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Autore: PRISHILLA    21/06/2020    5 recensioni
L'ossessione che Harry Potter ha per Draco Malfoy sta portando i suoi amici all'esasperazione. Cosa succederà quando Ginny, stanca delle sue continue lamentele, deciderà di prendere in mano la situazione per dimostrargli una volta per tutte che Draco non è stato marchiato e che le sue sono solo paranoie?
Scopriamolo insieme che ne dite..? ^^
Genere: Commedia, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Il trio protagonista | Coppie: Draco/Ginny
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Capitolo 24


 

La giornata trascorse come le altre, ne più ne meno.

Le lezioni erano finite e non aveva allenamenti per quel pomeriggio. I suoi piedi la portarono in biblioteca.

Arrivata al portone si fermò un'istante a riflettere. Non ci aveva più messo piede all'incirca da quando Draco l'aveva trattata piuttosto male proprio lì dentro, ma per uno strano caso era giunta fin lì senza neanche pensarci.

Poteva essere un segno..?

Appoggiò una mano sulla maniglia, era gelida, o forse era solo la sua percezione di quella situazione. Aveva paura che un'altra scena come quella dell'ultima volta si ripetesse e che lei ne rimanesse non ferita, ma delusa.

Se lo avesse trovato davvero lì cosa avrebbe dovuto fare? Poteva davvero far finta di nulla e riprendere da dove avevano lasciato? E lui glielo avrebbe permesso?

Era certa però, nella sua mente un po' sciocca, che se lui fosse stato lì quello sarebbe potuto essere un segno, il segno che Draco voleva che riallacciassero i rapporti, che le cose tornassero com'erano.

Prese un bel respiro preparandosi ad aprire l'uscio e ad affrontare quello che c'era al di là, ma la porta si spalancò e degli studenti vi uscirono chiacchierando.

Delusa.

In fondo alla biblioteca, su quello che era stato per diverso tempo il “suo” tavolo, lui non c'era.

La porta si richiuse interrompendo quel contatto visivo.

Lui non c'era.

Le labbra si incurvarono in un sorriso amaro, ma decise di entrare nella grande sala lo stesso tanto che era lì, e si avvicinò lentamente al tavolo vuoto.

Carezzò il legno della superficie con i polpastrelli girandogli intorno, si sedette su quella che per lei era la “sua” sedia e sospirò. Non aveva mai fatto più di tanto caso al fatto che il tavolo affacciasse su una finestra. Guardò fuori. Non nevicava più, faceva freddo, ma non era gelido come nei giorni passati. Iniziavano ad andare incontro alla fine dell'inverno.

Vide quello che le parve essere un lampo, ma poi capì che in realtà era stato un fulmine. Era saltata la luce.

-Oddio, sistemiamo subito.- disse la voce della bibliotecaria.

Vide accendersi diverse fiaccole lungo le pareti, in uno spettacolo di fiamme danzanti che poco aveva da essere paragonato all'elettricità.

La biblioteca calò comunque nella penombra, una luce soffusa che in realtà le piaceva molto, l'aiutava a pensare.

Guardò ancora fuori sospirando, iniziava a piovigginare... acqua neve? Si domandò, ma non si diede mai una risposta, assorta in altri pensieri che avevano ben poco a che vedere con il meteo.

Appoggiò il viso su una mano sostenendosi la testa che sembrava piuttosto pesante.

Lui non era lì, e lei era ancora una volta una stupida.

Per un attimo aveva davvero creduto che quello potesse essere un segno del destino, che sciocca. Aveva creduto di trovarlo seduto lì ad aspettarla, che avrebbe avuto solo un'ora a disposizione, e che poi sarebbe andato via dicendole il solito “ci vediamo Weasley” con finta indifferenza.

Ma lui non era lì, e lei era sola.

-Weasley.- un saluto inaspettato.

Il cuore le mancò di un battito quando udì il suo nome all'improvviso alle sue spalle facendola saltare quasi dalla sedia. Una speranza si accese nel suo cuore, che si spense in fretta quando vide che il riflesso del ragazzo sul vetro non era il suo.

-Nott.- lo saluto voltandosi verso di lui con un sorriso tirato. Non voleva essere scortese, ma non aveva voglia di fingere più del necessario che tutto andasse bene.

Lui le si sedette difronte. -Ti ho vista piuttosto sconsolata...- iniziò per poi voltarsi ad indicare un tavolo più in la. -Ero seduto di la.- giustificò quell'intrusione.

-Scusami, non ti avevo visto.-

Lui annuì sorridendole appena.

Era strana quella situazione, con Draco e con Blaise era naturale, ma con Nott non c'erano ancora i presupposti per stare da soli insieme a chiacchierare... di cosa poi?

Iniziò a tormentarsi le dita, incerta su cosa dire o su cosa fare. Sapeva che lui era a conoscenza di quello che provava per Draco perché quell'infame di Blaise gli aveva spifferato tutto, ma non era ancora pronta a parlane con lui.

-Lo so che non ci conosciamo abbastanza perché io ti possa fare una paternale.- le annunciò sicuro di se mentre lei sollevava lo sguardo dalle sue mani puntandolo su di lui. -Ma devo dirti che davvero non mi trovo d'accordo su come tu e Draco stiate gestendo la cosa.-

Ginny lo guardava attonita. Era la persona più composta che avesse mai visto in vita sua. Si era seduto con eleganza senza fare rumore, dalla sua postura si poteva vedere chiaramente la sua autostima sprizzare da ogni poro, e il suo modo di parlare... una calma assoluta, una pacatezza, un garbo che faceva venir voglia di dargli ragione anche se non ne avesse davvero.

