina, è solo uno stage», insiste lui.
«Guarda è un bene che non ci capisci niente di animali perché sul serio sarebbe la fine».
«A proposito», dice Edward preoccupato, «sono tornati i vicini di Billy, c’era anche la signora questa volta e dicono che se non rimuoverò l’articolo e la video news ci denunceranno».
«Posso farlo?», chiedo spaventata.
«Credo di no, lo spero».
«Dico io, come diavolo fai ad abbandonare degli animali e poi fingere così», dico sbalordita.
«Purtroppo non tutti sono come noi, ma tranquilla ho subito avvisato il mio amico avvocato e ci attende domani pomeriggio», mi rassicura Edward.
«Grazie».
«ADESSO TU VIENI CON ME E LE SPIGHI CHE SEI STATO A SCRIVERLE QUELLA LETTERA» sentiamo urlare da fuori. La voce è piuttosto familiare e un po' ci preoccupiamo, io soprattutto visto il modo rapido con cui Edward ha cambiato espressione.
«Io quello lo ammazzo», dice Edward stringendo i denti, con un tono di voce molto nervoso. «Gliel’avevo detto di non farsi più vedere».
Gli afferro il viso tra le mani costringendolo a guardarmi. «Ehi…», sussurro facendolo sospirare. «Bella è meglio se mi stai vicina prima che passi dalla parte del torto», dice serio. Stringo forte la sua mano e usciamo a vedere cosa sta succedendo. Jacob sta urlando contro un ragazzo. «Si può sapere cosa diavolo ci fai qui?», domanda Edward piuttosto alterato.
   
 
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