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Autore: lapacechenonho    20/06/2020    3 recensioni
Scorpius ultimamente si era scoperto a fissare un po' troppo l'innocentissima sorellina del suo migliore amico e si sa che la sorella del migliore amico è sempre off limits. "ultimamente" era un lasso di tempo che andava dall'inizio del suo settimo anno. Doveva ammettere che Lily Luna Potter stava crescendo proprio bene, le curve al punto giusto, non era volgare, anzi era leggermente goffa ed era forse proprio questo che la rendeva adorabile.
Song-fic ispirata dalla canzone "Come te" di Fabrizio Moro.
Storia pubblicata anche su Wattpad.
Genere: Generale, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Famiglia Potter, Lily Luna Potter, Scorpius Malfoy | Coppie: Draco/Astoria, Harry/Ginny, Lily/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Come te'
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Capitolo 10.
 
"Come te che sembri persa dentro un mondo da rifare,
con i tuoi conflitti interni mentre provi a costruire"
«È finita con Malfoy» dichiarò Lily sbattendo il volume di Erbologia sul tavolo.
«Perché era iniziata?» commentò Andrea mentre accudivano una strana pianta di cui Lily aveva già scordato il nome. «No. Ma è definitivamente finita. Chiuso. Non voglio avere più niente a che fare con lui. L'ho baciato, mi ha rifiutato, peggio per lui, me ne farò una ragione» disse dura senza staccare gli occhi da quell'essere vivente.
«Lily, mi dispiace» la consolò Hugo e per una volta sembrava veramente dispiaciuto.
C'era un motivo per cui Lily lo aveva baciato: le parole che aveva utilizzato Scorpius l'avevano fatta sentire compresa davvero per la prima volta. Era stato l'unico a captare che qualcosa non andasse in lei, ed era anche la persona che aveva respinto per la maggior parte del tempo. L'aveva capita e lei non gli aveva manco mai detto una parola sul suo conto, non sapeva manco quale fosse il suo colore preferito o cosa mangiasse a colazione la mattina, eppure era lì a dirle di far uscire la Grifondoro assopita che era in lei ricordandole quello che le ripetevano sempre i suoi genitori: «Il Cappello Parlante non sbaglia mai». Così aveva agito d'impulso e lo aveva baciato.
Un'ulteriore batosta per Lily arrivò alla lezione di Astronomia qualche giorno più tardi: la professoressa Chang le aveva consegnato un compito, corretto da Scorpius, che aveva superato con un voto abbastanza buono da recuperare l'insufficienza, ma lei non aveva fatto nessun compito. «Vedete» mormorò ai suoi amici fidati. «Manco lui vuole più vedermi». Andrea le aveva battuto una mano sulla spalla per consolarla non sapendo bene cosa fare o dire. Lei era al settimo cielo perché dopo essere uscita con Albus, le cose stavano iniziando ad andare bene tra i due e Lily ne era assolutamente contenta perché era la sua amica, lo meritava e soprattutto, formavano una bella coppia.
«Hugo, dobbiamo trovarti una fidanzata» esordì Lily. Il ragazzo la guardò con tanto d'occhi.
«Ma io non voglio una ragazza!» ribatté quasi offeso.
«Dai, prendila come una terapia per la tua povera cugina con la madre in ospedale, senza alcuna possibilità in campo sentimentale» piagnucolò.
Udirono dei passi poco più dietro e Lily non fece fatica a riconoscere l'andatura sicura e spavalda di Malfoy. Si ammutolì cercando di non attirare l'attenzione. «Guarda che tua madre è mia zia» le fece notare Hugo.
«Weasley completa la mappa in silenzio. 5 punti in meno a Grifondoro» disse perentorio Scorpius. Lily dovette resistere al forte impulso di affatturarlo davanti a quelli che ora erano a tutti gli effetti i suoi studenti.
Quando si fu allontanato, Lily rispose: «Non mettetevi nei guai con lui, ora come ora ci caccerebbe punti anche solo per il fatto di esistere».