-Che vuoi dire?- gli chiese infatti senza prendersela troppo per quel rimprovero che sapeva più di suggerimento.

-Semplice.- spiegò. -Io tengo davvero sia a Draco che a Blaise, ma devo dire che il loro modo di gestire le situazioni fa... pena.- storse il labbro guardando in aria come a rinforzare il concetto, come se le scene che gli venivano in mente gli provocavano disgusto. -Uno ha paura di vivere e l'altro crede che la gelosia risolva davvero i problemi.- ridacchiò. -Ridicoli.-

-E tu cosa suggerisci?- chiese lei riconoscendo i due profili dei ragazzi in questione, trovandosi anche piuttosto d'accordo, poche parole concetto perfetto, il codardo e il giullare.

Theo la guardò. -Devi essere tu a fare la tua mossa se non vuoi che la situazione ti sfugga definitivamente di mano.- le sorrise con un ghigno sicuro.

Ginny non sapeva come fare oramai, le aveva provate tutte. -E' qui che ti sbagli Theo.- gli disse infatti, rendendosi conto dopo di averlo chiamato per nome imbarazzandosi un po' per quella confidenza rubata, ma infondo erano stati loro a mostrarle quel nuovo modo di approcciare le cose. Lui infatti non si scompose. -Io le ho provate tutte.- gli disse con esasperazione nella voce. -Mi sono subita anche una punizione per lui, ho spaccato legna per un'intera serata... e io non ero affatto in punizione.- vide Theo ridacchiare, probabilmente di lei. Doveva sembrargli piuttosto comica. -E lui niente, una lastra di ghiaccio.- gli occhi di Ginny erano una fessura impenetrabile di rabbia e scherno. Theo rise ancora con compostezza.

-E' molto carino da parte tua...- rise ancora. -Credimi...- aggiunse vedendo lo sguardo di lei guardarlo truce. -Ma non basta per spezzarlo, magari così lo pieghi un po' ma... per spezzarlo ci vuole ben altro.- le disse scuotendo il capo ancora divertito da quello che aveva sentito.

-Ma io ho fatto anche ben altro...- gli disse lei che non apprezzava l'idea di come lui giudicasse deboli i suoi approcci.

-Ah si?-

-Certo che si.- ammise fiera. Non sapeva se Blaise gli avesse rivelato tutto, ma era certa di si, ogni suo segreto era al sicuro con Blaise, se aveva la possibilità di rivelarlo almeno ad un'altra persona, tale Theo, in questo caso. -Io, l'ho baciato.- ammise piano appoggiandosi con gli avambracci al tavolo mentre vedeva lui sollevare le sopracciglia. -Un bacio vero.- lo rimbeccò prima di essere schernita ancora. -Ma non è stato abbastanza neanche quello.- concluse sconfitta.

-Ginny, Draco è un ragazzo... vediamo...- guardò su ponderando bene quello che voleva dire. -Si, diciamo...- ancora non riusciva a trovare la parola giusta. -Dannazione.- imprecò sussurrando più a se stesso che a lei. -”Particolare”... ecco... diciamo così o non riusciremo a concludere il discorso.- senza rendersene conto Ginny rideva di quella sottile comicità involontaria. Era diverso da quegli altri due. Draco era decisamente pieno di se e aveva un umorismo pungente ma consapevole, Blaise era un comico mancato, sembrava un narciso ma non aveva paura a mettersi in gioco per far ridere qualcuno, ed era quello che aveva più mal giudicato di tutti! Un tempo lo credeva incapace di alzare la voce... adesso lo vedeva rumoroso. E poi c'era Theo. Serio, pacato, umorismo sottile ma non indiscreto. Un umorismo sincero, per meglio dire. -Draco ne ha passate tante nella sua vita. Non è uno di quelli che con due moine ti aprono il cuore... se sei una donna potrebbe aprirti la porta della camera da letto.- disse pensandoci su come fosse una cosa naturale ricordandosi solo dopo che stava parlando con Ginny e, schiarendosi la voce per la gaffe, tornò serio. -Quello che voglio dire è che Draco non è mai stato amato da nessuno in vita sua, tranne che da sua madre... in qualche modo da noi, ma è diverso.- disse atteggiando le labbra in una smorfia schifata. -Ha paura di te, di quello che rappresenti, anche della tua sincerità, perché se tu sei davvero sincera costringi anche lui ad essere sincero, e non vi è abituato.- fece spallucce.

Ginny annuì. Capì perfettamente il discorso di Theo, anche Blaise gli aveva fatto un discorso simile, anche se lui le aveva suggerito di sedurlo e di metterlo letteralmente al tappeto. Capiva perfettamente quello che intendevano ma ad ogni modo non sapeva più che fare.

-Suggerimenti?- chiese portandosi esasperata le mani nei capelli portandoli indietro con un gesto esasperato.

Theo le sorrise. -Non ti arrendere.- le disse semplicemente. -Trova il modo di dirgli quello che senti davvero, e lui non potrà resistere alla sincerità, perché infondo un po' di normalità è tutto quello che vuole.- fece spallucce.

Ginny ricambiò il sorriso. -Okay, ci proverò.- gli assicurò.. -Sempre se mi lascia parlare.- rifletté storcendo le labbra.

-Sai...- disse lui sedendosi più comodamente. -Noi...- Ginny credette davvero che si riferisse a loro tre. -Le nostre vite...- certo era pacato e garbato, ma per la barba di Merlino ci voleva un'eternità perché esprimesse un concetto! Attese comunque pazientemente sorridendogli appena nella speranza che trovandola ben disposta si affrettasse. -Non sono come le vostre.- concluse. -Abbiamo costantemente scelte da fare, decisioni da prende, cose da nascondere, alcune piuttosto pesanti....- disse abbassando lo sguardo per quella frazione di secondi che fece capire a Ginny che la cosa non riguardava davvero solo Draco, ma tutti loro. -E a volte una mano esterna ai fatti può rivelarsi un grande aiuto.- e lì per la prima volta lo vide in qualche modo impacciato. -Sii tu quella mano Ginny. Tendigliela e una volta che l'avrà afferrata... perché lo farà... tienila stretta, non la lasciare.-

Ginny non sapeva che rispondergli. Erano così spavaldi, sicuri di se, astuti al limite del viscido, ma in quel momento aveva difronte un semplice ragazzo titubante, pieno di paure, di pensieri. Quello che dovevano affrontare loro era ben diverso da quello che affrontava lei, o quelli che come lei erano tra quelli che comunemente poteva definire “i buoni”. Si rese conto in quel momento di quanto fosse più semplice essere dalla parte dei buoni.

Dandogli una seconda occhiata, si rese conto che era anche piuttosto carino, con quello sguardo triste, impassibile, impeccabile. Ma soprattutto triste.

Senza pensarci allungò una mano verso di lui sporgendosi e allungandosi finché riuscì a raggiungere la sua dall'altra parte del tavolo, e gliela strinse come avrebbe fatto con un qualunque altro amico.

I Serpeverde ora erano suoi amici.

Sorrise a Theo che rimase stranito da quel gesto, immobile guardando attentamente la scena come dall'esterno. La cosa lasciava anche lei perplessa a dire il vero, ma ormai era così, tanto valeva rassegnarsi all'idea che loro erano dei semplicissimi ragazzi come tutti gli altri.

Theo non si mosse, chiuse solo la mano sulle su dita, quel piccolo gesto le bastò per farle capire che adesso in qualche modo si erano accettati a vicenda.

Quello che le aveva detto le aveva dato dei sospetti. Le aveva lasciato l'illusione che in realtà molti di loro non condividessero le stesse idee, o che fossero costretti ad agire in un determinato modo, ma che potendo scegliere sarebbe stato diverso.

In quel momento sperò davvero che quando l'ora fosse giunta e la battaglia avesse coinvolto anche loro, non si fosse mai ritrovata in un faccia a faccia con Blaise e Theo, perché sarebbe rimasta molto delusa di se stessa e di loro se quell'amicizia, così pulita, così fresca, fosse stata sporcata da ideali corrotti, smania di potere, falsità...

Vide Theo ritrarre la mano di scatto e lo guardò stranito non capendo in cosa avesse sbagliato. Lo sentì schiarirsi la voce e sprofondare un po' di più nella sedia mentre guardava altrove.

Ginny si voltò appena in tempo verso l'uscio per vedere una testa biondissima allontanarsi in fretta.

Il viso le si illuminò vedendolo lì, anche se era corso via di tutta fretta.

-Non fosse stato per me non sarebbe sparito così.- ammise Theo tornando a guardarla. -Un altro punto per il piano idiota di Blaise.- annunciò sospirando riferito al fatto che secondo l'amico la gelosia era la miglior arma di conquista.

-Non importa, intanto si è presentato.- disse Ginny appoggiando la testa su una mano continuando a rimirare l'uscio con sguardo sognante. Sentì Theo ridacchiare, ma non le importò se in quel momento stesse facendo la figura della stupida, era felice, almeno un po'.


 





Trascorsero giorni, mesi, che erano sembrati infinitamente lunghi mentre ogni tentativo di avvicinare Draco fallivano miseramente.

Le mancava da morire.

Non aveva più parlato da sola con Theo, ma aveva incontrato Blaise come al solito spesso e volentieri, e alle volte Theo si aggregava a loro.

Avevano parlato del più e del meno, o meglio Blaise parlava e lei stava a sentirlo mentre annuiva, rideva e lo prendeva in giro sapendo di fargli piacere.

Si ritrovò ancora a paragonarlo all'altro, due mondo diversi. Come erano riusciti a diventare tanto amici nonostante le loro diversità era un mistero, ma forse a quei due musoni l'allegria di Basile non poteva che giovare.

Li immaginò senza di lui. Immaginò i loro discorsi, seri, tetri, composti. E immaginò la noia, l'aria pesante...

Erano stati benedetti dalla sua presenza. Concluse.

Era nel suo letto, la cena era finita, la giornata anche finalmente, e tutto quello che aveva voluto fare era andare a letto.

Hermione le aveva tenuto compagnia per un po'. Avevano parlato di Ron, e del fatto che ormai Hermione era assolutamente certa di quello che provava per lui. Ginny non capiva sinceramente come potesse una ragazza geniale come lei amare un perfetto imbecille come suo fratello. Ma forse quella era solo la prospettiva della sorella minore...

Infondo anche loro due si completavano in qualche modo.

Lei era un genio, lui uno sciocco, lei era noiosa, con Ron il divertimento era assicurato. Ridacchiò pensando a quanto fosse sciocco lui a non rendersi conto di quanto palesemente lei lo ammirasse e lo stimasse. Di quanto lo amasse.

Rotolò sul lettone ritrovandosi a pancia in su. Le altre ragazze nella stanza dormivano come ghiri ma lei non riusciva a chiudere occhio.