«E comunque» bisbigliò Andrea a voce così bassa da far credere ad entrambi di averlo immaginato. «Visto tutto questo accanimento, forse se tu ballassi nuda davanti a lui ti noterebbe eccome, Lily». La rossa le lanciò uno sguardo omicida e poi tornò al suo compito.
«Ho finito» disse non capendo bene se parlasse dell'esercizio o di Scorpius.
 
Il tempo ad Hogwarts passava velocissimo e se a febbraio il parco era ancora coperto di neve, a marzo si poteva intravedere qualche fogliolina verde spuntare sui rami del Platano Picchiatore o qualche fiore abbellire l'erba. Lily non giocava a Quidditch da un pezzo, preferendo trascorrere la domenica al San Mungo anziché a scuola, anche se era a conoscenza del fatto che sua madre avrebbe voluto l'opposto. Era durante uno di quei dolci tramonti primaverili che il professor Paciock le aveva detto che sua madre si era svegliata e Lily non era riuscita a contenere un gridolino di gioia cominciando a correre verso l'ufficio della McGranitt.
Proprio come un mese e mezzo prima, la corsa verso la stanza era avvenuta a rallentatore, senza sentire quello che le diceva la gente, sentiva solo il suo cuore battere e il sangue scorrerle di nuovo nelle vene, come se in quel periodo il sistema circolatorio avesse dimenticato le sue funzioni. Entrando nella camera, la situazione era totalmente opposta rispetto a quella di gennaio: i volti erano più rilassati, sorridenti, c'era più confusione, c'era suo padre che in quel periodo non si era staccato da lei e non lo avrebbe fatto manco durante la convalescenza, i suoi fratelli, gli zii Ron ed Hermione e, suo malgrado, Scorpius. Ma soprattutto c'era sua madre.
Sua madre che fino al giorno prima era sdraiata immobile adesso era seduta, si muoveva, respirava, mangiava da sé, poteva alzarsi, correre, camminare, volare. Era lì ed era viva. Lily non sapeva se i miracoli fossero reali ma quello si avvicinava ad esserlo. «Mamma!» esclamò per poi lanciarsi letteralmente tra le sue braccia come faceva quando era piccola e litigava con Al o James le aveva fatto qualche brutto scherzo. La madre la strinse così forte che dubitava avesse passato veramente l'ultimo mese e mezzo in un letto, immobile. Le lasciava dolci baci sui capelli facendo sciogliere il nodo alla gola che l'aveva attanagliata da quando Neville l'aveva cercata. Per un attimo aveva temuto il peggio. «Lily, la mamma deve riposare» disse dolcemente zia Hermione. «Va tutto bene, Hermione, lasciala». Lily rimase ancora qualche minuto appiccicata alla madre per poi staccarsi e osservarla. Era pallida e debole ma viva.
Ginny le accarezzò il volto umido e le sorrise, a Lily erano mancate terribilmente quelle piccole attenzioni. Si sedette sul lato del letto scoprendo la visuale della madre; erano arrivati anche Ted, Victoire, Astoria e Draco. «Signori, la paziente deve riposare» disse la signora Malfoy con un sorriso. Sapeva che non l’avrebbero lasciata.
Ted e Victoire si avvicinarono alla zia e le lasciarono un fugace abbraccio. «Ora che la zia Ginny si è svegliata dobbiamo dirvi una cosa» disse Victoire. Lily sorrideva emozionata: sarebbe stato il primo matrimonio a cui avrebbe assistito, se non si contava quello di Seamus Finnigan in cui aveva circa quattro anni.
La famiglia Malfoy fece per uscire ma Teddy li bloccò: «Potete restare, in fondo sono più imparentato con voi che con loro» disse timidamente. Lily osservò le tre persone: Draco era esterrefatto, Astoria aveva un sorriso dolce e Scorpius aveva la mascella contratta come se fosse infastidito dalla parentela.
Ted e Victoire si guardarono per qualche secondo, poi fu Victoire a parlare: «Ci sposiamo!»