Eppure era certa che quella notte avrebbe dormito, ma nulla.

Pensò allora al discorso di Theo, alla sua gentilezza, ai suoi consigli, al suo modo silenzioso di dimostrarsi un buon amico per Draco rivelando le sue fragilità a lei, che lui tentava disperatamente di allontanare.

Ridacchiò tristemente della cosa, se Draco l'avesse saputo l'avrebbe preso a pugno come faceva volentieri con Blaise?

Riflettendoci le sembrava improponibile, forse si sarebbero solo guardati sfidandosi in un duello di sguardi alla “vinca il più forte”.

Draco...

Più pensava a lui più l'unica cosa che voleva era avvicinarlo, sentire il suono della sua voce, così profonda alle volte, e piuttosto squillante in altre. Quella voce che avrebbe riconosciuto tra mille e che le dava i brividi.

Chiuse gli occhi abbracciando il cuscino.

Se le voci circa Pansy erano vere allora poteva tirare almeno un sospiro di sollievo. Non dormiva la notte pensando a loro due, e invece...

Anche quella notte però non riusciva a dormire.

Si voltò, la luna era alta in cielo e illuminava la stanza con la sua luce fioca.

D'un tratto ebbe un idea improvvisa guardando il comodino nella penombra, lo stesso comodino in cui teneva la mappa del malandrino.

Senza farsi sentire aprì il cassetto e la tirò fuori nascondendosi sotto le coperte afferrando la sua bacchetta stretta, dicendo: -Giuro solennemente di non avere buone intenzioni.- sottovoce.

La mappa si rivelò a lei che subito andò in cerca di lui.

Non lo trovò nei sotterranei e allora il suo sguardo passò i rassegna i corridoi uno per uno, quando in fine lesse il suo nome . Era di pattuglia quella sera. Sorrise.

Guardando il corridoio parallelo, vide che anche Pansy lo era. Storse il naso.

Guardò l'ora mordendosi le labbra, era l'una. Sapeva che Ron e Hermione avevano finito il loro turno di sorveglianza della porta d'uscita dalla sala comune e che volendo poteva tentare di sgattaiolare fuori.

Non sapeva a che ora aveva la ronda Draco o peggio fino a che ora. Correva il rischio di non incontrarlo affatto anche uscendo, e di correre rischi inutili.

Continuava a mordersi le labbra, mentre una crescente voglia di provarci si insinuava in lei. Aveva la mappa, non l'avrebbe trovata nessuno se sapeva dove tutti fossero in ogni momento, e se vedeva che Draco si ritirava sarebbe semplicemente ritornata in dormitorio.

Non riuscì a resistere alla tentazione, le motivazioni che aveva usato per convincersi erano più che plausibili a suo parere e l'avevano davvero convinta.

Uscì da sotto le coperte infilandosi il mantello sopra la camicia da notte e le pantofole. Fece più piano che poté evitando anche di respirare per non fare rumore. Riuscì ad aprire e richiudere la porta alle sue spalle senza svegliare nessuno.

Scese le scale che cigolarono appena, ma in quel silenzio la fecero sobbalzare mentre il cuore le prendeva a martellare nel petto così forte che ebbe paura che qualcuno lo sentisse.

Il fuoco nel camino era ormai consumato e in quell'oscurità riuscì a farla franca senza essere beccata, almeno per il momento.

Con la bacchetta illuminata appena seguiva le sue tracce nei corridoi prendendo scorciatoie per raggiungerlo più in fretta mentre ancora il cuore le martellava così forte preso dall'ansia e dall'eccitazione del momento.

Quando vedeva che c'era qualcuno al di la delle mura si arrestava spegnendo anche la luce, sapendo benissimo che comunque non avrebbero potuto vederla da lì, ma la prudenza non era mai troppa.

Quando fu ad un passo da lui decise di uscire allo scoperto, ma si arrestò di colpo vedendo Pansy che sulla mappa si avvicinava a lui pericolosamente.

Aspettò che se ne fosse andata, quando fu almeno a due corridoi di distanza uscì dal suo nascondiglio. Era buio, ma poteva intravedere benissimo la luce in lontananza della sua bacchetta e la sua sagoma riflessa sulle mura.

Era ad un passo dal lui non le restava che prendere coraggio e avvicinarsi.

Ad ogni passo che li separava pensava alla grossa cavolata che stava facendo. Lui era un prefetto e non erano proprio in buonissimi rapporti in quel periodo, era piuttosto facile essere denunciata, tolta dei punti, e allora se la sarebbe dovuta vedere con la sua intera casa. L'avrebbero fatta a pezzi.

Ma non demorse, non indietreggiò, avanzò silenziosa e decisa.

Non le importava, seppure avesse deciso di prendere dei provvedimenti contro di lei, non le sarebbe importato. Tutto quello che voleva era vederlo, parlargli, anche solo per un attimo.

Mise la mappa nella tasca del mantello dopo averla chiusa per benino dopo aver “fatto il misfatto” in tutti i sensi.

Quando gli fu ad una sponda lo vide voltarsi verso di lei e puntarle la bacchetta contro illuminandole il viso.

-E' un po' troppo luminosa se non ti dispiace.- gli disse abbagliata da quella luce a giorno. Lui abbassò piano la bacchetta portandosela ad un fianco con lo sguardo attonito. -Ciao.- gli disse interrompendo quel silenzio che li avvolgeva.

-Che ci fai qui?- le chiese stranito. -Non dovresti essere in giro a quest'ora.- la rimproverò poi accigliandosi.

-Lo so ma...-

-Ma un corno Weasley! Io sono un prefetto!- le urlò in un sussurro stretto tra i denti. Sentiva che avrebbe voluto urlarle davvero ma qualcosa lo tratteneva, continuava a guardasi intorno con circospezione.

-Draco io...-

-Ti troverò una punizione esemplare di quelle che non dimenticherai mai.- le disse ghignando.

Ginny fece una smorfia nel sentire tante stupidaggini. Se era vero che voleva denunciarla allora perché sussurrava? Per non svegliare i quadri che dormivano?

-Non mi importa.- gli disse in un sussurro deciso per farsi sentire. La sua espressione era impagabile. -Ne varrà la pena. Puniscimi come ti pare.- si rese conto che quella frase detta così aveva un doppio senso, e si rese anche conto che se non fosse stato per tutto il tempo che trascorreva con Blaise non se ne sarebbe mai accorta. Lui però parve coglierne il senso e lo vide sollevare un sopracciglio forse indeciso sul fatto che lei avesse o meno voluto esprimersi per doppi sensi.

Serrò le labbra ingoiando il vuoto. -Non dovresti essere qui. Non mi dai altra scelta.- sembrava piuttosto serio in merito, ma anche lei lo era, davvero...

-C'è sempre una scelta.- lo rimbeccò lei convinta guardandolo con aria da saputella.

-Guarda Weasley che...- le disse avvicinandosi a lei di qualche passo con il dito indice puntatole contro come fosse un arma pronto a far fuoco.

-Volevo vederti.- gli disse lei invece ignorandolo totalmente. Tutto quello che le importava era poter essere lì in quel momento ad un passo da lui e guardarlo in quella penombra che le dava un senso di calore in quella notte fredda.

Lo vide tacere come improvvisamente scosso da qualcosa. Dubbi forse? Era la strada giusta?

-Non riuscivo a dormire, e sapevo che eri di ronda e... volevo vederti.- gli disse ancora facendo un passo in avanti verso di lui che restava immobile.

-Be ora che mi hai visto vattene.- le intimò con voce incerta.

-Ma come?- ridacchiò piano. -Non mi punisci più?- gli chiese sollevando lo sguardo per guardarlo meglio.

-Oh io ti punirei Weasley... eccome se ti punirei. Troverei davvero cose piuttosto “piacevoli” da frati fare...- lo vide chiudere gli occhi e voltare il capo guardando poi in su come se si fosse morso la lingua per mettersi a tacere. In un soffio lo udì imprecare contro se stesso, e la cosa confermò la sua ipotesi.

-Mostramene una allora...- si sentiva spudorata. Sarà stata l'atmosfera, sarà stata la luce tenue della penombra, la protezione della notte, o il semplice fatto che voleva quel ragazzo più di qualunque altra cosa al mondo in quel momento, ma arrivata a questo punto i suoi doppi sensi erano intenzionali,aveva visto che riuscivano a smuoverlo e voleva insistere fino a farlo vacillare, non aveva più paura di nulla, solo una gran voglia di lui.

Draco strinse i denti e una risatina esasperata gli sfuggì al controllo mentre i suoi occhi vagavano ovunque rifiutandosi di puntarsi su di lei.

-Sto aspettando.- gli desse lei con voce neutra. -Mostrami tutta questa furia da serpeverde Draco... sono qui. Avanti...- aprì le braccia in un gesto di resa e di attesa aspettando di vederlo cedere.

La guardò, i suoi occhi erano diversi, c'era qualcosa che non poté decifrare. -Te lo do io il serpeverde furioso.- disse alzando di pochi decimi la voce che pareva incrinata facendosi più avanti annullando le distanze che li separavano con una falcata decisa e gli occhi finalmente puntati nei suoi con uno sguardo che non ricordava di avergli mai visto prima.

A Ginny mancò un battito quando lo vide avvicinarsi a lei e quando sentì la sua mano afferrarle il fianco stringendolo tra le dita lunghe e affusolate. Fu lei a sentirsi senza forze, a cedere, a vacillare nell'istante in cui capì che l'avrebbe baciata e con lo stomaco in petto attese quel bacio a labbra schiuse per l'urgenza pressante di mettere fine a quel desiderio bruciante.

Ma quell'attesa non si placò. Draco si fermò ad un respiro da lei, dalle sue labbra, poteva sentire il suo fiato caldo sulla pelle che le diede i brividi ovunque, ma non si mosse oltre.

Ginny ne rimase delusa, ed era decisa a chiudere quel discorso in quello stesso istante sporgendosi verso di lui per baciarlo lei stessa ma lui si allontanò e lei incespicò aggrappandosi al suo braccio, che ancora la teneva stretta, per non cadere.

Per la barba di Merlino, ma che modi erano?

Lo guardò e vide che era rivolto da tutt'altra parte.

-Ehi ma senti un po'...- cercò di rimproverarlo ma fu zittita con un semplice “Shh” che però ebbe l'effetto sortito perché si sentì così spaesata e sorpresa da ammutolirsi all'istante.

Lo guardò incuriosita notando solo allora che Draco guardava con attenzione in fondo al corridoio e udì anche lei quello che aveva udito lui.

-Sono dei passi.- disse piano.

-E' Pansy!- le rispose con un sussurro a denti stretti.

Lo vide guardarsi intorno come spaurito, quasi non sapesse più dove si trovavassero, poi parve avere un'intuizione. -Nox.- disse facendoli cadere nel buio più totale mentre Ginny si rendeva pian piano conto che rischiava davvero di essere beccata da qualcuno che non avrebbe avuto nessuna pietà di lei.