Esclamazioni di gioia, congratulazioni e auguri vari riempirono la stanza: se qualcuno fosse passato in quel momento avrebbe fatto fatica a pensare che 24 ore prima c'era solo silenzio e scongiuri per far risvegliare Ginny. «Lily come mai non dici niente? Sei gelosa che Vic ti ha portato via Teddy?» la canzonò James.
Lily assunse il solito sorriso di quando la sapeva lunga: «Io lo so da mesi».
«E perché non ci hai detto niente?» chiese Albus sconcertato.
«Meglio così. Grazie Lily» le disse Ted che aveva la mano intrecciata a quella della fidanzata.
«Dove andrete a vivere?» domandò Ron mentre addentava una Cioccorana e mostrava a tutti la figurina con scritto 'Ron Weasley'.
«Pensavamo Hogsmeade però anche Ottery St. Catchpole non è male, vediamo cosa troviamo».
«E quando sarà la cerimonia?» chiese Harry felice come una Pasqua.
«Pensavamo a luglio, ma vediamo come sta la zia Ginny» affermò Vic.
«Dovrebbe stare bene» s'intromise Astoria. «Dovrà rimanere in ospedale ancora per un po' per vedere se ci sono effetti collaterali ma non dovrebbero esserci problemi per l'estate. Sono davvero tanto contenta per voi, ragazzi».
«A proposito» disse Ginny. «Ho saputo che devo ringraziare Scorpius, ha dato una grande idea allo zuccone di mio marito». Lily si girò verso Scorpius che aveva l'aria leggermente imbarazzata e si grattava una guancia fissando il tetto mentre suo padre gli dava una pacca sulla spalla.
«Sì, non è stata una grande idea…Però, ecco prego» disse piano. Ginny fece un sorriso luminoso che parve dare una luce nuova alla stanza. 
La folla pian piano si disperse: Astoria tornò dagli altri pazienti, Draco tornò in ufficio, Albus e Scorpius uscirono per fare una passeggiata per tornare ad Hogwarts poco più tardi, James aveva un impegno per la serata quindi, suo malgrado, salutò la madre e andò via. 
Rimasero Harry, Ginny e Lily.
«Harry, tesoro, mi andresti a prendere qualcosa di gustoso al bar? Avrei voglia di biscotti» chiese gentile la donna. Harry le diede un lungo bacio e lasciò la stanza.
La madre guardò la figlia. «Allora Lily, come va?» le chiese. Lily la guardò torva.
«Ti sei appena svegliata dopo un mese e mezzo e chiedi a me come va?»
«Sono una madre, sono biologicamente programmata per non preoccuparmi di me stessa» le fece notare. Lily sorrise debolmente incerta su cosa dirle. Era successo di tutto in quel periodo. «Ho notato che c'è qualcosa che non va, come ho notato il succhiotto tra il collo e la spalla di James anche se lui non lo sa che l'ho visto» aggiunse poco dopo facendo ridere di gusto la figlia. Sua madre aveva sempre avuto un occhio particolare per cogliere tutti i dettagli, a maggior ragione se questi dettagli riguardavano la prole.
Poi Lily si ricordò di due parole che le erano state dette qualche tempo prima; "ruggisci, Lily" e si convinse che sì era coraggioso affrontare le cose da sola, ma lo era di più chiedere aiuto. «Non sei troppo stanca per un lungo, lungo, racconto, vero?»
«Ho dormito per un mese e mezzo, secondo te sono stanca?» chiese retorica la madre con un sorriso.
Allora Lily iniziò a raccontarle tutto di Jackson Thomas, dell'inquietudine quando aveva incontrato suo padre, di Lorcan e, infine, di un certo ragazzo di cui evitò accuratamente il nome chiamandolo con un nome di fantasia ovvero Jake. Nella prima parte del racconto non aveva trattenuto qualche lacrima: un conto era riviverla nel suo cervello, un conto era raccontarlo. Anche sua madre era inorridita e si era chiesta da chi avesse preso quel ragazzo perché Dean non era così, anzi era tutto il contrario.