-Che faccio?- chiese quasi inconsciamente a se stessa.

-Vieni.- le rispose lui trascinandola per un braccio per un breve tratto. Udì il suono di una maniglia girare e una porta aprirsi e si sentì spintonata all'interno di una stanza.

Una volta dentro calò un silenzio assoluto, interrotto solo da passi che si facevano più forti. -Non fiatare.- le intimò lui dall'altra parte della porta, non gli rispose. Lei però voleva capire dov'era finita e sussurrando “lumos” accese la bacchetta per ritrovarsi in quello che era uno sgabuzzino delle scope. -Spegni quella luce immediatamente idiota.- sussurrò lui con aria minacciosa e con poco garbo per poi sentirgli dire a sua volta un “lumos” che accese la sua di bacchetta.

-Nox.- disse Ginny rendendosi conto che probabilmente la luce sarebbe potuta vedersi da sotto la porta e poteva essere beccata. Fece come le era stato detto e aspettò in silenzio che passasse.

-Draco.- sentì la sua voce petulante pronunciare il suo nome con languore. -Perché avevi la bacchetta spenta?- gli domandò.

-No sono affari tuoi Pansy.- le rispose sgraziato.

Lei parve non farci troppo caso. -Sentivo dei rumori e sono venuta a controllare... tutto bene?-

-Si Pansy tutto bene, e ora torna nella tua zona.- gli intimò lui.

Sentì ancora dei passi avvicinarsi. -Eppure un tempo le ronde notturne erano più divertenti... con il rischio di essere beccati.- Ginny capì subito il doppio senso e pensò davvero che fosse stato un miracolo se non avesse fatto uscire alcun suono dalle labbra.

-Tempi andati cara... tu vivi nel passato.- le fece notare lui. Nella voce di Draco una leggera apprensione.

-Mica tanto- disse lei, e a quelle parole Ginny prestò più orecchio. Che voleva dire? -Ricordi quella volta nel corridoio in pieno giorno?-

-Pansy...-

-O le notti in camera tua...-

-Pansy...- la fermò lui sovrastando la sua voce, per poi tornare a parlare più in silenzio. -E' tutta roba passata, sono passati secoli d'allora- Ginny sentì la voce di Draco tremare, ma ormai tutto quello che voleva era continuare a sentire cosa quell'arpia avesse da dire e cosa invece lui le nascondesse.

-Passato Draco? Tu chiami “giorni” passato..?- a quelle parole a Ginny si gelò il sangue, lei era lì che bruciava letteralmente per lui e... giorni?!

-Anni...- si affrettò a correggerla alzando un po' la voce.

-Settimane al massimo.- fece lei con voce apparentemente convinta.

-Mesi Pansy.. mesi e chiudiamo qua il discorso.- Draco aveva una notevole fretta di interrompere quelle chicchere da corridoio, ma Ginny voleva sapere!

-Facciamoli diventare minuti...- le sentì dire e in quel silenzio quelle parole le rimbombarono nella testa come schiaffi.

Ginny non poteva crederci. Per tutto il tempo in cui lei aveva pianto disperata per lui, in tutto quel tempo che Blaise, ( e ne avrebbe di certo parlato con lui successivamente), le aveva chiarito che Draco voleva solo lei... per tutto quel tempo in cui lei si torturava, aveva effettivamente ragione...

Draco andava ancora a letto con Pansy! E non solo a letto a quanto aveva sentito...

Al sentire pronunciare quelle parole, sentendola miagolare su di lui ignara di avere una spettatrice, le aveva fatto perdere il controllo e le era sfuggito un suono gutturale per lo shock. Si era immediatamente tappata la bocca con le mani ma aveva accidentalmente urato un secchio che fece un lieve rumore perché per fortuna lo aveva appena sfiorato, ma in quel silenzio quante probabilità aveva di non essere udita?

-L'hai sentito?- chiese infatti la voce di Pansy tornata normale.

Ginny si arrestò all'istante sul posto cercando anche di respirare quanto più piano possibile mentre sperava che la cosa andasse a scemare e che non si occupasse più di lei.

-Sentito cosa?- si affrettò a chiederle Draco, ma forse la domanda gliela porse un pochino troppo in fretta perché lei si convincesse.

-Il rumore veniva da dietro quella porta...-

Sentì dei movimenti e poi la maniglia girò e l'uscio si aprì.

-No non credo.- Draco aveva richiuso la porta con uno spintone.

-Ne sono certa Draco veniva da li.- e ancora una volta sentì la maniglia della porta girare ma questa volta nulla, la porta non si aprì.

-Pansy...- la voce di Draco uscì frettolosa, fin troppo squillante. -Sono stato io.- lo sentì ammettere e Ginny in quel momento avrebbe voluto strozzarlo... la stava vendendo? -Ci ho chiuso miss purr.- Ginny soffocò un risolino. Non l'aveva venduta. -Per fare uno scherzo a Gazza. La cercherà per tutta la scuola prima di ritrovarla.-

-Draco sei così infantile.- disse lei tornando alla voce civettuola. -Allora tornando a noi...-

Ci fu un breve silenzio che però per Ginny parvero un'eternità. Che diamine stavano facendo quei due? Era l'unica cosa che riusciva a chiedersi.

-No Pansy.- una speranza si accese nel suo cuore ferito. -Smettila dai.- continuava a chiedersi cosa stesse facendo... -Ti ho rifiutato fin ora e non vedo come le cose possano cambiare adesso. Accettalo e vai avanti.-

Allora le chiacchiere erano vere. Draco aveva davvero rifiutato Pansy. Si, ma, la domanda restava, da quanto tempo?

-Draco io non capisco. Eppure ti piaceva così tanto quando stavamo insieme... ti ho sempre accontentato in ogni... “richiesta”.-

Ginny incespicò ancora ma questa volta fece più rumore dell'ultima. Si guardava intorno per capire come sfuggire da quella situazione, se solo avesse potuto leggere la mappa, ma non poteva accendere la luce e rischiare di perdere l'ultima speranza che le restava. Era in trappola con il cuore a mille che batteva così forte che era certa che se Pansy non avesse udito quel il rumore avrebbe udito lui tamburellare in petto fino a scoppiare!

Vi appoggiò le mani sopra nella stupida illusione di placarlo.

-No sono sicura spostati fammi vedere.-

Sentì una leggera colluttazione, Draco le diceva di lasciar stare ma lei insisteva. Infine lei riuscì ad aprire la porta, ma fu solo uno spiraglio perché quello che accadde dopo sarebbe stata un'immagine che Ginny sapeva bene, si sarebbe ripetuta nella sua mente per decenni.

Con la porta ancora schiusa Draco era riuscito a bloccare Pansy contro il muro con il suo corpo, poteva vederli perché avevano le luci delle bacchette accese. Fece un passo indietro per ritrarsi dalla luce che riusciva a penetrare nello sgabuzzino facendo distrattamente attenzione a non urtare nulla, anche se la sua attenzione in realtà era tutta per la coppia .

-Perché perdi tempo in stupidaggini?- le chiese Draco d'un tratto. -Sai una cosa, perché invece non vai in camera, il tuo turno è terminato e tutto questo parlare delle mie richieste mi ha fatto venire un certo languorino...-

-Davvero?- le chiese lei e lui annuì con fare malizioso.

Ginny dal canto suo avrebbe solo voluto scomparire dalla faccia della terra in quell'istante.

-Allora va bene... vado e ti aspetto.- sembrava comunque che il suo piano avesse funzionato quando... -Do solo un'occhiatina prima di...-

Ginny aveva chiuso forte gli occhi per non vedere, ma quello che vide riaprendoli fu peggio dell'essere stata scoperta.

Per bloccarla Draco l'aveva afferrata e baciata. Era lì ad un passo da lei che baciava un'altra, che baciava Pansy!

Le sue labbra tremarono, e tremò ancora di più quando vide Draco guardare nella sua direzione non vedendola per l'oscurità, e chiuderle la porta in faccia.

Ginny si corresse. Era in quello il momento in cui avrebbe voluto scomparire, e intanto nel mentre lavarsi gli occhi con quel prodotto chimico che i babbani chiamavano candeggina, perché dicevano che togliesse tutte le macchie più ostinate, e quella visione sarebbe stata la macchia più ostinata da rimuovere di tutta la sua vita.

Rimase così per un po', immobile, pietrificata, incapace di compiere qualunque movimento o di emettere alcun suono.

Le mani al petto all'altezza del cuore che non batteva quasi più.

Tutto sembrava essere rallentato, non sentiva quello che succedeva dal di fuori di quello sgabuzzino minuscolo e ringraziava l'oscurità perché non voleva che Draco vedesse la sua faccia proprio in quel momento.

Era certa di non trasparire alcuna emozione, sentiva tutti i muscoli del viso moli, statici, e la voglia di muovere anche uno solo di quei muscoli le era passata completamente.

Udì vagamente la voce di lui dirle un “vai” e i passi di lei saltellanti e allegri allontanarsi da loro.

Quando Draco in fine riaprì la porta fu così che la trovò, una maschera di cera priva di emozioni che lo guardava ma non lo vedeva.

Lo vide esitare un attimo dopo averle detto qualcosa che non percepì, poi l'afferrò per un polso tirandola via da lì dentro, era buio, la bacchetta spenta, e l'unica luce che penetrava era quella della finestra qualche passo più lontana da loro.

-Weasley che fai lì impalata, muoviti e scappa!- lo sentì dire ringhiandole contro sottovoce a denti stretti.

Fu come ridestatasi solo in quel momento da uno strano torpore, scosse la testa un attimo per riprendersi mentre tutto quello che fu in grado di dire fu un semplice “come” distratto.

Draco non le rispose subito, attese un'istante avvicinandosi di qualche passo. -Devi andartene subito, non credo se la sia bevuta, più probabilmente tornerà a controllare.-

Lei intanto lo guardava in quegli occhi che nell'oscurità sembravano quasi fluorescenti. -Così è questo che fai durante le ronde...- gli disse con un filo di voce e nessuna emozione.

-Facevo. E adesso vai.- si affrettò a correggerla.

-Nel corridoio in pieno giorno.- disse ancora Ginny mentre una smorfia le compariva sul viso, disgustata al solo pensiero di loro due insieme. -Così ti piace Malfoy?-

-Vai o no?!- non le rispose neanche cercando di ovviare il discorso.

-E quali sono le tue “richieste” che lei soddisfa con tanta passione?- aveva incrociato le braccia al petto, voleva delle risposte, doveva vederci chiaro in quella situazione, tutto era così assurdo, e oramai le parole le uscivano senza neanche il bisogno di rifletterle.