«Mi dispiace non essermene accorta» disse debolmente. «Non potevi mamma, io non ne ho parlato con nessuno ed ero ad Hogwarts. Quando sono tornata a casa per l'estate avevo superato in parte la cosa. Non è colpa tua» la tranquillizzò pentendosi in quell'istante di essersi confidata con la madre.  Si distese sul letto accanto a lei e si fece coccolare dall'abbraccio materno come quando lei aveva tre anni e fuori c'era un temporale che faceva tremare i vetri delle finestre, si sentiva più leggera e protetta.
Nella sua vita probabilmente avrebbe incontrato diversi ragazzi, avrebbe vissuto situazioni spiacevoli e chissà quante delusioni ma non ci sarebbe stato niente che un abbraccio della madre non avrebbe risolto.
Sorrise e, cullata dal respiro della madre, si addormentò.
Quando Scorpius, Harry ed Albus entrarono nella stanza si sentirono quasi in colpa. Ginny e Lily erano addormentate, tutte e due con un bel sorriso sul viso e l'aria rilassata.  I tre uomini sorrisero, nessuno aveva voglia di svegliarle, erano così dolci, così umane, sdraiate in quel letto che ridestarle sarebbe stato un peccato mortale. Scorpius si soffermò sulla figura di Lily, era vero che aveva chiuso con lei ma non poteva certo negare la sua bellezza. E anche se non era leggiadra come una principessa, a volte russava quando dormiva e aveva i capelli perennemente in disordine, lui aveva la certezza che non avrebbe desiderato nessun'altra se non lei accanto a sé. Ma era un casino e non sapeva come comportarsi. Guardò di sfuggita Harry che fissava le due donne della sua vita, probabilmente facendo le sue stesse considerazioni con la tranquillità, però, di aver già ottenuto l'amore di entrambe.
Harry svegliò Lily dolcemente, facendo in modo di far riposare Ginny. Scorpius la osservò, e vide che sorrideva. Sorrideva davvero, era veramente serena e d'istinto sorrise anche lui. «Che hai da sorridere?» gli chiese Albus mentre si dirigevano al camino per tornare a scuola, Lily li precedeva di qualche passo e sicuramente aveva le orecchie vigili per ascoltare la conversazione.
«Niente, un'amica ha mantenuto una promessa» rispose facendo spallucce.
«È la stessa amica che mi doveva presentare una ragazza, che a proposito non voglio incontrare?». Scorpius sorrise.
«Più o meno. Più che amica è quasi come una sorella» sentì Lily ridacchiare mentre Albus era confuso. «Quindi va tutto bene con Andrea?» chiese cambiando argomento. L'altro annuì felice e percepì il sorriso di Lily allargarsi sul suo volto. «Sono contento, state bene insieme» rispose sincero.
«Anche io sono contenta. Anche se Andrea non fa altro che parlare di te facendomi venire la carie ai denti» aggiunse Lily.
«Veramente parla di me? Cosa dice? È felice?»
«Stai calmo, io non ti dirò nulla» lo ammonì lei tornando seria per un attimo ma con un accenno di gioia sul volto.
Se avessero chiesto a Scorpius quale fosse stato il momento più bello della sua vita, avrebbe risposto sicuramente quello. Lily era felice, lui era felice e Ted Lupin non aveva lasciato Victoire bensì la stava per sposare. Se lui non fosse stata una sua studentessa e la sorella del suo migliore amico l'avrebbe sicuramente baciata e abbracciata.
Ma è finita, si ripeté, rabbuiandosi.
 
Quel pomeriggio Albus, Scorpius e Zabini, decisero di andarsi a fare un giro ad Hogsmeade, l'aria era più calda perciò decisero di passeggiare per il villaggio. «A Scorpius piace una tizia misteriosa, io sto con Andrea e tu Zabini?» chiese Albus sulla strada per uscire dal castello.
«Cosa sei una pettegola di paese?» lo rimbeccò Zabini.
«E tu stai ufficialmente con Andrea? Non è illegale? È una studentessa» gli fece notare Scorpius nella speranza che questo gli desse una risposta anche al suo di problema.