Draco a quel punto la strattonò portandola più vicina a se per non urlare. -Senti un po'... sai benissimo dei miei trascorsi con lei e non solo con lei, credo di essere stato almeno una volta con ogni ragazza della mia casa ma la cosa non ti riguarda...- lei lo fissava senza dire nulla, lo sguardo duro. -Ma anche fosse, sono cose del mio passato Weasley, è un po' che ho smesso. Non lo ascolti il gazzettino degli scoop a colazione?- parlava a denti stretti, pieno di ira e di ansia, e quella era una chiara allusione allo sguardo che si erano scambiati quella mattina.

Certo che l'aveva sentito lo scoop, ma quello che aveva detto Pansy ignara di lei era davvero troppo. Poi però ricordò che era una serpeverde e che i serpeverde mentivano...

Ma...

-Tu l'hai baciata...- non riuscì a trattenersi dal dirglielo. Si sentiva terribilmente stupida e anche un po' infantile, ma non riuscì a tenerlo, e lo disse.

Draco fece per aprire bocca ma udì qualcosa e si fermò. Tornò poi con gli occhi su di lei che lo guardava con delusione. -L'ho fatto per te.- disse e gli tremava la voce. -Vai adesso, ti prego, ti verrò a cercare io ma vai!- la spinse più in la nel corridoio, incespicò ma non cadde.

Ginny si voltò per guardarlo ancora, doveva starlo a sentire. Fece qualche passo della direzione opposta alla sua mentre lui la implorava di andar via, e in fine si voltò e corse via da lui, lontana da loro, da quello che sarebbe potuto succedere, da quello che avrebbe potuto ancora apprendere.

Non voleva saperne più nulla in realtà, era stato tutto già abbastanza mortificante così, non voleva sapere altro.

Corse a perdifiato fino alla torre d'astronomia.

Come poteva non finire lì? Forse quello era il luogo più significativo per lei in assoluto.

Salì le scale con estrema lentezza, senza emettere un suono, sentendo solo il rumore metallico dei gradini stridere piano. Si avvicinò lentamente a quella ringhiera incriminata che li aveva visti baciare per la prima volta mesi addietro, accarezzò il ferro freddo mentre una sferzata di vento le soffiava sul viso.

Quello a cui aveva dovuto assistere era stato tremendo, sapere che mentre si scambiavano il primo bacio in realtà lui si vedeva intimamente con l'altra fu come una pugnalata.

Così era questo Draco Malfoy, le aveva sempre mentito?

Era sincero quando le aveva detto che per lui sarebbe stata solo una delle tante? Era sincero quando diceva che lei non era niente per lui? Era quello il vero Draco?

E allora chi era quello che lei invece aveva conosciuto? Quello della biblioteca, quello sul pontile, quello in giardino, quello in punizione, quello in quella stessa torre, in quello stesso medesimo punto che calpestava in quel preciso istante?

Le mancò un respiro per un istante e si portò una mano al petto per calmarsi.

Era troppo facile in quelle circostanze lasciarsi prendere dal panico, dallo sconforto e mandare tutto all'aria. Non era quello che voleva.

Tu cosa vuoi Ginny? Continuava a chiedersi ripetutamente fino a convincersi che...

Era lui quello che voleva.

Aveva preso la sua decisione, aveva fatto la sua scelta, aveva intenzione di credere in lui, in quello che lei sentiva quando lui le era vicino e anche quando non lo era.

Aveva capito che oramai qualunque cosa facesse era inutile perché non poteva smettere di amarlo così, da un minuto all'altro. Per una frase, per un gesto, o per un altro.

Neanche vederlo baciare Pansy l'aveva dissuasa, al massimo le aveva fatto capire quanto lo volesse solo per sé.

Strinse forte la ringhiera che la separava da un salto nel vuoto di diversi metri e sorrise di se stessa mentre il vento le accarezzava i capelli.

Era arrivata fin lì per che cosa? Per scappare via come una codarda, per lasciare quella circostanza ambigua a metà?

Lui non l'aveva denunciata, l'aveva nascosta da Pansy, le aveva detto che l'avrebbe raggiunta. Non avrebbe fatto queste cose per lei quella notte se le cose stessero davvero come diceva lui, anzi avrebbe potuto approfittarsi della situazione per diverse ragioni, in diversi modi.

E poi c'era un altro fattore lì in mezzo da considerare.

Il suo cuore, che quando era con lui impazziva letteralmente battendo così forte, in modo così disordinato, che le sarebbe stato impossibile nasconderlo, capirlo, fermarlo e negare che...

Udì dei passi salire le scale. Abbassò la testa e prese un bel respiro. Il momento era giunto, ora toccava a lei.




Salve a tutti!!! Questa settimana anticipiamo l'appuntamento!

Ho un attimo di tempo e ho deciso di pubblicarlo subito questo bel capitoletto... scusate per come vi ho lasciati a metà sul più bello... ma non ci sarebbe gusto nel leggere il prossimo senza la giusta dose di attesa :D e dopo questa breve anticipazione su quello che sarà il prossimo capitolo che farà impazzire gran parte di voi.... passo a ringraziare chi legge, chi commenta, e chi si strugge nell'attesa del prossimo capitolo ^.^

Volevo davvero ringraziarvi per il sostegno, e spero sia ben ricambiato da emozioni che mi auguro di riuscire a farvi provare leggendo. Sono davvero felice che stia piacendo la storia che è davvero nata senza alcuna pretesa e che quando sarà finita vi lasci un bel ricordo...

Non è finita ancora eh! Il prossimo non è l'ultimo XD è stato solo un momento di sentimentalismi isterici!!! XDXDXD

Allora niente... alla prossima!!! XDXD spero di sentirvi in tanti un bacione!

  
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