«Tecnicamente lei non è una mia studentessa. Non fa tutoraggio con me. Ne ho parlato con Giada ed è d'accordo» rispose alzando le spalle.
Scorpius si soffermò a pensare: non aveva mai più parlato con lei dopo che l’aveva lasciata, se non per qualche saluto cortese. Non avevano niente da dirsi, anche se Scorpius forse le doveva delle spiegazioni.
«Ha detto che a fine anno lascia il posto» disse Albus.
«Davvero?». Al annuì.
«Vuole andare a fare ricerca in America, mi sembra».
Continuarono a camminare sotto il timido sole di marzo per un po', Scorpius era ancora depresso perché non aveva avuto una risposta da Al né da nessun altro w non sapeva a chi chiedere. Teoricamente manco Lily era più una sua studentessa ma aveva l'aggravante di essere la sorella del suo migliore amico e in più lo credeva un depravato che baciava le studentesse nelle aule.
«Si può sapere cos'hai?» sbottò Al ad un certo punto.
«Non ho niente, perché?»
«Non è vero. Sei lì tutto pensieroso, non sei manco intervenuto quando Zabini ha detto che giocare a Quidditch fa schifo!»
«N-non vi stavo ascoltando, scusate» ammise con un sospiro.
«Se ci dici cos'hai ti perdoniamo» dichiarò deciso.
Scorpius guardò Albus e poi Zabini che gli stava cercando di infondere coraggio con uno sguardo. Raccolse quanta più aria possibile e poi disse: «Tua sorella pensa che io sia un pervertito». Non era esattamente quello che aveva pensato di dire. Zabini allargò le braccia per poi sbatterle pesantemente sulle cosce producendo un rumore sordo, Albus strabuzzava gli occhi.
«Perché non l'ha sempre pensato?» chiese con fare ovvio.
«Non lo so, dovresti dirmelo tu».
«E poi che ti interessa di cosa pensa Lily?» domandò scettico. Scorpius si grattò una guancia e guardò il cielo velato da qualche nuvola, come faceva sempre quando era a disagio. «A te non interessa cosa pensa mia sorella, vero?». Aveva la voce più alta di un'ottava e cercava di controllarla. «A lui non interessa cosa pensa mia sorella, vero?» ripeté rivolto a Zabini che aveva lo sguardo fisso su Scorpius. Il biondino era immobile non sapendo che cosa dire. «Terra e cielo...Lily...Luna» mormorò mettendo insieme i pezzi.
«Be’ sì ecco, diciamo che ciò che pensa non mi è indifferente» abbozzò Scorpius. Albus sembrava in trance. «Ma ti giuro che non le ho torto un capello, anzi è stata lei a baciarmi, o io, non lo so». Solo dopo si rese conto di quello che aveva detto.
«VOI COSA?» strillò facendo girare dei passanti. Zabini intanto aveva placcato Albus mentre tentava di lanciarsi su Scorpius che aveva fatto un passo indietro.
«Albus calmati!» ordinò perentorio Zabini. «Conosci Scorpius, lo sai com'è, lo sai che non le farebbe mai del male. Non volontariamente, almeno. Ma è questa la fregatura, no? A volte ci facciamo male anche senza volerlo, spesso sono cose piccole, altre volte un poco più grandi, dobbiamo solo ricordarci di mettere da parte l'orgoglio e chiedere scusa». Quest'ultima frase Scorpius pensò fosse rivolta a lui, anzi no, ne era certo.
«E conosci anche tua sorella, non permetterebbe a nessuno di farla stare così male. Non si farebbe mettere i piedi in testa da nessuno. E se l'ha baciato significa che qualche cosa per lui la prova!»
Scorpius strabuzzò gli occhi. Non si era mai reso conto di quella verità.
Era stata lei che si era avvicinata. Lei ad accarezzargli la guancia. Lei a mettergli una mano sulla nuca. 
Albus sembrava essersi rassegnato alla tremenda realtà e dopo aver sussurrato uno “Scusa, amico”, Scorpius corse verso il Castello.
   
 
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